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View Full Version : Università: neanche la riforma ha frenato l'emorragia


LUVІ
22-08-2006, 10:06
Neanche le semplificazioni legate all'introduzione della riforma degli ordinamenti sono riuscite ad arginare il fenomeno dell'abbandono.

http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2006/dati-scuola/dati-scuola.html

I dati di una indagine sul sistema scuola italiano: tempi lunghi e fughe dai banchi: "Così si mette a rischio lo sviluppo e la produttività del Paese"

L'Università della dispersione partono in mille, si laureano in 18


di SALVO INTRAVAIA
Partono in mille e arrivano, puntualmente al traguardo, appena in 18. Sono i laureati italiani nel 2004 che otto anni prima erano iscritti al primo anno delle scuole superiori. Alla maggior parte dei ragazzi non sono bastati cinque anni di scuola superiore (ora secondaria di secondo grado) e tre anni di università per coronare il sogno della laurea. Tutti gli altri - 982 studenti di prima liceo su mille - nel frattempo hanno ingrossato il fenomeno, che tanto preoccupa i paesi dell'Unione europea, della 'dispersione': scolastica o universitaria.

Migliaia di ragazzi sono andati incontro ad una o più bocciature che hanno spostato in avanti il fatidico esame di maturità. Altrettanti, ma questa volta all'università, sono incappati in ritardi che li hanno costretti a ritardare l'appuntamento conclusivo con la laurea, ormai triennale per quasi tutte le facoltà. Ma sono tantissimi anche coloro che si sono persi per strada. Molti ragazzi dopo la maturità hanno deciso di non proseguire gli studi e una consistente fetta di quelli che si sono iscritti all'università ha gettato la spugna.

A certificare la scarsissima 'produttività' del sistema formativo nazionale è l'Istat, che ha pubblicato la statistica dal titolo 'I diplomati e lo studio, anno 2004'. Per rendersene conto basta dare un'occhiata e incrociare i dati dell'Istituto nazionale di statistica. Poco più di 7 diplomati, nel 2001, su 10 hanno concluso gli studi entro i tempi previsti. Più di un quarto, il 27 per cento, si è diplomato ad un'età superiore ai 19 anni'. "Il percorso scolastico dei giovani - scrivono gli esperti Istat - che conseguono il diploma di scuola secondaria superiore è spesso accidentato, segnato da ripetenze, trasferimenti da un tipo di scuola all'altro, interruzioni di frequenza, anche temporanee, che allungano la permanenza all'interno del sistema scolastico".

E, una volta agguantato il diploma, appena 6 ragazzi su dieci proseguono all'università (il 62 per cento, per l'esattezza). Molti cercano un lavoro, altri 'non hanno interesse ad acquisire ulteriore formazionè e per alcuni l'università 'è ancora troppo costosa'. E approdati nelle aule universitarie la storia si ripete. Dei 62 diplomati su 100 iscritti negli atenei italiani, appena il 4 per cento dopo tre anni raggiunge regolarmente la laurea. L'11,5% abbandona a metà strada e la maggior parte (l'84,5 %) deve ancora concludere il ciclo di studi universitari intrapreso: sono i cosiddetti fuori-corso.

Negli ultimi anni, per la verità, qualche piccolo progresso anni è stato fatto, ma l'obiettivo di aumentare in maniera consistente il numero dei laureati italiani, specialmente nelle aree scientifiche, è tutt'altro che raggiunto. Insomma, i cosiddetti obiettivi di Lisbona sembrano ancora lontani. A marzo del 2000 nella capitale portoghese il Consiglio d'Europa ha stabilito che "entro il 2010 l'Europa deve diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo". Si trattava di una mossa strategica per dare risposta allo strapotere economico dei paesi asiatici e americani che rischiano di stritolare l'economia del vecchio continente. Secondo l'apposita commissione istituita per l'occasione, per "diventare l'economia più competitiva del mondo" basta centrare sei obiettivi. Il primo mira proprio a una drastica diminuzione della dispersione scolastica. Servono poi maggiori investimenti nel cosiddetto capitale umano e indirizzare anche chi ha concluso gli studi verso la formazione permanente. Quello della dispersione è un fenomeno attenzionato da tutti i paesi - industrializzati e in via di sviluppo - della Terra perché determina la distrazione dagli obiettivi di riscatto sociale ed economico dei vari stati di ingenti risorse umane ed economiche o rallenta l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

