raxas
24-08-2006, 23:06
Riporto qui la trascrizione di una trasmissione sul consumismo e danni che ha provocato e provoca, in maniera nascosta.
Si tratta di una trasmissione tenuta dal Prof. P i e t r o L o m b a r d o, psicologo pedagogista ed educatore, su RM, che si occupa di educazione nella famiglia offrendo riflessioni argomentate e approfondite.
(La trasmissione si tiene ogni 2 sabati circa, alle ore 21,00, ripeto dal Prof. P i e t r o L o m b a r d o)
Coloro che possono essere prevenuti su qualcosa che viene riportato da RadioMaria, li invito a leggere questa valutazione, critica e ragionata su quanto ci viene propinato da tempo, a nostra insaputa e di cui nessuno si prende la briga di fare, appunto, una critica, in questo caso ragionata nei vari punti in cui i "fatti" si sono articolati.
Lo spunto alla pubblicazione del testo trascritto di sotto, mi viene dal vedere qui sul forum diversi thread in cui si accusa il decadimento nei comportamenti soprattutto dei giovani e in generale nella società, e non ci si raccapezza da dove possono aver preso le mosse diversi fatti di cronaca, non tutti, ma la gran parte ed anche di costume-comportamenti e modi di vivere.
Diverse volte l' autore nelle sue trasmissioni e anche sul sito, educhiamo.com dove vengono riportate le trasmissioni ha avvertito di non usare frasi fuori dal contesto, e credo di averlo fatto mettendo il testo integrale della trasmissione audioregistrata.
Come potrete vedere si tratta di un periodo storico e di una storia sui comportamenti indotti dal consumismo abbastanza lunghi e su cui c'è da ragionare e ci si ragiona, alla luce di conoscenze che vanno dalla psicologia, alla sociologia, alla storia della religione.
Preciso che la trasmissione è del '93, voi direte che le cose sono cambiate un pò da allora, io direi che sono anche peggiorate tenendo conto di ciò che viene esposto, l'aggiornamento riguarderebbe l'evoluzione dei comportamenti, delle tecnologie e delle strategie di comunicazione "evolute" ma, ripeto, siamo sempre là...
La trasmissione di cui sotto riporto non è su una trattazione sulla pornografia, riguarda una "storia" del consumismo, leggendola e vedendo come si "evolvono" le varie tappe ci finisce inevitabilmente.
* = Vedi fine del testo.
------------------------------------------------------------------------------------
Dalla fine del '700, cioè con l'inizio della rivoluzione industriale in Inghilterra,
ha avuto inizio la produzione cosiddetta industriale che ha cambiato il problema della scarsità,
questo è importante da aver bene in mente perché, fino a quel periodo le persone vivevano nella cosiddetta povertà
(ma povertà non spirituale parliamo in questo caso proprio di povertà materiale)... ma dove sono avvenuti i cambiamenti più importanti?
Sicuramente sono avvenuti in Occidente, negli Stati Uniti ed in Occidente dopo la 2a^ guerra mondiale;
allora... pensate che... negli anni '50, in America i cittadini avevano un potere d'acquisto 5 volte superiore a quello di dieci anni precedenti,
e c'era un grossissimo problema, perchè il 50% dei beni di consumo non aveva uno smercio immediato;
da qui allora si fa luce un'idea, ed è quella di far ricorso alla psicologia per indurre a comprare le cose superflue... :
- "La macchina è quasi nuova?"...
- ... "Creiamo un invecchiamento psicologico".
allora c'è, per dire, un piccolo esempio,di una famosa casa automobilistica che aveva fatto una classica indagine e aveva ridotto il volume della
vendita delle sue automobili, bene, nel giro di 2 anni, questa casa che doveva incrementare le vendite,
addirittura diminuisce della metà le vendite del proprio prodotto, a questo punto, una ricerca psicologica più approfondita che cosa va a rilevare?
