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View Full Version : L'imprenditore italiano modello


mauriz83
22-04-2006, 12:08
Per caso ieri sera tardi facevo zapping e sono capitato su raitre,c'era un dibattito dove si parlava di economia italiana.
Dalla trasmissione è venuto fuori che l'imprenditoria privata italiana rischia pochissimo,investe poco o niente in ricerca e vuole aiuti statali,si parlava anche della cina.
In studio c'era un certo Nerio Alessandri,nome a me sconosciuto fino ad oggi,l'uomo che più di altri può avere il titolo di "self made man".Questo giovanissimo imprenditore di successo la cui storia potete trovare riassunta sul suo sito(è il presidente di technogym)
biografia (http://www.technogym.co.uk/consumer/_vti_g21_21_asp_rpstry-11741___fitness_technogym_wellness.html)
è secondo me l'esempio in persona di come dovrebbero essere gli imprenditori italiani.Bene voi vi chiederete come mai io sporco comunista mangiabambini vi parli di un imprenditore,sono passato al nemico :Prrr: ?
Niente di tutto questo.Quest'uomo è e deve essere un esempio di come si deve fare imprenditoria in Italia,sono uomini come lui che fanno crescere l'economia.
Diamo un po di esempi.La sua azienda investe pesantemente in ricerca ,ha un azienda di giovani e investe moltissimo in formazione professionale,i suoi dipendenti sono assunti a tempo indeterminato da subito e inseriti in una rotazione di ruoli all'interno dell'azienda per permettere al dipendente di farsi un know how e di fare esperienza,ottimo rapporto con sindacato(che nella sua azienda mi verrebbe da dire che non ha senso che esista).La sua azienda rischia capitali e quindi solo con questo è riuscita ad ingrandirsi legalmente(ci metto la mano sul fuoco,quest'uomo mi ispira fiducia).Parlando della crescita esponenziale della Cina,gli hanno chiesto se ne aveva paura dei falsi e della valanga di prodotti cinesi,sapete cosa ha risposto?Secondo lui l'unico metodo per stare un passo avanti a loro , nonostante l'Italia abbia 1/25 esimo di abitanti della Cina ,è puntare sulla qualità del prodotto,ricerca,cambiare la mentalità degli imprenditori italiani.Le aziende italiane non rischiano e rimangono troppo piccole per fare concorrenza all'estero,quindi prima di tutto devono essere gli imprenditori a rimboccarsi le maniche e in secondo luogo il governo deve valorizzare all'estero i prodotti nostrani.

Poi ha fatto una affermazione che condivido in pieno:il mondo "glocal"(globale è locale) sta vivendo una crescita esponenziale della Cina,l'unico terreno dove possiamo avere concorrenza è il cervello(e in Italia di sicuro ce ne sono un sacco),quindi ben vengano le aziende che fanno delocalizzazione di manodopera(li costa meno,almeno fino a quando costerà meno di qui conviene farla li),ma la ricerca deve essere fatta solo in locale.

Devo essere sincero a me piace questa idea,solo così evitiamo la fuga di cervelli all'estero.

Cmq parlando di lui, ha il merito di aver reinventato e valorizzato il "Wellness" made in Italy,sano esercizio fisico,buona cucina(italiana),stile di vita sereno.
Secondo me il nuovo governo dovrebbe chiedere a uomini come lui preziosi consigli su come risollevare l'economia,ed essendo un esponente di spicco di confindustria potrebbe fare da traino per cambiare mentalità agli altri imprenditori.

Una chicca sulla flessibilità del lavoro : per lui non serve,se l'azienda investe in ricerca e formazione non serve una legge per dare più flessibilità sul lavoro.

Che dire...UN GRANDE!


Cosa ne pensate in merito al titolo del thread? :)

misterx
22-04-2006, 12:55
fa semplicemente i suoi interessi

Enel
22-04-2006, 13:15
E' vero, la ricerca è l'unico possibile sbocco per l'Italia.
Fino a ieri eravamo la Cina d'Europa dove gli stranieri piantavano le loro fabbriche perchè costava meno e dove si è sviluppata la piccola imprenditoria italiana caratterizzata generalmente da basso livello tecnologico.... ma resa competitiva svalutando a manetta la lira.

