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View Full Version : Il 12 giugno il Ministro degli Esteri D'Alema da Condy per il ritiro dall'Iraq


Lucio Virzì
27-05-2006, 21:27
http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/esteri/iraq87/d-alema-rice/d-alema-rice.html

In una conferenza stampa il ministro degli Esteri ha
precisato che l'Italia si muoverà "secondo l'impegno assunto"
Ritiro dall'Iraq, il 12 giugno
D'Alema negli Stati Uniti
Per il titolare della Farnesina il dibattito in corso sulla data
"è del tutto inopportuno, anche per ragioni di sicurezza"

ROMA - Il 12 giugno il neo ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, è atteso a Washington su invito del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice. Lo ha annunciato lo stesso D'Alema in conferenza stampa a margine del Consiglio Straordinario dei 25 ministri degli Esteri Ue all'abbazia di Klosterneuburg, nei pressi di Vienna.

Il colloquio sarà un'occasione, ha sottolineato il titolare della Farnesina, per concordare il prossimo ritiro delle truppe italiane in Iraq. Ritiro che, ha confermato D'Alema, avverrà "secondo l'impegno assunto durante la campagna elettorale".

Sulla questione, ha precisato il ministro degli Esteri, il dibattito in corso tra le forze politiche di maggioranza e opposizione è "del tutto inopportuno, anche per ragioni di sicurezza". "Le modalità del ritiro dipendono innanzitutto dalle Forze Armate, che devono valutare le condizioni di sicurezza", ha sottolineato.

Ritiro non significa comunque disimpegno: l'Italia, ha detto il ministro, intende "rafforzare l'impegno di cooperazione politica, civile e umanitaria con il governo di Bagdad, che è già in corso". Il titolare della Farnesina ha spiegato che l'Italia intende "offrire un pacchetto di sviluppo di queste forme di cooperazione", delle quali discuterà con il governo iracheno "nei tempi e nei modi possibili, ma abbastanza rapidamente".

Alla domanda se le nuove forme di cooperazione "politica, civile e umanitaria" che seguiranno al ritiro dovranno avere una protezione militare, D'Alema ha replicato: "Queste cose le vedremo, sono questioni che verranno esaminate con realismo e serietà".

(27 maggio 2006)

Prima occasione per dimostrare di non essere zerbini assoluti.
Speriamo bene.

LuVi

sander4
27-05-2006, 21:35
http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/esteri/iraq87/d-alema-rice/d-alema-rice.html

In una conferenza stampa il ministro degli Esteri ha
precisato che l'Italia si muoverà "secondo l'impegno assunto"
Ritiro dall'Iraq, il 12 giugno
D'Alema negli Stati Uniti
Per il titolare della Farnesina il dibattito in corso sulla data
"è del tutto inopportuno, anche per ragioni di sicurezza"

ROMA - Il 12 giugno il neo ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, è atteso a Washington su invito del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice. Lo ha annunciato lo stesso D'Alema in conferenza stampa a margine del Consiglio Straordinario dei 25 ministri degli Esteri Ue all'abbazia di Klosterneuburg, nei pressi di Vienna.

Il colloquio sarà un'occasione, ha sottolineato il titolare della Farnesina, per concordare il prossimo ritiro delle truppe italiane in Iraq. Ritiro che, ha confermato D'Alema, avverrà "secondo l'impegno assunto durante la campagna elettorale".

Sulla questione, ha precisato il ministro degli Esteri, il dibattito in corso tra le forze politiche di maggioranza e opposizione è "del tutto inopportuno, anche per ragioni di sicurezza". "Le modalità del ritiro dipendono innanzitutto dalle Forze Armate, che devono valutare le condizioni di sicurezza", ha sottolineato.

Ritiro non significa comunque disimpegno: l'Italia, ha detto il ministro, intende "rafforzare l'impegno di cooperazione politica, civile e umanitaria con il governo di Bagdad, che è già in corso". Il titolare della Farnesina ha spiegato che l'Italia intende "offrire un pacchetto di sviluppo di queste forme di cooperazione", delle quali discuterà con il governo iracheno "nei tempi e nei modi possibili, ma abbastanza rapidamente".

Alla domanda se le nuove forme di cooperazione "politica, civile e umanitaria" che seguiranno al ritiro dovranno avere una protezione militare, D'Alema ha replicato: "Queste cose le vedremo, sono questioni che verranno esaminate con realismo e serietà".

(27 maggio 2006)

Prima occasione per dimostrare di non essere zerbini assoluti.
Speriamo bene.

