PDA

View Full Version : Dialogo della morte con un motociclista


Lucio Virzì
23-05-2006, 16:40
Recupero da un vecchio mio post su Elaborare, questo racconto molto bello.

<<Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.
Proprio in uno di quei giorni, così rari durante gli inverni padani, nei quali la nebbia sembra uno spauracchio fantastico, irreale, scacciato da un sole sfolgorante. E quel sole si specchia negli infiniti brillanti di brina che ricoprono come un tappeto campagne e sempreverdi. Uno di quei rari giorni in cui spira il vento gelato che ha ripulito l'aria rendendola cristallina al punto che da Milano sembra di poter allungare la mano e di poter toccare tutto l'arco della Prealpi e delle Alpi coperte di neve.
E' il giorno in cui i motociclisti che non hanno messo in letargo la propria compagna a due ruote non riescono a resistere all'irrefrenabile desiderio di far cantare il motore e di correre sulle strade. Andare, partire, lanciarsi e scivolare in quel nitore in compagnia del vento, verso nord, con le montagne e la neve negli occhi, con qualche eccitante lama di gelo a filtrare negli indumenti pesanti, o ad infiltrarsi dal bordo della visiera pur chiusa, o nel buco del guanto pesante. Ma con la virile smorfia di un sorriso goduto poderosamente scolpita sul grugno da duro biker. Ehi! Basta un'ora, due, e si ritorna rigenerati e vaccinati contro altre settimane di nebbia, neve o pioggia. In pace con se stessi e con il mondo.
Oddone fece " pinpincavalin " per scegliere tra la Yamaha FZR 1000 e l'Harley Electra Glide, entrambe coperte da assicurazione in quel periodo. Vinse la Yamaha, ma lui ci pensò su un po' e decise per una cavalcata custom, lenta e ponderata, per godersi il paesaggio senza doversi troppo concentrare sulla guida e su una esagerata attenzione per eventuali tratti di strada ghiacciati. Inoltre avrebbe molto gradito, vista la temperatura nana, il buon riparo del largo parabrezza dell'Harley.
Scaldò bene il motore e partì alle undici del mattino, prendendo la provinciale verso Trezzo d'Adda. Era ben imbottito, come se avesse dovuto andare a sciare, e non sentiva minimamente freddo.
Andava e motociclettava di gusto.


Si sentì gelare quando La incontrò.
Ad un incrocio.


