dantes76
31-07-2006, 08:55
Casini elogia Rutelli per l’invito a Berlusconi: non c’è scontro tra cannibali
Coalizione allargata. Prodi non si oppone
«Ma governo e programma non cambiano»
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ROMA — Romano Prodi non è contrario all’ingresso nella sua maggioranza di forze provenienti dalle fila dell’opposizione, non disdegna l’ipotesi che parlamentari o gruppi della Cdl possano essere calamitati nell’orbita del centrosinistra. È invece contrario a operazioni che determinino modifiche al dna politico della sua coalizione («Non ci sono alternative a questo governo e al suo programma »).
Consapevole del passaggio ad alto rischio che lo attende in autunno sulla Finanziaria, il premier non rinuncia alla speranza di irrobustire il risicato margine di voti al Senato e tra i compiti affidati ai suoi uomini c’è anche quello di «pescatori di uomini » nel mare magnum d e l l a Cdl. Un’operazione sotto traccia, iniziata ad urne appena chiuse, ma vincolata a precise condizioni: difesa del bipolarismo, rispetto del programma, integrità dell’Unione, valorizzazione dell’Ulivo e dei suoi futuri approdi. In pratica, un altolà alla formula-Merkel e ad alchimie costruite sulla sostituzione di forze politiche. «Sì ad allargamenti, no a scambi» ha sintetizzato il prodiano Monaco. Almeno fino a quando l’Unione riuscirà a mandare avanti da sola il programma perché, e qui è Prodi che parla, «nel caso fossimo bloccati, allora si imporrebbe una riflessione».
La strage di Cana e i contatti con gli altri leader europei hanno ieri interamente occupato le poche ore trascorse dal premier nella casa-castello di Bebbio, sull’Appennino reggiano. Al Professore tuttavia non sono sfuggite le interviste di Fassino, Bertinotti e Rutelli sulle prospettive del governo. In esse, il premier ha ritrovato ragionamenti «in linea » con le strategie da tempo delineate all’interno della coalizione. E nemmeno ha stupito quel riferimento di Fassino «ai primi mesi del 2007» come possibile arco temporale nel quale registrare nuovi arrivi sulle coste del centrosinistra: se infatti il governo supererà la Finanziaria, sono in molti a prevedere cedimenti nella Cdl.
Intanto i centristi si parlano: Casini ha espresso pubblico apprezzamento per la decisione di Rutelli di invitare Berlusconi alla Festa della Margherita: «Come si è visto con l’indulto — ha detto —il bipolarismo non è uno scontro tra cannibali». Il collega Cesa ha sfidato l’Unione «a fare il primo passo, riconoscendo che non riesce a governare». E, mentre Diliberto lanciava l’idea di tornare a votare solo per il Senato (coro di critiche), Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, ha attaccato Fassino e Rutelli: «Aprono all’opposizione al Senato, ma chiudono sulla Rai dove, dopo presidente e direttore generale, vogliono anche il Cda».
Francesco Alberti
31 luglio 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/07_Luglio/31/alberti.shtml
http://www.periziecalligrafiche.com/blog/Prodi.jpg
Coalizione allargata. Prodi non si oppone
«Ma governo e programma non cambiano»
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ROMA — Romano Prodi non è contrario all’ingresso nella sua maggioranza di forze provenienti dalle fila dell’opposizione, non disdegna l’ipotesi che parlamentari o gruppi della Cdl possano essere calamitati nell’orbita del centrosinistra. È invece contrario a operazioni che determinino modifiche al dna politico della sua coalizione («Non ci sono alternative a questo governo e al suo programma »).
Consapevole del passaggio ad alto rischio che lo attende in autunno sulla Finanziaria, il premier non rinuncia alla speranza di irrobustire il risicato margine di voti al Senato e tra i compiti affidati ai suoi uomini c’è anche quello di «pescatori di uomini » nel mare magnum d e l l a Cdl. Un’operazione sotto traccia, iniziata ad urne appena chiuse, ma vincolata a precise condizioni: difesa del bipolarismo, rispetto del programma, integrità dell’Unione, valorizzazione dell’Ulivo e dei suoi futuri approdi. In pratica, un altolà alla formula-Merkel e ad alchimie costruite sulla sostituzione di forze politiche. «Sì ad allargamenti, no a scambi» ha sintetizzato il prodiano Monaco. Almeno fino a quando l’Unione riuscirà a mandare avanti da sola il programma perché, e qui è Prodi che parla, «nel caso fossimo bloccati, allora si imporrebbe una riflessione».
La strage di Cana e i contatti con gli altri leader europei hanno ieri interamente occupato le poche ore trascorse dal premier nella casa-castello di Bebbio, sull’Appennino reggiano. Al Professore tuttavia non sono sfuggite le interviste di Fassino, Bertinotti e Rutelli sulle prospettive del governo. In esse, il premier ha ritrovato ragionamenti «in linea » con le strategie da tempo delineate all’interno della coalizione. E nemmeno ha stupito quel riferimento di Fassino «ai primi mesi del 2007» come possibile arco temporale nel quale registrare nuovi arrivi sulle coste del centrosinistra: se infatti il governo supererà la Finanziaria, sono in molti a prevedere cedimenti nella Cdl.
Intanto i centristi si parlano: Casini ha espresso pubblico apprezzamento per la decisione di Rutelli di invitare Berlusconi alla Festa della Margherita: «Come si è visto con l’indulto — ha detto —il bipolarismo non è uno scontro tra cannibali». Il collega Cesa ha sfidato l’Unione «a fare il primo passo, riconoscendo che non riesce a governare». E, mentre Diliberto lanciava l’idea di tornare a votare solo per il Senato (coro di critiche), Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, ha attaccato Fassino e Rutelli: «Aprono all’opposizione al Senato, ma chiudono sulla Rai dove, dopo presidente e direttore generale, vogliono anche il Cda».
Francesco Alberti
31 luglio 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/07_Luglio/31/alberti.shtml
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