View Full Version : ECCO A VOI IL NUOVO SEGRETARIO DELLA CAMERA
squadraf
04-06-2006, 18:44
Presidente dell'associazione nessuno tocchi caino, tal sergio d'elia, condannato per l'omicidio dell'agente Dionisi, si ritrova oggi ad essere segretario della Camera.
Non capisco dove ci vogliano portare le sinistre.
Per cortesia, qualcuno mi spieghi il significato della parola "impresentabile", più volte pronunciata nella scorsa campagna elettorale.
tatrat4d
04-06-2006, 18:51
concordo, come sono impresentabili gli associati Mambro e Fioravanti. IMHO :)
Tutti impresentabili, mi domando quando ci si deciderà a fare leggi serie sull'ineleggibilità di persone condannate per determinati reati. Per accettare corruttori e corrotti si accettano anche assassini, la democrazia della delinquenza.
la domanda è: PERCHè????
(ho paura della risposta :rolleyes: )
tatrat4d
04-06-2006, 19:21
Tutti impresentabili, mi domando quando ci si deciderà a fare leggi serie sull'ineleggibilità di persone condannate per determinati reati. Per accettare corruttori e corrotti si accettano anche assassini, la democrazia della delinquenza.
non concordo, per me se qualcuno se li vuole votare ... Ecco, quello è il problema. Come, googlando, è pure un certo problema leggere 1978 come anno del delitto, e 30 come anni di pena. Qualcosa nella mia matematica non torna :rolleyes:
non concordo, per me se qualcuno se li vuole votare ... Ecco, quello è il problema. Come, googlando, è pure un certo problema leggere 1978 come anno del delitto, e 30 come anni di pena. Qualcosa nella mia matematica non torna :rolleyes:
E chi l'ha votato visto che ormai decidono tutto i vertici di partito e l'opinione della base non conta più nulla? Ed una volta eletto per volere di un partito, chi se non lo stesso partito ha deciso per l'assegnazione di una simile carica costituzionale? Qua mi pare che democrazia, voto e volontà popolari c'entrino ben poco, ormai.
Lucrezio
04-06-2006, 19:29
Semplicemente allucinante...
Fichi d'india, altro che banane!
tatrat4d
04-06-2006, 19:31
E chi l'ha votato visto che ormai decidono tutto i vertici di partito e l'opinione della base non conta più nulla? Ed una volta eletto per volere di un partito, chi se non lo stesso partito ha deciso per l'assegnazione di una simile carica costituzionale? Qua mi pare che democrazia, voto e volontà popolari c'entrino ben poco, ormai.
non voti il partito. E, se il partito te lo mette in posizione di lista tale da garantirgli lo scranno, e prende il quoziente necessario ad "arrivare" al suo nome, mi pare che l'elettore non abbia grandi scuse. Non è un problema di legge IMHO.
non voti il partito. E, se il partito te lo mette in posizione di lista tale da garantirgli lo scranno, e prende il quoziente necessario ad "arrivare" al suo nome, mi pare che l'elettore non abbia grandi scuse. Non è un problema di legge IMHO.
Invece secondo me si, perchè vorrei proprio vedere chi è che la vigilia delle elezioni si prende la briga di spulciare in tutti i meandri delle liste per vedere se ci hanno infilato in mezzo qualche personaggio, ammesso che lo stesso abbia nome e cognome immediatamenti riconoscibili, quindi bisognerebbe controllare anche tutti i curricula dei vari componenti. Alla fine ci piazzano più o meno chi vogliono.
indelebile
04-06-2006, 19:37
Presidente dell'associazione nessuno tocchi caino, tal sergio d'elia, condannato per l'omicidio dell'agente Dionisi, si ritrova oggi ad essere segretario della Camera.
Non capisco dove ci vogliano portare le sinistre.
Per cortesia, qualcuno mi spieghi il significato della parola "impresentabile", più volte pronunciata nella scorsa campagna elettorale.
ma che vergogna alla rovescia
Dopo le polemiche sulla sua elezione a segretario alla presidenza di Montecitorio
Camera, D'Elia: ''Non accetto di rimanere ostaggio del mio passato''
L'ex esponente di 'Prima linea' in una lettera a Bertinotti spiega la sua ''parabola felice'': ''Ho pagato con 12 anni di carcere il conto con lo Stato. L'uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto''
Roma, 3 giu. (Adnkronos/Ign) - ''Sono disposto ad accettare anche il giudizio inappellabile di quel severissimo tribunale della storia che è l'opinione pubblica. Quel che non accetto è di rimanere ostaggio perpetuo della memoria, del mio passato e di ciò che ho fatto trent'anni fa''. E' quanto si legge in una lettera che Sergio D'Elia (nella foto), fondatore di 'Nessuno tocchi Caino' e oggi esponente della Rosa nel pugno, ha inviato al presidente della Camera Fausto Bertinotti e ai colleghi deputati in seguito alle polemiche sulla sua elezione a segretario alla presidenza della Camera.
Il parlamentare radicale spiega che la sua elezione ''non è una vergogna'', ma la ''parabola felice di una storia'' di cui lo ''Stato italiano può andare fiero'', perché dimostra che ''l'uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto''. E chi ''vuole cristallizzare la mia vita nell'atto criminale'' di trent'anni fa ''rischia di non cogliere il senso profondo della giustizia, del carcere e della pena descritto dalla nostra Costituzione''.
''Sono stato uno di 'Prima linea', trenta anni fa. Accetto che si dica ancora oggi di me: un 'terrorista di Prima Linea', mi rifiuto però di credere - avverte - che qualcuno pensi davvero che sia il termine giusto, vero o esatto per dire, non solo quello che sono io oggi, ma anche quello che sono stato ieri. La mia identità politica e la mia lotta degli anni Settanta possono forse essere approssimate alle idee 'libertarie' (il che non vuol dire: nonviolente) di un anarchico dell'Ottocento, non certo assimilate al terrorista suicida e omicida degli anni Duemila''.
''Insieme ai miei compagni - comincia il racconto di D'Elia - ero cresciuto con l'idea che fosse possibile cambiare il mondo, tutto e subito'', e ''pensavamo che fosse a portata di mano la realizzazione del paradiso in terra''. ''Ritenemmo la lotta armata come mezzo necessario per accelerarne l'avvento o, comunque, verificarne la probabilità. Una sorta di 'demone della verifica' ci ha spinto all'azione estrema e irreparabile'', spiega.
''Il fine che giustifica i mezzi a cui molti aderivano culturalmente e filosoficamente per noi è stata linea di condotta coerente e pratica. Che fosse vero il contrario, cioè che i mezzi prefigurano i fini - sottolinea ancora D'Elia - per me c'è voluta l'esperienza della lotta armata e del carcere e poi, quand'ero ormai pronto, l'incontro con Marco Pannella''.
''In quegli anni - ricorda - i radicali erano gli unici a non considerarci dei mostri e quando Marco Pannella diceva 'violenti e nonviolenti sono fratelli' capivamo il senso di quelle parole: violenti e nonviolenti avevano in comune la voglia di cambiare l'esistente, senza cedere all'indifferenza e alla rassegnazione. Noi, violenti, con la forza dell'odio; loro, nonviolenti, con la forza del dialogo e dell'amore. Nel momento della rinuncia alla violenza come forma di lotta politica era quindi naturale, volendo mantenere il nostro impegno politico e sociale dalla parte dei più deboli e indifesi, che incontrassimo e ri-conoscessimo il partito del diritto e della nonviolenza''.
''I due anni di lotta armata mi avevano ampiamente dimostrato che la nostra lotta era vana rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati e che le ragioni e le speranze di quella lotta erano andate distrutte dai mezzi usati per affermarle. Avevo accettato interiormente la verità della sconfitta, ancor prima della sua evidenza storica e politica. E quindi aspettavo il momento dell'arresto come un epilogo necessario. Giunse - racconta D'Elia - in una bella giornata di maggio del '78, e fu una liberazione. Personalmente non ho mai sparato a nessuno, anche se è stato solo un caso. Sarebbe potuto accadere a me, esattamente, come è successo a molti miei compagni, con cui ho condiviso tutto, di uccidere e-o essere uccisi. In quegli anni, solo una serie di fortunate circostanze mi hanno impedito di diventare un assassino''.
