View Full Version : Bias: 88% of News Photos Show Lebanese Civilian Victims, 4% Show Israeli
dantes76
10-08-2006, 13:00
August 09, 2006
Bias: 88% of News Photos Show Lebanese Civilian Victims, 4% Show Israeli
A major theme of MSM photos coming out of Lebanon is to make sure the reader is very clear that the people in the photos are civilians. And to make sure that the civilian victims are Lebanese. And to drive home the point that Lebanese civilians are being victimized by the Israeli military.
Number of photos at Yahoo News containing the search terms "civilians" "Lebanon": 765
Percent of the first 100 photos showing Lebanese "civilian" dead or other victims (such as the displaced or funeral mourners) of an Israeli military operation: 88%
Percent of photos showing the Israeli military, but also mentioning dead Lebanese "civilians": 16%.
Percent showing protests outside the war zone, but mentioning "Lebanese civilians": 2%
Percent showing Israeli "civilian" casualties or other victims of Hezbollah terrorism: 4%
Not scientific, but I think the differences are enough that the point is made.
Nope, no bias here. And did we mention all the victims are civilians?
That's right, civilians.
http://mypetjawa.mu.nu/archives/184263.php
dantes76
10-08-2006, 13:01
aggiungo che il restante 8% e su Paris Hilton
E cosa ti aspettavi? Di solito chi attacca per motivi giudicati futili è bastonato sonoramente dalla stampa. Anche se ha ragione. Gli Israeliani devono soffrire in silenzio. Devono essere sterminati lentamente da terroristi suicidi. E guai a tentare di arginare quel fenomeno. Se ci scappa il morto civile giù a bastonare. Gli Israeliani morti dagli attentati dei terroristi (e più recentemente dai missili degli Hezbollah) non sono civili... :rolleyes: Sono solo Israeliani...
Rispecchia esattamente le proporzioni tra il numero di morti civlli, libanesi ed israeliani. Anzi gli hanno dato fin troppo spazio, visto che i civili libanesi ad oggi trucidati dallo stato di Israele sono stati più di 1.000, contro una ventina circa di israeliani.
Mica sono tutti come il TG1 di Mimum che dedica 10 minuti alla bomba caduta ad Haifa con tanto di interviste e poi liquida la morte di 20 libanesi con 4 immagini quasi senza commento.
discepolo
10-08-2006, 13:45
E cosa ti aspettavi? Di solito chi attacca per motivi giudicati futili è bastonato sonoramente dalla stampa. Anche se ha ragione. Gli Israeliani devono soffrire in silenzio. Devono essere sterminati lentamente da terroristi suicidi. E guai a tentare di arginare quel fenomeno. Se ci scappa il morto civile giù a bastonare. Gli Israeliani morti dagli attentati dei terroristi (e più recentemente dai missili degli Hezbollah) non sono civili... :rolleyes: Sono solo Israeliani...
Bravo, ha centrato l' obiettivo!
Si vede che qualcuno si sente inferiore agli israeliani!
Che vada dal psicologo! :Prrr:
E cosa ti aspettavi? Di solito chi attacca per motivi giudicati futili è bastonato sonoramente dalla stampa. Anche se ha ragione.
Cercati la triste contabilità del numero di morti da entrambe le parti, e poi risponditi da solo.
Ciao
Federico
scusate se ci sono un migliaio di morti libanesi e qualche decina israeliani, le foto DELLE vittime della guerra come dovrebbero essere distribuite? Per la par condicio dovevano fare una decina di foto in più della stessa vittima israeliana? :confused:
discepolo
10-08-2006, 14:17
scusate se ci sono un migliaio di morti libanesi e qualche decina israeliani, le foto DELLE vittime della guerra come avrebbe essere distribuite? Per la par condicio dovevano fare una decina di foto in più della stessa vittima israeliana? :confused:
Solo pubblicare i morti israeliani di questi anni!
Tutto qui!
Pubblicare foto come vivono! :doh:
roverello
10-08-2006, 14:19
E cosa ti aspettavi? Di solito chi attacca per motivi giudicati futili è bastonato sonoramente dalla stampa. Anche se ha ragione. Gli Israeliani devono soffrire in silenzio. Devono essere sterminati lentamente da terroristi suicidi. E guai a tentare di arginare quel fenomeno. Se ci scappa il morto civile giù a bastonare. Gli Israeliani morti dagli attentati dei terroristi (e più recentemente dai missili degli Hezbollah) non sono civili... :rolleyes: Sono solo Israeliani...
Rispetta la proporzione dei morti.
Anche se non ti piace 2+2=4
oppure 88/4=22
40*22=880 che è dello stesso ordine di grandezza dei morti libanesi.
Tutto quadra, non ti preoccupare.
Solo pubblicare i morti israeliani di questi anni!
Tutto qui!
Pubblicare foto come vivono! :doh:
Invito anche tu a informarti un minimo sulla triste contabilità dei morti da entrambe le parti sin dall'inizio della seconda intifada.
E anche su come vivano nei territori palestinesi, sopratutto quando vengono chiusi i valichi di confine.
Non si arriverà con questo a stabilire torti e ragioni, ma a farsi una idea dell'ordine di grandezza delle vittime.
Ciao
Federico
roverello
10-08-2006, 14:23
Solo pubblicare i morti israeliani di questi anni!
Tutto qui!
Pubblicare foto come vivono! :doh:
Esatto:
pubblicare le foto delle città abitate da israeliani non arabi
pubblicare le foto dei ghetti arabi
pubblicare le foto delle colonie illegali israeliane
pubblicare le foto di come si vive a Gaza e in Cisgiordania, territori occupati
pubblicare le statistiche sul tenore di vita, ecc
Poi la smetti di raccontare quello che ti piace.
Oppure salti sul primo aereo e vai a vedere di persona invece che leggere su certa stampa interessata (quasi tutta)
Solo pubblicare i morti israeliani di questi anni!
Tutto qui!
Pubblicare foto come vivono! :doh:
Azz, perchè vuoi dire che quando ci sono stati gli attentati in Israele la TV non ne ha parlato?
discepolo
10-08-2006, 14:24
Invito anche tu a informarti un minimo sulla triste contabilità dei morti da entrambe le parti sin dall'inizio della seconda intifada.
E anche su come vivano nei territori palestinesi, sopratutto quando vengono chiusi i valichi di confine.
Non si arriverà con questo a stabilire torti e ragioni, ma a farsi una idea dell'ordine di grandezza delle vittime.
Ciao
Federico
Preferisco evitare di risponderti per non beccarmi una sospensione!
:help:
Solo pubblicare i morti israeliani di questi anni!
Tutto qui!
Pubblicare foto come vivono! :doh:
invece nei campi in palestina o durante l'occupazione in libano e la successiva ricostruzione si faceva vacanza... :rolleyes:
Cmq si parla delle foto di vitime di questa guerra.
Avrei trovato strana una situazione diversa... Come scritto non si può pretendere che siano tutti come il TG1, Studio aperto, LIBero, Il giornale...
E' il solito tentativo vittimistico.
discepolo
10-08-2006, 14:28
invece nei campi in palestina o durante l'occupazione in libano e la successiva ricostruzione si faceva vacanza... :rolleyes:
Cmq si parla delle foto di vitime di questa guerra.
Avrei trovato strana una situazione diversa... Come scritto non si può pretendere che siano tutti come il TG1, Studio aperto, LIBero, Il giornale...
E' il solito tentativo vittimistico.
Francamente, devo tenere la contabilità dei morti, feriti o malati mentalmente dei israeliani a causa delle bombe dei hezbollah per aver un numero ?!
:doh:
Preferisco evitare di risponderti per non beccarmi una sospensione!