Lì in mezzo al maledetto incrocio con i suoi stupidi ed inutili semafori c'era la maledetta automobile messa di traverso, con la fiancata sfondata. E per terra frammenti di vetro e di plastica ed i pezzi della motocicletta che giaceva distrutta metri più in là. E poi i segni di una impossibile frenata, e quelli di un impatto e di una strisciata sull'asfalto.
Oddone si sentì stringere il cuore come in una morsa, quando vide sul ciglio della strada il corpo coperto dal plaid colorato. Una coperta corta, dalla quale spuntavano due stivaletti neri.
Non vide la gente che si assiepava commentando sottovoce. Vide "Lei", che osservava la forma nascosta sotto la coperta standosene immobile e silenziosa e tenendo piegato il capo nascosto dal cappuccio. Non c'era emozione in quello stare lì, in quell'essere presente. Lei era la Morte. Professionale, distaccata, fredda.
Lentamente Oddone attraversò l'incrocio, evitando i rottami che giacevano a terra e cercando di non guardare nè il morto, nè gli spettatori che guardavano lui che passava con l'Harley, nè la moto che giaceva a terra, per non essere tentato di volerne riconoscere marca e modello, nonostante la distruzione.
Lo spaventava pensare all'elegante e potente moto sportiva che quel miserevole rottame era stato soltanto pochi minuti prima.
La sirena echeggiò alle sue spalle mentre si stava allontanando. Sirena di che, al diavolo! Polizia, inutile ambulanza? Ormai era fatta... era tutto finito. Il solito automobilista con la testa nelle nuvole, che svolta senza guardare, o frena di colpo, o apre la portiera o... o... o! Cento modi per fracassare testa ed ossa a noi che stiamo sulle moto!
Oddone guidava a bassa velocità, sconvolto da ciò che aveva dovuto vedere. La giornata era diventata intollerabilmente fredda, il piacere della guida invernale si era dissolto, il sole e le montagne coperte di neve sembravano appartenere ad un orizzonte che non era più il suo.
Pregò brevemente per quell'uomo, che era stato un motociclista come era lui, fratello in quella passione travolgente che porta a cavalcare quei meravigliosi cavalli d'acciaio, tanto splendidi quanto vulnerabili, tanto esaltanti quanto pericolosi.
Poi, all'improvviso, Oddone si rese conto di non essere solo, a cavallo della sua Electra Glide. Non riuscì a continuare nel suo vagabondare. Dovette fermarsi su uno spiazzo sterrato vicino ad un prato dall'erba secca coperta di brina. Scese di sella e tolse il casco. Non capì se la causa del brivido gelido che gli scivolò lungo le membra fosse il venticello teso che spirava da nord, oppure la figura incappucciata di nero che sedeva sul sellone posteriore dell'Harley, appoggiandosi rilassata all'alto schienale.
- Mi piace, la tua moto... - disse la Morte, ed aveva la voce dolce e profonda di una bella donna.
Una bella donna sulla quale il Tempo non avesse potere alcuno. Una donna placida, matura, sicura del suo fascino e capace di trasmettere tutto ciò attraverso la sua voce.
Niente roba rantolante, parole secche come il crepitare d'ossa, o sussurri malefici. Tutt'altro: una cosa ammaliante.
- Una grande Harley tutta nera e cromata, con un motore come un grande cuore pulsante. Mi si addice, non trovi? - il cappuccio della Signora in Nero si mosse lentamente, come se lei stesse gustando la vista della moto sulla quale stava seduta.
Oddone se ne stava zitto, con il casco tra le mani.
- Spero di non averti spaventato... quando ti ho visto passare su questo splendore non ho saputo resistere alla tentazione di venire a fare un giretto con te. Il mio lavoro l'avevo finito, ormai, ed avevo ed ho un po' di tempo prima del prossimo appuntamento. -
- Ha fatto bene. - dichiarò Oddone, e si sentì molto stupido, sia perchè si era rivolto alla Morte dandole educatamente del "lei", sia perchè era convinto che le sue parole fossero suonate, come dire? un tantino false.
Il cappuccio della Signora vibrò leggermente, proprio come se lei stesse ridendo.
- Grazie. - disse poi. - La tua moto è anche molto comoda. L'hai chiamata Augusta, no? Bel nome. Dà la giusta idea. -
Oddone non sapeva cosa dire. Quello che gli stava succedendo non era vero, non poteva esserlo. Doveva avere preso un colpo di freddo. Forse una cosa grave, per procurargli una simile allucinazione...
- Beh, se è grave, non lo è al punto da richiedere la mia presenza. - disse la Morte. - Ho ancora un po' di tempo libero, ma se ti spavento posso andarmene subito, se vuoi. -
- Non sono proprio a mio agio, per la verità. -
- Anche se sai che non sono qui per te? -
- Beh, insomma, questo mi tranquillizza un po'. - ammise Oddone, e poi corrugò la fronte cullando un pensiero sgradevole.
- Ti stai chiedendo quanto tempo dovrà passare prima che il nostro appuntamento diventi una realtà compiuta... -
- Lei sa leggere nel pensiero? -
- Puoi darmi del tu. Mi hai portato a spasso sulla tua moto, no? -
- Sai leggere nel pensiero? -
- Che importanza ha? Secondo te un motociclista che ne vede un altro morto in mezzo alla strada riesce a non pensare "Chissà quando toccherà a me?" -
- No, certo. - ammise Oddone.
- Vedi? Non occorre leggerti nel pensiero per sapere che stai pensando se anche a te toccherà incontrarmi in quel modo, o su un'automobile, piuttosto che in un letto... Certo preferiresti che non capitasse con la moto, forse per non dover distruggere uno dei tuoi sette gioielli a due ruote. -
- E' proprio così... Però io detesto la psico-logica. Chi la conosce mi può leggere dentro come in un libro aperto. -
- Su, non te la prendere... E' solo che hai paura delle tue paure. Ed io mi sento di fare qualcosa per te, per ricambiare il piacere che mi hai dato portandomi in moto con te. Vorrei aiutarti ad esorcizzarle, le tue paure. Raccontale a me ed a te stesso, e vedrai che starai meglio. Parlami prima di tutte le cose brutte, e poi lascia che la luce del sole le sbiadisca, intanto che parliamo di tutte le sensazioni meravigliose che le motociclette sanno dare. Alla fine me ne potrò andare... Pensa! Potrai anche fare un paragone fra l'emozione che hai provato ad avere ME seduta sulla tua moto, alle tue spalle, e quella che ti dà una donna con grandi seni morbidi appoggiati contro la tua schiena... -

