Adric
22-07-2006, 04:42
DOPO IL LIVE 8
Bob Geldof chiede un incontro con Prodi
L'organizzatore del Live 8, in concerto a Milano: 'I membri del G8 hanno sottoscritto degli accordi per aiutare l'Africa. Ora devono mantenerli, Italia compresa'
Milano, 21 luglio 2006 - "Ho scritto una lettera a Prodi e chiesto un incontro con lui. Voglio sapere quando l'Italia farà fede alle promesse che ha fatto", dice l'organizzatore del Live 8 Bob Geldof, stasera in concerto a Milano, spiegando che "l'anno scorso in Italia, in Inghilterra, in America, in Giappone, la gente è scesa in piazza per chiedere ai potenti della terra di fermare la povertà: questo è stato il grande merito del Live 8. Quando il G8, pochi giorni dopo, si è riunito in Scozia non aveva scelta. Hanno sottoscritto degli accordi per aiutare l'Africa. Ora - dichiara - devono mantenerli, Italia compresa".
L'artista irlandese, dopo aver perso il volo prenotato da Londra, è atterrato nel pomeriggio a Linate, stremato dall'ennesimo viaggio in Africa, il paese che non ha mai smesso di frequentare dai tempi del primo Live Aid, il grande concerto benefico duplicato con il Live 8. Negli ultimi vent'anni, l'impegno di Geldof per muovere le grandi potenze del mondo alla lotta contro la povertà in Africa non è mai venuto meno: dopo aver lavorato per Data (Debt, Aids, Trade, Africa), l'organizzazione fondata da Bono a favore del continente africano, nel 2005 ha dato vita al Live 8, una serie di concerti cui hanno partecipato star come Elton John, Madonna, Paul McCartney, Andrea Bocelli, Youssou N'Dour e i Duran Duran.
Lo scorso giugno, ha presentato a Londra il primo rapporto di Data sulle promesse fatte dal G8 per sconfiggere le malattie e la miseria che soffocano il Terzo Mondo, sottolineando le mancanze dell'Italia, che risulta il fanalino di coda per quanto riguarda l'incremento degli aiuti all'Africa. "Oggi sono più esperto rispetto ai tempi di Live Aid e ho imparato ad essere molto pragmatico, a centrare l'obiettivo e a ragionare in termini pratici. Oggi come oggi, non credo sia così rilevante come in passato - dice a sorpresa - organizzare concerti benefici. E' più importante, essendo uno dei personaggi che può dar voce a chi non ce l'ha, pensare al modo migliore per esserci, per incontrare i politici e spiegare loro nel modo più chiaro possibile ciò che deve essere fatto e perchè e quali benefici apporterebbe a tutti".
Ma Geldof, seppur impegnato su più fronti, non ha dimenticato di essere un musicista: dal vivo propone il suo repertorio, dalle vecchie hit con i Boomtown Rats come 'I don't like mondays' agli ultimi successi solisti, riuniti nella raccolta 'The Great Songs of Indifference - The Anthology 1986-2001'. "Non ci sto quando mi dicono che dovrei essere più presente sul mercato discografico. Alla mia età - dice - nessun artista dovrebbe più cedere a certe regole; ora entro in sala di registrazione soltanto quando ho una nuova idea, un'emozione. Ho 55 anni, non mi interessa scalare le classifiche: è roba per i giovani che hanno bisogno di farsi conoscere. Io l'ho fatto vent'anni fa, con i Boomtown Rats e fino a cinque anni fa con il mio miglior disco 'Sex, age and death'", il toccante album dedicato all'ex moglie Paula Yates, morta per overdose.
Dal vivo, oggi all'Arena di Milano e domani alla centrale del Tennis di Roma, Geldof, che in Italia vanta un fan club di 15mila fedelissimi, è accompagnato, al mandolino e al violino da Vince Lovepump, alla tastiera da Alan Dunn, al basso da Pete Briquette, Niall Power alla batteria e Mark Hewins alla chitarra.
