Ewigen
30-04-2006, 11:50
AFRICA 29/4/2006 10.07
KENYA CHIEDE SOSTEGNO INTERNAZIONALE PER STABILITÀ NEL CORNO D’AFRICA
[PIME] Per garantire pace e stabilità nel Corno d’Africa e nella regione orientale del continente, la comunità internazionale deve appoggiare il processo di pace in Sudan e in Somalia: è l’esortazione rivolta dal presidente del Kenya Mwai Kibaki al suo omologo cinese Hu Jintao durante una visita a Nairobi. “In Sudan sono stati compiuti significativi progressi nell’applicazione degli accordi di pace: chiediamo alla comunità internazionale sforzi continui e sostegno per dare vigore al processo di pacificazione” ha detto Kibaki, il cui governo è da anni impegnato in prima fila nei negoziati per risolvere le crisi della regione. Anche le fragili istituzioni di transizione della Somalia hanno bisogno della collaborazione internazionale: il Parlamento somalo – dopo quasi 15 anni di caos e anarchia nell’ex-colonia italiana – ha lavorato per oltre un anno in esilio in Kenya prima di rientrare sul proprio territorio nei mesi scorsi. “Per assicurare una pace duratura nella regione, l’Igad (organismo dell’Africa orientale, ndr) ha chiesto all’Onu di togliere l’embargo sulle armi alla Somalia” ha aggiunto Kibaki rivolgendosi a Hu Jintao; il veto opposto dalla Repubblica popolare cinese, insieme ad altri componenti del Consiglio di sicurezza, aveva impedito l’adozione di questo provvedimento, che dovrebbe permettere la creazione di una forza di polizia e un esercito. Non basta tuttavia togliere l’embargo: “È fondamentale – ha concluso Kibaki – l’applicazione di progetti di disarmo, smobilitazione e reinserimento sociale” dei combattenti legati a numerosi ‘signori della guerra’, finora contrari a deporre le armi.
KENYA CHIEDE SOSTEGNO INTERNAZIONALE PER STABILITÀ NEL CORNO D’AFRICA
[PIME] Per garantire pace e stabilità nel Corno d’Africa e nella regione orientale del continente, la comunità internazionale deve appoggiare il processo di pace in Sudan e in Somalia: è l’esortazione rivolta dal presidente del Kenya Mwai Kibaki al suo omologo cinese Hu Jintao durante una visita a Nairobi. “In Sudan sono stati compiuti significativi progressi nell’applicazione degli accordi di pace: chiediamo alla comunità internazionale sforzi continui e sostegno per dare vigore al processo di pacificazione” ha detto Kibaki, il cui governo è da anni impegnato in prima fila nei negoziati per risolvere le crisi della regione. Anche le fragili istituzioni di transizione della Somalia hanno bisogno della collaborazione internazionale: il Parlamento somalo – dopo quasi 15 anni di caos e anarchia nell’ex-colonia italiana – ha lavorato per oltre un anno in esilio in Kenya prima di rientrare sul proprio territorio nei mesi scorsi. “Per assicurare una pace duratura nella regione, l’Igad (organismo dell’Africa orientale, ndr) ha chiesto all’Onu di togliere l’embargo sulle armi alla Somalia” ha aggiunto Kibaki rivolgendosi a Hu Jintao; il veto opposto dalla Repubblica popolare cinese, insieme ad altri componenti del Consiglio di sicurezza, aveva impedito l’adozione di questo provvedimento, che dovrebbe permettere la creazione di una forza di polizia e un esercito. Non basta tuttavia togliere l’embargo: “È fondamentale – ha concluso Kibaki – l’applicazione di progetti di disarmo, smobilitazione e reinserimento sociale” dei combattenti legati a numerosi ‘signori della guerra’, finora contrari a deporre le armi.