" Chissà se anche la Morte ha le..." cominciò a pensare Oddone.
- Non essere irrispettoso! - lo rimproverò bonariamente la Morte, e lui si convinse che Lei poteva davvero leggere nel pensiero.
- Dimmi perchè hai sette moto. - sussurrò la Signora, ed Oddone le spiegò:
- Tante me ne sono piaciute, e tante ho avuto la fortuna di potermi permettere di possedere. -
- Dispari di numero... perchè così, se ne distruggerai una incontrandomi, ne resteranno sempre tre per uno per ciascuno dei tuoi figli. -
- E' così. - confessò Oddone, e la prima delle sue paure, quella più grande e potente, uscì fuori.
- La vedo. - disse la Morte. - Vedo la paura per la vita dei tuoi figli... vedo che vorresti poter sfogare la tua passione per le moto più ancora di quanto tu non faccia, e regalare la passione ai tuoi figli come qualcosa di prezioso. Ma vedo che ti odi per questo, perchè temi di dar loro qualcosa che metta in pericolo la loro vita... -
- Arrivo a desiderare che invece di amare le moto quanto le amo io , arrivino ad odiarle proprio in contrapposizione al mio modo di vivere questa passione... e ne sfuggano per sempre i pericoli che ne costituiscono il prezzo. -
- Puoi sempre sperarlo. Puoi sperare che non sentano il richiamo di questa eccitante forma di libertà... Il richiamo dell'andare e dell'andare e dell'andare senza fermarsi... -
- E dei colori e dei profumi, e del caldo e del freddo, e del vento che ti stuzzica o ti rinfresca... Che è lo stesso vento che ora ti accarezza ed ora ti strapazza... che ora ti accompagna ed ora ti perseguita, mentre corri le strade. -
- Sì. Questo e molto altro ancora, che tu conosci. C'è sempre quel prezzo da pagare, che tu conosci... E c'è la paura... Dammene un'altra, delle tue paure! -
- Basta così poco! Un attimo di distrazione. Mio o di chiunque altro... ed arrivi tu. -
- Non è soltanto questo, il prezzo. Non lasciare che le paure restino annidate dentro di te... c'è un prezzo anche più alto. -
- Ma tutto è già scritto? E' inutile lottare, risparmiarsi, essere prudenti? Il nostro appuntamento con te è già fissato, è ineluttabile? Oppure è in nostro potere rimandare l'incontro ad un momento più lontano? - chiese Oddone accoratamente, cercando una risposta che fosse una via d'uscita dal castello di dubbi nel quale a volte si accorgeva di essere rinchiuso.
- Hai troppo ben presente la favola del soldato di Samarcanda! Puoi immaginare quanto io ami una ipotesi tanto suggestiva ed arguta, ma non è così: io arrivo quando è giunto il momento, mai prima! Siete voi uomini che a volte, comportandovi da pazzi, arrivate in anticipo agli appuntamenti, mettendomi fretta e costringendomi a correre. Non è cosa ch'io ami, ma non posso farne a meno. Devo essere sempre dove è richiesta la mia presenza... Tu lo sai, tutti lo sanno: è ineluttabile, tu l'hai detto. -
- Ma sta scritto? -
La Morte allargò le braccia, e sembrò stringersi nelle spalle.
- Sta scritto che io arrivi SEMPRE, non QUANDO io debba arrivare. Però sta scritto ch'io arrivi quando DEVO arrivare. -
- Non capisco. -
- Se sali su una moto da cento cavalli, la lanci alla massima velocità e chiudi gli occhi per venti secondi, stava scritto che tu lo facessi? Stava scritto che io e te avessimo un appuntamento in quel momento? -
- No. -
- Ma se tu fai questo, tu mi dai un appuntamento. E se sta scritto che devo essere presente, io devo essere presente. -
- Chi scrive se devi essere presente? -
- Se fosse scritto che l'uomo debba saperlo, tu lo sapresti già, non credi? -
- Detesto la logica, quando mi si rivolta contro come un serpente! Morde. Fa male. Lascia brutte cicatrici. -
- Su, non fare così... Nulla è scritto "da sempre", altrimenti non esisterebbe la libertà; per contro, nulla è che non venga scritto, o lentamente nel tempo o d'improvviso. Non ha importanza che ciò avvenga in seguito ad un atto di volontà di uno o di altri, oppure in seguito ad una casualità. Non ha importanza quanto di totalmente assoluto sia nella casualità, o quanto parziale o marginale sia la casualità stessa. Quando accade qualcosa per cui io debba essere presente, io lo sono. Così dev'essere. -
Oddone scosse la testa, con la fronte corrugata, come se avesse udito concetti espressi in una lingua sconosciuta. Ma riuscì ugualmente a porgere un'altra domanda:
- Ma tu, quanto tempo PRIMA di un appuntamento sai di doverci andare? -
- Il tempo necessario per arrivarci. -
- Sapevo che mi avresti risposto così... -
