View Full Version : Mali:uomini armati attaccano campi militari
MALI 23/5/2006 10.55
NORD-EST, UOMINI ARMATI ATTACCANO CAMPI MILITARI
[PIME] Due campi militari sarebbero sotto il controllo di uomini armati non identificati, che li hanno attaccati stamani nella regione di Kidal, in pieno deserto del Sahara, nel nord-est del Mali. Secondo l’agenzia ‘Afp’, non meglio precisati uomini fasciati da un turbante avrebbero assaltato una seconda installazione militare intorno alle 8:00 di stamani a sud-est di Kidal, dopo che all’alba avevano preso il controllo di un altro campo, chiamato “Abdoulaye Soumaré”. Non è chiaro se vi siano vittime. Un corrispondente dell’emittente francese ‘Rfi’ ha detto che secondo testimoni, a Kidal si sono uditi spari e la gente è rimasta chiusa in casa. La località si raggiunge in 7-8 ore di auto da Gao, principale città del nord del Mali. È un centro di passaggio lungo una delle ‘rotte dell’immigrazione’. La regione fu l’epicentro della ribellione Tuareg all’inizio degli anni Novanta, terminata poi con un accordo e la consegna delle armi nel 1996
roverello
23-05-2006, 12:24
MALI 23/5/2006 10.55
NORD-EST, UOMINI ARMATI ATTACCANO CAMPI MILITARI
[PIME] Due campi militari sarebbero sotto il controllo di uomini armati non identificati, che li hanno attaccati stamani nella regione di Kidal, in pieno deserto del Sahara, nel nord-est del Mali. Secondo l’agenzia ‘Afp’, non meglio precisati uomini fasciati da un turbante avrebbero assaltato una seconda installazione militare intorno alle 8:00 di stamani a sud-est di Kidal, dopo che all’alba avevano preso il controllo di un altro campo, chiamato “Abdoulaye Soumaré”. Non è chiaro se vi siano vittime. Un corrispondente dell’emittente francese ‘Rfi’ ha detto che secondo testimoni, a Kidal si sono uditi spari e la gente è rimasta chiusa in casa. La località si raggiunge in 7-8 ore di auto da Gao, principale città del nord del Mali. È un centro di passaggio lungo una delle ‘rotte dell’immigrazione’. La regione fu l’epicentro della ribellione Tuareg all’inizio degli anni Novanta, terminata poi con un accordo e la consegna delle armi nel 1996
Kidal è sempre stata una località turbolenta, anche porima degli anni novanta, quando la situazione è precipitata. Tutto nasce dai tentativi di piegare i Tuareg ai desideri di stravolgimenti culturali e sociali perpetrato dai governi centrali, tra cui quello maliano.
E' quindi estremamente probabile che si tratti di Tuareg.
MALI 24/5/2006 12.21
KIDAL, CALMA DOPO ATTACCHI A BASI MILITARI
È tornata la calma stamani a Kidal, nel nord-est del Mali, dove ieri un gruppo di uomini armati aveva attaccato alcune postazioni militari dell’esercito: secondo fonti locali, hanno lasciato la zona e si sono diretti verso il nord a bordo di pick-up portandosi armi e viveri. Resta incerto il bilancio degli scontri tra forze armate e gli assalitori, probabilmente un gruppo di ex-ribelli Tuareg ammutinati dall’esercito, nel quale erano stati in precedenza reintegrati; per il momento si parla di uno e due vittime (militari) e di un numero imprecisato di feriti. Sembra che le forze governative abbiano lanciato già ieri un’offensiva, riprendendo poi il controllo di Kidal e delle basi militari. Su un sito internet dedicato a questa regione stamani la MISNA ha trovato un messaggio dell’associazione dei giovani Tamasheq (termine con cui vengono indicati i Tuareg) di Timbuctù, crocevia millenario tra il deserto e il fiume Niger e per secoli rinomato centro di studi islamici. Nel testo si “condannano con fermezza gli atti perpetrati nella regione” chiedendo agli altri giovani di unirsi “per sbarrare il cammino a ogni tentativo di ribellione Tuareg nel nord del Paese”. Apprezzamento viene espresso per l’intervento fermo e pacato del presidente della repubblica Amadou Amani Touré: ieri, parlando al paese in un messaggio radio, aveva invitato a non confondere gli aggressori con gli altri Tamasheq, popolo nomade millenario che da sempre vive nelle dune del Sahara del Mali e dei Paesi confinanti. “In Mali – ha detto ieri il presidente – non servono le armi per farsi ascoltare”. Nei mesi scorsi, nella zona di Kidal, il generale tuareg Hassan Fagaga si era posto alla testa di un breve ammutinamento poi rientrato, chiedendo maggior risorse per gli ex-ribelli. I Tuareg, protagonisti di una insurrezione armata negli Anni Novanta, nel 1996 poi hanno deposto le armi che sono state usate per la costruzione della monumentale ‘Fiamma della pace’, collocata alla periferia di Timbuctù proprio dove iniziano le dune del Sahara, vera ‘patria’ dei Tuareg.
