FabioGreggio
11-05-2006, 22:06
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Le ultime nomine istituzionali preoccupano i leaders della casa delle Libertà.
Tre nomine a tre uomini del Centrosinistra.
Berlusconi minaccia lo sciopero fiscale, mentre Fini e Casini lanciano allarmi di golpe istituzionale.
Eppure chi non ha la memoria corta ricorda alcune cosucce all’inizio della passata legislatura,
presieduta dal Centrodestra, che stridono con il comportamento attuale.
Cinque anni fa, quando vinse la Casa delle Libertà si assistette ad un’occupazione massiccia
di tutte le istituzioni a cominciare da Camera e Senato,
tradizione questa voluta da sempre dalle Destre della seconda Repubblica.
Ad eccezione del Quirinale, dove s’insediò Ciampi, sì uomo del Centrosinistra,
ma moderatissimo, non certo Comunista con il suo passato in Banca D’Italia ma sostanzialmente di centro,
tutti i gangli vitali del Paese furono occupati dalla Destra.
Il nocciolo della questione era poi quello delle televisioni.
Come si sarebbe comportato il neo Presidente del Consiglio e proprietario di metà parco televisivo italiano?
Avrebbe invaso la Rai creando un Unicum nel mondo occidentale pari a nessun altro leader?
Lo fece e non si accontentò: prima stilò diktat d’epurazioni puntualmente eseguite
dai provvidenziali Neo Galoppini di fresca nomina e in quota centrodestra.
Sparirono in un solo colpo Biagi, Santoro, Luttazzi, Travaglio, Guzzanti, Rossi, Fo.
Alcuni furono messi in quarantena come Vergassola e Bertolino.
Altri messi in condizione di sloggiare: Annunziata, Lerner, Gruber.
I telegiornali delle prime due reti furono occupati pesantemente dalle Destre e il Tg1,
il più importante Tg della televisione, dato in mano a Mimun, ex Fininvest,
che trasformò la storica testata nel più meschino strumento di propaganda mai visto nella Rai.
Infine l’occupazione pesante da parte di programmi con conduttori in quota CDL:
Excalibur con Socci,
Porta a Porta di Vespa,
Il Confronto dell’ex Leghista Moncalvo,
Alice di Anna La Rosa, inquisita per la disinvolta propaganda interessata ad amici,
Fiction sulle Foibe, Edda Ciano, Giustizia ingiusta,
Fino al top della propaganda: il Premio Giorgio Almirante in Prime Time
e il Premio Italiani all’Estero voluto dal repubblichino mai pentito Mirko Tremaglia per farsi un po’ di propaganda.
Premiati solo uomini rigorosamente gauche, ovvero i soliti Barbareschi, Albertazzi, Nino Benvenuti, Buzzanca, Sqittieri.
Occupati anche i posti secondari: una montagna di enti, commissioni, società statali, apparati.
Sugli appalti agli amici stenderei un velo pietoso.
Alla fine il centrosinistra sollevò un problema di decenza.
Non si ebbe nessuna discussione nel merito, ma ricordo una puntata di Otto e mezzo condotta da Ferrara,
divenuto ormai lo Starace del Minculpop berlusconiano.
Il fido Giuliano, ex Comunista negli anni 70,
ex Socialista negli anni 80
Berlusconiano negli anni 90
Neocon dal 2000,
sostenne con allegria e leggerezza l’assoluta normalità di una massiccia occupazione di tutti i gangli vitali dello Stato da parte dell’amministrazione di maggioranza.
Un po’ come succede negli Usa, ci ricordò Giulianone con un sorriso marpione, dove chi vince licenzia tutti e occupa tutto.
“ Così si governa meglio e senza intoppi, e se lo fanno gli amati Usa, perché scandalizzarsi se lo facciamo pure noi?”
Per cinque anni abbiamo assistito ad un’infiltrazione senza precedenti.
Le nomine di secondo livello effettuate in questo quinquennio non hanno precedenti nella Storia della Repubblica.
Il Solo Storace in Lazio ha nominato un numero di suoi uomini nelle istituzioni regionali
e sanitarie superiore alla somma delle nomine delle ultime due legislature,
tanto da destare il sospetto di alcuni giornalisti de L’Espresso che ne hanno prodotto una clamorosa indagine.
Ora non è più così.
Il Polo delle Libertà ha cambiato opinione.
Si lamenta per le nomine degli altri e minaccia, s’indigna, si ribella, si preoccupa.
Ferrara non ricorda più gli Usa e si lamenta.
Berlusconi non ricorda più l’appropriazione indebita della Rai e delle altre istituzioni, commissioni…e si lamenta.
Fini non ricorda l’opera capillare dell’amicone inquisito Storace e si lamenta.
Perfino Casini, che in parte ha votato per Napolitano, si lamenta.
E mentre cominciano ad apparire manifesti prematuri delle Destre sulla povertà degli italiani,
inopportuni e comici dal momento che la nuova legislatura non c’è ancora, il Polo non accetta più che altri abbiamo comportamenti analoghi ai loro.
Strana Destra quella italiana.
Ha comportamenti che non approva.
Ha opinioni che non condivide.