:help:
Avresti però la concreta possibilità, in tutto il tempo che ti avanzerebbe, di informarti almeno un minimo in tutti gli argomenti su cui pontifichi a sproposito.
Ciao
Ciao
Federico
dantes76
10-08-2006, 15:17
Rispecchia esattamente le proporzioni tra il numero di morti civlli, libanesi ed israeliani. Anzi gli hanno dato fin troppo spazio, visto che i civili libanesi ad oggi trucidati dallo stato di Israele sono stati più di 1.000, contro una ventina circa di israeliani.
Mica sono tutti come il TG1 di Mimum che dedica 10 minuti alla bomba caduta ad Haifa con tanto di interviste e poi liquida la morte di 20 libanesi con 4 immagini quasi senza commento.
veramente e la conta delle foto,
dantes76
10-08-2006, 15:18
scusate se ci sono un migliaio di morti libanesi e qualche decina israeliani, le foto DELLE vittime della guerra come dovrebbero essere distribuite? Per la par condicio dovevano fare una decina di foto in più della stessa vittima israeliana? :confused:
veramente il conto non torna, visto che per esempio la reuters, mostra solo quelle libanesi, e non dall'altra parte, e non solo foto di morti....
Rispetta la proporzione dei morti.
Anche se non ti piace 2+2=4
oppure 88/4=22
40*22=880 che è dello stesso ordine di grandezza dei morti libanesi.
Tutto quadra, non ti preoccupare.
Non mi sono spiegato.
I morti sono morti. Non è pensabile di fare la conta. Non è molto sensato dire: "ah, ma i morti palestinesi sono di più: Israele ha torto". Bisogna capire PERCHE' i morti palestinesi sono di più. Il motivo è semplice: Israele protegge i suoi cittadini al meglio che può. Li fa andare in bunker o comunque in salvo, mette le postazioni militari BEN SEPARATE dai civili, i militari Israeliani proteggono i civili e non viceversa, non ci sono cittadini Israeliani che si vanno a far esplodere in mezzo ai palestinesi, cercano di colpire obbiettivi militari e non obiettivi civili. Invece i palestinesi si fanno esplodere in mezzo ai CIVILI Israeliani, il loro scopo è portare il terrore e quindi si uccidono APPOSITAMENTE i civili e non per sbaglio, le postazioni militari sensibili vengono messe tra i civili, confidando (a torto) che gli Israeliani non bombardino i civili o comunque confidando che gli Israeliani uccidano i civili palestinesi, attirando su di se le ire della comunità internazionale (gente che fa attentati suicidi non è che si fa tanti scrupoli a rendere martiri della causa altri civili... anzi, magari sono proprio loro ad offrirsi volontari)... Insomma, la tattica dei due "contendenti" è un tantino diversa e moralmente non ritengo che colpire appositamente i civili avversari con attentati suicidi e "proteggere" i propri militari con i propri civili (sfuttando la compassione per i prorpi morti civili da parte degli altri stati) sia una strategia giusta...
LittleLux
10-08-2006, 17:52
Invito anche tu a informarti un minimo sulla triste contabilità dei morti da entrambe le parti sin dall'inizio della seconda intifada.
E anche su come vivano nei territori palestinesi, sopratutto quando vengono chiusi i valichi di confine.
Non si arriverà con questo a stabilire torti e ragioni, ma a farsi una idea dell'ordine di grandezza delle vittime.
Ciao
Federico
tutto tempo perso, caro flisi. ;)
indelebile
10-08-2006, 18:21
io ricordo che quando c'è un qualsiasi attentato in israele anche per un paio di morti finisce subito come prima notizia mentre delle ritorsioni con decine e decine di morti, qualche riga e nessuna immagine, solo quando ci sono grandi stragi di arabi se ne parla un po di più del solito
ma il bello è che i supporter israeliani dicono che l'informazione italiana, se non mondiale è in mano a supporter dei palestinesi o dei terroristi e che loro sono delle vittime e ch bisogna fare controinformazione, sono arguti hanno una lobby fortissima
discepolo
10-08-2006, 18:25
io ricordo che quando c'è un qualsiasi attentato in israele anche per un paio di morti finisce subito come prima notizia mentre delle ritorsioni con decine e decine di morti, qualche riga e nessuna immagine, solo quando ci sono grandi stragi di arabi se ne parla un po di più del solito
ma il bello è che i supporter israeliani dicono che l'informazione italiana, se non mondiale è in mano a supporter dei palestinesi o dei terroristi e che loro sono delle vittime e ch bisogna fare controinformazione, sono arguti hanno una lobby fortissima
Presta maggiore attenzione alle parole, alle immagini e cogli subito la differenza! ;)
cosa vuoi fare
attaccare uno stato con carri armati f16 20000 soldati per difendersi (usando come bersagli dei civili e le postazioni onu) da 10 hezbollah che sparano 4 razzi al giorno mi sembra una cosa piu' che normale ...
del resto se ci pensate gli usa hanno inviato un esercito iperarmato in irak perche' questi cattivoni di irakeni avevano scorte di cipolle di distruzione di massa :D :D
Non mi sono spiegato.
I morti sono morti. Non è pensabile di fare la conta. Non è molto sensato dire: "ah, ma i morti palestinesi sono di più: Israele ha torto". Bisogna capire PERCHE' i morti palestinesi sono di più.
Ammetto di non aver afferrato subito il senso del tuo discorso che adesso è molto più chiaro.
Alle cause che tu individui come risposta alla domanda sopra esposta, io aggiungerei anche, almeno per gli aderenti al "partito di dio", un motivo squisitamente tattico: consci della loro inferiorità a livello militare, di tattiche e di armamenti, non fanno altro che interpretare i dettami della guerriglia, e quindi non affrontano l'esercito israeliano in campo aperto ma si limitano a brevi azioni al termine delle quali tornano a nascondersi. Mancando ampie zone boscose in quella martoriata regione, non rimane altro che disperdersi nei centri abitati in mezzo alla popolazione civile, che in larga misura li appoggia (in caso contrario per i guerriglieri non sarebbe molto sicuro girare nelle città sotto gli sguardi indiscreti di migliaia di occhi).
E aggiungi a questo anche lo scarso interesse che l'esercito israeliano ha sempre mostrato nel proteggere le popolazioni civili e preservare le infrrastrutture degli "altri" per vedere aumentare la conta dei morti.
Ciao
Federico
Ammetto di non aver afferrato subito il senso del tuo discorso che adesso è molto più chiaro.
Alle cause che tu individui come risposta alla domanda sopra esposta, io aggiungerei anche, almeno per gli aderenti al "partito di dio", un motivo squisitamente tattico: consci della loro inferiorità a livello militare, di tattiche e di armamenti, non fanno altro che interpretare i dettami della guerriglia, e quindi non affrontano l'esercito israeliano in campo aperto ma si limitano a brevi azioni al termine delle quali tornano a nascondersi. Mancando ampie zone boscose in quella martoriata regione, non rimane altro che disperdersi nei centri abitati in mezzo alla popolazione civile, che in larga misura li appoggia (in caso contrario per i guerriglieri non sarebbe molto sicuro girare nelle città sotto gli sguardi indiscreti di migliaia di occhi).
E aggiungi a questo anche lo scarso interesse che l'esercito israeliano ha sempre mostrato nel proteggere le popolazioni civili e preservare le infrrastrutture degli "altri" per vedere aumentare la conta dei morti.
Ciao
Federico
Cinicamente, il comportamento degli Israeliani è comprensibile. Il loro obiettivo è sterminare i terroristi. Questi si nascondono tra i civili palestinesi. Ci sono due alternative:
- Non attaccarli e lasciarli proliferare. Non si uccidono civili Palestinesi innocenti, ma i terroristi prolifereranno e ogni tanto si faranno esplodere in Israele, uccidendo civili Israeliani. In più non si eliminerebbe il problema.