MALI 25/5/2006 16.58
KIDAL: ESERCITO IMPONE MISURE DI SICUREZZA
L’esercito ha ripreso il controllo della situazione a Kidal (la principale città dell’omonima regione nel nordest del paese), dopo che i ribelli ieri l’avevano lasciata all’indomani degli attacchi lanciati contro almeno due caserme locali. I soldati arrivati da Gao e Timbuktu presidiano le principali vie d’accesso alla città. Fonti del luogo precisano che questa mattina, benché sia stato riaperto il mercato, i soldati avrebbero chiesto ai commercianti di non aprire i negozi, probabilmente per motivi di sicurezza. Anche la vicina stazione di Tindass – usata come partenza dei minibus per gli spostamenti in questa zona desertica - rimarrà chiusa. Si ignora dove si trovino ora i ribelli – guidati da un ex-leader dell’insurrezione tuareg del 1990-1996, Hassan Fagaga – che rivendicano una “gestione particolare” per le tre regioni sottosviluppate del nord (Timbuktu, Kidal e Gao) e ieri hanno chiesto di avviare negoziati con il governo. La stampa non riporta nessuna reazione delle autorità: il presidente Amadou Toumani Touré ha assicurato che seguirà l’evolversi della vicenda e invitato a non confondere questi ribelli con il resto della popolazione tuareg. Questa mattina uno dei gruppi protagonisti della rivolta degli Anni ’90, l’ex-Fpla (‘Fronte popolare per la liberazione dell’Azawad’) ha pubblicato un comunicato in cui nega che uno dei suoi ex-combattenti – ora integrati nell’esercito come la maggior parte degli ex-militanti tuareg – abbia preso parte all’”ammutinamento-diserzione di Kidal-Ménaka” e ribadendo la sua fedeltà al Patto nazionale e alla Fiamme della pace, l’accordo che nel 1996 mise fine al conflitto, stabilendo lo scioglimento dei gruppi armati del nord. L’ex-Fpla ha segnalato inoltre che alcuni membri integrati nelle forze armate a Kidal potrebbero essere stati presi in ostaggio dagli assalitori.
MALI 26/5/2006 17.43
KIDAL, FUGHE E RIENTRI DOPO GLI SCONTRI
Continuano a essere segnalati spostamenti di persone nelle regioni settentrionali del Mali e in particolare nella zona di Kidal, piccolo centro abitato nei territori desertici a oltre 1000 chilometri dalla capitale Bamako, dove nei giorni scorsi un gruppo di ribelli tuareg ha attaccato e preso il controllo per alcune ore di un paio di postazioni militari. Secondo fonti locali centinaia di profughi tuareg hanno raggiunto la città di Fassala, presso la frontiera con la Mauritania, provenienti da Lerè (nella regione di Timbouctu) e da Touvarou e Tenenkou (nella regione di Mopti); intanto una ventina di camion carichi di donne e bambini hanno raggiunto oggi i territori algerini di Tamanrasset e Bordj Mokhtar, poco oltre il confine tra Mali e Algeria. Sembrerebbe inoltre che coloro che posseggono un mezzo di locomozione preferiscano lasciare Kidal - dove da ieri la situazione è tornata sotto il pieno controllo dell’esercito - diretti verso nord. Il Programma Alimentare Mondiale (Pam) dell’Onu, che si sta occupando di distribuire cibo ai 4500 abitanti di Kidal, segnala però anche il rientro, e non solo la fuga, di alcuni abitanti che nei giorni scorsi erano fuggiti nel deserto circostante la cittadina, sistemandosi in tende e sopportando temperature di 45 gradi durante il giorno e il freddo rigido durante la notte.