LuVi

Speriamo.

Portiamo i nostri soldati a casa.
Tutti, dal primo all'ultimo e al più presto.

E lasciare un contingente di 800 uomini sarebbe una grandissima delusione per me, spero ritirino questa idea.Ci hanno promesso il ritiro totale della missione militare, è nel programma, CHE LO FACCIANO.

gor
27-05-2006, 22:25
Ritiro non significa comunque disimpegno: l'Italia, ha detto il ministro, intende "rafforzare l'impegno di cooperazione politica, civile e umanitaria con il governo di Bagdad, che è già in corso". Il titolare della Farnesina ha spiegato che l'Italia intende "offrire un pacchetto di sviluppo di queste forme di cooperazione", delle quali discuterà con il governo iracheno "nei tempi e nei modi possibili, ma abbastanza rapidamente".
direi che e abbastanza chiaro,diranno che ritiran le truppe e sicuramente una parte rientrerà ma le altre resteranno,magari col nome dell'operazione cambiata,cosi saran tutti fessi e contenti,a.meno io la penso cosi e temo che i fatti mi daran ragione.

beppegrillo
27-05-2006, 23:12
Che gli iracheni si scannino tra loro non è far nostro, chissà come sarà contenta la popolazione civile...
Ah ma è meglio rispettare i patti si sà, altrimenti i pacifisti bandiera muniti non ti votano +.

junkye
28-05-2006, 00:02
Prima occasione per dimostrare di non essere zerbini assoluti.
Speriamo bene.

LuVi


Ennesima occasione per pisciare controvento. Perdiamo tutto ció che di profiquo gli altri stanno ottenendo (sapete tutti di cosa sto parlando, petrolio in primis), la gloria (che per quanto concerne la politica estera ci farebbe moolto comodo), e diamo il nostro simpatico contributo a quel crogiolo caotico chiamato iraq, se poi arrivano in massa per immigrare non provate a lamentarvi.

ps. ah e tutto questo dopo che abbiamo speso miliardi in tutto ció, mi sa che con fra tutte le stronzate che berlusconi ha detto quella dei c******i non era proprio campata per aria.



junkye

Lucio Virzì
28-05-2006, 06:02
Ennesima occasione per pisciare controvento. Perdiamo tutto ció che di profiquo

A proposito di istruzione (http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=12527578&postcount=46) ...


gli altri stanno ottenendo (sapete tutti di cosa sto parlando, petrolio in primis)


Ma non era una missione di pace... :confused: ... esportare la democrazia... etc. etc.?


, la gloria (che per quanto concerne la politica estera ci farebbe moolto comodo),


No grazie, non ci interessa.


e diamo il nostro simpatico contributo a quel crogiolo caotico chiamato iraq, se poi arrivano in massa per immigrare non provate a lamentarvi.


Chi, i militari Italiani? :asd: Ma che dici?!?!


ps. ah e tutto questo dopo che abbiamo speso miliardi in tutto ció, mi sa che con fra tutte le stronzate che berlusconi ha detto quella dei c******i non era proprio campata per aria.



junkye

Complimenti, segnalato.

LuVi

easyand
28-05-2006, 10:06
ritiro totale dall' iraq??? ahahahahaahahha

solo nei sogni di qualcuno evidentemente! Beato chi ci aveva creduto!

missione esclusivamente civile??? ahhahahaha

idem come sopra :rolleyes:


http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1206630

junkye
28-05-2006, 11:50
chiedo venia per il profiquo, era anche parecchio tardino, ma sono costernato comunque. Per tutti gli altri punti, non mi hai saputo dare mezza risposta concreta, complimenti

Ileana
28-05-2006, 12:17
ritiro totale dall' iraq??? ahahahahaahahha

solo nei sogni di qualcuno evidentemente! Beato chi ci aveva creduto!

missione esclusivamente civile??? ahhahahaha

idem come sopra :rolleyes:


http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1206630
:D

prio
28-05-2006, 13:13
mi sa che con fra tutte le stronzate che berlusconi ha detto quella dei c******i non era proprio campata per aria.


Si, vabbe'..
ammonito.

junkye
28-05-2006, 14:04
Oltre ad averla piú che esaustivamente argomentata quella affermazione non ho fatto altro che riportarla da qualcun'altro che l'aveva giá detta, nulla di mio quindi. Non credo proprio meritasse alcun tipo di ammonizione, ma tanto si sá, in questo tipo di faccende si fa fatica a mantenere imparzialitá.