Rileva che il cliente compra non in base a motivi razionali, come si poteva pensare, ma, in base a motivi irrazionali, cioé, si scopre che, bisogna offrire dei motivi irrazionali ma efficaci di scelta, toccando attraverso l'immagine una corda nascosta;
ecco che ora arriviamo ad una prima conclusione che poi ci servirà come aggancio successivo: c'è un'ampia documentazione, che dà ragione ai pubblicitari, in cui si dice che la gente compra immagini, ed ora ci ricolleghiamo al tema sessualità e amore nella società delle immagini,
e cerca cioè in queste immagini una proiezione di sé, una contemplazione, un modello narcisistico tanto per intenderci, dove lui-lei si vede più bello, più forte, più desiderabile, dove crede, comprando quel prodotto, di poter ottenere determinati requisiti,
allora, i manipolatori introducono delle qualità, all'interno dei vari prodotti, che il compratore ama e riconosce o vorrebbe riconoscere,
cioé, l'immagine ideale che lui-lei vorrebbe avere di sé;
c'è però un osso duro per i pubblicitari: il senso di colpa per i lussi proibiti e le comodità, che era dovuto, siamo sempre negli anni '50 in America, a che cosa?
Alla tradizione puritana, per cui, più la gente, arrivano gli psicologi a questa conclusione, si stacca dalla tradizionale convinzione religiosa, più aumenta il potere di venita dei cosiddetti prodotti, questo è un punto fondamentale,
perchè fa capire che c'è un disegno ben preciso, allora a questo punto per i pubblicitari si impone l'obbligo di sradicare, negli Americani, la morale di origine religiosa.
Bisogna cioè tranquillizzare, in un certo senso, la coscienza del consumatore, quando spende in maniera insensata, ecco che allora si afferma, per la prima volta, una pubblicità senza etica, senza saldi principi (criteri) morali.
Il problema, però, da qui incomincia ad assumere proporzioni più vaste, in quanto, la spinta al consumo, non si limitava ad imporre prodotti inutili e non essenziali, ma a fornire un'immagine costruita dell'uomo, attraverso un insieme di prodotti che costituiscono, cioé uno stile di vita;
pensiamo ai giovani d'oggi,i quali si ritengono quasi orfani, quasi incompiuti se non hanno determinati oggetti, quando i giovani, oggi, se non hanno il motorino o la cosa firmata o il videoregistratore (...), etc.,
si sentono non appartenenti al mondo dei giovani,
[ripeto come farò in altri punti, che questa storia del consumismo risale al '93 ma oggi, contestualmente all'aver inglobato altri comportamenti cambiano gli oggetti, quindi sarà il cellulare e quant'altro (...) n.d.r. -riedit- non voglio dire che il cellulare non serva, ma sembra che la comunicazione sia passata in secondo piano rispetto ai modi di farla tecnologicamente in questo caso...]
ecco che allora la radio, la TV, i giornali, incominciano ad entrare in questo meccanismo, a favore del progresso consumistico...:
la morale religiosa viene abbandonata e viene sostituita...
con che cosa? Con le "immagini" dei mass-media che indicano nuove linee di condotta, ma soprattutto indicano nuovi valori di vita.
Questo è ancora più pericoloso, e allora il mercato arriva a proporre una combinazione di immagini in continua evoluzione, dando l'impressione di una crescita, cioé di una storia della propria persona, ma la persona in realtà è scomparsa, l'uomo perde le proprie caratteristiche;
voglio dire: gli oggetti non hanno più un significato per l'uso che se ne fa, ma è "soggetto" chi vive al ritmo degli oggetti,
per cui arriviamo al punto che gli strumenti prendono il sopravvento sulla creatività e libertà dell'uomo.