''Sono stato condannato in base a uno dei postulati della dottrina emergenzialista dell'epoca, per cui il responsabile di un'organizzazione terroristica andava considerato responsabile dei crimini commessi nel territorio in cui operava. Agli occhi dei giudici - spiega D'Elia - non valeva il principio costituzionale della responsabilità penale personale ma quello ben più politico del concorso morale''.
Il fondatore di Nessuno tocchi Caino ricorda che nonostante fosse lontano da Firenze al momento dei fatti e non fosse stato tra gli esecutori o gli ideatori della tentata evasione dal carcere delle Murate, ''ero da considerare a tutti gli effetti responsabile dell'omicidio''. ''Una logica perversa che in futuro non sarebbe più stata applicata'', dice l'esponente della Rosa nel pugno.
''Sono stato condannato in primo grado a trenta anni di carcere, poi ridotti in appello a venticinque, infine dimezzati con l'applicazione della legge sulla dissociazione dal terrorismo e altri benefici di legge. Sono uscito - continua il racconto di D'Elia - dopo aver scontato dodici anni di carcere e, nel 2000, sono stato completamente riabilitato con sentenza del Tribunale di Roma, riabilitazione richiesta dallo stesso procuratore generale e sostenuta anche da decine di lettere di vittime dei miei reati, tra cui quella che mi ha fatto più piacere del capo della Digos di Firenze''.
''Avevamo sciolto Prima Linea nei primi anni Ottanta e, nell'86, insieme a moltissimi miei compagni di detenzione, mi ero iscritto al Partito radicale e, dopo poche settimane, il giudice di sorveglianza mi aveva concesso il permesso di uscire dal carcere per recarmi al congresso del partito, dove mi accolsero tra gli altri Enzo Tortora e Mimmo Modugno, parlamentari e presidenti del partito stesso. Era gennaio del 1987 e, davanti ai congressisti riuniti all'Ergife, consegnai simbolicamente Prima Linea, me stesso e la mia storia violenta, al partito della nonviolenza. Non si trattò di un bagno purificatore, di una catarsi nella folla del popolo radicale. Fu un vero e proprio evento politico: l'approdo definitivo alla democrazia e alle sue regole - scandisce il parlamentare radicale - di chi la democrazia e le sue regole le aveva così tragicamente violate''.
Nel 1993, ricorda ancora D'Elia, ''fondammo Nessuno tocchi Caino con la mia compagna Mariateresa Di Lascia'', ora ''sono stato eletto deputato della Rosa nel pugno al Parlamento italiano assumendo un ruolo anche di responsabilità: credo che sia questo un altro fatto politico che può essere letto, non come la vergogna che denuncia il collega Giovanardi, ma come la parabola felice di una storia, che è storia di cittadinanza democratica e di accoglienza umana e civile di cui, non solo Marco Pannella, ma anche lo Stato italiano può andare fiero... Se ha senso l'articolo 27 della nostra Costituzione, se hanno senso le parole lì scritte sulla rieducazione e il reinserimento sociale del condannato''.
''Se qualcuno, ancora oggi, dopo trenta anni, vuole cristallizzare la mia vita nell'atto criminale di allora (che non ho materialmente commesso) e non tener conto della semplice verità che l'uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto, rischia - ammonisce - di non cogliere il senso profondo della giustizia, del carcere e della pena descritto dalla nostra Costituzione''.
''Ho pagato con 12 anni di carcere il conto che lo Stato e la legge italiana mi hanno presentato per ciò che ho fatto o non fatto. Non sono il solo a ritenere di aver compiutamente e consapevolmente pagato anche l'altrimenti non necessario, il 'sovrapprezzo' dovuto a leggi, tribunali, procedure e regole, opzioni politiche che si imposero come necessarie, carceri e detenzione speciali''.
''Ora, sono disposto ad accettare anche il giudizio inappellabile di quel severissimo tribunale della storia che è l'opinione pubblica. Quel che non accetto - avverte D'Elia - è di rimanere ostaggio erpetuo della memoria, del mio passato e di ciò che ho fatto trenta anni fa''.
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=941451
La Cdl attacca D’Elia: «Terrorista»
L’Unione lo difende: «Ha i requisiti per sedere alla Camera»
Il parlamentarte fece parte dell’azione in cui morì l’agente Dionisi
TORNANO a infiammarsi i rapporti tra i due Poli, questa volta per le nuove critiche mosse dal centrodestra all’elezione, mercoledì scorso, alla carica di segretario di presidenza della Camera, di Sergio D'Elia, esponente della Rosa del pugno e presidente dell'associazione «Nessuno Tocchi Caino», che in gioventù fece parte di Prima Linea e fu condannato per l’azione in cui morì l’agente Fausto Dionisi. La questione, rilanciata nei giorni scorsi soprattutto da Carlo Giovanardi, che ha confermato le sue ragioni anche oggi, viene ripresa da Maurizio Gasparri e da Alfredo Mantovano di An. Il primo dà del «terrorista» all'esponente della Rosa nel Pugno, mentre il secondo chiama in causa la formazione che lo ha portato in Parlamento: «Credo che l’opportunità o meno della presenza di Sergio D’Elia in Parlamento - ha detto l’ex sottosegretario all’Interno - debba essere valutata anzitutto da chi l’ha proposto nelle proprie fila, il quale dovrebbe essere chiamato a spiegare quale sia il senso di questa candidatura». Il centrosinistra stigmatizza le critiche dell’opposizione all’insegna di una considerazione: D’Elia ha scontato la pena inflittagli ed ha compiuto un percorso di riabilitazione morale che lo porta ad avere i requisiti per sedere alla Camera. Quest’ultimo aspetto è sottolineato sia dal minsitro Emma Bonino che dalla radicale Irene Testa: «Sergio D’Elia ha compiuto nel suo percorso dalla militanza giovanile in prima linea, attraverso l’esperienza della detenzione, al determinante impegno, con il Partito Radicale, per i diritti umani e contro la pena di morte nel mondo, attività per cui da anni è conosciuto e stimato nel mondo politico». Percorso ricordato anche da Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera. Franco Grillini, dei Ds, afferma che le polemiche «sono strumentali e rivelatrici di una cultura punitiva e vendicativa della giustizia». Sarebbe quindi, «veramente disumano pensare che un detenuto una volta uscito dal carcere si porti come marchio e come condanna perenne un processo senza fine». E il senatore della Quercia Cesare Salvi, afferma che, proprio a causa di questa sua maturazione e impegno nel sociale, «D’Elia ha tutti i titoli giuridici, politici e morali per svolgere le funzioni alle quali è stato eletto dai cittadini e dal Parlamento». Salvi, peraltro, esprime parole di solidarietà ai familiari dell’agente Dionisi, così come Valdo Spini (Ds), che ha telefonato alla vedova della vittima.
beppegrillo
04-06-2006, 19:38
Il mangano della sinistra, solo che questo lo hanno addirittura dati un posto come segretario della camera :mc:
tatrat4d
04-06-2006, 19:39
Invece secondo me si, perchè vorrei proprio vedere chi è che la vigilia delle elezioni si prende la briga di spulciare in tutti i meandri delle liste per vedere se ci hanno infilato in mezzo qualche personaggio, ammesso che lo stesso abbia nome e cognome immediatamenti riconoscibili, quindi bisognerebbe controllare anche tutti i curricula dei vari componenti. Alla fine ci piazzano più o meno chi vogliono.
insomma, questo non è mica uno sconosciuto. Tra le varie associazioni della "matrioska" radicale NtC è una delle più note. Credo che la maggior parte di chi ha votato la Rosa nel Pugno sapesse chi fosse.
Ma, anche in caso contrario, ossia di mancate precauzioni, evidentemente il "popolo" ha quanto si merita.
Freeride
04-06-2006, 19:40
la domanda è: PERCHè????