- Attaccarli. Si uccidono civili Palestinesi, ma anche i terroristi che sono il vero obiettivo e alla lunga si potrebbe eliminare il problema.
Cosa si deve fare allora? Risparmiare i terroristi (che non si fanno scrupolo ad uccidere gli Israeliani civili, infedeli meritevoli di morire, ma neanche di mettere in pericolo i propri civili), per evitare di uccidere civili Palestinesi innocenti, oppure bombardare i terroristi ovunque si trovino, anche con il rischio di uccidere civili Palestinesi innocenti?
Meglio che muoiano PROPRI civili innocenti, o civili innocenti della fazione che ci sta attaccando?
Io non avrei dubbi... E voi?
danyel175
11-08-2006, 15:28
Cinicamente, il comportamento degli Israeliani è comprensibile. Il loro obiettivo è sterminare i terroristi. Questi si nascondono tra i civili palestinesi. Ci sono due alternative:
- Non attaccarli e lasciarli proliferare. Non si uccidono civili Palestinesi innocenti, ma i terroristi prolifereranno e ogni tanto si faranno esplodere in Israele, uccidendo civili Israeliani. In più non si eliminerebbe il problema.
- Attaccarli. Si uccidono civili Palestinesi, ma anche i terroristi che sono il vero obiettivo e alla lunga si potrebbe eliminare il problema.
Cosa si deve fare allora? Risparmiare i terroristi (che non si fanno scrupolo ad uccidere gli Israeliani civili, infedeli meritevoli di morire, ma neanche di mettere in pericolo i propri civili), per evitare di uccidere civili Palestinesi innocenti, oppure bombardare i terroristi ovunque si trovino, anche con il rischio di uccidere civili Palestinesi innocenti?
Meglio che muoiano PROPRI civili innocenti, o civili innocenti della fazione che ci sta attaccando?
Io non avrei dubbi... E voi?
Sono completamente daccordo, aggiungo per chi parla di reazioni sproporzionate, che per potersi difendere ognuno di noi adopererebbe il massimo del suo potenziale a disposizione, ma evidentemete questo è un lusso che Israele non può permettersi senza avere le critiche dell'opinione pubblica.
Probabilmente rispondere ai razzi lanciati alla rinfusa sui centi abitati nella stessa maniera sarebbe una reazione vista in modo migliore e renderebbe tutti un po più contenti?
Sono completamente daccordo, aggiungo per chi parla di reazioni sproporzionate, che per potersi difendere ognuno di noi adopererebbe il massimo del suo potenziale a disposizione, ma evidentemete questo è un lusso che Israele non può permettersi senza avere le critiche dell'opinione pubblica.
Probabilmente rispondere ai razzi lanciati alla rinfusa sui centi abitati nella stessa maniera sarebbe una reazione vista in modo migliore e renderebbe tutti un po più contenti?
Ma per favore stanno devastando un intera nazione, hanno bombardato infrastrutture che non hanno nulla a che fare con gli hezbollah, strade, aereoporti, centrali elettriche, edifici pieni di civili, hanno fatto 1.000 morti in 2 settimane ed 1 milione di profughi su 3 milioni di abitanti, gli hezbollah in 20 anni di attività non hanno fatto nemmeno un centesimo di quello che hanno fatto loro al Libano intero, ed il bello è che dopo tutta questa barbarie, gli Hezbollah staranno meglio di prima, ad oggi tutti i loro capi godono di ottima salute e riescono tranquillamente a lanciare 100 missili al giorno, inoltre hanno migliaia di nuovi volontari invasati da tutti i paesi arabi pronti ad aderire al movimento, in realtà gli israeliani hanno voluto solo dimostrare agli altri stati arabi più potenti la loro forza distruttrice sfogandosi su un paese indifeso e debolissimo. Spero solo che un giorno qualcuno gliela facca pagare cara.
danyel175
11-08-2006, 16:03
Ma per favore stanno devastando un intera nazione, hanno bombardato infrastrutture che non hanno nulla a che fare con gli hezbollah, strade, aereoporti, centrali elettriche, edifici pieni di civili
Se conosci un po di strategia militare questa affermazione è una contraddizione in termini fino agli edifici civli, per quanto rigurda quest'ultimi non è una novità che i tanto amati hezbollah nascondano armi e munizioni in posti......per cosi dire "bizzarri" (quartieri popolari, ospedali ecc. ecc.) senza contare che sti tizi utilizzano mezzi tipo ambulanze per gli "spostamenti logistici", inoltre non dimenticare che gli israeliani sorvolano i quartieri da bombardare prima lanciando dei volantini di avvertimento per la popolazione, ma questo è naturalmente trascurabile giusto?
il bello è che dopo tutta questa barbarie, gli Hezbollah staranno meglio di prima, ad oggi tutti i loro capi godono di ottima salute e riescono tranquillamente a lanciare 100 missili al giorno
Che per fortuna (o grazie alle avanzate dell'esercito israeliano non fanno grossi danni, ma forse a te questo dispiace.)
inoltre hanno migliaia di nuovi volontari invasati da tutti i paesi arabi pronti ad aderire al movimento
Si effetivamente questo è un grosso problema
in realtà gli israeliani hanno voluto solo dimostrare agli altri stati arabi più potenti la loro forza distruttrice sfogandosi su un paese indifeso e debolissimo. Spero solo che un giorno qualcuno gliela facca pagare cara.
Non vorrei deluderti ma se solo Israele volesse "dimostrare la propria forza" io credo che del Libano, Palestina ecc. ecc. rimarrebbe poco, compresi i civili.
indelebile
11-08-2006, 16:04
Cinicamente, il comportamento degli Israeliani è comprensibile. Il loro obiettivo è sterminare i terroristi. Questi si nascondono tra i civili palestinesi. Ci sono due alternative:
Io non avrei dubbi... E voi?
Mi sembra un racconto da libro cuore, capisco che vi fa comodo pensare che quando sbagliano è perchè si nascondo in mezzo ai civili ma non è cosi, colpiscono i camion ch viaggiono per strada per esempio, tutto ciò che possa sospettare che ci siano dei terroristi in mezzo
http://www.lebanonmaps.org/locations_bombed_Aug09.jpg
roverello
11-08-2006, 16:57
Ma per favore stanno devastando un intera nazione, hanno bombardato infrastrutture che non hanno nulla a che fare con gli hezbollah, strade, aereoporti, centrali elettriche, edifici pieni di civili, hanno fatto 1.000 morti in 2 settimane ed 1 milione di profughi su 3 milioni di abitanti, gli hezbollah in 20 anni di attività non hanno fatto nemmeno un centesimo di quello che hanno fatto loro al Libano intero, ed il bello è che dopo tutta questa barbarie, gli Hezbollah staranno meglio di prima, ad oggi tutti i loro capi godono di ottima salute e riescono tranquillamente a lanciare 100 missili al giorno, inoltre hanno migliaia di nuovi volontari invasati da tutti i paesi arabi pronti ad aderire al movimento, in realtà gli israeliani hanno voluto solo dimostrare agli altri stati arabi più potenti la loro forza distruttrice sfogandosi su un paese indifeso e debolissimo. Spero solo che un giorno qualcuno gliela facca pagare cara.
E come la mettiamo con queste, vietate dalle convenzioni internazionali?
