bluelake
04-06-2006, 16:01
Sono passati 17 anni da quando le nostre televisioni ci hanno mostrato quello studente, solo davanti ad un carro armato, scena che chiudeva simbolicamente la protesta studentesca contro il regime dittatoriale cinese.
La memoria umana, per sua natura, è labile... tende a rimuovere, a dimenticare, a minimizzare le cose brutte, le cose terribili che accadono. A giustificarle anche, mascherandosi dietro ai pretesti che di volta in volta tornano utili per il proprio interesse... rinunciando anche a quelli che tutti gli stati del mondo hanno chiamato "diritti fondamentali dell'uomo"... che poi si riassumono nell'unico diritto ad essere se' stessi, con i propri pensieri, sentimenti, paure, speranze, idee. Sta nascendo una nuova generazione, che quei fatti non li ha visti con i propri occhi, ma può solo sentirne parlare... allora parliamogliene, perché se noi (parlo da trentenne, che all'epoca di Tien-an-men di anni ne aveva 13) teniamo per noi il ricordo di quello che abbiamo vissuto senza dividerlo, rischiamo che loro tra qualche anno compiano poi gli stessi sbagli... che anche per loro il puro interesse per il proprio presente oscuri il ricordo, e li porti a cadere nei soliti errori dei loro "padri".
Il mio personale ricordo di quelle immagini, di quegli avvenimenti, è legato alle parole di una canzone:
Luna piena a Tien An Men,
stai con me, di cos'hai paura
di un soldato che beve il tè,
e si fa le foto,
sul cannone di un carro armato,
tutto il mondo ci guarda ormai,
e il governo non vuole guai,
fanno i duri ma tremano,
abbracciami.
Fra un anno sarò ingegnere,
porterò mio padre in città, piangeremo dal ridere,
lui crede ancora,
che sia come ventanni fa,
biciclette e bandiere al sole,
con la gente vestita uguale,
noi cambiamo le regole,
da adesso in poi.
Giuro che il futuro è vita,
questa è la città proibita,
ma i ragazzi non sbagliano,
siamo più di un miliardo, sai.
Giuro che non siamo pazzi,
giuro che non siamo eroi,
gli eroi muoiono giovani,
non è quel che vogliamo noi,
noi vogliamo volare oltre quella muraglia, prima di essere vecchi
che ci passi la voglia,
non pioverà su questa piazza,
quelli là sono lampi di caldo,
temporali che scoppiano,
che scappano
sopra il riso e le fabbriche,
generali è domani ormai
e il domani qui siamo noi,
che cambiamo le regole,
da adesso in poi.
Ma quei fari,
che girano
come mai, anche i cani han paura, e le radio non suonano.
Perché i soldati,
sono in piedi e non ridono più,
questo vento di polvere,
sulla luna di Tien An Men,
cosa sta per succedere,
abbracciami.
sperando che ancora una volta la musica e la poesia abbattano le barriere del tempo, per non dimenticare mai chi è morto non per depressione, per criminalità o quant'altro, ma per fare in modo di poter essere se' stesso, e consentire ad altri milioni di persone di poterlo essere.
La memoria umana, per sua natura, è labile... tende a rimuovere, a dimenticare, a minimizzare le cose brutte, le cose terribili che accadono. A giustificarle anche, mascherandosi dietro ai pretesti che di volta in volta tornano utili per il proprio interesse... rinunciando anche a quelli che tutti gli stati del mondo hanno chiamato "diritti fondamentali dell'uomo"... che poi si riassumono nell'unico diritto ad essere se' stessi, con i propri pensieri, sentimenti, paure, speranze, idee. Sta nascendo una nuova generazione, che quei fatti non li ha visti con i propri occhi, ma può solo sentirne parlare... allora parliamogliene, perché se noi (parlo da trentenne, che all'epoca di Tien-an-men di anni ne aveva 13) teniamo per noi il ricordo di quello che abbiamo vissuto senza dividerlo, rischiamo che loro tra qualche anno compiano poi gli stessi sbagli... che anche per loro il puro interesse per il proprio presente oscuri il ricordo, e li porti a cadere nei soliti errori dei loro "padri".
Il mio personale ricordo di quelle immagini, di quegli avvenimenti, è legato alle parole di una canzone:
Luna piena a Tien An Men,
stai con me, di cos'hai paura
di un soldato che beve il tè,
e si fa le foto,
sul cannone di un carro armato,
tutto il mondo ci guarda ormai,
e il governo non vuole guai,
fanno i duri ma tremano,
abbracciami.
Fra un anno sarò ingegnere,
porterò mio padre in città, piangeremo dal ridere,
lui crede ancora,
che sia come ventanni fa,
biciclette e bandiere al sole,
con la gente vestita uguale,
noi cambiamo le regole,
da adesso in poi.
Giuro che il futuro è vita,
questa è la città proibita,
ma i ragazzi non sbagliano,
siamo più di un miliardo, sai.
Giuro che non siamo pazzi,
giuro che non siamo eroi,
gli eroi muoiono giovani,
non è quel che vogliamo noi,
noi vogliamo volare oltre quella muraglia, prima di essere vecchi
che ci passi la voglia,
non pioverà su questa piazza,
quelli là sono lampi di caldo,
temporali che scoppiano,
che scappano
sopra il riso e le fabbriche,
generali è domani ormai
e il domani qui siamo noi,
che cambiamo le regole,
da adesso in poi.
Ma quei fari,
che girano
come mai, anche i cani han paura, e le radio non suonano.
Perché i soldati,
sono in piedi e non ridono più,
questo vento di polvere,
sulla luna di Tien An Men,
cosa sta per succedere,
abbracciami.
sperando che ancora una volta la musica e la poesia abbattano le barriere del tempo, per non dimenticare mai chi è morto non per depressione, per criminalità o quant'altro, ma per fare in modo di poter essere se' stesso, e consentire ad altri milioni di persone di poterlo essere.