Krammer
22-05-2006, 22:00
Premetto che ero incerto se aprire il 3D qui o in Piazzetta, ma visto che mi piacerebbe mantenere la discussione su toni esclusivamente scientifici ho optato per questa sezione.
Di recente ho letto dei testi divulgativi di neuropsicologia, tra cui alcuni libri del celebre Oliver Sacks e di Alberto Oliverio, e mi sono appassionato sull'argomento (a dire il vero sono sempre stato affascinato dai segreti abissali che cela il cervello, ma non mi era mai capitato di approfondire la cosa).
Non oso provare a spiegare ai "novizi" di cosa tratti questa disciplina, non saprei nemmeno da dove cominciare, per cui a chi interessasse rimando appunto alle opere degli autori citati, molto interessanti e di facile lettura. Mi rivolgo quindi a chi ha già esperienza sull'argomento.
Vengo al dunque: oggi mi è balenato un collegamento con le mie vecchie letture sulle pratiche del monachesimo Zen, sullo Yoga e in particolare sulla questione del "terzo occhio" (una sorta di sesto senso, che permette di "vedere" l'aura degli esseri viventi, sempre ammesso che essa esista).
Ricordo che per "aprire" il terzo occhio (secondo alcuni monaci) non erano sufficienti solo pratiche meditative ma la visione completa e totale poteva avvenire solo in seguito ad una vera e propria "incisione" della parte frontale del cranio, più o meno in mezzo agli occhi giusto per rendere l'idea.
Saltellando qua e là in rete ho letto anche testimonianze di persone "normali", occidentali non influenzati da questo genere di idee/convinzioni esoteriche ed incredibili, che in seguito a danni al cervello (dovuti ad incidenti o malattie degenerative, per fortuna non letali) si ritrovarono a sviluppare anche in brevissimo tempo simili "capacità".
Ora a me viene questo dubbio: quanto c'è di "reale" in simili visioni? sono solo frutto dell'immaginazione o dell'alterazione di alcuni meccanismi che regolano le percezioni in rapporto con la nostra mente, sono solo conseguenze patologiche insomma, oppure potrebbe esserci qualcosa di vero, di oggettivo, di fisico in queste esperienze?
Sappiamo che un deficit, una perdita funzionale di alcune aree del cervello possono in alcuni casi (neppure troppo rari) venire fisiologicamente controbilanciate con un rafforzamento, una sorta di iper-funzionalità di altre aree che in precedenza erano "sopite": non avvertite o poco utilizzate, vuoi per motivi genetici , vuoi per cause culturali/esperienziali.
Insomma, non potrebbe essere che questi soggetti abbiano sviluppato una vera e propria ipersensibilità sensoriale in relazione ad un certo tipo di fenomeni fisici, oggettivamente reali ed esistenti, che non possono essere percepiti dall'uomo comune (oppure sono semplicemente "soffocati" dagli altri sensi che dominano la nostra esperienza cognitiva quotidiana) piuttosto che una mera "illusione" patologica? disfunzione e deformazione oppure risveglio di capacità latenti e sconosciute?
Cosa ne pensate? L'idea del terzo occhio e dell'aura è solo uno spunto, in realtà il campo di discussione sarebbe vastissimo: lo studio dei casi clinici legati alle anomalie cerebrali che portano a sviluppare in taluni casi veri e propri "doni prodigiosi", capacità inimmaginabili ed inspiegabili, è enorme.
E forse oggigiorno alla luce di queste scoperte (o meglio, riscoperte) sarebbe il caso di riconsiderare in ottica prettamente scientifica, critica e priva di pregiudizi alcuni fenomeni o conoscienze, retaggio di millenni di storia umana, forse troppo frettolosamente bollati come superstizioni e miti popolari.