16:32 Israele chiede agli Usa bombe a grappolo
Israele ha chiesto agli Stati Uniti di accelerare la fornitura, promessa nelle scorse settimane, di armi a corto raggio antipersona con munizioni 'a grappolo', giudicate indispensabili per neutralizzare le strutture missilistiche degli Hezbollah nel sud del Libano. Lo hanno indicato al New York Times fonti ufficiali americane, secondo cui la richiesta verrà approvata presto a Washington, nonostante alcuni responsabili del Dipartimento di Stato abbiano cercato di ritardarne la fornitura.
roverello
11-08-2006, 17:25
Cinicamente, il comportamento degli Israeliani è comprensibile. Il loro obiettivo è sterminare i terroristi. Questi si nascondono tra i civili palestinesi. Ci sono due alternative:
- Non attaccarli e lasciarli proliferare. Non si uccidono civili Palestinesi innocenti, ma i terroristi prolifereranno e ogni tanto si faranno esplodere in Israele, uccidendo civili Israeliani. In più non si eliminerebbe il problema.
- Attaccarli. Si uccidono civili Palestinesi, ma anche i terroristi che sono il vero obiettivo e alla lunga si potrebbe eliminare il problema.
Cosa si deve fare allora? Risparmiare i terroristi (che non si fanno scrupolo ad uccidere gli Israeliani civili, infedeli meritevoli di morire, ma neanche di mettere in pericolo i propri civili), per evitare di uccidere civili Palestinesi innocenti, oppure bombardare i terroristi ovunque si trovino, anche con il rischio di uccidere civili Palestinesi innocenti?
Meglio che muoiano PROPRI civili innocenti, o civili innocenti della fazione che ci sta attaccando?
Io non avrei dubbi... E voi?
Tu no,
la stampa israeliana comincia ad averne:
Attacci da Haaretz e Maariv. Negli editoriali il premier è accusato
di aver sbagliato strategia e tattica: "Oltre 120 morti per nulla"
Israele, i giornali contro Olmert
"Ci porta alla sconfitta, se ne vada"
"Ci ha condotti in guerra promettendo vittoria e ha ottenuto
solo umiliazione e lutti. Non può restare al potere"
TEL AVIV - "Olmert deve andarsene": sotto un vistoso titolo di prima pagina il quotidiano israeliano Haaretz ha duramente attaccato oggi in un editoriale in forma di requisitoria il capo del governo per come è stata condotta la guerra in Libano, invitandolo a lasciare l'incarico.
Partendo dall'ipotesi che Israele ora accetti una soluzione di compromesso all'Onu, l'editorialista di Haaretz Ari Shavit afferma che "se Olmert oggi fugge dalla guerra che ha avviato, non potrà rimanere primo ministro per un altro giorno". "Non si può condurre una intera nazione alla guerra promettendole la vittoria, produrre una sconfitta umiliante e restare al potere" scrive Shavit. "Non si può - aggiunge - seppellire 120 israeliani nei cimiteri, mantenere un milione di israeliani nei rifugi per un mese, spogliarsi del potere di deterrenza, avvicinare di molto la prossima guerra, e dire 'oops, mi sono sbagliato, non era ciò che volevo, un altro sigaro per favore'".
Ehud Olmert, afferma Shavit, "è entrato in guerra frettolosamente, senza valutarne adeguatamente le conseguenze, ha seguito ciecamente i militari senza porre le necessarie domande. Ha erroneamente scommesso sugli attacchi aerei, è arrivato stranamente in ritardo con le operazioni di terra, non è riuscito a attuare i piani originari dell'esercito, molto più efficaci e sofisticati di quanto è stato applicato".
Secondo Shavit, "dopo essere arrogantemente e frettolosamente entrato in guerra, Olmert l'ha gestita in maniera esitante, appannata e claudicante, ha trascurato il fronte interno ed ha abbandonato i residenti del Nord".
L'editorialista conclude affermando che "quando (il leader Hezbollah, Hassan) Nasrallah uscirà dal suo bunker e si dichiarerà vincitore davanti al mondo intero, Olmert non dovrà essere nell'ufficio del primo ministro. Nel dopo guerra, un Israele ammaccato e sanguinante richiede una nuova partenza e un nuovo leader. Ha bisogno di un nuovo primo ministro".
Anche il Maariv dedica un editoriale di uno dei suoi principali commentatori, Ben Caspit, al difficile futuro del premier. "Olmert sa che per lui sarà molto difficile restare nella carica attuale". "La gente in Israele - scrive - non passerà sotto silenzio questo mese in cui su Israele sono stati sparati migliaia di razzi, 123 soldati e civili sono rimasti uccisi (per il momento) senza che si sia arrivati a una conclusione definitiva del conflitto".
Il giornale afferma che una grave rottura si è creata fra Olmert e il vicepremier Shimon Peres il quale accusa Olmert di "mancanza di preveggenza".
L'articolista accusa il governo fra l'altro di "aver mandato allo sbaraglio i riservisti", privi a suo parere di adeguati addestramenti e carenti non solo di mezzi di combattimento "ma perfino di cibo".
(11 agosto 2006)
Che questo forum sia frequentato da alcune persone più realiste del re?
Lo scopriremo solo vivendo, avendone buone probabilità non essendo fortunatamente in Libano e dintorni.
In Israele sarebbe meno pericoloso, in quanto dotati di bunker.
lnessuno
11-08-2006, 17:56
http://israel.bodycount.googlepages.com/
Mi sembra un racconto da libro cuore, capisco che vi fa comodo pensare che quando sbagliano è perchè si nascondo in mezzo ai civili ma non è cosi, colpiscono i camion ch viaggiono per strada per esempio, tutto ciò che possa sospettare che ci siano dei terroristi in mezzo
IMG http://www.lebanonmaps.org/locations_bombed_Aug09.jpg /IMG
Scusa, e io che ho detto?. Loro stanno attuando la seconda alternativa: colpire anche furgoncini, ambulanze ecc, dove gli Hezbollah si nascondono. Se ci scappano morti Palestinesi, purtroppo è stato messo in conto. Daltronde i volantini servono per avvisare la popolazione di scappare solo con mezzi ben determinati o a piedi. Almeno a parole non c'è l'intento effettivo di uccidere APPOSITAMENTE i civili Palestinesi. Mentre dall'altra parte c'è e lo dicono esplicitamente (sia con tono dispregiatvo, sia con tono entusiasta della strage di infedeli che hanno fatto)...
La prima alternativa ti ho detto cosa comporta... Alla lunga la scomparsa di Israele. Ma forse per molta gente sarebbe la soluzione migliore...
zerothehero
11-08-2006, 20:46
Rispecchia esattamente le proporzioni tra il numero di morti civlli, libanesi ed israeliani. Anzi gli hanno dato fin troppo spazio, visto che i civili libanesi ad oggi trucidati dallo stato di Israele sono stati più di 1.000, contro una ventina circa di israeliani.
Mica sono tutti come il TG1 di Mimum che dedica 10 minuti alla bomba caduta ad Haifa con tanto di interviste e poi liquida la morte di 20 libanesi con 4 immagini quasi senza commento.
Sono un centinaio i morti israeliani, non una ventina.
zerothehero
11-08-2006, 20:52
cosa vuoi fare
attaccare uno stato con carri armati f16 20000 soldati per difendersi (usando come bersagli dei civili e le postazioni onu) da 10 hezbollah che sparano 4 razzi al giorno mi sembra una cosa piu' che normale ...
del resto se ci pensate gli usa hanno inviato un esercito iperarmato in irak perche' questi cattivoni di irakeni avevano scorte di cipolle di distruzione di massa :D :D
Ne stanno lanciando 100 al giorno..altro che 4 razzi...per favore, documentarsi prima di scrivere. :mbe:
In un mese di guerra, non ho visto neanche un'argomentazione valida sull'illegittimità di questa guerra di difesa portata avanti da ISraele...neanche una.
