Ewigen
29-05-2006, 20:55
GUATEMALA 29/5/2006 18.03
ALTO COMMISSARIO ONU: “DISUGUAGLIANZE E IMPUNITÀ, TEMI IRRISOLTI”
[PIME] “È preoccupante la debolezza dello Stato per prevenire, investigare e sanzionare gli atti di violenza e per varare politiche pubbliche capaci di ridurre la povertà, la discriminazione e la mancanza di opportunità per i guatemaltechi”: lo ha detto l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Louise Arbour, concludendo una visita nel paese con una cerimonia nel villaggio indigeno di Rabinal in omaggio alle migliaia di civili massacrati dall’esercito durante la guerra civile (19860-’96). “La persistente cultura dell’impunità ha fatto sì che restino ancora pendenti non solo le inchieste su gravi violazioni compiute negli anni del conflitto, ma anche su quanto accade oggi” ha proseguito Arbour in riferimento all’aumento degli omicidi indiscriminati salito nel 2005 a 5.338 morti a cui si aggiungono i 2.477 contati solo dall’inizio di quest’anno. “Il fenomeno delle ‘pandillas’ (bande criminali giovanili) è oggi in primo piano ma la mancanza di verifiche e analisi affidabili sul loro impatto sulla sicurezza, comporta una marcata tendenza delle autorità e della società ad attribuire loro qualsiasi episodio di violenza” ha sottolineato l’inviata Onu. Tra le raccomandazioni rivolte al governo, Arbour ha messo in evidenza la necessità di una riforma del sistema giudiziario e della polizia nazionale: “Gli accordi di pace (del ’96, ndr) avevano creato aspettative, ma i risultati sono stati scarsi; disuguaglianza e insicurezza continuano mentre cresce la disillusione dei guatremaltechi” ha concluso l’Altro commissario Onu.
ALTO COMMISSARIO ONU: “DISUGUAGLIANZE E IMPUNITÀ, TEMI IRRISOLTI”
[PIME] “È preoccupante la debolezza dello Stato per prevenire, investigare e sanzionare gli atti di violenza e per varare politiche pubbliche capaci di ridurre la povertà, la discriminazione e la mancanza di opportunità per i guatemaltechi”: lo ha detto l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Louise Arbour, concludendo una visita nel paese con una cerimonia nel villaggio indigeno di Rabinal in omaggio alle migliaia di civili massacrati dall’esercito durante la guerra civile (19860-’96). “La persistente cultura dell’impunità ha fatto sì che restino ancora pendenti non solo le inchieste su gravi violazioni compiute negli anni del conflitto, ma anche su quanto accade oggi” ha proseguito Arbour in riferimento all’aumento degli omicidi indiscriminati salito nel 2005 a 5.338 morti a cui si aggiungono i 2.477 contati solo dall’inizio di quest’anno. “Il fenomeno delle ‘pandillas’ (bande criminali giovanili) è oggi in primo piano ma la mancanza di verifiche e analisi affidabili sul loro impatto sulla sicurezza, comporta una marcata tendenza delle autorità e della società ad attribuire loro qualsiasi episodio di violenza” ha sottolineato l’inviata Onu. Tra le raccomandazioni rivolte al governo, Arbour ha messo in evidenza la necessità di una riforma del sistema giudiziario e della polizia nazionale: “Gli accordi di pace (del ’96, ndr) avevano creato aspettative, ma i risultati sono stati scarsi; disuguaglianza e insicurezza continuano mentre cresce la disillusione dei guatremaltechi” ha concluso l’Altro commissario Onu.