(ho paura della risposta :rolleyes: )
Aveva dei crediti e per sdebitarsi gli hanno trovato un posto!
insomma, questo non è mica uno sconosciuto. Tra le varie associazioni della "matrioska" radicale NtC è una delle più note. Credo che la maggior parte di chi ha votato la Rosa nel Pugno sapesse chi fosse.
Ma, anche in caso contrario, ossia di mancate precauzioni, evidentemente il "popolo" ha quanto si merita.
Scusa tatrat4d, ma tu la vigilia delle elezioni sapevi che avrebbro fatto D'Elia sottosegretario della Camera? Sapevi dove l'avevano infilato con il meccanismo della nuova legge elettorale? Io sarò pure un popolano ignorante e poco cauto, ma ho votato RnP senza averne la minima idea, e credo come me molti. Siamo proprio sicuri che sia colpa mia/nostra e non dei vertici dei partiti che ormai controllano e decidono praticamente tutto a priori?
tatrat4d
04-06-2006, 19:47
Scusa tatrat4d, ma tu la vigilia delle elezioni sapevi che avrebbro fatto D'Elia sottosegretario della Camera? Sapevi dove l'avevano infilato con il meccanismo della nuova legge elettorale? Io sarò pure un popolano ignorante e poco cauto, ma ho votato RnP senza averne la minima idea, e credo come me molti. Siamo proprio sicuri che sia colpa mia/nostra e non dei vertici dei partiti che ormai controllano e decidono praticamente tutto a priori?
beh, io per qualche momento avevo mezzopensato di votarli al Senato. Quindi ho letto e fatto un confronto tra i posibili eletti (Intini e Pannella, per la cronaca) e quelli della lista che poi in effetti ho scelto. Sul fatto della carica interna alla Camera, una volta che è lì, non ci vedo poi granchè di che stupirsi. Se non un allargamento della responsabilità ai parlamentari che l'hanno ri-votato.
Scusa tatrat4d, ma tu la vigilia delle elezioni sapevi che avrebbro fatto D'Elia sottosegretario della Camera? Sapevi dove l'avevano infilato con il meccanismo della nuova legge elettorale? Io sarò pure un popolano ignorante e poco cauto, ma ho votato RnP senza averne la minima idea, e credo come me molti. Siamo proprio sicuri che sia colpa mia/nostra e non dei vertici dei partiti che ormai controllano e decidono praticamente tutto a priori?
non è colpa tua infatti.
e hai ragione. sono i partiti che se ne escono con queste trovate.
voti radicale? queste sono le sorpresine :asd:, anche se il tizio ha parzialmente pagato il suo debito
tatrat4d
04-06-2006, 19:50
voti radicale? queste sono le sorpresine :asd:, anche se il tizio ha parzialmente pagato il suo debito
un periodo di tassi assai bassi direi :rolleyes:
indelebile
04-06-2006, 19:51
ho votato rosa nel pugno conosco d'elia per il suo straordinario al partito e a nessuno tocchi caino, non sapevo della sua storia personale, sottolineando che lui materialmente non ha commesso omicidio vorrei sottolineare un passo della sua lettera anche se meriterebbe tutto
Se qualcuno, ancora oggi, dopo trenta anni, vuole cristallizzare la mia vita nell’atto criminale di allora (che non ho materialmente commesso) e non tener conto della semplice verità che l’uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto, rischia di non cogliere il senso profondo della giustizia, del carcere e della pena descritto dalla nostra Costituzione.
In uno Stato di diritto, è bene che il luogo del giudizio sia innanzitutto quello dei tribunali e che il tempo della pena sia stabilito secondo legge e Costituzione.
tatrat4d
04-06-2006, 19:53
ho votato rosa nel pugno conosco d'elia per il suo straordinario al partito e a nessuno tocchi caino, non sapevo della sua storia personale, sottolineando che lui materialmente non ha commesso omicidio vorrei sottolineare un passo della sua lettera anche se meriterebbe tutto
Se qualcuno, ancora oggi, dopo trenta anni, vuole cristallizzare la mia vita nell’atto criminale di allora (che non ho materialmente commesso) e non tener conto della semplice verità che l’uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto, rischia di non cogliere il senso profondo della giustizia, del carcere e della pena descritto dalla nostra Costituzione.
In uno Stato di diritto, è bene che il luogo del giudizio sia innanzitutto quello dei tribunali e che il tempo della pena sia stabilito secondo legge e Costituzione.
certo, per quello che riguarda la sua pena. Oltre a questo, se si presenta alle elezioni, sindaco pure il colore della sua biancheria. Figurati la "fretta di cambiare il mondo" di costui.
Accetto la tua diversa opinione, e, come dicevo ad onisem, credo che tu debba avere il diritto di esercitarla anche col voto. ;)
ho votato rosa nel pugno conosco d'elia per il suo straordinario al partito e a nessuno tocchi caino, non sapevo della sua storia personale, sottolineando che lui materialmente non ha commesso omicidio vorrei sottolineare un passo della sua lettera anche se meriterebbe tutto
Se qualcuno, ancora oggi, dopo trenta anni, vuole cristallizzare la mia vita nell’atto criminale di allora (che non ho materialmente commesso) e non tener conto della semplice verità che l’uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto, rischia di non cogliere il senso profondo della giustizia, del carcere e della pena descritto dalla nostra Costituzione.
In uno Stato di diritto, è bene che il luogo del giudizio sia innanzitutto quello dei tribunali e che il tempo della pena sia stabilito secondo legge e Costituzione.
Credevo fosse stato condannato per omicidio, non ha commesso materialmente un omicidio!?
Freeride
04-06-2006, 19:55
non sapevo della sua storia personale, sottolineando che lui materialmente non ha commesso omicidio
Ottimo, alle prossime elezioni candideranno come premier Sofri! :D
tatrat4d
04-06-2006, 19:56
Credevo fosse stato condannato per omicidio, non ha commesso materialmente un omicidio!?
perchè cambia qualcosa? :mbe:
perchè cambia qualcosa? :mbe:
Certo che cambia, aver militato in un movimento di un certo tipo o aver espresso determinate idee non è la stessa cosa che aver materialmente assassinato qualcuno. Per dirne una vogliamo stilare un piccola lista degli ex appartenenti a Lotta Continua? C'è da morire dal ridere.
tatrat4d
04-06-2006, 19:59
Certo che cambia, aver militato in un movimento di un certo tipo o aver espresso determinate idee non è la stessa cosa che aver materialmente assassinato qualcuno. Per dirne una vogliamo stilare un piccola lista degli ex apparteneti a Lotta Continua?
tutti gli ex LC sono stati condannati a 30 anni?
O di qualsivoglia altra fazione extraparlamentare...
tutti gli ex LC sono stati condannati a 30 anni?
O di qualsivoglia altra fazione extraparlamentare...
No, perchè probabilmente non hanno ammazzato nessuno. Questo qui ha ucciso oppure no qualcuno?
Concorso in omicidio....fai te
http://lanazione.quotidiano.net/chan/firenze:5418139:/2006/06/02:
Concorso in omicidio....fai te
http://lanazione.quotidiano.net/chan/firenze:5418139:/2006/06/02:
Non è che lo stia difendendo, anzi, sia chiaro. Ma siccome c'è chi ha detto che non ha materialmente commesso nessun omicidio volevo ben capire quale sarebbe stato allora il suo ruolo. Non è che se anche avesse fatto il palo meriterebbe la presidenza della Repubblica, mi spiego?
tatrat4d
04-06-2006, 20:05
No, perchè probabilmente non hanno ammazzato nessuno. Questo qui ha ucciso oppure no qualcuno?
ha partecipato all'omicidio, secondo una sentenza definitiva. Poi, la dissertazione tra omicidio materiale e concorso/mandato mi pare di averla fatta già, forse proprio con te :p , ma insommma ...