Come Folgore dal cielo
28-05-2006, 15:27
Il ritiro del contingente Italiano è una grossa stupidaggine. Dovevamo pensarci prima di andarci, ora è anche un dovere morale rimanere.

LittleLux
28-05-2006, 15:37
Il ritiro del contingente Italiano è una grossa stupidaggine. Dovevamo pensarci prima di andarci, ora è anche un dovere morale rimanere.

Dovere morale restare? Sì? Per apparire di fatto complici, agli occhi degli irakeni, degli occupanti americani che, tanto per non smentirsi, e per farsi amare un po' di più, compiono massacri indiscriminati tra i civili? Siamo seri va.

Gli unici a cui faremmo un favore restando la sono i potenti che ora sono al potere, i quali senza l'appoggio degli occidentali dopo 30 secondi sarebbero deposti. La vicenda irakena è nata male e finirà peggio, purtroppo.

Come Folgore dal cielo
28-05-2006, 16:11
Dovere morale restare? Sì? Per apparire di fatto complici, agli occhi degli irakeni, degli occupanti americani che, tanto per non smentirsi, e per farsi amare un po' di più, compiono massacri indiscriminati tra i civili? Siamo seri va.

Gli unici a cui faremmo un favore restando la sono i potenti che ora sono al potere, i quali senza l'appoggio degli occidentali dopo 30 secondi sarebbero deposti. La vicenda irakena è nata male e finirà peggio, purtroppo.
Non si può abbandonare il paese in preda al caos, ripeto, dovevamo pensarci prima di andarci, ma siccome abbiamo preso questo impegno (giusto o sbagliato che sia) ora dobbiamo mantenerlo.

LittleLux
28-05-2006, 16:43
Non si può abbandonare il paese in preda al caos, ripeto, dovevamo pensarci prima di andarci, ma siccome abbiamo preso questo impegno (giusto o sbagliato che sia) ora dobbiamo mantenerlo.

Che impegno abbiamo preso in realtà? Nulla, a giudicaredai fatti. Il paese è nel caos, e l'unico modo per pacificarlo davvero sarebbe quello di dispiegare una forza di occupazione di oltre mezzo milione di uomini...forse. Quindi vedi che il nostro contingente la non serve a nulla. Di ricostruzione non ne abbiamo fatta, i nostri soldati devono guardarsi le spalle in continuazione e crepano per niente. Li abbiamo mandati laggiù senza le necessarie garanzie, solo per poter dire noi ci siamo. Nulla più.

easyand
28-05-2006, 17:01
Che impegno abbiamo preso in realtà? Nulla, a giudicaredai fatti. Il paese è nel caos, e l'unico modo per pacificarlo davvero sarebbe quello di dispiegare una forza di occupazione di oltre mezzo milione di uomini...forse. Quindi vedi che il nostro contingente la non serve a nulla. Di ricostruzione non ne abbiamo fatta, i nostri soldati devono guardarsi le spalle in continuazione e crepano per niente. Li abbiamo mandati laggiù senza le necessarie garanzie, solo per poter dire noi ci siamo. Nulla più.

tu non devi considerare il paese, per quanto ci riguarda il paese è la provincia di Dhi Quar, di quella noi ci occupiamo, e i risultati raggiunti sono tangibili, abbiamo preso l'impegno con la comunità internazionale di aiutare l'iraq, e nella fattispecie quell' aerea specifica a rinascere, e ora che lo abbiamo preso lo dobbiamo mantenere punto e basta, perchè senò e facile chiamarsi fuori.
Quali sarebbero le necessarie garazie secondo te? il fatto di non avere morti? beh ti aggiorno che le operazioni post-guerra sono fatte cmq in area teatro di conflitto, e quindi ci mandiamo i militari, non le crocerossine.

Nota a margine, tutti a parlare di iraq, a quanto pare a nessuno frega dell' afghanistan, è proprio vero che quel che non va in TV non esiste

Come Folgore dal cielo
28-05-2006, 17:02
Di ricostruzione non ne abbiamo fatta, i nostri soldati devono guardarsi le spalle in continuazione e crepano per niente.
Il fatto che i tg non lo dicano non significa che non sia vero, ma ci sono squadre di ingegneri (militari e civili) impegnate nella ricostruzione.

easyand
28-05-2006, 17:17
Il fatto che i tg non lo dicano non significa che non sia vero, ma ci sono squadre di ingegneri (militari e civili) impegnate nella ricostruzione.

anche perchè Dhi Quar è la provincia dove gli interventi di ricostruzione sono più avanzati di tutto l' Iraq