Questo rovesciamento è la prima metà del consumismo, cioè togliere l'interesse per le persone,
una chiusura in un mondo immaginario: la pornografia è un mondo immaginario,
che non è il mondo reale dei rapporti umani e crea per cui il concetto di solitudine:
l'uomo diventa sempre più solo, sempre più staccato dagli altri;
la seconda metà del consumismo è la cosiddetta perdita della realtà;
nella logica del consumismo, l'uomo non deve avere un contatto profondo con il mondo, ma deve nutrirsi solo della sua immagine.
Per cui il consumismo tende ad annientare la persona e la realtà in cui vive, perchè allora stupirsi
se molti non vengono scossi da immani disgrazie se per una commozione del momento?
Ma perchè le notizie e la pubblicità vengono mosse sullo stesso piano:...
cosa vuol dire? Che le notizie e la pubblicità forniscono lo spettacolo, cioé chiedono il consumo non l'intervento:
lo spettacolo serve per essere consumato; allora il mezzo di comunicazione attira a sé, ma non spinge alla realtà di cui propone l'immagine, può sembrare un controsenso, ma più uno quasi vede il dramma, quasi in quell'emozione di quel momento... si sente come partecipe, è come se avesse fatto una scarica del proprio impegno personale, ma più di tanto non fa
diventa uno spettacolo; lo abbiamo visto ... con la guerra Irak-USA del '91,
che era diventata una guerra spettacolo... anche la guerra è stata spettacolarizzata
(n.d.r.* queste considerazioni, lo ripeto, sono del '93, da allora le cose sono peggiorate, vedete la 2a (!) guerra in Irak...)
allora... su cosa si basa il consumismo? il consumismo non sta nel fatto di consumare nel benessere e nell'abbondanza,
che sono comunque traguardi positivi da un punto di vista storico per l'uomo, (Underlined d.r.*)
perchè la povertà apporta e lo vediamo oggi ('93) nel terzo mondo, a tutta una serie di situazioni che addirittura
possono delle volte purtroppo limitare la stessa sopravvivenza dell'uomo.
Il consumismo si basa su un senso psicologico di scarsità, cioé su un bisogno alimentato ad arte;
il bisogno di continuare a consumare...
come spezzare questo circolo vizioso?
Primo punto su cui vorrei dire [parla P.Lombardo]*, è che come famiglie dovremmo recuperare proprio quelle realtà che col consumismo ci vengono sottratte, e che sono la realtà del rapporto personale, con noi stessi, del rapporto sociale, per cui l'apertura al prossimo, al mondo e al rapporto soprattutto ovviamente al rapporto con Dio.
Per cui è importante essere con gli altri, non possederli.
Allora, qui adesso entriamo, più sul discorso della sessualità, perchè che cosa si scopre?
Si scopre che un'arma per poter vendere è proprio la sessualità; e si incominciava sull'arte della seduzione, per cui si usa la seduzione, nel proporre al pubblico femminile i cosiddetti oggetti di lusso*, esempio:
*[questa spiegazione è dei primi anni 90, e ancora le cose non erano degenerate...
ma basti a chi a quell'epoca si ricordi in questo esempio, di uno spot su un profumo.....]
i profumi che garantiscono un successo sessuale;
comprando quel profumo... c'era quella pubblicità qualche tempo fa che...,
gli uomini correvano dietro queste donne che si mettevano questo profumo;
però... ! cosa succede? succede che, a un certo punto, l'elemento sessuale,
nella pubblicità, si stacca solo dal discorso di seduzione,
ma incomincia a diventare determinante in tutte le offerte, cioé in tutti prodotti, non solo sul profumo...
allora la psicologia, incomincia ad indicare ai pubblicitari, come far leva sulla sfera sessuale dei compratori, perchè si scopre che la sfera sessuale, e noi questo lo sappiamo, nella vita di una persona, ha un'importanza fondamentale,
ecco che allora deriva il discorso del nudo, il millimetro dopo millimetro, per cui succede che questo nudo prende sempre più spazio, in esecuzione di un preciso programma di annientamento della morale tradizionale, principale ostacolo al consumismo
allora, il puritano
[in questa storia del "consumismo-pubblicità sui comportamenti", ci si riferisce ora, a quel passaggio negli anni '50: Stati Uniti]
cosa comprava?