Capisco un alleggerimento del carico morale (per me non ci dovrebbe essere nemmeno quello) ma il giudizio politico dovrebbe essere quello. Sempre IMHO.
indelebile
04-06-2006, 20:06
Certo che cambia, aver militato in un movimento di un certo tipo o aver espresso determinate idee non è la stessa cosa che aver materialmente assassinato qualcuno. Per dirne una vogliamo stilare un piccola lista degli ex appartenenti a Lotta Continua? C'è da morire dal ridere.
cerchiamo di chiarire il fatto
dionisi è un agente di polizia del carcere di firenze ucciso in un assalto al carcere di firenze per liberare uno di prima linea
d'elia non partecipa materialmente all'attaco ma secondo i giudici era conoscenza del piano di evasione e non fece nulla per impedirlo
http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_Linea
Ottimo, alle prossime elezioni candideranno come premier Sofri! :D
Ma per favore, la condanna di Sofri come mandante d'omocidio era ridicola, e ricicole erano le prove a favore, con numero incongruenze nei capi d'accusa.
Non è il luogo per dibatterne, ma la gente come Sofri e la persona oggetto del forum, ha strapagato per reati d'opinione.
Il massimo che sarebbe stato giusto dare alla gente così sarebbe stata apologia di reato, incitazione all'eversione e robetta del genere, non MANDANTE!
beppegrillo
04-06-2006, 20:28
http://homepage.mac.com/antonio.frena/iblog/C925675068/E20050928214418/Media/Parlamento-pulito.jpg
shambler1
04-06-2006, 21:10
parlamento pulito?
Cosa centra? Quello era contro il na-no mafio-so. Questo qui ormai si sente purificato quindi è come se non avesse ammazzato nessuno.
Vabbè sulle ipocrisie di una sinistra che si scaglia contro gli indagati e nomina alle massime cariche i condannati per terrorismo è inutile anche stare a chiosare.
C'è proprio una discrasia tra idee e realtà in alcuni, tra i criteri severissimi e illiberali che applicano agli altri e l'indulgenza plenaria che applicano ai propri, sono tic che vengono da lontano comunque.
^TiGeRShArK^
04-06-2006, 22:13
Scusa tatrat4d, ma tu la vigilia delle elezioni sapevi che avrebbro fatto D'Elia sottosegretario della Camera? Sapevi dove l'avevano infilato con il meccanismo della nuova legge elettorale? Io sarò pure un popolano ignorante e poco cauto, ma ho votato RnP senza averne la minima idea, e credo come me molti. Siamo proprio sicuri che sia colpa mia/nostra e non dei vertici dei partiti che ormai controllano e decidono praticamente tutto a priori?
appunto...
hai centrao perfettamente la questione.
Dobbiamo ringraziare per l'ennesima volta la PORCATA di legge elettorale voluta dal cdx.
Ovviamente non sono x nulla contento di costui come non ero x nulla contento di avere un premier ke in qualsiasi altro stato europeo sarebbe stato IMPRESENTABILE.
Fosse x me farei una seria legge x l'eleggibilità delle persone.
^TiGeRShArK^
04-06-2006, 22:16
http://homepage.mac.com/antonio.frena/iblog/C925675068/E20050928214418/Media/Parlamento-pulito.jpg
strano però come vi indigniate SOLO ed ESCLUSIVAMENTE quando si parla di impresentabili di csx :muro:
io ho già espresso la mia opinione per TUTTI gli impresentabili...
mi dovessero cadere le palle in questo momento se ho mai letto una dichiarazione simile da certi utenti...:muro:
^TiGeRShArK^
04-06-2006, 22:17
Vabbè sulle ipocrisie di una sinistra che si scaglia contro gli indagati e nomina alle massime cariche i condannati per terrorismo è inutile anche stare a chiosare.
C'è proprio una discrasia tra idee e realtà in alcuni, tra i criteri severissimi e illiberali che applicano agli altri e l'indulgenza plenaria che applicano ai propri, sono tic che vengono da lontano comunque.
ecco appunto...:rolleyes:
esattamente quello ke volevo dire...
facile guardare la pagliuzza nell'okkio del vicino SENZA guardare la trave nel proprio ed essere OBIETTIVI nei giudizi riguardanti gli impresentabili....
Vabbè sulle ipocrisie di una sinistra che si scaglia contro gli indagati e nomina alle massime cariche i condannati per terrorismo è inutile anche stare a chiosare.
C'è proprio una discrasia tra idee e realtà in alcuni, tra i criteri severissimi e illiberali che applicano agli altri e l'indulgenza plenaria che applicano ai propri, sono tic che vengono da lontano comunque.
cazzarola quanti paroloni! :mano:
Ma insomma ci avete rotto i coglioni per 5 anni sulle storture del centrodestra, sugli -accusati- e sugli -indagati-, ora permetterai che diciamo la nostra sui -terroristi condannati-?
Sì può contestare questa maggioranza senza sentirsi rispondere che quelli prima di qua, che quelli prima di la, si o no?
Hai già espresso la tua opinione per tutti gli impresentabili, bene (anche se non si è poi tanto vista), possiamo esprimerla anche noi o no?
Ma insomma ci avete rotto i coglioni per 5 anni sulle storture del centrodestra, sugli -accusati- e sugli -indagati-, ora permetterai che diciamo la nostra sui -terroristi condannati-?
Sì può contestare questa maggioranza senza sentirsi rispondere che quelli prima di qua, che quelli prima di la, si o no?
Hai già espresso la tua opinione per tutti gli impresentabili, bene (anche se non si è poi tanto vista), possiamo esprimerla anche noi o no?
te piacerebbe eh :asd:
majin mixxi
04-06-2006, 22:33
io vieterei la possibilità anche solo di candidarsi a chiunque abbia avuto una condanna per reati penali
Ma insomma ci avete rotto i coglioni per 5 anni sulle storture del centrodestra, sugli -accusati- e sugli -indagati-, ora permetterai che diciamo la nostra sui -terroristi condannati-?ti sei scordato anche i condannati di destra :asd:
Sì può contestare questa maggioranza senza sentirsi rispondere che quelli prima di qua, che quelli prima di la, si o no?
Hai già espresso la tua opinione per tutti gli impresentabili, bene (anche se non si è poi tanto vista), possiamo esprimerla anche noi o no?
fai benissimo tutti siamo indignati, ma non per questo il csx ha superato in questo ambito chi voti orgogliosamente
sergio d'elia
Mi è bastato solo leggere il nome del suo partito per considerarlo invotabile senza se e senza ma
^TiGeRShArK^
04-06-2006, 22:57
Ma insomma ci avete rotto i coglioni per 5 anni sulle storture del centrodestra, sugli -accusati- e sugli -indagati-, ora permetterai che diciamo la nostra sui -terroristi condannati-?
Sì può contestare questa maggioranza senza sentirsi rispondere che quelli prima di qua, che quelli prima di la, si o no?
Hai già espresso la tua opinione per tutti gli impresentabili, bene (anche se non si è poi tanto vista), possiamo esprimerla anche noi o no?
si certo..
è ke non mi pare avervi visto inkazzati x aver avuto x 5 anni un premier impresentabile nello stesso modo in cui io ho detto ke mi fa SKIFO vedere certe persone al governo sia ke siano di un lato ke dall'altro.
tutto qui.
NeSs1dorma
04-06-2006, 23:05
VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!
CONFITEOR
04-06-2006, 23:13
Presidente dell'associazione nessuno tocchi caino, tal sergio d'elia, condannato per l'omicidio dell'agente Dionisi, si ritrova oggi ad essere segretario della Camera.
Non capisco dove ci vogliano portare le sinistre.
Per cortesia, qualcuno mi spieghi il significato della parola "impresentabile", più volte pronunciata nella scorsa campagna elettorale.
Intanto il governo si regge grazie alla compiacenza di berlusconi...
poi ti ricordo che proprio grazie all'assalto che le brigate erre diedero al vecchio sistema polico, berlusconi giunse al potere. :rolleyes:
CONFITEOR
04-06-2006, 23:15
la domanda è: PERCHè????