Mi piacerebbe in particolare sentire il parere di Lowenz, che mi pare sia molto ferrato sull'argomento :)
Ciao!
ps: no flames e no sciocchezze, pls, mi piacerebbe che la discussione si mantenesse sul binario della razionalità critica e su fonti attendibili.
pps: se avete link possibilmente semplici e divulgativi trattanti l'argomento delle neuroscienze siete i benvenuti :)
Di recente ho letto dei testi divulgativi di neuropsicologia, tra cui alcuni libri del celebre Oliver Sacks e di Alberto Oliverio, e mi sono appassionato sull'argomento (a dire il vero sono sempre stato affascinato dai segreti abissali che cela il cervello, ma non mi era mai capitato di approfondire la cosa).
Non oso provare a spiegare ai "novizi" di cosa tratti questa disciplina, non saprei nemmeno da dove cominciare, per cui a chi interessasse rimando appunto alle opere degli autori citati, molto interessanti e di facile lettura. Mi rivolgo quindi a chi ha già esperienza sull'argomento.
Vengo al dunque: oggi mi è balenato un collegamento con le mie vecchie letture sulle pratiche del monachesimo Zen, sullo Yoga e in particolare sulla questione del "terzo occhio" (una sorta di sesto senso, che permette di "vedere" l'aura degli esseri viventi, sempre ammesso che essa esista).
Ricordo che per "aprire" il terzo occhio (secondo alcuni monaci) non erano sufficienti solo pratiche meditative ma la visione completa e totale poteva avvenire solo in seguito ad una vera e propria "incisione" della parte frontale del cranio, più o meno in mezzo agli occhi giusto per rendere l'idea.
Saltellando qua e là in rete ho letto anche testimonianze di persone "normali", occidentali non influenzati da questo genere di idee/convinzioni esoteriche ed incredibili, che in seguito a danni al cervello (dovuti ad incidenti o malattie degenerative, per fortuna non letali) si ritrovarono a sviluppare anche in brevissimo tempo simili "capacità".
Ora a me viene questo dubbio: quanto c'è di "reale" in simili visioni? sono solo frutto dell'immaginazione o dell'alterazione di alcuni meccanismi che regolano le percezioni in rapporto con la nostra mente, sono solo conseguenze patologiche insomma, oppure potrebbe esserci qualcosa di vero, di oggettivo, di fisico in queste esperienze?
Sappiamo che un deficit, una perdita funzionale di alcune aree del cervello possono in alcuni casi (neppure troppo rari) venire fisiologicamente controbilanciate con un rafforzamento, una sorta di iper-funzionalità di altre aree che in precedenza erano "sopite": non avvertite o poco utilizzate, vuoi per motivi genetici , vuoi per cause culturali/esperienziali.
Insomma, non potrebbe essere che questi soggetti abbiano sviluppato una vera e propria ipersensibilità sensoriale in relazione ad un certo tipo di fenomeni fisici, oggettivamente reali ed esistenti, che non possono essere percepiti dall'uomo comune (oppure sono semplicemente "soffocati" dagli altri sensi che dominano la nostra esperienza cognitiva quotidiana) piuttosto che una mera "illusione" patologica? disfunzione e deformazione oppure risveglio di capacità latenti e sconosciute?
Cosa ne pensate? L'idea del terzo occhio e dell'aura è solo uno spunto, in realtà il campo di discussione sarebbe vastissimo: lo studio dei casi clinici legati alle anomalie cerebrali che portano a sviluppare in taluni casi veri e propri "doni prodigiosi", capacità inimmaginabili ed inspiegabili, è enorme.
E forse oggigiorno alla luce di queste scoperte (o meglio, riscoperte) sarebbe il caso di riconsiderare in ottica prettamente scientifica, critica e priva di pregiudizi alcuni fenomeni o conoscienze, retaggio di millenni di storia umana, forse troppo frettolosamente bollati come superstizioni e miti popolari.
Mi piacerebbe in particolare sentire il parere di Lowenz, che mi pare sia molto ferrato sull'argomento :)
Ciao!
ps: no flames e no sciocchezze, pls, mi piacerebbe che la discussione si mantenesse sul binario della razionalità critica e su fonti attendibili.
pps: se avete link possibilmente semplici e divulgativi trattanti l'argomento delle neuroscienze siete i benvenuti :)