Comprava solo le cose indispensabili, mentre il consumista tutto ciò che gli dà piacere, tutto ciò che esalta la sua persona, ecco che allora arrivano contro la morale tradizionale, addirittura, negli anni '50, delle statistiche di Alfred Kingsey...,
-un famoso professore di zoologia, di cui molti avranno sentito parlare- (n.d.PL *),
il quale incomincia, in maniera fredda, ad analizzare le abitudini sessuali degli americani, a questo punto, vengono pubblicati tutti questi rapporti, tutte queste statistiche e per la prima volta in America diventa lecito parlare della sessualità, considerata, una parte, fino a quel tempo, della vita di cui non bisognava parlare, perché c'era da vergognarsi, ma come se ne parlava?
questo è importante...: si parlava dell'attività sessuale in termini numerici,
cioé prescindendo dall'aspetto valoriale, cioé, prescindendo da che cosa entrava in campo, per cui, quando veniva pubblicato che il 90% dei giovani praticava l'autoerotismo (-masturbazione e simile- (n.d.r. *))
si era arrivati alla conclusione:
"siccome il 90% dei giovani pratica l'autoerotismo, questo è uno sfogo...
[notate il contesto, non giustificate la conclusione cui si voleva far pervenire...(n.d.r. *)]
... positivo, sano ed accettabile" e per cui si incominciava ad introdurre il concetto che "tutto sommato,
la pratica dell' autoerotismo è una pratica normale, che fa parte dello sviluppo"...
non considerando le implicazioni da un punto di vista di crescita psicologia che sull'individuo, poteva avere questo.
Allora, per fare le statistiche si eliminano i valori che entrano in campo (il campo della statistica):
ecco che, l'abbandono dell'idea di peccato, diventa ancora più indispensabile,
quando arriviamo ad uno dei più grandi business della storia del consumismo, che è quello della pillola.
Infatti questo è stato ed è uno dei più grandi affari
[dal '93 ad oggi i fronti di intervento su cui vendere sono aumentati, vedi "farmaci anticoncezionali" nuovi ed ambiti -genetica- nuovi(n.d.r.)*]
in quanto con questo anticoncezionale che interrompeva l'evoluzione,
... dopo 10 anni della messa sul mercato, ben sei milioni di donne incominciano ad usarla.
- la trasmissione continua ma non trovo il carteggio e dovrei sbobinarla, cosa che non posso fare adesso per mancanza di tempo.
come riflessioni io considererei che ciò che viene presentato come libertà ed evoluzione ha tutt'altro interesse,
si cavalca solo (questa è, e credo che non sia solo una mia, riflessione) la voglia di liberarsi del consumatore ma non offrendo una visione del mondo integrata (edit: questo termine è fuori luogo, bisognerebbe sapere come stare attenti e magari usare o non comprare o vedere\non vedere certe trasmissioni) e nuova, per cui, come si dice comunemente, andando avanti chissà dove andremo a finire... a seguir loro...
ancora una riflessione personale e dico che a me basta aver saputo come si sono "generate" certe situazioni da diffidarne abbastanza, ci sarebbe da fare una storia ancora più recente di queste strategie dei mass-media, spero che qualcuno addentro magari a qualche corso universitario sulle comunicazioni di massa e della pubblicità possa aggiornarci, sempre che le strategie (edit: direi: i corsi universitari) non siano diventate al servizio del mercato e dell'industria.
*
n.d.PL : nota di (del Prof.) P i e t r o L o m ba r d o
n.d.r.:= nota di r.=iniziale del mio nick
P.S. mi scuso per la formattazione non conforme alla pagina del thread ma ho trascritto il testo sull'utility blocco note ed ho poco tempo anche per editare...