- Perchè non c'è altra risposta, non credi? Non arrivo mai in ritardo, nemmeno quando lo sono davvero: l'ora dell'appuntamento è quando arrivo. Nè prima, nè dopo. Nessuno può dire di essere morto nè un minuto, nè un'ora, nè un giorno dopo il momento nel quale avrebbe dovuto morire. Nessuno può dire di avermi aspettato. Si muore quando io arrivo, non quando eventualmente avrei dovuto arrivare. -
Oddone restò muto. Non sapeva cosa dire, annichilito dalla basilarità di questi assunti.
- Su, motociclista, continua: il prezzo può essere più alto. -
- Sì. Continuo. Questo il prezzo: mancare in malo modo all'appuntamento con te! Il nostro corpo è così fragile... Basta poco, e ce ne restiamo qui, con il corpo o la mente devastati, a litigare con la vita nostra e con quella di chi ci sta intorno. Distrutti, inabili . A soffrire o far soffrire. A soffrire "e" a far soffrire. Magari ad aspettare con ansia TE, che non ti decidi ad arrivare, finchè non sta scritto che è arrivata l'ora dell'appuntamento. -
- Non è destino, questo, che sia prerogativa unica di chi ha la passione per le moto. - sussurrò la Signora in Nero, indicando con una manica l'Harley in nero sulla quale continuava a stare piacevolmente seduta. - C'è chi ha subìto quanto temi senza aver neppure in parte goduto le sensazioni che voi godete sulle moto. Il prezzo è alto, è vero, ma parliamo anche della mercanzia che si acquista. Parlamene tu, come ne parli a te stesso quando respiri il piacere che le tue sette amanti sanno darti... -
Oddone esibì un sorriso un po' amaro, chiedendosi se era proprio quello ciò che la Morte voleva da lui. Aveva la voglia e la forza di parlarne, però. Di parlare del piacere della moto.
- C'è il senso di libertà. Ci sono le strade dei boschi e dei monti e quelle della riva dei laghi e dei fiumi. Ci sono i mille paesaggi da conoscere e da vivere. E da... scorrere. C'è la voglia di cavalcare il vento, nei momenti in cui non senti più il canto del motore, quando ti sembra di non essere nemmeno seduto su una moto, ma sull'aria. E l'aria... vola!
Oppure c'è il piacere di guidare, di condurre quella bellissima cosa viva che sta sotto di te. Il piacere di guidare "davvero"... di dovere agire, muoverti, spostarti sulla sella per piegare il tuo mezzo come la strada e la tua velocità richiedono. Con la continua, eccitante sensazione della sfida all'equilibrio, in quel continuo gioco di forze e vettori ed energia. In quel dominare il movimento, gustando le accelerazioni e le decelerazioni mentre le usi per farle partecipare all'insieme di tutti i fattori complessi... eppur dominabili, della guida. Ed intanto la stringi con i pugni e le ginocchia, la tua moto, e lavori con i piedi sui pedali e puoi cavare dal motore tutta una sinfonia di suoni diversi. -
- C'è da dimenticarsi la paura, no? -
- No. Sì. Sì, posso dimenticare, per un po'. Ma c'è, c'è sempre! Basta tanto poco per finire in pezzi! -
- Anche tu hai cercato l'emozione forte, però. L'hai cercata, la paura! Andavi a più di duecento all'ora, quel giorno, ed era una strada provinciale. Stretta, strettissima a quella velocità... e così corta! E allora? -
- Quel rettilineo sembrava finire dieci metri avanti i miei occhi... e stavo così steso sulla moto che mi sembrava di avere il naso a dieci centimetri dall'asfalto della strada. Ho mollato quasi subito. -
- E confessi? -
- Confesso una emozione violenta, e la paura era il suo condimento. -
- E mentre danzi con le stagioni? Hai paura anche allora? -
- No, come potrei? Sei così assorbito da ciò che vedi e vivi! Ancor oggi mi racconto la primavera sulle strade di Normandia, quelle strade lunghe e diritte, immerse in campi verdissimi, sotto un cielo tutto grigio e pigro ed umido... con i pensieri che mi si muovevano nella mente in volute lente, torpide... un torpore soltanto a tratti scosso dalle macchie di colore del violento giallo dei campi di colza in fiore. Ricordo i sospiri che mi sfuggivano dentro il casco, incontro al profumo esalato da quel verde umido e corroborante. E mi racconto la primavera sulle strade verso Mantova, con gli occhi pieni del colore dei fiori degli alberi di Giuda e di quelli delle forsizie, che imbrogliano, con una gioia priva di pudore, esplodendo i fiori quando gli altri vegetali si stanno ancor dando da fare ad emettere le foglie.
Ed intanto ogni altro albero ed arbusto si sforza di mostrarsi con il verde più tenero e brillante, per competere con ogni altro albero ed arbusto per conquistare la meraviglia del verde più fresco. -

