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Trucioli per invecchiare vino presto in Italia
Il nostro Paese lo permetterà solo per i vini da tavola. Ma sarà vietata in etichetta l'indicazione 'invecchiato in barrique'
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Botti di rovere nelle cantine (Ansa)
Botti di rovere nelle cantine (Ansa)
ROMA - Arrivano i trucioli nel vino. Non è una truffa alimentare ma sarà presto la norma anche nel nostro Paese. Trucioli di rovere per invecchiare il vino e dargli l'aroma del barrique che solitamente i vini prendono invecchiando (più o meno naturalmente) nelle botti di rovere. E la Confagricoltura prende le distanze e cerca di frenare l'utilizzo dei trucioli nel vino, pratica ritienuta «dannosa» per la produzione italiana.
Saranno necessari ancora tre o quattro mesi ma anche i viticoltori europei (e quindi anche gli italiani) - a determinate condizioni - avranno la possibilità di utilizzare i trucioli di legno di rovere come già avviene per molti vini importati in Europa dagli altri partner mondiali. L'unica incognita ancora da sciogliere: la modifica all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) di alcune norme chieste dall'Europa sull'etichettatura.
Da alcuni mesi la questione è discussa dagli esperti dei 25 stati membri e della Commissione Ue per evitare ai produttori europei quella che di fatto viene considerata una concorrenza sleale. Ai viticoltori americani, sudafricani, sudamericani o altri è infatti permesso di sostituire l'invecchiamento tradizionale e in 'barrique', ossia in botti di rovere, con l'immissione direttamente nel vino di trucioli per migliorare il prodotto sotto il profilo del gusto, della morbidezza, dell'aroma.
Il compromesso che si profila prevede di introdurre anche in Europa questa pratica enologica ma ogni stato membro può decidere in quale categoria di prodotti autorizzarla. L'Italia ha indicato che consentirà questa pratica solo nei vini da tavola mentre verrà vietata per le denominazioni di origine. I paesi europei produttori di vino e la Commissione Ue hanno concordato di introdurre la pratica del truciolato nella normativa europea accettando che non venga ripresa in etichetta. Hanno però posto una condizione importante: vietare in etichetta l'indicazione 'invecchiato in barrique' per i vini soggetti alla pratica enologica del truciolato. Nei prossimi mesi la risposta della Wto e la decisione dell'Ue.
12 maggio 2006
:mbe: :cry:
han da dire sulla pizza e sul lardo e poi avallano ste troiate :mbe:
tommylee1
12-05-2006, 19:34
han da dire sulla pizza e sul lardo e poi avallano ste troiate :mbe:
ma checcefrega.
La legge vitivinicola nella UE è regolamentata dal regolamento CE 1493/99, con tutte le normative in merito.
Tra l'altro in Italia, ma pure in Francia ( anzi, ancor di più ), già adesso tutti i metodi per l'invecchiamento dei vini sono regolati dai disciplinari previsti dalle singole denominazione d'origine.
E se non si rispettano in maniera ferrea i disciplinari, si ha il declassamento del vino dalla denominazione d'origine, con conseguente predita di "valore".
Detto questo, i truccioli di legno nel vino hanno solo uno scopo: velocizzare il rilascio dei tannini gallici del legno nel vino. Gli altri benefici del legno, ossia la microssigenzione, non ha alcun effetto, in quanto i truccioli finirebbero dentro il vino stesso.
Tecnicismi a parte, c'è anche da considerare che il mercato del vino al giorno d'oggi si sta spostando su altri gusti, e di conseguenza pure altri "stili". L'uso della barrique si sta riducendo a favore della botte grande ( la barrique è un fusto da 225-228 litri ), e sta ritornando l'uso del cemento. Soprattutto in Francia.
Non c'è più la ricerca di vini dal forte sentore di legno. Per cui non è concorrenza sleale, ma solo una moda. Che non ha granchè di conseguenze nella produzione europea o italiana. Anzi, sta già passando di moda.
IpseDixit
12-05-2006, 19:46
Già si usa il truciolo per produrre l'aceto, mica è la fine del mondo
tommylee1
12-05-2006, 19:59
Già si usa il truciolo per produrre l'aceto, mica è la fine del mondo
nn lo è , ma Francia e Italia hanno i migliori vini del mondo.
sempreio
12-05-2006, 20:00
dai lo fanno già da anni qui in italia per risparmiare tempo
tommylee1
12-05-2006, 20:02
dai lo fanno già da anni qui in italia per risparmiare tempo
SSi ma Italia e Francia hanno i migliori vini del mondo di qualità
dai lo fanno già da anni qui in italia per risparmiare tempo
Infatti ci sono una marea di produttori che invece di avvalersi delle denominazione d'origine, pur avendone la possibilità, preferiscono produrre vini a IGT per avere più libertà di "movimento". E non è detto che poi il prodotti costi meno.........