P.P.S. se vedete che l'edit è ancora successivo è perchè ho adeguato la formattazione del testo alla pagina.
Si tratta di una trasmissione tenuta dal Prof. P i e t r o L o m b a r d o, psicologo pedagogista ed educatore, su RM, che si occupa di educazione nella famiglia offrendo riflessioni argomentate e approfondite.
(La trasmissione si tiene ogni 2 sabati circa, alle ore 21,00, ripeto dal Prof. P i e t r o L o m b a r d o)
Coloro che possono essere prevenuti su qualcosa che viene riportato da RadioMaria, li invito a leggere questa valutazione, critica e ragionata su quanto ci viene propinato da tempo, a nostra insaputa e di cui nessuno si prende la briga di fare, appunto, una critica, in questo caso ragionata nei vari punti in cui i "fatti" si sono articolati.
Lo spunto alla pubblicazione del testo trascritto di sotto, mi viene dal vedere qui sul forum diversi thread in cui si accusa il decadimento nei comportamenti soprattutto dei giovani e in generale nella società, e non ci si raccapezza da dove possono aver preso le mosse diversi fatti di cronaca, non tutti, ma la gran parte ed anche di costume-comportamenti e modi di vivere.
Diverse volte l' autore nelle sue trasmissioni e anche sul sito, educhiamo.com dove vengono riportate le trasmissioni ha avvertito di non usare frasi fuori dal contesto, e credo di averlo fatto mettendo il testo integrale della trasmissione audioregistrata.
Come potrete vedere si tratta di un periodo storico e di una storia sui comportamenti indotti dal consumismo abbastanza lunghi e su cui c'è da ragionare e ci si ragiona, alla luce di conoscenze che vanno dalla psicologia, alla sociologia, alla storia della religione.
Preciso che la trasmissione è del '93, voi direte che le cose sono cambiate un pò da allora, io direi che sono anche peggiorate tenendo conto di ciò che viene esposto, l'aggiornamento riguarderebbe l'evoluzione dei comportamenti, delle tecnologie e delle strategie di comunicazione "evolute" ma, ripeto, siamo sempre là...
La trasmissione di cui sotto riporto non è su una trattazione sulla pornografia, riguarda una "storia" del consumismo, leggendola e vedendo come si "evolvono" le varie tappe ci finisce inevitabilmente.
* = Vedi fine del testo.
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Dalla fine del '700, cioè con l'inizio della rivoluzione industriale in Inghilterra,
ha avuto inizio la produzione cosiddetta industriale che ha cambiato il problema della scarsità,
questo è importante da aver bene in mente perché, fino a quel periodo le persone vivevano nella cosiddetta povertà
(ma povertà non spirituale parliamo in questo caso proprio di povertà materiale)... ma dove sono avvenuti i cambiamenti più importanti?
Sicuramente sono avvenuti in Occidente, negli Stati Uniti ed in Occidente dopo la 2a^ guerra mondiale;
allora... pensate che... negli anni '50, in America i cittadini avevano un potere d'acquisto 5 volte superiore a quello di dieci anni precedenti,
e c'era un grossissimo problema, perchè il 50% dei beni di consumo non aveva uno smercio immediato;
da qui allora si fa luce un'idea, ed è quella di far ricorso alla psicologia per indurre a comprare le cose superflue... :
- "La macchina è quasi nuova?"...
- ... "Creiamo un invecchiamento psicologico".
allora c'è, per dire, un piccolo esempio,di una famosa casa automobilistica che aveva fatto una classica indagine e aveva ridotto il volume della
vendita delle sue automobili, bene, nel giro di 2 anni, questa casa che doveva incrementare le vendite,
addirittura diminuisce della metà le vendite del proprio prodotto, a questo punto, una ricerca psicologica più approfondita che cosa va a rilevare?
