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View Full Version : giornata dell'africa:"ribaltare percezione negativa del continente"


Ewigen
28-05-2006, 11:58
28/5/2006 11.01
GIORNATA DELL'AFRICA: "RIBALTARE LA PERCEZIONE NEGATIVA DEL CONTINENTE"

[PIME] “Molti progressi positivi, in materia di sviluppo socioeconomico, politico, religioso e culturale” sono avvenuti in Africa, ma se ne è detto poco, lasciando ancora spazio a quanti descrivono l’Africa come un “continente nero con poca civiltà”. È per questo che l’Omanhene o capo supremo dell’area tradizionale di Edina, Nana Kodwo Condua VI – in occasione della cerimonia di ‘akwaaba’ o benvenuto ai membri dell’Associazione letteraria africana (Ana) convenuti ad Accra per il loro 32° convegno annuale – ha invitato gli scrittori africani a ribaltare la percezione negativa dell’Africa attraverso i propri scritti e le proprie opere letterarie. “È giunto il tempo che gli africani raccontino la propria storia senza dipendere dalla percezione altrui” ha ribadito Nana Condua, esortando i presenti a valorizzare la letteratura africana. L’invito dell’Omanhene è stato accolto da molti dei presenti che, nelle loro dichiarazioni finali, hanno assicurato che contribuiranno a sostenere il continente nella sua lotta per un vero e proprio affrancamento dall’influenza straniera.

Ewigen
28-05-2006, 22:11
AFRICA 28/5/2006 11.40
GIORNATA DELL’AFRICA, PRESIDENTE UA: “MOBILITIAMO LE NOSTRE RISORSE”

“Per raggiungere l’obiettivo di un’Africa integrata e sviluppata, dobbiamo modificare il nostro approccio come africani a tutti i livelli – locale, nazionale, regionale e continentale – e indirizzare tutte le nostre energie e i nostri sforzi verso la mobilitazione della nostre risorse, umane e materiali”: lo scrive il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Alpha Oumar Konaré, nel suo messaggio per la ‘Giornata dell’Africa’, che quest’anno ha per tema ‘Lavorare insieme per l’integrazione e lo sviluppo’. La fondazione dell’unità del continente – aggiunge Konaré – “deve essere basata su visione, valori e interessi comuni, accompagnati da un forte impegno. Il consolidamento della democrazia, il ruolo della legge, la ‘good governance’, il rispetto per il sistema costituzionale e l’osservanza dei diritti umani devono essere aspetti integrali di questo valore e di questo impegno”. Ripercorrendo le tappe dell’integrazione del continente, il presidente della Commissione ricorda lo sforzo iniziale che nel 1963 portò alla creazione dell’Organizzazione per l’unità africana (Oua), sostituita nel 2002 dall’attuale Unione Africana: una trasformazione, dice Konaré, “ispirata dal desiderio di accelerare l’integrazione”. Oggi, sottolinea nel suo messaggio, l’agenda per l’integrazione continua a focalizzarsi sulla risoluzione dei conflitti: “Sono felice di osservare che alcuni di questi sforzi hanno portato buoni frutti”, come la pace in Liberia e l’accordo tra nord e sud Sudan. Guardando al continente, Konaré indica la direzione in cui “gli sforzi devono proseguire”: per migliorare la situazione in Costa d’Avorio, garantire una transizione positiva in Repubblica democratica del Congo, riportare l’ordine costituzionale in Somalia e trovare una soluzione costruttiva e definitiva per il Darfur, dove è stato firmato un accordo di pace tra il governo e una parte di un gruppo ribelle mentre altre due formazioni armata l’hanno respinto.