(ho paura della risposta :rolleyes: )
leggi sopra.
jumpermax
04-06-2006, 23:19
Vorrei capire chi si è indignato nel passato per il teorema del "non poteva non sapere" come può accettare che una persona venga condannata per omicidio se non ha partecipato ne alla pianificazione ne all'azione materiale. La responsabilità penale non dovrebbe essere personale? Punto primo. Punto secondo abbiamo sostenuto per ANNI che un giudice non può sostituirsi alla volontà popolare. Adesso ci si rimangia il discorso? Terzo punto il suo debito con la giustizia l'ha pagato e quanto ha fatto in questi anni lo dimostra. Non vedo per quale motivo non sia un candidato valido, ho più fiducia in lui dei vari Bobo Craxi, Intini, Mastella, Caruso, Bondi, Rotondi, Giovanardi. Non vedo cosa dovrebbe far cambiare il mio giudizio gli errori che ha commesso o meno nel passato. Polemica inutile, demagogica strumentale, ridicola. Come del resto lo era l'iniziativa parlamento pulito. Eppure come al solito le bandieruole che cambiano giudizio a seconda dello schieramento che finisce sotto accusa non mancano...
^TiGeRShArK^
04-06-2006, 23:24
VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!
CVD....:rolleyes:
Strano.. non mi pare di aver MAI letto un tuo post di questa caratura rivolto al nostro caro EX-premier...
alla faccia dell'obiettività.. :rolleyes:
roverello
04-06-2006, 23:29
CVD....:rolleyes:
Strano.. non mi pare di aver MAI letto un tuo post di questa caratura rivolto al nostro caro EX-premier...
alla faccia dell'obiettività.. :rolleyes:
IO l'ho messo in ignore da un pezzo, così risparmio tempo.
Invece ecco qua una lunga lettera che D'Elia ha indirizzato a tutti i colleghi deputati. Andrebbe letta da tutti, anche e soprattutto da chi grida vergogna.
Inoltre mette a punto alcuni post che recano volute inesattezze.
LETTERA DI SERGIO D’ELIA AL PRESIDENTE E AI COLLEGHI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
3 giugno 2006:
LETTERA DI SERGIO D’ELIA AL PRESIDENTE E AI COLLEGHI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Signor Presidente della Camera, colleghe e colleghi deputati,
a seguito delle dichiarazioni rese il 1° giugno 2006 dall’onorevole Giovanardi su di me e sulla mia storia personale e politica, desidero offrire questo mio contributo di conoscenza, che ritengo utile anche al fine di un più generale dibattito sulla giustizia, la civiltà del diritto e il senso della pena nel nostro ordinamento.
Sono stato uno di Prima Linea, trenta anni fa. Accetto che si dica ancora oggi di me: un “terrorista di Prima Linea”, mi rifiuto però di credere che qualcuno pensi davvero che sia il termine giusto, vero o esatto per dire, non solo quello che sono io oggi, ma anche quello che sono stato ieri. La mia identità politica e la mia lotta degli anni Settanta possono forse essere approssimate alle idee “libertarie” (il che non vuol dire: nonviolente) di un anarchico dell’Ottocento, non certo assimilate al terrorista suicida e omicida degli anni Duemila.
Insieme ai miei compagni, ero cresciuto con l’idea che fosse possibile cambiare il mondo, tutto e subito. Subivamo l’effetto di una sorte di frenesia: dopo i volantinaggi alle 6 di mattina davanti alle fabbriche, le proteste organizzate nella mensa degli studenti, i comitati di lotta nei quartieri popolari, pensavamo che fosse a portata di mano la realizzazione del paradiso in terra. Ritenemmo la lotta armata come mezzo necessario per accelerarne l’avvento o, comunque, verificarne la probabilità. Una sorta di “demone della verifica” ci ha spinto all’azione estrema e irreparabile.
Il fine che giustifica i mezzi a cui molti aderivano culturalmente e filosoficamente, per noi è stata linea di condotta coerente e pratica. Che fosse vero il contrario, cioè che i mezzi prefigurano i fini, per me c’è voluta l’esperienza della lotta armata e del carcere e poi, quand’ero ormai pronto, l’incontro con Marco Pannella. Voglio dire che Marco Pannella c’era già, e da una vita, su quella semplice verità; lui era pronto, non ero pronto io e come me, quelli che lui chiamava i “compagni assassini”, che lo avrebbero ri-conosciuto dieci anni dopo.
In quegli anni, i radicali erano gli unici a non considerarci dei mostri e quando Marco Pannella diceva “violenti e nonviolenti sono fratelli” capivamo il senso di quelle parole: violenti e nonviolenti avevano in comune la voglia di cambiare l’esistente, senza cedere all’indifferenza e alla rassegnazione. Noi, violenti, con la forza dell’odio; loro, nonviolenti, con la forza del dialogo e dell’amore.
Nel momento della rinuncia alla violenza come forma di lotta politica era quindi naturale – volendo mantenere il nostro impegno politico e sociale dalla parte dei più deboli e indifesi – che incontrassimo e ri-conoscessimo il partito del diritto e della nonviolenza.
I due anni di lotta armata mi avevano ampiamente dimostrato che la nostra lotta era vana rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati e che le ragioni e le speranze di quella lotta erano andate distrutte dai mezzi usati per affermarle. Avevo accettato interiormente la verità della sconfitta, ancor prima della sua evidenza storica e politica. E quindi aspettavo il momento dell’arresto come un epilogo necessario. Giunse in una bella giornata di maggio del ’78, e fu una liberazione.
Personalmente non ho mai sparato a nessuno, anche se è stato solo un caso. Sarebbe potuto accadere a me, esattamente, come è successo a molti miei compagni, con cui ho condiviso tutto, di uccidere e/o essere uccisi. In quegli anni, solo una serie di – posso dire col senno di poi – fortunate circostanze mi hanno impedito di diventare un assassino.
Sono stato condannato in base a uno dei postulati della dottrina emergenzialista dell’epoca, per cui il responsabile di un’organizzazione terroristica andava considerato responsabile dei crimini commessi nel territorio in cui operava. Agli occhi dei giudici non valeva il principio costituzionale della responsabilità penale personale ma quello ben più politico del concorso morale. E’ agli atti del processo che ero lontano da Firenze al momento del fatto, che non ero stato tra gli ideatori e gli esecutori materiali della tentata evasione dal carcere delle Murate. Ciò nonostante, ero da considerare a tutti gli effetti responsabile dell’omicidio; per l’esattezza, di essere stato a conoscenza del piano di evasione e di non aver fatto nulla per impedirla, l’evasione evidentemente, non l’omicidio, che non era certo l’obiettivo di quell’azione, ma l’esito tragico di un fatto imprevisto. Una logica perversa che in futuro non sarebbe più stata applicata.
Peraltro, durante il dibattimento in aula, avevo sorpreso i miei stessi giudici rivendicando la giustezza del principio del concorso morale come il metodo più adeguato a descrivere le mie responsabilità di dirigente di Prima Linea, le cui azioni mi sono assunto in toto, che le avessi decise o meno, eseguite o meno, sapute o meno. Senza alcun spirito di autodifesa, intendevo evidenziare la contraddizione nella quale poteva cadere - e secondo molti cadde - un tribunale che applicasse in chiave giuridica il principio della responsabilità morale, per non dire chiaramente politica.
Sono stato condannato in primo grado a trenta anni di carcere, poi ridotti in appello a venticinque, infine dimezzati con l’applicazione della legge sulla dissociazione dal terrorismo e altri benefici di legge. Sono uscito dopo aver scontato dodici anni di carcere e, nel 2000, sono stato completamente riabilitato con sentenza del Tribunale di Roma, riabilitazione richiesta dallo stesso procuratore generale e sostenuta anche da decine di lettere di vittime dei miei reati, tra cui quella che mi ha fatto più piacere del capo della Digos di Firenze.