Rileva che il cliente compra non in base a motivi razionali, come si poteva pensare, ma, in base a motivi irrazionali, cioé, si scopre che, bisogna offrire dei motivi irrazionali ma efficaci di scelta, toccando attraverso l'immagine una corda nascosta;
ecco che ora arriviamo ad una prima conclusione che poi ci servirà come aggancio successivo: c'è un'ampia documentazione, che dà ragione ai pubblicitari, in cui si dice che la gente compra immagini, ed ora ci ricolleghiamo al tema sessualità e amore nella società delle immagini,
e cerca cioè in queste immagini una proiezione di sé, una contemplazione, un modello narcisistico tanto per intenderci, dove lui-lei si vede più bello, più forte, più desiderabile, dove crede, comprando quel prodotto, di poter ottenere determinati requisiti,
allora, i manipolatori introducono delle qualità, all'interno dei vari prodotti, che il compratore ama e riconosce o vorrebbe riconoscere,
cioé, l'immagine ideale che lui-lei vorrebbe avere di sé;
c'è però un osso duro per i pubblicitari: il senso di colpa per i lussi proibiti e le comodità, che era dovuto, siamo sempre negli anni '50 in America, a che cosa?
Alla tradizione puritana, per cui, più la gente, arrivano gli psicologi a questa conclusione, si stacca dalla tradizionale convinzione religiosa, più aumenta il potere di venita dei cosiddetti prodotti, questo è un punto fondamentale,
perchè fa capire che c'è un disegno ben preciso, allora a questo punto per i pubblicitari si impone l'obbligo di sradicare, negli Americani, la morale di origine religiosa.
Bisogna cioè tranquillizzare, in un certo senso, la coscienza del consumatore, quando spende in maniera insensata, ecco che allora si afferma, per la prima volta, una pubblicità senza etica, senza saldi principi (criteri) morali.
Il problema, però, da qui incomincia ad assumere proporzioni più vaste, in quanto, la spinta al consumo, non si limitava ad imporre prodotti inutili e non essenziali, ma a fornire un'immagine costruita dell'uomo, attraverso un insieme di prodotti che costituiscono, cioé uno stile di vita;
pensiamo ai giovani d'oggi,i quali si ritengono quasi orfani, quasi incompiuti se non hanno determinati oggetti, quando i giovani, oggi, se non hanno il motorino o la cosa firmata o il videoregistratore (...), etc.,
si sentono non appartenenti al mondo dei giovani,
[ripeto come farò in altri punti, che questa storia del consumismo risale al '93 ma oggi, contestualmente all'aver inglobato altri comportamenti cambiano gli oggetti, quindi sarà il cellulare e quant'altro (...) n.d.r. -riedit- non voglio dire che il cellulare non serva, ma sembra che la comunicazione sia passata in secondo piano rispetto ai modi di farla tecnologicamente in questo caso...]
ecco che allora la radio, la TV, i giornali, incominciano ad entrare in questo meccanismo, a favore del progresso consumistico...:
la morale religiosa viene abbandonata e viene sostituita...
con che cosa? Con le "immagini" dei mass-media che indicano nuove linee di condotta, ma soprattutto indicano nuovi valori di vita.
Questo è ancora più pericoloso, e allora il mercato arriva a proporre una combinazione di immagini in continua evoluzione, dando l'impressione di una crescita, cioé di una storia della propria persona, ma la persona in realtà è scomparsa, l'uomo perde le proprie caratteristiche;
voglio dire: gli oggetti non hanno più un significato per l'uso che se ne fa, ma è "soggetto" chi vive al ritmo degli oggetti,
per cui arriviamo al punto che gli strumenti prendono il sopravvento sulla creatività e libertà dell'uomo.
Questo rovesciamento è la prima metà del consumismo, cioè togliere l'interesse per le persone,
una chiusura in un mondo immaginario: la pornografia è un mondo immaginario,
che non è il mondo reale dei rapporti umani e crea per cui il concetto di solitudine:
l'uomo diventa sempre più solo, sempre più staccato dagli altri;
la seconda metà del consumismo è la cosiddetta perdita della realtà;
nella logica del consumismo, l'uomo non deve avere un contatto profondo con il mondo, ma deve nutrirsi solo della sua immagine.
