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View Full Version : blog: da diari on line a organi di commento politico ?


Adric
29-08-2006, 14:30
Blogs: Da diari on line a organi di commento politico?
Lunedì, 28 agosto

"Bloggers on the Payroll" ovvero "Blogger sul libro paga" questo è l'articolo di Howard Kurtz pubblicato su washingtonpost.com e che ho letto tempo fa. Già il titolo è tutto un programma ma Kurtz ci va giù pesante più di quanto possiate immaginare e come lui buona parte della blogosfera americana. Qual'é però il motivo di tanta indignazione e clamore per i bloggers americani?

E' presto detto. Hillary Clinton, scrive Kurtz, ha assunto nel suo staff Peter Daou (www.daoureport.salon.com) blogger d'assalto e già consulente politico. La sua missione, così la chiama e la descrive Daou, è di collegare e quindi chiudere "il triangolo" formato dai media tradizionali, dall'estabilishment politico e dalla blogosfera americana e di facilitare quindi la comunicazione tra loro grazie anche all'aiuto dei netroots che sono gli attivisti politici che esplicano la loro azione su Internet in modo particolare tramite i blog.

Il termine netroots deriva dal più vecchio grassroots che sono invece l'espressione di un attivismo politico di base che attraverso le loro varie attività come l'andare di casa in casa saggiando l'opinione pubblica, comunicando con i cittadini ed i potenziali elettori mirano ad influenzare politicamente la propria comunità. I netroots completano così la campagna politica tradizionale tramite le rete da utente ad utente, da sito a sito, ma soprattutto da blog a blog. Il Blog diventa in questo caso una vera e propria forma di comunicazione a fine di propaganda politica. Recentemente l'azione dei netroots negli Stati Uniti è stata usata per la campagna politica di Paul Hackett.

Gli utenti dei blog si sono organizzati per unire i loro sforzi al fine di promuovere questo candidato. I loro dibattiti, le loro idee hanno influenzato anche i media tradizionali. La decisione di Peter Daou ha suscitato notevole perplessità tra i più noti bloggers americani come Cenk Uygur (www.huffingtonpost.com) che ha scritto che Daou ha tre possibilità. La prima è che Hillary Clinton realmente ascolti Daou, la seconda che lui venga ignorato e quindi lasci il suo lavoro, la terza che troveranno entrambi un compromesso uniti come sono contro l'intervento militare in Iraq. Ma la sostanziale obiezione che si muove dal mondo della blogosfera a Daou è che il blogger non potrebbe essere assunto e quindi usato per condizionare le campagne politiche. Sono liberi quindi i bloggers perché non si trasformino in esecutori di ordini politici? Saranno commentatori indipendenti che nel momento di una sana critica saranno ascoltati?

Queste le domande poste nella blogosfera americana. Il Blog come ben sappiamo nasce come diario on line. Una scrittura tramite la rete libera, spensierata, personale non condizionata da altri nella quale l'autore o l'autrice del blog è il solo responsabile di ciò che scrive. Un diario personale ma on line... Questo comporta naturalmente tutta la responsabilità di chi lo gestisce. Ma a questa nuova forma di comunicazione si possono addebitare solo responsabilità e nessun diritto? Credo di no. Si pretende dal blogger quel "romanticismo" di scrittura libera ,senza "padroni" come è giusto che sia ma non gli si riconosce al momento un ufficiale valenza giornalistica. Infatti perché non valutare la possibilità che alcuni, ripeto alcuni autori di blog possano nei tempi previsti dall'Ordine nazionale dei giornalisti una volta esaminati i loro articoli e non più dei semplici e brevi post diventare giornalisti-pubblicisti?

Se da una parte si critica la possibilità di una scrittura on line decisamente politica e quindi in parte non parziale perché non accettare nel contempo l'acquisizione di un possibile diritto come sopra ho citato? Il mondo dell'informazione la potranno salvare i "romantici" ed "incorruttibili" bloggers? Non penso, ma sicuramente la potranno migliorare . Come spesse volte dico, io credo nell'intelligenza del lettore che sa e saprà valutare l'obiettività, l'onestà intellettuale del blogger. Ma ci dobbiamo rassegnare che così come esistono giornalisti nele varie forme da quella cartacea a quella televisiva, poco credibili oppure apertamente schierati intellettualmente così sarà per quelli su Internet. Non mi scandalizzo più di tanto quindi perché negli Stati Uniti un giornalista-blogger si schiera politicamente mi scandalizzerei piuttosto se tutti i bloggers fossero così. Temo invece una futura F.I.B. ovvero una Federazione Italiana Blogger o una F.I.B. Federation International Bloggers.

Lì davvero non ci sarebbe più libertà ma soprattutto si crerebbe una casta con una sorta di "razzismo" dove chi è tesserato sarebbe un degno blogger e chi non lo è diventerebbe un ignorante ed isolato pseudo scrittore on line. A noi più che la politica interessa la comunicazione e soprattutto poter comunicare, nessuno escluso, ed ognuno rendendo conto all'intelligenza dei lettori. Ma ritornando al motivo di questo articolo gli americani sono anche preoccupati che questa nuova forma di comunicazione così come la vorrebbe Daou possa diventare l'ennesima intromissione nella loro privacy. Anche se recentemente il giudice federale, la sig.ra Taylor, ha ordinato al governo USA di interrompere le intercettazioni volute dal presidente Bush tramite la National Security Agency creata all'indomani del tragico 11/9. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.....
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(canisciolti.info)