Fabio Greggio
Le ultime nomine istituzionali preoccupano i leaders della casa delle Libertà.
Tre nomine a tre uomini del Centrosinistra.
Berlusconi minaccia lo sciopero fiscale, mentre Fini e Casini lanciano allarmi di golpe istituzionale.
Eppure chi non ha la memoria corta ricorda alcune cosucce all’inizio della passata legislatura,
presieduta dal Centrodestra, che stridono con il comportamento attuale.
Cinque anni fa, quando vinse la Casa delle Libertà si assistette ad un’occupazione massiccia
di tutte le istituzioni a cominciare da Camera e Senato,
tradizione questa voluta da sempre dalle Destre della seconda Repubblica.
Ad eccezione del Quirinale, dove s’insediò Ciampi, sì uomo del Centrosinistra,
ma moderatissimo, non certo Comunista con il suo passato in Banca D’Italia ma sostanzialmente di centro,
tutti i gangli vitali del Paese furono occupati dalla Destra.
Il nocciolo della questione era poi quello delle televisioni.
Come si sarebbe comportato il neo Presidente del Consiglio e proprietario di metà parco televisivo italiano?
Avrebbe invaso la Rai creando un Unicum nel mondo occidentale pari a nessun altro leader?
Lo fece e non si accontentò: prima stilò diktat d’epurazioni puntualmente eseguite
dai provvidenziali Neo Galoppini di fresca nomina e in quota centrodestra.
Sparirono in un solo colpo Biagi, Santoro, Luttazzi, Travaglio, Guzzanti, Rossi, Fo.
Alcuni furono messi in quarantena come Vergassola e Bertolino.
Altri messi in condizione di sloggiare: Annunziata, Lerner, Gruber.
I telegiornali delle prime due reti furono occupati pesantemente dalle Destre e il Tg1,
il più importante Tg della televisione, dato in mano a Mimun, ex Fininvest,
che trasformò la storica testata nel più meschino strumento di propaganda mai visto nella Rai.
Infine l’occupazione pesante da parte di programmi con conduttori in quota CDL:
Excalibur con Socci,
Porta a Porta di Vespa,
Il Confronto dell’ex Leghista Moncalvo,
Alice di Anna La Rosa, inquisita per la disinvolta propaganda interessata ad amici,
Fiction sulle Foibe, Edda Ciano, Giustizia ingiusta,
Fino al top della propaganda: il Premio Giorgio Almirante in Prime Time
e il Premio Italiani all’Estero voluto dal repubblichino mai pentito Mirko Tremaglia per farsi un po’ di propaganda.
Premiati solo uomini rigorosamente gauche, ovvero i soliti Barbareschi, Albertazzi, Nino Benvenuti, Buzzanca, Sqittieri.
Occupati anche i posti secondari: una montagna di enti, commissioni, società statali, apparati.
Sugli appalti agli amici stenderei un velo pietoso.
Alla fine il centrosinistra sollevò un problema di decenza.
Non si ebbe nessuna discussione nel merito, ma ricordo una puntata di Otto e mezzo condotta da Ferrara,
divenuto ormai lo Starace del Minculpop berlusconiano.
Il fido Giuliano, ex Comunista negli anni 70,
ex Socialista negli anni 80
Berlusconiano negli anni 90
Neocon dal 2000,
sostenne con allegria e leggerezza l’assoluta normalità di una massiccia occupazione di tutti i gangli vitali dello Stato da parte dell’amministrazione di maggioranza.
Un po’ come succede negli Usa, ci ricordò Giulianone con un sorriso marpione, dove chi vince licenzia tutti e occupa tutto.
“ Così si governa meglio e senza intoppi, e se lo fanno gli amati Usa, perché scandalizzarsi se lo facciamo pure noi?”
Per cinque anni abbiamo assistito ad un’infiltrazione senza precedenti.
Le nomine di secondo livello effettuate in questo quinquennio non hanno precedenti nella Storia della Repubblica.
Il Solo Storace in Lazio ha nominato un numero di suoi uomini nelle istituzioni regionali
e sanitarie superiore alla somma delle nomine delle ultime due legislature,
tanto da destare il sospetto di alcuni giornalisti de L’Espresso che ne hanno prodotto una clamorosa indagine.
Ora non è più così.
Il Polo delle Libertà ha cambiato opinione.
Si lamenta per le nomine degli altri e minaccia, s’indigna, si ribella, si preoccupa.
Ferrara non ricorda più gli Usa e si lamenta.
Berlusconi non ricorda più l’appropriazione indebita della Rai e delle altre istituzioni, commissioni…e si lamenta.
Fini non ricorda l’opera capillare dell’amicone inquisito Storace e si lamenta.
Perfino Casini, che in parte ha votato per Napolitano, si lamenta.
E mentre cominciano ad apparire manifesti prematuri delle Destre sulla povertà degli italiani,
inopportuni e comici dal momento che la nuova legislatura non c’è ancora, il Polo non accetta più che altri abbiamo comportamenti analoghi ai loro.
Strana Destra quella italiana.
Ha comportamenti che non approva.
Ha opinioni che non condivide.
Fabio Greggio