coldd
10-08-2006, 16:39
La Bce avverte: "Possibile un cambio della politica monetaria"
ROMA - La Bce potrebbe cambiare la sua politica monetaria. L'istituto europeo ha diramato oggi il bollettino mensile, nel quale si annuncia che per "assicurare la stabilità dei prezzi nel medio-lungo periodo" se le ipotesi e lo scenario di base assunti dal Consiglio direttivo verranno confermati, "sarà necessaria una graduale rimozione dell'orientamento accomodante di politica monetaria".
La Banca centrale invia però anche un messaggio rassicurante: per ora tale politica "permane accomodante", perché anche dopo l'aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto al 3%, deciso il 3 agosto scorso dal Consiglio direttivo della Bce, i tassi dell'eurozona "rimangono contenuti in termini nominali e reali, l'espansione della moneta e del credito resta vigorosa e la liquidità nell'area risulta abbondante secondo tutte le misure plausibili".
Il bollettino mensile conferma dunque la visione già sostenuta da Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, subito dopo l'aumento del tasso Refi al 3%. In pratica, la crescita economica appena sotto il potenziale di medio periodo e l'inflazione sopra il livello desiderato potrebbero portare i tassi ufficiali dell'eurozona al 3,50% entro fine anno. Molto dipenderà ovviamente dagli effetti del caro-petrolio, che rappresenta un "rischio per la stabilità dei prezzi e per la crescita economica".
Le raccomandazioni ai governi. Date le prospettive di crescita economica nell'eurozona, è di importanza "cruciale" che i governi dei paesi dell'area "evitino politiche procicliche e accelerino il ritmo di risanamento dei conti pubblici", scrive la Bce. Poiché gli obiettivi di bilancio per l'anno in corso "non sono particolarmente ambiziosi", continua il rapporto, occorre soprattutto attuare "con rigore" i programmi previsti dal lato della spesa, mentre dal lato delle entrate "ogni ulteriore introito straordinario deve essere utilizzato per ridurre il disavanzo".
Nel medio termine, continua la Bce, "occorre incentrare le politiche fiscali sulla correzione dei fattori all'origine degli squilibri delle finanze pubbliche". Ai governi dell'eurozona la Bce consiglia di "trarre pieno beneficio dal contesto economico, al fine di anticipare l'adeguamento strutturale necessario a un rientro duraturo dei disavanzi eccessivi". In questo modo, "potranno conseguire per tempo gli obiettivi di bilancio di medio periodo e preparare quindi le finanze pubbliche ai gravi problemi demografici cui dovranno far fronte".
Le barriere dell'eurozona. Per il futuro dell'Europa "è essenziale" assicurare che l'area disponga di un mercato interno "pienamente operativo", che consenta la libera circolazione di lavoro e capitale, nonché il libero scambio di beni e servizi. La Bce aggiunge che "eliminare le barriere esistenti all'interno dell'Ue rappresenterà un efficace mezzo per favorire un'allocazione efficiente dei fattori produttivi e una maggiore integrazione economica e finanziaria".
Questo, a sua volta, "permetterebbe all'Ue di realizzare il notevole potenziale per un rafforzamento della crescita del prodotto e dell'occupazione e di migliorare la capacità di resistenza agli shock". Inoltre, "sfruttare le opportunità offerte dal mercato unico contribuità a preservare il benessere dei cittadini europei".
Rialzo stima inflazione. La Bce ha rivisto al rialzo la stima sull'inflazione Iacp nell'area dell'euro per il 2006.
Sull'inflazione, che resterà oltre il 2% per il resto del 2006 e nella media del 2007, la Bce sottolinea che l'esatto livello dipenderà in misura notevole dall'evoluzione dei prezzi dei beni energetici. Gli andamenti passati e futuri dei corsi petroliferi continuano a rappresentare, secondo la Bce, il principale fattore che influenza il profilo dell'inflazione e ci si attende, dice il rapporto, che questo "determini una certa variabilità dell'inflazione complessiva nel breve termine".
La crescita economica. Commentando l'andamento della crescita economica nell'eurozona, la Bce sottolinea che l'espansione dei principali partner commerciali continua a sostenere le esportazioni dell'area. La crescita degli investimenti dovrebbe seguitare a beneficiare di condizioni di finanziamento favorevoli, ristrutturazione dei bilanci societari e incremento dei profitti e dell'efficienza delle imprese.
L'espansione dei consumi, inoltre, "dovrebbe continuare a rafforzarsi gradualmente", in linea con l'andamento della crescita dell'occupazione e, quindi, del reddito disponibile reale. Nel medio termine, i rischi verso il basso per la crescita economica sono legati, oltre che al caro-greggio, anche a "un disordinato riassorbimento degli squilibri mondiali e a pressioni protezionistiche, soprattutto dopo la sospensione dei negoziati commerciali del Doha round".