Onisem
28-05-2006, 18:48
Ennesima occasione per pisciare controvento. Perdiamo tutto ció che di profiquo gli altri stanno ottenendo (sapete tutti di cosa sto parlando, petrolio in primis), la gloria (che per quanto concerne la politica estera ci farebbe moolto comodo), e diamo il nostro simpatico contributo a quel crogiolo caotico chiamato iraq, se poi arrivano in massa per immigrare non provate a lamentarvi.

ps. ah e tutto questo dopo che abbiamo speso miliardi in tutto ció, mi sa che con fra tutte le stronzate che berlusconi ha detto quella dei c******i non era proprio campata per aria.



junkye
Anche volendola buttare sul cinico: dov'è il vantaggio della nostra partecipazione alla "missione di pace"? Io non lo vedo.

Onisem
28-05-2006, 18:53
E poi quanto costa restare? Chi risponde? Con la situazione economica che ci ritroviamo è ancora il caso di sperperare miliardi? E per chi eventualmente adducesse la motivazione umanitaria, si legga questo: http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1210232

Tolomeo
28-05-2006, 18:56
a me sembra un po come un contadino che semina il campo, ara la terra e al momento di mietere molla tutto

senza considerare le conseguenze per la popolazione civile :(

Onisem
28-05-2006, 19:01
a me sembra un po come un contadino che semina il campo, ara la terra e al momento di mietere molla tutto

senza considerare le conseguenze per la popolazione civile :(
Ma cos'è che dovremmo mietere? La vendita di qualche elicotterino o sistema d'arma? Pensate seriamente che ci regaleranno petrolio? E quand'anche fosse, pensate che il vantaggio di ciò ricadrà su noi cittadini?

prio
28-05-2006, 19:34
Oltre ad averla piú che esaustivamente argomentata quella affermazione non ho fatto altro che riportarla da qualcun'altro che l'aveva giá detta, nulla di mio quindi. Non credo proprio meritasse alcun tipo di ammonizione, ma tanto si sá, in questo tipo di faccende si fa fatica a mantenere imparzialitá.

Premesso che sulla definizione di "esaustivo" non siamo molto d'accordo,
l'insulto non e' mai tollerato.
"Argomentato" (come se si potesse argomentare un insulto, poi) o meno, riportato da altri o meno.
Al solito eventuali chiarimenti in pvt, come da regolamento.

:.Blizzard.:
28-05-2006, 19:45
Speriamo.

Portiamo i nostri soldati a casa.
Tutti, dal primo all'ultimo e al più presto.

E lasciare un contingente di 800 uomini sarebbe una grandissima delusione per me, spero ritirino questa idea.Ci hanno promesso il ritiro totale della missione militare, è nel programma, CHE LO FACCIANO.


*

junkye
28-05-2006, 19:49
Premesso che sulla definizione di "esaustivo" non siamo molto d'accordo,
l'insulto non e' mai tollerato.
"Argomentato" (come se si potesse argomentare un insulto, poi) o meno, riportato da altri o meno.
Al solito eventuali chiarimenti in pvt, come da regolamento.

continuo a dire che non si puó ammonire qualcuno per aver detto che é daccordo sotto certi punti con quello che ha detto un'altra persona. Io non ho insultato nessuno e nessuno mi puó impedire di pensare cio che penso.

easyand
28-05-2006, 19:50
Ma cos'è che dovremmo mietere? La vendita di qualche elicotterino o sistema d'arma? Pensate seriamente che ci regaleranno petrolio? E quand'anche fosse, pensate che il vantaggio di ciò ricadrà su noi cittadini?

forse non hai visto il bilancio dell' ENI :asd:

Noi cittadini...ma pensare un po più in grande oltre al proprio orizzonte no eh?

junkye
28-05-2006, 19:53
forse non hai visto il bilancio dell' ENI :asd:

Noi cittadini...ma pensare un po più in grande oltre al proprio orizzonte no eh?


quoto, il nostro benessere si riflette nel benessere delle nostre attivitá produttive. Cosa credete che faccia oscillare il cambio di una moneta tanto per fare un esempio?

:.Blizzard.:
28-05-2006, 19:54
Oltre ad averla piú che esaustivamente argomentata quella affermazione non ho fatto altro che riportarla da qualcun'altro che l'aveva giá detta, nulla di mio quindi. Non credo proprio meritasse alcun tipo di ammonizione, ma tanto si sá, in questo tipo di faccende si fa fatica a mantenere imparzialitá.