Ewigen
28-05-2006, 22:13
AFRICA 28/5/2006 12.00
GIORNATA DELL’AFRICA: CONVERSAZIONE CON PATRICK SMITH

“In Africa ci sono storie di determinazione e coraggio che spesso noi occidentali non vediamo nemmeno: non solo, ma chi è convinto che l’Africa sia solo guerre e carestie dovrebbe conoscere l’enorme capitale di denaro che ogni anno esce dal continente anche grazie all’’impegno di affermate società straniere”: lo dice alla MISNA Patrick Smith, caporedattore della rivista quindicinale ‘Africa Confidential’ di Londra, in una conversazione per l’odierna ‘Giornata dell’Africa’, che ha per tema “Lavorando insieme per l’integrazione e lo sviluppo”. Il 25 maggio 1963 nasceva l’Organizzazione per l’Unità Africana, sostituita nel 2002 dall’Unione Africana. Quanto è lungo ancora il processo di integrazione? “Indubbiamente il continente è molto più integrato di mezzo secolo fa, soprattutto per merito delle nuove tecnologie della comunicazione piuttosto che per il coinvolgimento diretto di molti governi” aggiunge Smith precisando: “E' importante anche sottolineare le diversità dell’Africa, in cui si ritrovano 53 paesi completamente diversi tra loro: da quelli del Sahel, come Mali e Niger, al Sudafrica con le sue metropoli, a paesi emergenti come la Tanzania o ad altri dalla tradizione millenaria con l’Egitto”. Un’Africa “in evoluzione”, sottolinea, dove qualcosa sta lentamente cambiando, tanto che in questi giorni il Sudafrica ospita un festival del ‘rinascimento africano’. “Una ‘rinascita’ è certamente avvenuta: negli ultimi dieci anni in paesi come Senegal, Ghana, Tanzania e Botswana si sono registrati significativi cambiamenti economici e politici” dice ancora Smith. In aggiunta, ovviamente, ai grandi passi avanti del Sudafrica: “La rivoluzione politica di Nelson Mandela ha segnato un punto di non ritorno per il continente. Ha ragione l’attuale presidente Thabo Mbeki quando dice che questo ha facilitato la rinascita”. Anche se – a ben guardare – persistono situazioni di instabilità e conflitto: “Sì, però il loro numero è diminuito negli ultimi anni” ribatte il caporedattore di ‘Africa Confidential’, una pubblicazione apprezzata per le sue inchieste di politica ed economia del continente, edita per la prima volta nel 1960. I problemi di molti paesi usciti da lunghi conflitti interni “sono la loro debolezza economica e la mancanza di sicurezza” osserva Smith. Oppure ci sono casi in cui “un regime per anni ha destabilizzato diverse zone e deve rispondere dei crimini compiuti in Sud Sudan, in Darfur e, appoggiando l’Esercito di resistenza del Signore (Lra), anche in nord Uganda. Voglio dire che ci sono più conflitti riconducibili a un solo governo, quello di Khartoum”. Lo sguardo non può non toccare la regione dei Grandi Laghi, in particolare la Repubblica democratica del Congo, dove si registrano crescenti tensioni in vista delle elezioni legislative e presidenziali del prossimo 30 luglio, le prime in oltre 40 anni. “Personalmente avrei preferito un voto ‘a partire dal basso’, cioè con elezioni amministrative e regionali per costruire partiti politici sulla base di un’identificazione con la gente. Temo che la comunità internazionale voglia lo svolgimento a tutti i costi della consultazione per poi potersi ritirare da questo scenario” dice ancora Smith alla MISNA. Che allarga il discorso al Corno d’Africa, dove – a suo parere – “non c’è sufficiente capacità per gli occidentali di comprendere le dinamiche di questi paesi, in particolare la Somalia”. Tanto che qualcuno “decide di appoggiare una delle due parti con il risultato che i combattimenti sono aumentati e si è registrato un alto numero di vittime civili” dice in riferimento al presunto e in parte ammesso appoggio di Washington ai ‘signori della guerra’ di Mogadiscio in presunta funzione “anti-terroristica”. Malgrado queste tensioni, suggerisce il giornalista inglese, si registrano comunque incoraggianti “passi avanti”, soprattutto grazie a strumenti come il telefono cellulare e internet: “Stanno davvero modificando l’organizzazione del continente e aprendo nuove prospettive luminose”. Anche sul piano economico l’Africa cresce, malgrado l’opprimente peso del debito estero? “Il problema del debito va affrontato, anche perché nella maggior parte dei casi si tratta di transazioni corrotte che hanno coinvolto sia i governi locali ma anche i partner internazionali”. Smith, da 12 anni caporedattore di ‘Africa Confidential’, cita un caso a suo dire “clamoroso”: “È oltraggiosa la richiesta della Banca mondiale di chiedere la restituzione del ‘prestito’ all’allora Zaire, mentre quei miliardi di dollari vennero intascati dal dittatore Mobutu Sese Seko”. La cancellazione del debito, insiste, “è una pre-condizione per il rilancio delle economie africane, che possono solo trarre beneficio da una maggiore e ben gestita interazione con il resto dell’economia mondiale”. Anche perché “ogni anno circa 150 miliardi di dollari lasciano il continente attraverso diverse pratiche tra cui corruzione, transazioni non trasparenti o illegali, facilitate da affermate società internazionali”. Eppure sui mass-media sembra che povertà, corruzione e scarsa democrazia siano prerogativa solo dell’Africa. “Come giornalista – dice ancora Smith - dovrei fare autocritica, perché la nostra categoria non sa raccontare bene l’Africa. Servirebbe un sistema di mass-media locali più forte, per poter rilanciare meglio le notizie positive”. Nel giorno in cui il mondo celebra la ‘Giornata’ dedicata al continente, Smith avanza un auspicio: “Dovremmo rallegrarci per ogni storia di successo che avviene in Africa. E soprattutto – conclude - imparare a raccontarla meglio”

Ewigen
02-06-2006, 10:30
AFRICA 1/6/2006 14.51
PRESIDENTE UA: “L’AFRICA VA NELLA GIUSTA DIREZIONE”, VERSO LA PACE

“L’Africa sta andando nella giusta direzione, anche se non si tratta di una linea diritta e se spesso rimane fragile”: lo ha detto al Consiglio di sicurezza dell’Onu Denis Sassou-Nguesso, presidente di turno dell’Unione africana (Ua) e capo di stato della Repubblica del Congo. L’anarchia in Somalia, la disputa sui confini tra Etiopia e Eritrea, la crisi nel Nord Uganda e la contesa per il controllo del Sahara occidentale “rappresentano conflitti – ha affermato il presidente congolese – che sfortunatamente stanno perdurando perché non sono stati adeguatamente affrontati, o non vi è stato impegno o reciproca fiducia tra i protagonisti”. Sassou-Nguesso ha poi ricordato che, dopo anni, la guerra civile in Angola, i conflitti in Sierra Leone, Guinea-Bissau e più recentemente in Burundi si sono finalmente conclusi e che “possiamo vedere la fine del tunnel entro la fine di quest’anno” anche per la risoluzione di altre crisi. In Costa d’Avorio e nella Repubblica democratica del Congo – ha citato come esempio – vi sono ‘roadmap’ verso la pace da rispettare, mentre nella regione occidentale sudanese del Darfur, anche grazie all’accordo siglato il 5 maggio tra il governo di Khartoum e il principale gruppo dei ribelli, presto una missione di pace dell’Onu con “una forte componente africana” prenderà il posto di quella dell’Ua. Il presidente dell’Ua ha infine auspicato che l’Onu e l’Unione dei 53 Stati africani lavorino insieme “per porre fine a quelle situazioni inaccettabili che tuttora persistono in Africa” e che, anche grazie al sostegno internazionale, si possa “prevenire ogni ritorno” a conflitti nelle aeree finalmente pacificate.