Avevamo sciolto Prima Linea nei primi anni Ottanta e, nell’86, insieme a moltissimi miei compagni di detenzione, mi ero iscritto al Partito radicale e, dopo poche settimane, il giudice di sorveglianza mi aveva concesso il permesso di uscire dal carcere per recarmi al congresso del partito, dove mi accolsero tra gli altri Enzo Tortora e Mimmo Modugno, parlamentari e presidenti del partito stesso. Era gennaio del 1987 e, davanti ai congressisti riuniti all’Ergife, consegnai simbolicamente Prima Linea, me stesso e la mia storia violenta, al partito della nonviolenza. Non si trattò di un bagno purificatore, di una catarsi nella folla del popolo radicale. Fu un vero e proprio evento politico: l’approdo definitivo alla democrazia e alle sue regole di chi la democrazia e le sue regole le aveva così tragicamente violate. Difficilmente un altro partito avrebbe avuto il coraggio di compiere un fatto al tempo stesso così concreto e simbolico.
Nel 1993, con la mia compagna Mariateresa Di Lascia, già deputata radicale e poi autrice del romanzo “Passaggio in ombra”, Premio Strega postumo del ’95, fondammo Nessuno tocchi Caino, l’associazione radicale che in questi anni ha contribuito a 42 tra abolizioni e moratorie della pena di morte che hanno salvato la vita a migliaia di condannati in varie parti del mondo.
Ora, sono stato eletto deputato della Rosa nel Pugno al Parlamento italiano assumendo un ruolo anche di responsabilità: credo che sia questo un altro fatto politico che può essere letto, non come la vergogna che denuncia il collega Giovanardi, ma – forse, anche – come la parabola felice di una storia, che è storia di cittadinanza democratica e di accoglienza umana e civile di cui, non solo Marco Pannella, ma anche lo Stato italiano può andare fiero... se ha senso l’articolo 27 della nostra Costituzione, se hanno senso le parole lì scritte sulla rieducazione e il reinserimento sociale del condannato.
Se qualcuno, ancora oggi, dopo trenta anni, vuole cristallizzare la mia vita nell’atto criminale di allora (che non ho materialmente commesso) e non tener conto della semplice verità che l’uomo della pena può divenire un uomo diverso da quello del delitto, rischia di non cogliere il senso profondo della giustizia, del carcere e della pena descritto dalla nostra Costituzione.
In uno Stato di diritto, è bene che il luogo del giudizio sia innanzitutto quello dei tribunali e che il tempo della pena sia stabilito secondo legge e Costituzione.
Ho pagato con 12 anni di carcere il conto che lo Stato e la legge italiana mi hanno presentato per ciò che ho fatto o non fatto. Non sono il solo a ritenere di aver compiutamente e consapevolmente pagato – in quel periodo per più versi “emergenziale” - anche l’altrimenti non necessario, il “sovrapprezzo” dovuto a leggi, tribunali, procedure e regole, opzioni politiche che si imposero come necessarie, carceri e detenzione speciali. Da libero, mi è accaduto anche di scontare la pena extra-giudiziale e per me pesantissima che il tribunale della vita, il destino, mi ha voluto riservare con la morte di Mariateresa, uccisa a quaranta anni da un male improvviso e incurabile, sicché ho dovuto far fronte al mio impegno morale, civile e umano inizialmente più solo e poi, grazie a tanti anche di voi, colleghe e colleghi, a portarlo avanti fino al punto in cui siamo di una decisione - ormai prossima, credo - della Assemblea Generale delle Nazioni Unite a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitali .
Ora, sono disposto ad accettare anche il giudizio inappellabile di quel severissimo tribunale della storia che è l’opinione pubblica. Quel che non accetto è di rimanere ostaggio perpetuo della memoria, del mio passato e di ciò che ho fatto trenta anni fa.
Signor Presidente della Camera, colleghe e colleghi deputati,
grazie per la attenzione e – ne sono certo - le riflessioni che vorrete dedicare a queste mie considerazioni.
Sergio D’Elia,
NeSs1dorma
04-06-2006, 23:34
Sono solo compagni che sbagliano, o che hanno sbagliato! :asd: :asd: :asd:
Che pagliacci!
bombolo2
04-06-2006, 23:39
e i cellerini fascisti nel 68 PICCHIAVANO I COMUNISTI :D
[tono sarcastico se non capite la battuta non e' colpa mia]
Lorenzaccia
04-06-2006, 23:42
''Insieme ai miei compagni - comincia il racconto di D'Elia - ero cresciuto con l'idea che fosse possibile cambiare il mondo, tutto e subito'', e ''pensavamo che fosse a portata di mano la realizzazione del paradiso in terra''. ''Ritenemmo la lotta armata come mezzo necessario per accelerarne l'avvento o, comunque, verificarne la probabilità. Una sorta di 'demone della verifica' ci ha spinto all'azione estrema e irreparabile'', spiega. ''Il fine che giustifica i mezzi a cui molti aderivano culturalmente e filosoficamente per noi è stata linea di condotta coerente e pratica. Che fosse vero il contrario, cioè che i mezzi prefigurano i fini - sottolinea ancora D'Elia - per me c'è voluta l'esperienza della lotta armata e del carcere e poi, quand'ero ormai pronto, l'incontro con Marco Pannella''. ''In quegli anni - ricorda - i radicali erano gli unici a non considerarci dei mostri e quando Marco Pannella diceva 'violenti e nonviolenti sono fratelli' capivamo il senso di quelle parole: violenti e nonviolenti avevano in comune la voglia di cambiare l'esistente, senza cedere all'indifferenza e alla rassegnazione. Noi, violenti, con la forza dell'odio; loro, nonviolenti, con la forza del dialogo e dell'amore. Nel momento della rinuncia alla violenza come forma di lotta politica era quindi naturale, volendo mantenere il nostro impegno politico e sociale dalla parte dei più deboli e indifesi, che incontrassimo e ri-conoscessimo il partito del diritto e della nonviolenza''. ''I due anni di lotta armata mi avevano ampiamente dimostrato che la nostra lotta era vana rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati e che le ragioni e le speranze di quella lotta erano andate distrutte dai mezzi usati per affermarle. Avevo accettato interiormente la verità della sconfitta, ancor prima della sua evidenza storica e politica. E quindi aspettavo il momento dell'arresto come un epilogo necessario. Giunse - racconta D'Elia - in una bella giornata di maggio del '78, e fu una liberazione. Personalmente non ho mai sparato a nessuno, anche se è stato solo un caso. Sarebbe potuto accadere a me, esattamente, come è successo a molti miei compagni, con cui ho condiviso tutto, di uccidere e-o essere uccisi. In quegli anni, solo una serie di fortunate circostanze mi hanno impedito di diventare un assassino''.
Mi dispiace per D’Elia, ma le sue ragioni, e più in generale quelle del terrorismo, non mi convincono per niente, perché ritengo la discriminante della nonviolenza, come mezzo per il raggiungimento di un obiettivo etico, sia esso personale o collettivo, cruciale.
Ritengo anche che in uno stato di diritto, come quello in cui viviamo oggi, la libertà sia libertà nelle regole, o meglio in certe regole fondamentali, al di fuori delle quali c’è solo arbitrio, il quale come vale per uno vale per tutti, per cui la libertà politica non esisterebbe più, sostituita solo dal caos e dalla guerra di tutti contro tutti.
Oggi il dibattito non verte più, come nei secoli scorsi, sulla liceità o meno di opporre resistenza ad obbligazioni sentite moralmente ingiuste e in contrasto con i propri principi, poiché questa è senz’altro ammessa (ad es. i casi che dall’obbedienza passiva e dall’obiezione di coscienza vanno fino alla disobbedienza civile, con esclusione delle forme di resistenza attiva e violenta che aprono la strada alla rivoluzione); così come la contestazione dell’ordine costituito, del potere e dei modelli culturali che stanno alla base della società è un fatto di cui il ‘900 è stato testimone. Verte invece sulle tecniche e i modi per realizzare il rifiuto di uno o più precetti del sistema o addirittura di tutto il sistema nel suo complesso.