Per cui il consumismo tende ad annientare la persona e la realtà in cui vive, perchè allora stupirsi
se molti non vengono scossi da immani disgrazie se per una commozione del momento?
Ma perchè le notizie e la pubblicità vengono mosse sullo stesso piano:...
cosa vuol dire? Che le notizie e la pubblicità forniscono lo spettacolo, cioé chiedono il consumo non l'intervento:
lo spettacolo serve per essere consumato; allora il mezzo di comunicazione attira a sé, ma non spinge alla realtà di cui propone l'immagine, può sembrare un controsenso, ma più uno quasi vede il dramma, quasi in quell'emozione di quel momento... si sente come partecipe, è come se avesse fatto una scarica del proprio impegno personale, ma più di tanto non fa
diventa uno spettacolo; lo abbiamo visto ... con la guerra Irak-USA del '91,
che era diventata una guerra spettacolo... anche la guerra è stata spettacolarizzata
(n.d.r.* queste considerazioni, lo ripeto, sono del '93, da allora le cose sono peggiorate, vedete la 2a (!) guerra in Irak...)
allora... su cosa si basa il consumismo? il consumismo non sta nel fatto di consumare nel benessere e nell'abbondanza,
che sono comunque traguardi positivi da un punto di vista storico per l'uomo, (Underlined d.r.*)
perchè la povertà apporta e lo vediamo oggi ('93) nel terzo mondo, a tutta una serie di situazioni che addirittura
possono delle volte purtroppo limitare la stessa sopravvivenza dell'uomo.
Il consumismo si basa su un senso psicologico di scarsità, cioé su un bisogno alimentato ad arte;
il bisogno di continuare a consumare...
come spezzare questo circolo vizioso?
Primo punto su cui vorrei dire [parla P.Lombardo]*, è che come famiglie dovremmo recuperare proprio quelle realtà che col consumismo ci vengono sottratte, e che sono la realtà del rapporto personale, con noi stessi, del rapporto sociale, per cui l'apertura al prossimo, al mondo e al rapporto soprattutto ovviamente al rapporto con Dio.
Per cui è importante essere con gli altri, non possederli.
Allora, qui adesso entriamo, più sul discorso della sessualità, perchè che cosa si scopre?
Si scopre che un'arma per poter vendere è proprio la sessualità; e si incominciava sull'arte della seduzione, per cui si usa la seduzione, nel proporre al pubblico femminile i cosiddetti oggetti di lusso*, esempio:
*[questa spiegazione è dei primi anni 90, e ancora le cose non erano degenerate...
ma basti a chi a quell'epoca si ricordi in questo esempio, di uno spot su un profumo.....]
i profumi che garantiscono un successo sessuale;
comprando quel profumo... c'era quella pubblicità qualche tempo fa che...,
gli uomini correvano dietro queste donne che si mettevano questo profumo;
però... ! cosa succede? succede che, a un certo punto, l'elemento sessuale,
nella pubblicità, si stacca solo dal discorso di seduzione,
ma incomincia a diventare determinante in tutte le offerte, cioé in tutti prodotti, non solo sul profumo...
allora la psicologia, incomincia ad indicare ai pubblicitari, come far leva sulla sfera sessuale dei compratori, perchè si scopre che la sfera sessuale, e noi questo lo sappiamo, nella vita di una persona, ha un'importanza fondamentale,
ecco che allora deriva il discorso del nudo, il millimetro dopo millimetro, per cui succede che questo nudo prende sempre più spazio, in esecuzione di un preciso programma di annientamento della morale tradizionale, principale ostacolo al consumismo
allora, il puritano
[in questa storia del "consumismo-pubblicità sui comportamenti", ci si riferisce ora, a quel passaggio negli anni '50: Stati Uniti]
cosa comprava?
