lucio68
20-06-2006, 15:17
http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo315056.shtml
Star Trek rivive con il "fai da te"
I fan autoproducono nuovi episodi
Quando il 13 maggio 2005 venne trasmessa in Usa la 98ma e ultima puntata di "Star Trek Enterprise" per i trekker, i fan della serie tv tra le più famose in assoluto nella storia della televisione, fu un gran colpo. Ad un anno di distanza nulla è successo. E gli orfani del capitano Kirk hanno così deciso di colmare il vuoto imbracciando le telecamere digitali per girare episodi autoprodotti da trasmettere via internet.
Foto AFP
La decisione della Paramount, che detiene i diritti della seria, di mettere la parola fine ad uno show che andava avanti dal 1966 rimane, ancora oggi, per i numerosissimi fan sparsi in tutto il mondo, inspiegabile. E ingiusta. Calo degli ascolti, mancanza di soldi...A nulla sono valse costernazione, ira, proteste, petizioni e persino una raccolta di fondi, per oltre 3 milioni di dollari, che sarebbero dovuti servire a rendere possibile un seguito.
Uno dei principali autori, Brannon Braga, disse: "Dopo 750 episodi, c'è bisogno di una pausa (...) lo vedo più come un periodo di gestazione". Ma ai trekker non è bastata questa spiegazione. E allora per far continuare a vivere il fantastico universo creato da Gene Roddenberry, zelanti "volontari" che vogliono mantenere l'Enterprise in rotta "là dove nessun uomo è mai giunto prima" si sono organizzati per autoprodursi. Tra loro anche una delle sceneggiatrici della serie classica, D C Fontana, che ha scritto uno degli episodi prodotti dalla New Voyages, società dilettante che ha già registrato oltre trenta milioni di contatti sul suo sito, e che ha persino "convinto" alcuni attori della serie ad accettare di fare dei cameo negli episodi girati nello Stato di New York.
"Star Trek: Enterprise" è stata la quinta serie televisiva ambientata nell'universo fantascientifico di Star Trek (la sesta, considerando anche la serie animata), un prequel ambientato qualche tempo prima della "serie classica", che dal 1966 al 1969 vide protagonista l'immortale equipaggio comandato dal capitano James T. Kirk, ovvero l'attore canadese William Shatner. Sulla poltrona di comando era salito il meno carismatico capitano Jonathan Archer, interpretato dal veterano dei telefilm made in Usa Scott Bakula, già protagonista del fortunato "Quantum Leap".
Foto AFP
Un compito ingrato non facilitato dal fatto che occorreva dare un'idea di tecnologie più primitive rispetto a quelle ideate dagli sceneggiatori trent'anni fa pur potendo disporre di effetti speciali distanti anni luce da quelli possibili negli anni Sessanta, quando la fase di post-produzione necessaria per fissare sulla pellicola rudimentali raggi laser ed altri effetti luminosi quali il teletrasporto era più lunga delle riprese vere e proprie.
Quindi la decisione. Ascolti bassi e spese alte (4-5 milioni di dollari ad episodio) hanno convinto la produzione che era ora di chiudere i battenti per sempre.
Star Trek addio. Dopo aver raccontato per quasi quarant'anni il futuro, quasi mezzo secolo di storia dalla nuova frontiera di Kennedy fino al post 11 settembre, 700 episodi, che iniziano nel 1966, e 10 film, (la serie classica finisce nel '69, "The Next Generation" comincia nell'87. Poi si sono alternati "Deep Space Nine" (1992-99) e "Voyager" (1995-2001), tutti ambientate nello stesso periodo, Star Trek ha affrontato il crudo presente e ha chiuso i battenti.
La Paramount aveva tuttavia auspicato di poter presentare "un nuovo capitolo di questa serie nel futuro". Che per ora però non è venuto alla luce. E allora i trekker si sono organizzati per far continuare a vivere la leggenda.
