Adric
25-08-2006, 16:52
Ecologia: i pescatori marsigliesi fermano la Rainbow Warrior
red., 24/08/2006
La nave ammiraglia di Greenpeace, Rainbow Warrior è stata bloccata mentre cercava di attraccare nel porto di Marsilia. Le autorità portuali, infatti, hanno revocato il permesso di attracco, a causa della protesta di una ventina d’imbarcazioni per la pesca del tonno che hanno bloccato la nave di Greenpeace.
Il 23 agosto la Rainbow Warrior doveva effettuare un open ship, come parte del programma della sua Campagna nel Mediterraneo per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della pesca nel Mediterraneo.
La Rainbow Warrior dopo essersi ancorata a 2 Km dal porto, ha chiesto nuovamente il permesso di attraccare, permesso che è stato ancora una volta negato. Questo, non ha impedito a Greenpeace di dare la possibilità ai media e ai visitatori che sono arrivati a bordo dei gommoni dell’associazione di visitare la nave.
“ Non ci è stata fornita nessuna valida spiegazione sul perché ci è stato revocato il permesso d’attracco”, ha detto Francois Provost, Campaigner Oceani di Greenpeace Francia, a bordo della nave. “Greenpeace è un organizzazione pacifista e non cederà alle minacce e alle intimidazioni dell’industria della pesca ma, anzi, continuerà a evidenziare la minaccia che il sovrasfruttamento della pesca rappresenta per il Mediterraneo.”
Da Maggio, Greenpeace ha documentato lo stato del Mar Mediterraneo e la pratica della pesca al tonno in Spagna, Francia, Italia, Turchia, e delle navi da pesca Giapponesi. A giugno Greenpeace aveva chiesto all’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tuna), l’immediata chiusura della pesca al tonno rosso, a causa dell’impatto negativo che la pesca indiscriminata ha su questa specie di pesce.
“Scienziati e gruppi ambientalisti sono d’accordo sul fatto che gli stock di tonno rosso sono sull’orlo del collasso a causa del sovrasfruttamento della pesca.
Solo qualche giorno fa la Bouches-du-Rhone Recreational Fisherman´s Federation ha lanciato l’allarme sullo stato di profonda crisi in cui versano i pescatori locali di tonno.” ha dichiarato Provost. “Il futuro del Mediterraneo è in bilico e ha un bisogno urgente di una discussione pubblica ma, soprattutto, che vengano intraprese azioni concrete a tutela del Mediterraneo e delle sue risorse. Non abbiamo bisogno di atti di prepotenza come quelli visti oggi a Marsilia che hanno il solo scopo si soffocare qualsiasi tipo di dibattito.”
Greenpeace chiede la costituzione di aree marine protette pari al 40% del Mediterraneo, questo proteggerebbe lo stato di salute e la produttività di questo mare.
Tutta la flotta di Greenpeace è impegnata nella spedizione intorno al mondo, “Derfending our Ocean”, che durerà 15 mesi. La nave Esperanza è attualmente impegnata nelle Filippine contro l’inquinamento dell’oceano, mentre l’Arctic Sunrise è impegnate nel Mar Baltico contro la pesca pirata.
La spedizione di Greenpeace ha lo scopo di evidenziare le minacce e i rischi che corrono i nostri oceani a causa del sovrasfruttamento delle risorse marine, e per questo chiede l’istituzione di aree marine protette pari al 40% degli oceani. (Greenpeace)
(amisnet.org) Creative Commons
red., 24/08/2006
La nave ammiraglia di Greenpeace, Rainbow Warrior è stata bloccata mentre cercava di attraccare nel porto di Marsilia. Le autorità portuali, infatti, hanno revocato il permesso di attracco, a causa della protesta di una ventina d’imbarcazioni per la pesca del tonno che hanno bloccato la nave di Greenpeace.
Il 23 agosto la Rainbow Warrior doveva effettuare un open ship, come parte del programma della sua Campagna nel Mediterraneo per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della pesca nel Mediterraneo.
La Rainbow Warrior dopo essersi ancorata a 2 Km dal porto, ha chiesto nuovamente il permesso di attraccare, permesso che è stato ancora una volta negato. Questo, non ha impedito a Greenpeace di dare la possibilità ai media e ai visitatori che sono arrivati a bordo dei gommoni dell’associazione di visitare la nave.
“ Non ci è stata fornita nessuna valida spiegazione sul perché ci è stato revocato il permesso d’attracco”, ha detto Francois Provost, Campaigner Oceani di Greenpeace Francia, a bordo della nave. “Greenpeace è un organizzazione pacifista e non cederà alle minacce e alle intimidazioni dell’industria della pesca ma, anzi, continuerà a evidenziare la minaccia che il sovrasfruttamento della pesca rappresenta per il Mediterraneo.”
Da Maggio, Greenpeace ha documentato lo stato del Mar Mediterraneo e la pratica della pesca al tonno in Spagna, Francia, Italia, Turchia, e delle navi da pesca Giapponesi. A giugno Greenpeace aveva chiesto all’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tuna), l’immediata chiusura della pesca al tonno rosso, a causa dell’impatto negativo che la pesca indiscriminata ha su questa specie di pesce.
“Scienziati e gruppi ambientalisti sono d’accordo sul fatto che gli stock di tonno rosso sono sull’orlo del collasso a causa del sovrasfruttamento della pesca.
Solo qualche giorno fa la Bouches-du-Rhone Recreational Fisherman´s Federation ha lanciato l’allarme sullo stato di profonda crisi in cui versano i pescatori locali di tonno.” ha dichiarato Provost. “Il futuro del Mediterraneo è in bilico e ha un bisogno urgente di una discussione pubblica ma, soprattutto, che vengano intraprese azioni concrete a tutela del Mediterraneo e delle sue risorse. Non abbiamo bisogno di atti di prepotenza come quelli visti oggi a Marsilia che hanno il solo scopo si soffocare qualsiasi tipo di dibattito.”
Greenpeace chiede la costituzione di aree marine protette pari al 40% del Mediterraneo, questo proteggerebbe lo stato di salute e la produttività di questo mare.
Tutta la flotta di Greenpeace è impegnata nella spedizione intorno al mondo, “Derfending our Ocean”, che durerà 15 mesi. La nave Esperanza è attualmente impegnata nelle Filippine contro l’inquinamento dell’oceano, mentre l’Arctic Sunrise è impegnate nel Mar Baltico contro la pesca pirata.
La spedizione di Greenpeace ha lo scopo di evidenziare le minacce e i rischi che corrono i nostri oceani a causa del sovrasfruttamento delle risorse marine, e per questo chiede l’istituzione di aree marine protette pari al 40% degli oceani. (Greenpeace)
(amisnet.org) Creative Commons