generals
26-06-2006, 10:25
"In gioco il destino del Paese"
Prodi punta sullo scatto finale
di MARCO MAROZZI
In gioco il destino del Paese"<br>Prodi punta sullo scatto finale
Prodi al seggio
BOLOGNA - Preoccupazione. Immensa preoccupazione. E la speranza, altrettanto forte, decisiva, che l'elettorato di centrosinistra, abbia uno scatto finale. "Consapevole che in gioco c'è il destino del Paese". L'appello, attraverso molti tam tam, cercando di superare delusioni e stanchezze, è che nelle ultime ore esploda un "fronte del no" non solo virtuale, convinto di farcela comunque per meriti altrui. Vada a votare dappertutto, finché c'è tempo. Come ha fatto, pur nel caldo e nelle percentuali senza incanti, in Emilia e in Toscana.
Romano Prodi ha lasciato Bologna fra segnali che fino all'ultimo, fino alla chiusura odierna delle urne, terranno con il fiato sospeso. Il grande dubbio era portato dai dati dell'affluenza, montava mentre le ore scorrevano. Cercava di tenere a bada la tensione e i suoi incubi.
Con la Lombardia di Formigoni, di Berlusconi, della Lega che alle dieci di sera arrivava al 42,7%. Il Veneto di Galan al 40,8. Il Nord nel suo complesso raggiungeva un pesante 41%, mentre il Centro - terra di elezione per l'Ulivo e l'Unione - si fermava al 37%.
Il sorriso al presidente del Consiglio glielo portava come sempre la sua Emilia, che tre ore prima della chiusura dei seggi, alle sette di sera mentre lui s'involava per Roma, aveva superato il 30% di affluenza: la percentuale più alta in Italia, con Reggio Emilia e Scandiano, le terre natali, a fare i record. Alla chiusura dei seggi esplodeva un 45,22 in città, il 46,17 nella provincia, il 47,61 nella natale Scandiano, con il top del 56,5 a Fabbrico e un 44,1% in regione. "Aprono sempre il cuore" dice il presidente, sperando che i segnali si dilatino all'Italia.
"Le regioni rosse, l'Emilia, la Toscana, le Marche, l'Umbria, il Lazio varranno la Lombardia e il Veneto" ha cercato di rassicurarlo Piero Fassino appena il presidente del Consiglio è atterrato nella capitale. Prodi ha preso l'aereo di Stato mentre su Bologna le prime ombre non riuscivano a cacciare un caldo grigio, senza sole. Destinazione Roma, dove oggi attende il risultato del referendum sulla Costituzione. Con la speranza che l'affluenza, l'affluenza del fronte del no, aumentasse mentre lui era in volo. E cresca ancora stamattina. "Spiegate ad amici e parenti, a tutte le persone che conoscete l'importanza dell'appuntamento. E di quanto sia importante andare a votare. Votare no" è stato il messaggio che ha ripetuto fino alla fine.
Questa domenica di urne aperte è però stato il giorno del silenzio. Il presidente del Consiglio ha scelto di vivere un giorno festivo come tutti gli altri, nella Bologna dei ritorni - "quando si può" - per i week-end. Corsa alle otto di mattina con gli amici soliti, sui colli. Un'ora e mezza tirata, fra stradine e boschi che facevano ombra e rendevano più sopportabile la calura in aumento. Politica bandita dalle chiacchiere in scarpe e tenuta da jogging.
Poi alle dieci e mezza via, al seggio. Con i giornalisti in attesa sotto casa. Il solito Liceo Galvani, fra i portici rossi di via Castiglione. Lui e Flavia. Da passeggiata domenicale, fra messa e pranzo in famiglia con Giorgio, il figlio grande, economista anche lui, Veronica e Chiara, la nuora e la nipotina. Nessuna fila al seggio, come dappertutto.
In relazione ai dati sull'affluenza propongo questo sondaggio che ovviamente non riguarda il voto espresso.
MI rivolgo con questo sondaggio agli elettori CENTRO-SUD:
Siete andati a votare?