I due più grandi movimenti di resistenza che si sono snodati nel corso del secolo scorso, cioè marxismo-leninismo e gandhismo, avevano entrambi lo scopo di sovvertire il sistema e, per quest’ultimo, estromettere dal territorio una potenza straniera ritenuta ostile ed imperialista; ma le tecniche di cui si servivano erano profondamente diverse e ne orientavano l’azione verso la violenza (i primi) o la nonviolenza (i secondi). Il fatto di stare agendo per un ideale ritenuto supremo faceva sì che, per i rivoluzionari leninisti, la violenza, che individualmente non veniva ammessa, lo era però a livello collettivo. Viceversa, una delle caratteristiche dell’etica gandhiana è proprio quella di non ammettere alcuna differenza tra ciò che è lecito all’individuo e ciò che è lecito al gruppo organizzato. Alla fine quello che Marx disse dello Stato borghese, cioè che è “violenza organizzata”, lo si può attribuire pari pari anche ai movimenti d’ispirazione leninista che ad esso si sono rifatti, pur storpiandone il pensiero (famosa è la frase di Marx: “per quanto mi riguarda, io non sono marxista”).
Ma, e qui sta la domanda, può creare regole giuste, può tutelare le libertà individuali e i diritti civili, politici e sociali una società che si è costruita attraverso la violenza, la lotta armata, l’utilizzo sistematico di mezzi straordinari, come la liceità di uccidere chi si considera nemico? Io non credo proprio. E allora l’utilizzo della nonviolenza diventa più produttivo per il fatto che soltanto una società che nasce dalla nonviolenza sarà a sua volta nonviolenta, mentre una società che nasce dalla violenza non potrà fare a meno di essa per conservarsi. Quindi la nonviolenza è uno strumento che serve meglio della violenza al raggiungimento dello scopo ultimo, cioè una società più libera e più giusta, senza né oppressi né oppressori, a cui peraltro tende anche il rivoluzionario che usa la violenza, come dice D’Elia stesso nell’articolo.
Vorrei capire chi si è indignato nel passato per il teorema del "non poteva non sapere" come può accettare che una persona venga condannata per omicidio se non ha partecipato ne alla pianificazione ne all'azione materiale. La responsabilità penale non dovrebbe essere personale? Punto primo. Punto secondo abbiamo sostenuto per ANNI che un giudice non può sostituirsi alla volontà popolare. Adesso ci si rimangia il discorso? Terzo punto il suo debito con la giustizia l'ha pagato e quanto ha fatto in questi anni lo dimostra. Non vedo per quale motivo non sia un candidato valido, ho più fiducia in lui dei vari Bobo Craxi, Intini, Mastella, Caruso, Bondi, Rotondi, Giovanardi. Non vedo cosa dovrebbe far cambiare il mio giudizio gli errori che ha commesso o meno nel passato. Polemica inutile, demagogica strumentale, ridicola. Come del resto lo era l'iniziativa parlamento pulito. Eppure come al solito le bandieruole che cambiano giudizio a seconda dello schieramento che finisce sotto accusa non mancano...
Capisco il tuo ragionamento e potrei anche essere d'accordo.
pero' penso che la politica , soprattutto in questo periodo difficile , abbia bisogno della massima trasparanza. ossia che chi l'abbraccia , non abbia macchie... vabbeh che a sto modo il Cdx sarebbe decimato :d e chi ci rimane? vabbeh..comunque... imho ... e' cosi'...
Ciaozzz
IO l'ho messo in ignore da un pezzo, così risparmio tempo.
Invece ecco qua una lunga lettera che D'Elia ha indirizzato a tutti i colleghi deputati. Andrebbe letta da tutti, anche e soprattutto da chi grida vergogna.
Inoltre mette a punto alcuni post che recano volute inesattezze.
Ma infatti la vergogna non è del D'Elia, che ha scontato la sua pena è un uomo libero e ha diritto a vivere la sua vita.
[anche se come qualcuno ha fatto notare nella lettera non cita neanche una volta le vittime dell'atto per cui è stato condannato e i toni in cui descrive quelle azioni sono al limite del romanzato]
La vergogna è di chi strumentalmente brandisce la clava giustizialista e moralista contro gli avversari, colpevoli [addirittura] di essere "indagati" e "pluriaccusati", mentre con i propri compagni (termine più che mai felice) si dimostra pronto ad una completa e rapida indulgenza.
E' questa la vergogna anche se naturalmente chi la porta non accetta di ammetterla, perchè vorrebbe dire accettare che i propri giudizi sono dettati da logiche puramente tifose e non da una presunta (presuntissima) morale o menchemeno ragione politica.
jumpermax
05-06-2006, 00:14
Capisco il tuo ragionamento e potrei anche essere d'accordo.
pero' penso che la politica , soprattutto in questo periodo difficile , abbia bisogno della massima trasparanza. ossia che chi l'abbraccia , non abbia macchie... vabbeh che a sto modo il Cdx sarebbe decimato :d e chi ci rimane? vabbeh..comunque... imho ... e' cosi'...
Ciaozzz
la trasparenza direi che c'è in pieno. E' l'assenza di macchie che trovo incomprensibile. C'è scritto che la pena deve riabilitare il detenuto? Il suo è un esempio di funzionamento del sistema, mi pare che il concetto l'abbia capito molto bene. E dopo che il debito l'ha pagato e si è rifatto una vita che altro vogliamo aggiungere? Mi spiace io ho molta meno fiducia in altra gente per quello che è adesso non riesco proprio a comprendere che senso abbia praticamente discriminare per queste cose. Predica ancora la lotta armata? ha posizioni ambigue nel giudizio che da su quegli anni? C'è qualche motivo per ritenere che la sua posizione non sia sincera? Non riesco proprio a vederci non dico un caso, manco un pretesto....
jumpermax
05-06-2006, 00:16
Ma infatti la vergogna non è del D'Elia, che ha scontato la sua pena è un uomo libero e ha diritto a vivere la sua vita.
[anche se come qualcuno ha fatto notare nella lettera non cita neanche una volta le vittime dell'atto per cui è stato condannato e i toni in cui descrive quelle azioni sono al limite del romanzato]
La vergogna è di chi strumentalmente brandisce la clava giustizialista e moralista contro gli avversari, colpevoli [addirittura] di essere "indagati" e "pluriaccusati", mentre con i propri compagni (termine più che mai felice) si dimostra pronto ad una completa e rapida indulgenza.
E' questa la vergogna anche se naturalmente chi la porta non accetta di ammetterla, perchè vorrebbe dire accettare che i propri giudizi sono dettati da logiche puramente tifose e non da una presunta (presuntissima) morale o menchemeno ragione politica.
Bene quindi immagino che tu che come me ti sei sempre schierato contro la clava giustizialista non mancherai di difendere D'Elia nel resto della discussione... non vorrei che qualcuno pensasse che i tuoi giudizi sono dettati da logiche pureamente tifose e non da una presunta (presuntissima) morale o menchemeno ragione politica... :D
la trasparenza direi che c'è in pieno. E' l'assenza di macchie che trovo incomprensibile. C'è scritto che la pena deve riabilitare il detenuto? Il suo è un esempio di funzionamento del sistema, mi pare che il concetto l'abbia capito molto bene. E dopo che il debito l'ha pagato e si è rifatto una vita che altro vogliamo aggiungere? Mi spiace io ho molta meno fiducia in altra gente per quello che è adesso non riesco proprio a comprendere che senso abbia praticamente discriminare per queste cose. Predica ancora la lotta armata? ha posizioni ambigue nel giudizio che da su quegli anni? C'è qualche motivo per ritenere che la sua posizione non sia sincera? Non riesco proprio a vederci non dico un caso, manco un pretesto....
ho capito .
chiarisco il concetto :D un detenuto riabilitato , imho , ha diritto ad avere una vita normale.
Pero' c'e' il problema della fedina penale sporca. che rimane o no ?
ecco..secondo me in politica dovrebbero entrarci e restarci solo persone con fedina penale totalmente pulita , linda , luccicante come il cranio di galliani :D.
Perche' in questo periodo di scarsa fiducia , da parte del popolo , nelle istituzioni , io non voglio avere nessun dubbio su chi mi governa. nessuno nessuno ( vabbeh in linea di principio potrei avere maggiori dubbi verso persone "linde"..ma non divaghiamo :D ).