- Ma...? -
- Ma non puoi non vedere quel lungo, infinito guard rail... paziente ed instancabile nell'attendere di affettarti un braccio, o una gamba, o il collo... come una lama ben affilata. Con cento occasioni perchè tu e la tua moto andiate a fare la quella spiacevole esperienza. -
- Non ci pensare. Dimmi dei profumi, invece. -
- Ci sono i profumi della primavera avanzata, quando si va in giro con la visiera del casco semiaperta, per lasciarli penetrare ed affondarvi il viso... il profumo delle ginestre delle isole, quello della lavanda di Provenza! Le dolcissime robinie di Lombardia, le glicini, i tigli!
Ti ritrovi a guidare nell'estate, e non ti sei neppure accorto di quando ci sei entrato.
Trovi l'alito caldo ed umido dei campi strapieni di mais, e l'aroma fragrante del fieno appena tagliato, e l'odore irruente del letame che nutre la terra, ed i vapori bollenti delle erbe che cuociono al sole. -
- Ma... ma? -
- Ma come fai ad ignorare quei muretti infiniti di cemento , quelle grigie meraviglie componibili che separano le carreggiate, e che ti aspettano? Un sasso schizzato da una ruota d'auto, una vespa che ti s'infila nel casco... oppure un piccolo urto, una ruota che perde aderenza. Tu lo sai, ci sono ampie possibilità di scelta: grattugiarsi fino alle ossa strisciando il muretto o l'asfalto... oppure giocare a carambola restando al di qua... - e qui Oddone gesticolò, mimando un tragico flipper. - O saltare di là per spiaccicarsi meglio. Senza sapere chi sceglie quale sia il tuo gioco... Forse senza nemmeno il tempo di capire quale sia, il dannato gioco! -
Oddone chinò il capo e tacque.
Il venticello gelido gli passò sulle orecchie, teso come un rasoio.
- Ma, nonostante tutto, il bagnato, o il ghiaccio, o il terriccio viscido che sporca l'asfalto non ti fermano, d'inverno. Eppure l'unico profumo che senti è quello del freddo... E sei qui con la moto, e ti porti a spasso un'ospite. -
- Avrei preferito farti correre su monti e colline, in mezzo ai colori ed ai profumi dell'autunno. - Oddone sbirciò la Signora, che contemplava le montagne imbiancate, e si rese conto di ciò che aveva appena detto. - Ma tu li conosci da sempre, dall'alba dei tempi... -
- Dimmeli tu... è tanto tempo che non ci penso più. Forse me ne sono scordata. Racconta, su. -
- Non è possibile raccontare tutte le sfumature del verde, del marrone, del giallo e dell'arancio che si affollano nei boschi dell'autunno! Magari lo sapessi fare! Dimentico perfino i primi due o tre degli infiniti rossi degli aceri, non appena è passato un po' di tempo, quando i miei occhi non ne sono più riempiti... Ogni bosco ha un profumo diverso, e questo profumo cambia, se lo respiri al mattino, piuttosto che a metà del giorno o al tramonto. E poi cambia ancora al variare dell'umidità... e dopo una notte umida respiri fragranze che ti allargano i polmoni e la mente... -
- Continua... -
- ... -
- Continua, su, non essere ritroso. Io sono... -
- Non dirlo! E' soltanto nel cuore dell'autunno che i colori ed i profumi ora ti imbaldanziscono, quando il sole è caldo e l'aria asciutta, ora ti commuovono, quando tramonta il sole. Ed infine ti riempiono di dolcezza e tristezza e rimpianto, quando rinfresca ed è più umido, e molte sono le foglie già cadute ed i profumi sono quelli che sentivi da bambino nei boschi e nelle campagne e tra i cespugli delle rive dei fiumi. -
- E dov'è la paura? -
- Mah! - ammise Oddone, dopo averci pensato su un po'. - Forse non è davvero paura, quella di volare via insieme alle foglie e di perdersi nei boschi dell'autunno... Forse non c'è paura di finire tra alberi e cespugli. O forse non è il momento di pensarci, o il caso di continuare a farlo. -
- E' così. Alla fine le paure sono consumate, sbiadite, ridotte. E ti resta così tanto in cambio! -
- Davvero? -
- Tu lo senti. Io mi porto via le tue paure , ed il piacere di tutte le cose belle che mi hai raccontato . Continua a goderne. Continua! - - Con minor paura? -
- Sì, o no. Non importa, se continui a goderne. Con prudenza, se vuoi, perchè lo devi. -
Oddone restò in silenzio, fissando la Signora in Nero, che se ne stava ancora seduta sull'Harley, rilassata, con il vestito ed il cappuccio che ondeggiavano con grazia, e compostamente, al soffio del vento dell'inverno.
- Ti saluto, ora. E' tempo ch'io vada. -
- Arrivederci, Morte. -
- Arrivederci, motociclista. Sii prudente. Cerca di non arrivare in anticipo al nostro appuntamento! -
- InchAllah. - disse Oddone, come suo solito.
Ma la Signora in Nero era già svanita.