MALI 29/5/2006 18.15
KIDAL, TENTATIVI DI DIALOGO TRA GOVERNO E TUAREG DOPO ATTACCHI
Una delegazione di circa 20 politici e autorità di Kidal – la principale città dell’omonima regione nord-occidentale, dove martedì scorso ribelli tuareg avevano attaccato due caserme locali – si sono recati nella capitale Bamako “per testare il terreno” e “cercare una via per trovare una soluzione pacifica alla crisi”. A condurre i recenti attacchi sono stati perlopiù ex-militanti dell’insurrezione tuareg degli Anni ’90 che hanno disertato dall’esercito del Mali nel quale erano stati integrati dopo l’accordo di pace che nel 1996 aveva posto fine alla rivolta. Secondo una fonte diplomatica, i ribelli hanno chiesto che a mediare tra loro e il governo del Mali sia la confinante Algeria, che aveva già giocato un ruolo decisivo nel risolvere il conflitto del 1990-96. “In breve tempo - ha detto una fonte di Bamako citata dalla stampa internazionale - troveremo qualche forma di mediazione. Ma dovrà portare frutti velocemente o si passerà all’opzione militare”. Il obiettivo del governo del Mali – ha poi precisato – “sembrerebbe la protezione dei punti strategici e non un’offensiva contro i ribelli”. Questi ultimi, ha detto il loro portavoce Eglasse Ag Idar, hanno dichiarato di voler “tendere le mani” verso i negoziati perché “la violenza non è nell’interesse dei Tuareg”. Per porre fine alle ostilità, l’esponente Tuareg ha precisato che bisogna che istituire “zone autonome, concordate con il governo centrale e un sistema locale di governo, perché quello attuale non è adatto a governare un popolo nomade”. Ag Idar ha spiegato infine che i Tuareg sono ricorsi agli attacchi proprio per preservare il loro patrimonio culturale nomade, solo dopo il fallimento di vari tentativi di negoziato: “C’è una cultura qui che non deve essere soppressa a favore di altre… I Tuareg vogliono viaggiare a lungo del deserto, vogliono costruire tende per i loro animali, vogliono guidare i loro cammelli. Tutto ciò deve essere rispettato”.
MALI – Il governo maliano ha fatto sapere di aver inviato una propria delegazione in Algeria per incontrare una rappresentanza dei ribelli Tuareg che il mese scorso lanciarono un attacco contro alcune caserme nel nord del paese. Sono stati gli stessi ribelli a chiedere la mediazione algerina e il governo di Algeri nei giorni scorsi ha inviato degli emissari a Bamako per illustrare all’esecutivo maliano le richieste dei Tuareg.
MALI 22/6/2006 9.49
COLLOQUI TRA GOVERNO E TUAREG IN ALGERIA
Una delegazione governativa guidata dal ministro dell’Amministrazione territoriale, generale Kafoungouna Kone, è giunta in Algeria per i colloqui con i rappresentanti dei ribelli tuareg che un mese fa avevano attaccato due caserme di Kidal – la principale città dell’omonima regione nord-occidentale – e che poi hanno chiesto la mediazione algerina. Lo riferiscono fonti di stampa internazionale, citando una fonte governativa.
A condurre i recenti attacchi sono stati perlopiù ex-militanti dell’insurrezione tuareg del 1990-96 che avevano disertato l’esercito del Mali nel quale erano stati integrati dopo l’accordo di pace che pose fine alla rivolta grazie al ruolo decisivo giocato proprio dalla confinante Algeria. Una missione algerina guidata dall’ambasciatore di Algeri a Bamako lunedì si era recata nella capitale del Mali per illustrare alle autorità locali le richieste dei nomadi tuareg. La più importante tra queste è che alla regione attorno a Kidal venga concesso uno statuto speciale di autonomia, domanda avanzata dai tuareg già in occasione delle precedenti rivolte negli anni Sessanta e Novanta.
Il presidente del Mali Amadou Toumani Toure per il momento ha detto che il suo governo stanzierà 58 milioni di euro per finanziare lo sviluppo della regione per strutture sanitarie, idrauliche e altre infrastrutture.