Ma che giustificazione è scusami? Fammi capire ... se quindi riporto in quote un insulto da parte di un politico per riferirlo ad altra gente sono tutto in regola? -_-

junkye
28-05-2006, 19:58
Ma che giustificazione è scusami? Fammi capire ... se quindi riporto in quote un insulto da parte di un politico per riferirlo ad altra gente sono tutto in regola? -_-


io non ho copiato nessuna affermazione in quote, solo fatto riferimento, per mesi gente ha semplicemente abusato della stessa cosa, ce gente che addirittura ce lha in firma, questo tipo di provvedimenti mi sembra totalmente inappropiato, é semplicemente vietare a qualcuno di pensare qualcosa, io non ho insultato nessuno e nessuno mi puó impedire di pensarla come chi lha fatto

Onisem
28-05-2006, 19:59
forse non hai visto il bilancio dell' ENI :asd:

Noi cittadini...ma pensare un po più in grande oltre al proprio orizzonte no eh?
Ma non era una missione negli interessi del popolo iracheno? Comunque no, il mio benessere non è aumentato di una virgola in funzione di questo ed il mio orrizzonte non arriva oltre il far quadrare i conti alla fine del mese. Qualcuno dei signori dell'ENI pensa un pò più in piccolo guardando l'orizzonte nella mia direzione per caso? Ne dubito.

Onisem
28-05-2006, 20:02
quoto, il nostro benessere si riflette nel benessere delle nostre attivitá produttive. Cosa credete che faccia oscillare il cambio di una moneta tanto per fare un esempio?
Come dire che il rapporto Euro/Dollaro è stabilito in funzione della nostra presenza in Iraq? Io avrò anche un orizzonte limitato, ma qualcuno nemmeno lo intravede.

Lucio Virzì
28-05-2006, 20:41
Mi sembra che su 1400 milioni di euro solo 120 siano stati spesi in RICOSTRUZIONE.
Questo, da solo, a parte l'infame partecipazione zerbinata con l'alleato, è sufficiente per ESIGERE il ritiro di tutte le truppe.
Rimanessero i contractors, PAGATI dalle società che si arricchiranno con la ricostruzione, se vogliono, non i nostri soldati, pagati da noi.

LuVi

prio
29-05-2006, 08:19
continuo a dire che non si puó ammonire qualcuno per aver detto che é daccordo sotto certi punti con quello che ha detto un'altra persona.

Ed io invece continuo a dire che si puo' eccome, tant'e' che l'ho fatto.
E aggiungo che se hai voglia di continuare coi "chiarimenti" (ma chiamiamoli col loro vero nome: polemiche) e' meglio che ti sposti sui pvt.
Il bonus "contestazioni in pubblico" per te si' e' esaurito.


Io non ho insultato nessuno

Falso.


e nessuno mi puó impedire di pensare cio che penso.

Vero. _Pensa_ pure quel che ti pare.
Pero' qui scrivi in maniera confacente il regolamento.

easyand
29-05-2006, 12:39
Ma non era una missione negli interessi del popolo iracheno? Comunque no, il mio benessere non è aumentato di una virgola in funzione di questo ed il mio orrizzonte non arriva oltre il far quadrare i conti alla fine del mese. Qualcuno dei signori dell'ENI pensa un pò più in piccolo guardando l'orizzonte nella mia direzione per caso? Ne dubito.

beh, allora dovresti ampliare il tuo orizzonte

easyand
29-05-2006, 12:40
Mi sembra che su 1400 milioni di euro solo 120 siano stati spesi in RICOSTRUZIONE.
Questo, da solo, a parte l'infame partecipazione zerbinata con l'alleato, è sufficiente per ESIGERE il ritiro di tutte le truppe.
Rimanessero i contractors, PAGATI dalle società che si arricchiranno con la ricostruzione, se vogliono, non i nostri soldati, pagati da noi.

LuVi

Vedremo se il tuo compare prodi le ritirerà veramente fino all' ultimo soldato, voglio proprio vedere, si preparano grasse risate

Lucio Virzì
30-05-2006, 02:43
Vedremo se il tuo compare prodi le ritirerà veramente fino all' ultimo soldato, voglio proprio vedere, si preparano grasse risate

Mentre tu ridi la gente muore, in Iraq, e ogni tanto capita anche a qualche nostro connazionale che è la per guadagnare qualcosa in più, mentre chi lo manda sperpera soldi smazzandoli in subappalti e contratti milionari.
Continua pure a ridere.