Sono sempre in attesa, ovviamente. :p
Ne stanno lanciando 100 al giorno..altro che 4 razzi...per favore, documentarsi prima di scrivere. :mbe:
In un mese di guerra, non ho visto neanche un'argomentazione valida sull'illegittimità di questa guerra di difesa portata avanti da ISraele...neanche una.
non ce'èpeggior sordo di chi non vuole sentire ;) Io ne ho ancora sentita una buona per radere al suolo il libano.
Ne stanno lanciando 100 al giorno..altro che 4 razzi...per favore, documentarsi prima di scrivere. :mbe:
In un mese di guerra, non ho visto neanche un'argomentazione valida sull'illegittimità di questa guerra di difesa portata avanti da ISraele...neanche una.
Sono sempre in attesa, ovviamente. :p
lo stato di israele ha distrutto e sta distruggendo tutte le infrastrutture civili di uno stato che di fatto non ha in controllo del proprio territorio, israele ha cercato l'escalation contro hezbollah bombardando e massacrando centinaia di civili, tra l'altro ha attaccato postazioni onu ha bombardato convogli umanitari, cortei funebrie chissà cosa'altro, questo per non scendere subito a compromessi, bah
indelebile
12-08-2006, 01:24
Scusa, e io che ho detto?. Loro stanno attuando la seconda alternativa: colpire anche furgoncini, ambulanze ecc, dove gli Hezbollah si nascondono. Se ci scappano morti Palestinesi, purtroppo è stato messo in conto. Daltronde i volantini servono per avvisare la popolazione di scappare solo con mezzi ben determinati o a piedi. Almeno a parole non c'è l'intento effettivo di uccidere APPOSITAMENTE i civili Palestinesi. Mentre dall'altra parte c'è e lo dicono esplicitamente (sia con tono dispregiatvo, sia con tono entusiasta della strage di infedeli che hanno fatto)...
La prima alternativa ti ho detto cosa comporta... Alla lunga la scomparsa di Israele. Ma forse per molta gente sarebbe la soluzione migliore...
Ah certo si colpiscono tutti i furgoncini auto ambulanze (!!!) per colpire gli Hezbollah , daltronde si sa le auto , le ambulanze sono nate per farci stare i terroristi! :zzz: ma si certo si va a lavorare o ci si sposta per diversi chilometri a piedi , che poi per questo muoiono centinaia di civili non colpevoli e solo qualche decina di terrorista è colpa dei terroristi o dei civili perchè guidano una macchina perdincibimbo :nonio: .
Sono daccordo e lo spero (guarda che i militari israeliani non sono tutti buoni e candidi, sono uomini quindi ci sono anche degli esaltati integralisti come ne esistono in israele, un esempio il terrorista ebreo che ha ucciso Rabin) che non uccidono APPOSITAMENTE i civili (perchè dici palestinesi se sono in libano?) ma è comunque un grande errore colpire così grossolanamente e massiciamente (vedi cartina sopra) si rischia di passar per la parte del torto
i volantini servono per avvisare la popolazione di scappare solo con mezzi ben determinati o a piedi. Almeno a parole non c'è l'intento effettivo di uccidere APPOSITAMENTE i civili Palestinesi. .. A bhe allora se lanciano i volantini... prima o dopo aver distrutto le reti viarie, i ponti tutto? :rolleyes:
discepolo
12-08-2006, 04:18
Ah certo si colpiscono tutti i furgoncini auto ambulanze (!!!) per colpire gli Hezbollah , daltronde si sa le auto , le ambulanze sono nate per farci stare i terroristi! :zzz: ma si certo si va a lavorare o ci si sposta per diversi chilometri a piedi , che poi per questo muoiono centinaia di civili non colpevoli e solo qualche decina di terrorista è colpa dei terroristi o dei civili perchè guidano una macchina perdincibimbo :nonio: .
Sono daccordo e lo spero (guarda che i militari israeliani non sono tutti buoni e candidi, sono uomini quindi ci sono anche degli esaltati integralisti come ne esistono in israele, un esempio il terrorista ebreo che ha ucciso Rabin) che non uccidono APPOSITAMENTE i civili (perchè dici palestinesi se sono in libano?) ma è comunque un grande errore colpire così grossolanamente e massiciamente (vedi cartina sopra) si rischia di passar per la parte del torto
Beh è una guerra, l' errore è fatale! :O
Beh è una guerra, l' errore è fatale! :O
si certo anche quando l'errore sistematico è tutto normale, meno ipocrisia plz
zazazizza
12-08-2006, 12:00
la mia domanda è: da quando in qua l'onu prima di votare una risoluzione deve sentire il parere delle parti in causa?
o meglio...
non è che quando c'è stata la guerra in iraq, la risoluzione americana non è stata votata perchè all'iraq non andava bene. l'hanno votata e basta.
ora, perchè israele può fare quello che cazz vuole e nessuno gli può dire niente?
la risposta è: israele è amico degli usa.
se qualsiasi altro paese al mondo (usa esclusa, ovvio) avesse deciso di bombardare un altro paese, subito, dico subito, tutti gli altri paesi del mondo avrebbero bombardato quel paese.
qui no.
in libano in questo momento 1 persona su 3 ha dovuto lasciare la propria casa.
1 su 3!!!! :doh:
la mia domanda è: da quando in qua l'onu prima di votare una risoluzione deve sentire il parere delle parti in causa?
o meglio...
non è che quando c'è stata la guerra in iraq, la risoluzione americana non è stata votata perchè all'iraq non andava bene. l'hanno votata e basta.
ora, perchè israele può fare quello che cazz vuole e nessuno gli può dire niente?
la risposta è: israele è amico degli usa.
se qualsiasi altro paese al mondo (usa esclusa, ovvio) avesse deciso di bombardare un altro paese, subito, dico subito, tutti gli altri paesi del mondo avrebbero bombardato quel paese.
qui no.
in libano in questo momento 1 persona su 3 ha dovuto lasciare la propria casa.
1 su 3!!!! :doh:
La Francia fa qualsiasi porcata immaginabile in Africa, anche sotto l'egida ONU.
discepolo
12-08-2006, 12:05
la mia domanda è: da quando in qua l'onu prima di votare una risoluzione deve sentire il parere delle parti in causa?
o meglio...
non è che quando c'è stata la guerra in iraq, la risoluzione americana non è stata votata perchè all'iraq non andava bene. l'hanno votata e basta.
ora, perchè israele può fare quello che cazz vuole e nessuno gli può dire niente?
la risposta è: israele è amico degli usa.
se qualsiasi altro paese al mondo (usa esclusa, ovvio) avesse deciso di bombardare un altro paese, subito, dico subito, tutti gli altri paesi del mondo avrebbero bombardato quel paese.
qui no.
in libano in questo momento 1 persona su 3 ha dovuto lasciare la propria casa.
1 su 3!!!! :doh:
Sono anni che hezbollah lanciono missili su israele e l' europa, stati uniti, e l' onu non si son fatti proprio sentire. :read:
Ora che Israele si difende dovrebbe esser attaccata, no dico ti rendi conto di quello che dici ? :Prrr:
la mia domanda è: da quando in qua l'onu prima di votare una risoluzione deve sentire il parere delle parti in causa?
o meglio...
non è che quando c'è stata la guerra in iraq, la risoluzione americana non è stata votata perchè all'iraq non andava bene. l'hanno votata e basta.
ora, perchè israele può fare quello che cazz vuole e nessuno gli può dire niente?
la risposta è: israele è amico degli usa.
se qualsiasi altro paese al mondo (usa esclusa, ovvio) avesse deciso di bombardare un altro paese, subito, dico subito, tutti gli altri paesi del mondo avrebbero bombardato quel paese.
qui no.
in libano in questo momento 1 persona su 3 ha dovuto lasciare la propria casa.