SSi ma Italia e Francia hanno i migliori vini del mondo di qualità
Vabbè, a parte che questa non è proprio la realtà ( ci sono moltissimi vini meravigliosi in giro per il mondo, Spagna, Germania, Sud Africa, Ungheria, California.....), ma cosa vuol dire?
I truccioli non servono nei vini pregiati, ma ciò non vuol dire che magari non li possa usare per "correggere" un vino di media qualità.
D'altra parte, come ho scritto sopra, anche i gusti si stanno modificando, tant'è vero che la tendenza attuale è quella di dare meno "legno" al vino, quando fino a poco tempo fa un vino per essere considerato pregiato doveva essere "barricato". Cosa che tra l'altro io detesto nei bianchi, si barricava di tutto ormai. Con risultati a mio avviso a volte pessimi. Ma tanto era.
Il cioccolato, il vino... niente da dire, l'UE quando legifera affossa tutto ciò che c'è di buono nei vari paesi europei. Chissà a pro di chi...
Il cioccolato, il vino... niente da dire, l'UE quando legifera affossa tutto ciò che c'è di buono nei vari paesi europei. Chissà a pro di chi...
del miglior offerente
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Naa, troppo banale anche se probabilmente non molto lontano dalla realtà. No, secondo me hanno degli interessi da difendere e prodotti di punta da demolire. Se noti, paesi come l'Italia che hanno come unici prodotti di punta il cibo sono spesso messi sotto da normative che penalizzano la qualità dei prodotti...
Naa, troppo banale anche se probabilmente non molto lontano dalla realtà. No, secondo me hanno degli interessi da difendere e prodotti di punta da demolire. Se noti, paesi come l'Italia che hanno come unici prodotti di punta il cibo sono spesso messi sotto da normative che penalizzano la qualità dei prodotti...
interessi di chi? e poi demolire il prodotto italiano per che scopo? no, secondo me ci sono solo interessi commerciali molto forti e basta, come per il cioccolato.
interessi di chi? e poi demolire il prodotto italiano per che scopo? no, secondo me ci sono solo interessi commerciali molto forti e basta, come per il cioccolato.
Non lo so, io ho questa impressione. Interessi economici? Vuoi dire che non ci sono interessi economici dietro i prodotti locali e di qualità? Secondo me ce ne sono anche di più che dietro la roba da discount... No, secondo me sono più motivi politici, guarda che Berlusconi ha voluto il centro europeo per la qualità del cibo o quel che è proprio in Italia...
Non lo so, io ho questa impressione. Interessi economici? Vuoi dire che non ci sono interessi economici dietro i prodotti locali e di qualità? Secondo me ce ne sono anche di più che dietro la roba da discount... No, secondo me sono più motivi politici, guarda che Berlusconi ha voluto il centro europeo per la qualità del cibo o quel che è proprio in Italia...
l'azienda vinicola di per sè non ha la massa critica per il lobbying a livello europeo come potrebbe avercelo il produttore di vino porcheria che magari ha pure il suo brand a copertura di qualche altra azienda che vende alimentari nella gdo...
andando per esclusione: tutelano i consumatori? no. tutelano i prodotti tipici o la genuinità dei medesimi? nemmeno. tutelano qualche produttore interessato alla cosa? sì. quindi...
l'azienda vinicola di per sè non ha la massa critica per il lobbying a livello europeo come potrebbe avercelo il produttore di vino porcheria che magari ha pure il suo brand a copertura di qualche altra azienda che vende alimentari nella gdo...
andando per esclusione: tutelano i consumatori? no. tutelano i prodotti tipici o la genuinità dei medesimi? nemmeno. tutelano qualche produttore interessato alla cosa? sì. quindi...
Eh no, è qui che ti sbagli, i vini di qualità sono un settore molto importante, basta vedere vinitaly o quelle cose lì... No no, io resto dell'idea che non sia una cosa prettamente economica per qualcuno, è più generale. C'era stata anche quella roba sul forno a legna per la pizza, no? Se tu guardi, c'è un attacco a tutti i prodotti più importanti italiani ma solo nella loro forma caratteristica. Per esempio, il grano tenero nella pasta invece che il grano duro, la pizza cotta a legna ma non elettrica, etc. Ossia, mantieni il prodotto farsa e rendi più difficile produrre il prodotto originale.
