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View Full Version : Chi mi aiuta a capire questa frase di Martin Heidegger..


diafino
19-06-2006, 19:13
Presa da "Dell’origine dell’opera d’arte" di Martin Heidegger

Esser-ci – arte ed opera – verità
Poiché e nella misura in cui l’uomo è storico, il suo essere è l’attendere con cura all’esser-ci. Il “Ci” – essenziale la sua apertità, questa però – in modo conforme alla terra.
Quindi, la necessità [è] l’opera. Ma se la verità accade, l’arte deve essere sempre – o solo a determinate condizioni? Quando? Quando il mutamento nell’essente in quanto oggetto contra-stante – età moderna; se in generale l’essente è da aprire per la prima volta in modo decisivo – antichità; se è da appropriare in un essente in modo essenziale – medioevo.
Il volgersi della necessità, ogni volta diversa, secondo la necessità, ossia secondo la storia, se la storia stessa è la necessità, possibilità dell’esser-ci.

Chi è cosi di anima buona di spiegarmi cosa dice in parole cristiane?

Cisto
20-06-2006, 09:41
I miei ricordi sul rapporto tra filosofia ed estetica sono ormai quasi nulli, però ho trovato questo: http://www.unipa.it/~estetica/download/Heidegger.pdf magari ti può essere utile :-)

diafino
20-06-2006, 10:06
I miei ricordi sul rapporto tra filosofia ed estetica sono ormai quasi nulli, però ho trovato questo: http://www.unipa.it/~estetica/download/Heidegger.pdf magari ti può essere utile :-)

la frase è presa da li :D proprio da quel pdf :D

diafino
20-06-2006, 14:13
up..

è importante :)

excursus
20-06-2006, 16:44
Presa da "Dell’origine dell’opera d’arte" di Martin Heidegger

Esser-ci – arte ed opera – verità
Poiché e nella misura in cui l’uomo è storico, il suo essere è l’attendere con cura all’esser-ci. Il “Ci” – essenziale la sua apertità, questa però – in modo conforme alla terra.
Quindi, la necessità [è] l’opera. Ma se la verità accade, l’arte deve essere sempre – o solo a determinate condizioni? Quando? Quando il mutamento nell’essente in quanto oggetto contra-stante – età moderna; se in generale l’essente è da aprire per la prima volta in modo decisivo – antichità; se è da appropriare in un essente in modo essenziale – medioevo.
Il volgersi della necessità, ogni volta diversa, secondo la necessità, ossia secondo la storia, se la storia stessa è la necessità, possibilità dell’esser-ci.

Chi è cosi di anima buona di spiegarmi cosa dice in parole cristiane?

Ma questi sono solo appunti e annotazioni di Heidegger, quindi ancora più involuti ed ellittici dei testi "ufficiali", e la traduzione non mi sembra molto precisa...
Comunque, a mio parere si può legger così:

Il primo capoverso parla della storicità dell'uomo, ovvero dell'Esserci. L'uomo è un esserci in quanto non si limita semplicemente ad essere, ma è in quanto ha un "ci", ovvero un orizzonte, una situazione in cui è gettato, e questo costituisce la sua storicità. Si fa riferimento anche alla cura, ovvero il compito dell'uomo genuinamente apero all'essere, e non votato al dominio sull'ente (da qui il contrasto terra/mondo).

La seconda parte tratta del rapporto arte - verità. Heidegger come saprai supera il concetto tradizionale di verità come adaequatio in favore di una verità come Ereignis, come evento. Se allora "la verità accade", anche l'arte, che è apertura alla verità, sarà immutabile o condizionata storicamente? E qui sono accennati nel brano tre momenti della storia dell'essere: l'antichità (almeno quella precedente Platone) come apertura originaria all'essere; il medioevo, come costruzione di una metafisica con cui appropriarsi di un essere ridotto a essenza; la modernità, ovvero l'oggettivazione, e quindi il controllo dell'essere (l'ente inteso come oggetto, ob-jectum, Gegen-stand, ovvero ciò che sta di fronte, qui reso con contra-stante).