1 su 3!!!! :doh:
Non vorrei dire castronerie, ma mi pare che l'Iraq non fa parte del consiglio dell'ONU, mentre Israele si?
roverello
12-08-2006, 15:10
Sono anni che hezbollah lanciono missili su israele e l' europa, stati uniti, e l' onu non si son fatti proprio sentire. :read:
Ora che Israele si difende dovrebbe esser attaccata, no dico ti rendi conto di quello che dici ? :Prrr:
Hezbollah lancia missili da inizio luglio.
Se lo facevano da prima perchè non è stato interessato l'ONU?
E ciò, cioè il caos, è accaduto dopo le enormi pressioni internazionali affinchè la Siria lasciasse il Libano.
Con la Siria in Libano non sarebbe mai accaduto tutto questo.
Almeno la comunità internazionale avesse avuto l'intelligenza (ma se non c'è non c'è) di mandare truppe a controllare la situazione, prima e non dopo.
roverello
12-08-2006, 15:10
Non vorrei dire castronerie, ma mi pare che l'Iraq non fa parte del consiglio dell'ONU, mentre Israele si?
No, ma ci pensa giorgino bus.
roverello
12-08-2006, 15:11
La Francia fa qualsiasi porcata immaginabile in Africa, anche sotto l'egida ONU.
Le hai viste?
Hai notizie di simile portata?
roverello
12-08-2006, 15:12
si certo anche quando l'errore sistematico è tutto normale, meno ipocrisia plz
quando l'errore è sistematico si chiama comportamento...
LittleLux
12-08-2006, 18:07
si certo anche quando l'errore sistematico è tutto normale, meno ipocrisia plz
guarda, non sai come mi piacerebbe che in quei convogli ci fossero un po' di ipocriti di cui sopra...tanto, si tratterebbe solo di un errore, giusto?:cool:
LittleLux
12-08-2006, 18:08
La Francia fa qualsiasi porcata immaginabile in Africa, anche sotto l'egida ONU.
e da quando in quà, miss, una porcata ne giustifica un'altra? :fagiano:
DonaldDuck
12-08-2006, 21:11
Con la Siria in Libano non sarebbe mai accaduto tutto questo.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/03_Marzo/14/beirut.shtml
Si chiede la destituzione dei capi dei servizi e la verità su omicidio Hariri
Libano, un milione e mezzo contro la Siria Grande manifestazione a Beirut dei sostenitori del defunto ex premier a un mese dall'attentato
BEIRUT - Era il 14 febbraio quando un'autobomba uccise l'ex premier libaese Rafik Hariri e un'altra ventina di persone. A quasi un mese di distanza, oltre un milione e mezzo di persone sono scese di nuovo in piazza a Beirut per manifestare contro l'occupazione militare siriana (il parziale ritiro di Damasco è iniziato nei giorni scorsi).
In decine e decine di cortei, i manifestanti provenienti da ogni parte del Libano continuano ad affluire nella centrale Piazza dei Martiri, ormai stracolma di gente, in quella che è senza dubbio la più grande manifestazione dell'opposizione dall'uccisione di Hariri. I manifestanti chiedono la destituzione dei vertici dei servizi di sicurezza libanesi e la verità sull’omicidio di Hariri.
L'odierna manifestazione ha portato in piazza dei Martiri (ribattezzata dall'opposizione piazza della Libertà) un numero di persone superiore a quello che l'8 marzo aveva risposto all'appello del movimento sciita hezbollah e altri 17 gruppi minori filo-siriani a dimostrare in sostegno della Siria e contro le «ingerenze straniere». Lunghe file di automezzi si sono formate sulla strada che dalla valle della Bekaa porta alla capitale. In molti sono arrivati via mare da Junieh. Quindi il numero dei persenti è stimato per difetto
Intanto l'ex premier, generale Michel Aoun, ha annunciato il ritorno dall'esilio per aiutare la riconciliazione nazionale. Aoun ha lasciato il Libano nel 1990.
15 marzo 2005
DonaldDuck
12-08-2006, 21:21
Le hai viste?
Hai notizie di simile portata?
http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Marzo-2005/pagina.php?cosa=0503lm19.01.html&titolo=Francia%20in%20Africa:%20l'avvertimento%20ivoriano
Francia in Africa: l'avvertimento ivoriano
Una crisi politica è scoppiata in Togo al momento del colpo di stato che, in spregio alla costituzione, ha portato al potere, il 5 febbraio scorso, Faure Gnassingbé: un'altra, in Africa dell'Est, che va ad aggiungersi a quella della Costa d'Avorio in cui Parigi è implicata e accusata per via dei comportamenti tenuti di recente dai militari francesi durante l'operazione «Liocorno». Luogo centrale e attore importante nelle lotte per il potere nelle sue antiche colonie, la Francia è sempre più contestata da quelle parti.
Boubacar Boris Diop Secondo l'idea largamente diffusa ma mai formulata esplicitamente con chiarezza, la cultura della violenza in Africa ha radici profonde.
Questo a priori porta automaticamente ad una lettura in chiave razziale - e non politica - delle lotte per il potere sul continente, percepite come espressione di odi etnici secolari. Non sorprende quindi il fatto che i media occidentali si ostinino a spiegare il conflitto ivoriano secondo i loro cliché abituali. Un capo di stato, Laurent Gbagbo, presentato come un essere al tempo stesso brutale e scaltro, se non addirittura illuminato; ribelli «buoni comunicatori» e masse rumorose di «giovani patrioti» a Abijan. Due settimane dopo lo scoppio della ribellione, il 16 settembre 2002, il ministro francese degli affari esteri, Dominique de Villepin, illustrava le istruzioni d'uso ai senatori del suo paese: «la crisi in corso si basa su elementi tradizionali. Il mosaico etnico e religioso che costituisce la Costa d'Avorio, contrassegnata in particolare da uno spartiacque Nord-Sud, è in crisi da quando è scomparso Houphouet-Boigny». In altri termini: «signori e signori, è sempre la stessa musica, nel nostro vecchio bordello africano».
A questo punto, non c'è più differenza, è una situazione scioccante - la spartizione di un paese importante e la legittimazione di una ribellione armata - diventa quasi accettabile. E, anche se è essenziale denunciare la devastazione provocata dal discorso etnicista in Costa d'Avorio, (1) non ci si deve lasciare affascinare soltanto dai suoi effetti, per quanto spettacolari e deplorevoli possono essere. Occultare la dimensione «francoafricana» di certi conflitti porta ad un vicolo cieco. La Costa d'Avorio non è arrivata a questo punto soltanto perché Dioulas e Bétés hanno scoperto che non possono più vivere insieme.
In realtà Parigi continua ad avere un ruolo centrale - e sempre meno segreto - nella crisi ivoriana.
Gli interessi francesi nell'ex colonia rappresentano un terzo degli investimenti esteri e il 30 per cento del prodotto interno lordo (Pil) (2). Dal 1960 in poi, grazie a contratti leonini, le società francesi trattano (come intermediari) e rimpatriano il 75 per cento della ricchezza prodotta. Nel 1994, il presidente Henri Konan Bédié, successore designato di Felix Houphouet Boigny, tenta di correggere queste anomalie con la retrocessione dei contratti di esportazione di caffè e cacao a grandi corporations americane e una licenza di prospezione del petrolio off-shore alla compagnia americana Vanco: sarà destituito con un colpo di stato alla fine del dicembre del 1999.