Eh no, è qui che ti sbagli, i vini di qualità sono un settore molto importante, basta vedere vinitaly o quelle cose lì... No no, io resto dell'idea che non sia una cosa prettamente economica per qualcuno, è più generale. C'era stata anche quella roba sul forno a legna per la pizza, no? Se tu guardi, c'è un attacco a tutti i prodotti più importanti italiani ma solo nella loro forma caratteristica. Per esempio, il grano tenero nella pasta invece che il grano duro, la pizza cotta a legna ma non elettrica, etc. Ossia, mantieni il prodotto farsa e rendi più difficile produrre il prodotto originale.
a vantaggio di chi??
a vantaggio di chi??
Di tutti i paesi dove questi prodotti non sono originali.
Di tutti i paesi dove questi prodotti non sono originali.
ma ti pare pslausibile una coalizione contro l'italia la cui unica cosa che forse si salva è la buona cucina? vogliono demolirci pure quella? :D
ma ti pare pslausibile una coalizione contro l'italia la cui unica cosa che forse si salva è la buona cucina? vogliono demolirci pure quella? :D
Ci vorranno far passare all'unione africana :D
Ci vorranno far passare all'unione africana :D
frse non hanno nemmeno torto....
frse non hanno nemmeno torto....
Secondo me avremmo problemi pure lì :asd:
Il cioccolato, il vino... niente da dire, l'UE quando legifera affossa tutto ciò che c'è di buono nei vari paesi europei. Chissà a pro di chi...
Già l'Italia per i cavoli suoi ha da molti decenni legiferato sul vino.
Le prime leggi a riguardo risalgono al periodo fascista, la prima normativa è un regio decreto del 07/03/1924 per la difesa dei vini tipici. Poi ci sono state altre normative, che si sono susseguite nel corso degli anni.
Comunque il discorso è molto complesso, e le normative nazionali impongono severi regolamenti in merito alla legislazione vitivinicola. Ad esempio, i vitigni coltivabili sono decisi a livello provinciale, e si dividono in raccomandati, autorizzati o temporaneamente autorizzati. Facciamo un esempio: in provincia di Treviso un'azienda può piantare un vigneto di Cabernet, ma non può farlo col Sangiovese. E questi non sono regolamenti comunitari, ma nazionali. Anzi, provinciali.
Poi la questione dei regolamenti non riguarda solo il vino, ma più in generale tutte le bevande alcoliche. Il regolamento comunitario a riguardo è il 1576/89, col quale si stabiliscono non solo i nomi, ma anche le definizioni delle varie bevande alcoliche.
Ad esempio, la Francia tutela il Cognac, la Grezia l'Ouzo, l'Italia la Grappa.
Ogni Stato a diritto a tutelare le proprie produzioni, e cerca di farlo nel modo che ritiene più opportuno.
Facciamo un altro esempio, la birra: la prima legge sulla birra in Germania risale al 1516. A tutela della qualità, stabiliva già allora come doveva essere una birra.
Per cui, vero ci sono delle norma alquanto strampalate, ma io alla fine della storia non ci vedo molti buchi nelle normative attuali: manca l'educazione del consumatore, la cultura di ciò che acquista.
In Germania ho visto delle bottiglie gialle con la scritta "Prosecco" e nulla più, cosa che in Italia non sarebbe permessa dal consorzio del Prosecco, anche perchè il vero Prosecco ha una DOC. Cosa vuol dire DOC? Che per produrlo ci vogliono normative e metodi precisi, essendo certificati dalla deniminazione. Che poi il 95% delle persone non sappia cosa vuol dire, quello è un altro problema. Però, se non sai, allora i vari mercanti ci vanno a nozze. E ti inchiappettano.
Già l'Italia per i cavoli suoi ha da molti decenni legiferato sul vino.
Le prime leggi a riguardo risalgono al periodo fascista, la prima normativa è un regio decreto del 07/03/1924 per la difesa dei vini tipici. Poi ci sono state altre normative, che si sono susseguite nel corso degli anni.
Comunque il discorso è molto complesso, e le normative nazionali impongono severi regolamenti in merito alla legislazione vitivinicola. Ad esempio, i vitigni coltivabili sono decisi a livello provinciale, e si dividono in raccomandati, autorizzati o temporaneamente autorizzati. Facciamo un esempio: in provincia di Treviso un'azienda può piantare un vigneto di Cabernet, ma non può farlo col Sangiovese. E questi non sono regolamenti comunitari, ma nazionali. Anzi, provinciali.
Poi la questione dei regolamenti non riguarda solo il vino, ma più in generale tutte le bevande alcoliche. Il regolamento comunitario a riguardo è il 1576/89, col quale si stabiliscono non solo i nomi, ma anche le definizioni delle varie bevande alcoliche.
Ad esempio, la Francia tutela il Cognac, la Grezia l'Ouzo, l'Italia la Grappa.
Ogni Stato a diritto a tutelare le proprie produzioni, e cerca di farlo nel modo che ritiene più opportuno.