In pratica, se i ragazzi perdono anni a scuola o all'università - o peggio, abbandonano gli studi dopo averli iniziati - a cosa servono le riforme (basti pensare alla riforma delle scuole superiori proposta dall'allora ministro Berlinguer nel 2000, che accorciava l'intero percorso scolastico (elementare, media e superiore) di un anno - 12 anziché 13 - o alla riforma dell'ordinamento universitario, che ha introdotto la laurea triennale e l'eventuale specializzazione biennale), tentate o avviate anche in Italia tendenti a ridurre la permanenza degli studenti nel sistema di istruzione e formazione?
(22 agosto 2006)

Gnappoide
22-08-2006, 10:50
Da me il rettore aveva detto che è nella norma che gli studenti finiscano con un anno di ritardo.
E pensandoci o si è macchine da esami oppure è fisiologico finire con un semestre o due in più..

sempreio
22-08-2006, 10:56
e te credo nell' università italiana 2/3 delle materie sono totalmente inutili

Onisem
22-08-2006, 11:07
Neanche le semplificazioni legate all'introduzione della riforma degli ordinamenti sono riuscite ad arginare il fenomeno dell'abbandono.

http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2006/dati-scuola/dati-scuola.html

I dati di una indagine sul sistema scuola italiano: tempi lunghi e fughe dai banchi: "Così si mette a rischio lo sviluppo e la produttività del Paese"

L'Università della dispersione partono in mille, si laureano in 18


di SALVO INTRAVAIA
Partono in mille e arrivano, puntualmente al traguardo, appena in 18. Sono i laureati italiani [...]
(22 agosto 2006)

La qualità degli insegnanti da il suo bel contributo al fenomeno, ci sono punte di eccellenza come di mediocrità, ma uno standard minimo garantito non esiste...e si vede. Oppure i ragazzi sono tutti zucconi, ma se crediamo questo...

Tefnut
22-08-2006, 11:11
molti si sono accorti che spesso esci da li e sei nella cacca... troppo vecchio per essere assunto.. troppo inesperto ..

ecc ecc.. inoltre costicchiano e si viene trattati davvero male (parlo di studenti che però si impegnano... non di chi se la gode :D)

fabio80
22-08-2006, 11:23
per incentivare la gente a iscriversi in facoltà scientifiche basterebbe garantire loro un futuro. perchè mai uno dovrebbe laurearsi in una università facendosi un culo quadro salvo poi finire sfruttato da qualche cumenda del cazzo?

non mi meraviglia che finiscano tutti a fare sdc, tanta topa, fiesta e divertimento. e intanto la cina sforna ingegneri e scienziati con lo stampino.

ma tanto la locomotiva italia si è ripresa... seeeeeee

dupa
22-08-2006, 11:24
grazie a dio c'è ancora abbandono, altrimenti ke selezione ci sarebbe?

sempreio
22-08-2006, 11:28
grazie a dio c'è ancora abbandono, altrimenti ke selezione ci sarebbe?


ma dai quelli che si laurano giusti quassù al nord in facoltà scientifiche si contano sulle mani

dupa
22-08-2006, 11:29
ma dai quelli che si laurano giusti quassù al nord in facoltà scientifiche si contano sulle mani

grazie al centrosinistra ora si laureano un sacco di ignoranti.
dall'università devono uscire poche persone e preparate, non un sacco di ignoranti.

sempreio
22-08-2006, 11:34
grazie al centrosinistra ora si laureano un sacco di ignoranti.
dall'università devono uscire poche persone e preparate, non un sacco di ignoranti.

ma se la riforma è stata fatta dal centro destra :mbe:
comunque se prima dell' ultima riforma l' università era un cesso ma almeno qualcuno di preparato usciva, adesso escono solo ignoranti

thotgor
22-08-2006, 11:50
ma se la riforma è stata fatta dal centro destra :mbe:
comunque se prima dell' ultima riforma l' università era un cesso ma almeno qualcuno di preparato usciva, adesso escono solo ignoranti


veramente dal centrosinistra...è entrata in vigore nel 2001, non avrebbe fatto in tempo Silvio.