10/08/2006
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ROMA - La Bce potrebbe cambiare la sua politica monetaria. L'istituto europeo ha diramato oggi il bollettino mensile, nel quale si annuncia che per "assicurare la stabilità dei prezzi nel medio-lungo periodo" se le ipotesi e lo scenario di base assunti dal Consiglio direttivo verranno confermati, "sarà necessaria una graduale rimozione dell'orientamento accomodante di politica monetaria".
La Banca centrale invia però anche un messaggio rassicurante: per ora tale politica "permane accomodante", perché anche dopo l'aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto al 3%, deciso il 3 agosto scorso dal Consiglio direttivo della Bce, i tassi dell'eurozona "rimangono contenuti in termini nominali e reali, l'espansione della moneta e del credito resta vigorosa e la liquidità nell'area risulta abbondante secondo tutte le misure plausibili".
Il bollettino mensile conferma dunque la visione già sostenuta da Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, subito dopo l'aumento del tasso Refi al 3%. In pratica, la crescita economica appena sotto il potenziale di medio periodo e l'inflazione sopra il livello desiderato potrebbero portare i tassi ufficiali dell'eurozona al 3,50% entro fine anno. Molto dipenderà ovviamente dagli effetti del caro-petrolio, che rappresenta un "rischio per la stabilità dei prezzi e per la crescita economica".
Le raccomandazioni ai governi. Date le prospettive di crescita economica nell'eurozona, è di importanza "cruciale" che i governi dei paesi dell'area "evitino politiche procicliche e accelerino il ritmo di risanamento dei conti pubblici", scrive la Bce. Poiché gli obiettivi di bilancio per l'anno in corso "non sono particolarmente ambiziosi", continua il rapporto, occorre soprattutto attuare "con rigore" i programmi previsti dal lato della spesa, mentre dal lato delle entrate "ogni ulteriore introito straordinario deve essere utilizzato per ridurre il disavanzo".
Nel medio termine, continua la Bce, "occorre incentrare le politiche fiscali sulla correzione dei fattori all'origine degli squilibri delle finanze pubbliche". Ai governi dell'eurozona la Bce consiglia di "trarre pieno beneficio dal contesto economico, al fine di anticipare l'adeguamento strutturale necessario a un rientro duraturo dei disavanzi eccessivi". In questo modo, "potranno conseguire per tempo gli obiettivi di bilancio di medio periodo e preparare quindi le finanze pubbliche ai gravi problemi demografici cui dovranno far fronte".
Le barriere dell'eurozona. Per il futuro dell'Europa "è essenziale" assicurare che l'area disponga di un mercato interno "pienamente operativo", che consenta la libera circolazione di lavoro e capitale, nonché il libero scambio di beni e servizi. La Bce aggiunge che "eliminare le barriere esistenti all'interno dell'Ue rappresenterà un efficace mezzo per favorire un'allocazione efficiente dei fattori produttivi e una maggiore integrazione economica e finanziaria".
Questo, a sua volta, "permetterebbe all'Ue di realizzare il notevole potenziale per un rafforzamento della crescita del prodotto e dell'occupazione e di migliorare la capacità di resistenza agli shock". Inoltre, "sfruttare le opportunità offerte dal mercato unico contribuità a preservare il benessere dei cittadini europei".
Rialzo stima inflazione. La Bce ha rivisto al rialzo la stima sull'inflazione Iacp nell'area dell'euro per il 2006.
Sull'inflazione, che resterà oltre il 2% per il resto del 2006 e nella media del 2007, la Bce sottolinea che l'esatto livello dipenderà in misura notevole dall'evoluzione dei prezzi dei beni energetici. Gli andamenti passati e futuri dei corsi petroliferi continuano a rappresentare, secondo la Bce, il principale fattore che influenza il profilo dell'inflazione e ci si attende, dice il rapporto, che questo "determini una certa variabilità dell'inflazione complessiva nel breve termine".
La crescita economica. Commentando l'andamento della crescita economica nell'eurozona, la Bce sottolinea che l'espansione dei principali partner commerciali continua a sostenere le esportazioni dell'area. La crescita degli investimenti dovrebbe seguitare a beneficiare di condizioni di finanziamento favorevoli, ristrutturazione dei bilanci societari e incremento dei profitti e dell'efficienza delle imprese.
L'espansione dei consumi, inoltre, "dovrebbe continuare a rafforzarsi gradualmente", in linea con l'andamento della crescita dell'occupazione e, quindi, del reddito disponibile reale. Nel medio termine, i rischi verso il basso per la crescita economica sono legati, oltre che al caro-greggio, anche a "un disordinato riassorbimento degli squilibri mondiali e a pressioni protezionistiche, soprattutto dopo la sospensione dei negoziati commerciali del Doha round".
10/08/2006
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