Facciamo un altro esempio, la birra: la prima legge sulla birra in Germania risale al 1516. A tutela della qualità, stabiliva già allora come doveva essere una birra.
Per cui, vero ci sono delle norma alquanto strampalate, ma io alla fine della storia non ci vedo molti buchi nelle normative attuali: manca l'educazione del consumatore, la cultura di ciò che acquista.
In Germania ho visto delle bottiglie gialle con la scritta "Prosecco" e nulla più, cosa che in Italia non sarebbe permessa dal consorzio del Prosecco, anche perchè il vero Prosecco ha una DOC. Cosa vuol dire DOC? Che per produrlo ci vogliono normative e metodi precisi, essendo certificati dalla deniminazione. Che poi il 95% delle persone non sappia cosa vuol dire, quello è un altro problema. Però, se non sai, allora i vari mercanti ci vanno a nozze. E ti inchiappettano.
Sì ma vedi, tutti questi esempi che porti sono finalizzati alla tutela dell'unicità dei prodotti, della loro qualità e della qualità dei mezzi di produzione. Al contrario, le leggi UE sono finalizzate solamente a rendere possibile produrre malecopie dei prodotti tipici o di qualità per poterle vendere ovunque.
Sì ma vedi, tutti questi esempi che porti sono finalizzati alla tutela dell'unicità dei prodotti, della loro qualità e della qualità dei mezzi di produzione. Al contrario, le leggi UE sono finalizzate solamente a rendere possibile produrre malecopie dei prodotti tipici o di qualità per poterle vendere ovunque.
Posso darti ragione di primo acchitto, ma se vai a leggerti i regolamenti CE nel dettaglio vedrai che c'è proprio la volontà di tutela dei prodotti. Quelli che ho citato sono proprio i regolamenti comunitari di base, vai a leggerli, anche se sono lunghetti.
Il 1493/99 stabilisce per filo e per segno quali vini possono essere addizionati di zucchero, in quali zone, per quale dosaggio, i titoli alcolometrici minimi delle uve e del vino, quali tipologie di vite si possono vinificare e quali no, la definizione stessa di vino, etc..
Per esempio, la 1576/89 specifica chiaramente che si può chiamare grappa solo l'acquavite di vinaccia prodotta in Italia con vinacce italiane. Tutto quelle che è acquavite di vinaccia ma non è fatto in Italia con prodotto italiano non si può chiamare grappa. Stessa cosa per quanto riguarda il Cognac. Oppure l'Ouzo.
Poi l'obbligo di conferimento delle vinacce in distilleria è venuto con la CEE, prima non c'era, e i produttori avevano le mani libere per produrre porcherie. Questo è a tutela del consumatore, solo che se i regolamenti non si conoscono non si può neppure pretendere di sapere cosa si compra.
I regolamenti europei non sono fatti male, solo che sono interpretati male.
Soprattutto, il mercato approfitta dell'ignoranza in materia delle persone per specularci sopra. Perchè se io conosco le denominazione d'origine, allora so cosa vado a comprare.
I vini DOCG in Italia hanno pure l'obbligo di essere sottoposti ad analisi chimiche ed organolettiche, sia durante la produzione sia subito prima della messa in commercio del prodotto. Ma se io non so cosa vuol dire DOCG, e che ci sono obblighi per l'etichettatura ( non solo le scritte sull'etichetta, ma pure la fascietta rosa sul collo della bottiglia ) e per la messa in commercio del prodotto, allora non posso accusare nessuno se mi imbrogliano.
Se al contrario sono al corrente delle norme, allora posso anche scoprire le frodi.
Sono d'accordo che la UE abbia regolamenti a volte un pò astrusi, d'altra parte nascono con la volontà di accontentare tanti Paesi diversi che hanno molti usi e costumi diversi, e molte tradizioni radicate nei secoli. Ognuno vuole tutelarle, ed è giusto che sia così in quanto patrimonio, alla fin fine, comune.
Negli Stati Uniti queste normative complesse non ci sono, e la gente può anche essere abbindolata più facilmente. Ci sono meno tutele dei marchi e dei prodotti.
D'altra parte, è anche comprensibile che queste norme così complesse creino molta confusione, il consumatore medio non si può certo preoccupare della differenza tra un Armagnac, un Basarmagnac, un Cognac, o un brandy italiano o spagnolo. Ci vorrebbe maggiore educazione, di questo ci si preoccupa davvero molto poco. Troppo poco.
Si fa una tutela sul prodotto senza preoccuparsi che la gente riesca a capirlo.
Purtroppo.
svarionman
13-05-2006, 13:50
Ma poi chi compra i vini barricati pensa veramente che siano pregiati solo per questo? Pensare che una volta era considerato un difetto...d'altronde un vino che sa di legno non è proprio il massimo, ma ormai la moda è questa...
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