(Quotidiano.net)
Bob Geldof chiede un incontro con Prodi
L'organizzatore del Live 8, in concerto a Milano: 'I membri del G8 hanno sottoscritto degli accordi per aiutare l'Africa. Ora devono mantenerli, Italia compresa'
Milano, 21 luglio 2006 - "Ho scritto una lettera a Prodi e chiesto un incontro con lui. Voglio sapere quando l'Italia farà fede alle promesse che ha fatto", dice l'organizzatore del Live 8 Bob Geldof, stasera in concerto a Milano, spiegando che "l'anno scorso in Italia, in Inghilterra, in America, in Giappone, la gente è scesa in piazza per chiedere ai potenti della terra di fermare la povertà: questo è stato il grande merito del Live 8. Quando il G8, pochi giorni dopo, si è riunito in Scozia non aveva scelta. Hanno sottoscritto degli accordi per aiutare l'Africa. Ora - dichiara - devono mantenerli, Italia compresa".
L'artista irlandese, dopo aver perso il volo prenotato da Londra, è atterrato nel pomeriggio a Linate, stremato dall'ennesimo viaggio in Africa, il paese che non ha mai smesso di frequentare dai tempi del primo Live Aid, il grande concerto benefico duplicato con il Live 8. Negli ultimi vent'anni, l'impegno di Geldof per muovere le grandi potenze del mondo alla lotta contro la povertà in Africa non è mai venuto meno: dopo aver lavorato per Data (Debt, Aids, Trade, Africa), l'organizzazione fondata da Bono a favore del continente africano, nel 2005 ha dato vita al Live 8, una serie di concerti cui hanno partecipato star come Elton John, Madonna, Paul McCartney, Andrea Bocelli, Youssou N'Dour e i Duran Duran.
Lo scorso giugno, ha presentato a Londra il primo rapporto di Data sulle promesse fatte dal G8 per sconfiggere le malattie e la miseria che soffocano il Terzo Mondo, sottolineando le mancanze dell'Italia, che risulta il fanalino di coda per quanto riguarda l'incremento degli aiuti all'Africa. "Oggi sono più esperto rispetto ai tempi di Live Aid e ho imparato ad essere molto pragmatico, a centrare l'obiettivo e a ragionare in termini pratici. Oggi come oggi, non credo sia così rilevante come in passato - dice a sorpresa - organizzare concerti benefici. E' più importante, essendo uno dei personaggi che può dar voce a chi non ce l'ha, pensare al modo migliore per esserci, per incontrare i politici e spiegare loro nel modo più chiaro possibile ciò che deve essere fatto e perchè e quali benefici apporterebbe a tutti".
Ma Geldof, seppur impegnato su più fronti, non ha dimenticato di essere un musicista: dal vivo propone il suo repertorio, dalle vecchie hit con i Boomtown Rats come 'I don't like mondays' agli ultimi successi solisti, riuniti nella raccolta 'The Great Songs of Indifference - The Anthology 1986-2001'. "Non ci sto quando mi dicono che dovrei essere più presente sul mercato discografico. Alla mia età - dice - nessun artista dovrebbe più cedere a certe regole; ora entro in sala di registrazione soltanto quando ho una nuova idea, un'emozione. Ho 55 anni, non mi interessa scalare le classifiche: è roba per i giovani che hanno bisogno di farsi conoscere. Io l'ho fatto vent'anni fa, con i Boomtown Rats e fino a cinque anni fa con il mio miglior disco 'Sex, age and death'", il toccante album dedicato all'ex moglie Paula Yates, morta per overdose.
Dal vivo, oggi all'Arena di Milano e domani alla centrale del Tennis di Roma, Geldof, che in Italia vanta un fan club di 15mila fedelissimi, è accompagnato, al mandolino e al violino da Vince Lovepump, alla tastiera da Alan Dunn, al basso da Pete Briquette, Niall Power alla batteria e Mark Hewins alla chitarra.
(Quotidiano.net)