MALI – Il parlamento ha approvato il programma di miglioramento dei trasporti sull’asse Bamako-Dakar, che unisce la capitale del Mali a quella del Senegal, nell’ambito del programma di sviluppo economico ‘Nepad’ dell’Unione Africana.
MALI 5/7/2006 10.27
ACCORDO TRA GOVERNO E TUAREG, DIALOGO PREVALE SU ARMI
“Accordo d’Algeri per la restaurazione della pace e della sicurezza nella regione di Kidal”: è il nome dell’intesa siglata ieri, grazie alla mediazione algerina, dal governo di Bamako e dagli ex-ribelli Tuareg che a maggio avevano attaccato due caserme di Kidal, nel nord, chiedendo una speciale autonomia per l’omonima regione nord-occidentale, come già rivendicato nelle precedenti rivolte tuareg negli anni Sessanta e Novanta.
In base all’intesa, gli ex-ribelli tuareg s’impegnano a non reclamare più uno statuto autonomo, a patto che il governo del Mali affretti lo sviluppo delle tre regioni settentrionali di Kidal, Gao e Timbuctù. La delegazione governativa guidata dal ministro dell’Amministrazione territoriale, generale Kafoungouna Kone, avrebbe inoltre acconsentito al reintegro nell’esercito di tuareg fuoriusciti.
I recenti attacchi erano stati perlopiù condotti da ex-militanti dell’insurrezione tuareg del 1990-96, che avevano disertato l’esercito del Mali nel quale erano stati integrati dopo l’accordo di pace che pose fine alla rivolta grazie al ruolo decisivo giocato anche allora dalla confinante Algeria. “Questa azione coraggiosa e responsabile… porta una prospettiva incoraggiante per tutta la gente del Mali” ha commentato il ministro degli Esteri algerino e mediatore, Mohamed Bedjaoui. “Senza coesione nazionale – ha poi aggiunto - il futuro della regione rischia di essere permanentemente compromesso e oscurato dai pericoli”. L’accordo è stato sottoscritto nella residenza di stato algerina Drenane el-Mithak, dal generale Kone e dal delegato tuareg della cosiddetta ‘Alleanza democratica del 23 maggio 2006 per il cambiamento’, Ahmed Agbibé, alla presenza dell’ambasciatore di Algeri in Mali, Abdelkrim Gheraieb, e del ministro Bedjaoui. Quest’accordo di pace – ha detto Kone – “consacra la felice riuscita della politica di dialogo promossa dal presidente del Mali, Amadou Tou Mani Touré”; secondo il delegato tuareg, l’intesa “dimostra che il popolo del Mali è d’accordo a vivere insieme in pace, tranquillità e stabilità”.
MALI 1/8/2006 2.41
UN PIANO PER RILANCIARE LE REGIONI TUAREG
Un programma multimilionario per lo sviluppo delle regioni del nord è il primo effetto di un recente accordo tra governo e i ribelli Tuareg, grazie al quale si è scongiurata la ripresa di un conflitto secessionista. Il progetto di sviluppo di 16,4 milioni di euro - denominato ‘Adre-Nord’ e finanziato dall’Unione Europea - è stato presentato in questi giorni dal presidente maliano Amadou Toumani Toure; il piano si concentra su azioni per incentivare l’economia locale. Le autorità hanno inoltre ricordato che sono corso nel nord l’innalzamento di una diga a Taoussa e la costruzione di una strada che colleghi il Mali settentrionale al Niger. Lo scorso maggio un gruppo di tuareg armati (guidati da alcuni militari disertori) aveva attaccato le caserme dell’esercito a Kidal, Menaka e Tessalit. I miliziani chiedevano maggiori risorse per le neglette regioni settentrionali e una speciale autonomia per la regione del Kidal, come già rivendicato nelle precedenti rivolte tuareg degli anni Sessanta e Novanta. All’inizio di luglio, tuareg e governativi hanno siglato un accordo ad Algeri in cui Bamako si è impegnata ad accelerare lo sviluppo delle tre regioni settentrionali di Kidal, Gao e Timbuctù. In cambio i ribelli si sono impegnati a non reclamare più lo statuto autonomo.
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