Lui si mise a cavallo dell'Harley ed avviò il motore. Sospirò. Si sentiva più tranquillo. Rasserenato. Beh, anche rassegnato. Stette ad ascoltare il canto del motore. Il poderoso ronfare lo cullò, e le vibrazioni lo riscaldarono.
Il sole continuava a splendere, in quel bellissimo, gelido sabato. Oddone considerò che la Morte appariva ora qui, ora là, ma la Vita era dappertutto. Era il caso di vivere. Infilò il casco e riportò la moto sulla strada, dirigendosi a nord.
Le montagne coperte di neve scintillavano incoronando l'orizzonte, ed era uno spettacolo bello da piangere.


Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.>>

Sold|3r
23-05-2006, 16:42
ma quanto lungo è :muro:

tra poco stacco dal lavoro... me lo leggo da casa :stordita:

AlexB
23-05-2006, 16:59
bellissimo racconto...il perchè del "vivere" , praticamente !

Ciao, Ale

Sinclair63
23-05-2006, 18:17
Cazzarola :eek: è kilometrico :D lo stampo e me lo leggo con calma domattina in bagno :D

GianoM
23-05-2006, 18:26
Argh, bello (sempre se l'ho capita nel giusto modo).
Ma chi l'ha scritto?

Lonherz
23-05-2006, 18:51
L'ho letto tutto d'un fiato.. veramente bellissimo! :)

Rox87
23-05-2006, 19:52
Veramente stupendo...!!!

Ciao :)

Harvester
23-05-2006, 19:54
bello, davvero bello

Lucio Virzì
23-05-2006, 20:26
Argh, bello (sempre se l'ho capita nel giusto modo).
Ma chi l'ha scritto?