Prodi punta sullo scatto finale
di MARCO MAROZZI
In gioco il destino del Paese"<br>Prodi punta sullo scatto finale
Prodi al seggio
BOLOGNA - Preoccupazione. Immensa preoccupazione. E la speranza, altrettanto forte, decisiva, che l'elettorato di centrosinistra, abbia uno scatto finale. "Consapevole che in gioco c'è il destino del Paese". L'appello, attraverso molti tam tam, cercando di superare delusioni e stanchezze, è che nelle ultime ore esploda un "fronte del no" non solo virtuale, convinto di farcela comunque per meriti altrui. Vada a votare dappertutto, finché c'è tempo. Come ha fatto, pur nel caldo e nelle percentuali senza incanti, in Emilia e in Toscana.
Romano Prodi ha lasciato Bologna fra segnali che fino all'ultimo, fino alla chiusura odierna delle urne, terranno con il fiato sospeso. Il grande dubbio era portato dai dati dell'affluenza, montava mentre le ore scorrevano. Cercava di tenere a bada la tensione e i suoi incubi.
Con la Lombardia di Formigoni, di Berlusconi, della Lega che alle dieci di sera arrivava al 42,7%. Il Veneto di Galan al 40,8. Il Nord nel suo complesso raggiungeva un pesante 41%, mentre il Centro - terra di elezione per l'Ulivo e l'Unione - si fermava al 37%.
Il sorriso al presidente del Consiglio glielo portava come sempre la sua Emilia, che tre ore prima della chiusura dei seggi, alle sette di sera mentre lui s'involava per Roma, aveva superato il 30% di affluenza: la percentuale più alta in Italia, con Reggio Emilia e Scandiano, le terre natali, a fare i record. Alla chiusura dei seggi esplodeva un 45,22 in città, il 46,17 nella provincia, il 47,61 nella natale Scandiano, con il top del 56,5 a Fabbrico e un 44,1% in regione. "Aprono sempre il cuore" dice il presidente, sperando che i segnali si dilatino all'Italia.
"Le regioni rosse, l'Emilia, la Toscana, le Marche, l'Umbria, il Lazio varranno la Lombardia e il Veneto" ha cercato di rassicurarlo Piero Fassino appena il presidente del Consiglio è atterrato nella capitale. Prodi ha preso l'aereo di Stato mentre su Bologna le prime ombre non riuscivano a cacciare un caldo grigio, senza sole. Destinazione Roma, dove oggi attende il risultato del referendum sulla Costituzione. Con la speranza che l'affluenza, l'affluenza del fronte del no, aumentasse mentre lui era in volo. E cresca ancora stamattina. "Spiegate ad amici e parenti, a tutte le persone che conoscete l'importanza dell'appuntamento. E di quanto sia importante andare a votare. Votare no" è stato il messaggio che ha ripetuto fino alla fine.
Questa domenica di urne aperte è però stato il giorno del silenzio. Il presidente del Consiglio ha scelto di vivere un giorno festivo come tutti gli altri, nella Bologna dei ritorni - "quando si può" - per i week-end. Corsa alle otto di mattina con gli amici soliti, sui colli. Un'ora e mezza tirata, fra stradine e boschi che facevano ombra e rendevano più sopportabile la calura in aumento. Politica bandita dalle chiacchiere in scarpe e tenuta da jogging.
Poi alle dieci e mezza via, al seggio. Con i giornalisti in attesa sotto casa. Il solito Liceo Galvani, fra i portici rossi di via Castiglione. Lui e Flavia. Da passeggiata domenicale, fra messa e pranzo in famiglia con Giorgio, il figlio grande, economista anche lui, Veronica e Chiara, la nuora e la nipotina. Nessuna fila al seggio, come dappertutto.
In relazione ai dati sull'affluenza propongo questo sondaggio che ovviamente non riguarda il voto espresso.
MI rivolgo con questo sondaggio agli elettori CENTRO-SUD:
Siete andati a votare?