Ossia , un politico mi deve presentare il suo biglietto da visita completamente esente da denunce e condanne.
tutto qui.
Ciaozzz
roverello
05-06-2006, 00:42
la trasparenza direi che c'è in pieno. E' l'assenza di macchie che trovo incomprensibile. C'è scritto che la pena deve riabilitare il detenuto? Il suo è un esempio di funzionamento del sistema, mi pare che il concetto l'abbia capito molto bene. E dopo che il debito l'ha pagato e si è rifatto una vita che altro vogliamo aggiungere? Mi spiace io ho molta meno fiducia in altra gente per quello che è adesso non riesco proprio a comprendere che senso abbia praticamente discriminare per queste cose. Predica ancora la lotta armata? ha posizioni ambigue nel giudizio che da su quegli anni? C'è qualche motivo per ritenere che la sua posizione non sia sincera? Non riesco proprio a vederci non dico un caso, manco un pretesto....
Sono d'accordo con te, ogni tanto.
Il problema sta nella visione della funzione della pena: riabilitativa o vendicativo/forcaiola.
Chi non crede alla funzione riabilitativa ha certamente difficoltà ad accettare il concetto che una volta espiata la pena che un tribunale gli ha irrorato, la persona ha diritto di farsi una vita.
Vabbeh, dai... Ma in fondo che ha fatto... Ha solo chiuso gli occhi mentre qualcuno andava a liberare un suo compagno dal carcere, in carcere ingiustamente, e ci è scappato il morto... So' ragazzi... :sofico:
Ora daranno anche la grazia ad altri compagni... (mi raccomando, solo di csx)
Poi amnistia (mi raccomando, non indulto, perchè con l'indulto non si cancella la fedina penale e non sia mai che qualche amichetto rimanga con la fedina penale sporca)...
E poi... ???
Mah...
Killer Application
07-06-2006, 21:26
Tralasciando il fatto che chi è stato condannato per 3 gradi di giudizio è inutile dire ma lui era solo 1 invece 2 era corrotto e gli altri sapevano ecc. E stato condannato ergo è colpevole, la magistratura esiste per questo.
ho capito .
chiarisco il concetto :D un detenuto riabilitato , imho , ha diritto ad avere una vita normale.
Pero' c'e' il problema della fedina penale sporca. che rimane o no ?
ecco..secondo me in politica dovrebbero entrarci e restarci solo persone con fedina penale totalmente pulita , linda , luccicante come il cranio di galliani :D.
Perche' in questo periodo di scarsa fiducia , da parte del popolo , nelle istituzioni , io non voglio avere nessun dubbio su chi mi governa. nessuno nessuno ( vabbeh in linea di principio potrei avere maggiori dubbi verso persone "linde"..ma non divaghiamo :D ).
Ossia , un politico mi deve presentare il suo biglietto da visita completamente esente da denunce e condanne.
tutto qui.
Ciaozzz
c'è un piccolo dettaglio, che se un giudice estremista decide di farti condannare e quindi eliminarti dalla politica lo puo fare tranquillamente visto che lui prende uno stipendio per condannare mentre un cittadino o è ricco e puo difendersi o non puo e quindi è out.
siluro85
07-06-2006, 21:55
per fortuna è andata su il csx...almeno adesso il parlamento è pulito dai mafiosi e dai delinquenti.....di dx.........
avanti popolo!!!scusate ma se vado in piazza...metto una bomba la faccio esplodere...scappo con una bandiera rossa a spalle...mi faccio un soggiorno privato nelle carceri italiane...e poi vado in parlamento?
W IL CSX!!!!
domani sentirete parlare di me.... :Prrr:
CONFITEOR
08-06-2006, 03:07
la trasparenza direi che c'è in pieno. E' l'assenza di macchie che trovo incomprensibile. C'è scritto che la pena deve riabilitare il detenuto? Il suo è un esempio di funzionamento del sistema, mi pare che il concetto l'abbia capito molto bene. E dopo che il debito l'ha pagato e si è rifatto una vita che altro vogliamo aggiungere? Mi spiace io ho molta meno fiducia in altra gente per quello che è adesso non riesco proprio a comprendere che senso abbia praticamente discriminare per queste cose. Predica ancora la lotta armata? ha posizioni ambigue nel giudizio che da su quegli anni? C'è qualche motivo per ritenere che la sua posizione non sia sincera? Non riesco proprio a vederci non dico un caso, manco un pretesto....
ammissibile e opportuno sono concetti diversi.
ok che si reinserisca, non che diriga le istituzione...
MA, a ben vedere, il terrorismo italiano è sempre stato istituzionale...
Assolutamente contrario non alla sua elezione di segretario ma proprio alla sua presenza in parlamento, chi ha subito sentenze passate in giudicato per reati contro il patrimonio o la persona, non deve neanche essere eletto a consigliere comunale di Poggibonsi. :muro:
zerothehero
08-06-2006, 21:05
Assolutamente contrario non alla sua elezione di segretario ma proprio alla sua presenza in parlamento, chi ha subito sentenze passate in giudicato per reati contro il patrimonio o la persona, non deve neanche essere eletto a consigliere comunale di Poggibonsi. :muro:
Non sono d'accordo e non capisco questo accanimento contro quel deputato.
Ha scontato la pena?
Non ha interdizione dai pubblici uffici o altro?
E allora può stare in parlamento, visto che non trovo corretto sovrapporre il piano giudiziario con quello politico.
Manco fosse il primo mandante di omicidio che si trova in parlamento..la storia ne è piena.. :fagiano:
zerothehero
08-06-2006, 21:08
Vabbeh, dai... Ma in fondo che ha fatto... Ha solo chiuso gli occhi mentre qualcuno andava a liberare un suo compagno dal carcere, in carcere ingiustamente, e ci è scappato il morto... So' ragazzi... :sofico:
Ora daranno anche la grazia ad altri compagni... (mi raccomando, solo di csx)
Poi amnistia (mi raccomando, non indulto, perchè con l'indulto non si cancella la fedina penale e non sia mai che qualche amichetto rimanga con la fedina penale sporca)...
E poi... ???
Mah...
Elia la sua pena se l'è scontata.. :D ..quindi al massimo arrabbiati con la ventilata grazia a Sofri a cui si vuole dar qualcosa che lui stesso non ha mai chiesto..in modo quindi irrituale e contro ogni consuetudine e prassi..
CONFITEOR
09-06-2006, 07:22
Assolutamente contrario non alla sua elezione di segretario ma proprio alla sua presenza in parlamento, chi ha subito sentenze passate in giudicato per reati contro il patrimonio o la persona, non deve neanche essere eletto a consigliere comunale di Poggibonsi. :muro:
l'interdizione o la non elegibilità fanno parte della pena, se non ci sono non ci sono,
differente è l'opportunità di metterlo in lista o nominarlo a cariche.
un favore fatto a berlusconi....che a sua volta ne ha fatti tanti all'unione...
Ma in fondo i terroristi hanno fatto il loro dovere, ricompensati con libertà e prebende,
Tu che ti scandalizzi tanto, veramente pensi che il resto dello stato sia innocente?
CONFITEOR
09-06-2006, 07:25
per fortuna è andata su il csx...almeno adesso il parlamento è pulito dai mafiosi e dai delinquenti............di dx.........
avanti popolo!!!scusate ma se vado in piazza...metto una bomba la faccio esplodere...scappo con una bandiera rossa a spalle...mi faccio un soggiorno privato nelle carceri italiane...e poi vado in parlamento?
W IL CSX!!!!
domani sentirete parlare di me.... :Prrr:
la bandiera va bene anche nera.....
le istituzioni italiane, TUTTE, è degli onesti che hanno timore...
a Sofri a cui si vuole dar qualcosa che lui stesso non ha mai chiesto..in modo quindi irrituale e contro ogni consuetudine e prassi..
E che gli farà perdere, di fatto, visibilità politica, dato che lui era quello che era nelle menti di tutti proprio perchè "parlava dal carcere" :D
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