LuVi

zuper
30-05-2006, 09:40
Mentre tu ridi la gente muore, in Iraq, e ogni tanto capita anche a qualche nostro connazionale che è la per guadagnare qualcosa in più, mentre chi lo manda sperpera soldi smazzandoli in subappalti e contratti milionari.
Continua pure a ridere.

LuVi

i soldati ogni tanto muoiono.

la maggior parte hanno scelto quella vita e dopo hanno scelto di andare li...

e la gente in iraq moriva anche prima.

cmq me lo voglio vedere prodi che autorizza il ritiro a parte alcuni che stanno li per proteggere la missione dei civili...OPPURE LASCIA I CIVILI INDIFESI?

easyand
30-05-2006, 13:15
Mentre tu ridi la gente muore, in Iraq, e ogni tanto capita anche a qualche nostro connazionale che è la per guadagnare qualcosa in più, mentre chi lo manda sperpera soldi smazzandoli in subappalti e contratti milionari.
Continua pure a ridere.

LuVi

non cambiare argomento...

Cmq, notizia odierna:

Nassiriya, 30 maggio - E' possibile la presenza di civili italiani a Nassiriya, impegnati sul fronte della ricostruzione, senza la presenza di un nostro contingente militare? "Sono gli elementi di valutazione che sto acquisendo in questo momento", risponde il ministro della Difesa, Arturo Parisi, in visita oggi al contingente di Antica Babilonia”. "E' una valutazione - ha aggiunto - che comporta un giudizio conclusivo, una sintesi che il governo non ha ancora formulato compiutamente".

Fonte: Ansa

FastFreddy
30-05-2006, 13:25
Il "ritiro" delle truppe:



Il contingente verrà avvicendato da militi la cui altezza non superi i 170cm... :stordita:

Lucio Virzì
30-05-2006, 13:32
non cambiare argomento...

Cmq, notizia odierna:

Nassiriya, 30 maggio - E' possibile la presenza di civili italiani a Nassiriya, impegnati sul fronte della ricostruzione, senza la presenza di un nostro contingente militare? "Sono gli elementi di valutazione che sto acquisendo in questo momento", risponde il ministro della Difesa, Arturo Parisi, in visita oggi al contingente di Antica Babilonia”. "E' una valutazione - ha aggiunto - che comporta un giudizio conclusivo, una sintesi che il governo non ha ancora formulato compiutamente".

Fonte: Ansa

Perfetto.

Onisem
30-05-2006, 13:48
beh, allora dovresti ampliare il tuo orizzonte
Non tutti arrivano ai vasti orizzonti dei militaristi.

Lucio Virzì
30-05-2006, 14:37
Non tutti arrivano ai vasti orizzonti dei militaristi.

Anche perchè in genere, se l'orizzonte non è visibile loro spianano e poi si vede.

LuVi

glazio
30-05-2006, 15:22
l'irak è la guerra infinita...
sapete quanti soldi stiamo buttando in quel paese?
grazie a questa missione DI GUERRA l'esercito e le forze di polizia non hanno più fondi (VEDI LE IENE DI IERI SERA DOVE I CARAMBA NON HANNO I SOLDI PER LA BENZINA :doh: :doh: )

eppoi dicono che siamo a rosso :muro:

pensate se rimaneva berlusca, tra la TAV, irak, devolution e altro chi ce li dava i soldi??????

l'italia se doveva basarsi sui politici eravamo gia falliti :rolleyes:

easyand
30-05-2006, 15:40
l'irak è la guerra infinita...
sapete quanti soldi stiamo buttando in quel paese?
grazie a questa missione DI GUERRA l'esercito e le forze di polizia non hanno più fondi (VEDI LE IENE DI IERI SERA DOVE I CARAMBA NON HANNO I SOLDI PER LA BENZINA :doh: :doh: )

eppoi dicono che siamo a rosso :muro:

pensate se rimaneva berlusca, tra la TAV, irak, devolution e altro chi ce li dava i soldi??????

l'italia se doveva basarsi sui politici eravamo gia falliti :rolleyes:

farei notare che i Carabinieri sono stati gli unici tra le forze armate ad avere un aumento di bilancio (+2,1%) in questa finanziaria

Si ok di guerra (però scritto a maiuscolo eh...) :rolleyes:

easyand
31-05-2006, 17:55
La possibile funzione sociale delle truppe Italiane in Iraq