Anche Gbagbo tenta di allentare la morsa delle imprese francesi, in un paese in cui Saur, Edf, Orange e Bouygues controllano trasporti, acqua, elettricità e le vie di comunicazione, mentre la Société générale, la Bnp e il Crédit Iyonnais dominano il settore bancario. È stata avviata una apertura dei mercati alla concorrenza internazionale: per il terzo ponte di Abijan e l'aeroporto di San Pedro, Bouygues si è rivelato decisamente meno competitivo dei sudafricani e dei cinesi. E la scoperta di un importante giacimento di petrolio a Jacqueville, nei pressi di Abijan, non serve certo a tranquillizzare gli animi.
E le pressioni nei confronti di Gbagbo - sospettato anche di volersi avvicinare agli Stati uniti - sono state talmente pesanti da costringerlo a fare marcia indietro alla fine del 2004 e a confermare certi contratti francesi (3).
Numerosi intellettuali africani si accontentano di istruire, per mimetismo, il processo del presidente. È vero che Gbagbo ha fatto della Costa d'Avorio un luogo pericoloso per gli oppositori, gli stranieri e i giornalisti. Nel marzo 2004, una marcia pacifica è stata repressa nel sangue: le Nazioni Unite che hanno fatto un calcolo di 120 morti, hanno accusato il regime di gravi violazioni dei diritti umani. Il 4 novembre 2004, come preludio agli attacchi contro il quartier generale di Force nouvelles a Bouaké, la sede del partito democratico della Costa d'Avorio (Pdci) e quello del Rassemblement des répubblicains (Rdr) sono stati incendiati contemporaneamente alle sedi di tre giornali critici nei confronti del governo. Le «squadre della morte» hanno aperto un ciclo ingiustificabile di esecuzioni extragiudiziarie. Tuttavia, si ha l'impressione di uno sdegno selettivo: come il presidente dello Zimbawe Robert Mugabé, Gbagbo è segnato a dito soprattutto per aver osato attaccare gli interessi di un paese occidentale.
Ma se le sommosse del novembre 2004 non hanno risolto la sua situazione, stanno comunque trasformando completamente il volto del conflitto.
Dopo 40 anni di amichevole intesa post-coloniale, è la prima volta che la vita dei cittadini francesi in Africa è minacciata su così larga scala. Ci si era per così dire rassegnati a vedere gli africani ammazzarsi fra di loro. Lo strazio di comuni cittadini che sbarcavano in lacrime a Roissy ha fatto quasi dimenticare il fatto che i soldati francesi hanno ucciso civili ivoriani nel loro stesso paese; e che un presidente straniero - nella fattispecie Jacques Chirac - ha dato l'ordine di distruggere la flotta aerea di uno stato sovrano, per rassicurare 15.000 suoi compatrioti e vendicare la morte di nove soldati.
Per farla breve, perfino i più scettici si vedono costretti a riconoscere che Parigi è un attore importante nelle lotte per il potere nelle sue ex colonie. La Francia era abituata ad agire dietro le quinte: gli eventi di Abijan l'hanno costretta ad agire a viso aperto. È deplorevole il fatto che alcuni civili francesi, che non c'entrano nulla con la politica del loro governo, abbiano dovuto pagare questo chiarimento a così caro prezzo. In tale occasione, gli africani hanno potuto vedere che il re è nudo. Una forte presenza militare non ha consentito allo stato francese di garantire la sicurezza dei suoi cittadini nel cortile di casa. Costretto alla difensiva, si invischia in dinieghi poco convincenti. Nella sua audizione al Senato il 4 ottobre 2002, de Villepin ha ammesso implicitamente che i ribelli non avevano agito da soli. «La situazione, ha detto, si è andata evolvendo in modo tale che sono venuti alla luce degli interrogativi su eventuali complicità o appoggi esterni».Quando si tratta della Franciafrica, un ministro francese degli affari esteri parla con cognizione di causa. Ogni parola conta. Conta anche ogni parola non detta: de Villepin dimentica di aggiungere che il suo paese è fortemente sospettato di aver finanziato la ribellione. La Francia, signora sovrana nella «sua» Africa, si trova all'improvviso sul banco degli imputati. I politici nella palestra Le brevi scaramucce del 7 novembre 2004 tra le forze armate nazionali della Costa d'Avorio (Fanci) e i soldati dell'operazione Liocorno non sono importanti sul piano militare. Sarebbe tuttavia imprudente sottovalutarne il peso simbolico per gli africani. Ancor prima di quelle rivolte, l'operazione Liocorno era percepita come una forza d'occupazione. La brutalità della sua reazione l'ha confermato, inviando un segnale anche agli stati-clienti del cortile di casa.
Il peso della storia può dare troppo facilmente a questi giovani soldati la sensazione di essere una guarnigione fra qualche tribù sui bastioni alla periferia dell'impero. E se i capi di stato africani - illustri democratici, lo sappiamo tutti - hanno difeso a spada tratta l'Eliseo, nei paesi francofoni c'è stata una vigorosa condanna di quello che stava diventando una sanguinosa spedizione coloniale.
Già nel gennaio 2003, il Forum sociale africano di Addis-Abeba aveva dato un avvertimento: «Se insiste nella sua logica imperiale attuale, la Francia rischia di moltiplicare gli interventi militari sul continente, nel corso dei prossimi anni (...) Alla luce del genocidio ruandese del 1994, della guerra civile del Congo del 1997 e dei conflitti in atto in Africa centrale e in Costa d'Avorio, è urgente che gli stati africani francofoni rivalutino le loro relazioni con l'ex potenza coloniale».
La tendenza attuale della crisi ivoriana dovrebbe indurre gli elettori francesi a domandare a chi di diritto: che cosa fa il nostro esercito in Costa d'Avorio? Quasi comica, la risposta abituale delle autorità francesi è comunque accettata da una società disposta ad ingoiare il pensiero preconfezionato dei suoi dirigenti. Il francese medio sembra convinto del fatto 3.800 suoi soldati si trovino in Costa d'Avorio per motivi etici: senza di loro, certa gente svelta di coltello avrebbe distrutto già da tempo il proprio paese. C'è chi invoca il precedente ruandese, dimenticando en passant le responsabilità della Francia nel genocidio del 1994 (4).
La Costa d'Avorio riveste fondamentale importanza per il governo francese - e per certe multinazionali. Non è certo per amore della pace che gli elementi di Liocorno sono il triplo di quelli della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale (Cedevo).
Questa forza è troppo numerosa e dotata di armi pesanti per essere tenuta soltanto a proteggere poche migliaia di persone, il cui rimpatrio in massa è stato stranamente escluso fin dall'inizio della crisi.
Il fatto è che è essenziale per Parigi restare sul campo, anche a prezzo di qualche vittima francese.
I governi francesi, di sinistra come di destra, hanno sempre avuto mano libera nell'ex impero coloniale. Nascono così gli assassini politici mirati, il saccheggio sistematico delle risorse economiche di numerosi stati, e l'appoggio a dittature sanguinarie. Finora, tutto ciò si faceva nell'ombra. La sparatoria del novembre 2004, invece, si è verificata in pieno giorno. In meno di un anno, la Francia è stata chiamata in causa nei termini più violenti dal presidente ruandese Paul Kagamé e da Gbagbo. Non è certo un caso. Trattandosi della Costa d'Avorio, già da tempo si notavano numerosi segnali, che sarebbe stato doveroso interpretare correttamente. Il sentimento anti-francese non è comparso all'improvviso nel novembre 2004. Il liceo Jean-Mermoz e il Centro culturale francese sono stati devastati una prima volta nel maggio 2004: un giornalista di Radio France internazionale (Rfi), Jean Hélène, è stato assassinato il 21 ottobre 2003, e un secondo, Guy-André Kieffer, è dato per disperso dal 16 aprile 2004; l'ambasciata e il 43simo Bima (battaglione di fanteria della marina) sono stati assediati a più riprese.