Devo recuperare anche l'autore... si perde nella notte dei tempi (due, credo, quindi parecchio tempo fa... ) ;)

LuVi

RiccardoS
24-05-2006, 07:03
devo ancora capire come mai ho provato brividi praticamente una riga sì e una no... :wtf:

ah sì... ora sono motociclista pure io. ;)

Ork
24-05-2006, 19:50
m'è venuta la pelle d'oca :)

Live85
24-05-2006, 20:02
bello davvero.

lnessuno
24-05-2006, 21:03
bello bello... ma è davvero vecchissimo :eek: ho un file di testo con questo racconto targato aprile 2004... (ma non l'ho scritto io, non mi verrebbe mai in mente di chiamare qualcuno oddone :D)

SerPaguroSniffa³
24-05-2006, 21:12
quanti brividi mi sono venuti e mi stanno ancora venendo,molto profondo.

lnessuno
24-05-2006, 21:26
devo ancora capire come mai ho provato brividi praticamente una riga sì e una no... :wtf:

ah sì... ora sono motociclista pure io. ;)


è terribile però leggere quelle che poi sono le paure e i piaceri di ogni motociclista in questo modo...

energy+
24-05-2006, 22:16
L'essenza dell'essere motociclista, in sintesi gioie e paure che la maggior parte di noi vivono e a cui sono abituati.
Diverse volte ho fatto pensieri simili a quelli descritti,facendo + o - 1 percorso simile e la risposta è sempre la medesima.....
X certi versi è inutile nutrire false speranze, si sa che il rischio c'è ed è elevato e nn parlo del caso estremo ma anche solo di farsi male,magari 1 pò + di quel che si è in grado o disposti a gestire..... E questo fa PAURA.
La paura che ci atterrisce xò ci tiene vigili e attenti e x certi versi vivi,in 1 certo senso l'andare in moto se nn fosse "rischioso" non sarebbe nemmeno divertente.
Danzare tra le curve sfidando la gravità e cercando magari l'alchimia perfetta tra i 1000 parametri che intervengono è 1 delle cose + magiche e pericolose che si possa fare,ma nn c'è niente da fare tutto ciò è quello che ci serve x alimentarci.
Da questo si trae linfa vitale e forza x continuare,nonostante i brutti pensieri,le cose che vediamo,nonostante tutto.

Io x certi versi mi son arreso all'evidenza,mi considero + di là che di qua ma cerco di rendere il lavoro difficile alla nera signora,anche se poi si rientra galvanizzati dall'ennesima "scannata".

Non so questo racconto mi ha fatto rivivere molti dei pensieri fatti + e + volte, e capisco che in fondo x tanti le cose stanno così e che in fondo è umano farsi di questi scrupoli.

Spero che serva a chi nn è motociclista a capire a ciò cui son disposti i motociclisti pur di provare quelle sensazioni così ben descritte nel racconto,che cmq son solo 1 minima parte di ciò che si prova in moto,qlunque genere essa sia.......

1 LAMPS a tutti!

lnessuno
24-05-2006, 22:20
parole sante en...

in un certo senso vorrei non essere motociclista per non rischiare di dare dolore ai miei cari se dovesse succedere qualcosa... ma quando salgo su quel mezzo cambia tutto, mi sento vivo... è una sensazione inspiegabile, è quasi amore :p

LUVІ
13-06-2006, 19:25
Dedicata a tutti i motociclisti ed a Christian.

LuVi

^TiGeRShArK^
13-06-2006, 20:51
:confused:
mi sono perso qualcosa? :fagiano:

devilman79
14-06-2006, 10:01
veramente un racconto molto profondo........
sono rimasto veramente colpito.

Stiwy.NET
14-06-2006, 15:18
Stavo per mettermi a piangere :cry:... quanto dolore... quanta vita... quante paure... quante emozioni...

Sono motomunito da un paio di mesi soltanto e non so neanche se è lecito dichiararmi motociclista! :sofico:
Ciò che sò è che sulla strada del ritorno alla mia prima uscita ho visto un motociclista coricato in un prato con tanta gente intorno, i carabinieri appena arrivati, l'ambulanza in lontananza... non è stato per niente bello! :muro:

Qualche settimana dopo ho saputo che dalle nostre parti una (che conoscevo) si è suicidata...

Che collegamento c'è tra le due cose? Nel primo caso la persona cercava la vita, nel secondo caso la persona cercava la morte! Che senso ha? :mbe: Tutto questo mi mette solo un'incredibile tristezza e angoscia!

Nevermind
14-06-2006, 16:03
è terribile però leggere quelle che poi sono le paure e i piaceri di ogni motociclista in questo modo...