Contate che da me (sc. dei materiali) sono 40 al primo anno, 23 al secondo, 15 al terzo...

sempreio
22-08-2006, 11:52
veramente dal centrosinistra...è entrata in vigore nel 2001, non avrebbe fatto in tempo Silvio.



come al solito non sanno fare proprio un caxxo :muro:

Gnappoide
22-08-2006, 12:14
E' proprio nata sbagliata la riforma..
Perchè, almeno nel mio caso, mi faccio 30 esami in 3 anni... Ma non sempre sono a programma ridotto, molte delle volte è lo stesso programma di un esame del vecchio ordinamento.
Pure l'unita di misura dell'impegno (leggasi crediti formativi) è una di quelle puttanate pazzesche.
Viene valutato 4 crediti un esame in cui fai 50 ore di lezione e 50 ore di studio a casa. Peccato che per l'esame di storia dell'architettura contemporanea solo 50 ore erano servite per preparare una tesina su un argomento (ricerche in biblioteca, svolgimento dello scritto, ecc), senza contare lo studio delle lezione e dei libri in bibliografia..
Questo è solo un esempio come tanti.
Ci si chiede come mai la gente esce in ritardo, la risposta è che ci sono esami che succhiano tutto il tempo a disposizione, e lo stesso docente che dice o fai questo e lasci gli altri esami da parte o non lo fai e lo risegui il prossimo anno.
Non si hanno le condizioni necessarie per poter stare al passo nonostante ci sia l'impegno e la voglia.

Onisem
22-08-2006, 12:30
grazie a dio c'è ancora abbandono, altrimenti ke selezione ci sarebbe?
Sai che bella selezione che fanno dopo? In questo paese vanno avanti e vengono gratificati solo paraculi e ruffiani. Ora, se fossero persone capaci ed avessero effettivamente delle competenze non sarebbe nemmeno una tragedia, ma siccome si tratta per lo più di ignoranti e mediocri funzionali ad altri mediocri...

pierpo
22-08-2006, 12:47
Come lessi da qualche parte, non ricordo dove, e non ho link, l'Italia e' un Paese atipico.
Atipico nel senso che, grazie (o purtroppo) al boom economico degli ani '60 e '70 la maggior parte dei datori di lavoro (quelli che hanno fatto nascere le aziende) hanno una cultura medio-bassa e a oggi, la maggior parte di chi cerca lavoro ha cultura medio-alta.

Ne deriva che sono poche le aziende che capiscono quale valore aggunto possa portare un laureato (in effetti hanno vissuto e straguadagnato per 30 anni senza laureati) e pertanto i laureati sono fugure non ricercate.

Consideriamo che circa il 50% dei neolaureati in ingegneria viene assunto con contratto atipico, oppure, per i piu' fortunati a tempo indeterminato con stipendi di circa 20mila euro/anno LORDI.

Un ellettricista/udraulico/falegname guadagna circa il triplo, e considreando che entra nel mondo del lavoro 5 o 6 anni prima di un laureato...

Cfranco
22-08-2006, 12:51
per incentivare la gente a iscriversi in facoltà scientifiche basterebbe garantire loro un futuro. perchè mai uno dovrebbe laurearsi in una università facendosi un culo quadro salvo poi finire sfruttato da qualche cumenda del cazzo?

non mi meraviglia che finiscano tutti a fare sdc, tanta topa, fiesta e divertimento. e intanto la cina sforna ingegneri e scienziati con lo stampino.

ma tanto la locomotiva italia si è ripresa... seeeeeee
.
Finchè in Italia si va avanti a forza di amicizie e spintarelle piuttosto che in base alle capacità non ha senso studiare , ti fai il mazzo tanto e poi ti trovi a lavorare in qualche azienda dove trovi emeriti ignoranti che prendono le decisioni senza sapere cosa fanno , ma tanto loro sono amici di questo o quello e quindi fanno carriera , tu invece lavori e ti prendi le palate di merda in faccia .