Da diversi mesi si discute della necessità che le truppe italiane restino in Iraq o rientrino in patria. C’è chi sostiene che le nostre truppe stiano appoggiando una guerra ingiusta e chi invece che le stesse stiano portando a termine una missione di pace volta alla ricostruzione non solo materiale ma anche morale e sociale attraverso la riformazione di un’identità collettiva che permetta ai cittadini iracheni di respirare un’aria democratica mai conosciuta, e di vedere rispettati i propri diritti sociali, politici e umani. Nei dibattiti che popolano le testate giornalistiche sono stati analizzati o semplicemente presi in considerazione i diversi risvolti della presenza delle Forze armate italiane nel territorio iracheno, ma una, forse la più importante, è stata trascurata. La possibilità che le nostre truppe in Iraq possano e debbano assolvere una funzione di “riabilitazione sociale” per la popolazione civile in difficoltà è stata ignorata.
La presenza delle truppe italiane in un territorio dove è presente una crisi umanitaria e sociale presenta diversi aspetti positivi che vanno oltre la funzione prettamente militare o di ripristino della pace. In ogni luogo del mondo dove si vogliono ricostruire delle fondamenta democratiche che reggano la struttura sociale è necessario il coinvolgimento della popolazione e il suo supporto. Il coinvolgimento della popolazione viene attivato anche e soprattutto dalle Organizzazioni non governative umanitarie che si preoccupano di sostenere le persone in difficoltà, di ripristinare le condizioni igienico-sanitarie, di fornire aiuto economico e generi di prima necessità. Tuttavia le truppe militari possono svolgere una funzione riabilitativa che neanche le Ong riuscirebbero ad assolvere.

È un fatto naturale la necessità per l’uomo di essere indirizzato, non forzato, da un’autorità nel suo percorso di vita per andare d’accordo con i suoi simili e formare una struttura sociale degna dell’essere umano. Mutuando il pensiero di Durkheim, l’assenza di regole, lasciando una popolazione al suo destino, così come una presenza eccessiva imposta dal fondamentalismo religioso, può portare una società al collasso e l’uomo all’autodistruzione. In ogni caso una società che voglia assicurare alle persone una convivenza armonica e pacifica ha bisogno di un’autorità che riesca a incarnare la presenza di un assetto normativo democratico e fermo, comprensivo ma tenace nel perseguire le violazioni, un’autorità che funga da genitore che insegni ai propri figli come ci si comporta e come si convive civilmente. La funzione dei militari italiani in Iraq è appunto quella di incarnare un’autorità che agisca da guida per il ripristino di condizioni sociali accettabili e dotata della capacità di correggere quei meccanismi stereotipati che impediscono a una popolazione in crisi di valutare criticamente l’essenza dell’aiuto fornitogli.

Analizziamo la situazione sociale in Iraq. L’aver vissuto un conflitto armato e vivere in una situazione costante di guerriglia non giova sicuramente al riconoscimento e all’assimilazione dei principi democratici e del vivere civile. A questi fattori aggiungiamo la povertà, la fame, la carenza di rapporti sociali solidi, la mancanza di strutture sanitarie e di formazione culturale laiche. Le rivendicazioni tribali e il fondamentalismo religioso completano il quadro. Tutti questi fattori non fanno altro che alimentare e rafforzare gli schemi stereotipati ed etnocentrici assimilati da una popolazione in piena crisi sociale.

Il fondamentalismo, in particolare, rifugge per natura dai principi democratici in quanto impone la dottrina religiosa senza dare la possibilità di contestare né porre dubbi sui relativi dettami. Un insegnamento che adotti queste modalità, nei casi più gravi accompagnato da pratiche di ‘brainwashing’, a prescindere dai suoi contenuti crea nell’individuo delle sovrastrutture rigidissime difficili da indebolire e scardinare. L’individuo educato in questo modo acquisisce preconcetti protetti da un muro di consistente spessore che lo vincola, limita la sua visione o meglio crea dentro di lui una linea guida che permette la percezione dell’ambiente esterno attraverso un’ottica esclusivista. Attraverso questi schemi i soggetti in difficoltà riescono a scaricare l’eccesso di tensione psichica acquisita durante la sottoposizione alle frustrazioni quotidiane.

Non riuscendo, infatti, a individuare la reale fonte di frustrazione, l’individuo opera una dislocazione dell’ostilità e le truppe militari straniere ne incarnano il bersaglio-oggetto. Anche i meccanismi di proiezione in questi contesti sono molto presenti e la dottrina fondamentalista fa molto leva su di essi. A ciò si aggiunga la spersonalizzazione operata nei confronti dei singoli militari che non sono visti come esseri umani, ma come ingranaggi di un meccanismo che diffonde odio e violenza. Nel momento in cui la cultura locale entra in contatto con una cultura profondamente diversa, la frammentazione d’identità collettive propria dei contesti tribali amplifica le esigenze di omogeneizzazione favorendo l’etnocentrismo e imponendo moralmente ai singoli di difendere i propri costumi e risorse ideologiche a tutti i costi. In questi contesti diventa chiaro quanto sia facile cadere nella tentazione di appartenere a un gruppo terrorista.