Daltronde da quando mondo è mondo + l'esperienza è "gagliarda" + è rischiosa....l'intelligenza è saper godere di queste esperienze senza esagerare. Cosa che purtroppo è difficile...difatti quale motocilcista in vita sua può dire di non aver mai esagerato? di non aver mai lanciato a 200 all'ora dove sarebeb stato sensato fare i 100 o fare un sorpasso azzardato prima di uan curva.

Quanti possono dire di non aver rischiato il culo per poce frazioni di secondo?

LUVІ
14-06-2006, 19:29
Io oggi ho ufficialmente venduto la mia Ducati, la prima moto che ho acquistato nuova, la mia sesta moto, in 20 anni di onorate pieghe.
M'è andato via un pezzo di cuore, ma so che è un motore (preferibilmente V2 desmo) che continuerà a battere dentro. ;)

LuVi

filofaco
14-06-2006, 19:51
Assolutamente fantastico... Ho i brividi....
La moto penso sia un amore grandissimo come per i tuoi figli o parenti magari in modo diverso ma sempre di amore si tratta e quando sei in sella nn pensi a quello che ti potrebbe capitare...
Il racconto è azzeccatissimo.....
VOTO: 10 all'autore.....

devil mcry
15-06-2006, 20:28
bellissimo , pero non ho capito una cosa , il conducente morto all'inizio era lui ?

filofaco
15-06-2006, 20:39
bellissimo , pero non ho capito una cosa , il conducente morto all'inizio era lui ?
No era solo un'altro motociclista.... nn che come dice nel testo suo fratello (figlio della stessa passione)

oirad87
15-06-2006, 21:13
Veramente fantastico..... Fa riflettere parecchio......

polostation
16-06-2006, 20:52
Finalmente ho trovato il tempo x leggerlo.. nulla da dire soprattutto se si usano le 2 ruote tutto l'anno come me che cerco i ridurre al minimo l'uso della macchina e più volte mi è capitato di assoporare quei profumi per le strade più "campagnole"...

lnessuno
16-06-2006, 21:03
No era solo un'altro motociclista.... nn che come dice nel testo suo fratello (figlio della stessa passione)



mmm... io ho capito che è proprio lui a morire, e questo spiega perchè vede la morte... in realtà lui è già morto quando ha quella "discussione" con la signora.

infatti se non sbaglio il racconto parla di un certo oddone, e poi alla fine dice che oddone trovò la morte...


:confused:

polostation
16-06-2006, 21:24
Si ma dice che incontrò la morte nel senso che ci fece 2 chiacchiere. Lei salì quando lui passò dove c'era stato l'incidente e praticamente era passata da un motociclista all'altro, il primo la chiamò all'appuntamento, il secondo (Oddone) ebbe modo di parlarci e riflettere sul senso della vita per non far la stessa fine di chi aveva la stessa passione... :(

Stiwy.NET
17-06-2006, 12:11
E' vero, infatti La Signora dice espressamente che non è lì per lui, e che non è il suo tempo.

AthlonDax
17-06-2006, 13:21
....e poi lo invita ad essere prudente per non anticipare il loro incontro....nn è lui ad essere morto!
Cmq da buon motociclista ho ancora la pelle d'oca! Veramente fantastica!

lnessuno
17-06-2006, 14:12
....e poi lo invita ad essere prudente per non anticipare il loro incontro....nn è lui ad essere morto!
Cmq da buon motociclista ho ancora la pelle d'oca! Veramente fantastica!


ma allora che senso ha la frase finale? :mbe:

energy+
17-06-2006, 14:12
E' estremamente bello xchè tocca 1 pò tutti i punti salienti dell'essere motociclista dalla sensazione che si ha andando in moto ai rischi e alle paure e oltre a questo può avere diverse chiavi di lettura come avete dimostrato come gli ultimi post che fanno rifletter se in maniera diversa tutti quanti..... :)

LAMPS a tutti

energy+
17-06-2006, 14:13
ma allora che senso ha la frase finale? :mbe:
Beh può avere 2 significati ovvero che il giorno in cui ha incontrato la morte cioè il giorno in cui lgli ha parlato era quello oppure che è morto dopo l'incontro in 1 giorno X.

ciao ;)

85kimeruccio
18-06-2006, 01:01
anche se non sono motociclista ma appassionato di auto.. alcune cose riesco a capirle...

bel racconto..

GiacoXp
18-06-2006, 11:57
davvero profondo