Tutto ciò è iniziato con la firma degli accordi di Linas-Marcoussis, il 24 gennaio 2003. Il governo francese che li ha patrocinati, ha almeno formalmente, dato prova di grande arroganza. Come è possibile riunire tutta la classe politica di un paese sovrano in una palestra di periferia e far dirigere i lavori ad un semplice funzionario parigino?
Quale capo di stato con un minimo di orgoglio poteva accettare che si nominasse un primo ministro, Seydou Diarra, per quanto fosse ritenuto una persona neutrale piuttosto rispettata, al di fuori del territorio nazionale, e che si imponesse la nomina di leader di una ribellione armata alla testa di ministeri «sensibili», come quello della difesa e dell'interno?
Dopo di che, tutto è andato di male in peggio. Il disprezzo per i sentimenti nazionali ivoriani ha fatto moltiplicare le gaffes. E così si è sentito Dominique de Villepin dichiarare, al termine di un incontro con Gbagbo: «ho chiesto al presidente di mandar via i mercenari e di tenere i suoi aerei inchiodati a terra». Parole che un giornalista francese ha riassunto con disinvoltura: «de Villepin è andato a Abijan a rimettere le bretelle a Gbagbo».
Il risultato di queste provocazioni è disastroso. I francesi della Costa d'Avorio si trovano costretti a chiedersi: perché? Sarà loro difficile rassegnarsi all'idea di vivere attanagliati dalla paura della loro seconda patria. Li hanno un po' dimenticati in Francia, dopo l'emozione iniziale. Forse, saranno sacrificati sull'altare del realismo politico. In tempi normali - se ci è consentito dirlo - Gbagbo sarebbe stato liquidato e cacciato dal potere con un putsch su misura. Questa scelta ormai comporta non pochi rischi. Questo vuol dire che le rivolte di Abijan suonano la campana a morto per la Francafrica? Sarebbe quantomai ingenuo crederlo. Tuttavia, avrebbe torto chi volesse considerarlo soltanto un incidente isolato. Tali sommosse possono verificarsi di nuovo in numerose ex colonie francesi.
In tutta l'Africa aumenta l'esasperazione, e il presidente ivoriano ha saputo approfittarne. Gbagbo certo non induce a sognare: nessuno penserebbe a lui come a Thomas Sankara o Patrice Lumumba. Senza dubbio si trascinerà appresso anche l'handicap di essere un presidente mal eletto. Ma il suo tallone d'Achille continua ad essere il clima di xenofobia che falsa la lettura politica del conflitto. Se c'è una volontà reale di rottura con il modello neocoloniale, è di vitale importanza per la sua credibilità far saldare una volta per tutte il conto della «ivorietà»: il panafricanismo come lo concepivano Kwame Nkrumah e Cheikh Anta Diop è prima di tutto un umanesimo.
Non si farà credere a certi ivoriani che il loro presidente è un eroe romantico venuto a portar loro la libertà: si trovano di fronte a un politico scaltro, ostinato, a volte quantomai sbrigativo. Ma se Gbagbo ha potuto ribaltare a suo favore la situazione, è perché si è mostrato più coraggioso dei suoi omologhi africani. La Costa d'Avorio non è più territorio d'oltremare. E' un paese attaccato da uomini in armi. Non si può rimproverare al suo presidente di volerli far rientrare nei confini della legalità repubblicana. Chiunque altro, al suo posto, avrebbe preteso il disarmo dei ribelli.
Proprio perché Gbagbo agisce con pieno diritto, i tentativi di demonizzarlo mostrano la corda. Si può anche dubitare dell'autorità morale dei suoi censori, che non hanno fatto una piega di fronte al coinvolgimento del loro paese nel genocidio ruandese, per quanto fosse comprovato da testimonianze schiaccianti. A 11 anni di distanza, Abijan e Bouaké sono sanguinosi teatri di operazioni per l'esercito francese. Scelgono di trattare questo scandalo come un grosso fatto di cronaca. Il rifiuto di guardare la realtà in faccia è peraltro simboleggiato dall'assenza di immagini della «pulizia» della capitale ivoriana da parte degli elementi del Liocorno. Quelle scene agghiaccianti che non sono state viste a Parigi, gli ivoriani, da parte loro, non le dimenticheranno mai. Forse anche nella Francafrica sono finiti i tempi del delitto perfetto.
DonaldDuck
12-08-2006, 21:26
e da quando in quà, miss, una porcata ne giustifica un'altra? :fagiano:
Non la giustifica. Viene giustificata. E' differente. Leggi sopra.
DonaldDuck
12-08-2006, 21:29
guarda, non sai come mi piacerebbe che in quei convogli ci fossero un po' di ipocriti di cui sopra...tanto, si tratterebbe solo di un errore, giusto?:cool:
O qualche benpensante sui pullman o auto o centri commerciali israeliani che saltano in aria. Basterebbe qualche parente.
DonaldDuck
12-08-2006, 21:42
si certo anche quando l'errore sistematico è tutto normale, meno ipocrisia plz
Hai ragione, meno ipocrisia. Poniamo maggior attenzione sulle cause. Un esempio:
http://www.nigrizia.it/doc.asp?ID=6354
Africa e servizi segreti / Strategie, reti, protagonisti
Nigrizia 01/05/2004
Il gioco delle spie
I diversi regimi locali, sostenuti dall’uno o dall’altro campo, ricevevano aiuti per costituire apparati di sicurezza interni al fine di tenere sotto controllo la popolazione. Cia statunitense, Kgb e Gru sovietici, Stasi tedesco-orientale, Dgi cubano, Dst, Sctip (Service de coopération technique internationale de police) e Sdece (poi Dgse) francesi, MI6 britannico, Mossad e Shin Bet israeliani, Dipartimento delle relazioni inernazionali del Partito comunista cinese e, nel loro piccolo, i servizi italiani (vedi Somalia), erano i servizi più impegnati nell’intessere reti e contatti nel continente, anche attraverso l’addestramento e l’equipaggiamento degli apparati di sicurezza locali.
Sul finire degli anni ’70, i francesi organizzarono addirittura un’alleanza tra servizi segreti per combattere l’influenza sovietica e cubana nel continente. Il conte Alexandre De Marenches, capo dello Sdece (com’era chiamato all’epoca il servizio di spionaggio estero di Parigi), creò infatti il cosiddetto "Safari club" che riuniva i servizi di Marocco, Egitto, Arabia Saudita, Iran (c’era ancora lo Scià, anche se per poco), la cui azione principale si dispiegò nell’allora Zaire durante i fatti katanghesi del 1977-78.
Con la fine della guerra fredda, l’interesse dei due blocchi verso l’Africa è diminuito e con esso gli aiuti economici che tenevano in piedi amministrazioni corrotte e inefficienti. Negli anni ’90, la parabola di diversi stati africani sembra aver raggiunto il suo corso. Alcuni paesi hanno perso ogni forma di stato unitario (Somalia), altri hanno visto lo stato ridotto a feudo personale del tiranno di turno.
Di conseguenza, anche le diverse componenti delle amministrazioni pubbliche sono al collasso. Tra queste vi sono i servizi di intelligence statali, spesso sostituti da strutture spionistiche delle varie guerriglie che si disputano il controllo del territorio. Servizi di intelligence nazionali che conservano un qualche grado di efficienza si trovano, quindi, solo dove lo stato è ancora presente (Sudafrica, paesi nordafricani e, in misura minore, Sudan e Nigeria), oppure dove le scarse risorse statali sono state dirottate verso la sicurezza del regime (Zimbabwe, Uganda, Ruanda).
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