Comprava solo le cose indispensabili, mentre il consumista tutto ciò che gli dà piacere, tutto ciò che esalta la sua persona, ecco che allora arrivano contro la morale tradizionale, addirittura, negli anni '50, delle statistiche di Alfred Kingsey...,
-un famoso professore di zoologia, di cui molti avranno sentito parlare- (n.d.PL *),
il quale incomincia, in maniera fredda, ad analizzare le abitudini sessuali degli americani, a questo punto, vengono pubblicati tutti questi rapporti, tutte queste statistiche e per la prima volta in America diventa lecito parlare della sessualità, considerata, una parte, fino a quel tempo, della vita di cui non bisognava parlare, perché c'era da vergognarsi, ma come se ne parlava?
questo è importante...: si parlava dell'attività sessuale in termini numerici,
cioé prescindendo dall'aspetto valoriale, cioé, prescindendo da che cosa entrava in campo, per cui, quando veniva pubblicato che il 90% dei giovani praticava l'autoerotismo (-masturbazione e simile- (n.d.r. *))
si era arrivati alla conclusione:
"siccome il 90% dei giovani pratica l'autoerotismo, questo è uno sfogo...
[notate il contesto, non giustificate la conclusione cui si voleva far pervenire...(n.d.r. *)]
... positivo, sano ed accettabile" e per cui si incominciava ad introdurre il concetto che "tutto sommato,
la pratica dell' autoerotismo è una pratica normale, che fa parte dello sviluppo"...
non considerando le implicazioni da un punto di vista di crescita psicologia che sull'individuo, poteva avere questo.
Allora, per fare le statistiche si eliminano i valori che entrano in campo (il campo della statistica):
ecco che, l'abbandono dell'idea di peccato, diventa ancora più indispensabile,
quando arriviamo ad uno dei più grandi business della storia del consumismo, che è quello della pillola.
Infatti questo è stato ed è uno dei più grandi affari
[dal '93 ad oggi i fronti di intervento su cui vendere sono aumentati, vedi "farmaci anticoncezionali" nuovi ed ambiti -genetica- nuovi(n.d.r.)*]
in quanto con questo anticoncezionale che interrompeva l'evoluzione,
... dopo 10 anni della messa sul mercato, ben sei milioni di donne incominciano ad usarla.
- la trasmissione continua ma non trovo il carteggio e dovrei sbobinarla, cosa che non posso fare adesso per mancanza di tempo.
come riflessioni io considererei che ciò che viene presentato come libertà ed evoluzione ha tutt'altro interesse,
si cavalca solo (questa è, e credo che non sia solo una mia, riflessione) la voglia di liberarsi del consumatore ma non offrendo una visione del mondo integrata (edit: questo termine è fuori luogo, bisognerebbe sapere come stare attenti e magari usare o non comprare o vedere\non vedere certe trasmissioni) e nuova, per cui, come si dice comunemente, andando avanti chissà dove andremo a finire... a seguir loro...
ancora una riflessione personale e dico che a me basta aver saputo come si sono "generate" certe situazioni da diffidarne abbastanza, ci sarebbe da fare una storia ancora più recente di queste strategie dei mass-media, spero che qualcuno addentro magari a qualche corso universitario sulle comunicazioni di massa e della pubblicità possa aggiornarci, sempre che le strategie (edit: direi: i corsi universitari) non siano diventate al servizio del mercato e dell'industria.
*
n.d.PL : nota di (del Prof.) P i e t r o L o m ba r d o
n.d.r.:= nota di r.=iniziale del mio nick
P.S. mi scuso per la formattazione non conforme alla pagina del thread ma ho trascritto il testo sull'utility blocco note ed ho poco tempo anche per editare...
P.P.S. se vedete che l'edit è ancora successivo è perchè ho adeguato la formattazione del testo alla pagina.