Per aprire un varco in quel muro d’acciaio bisogna partire dalla neutralizzazione degli schemi mentali che escludono una visione obiettiva di ciò che esiste all’esterno, che riabiliti una capacità di critica ormai assopita dalla dottrina fondamentalista e dalla povertà, sia materiale che sociale. Le truppe militari possono attuare questa funzione di riabilitazione delle capacità critiche come nessun altro per vari motivi. Innanzitutto perché generalmente le truppe militari incarnano lo Stato straniero, quindi facilmente riconosciute come soggetto ostile con scopi di conquista territoriale, colonizzazione, espansione o saccheggio di risorse. Nel momento in cui questo soggetto negativo pone in essere degli atti umanitari dando la possibilità di percepire in modo obiettivo una natura diversa da quella prospettata pregiudizievolmente, vengono indeboliti gli schemi precostituiti e le sovrastrutture che favoriscono la disumanizzazione dei militari stranieri. In questo senso si attacca il meccanismo della spersonalizzazione del nemico costruito ad arte dalla dottrina fondamentalista.

Molto più difficile risulta attenuare le tendenze all’etnocentrismo. Sarebbe opportuno partire dalla individuazione dei punti in comune che due culture diverse potrebbero avere. Alcuni dei principi fondamentali comuni a tutte le culture che si definiscono civili sono la libertà e la democrazia. Sintonizzarsi su questi due aspetti è la cosa fondamentale. Capire che si può collaborare insieme per assicurare quei due principi è il primo passo per avvicinare due culture differenti. Oltre alla individuazione dei punti in comune, un altro elemento che non deve essere sottovalutato consiste nel rispetto per le diversità. Le diverse culture possono convivere e coesistere pacificamente anche se rispondono a radici o a costumi differenti. E’ necessario però che quei costumi non ledano i principi liberali dell’altra parte. Inoltre, è ancor più necessario partire dalla consapevolezza che non bisogna imporre gli usi e i costumi della propria cultura a una popolazione di cultura diversa. I principi di ogni cultura devono essere rispettati anche se non condivisi purché non ledano la libertà e la dignità della persona.

I nostri militari dovrebbero dunque essere sensibilizzati e istruiti a svolgere una funzione sociale in modo professionale e serio. Dovrebbero essere consapevoli pienamente del reale potenziale umanitario e sociale che possiedono e il supporto che possono fornire alla popolazione nel contesto di una missione di pace che si definisce tale. Questa consapevolezza dovrebbe partire proprio dall’accertare gli schemi rigidi e impenetrabili che riscontreranno nella popolazione, ma soprattutto capire il perché quegli schemi mentali sono stati assimilati dalla gente che si propongono di aiutare, individuarne la natura e il radicamento e in questo modo cercare di correggerli. In poche parole, anche i nostri militari devono svolgere questa funzione sociale scevri da schemi precostituiti, consapevoli che le immense difficoltà della popolazione irachena predispongono ad atteggiamenti fanatici e in alcuni casi violenti o comunque ostili. Il supporto di specialisti del settore sociale che accompagnino costantemente i militari italiani nella realizzazione della ricostruzione sociale e morale è fondamentale. Appare altresì indispensabile il supporto di psicologi in grado di aiutare i militari a elaborare le esperienze drammatiche dirette o indirette vissute in quei contesti.

La rivalutazione dell’operato dei militari italiani in Iraq anche in funzione sociale potrebbe costituire il punto di contatto tra coloro che rifiutano qualsiasi impegno delle nostre truppe in quel contesto e coloro i quali invece pensano che la presenza delle nostre Forze armate possa fornire un reale e serio contributo umanitario a una popolazione ancora oggi in serie difficoltà. Una discussione politica che affronti il tema al di fuori degli schemi partitici e con il coinvolgimento dei vertici militari e di specialisti del settore sociale potrebbe realmente mutare le condizioni di una realtà drammatica come quella esistente a Nassiriya e cambiare l’immagine che delle nostre truppe hanno tuttora gli scettici.

Pagine di Difesa
Gabriele Durante