Chissà che a fronte di una qualità visiva non eccelsa non saltino fuori storie interessanti
Star Trek rivive con il "fai da te"
I fan autoproducono nuovi episodi
Quando il 13 maggio 2005 venne trasmessa in Usa la 98ma e ultima puntata di "Star Trek Enterprise" per i trekker, i fan della serie tv tra le più famose in assoluto nella storia della televisione, fu un gran colpo. Ad un anno di distanza nulla è successo. E gli orfani del capitano Kirk hanno così deciso di colmare il vuoto imbracciando le telecamere digitali per girare episodi autoprodotti da trasmettere via internet.
Foto AFP
La decisione della Paramount, che detiene i diritti della seria, di mettere la parola fine ad uno show che andava avanti dal 1966 rimane, ancora oggi, per i numerosissimi fan sparsi in tutto il mondo, inspiegabile. E ingiusta. Calo degli ascolti, mancanza di soldi...A nulla sono valse costernazione, ira, proteste, petizioni e persino una raccolta di fondi, per oltre 3 milioni di dollari, che sarebbero dovuti servire a rendere possibile un seguito.
Uno dei principali autori, Brannon Braga, disse: "Dopo 750 episodi, c'è bisogno di una pausa (...) lo vedo più come un periodo di gestazione". Ma ai trekker non è bastata questa spiegazione. E allora per far continuare a vivere il fantastico universo creato da Gene Roddenberry, zelanti "volontari" che vogliono mantenere l'Enterprise in rotta "là dove nessun uomo è mai giunto prima" si sono organizzati per autoprodursi. Tra loro anche una delle sceneggiatrici della serie classica, D C Fontana, che ha scritto uno degli episodi prodotti dalla New Voyages, società dilettante che ha già registrato oltre trenta milioni di contatti sul suo sito, e che ha persino "convinto" alcuni attori della serie ad accettare di fare dei cameo negli episodi girati nello Stato di New York.
"Star Trek: Enterprise" è stata la quinta serie televisiva ambientata nell'universo fantascientifico di Star Trek (la sesta, considerando anche la serie animata), un prequel ambientato qualche tempo prima della "serie classica", che dal 1966 al 1969 vide protagonista l'immortale equipaggio comandato dal capitano James T. Kirk, ovvero l'attore canadese William Shatner. Sulla poltrona di comando era salito il meno carismatico capitano Jonathan Archer, interpretato dal veterano dei telefilm made in Usa Scott Bakula, già protagonista del fortunato "Quantum Leap".
Foto AFP
Un compito ingrato non facilitato dal fatto che occorreva dare un'idea di tecnologie più primitive rispetto a quelle ideate dagli sceneggiatori trent'anni fa pur potendo disporre di effetti speciali distanti anni luce da quelli possibili negli anni Sessanta, quando la fase di post-produzione necessaria per fissare sulla pellicola rudimentali raggi laser ed altri effetti luminosi quali il teletrasporto era più lunga delle riprese vere e proprie.
Quindi la decisione. Ascolti bassi e spese alte (4-5 milioni di dollari ad episodio) hanno convinto la produzione che era ora di chiudere i battenti per sempre.
Star Trek addio. Dopo aver raccontato per quasi quarant'anni il futuro, quasi mezzo secolo di storia dalla nuova frontiera di Kennedy fino al post 11 settembre, 700 episodi, che iniziano nel 1966, e 10 film, (la serie classica finisce nel '69, "The Next Generation" comincia nell'87. Poi si sono alternati "Deep Space Nine" (1992-99) e "Voyager" (1995-2001), tutti ambientate nello stesso periodo, Star Trek ha affrontato il crudo presente e ha chiuso i battenti.
La Paramount aveva tuttavia auspicato di poter presentare "un nuovo capitolo di questa serie nel futuro". Che per ora però non è venuto alla luce. E allora i trekker si sono organizzati per far continuare a vivere la leggenda.
Chissà che a fronte di una qualità visiva non eccelsa non saltino fuori storie interessanti