Oggi il contesto economico è radicalmente cambiato: vi è l'espansione dei mercati ad est (dall'Europa sino alla Cina), l'euro ha dato il colpo di grazia alla (finta) competitività italiana ed ora tutti cercano di portare la produzione nei Paesi dove meno costa il lavoro (mantenendo cmq basso il livello tecnologico).

La soluzione è un profondo orientamento alla R&S, ma per farlo è necessario che le imprese si fondano poichè la ricerca costa od almeno lo Stato potrebbe cercare di organizzare centri di ricerca a livello di network settoriali cui partecipino (con i $$$) le varie micro-imprese. Tuttavia credo che una agevolazione fiscale per le imprese che si fondono con altre debba essere uno stimolo necessario per ingrandirle. In un contesto globale conta solo chi è grande e poi grandezza vuol dire spesso efficienza.

Apple, Ikea ecc. sono tutte aziende che fabbricano idee non producono materialmente prodotti.

Pεrveяsivo
22-04-2006, 13:29
Per caso ieri sera tardi facevo zapping e sono capitato su raitre,c'era un dibattito dove si parlava di economia italiana.
Dalla trasmissione è venuto fuori che l'imprenditoria privata italiana rischia pochissimo,investe poco o niente in ricerca e vuole aiuti statali,si parlava anche della cina.
In studio c'era un certo Nerio Alessandri,nome a me sconosciuto fino ad oggi,l'uomo che più di altri può avere il titolo di "self made man".Questo giovanissimo imprenditore di successo la cui storia potete trovare riassunta sul suo sito(è il presidente di technogym)
biografia (http://www.technogym.co.uk/consumer/_vti_g21_21_asp_rpstry-11741___fitness_technogym_wellness.html)
è secondo me l'esempio in persona di come dovrebbero essere gli imprenditori italiani.Bene voi vi chiederete come mai io sporco comunista mangiabambini vi parli di un imprenditore,sono passato al nemico :Prrr: ?
Niente di tutto questo.Quest'uomo è e deve essere un esempio di come si deve fare imprenditoria in Italia,sono uomini come lui che fanno crescere l'economia.
Diamo un po di esempi.La sua azienda investe pesantemente in ricerca ,ha un azienda di giovani e investe moltissimo in formazione professionale,i suoi dipendenti sono assunti a tempo indeterminato da subito e inseriti in una rotazione di ruoli all'interno dell'azienda per permettere al dipendente di farsi un know how e di fare esperienza,ottimo rapporto con sindacato(che nella sua azienda mi verrebbe da dire che non ha senso che esista).La sua azienda rischia capitali e quindi solo con questo è riuscita ad ingrandirsi legalmente(ci metto la mano sul fuoco,quest'uomo mi ispira fiducia).Parlando della crescita esponenziale della Cina,gli hanno chiesto se ne aveva paura dei falsi e della valanga di prodotti cinesi,sapete cosa ha risposto?Secondo lui l'unico metodo per stare un passo avanti a loro , nonostante l'Italia abbia 1/25 esimo di abitanti della Cina ,è puntare sulla qualità del prodotto,ricerca,cambiare la mentalità degli imprenditori italiani.Le aziende italiane non rischiano e rimangono troppo piccole per fare concorrenza all'estero,quindi prima di tutto devono essere gli imprenditori a rimboccarsi le maniche e in secondo luogo il governo deve valorizzare all'estero i prodotti nostrani.

Poi ha fatto una affermazione che condivido in pieno:il mondo "glocal"(globale è locale) sta vivendo una crescita esponenziale della Cina,l'unico terreno dove possiamo avere concorrenza è il cervello(e in Italia di sicuro ce ne sono un sacco),quindi ben vengano le aziende che fanno delocalizzazione di manodopera(li costa meno,almeno fino a quando costerà meno di qui conviene farla li),ma la ricerca deve essere fatta solo in locale.

Devo essere sincero a me piace questa idea,solo così evitiamo la fuga di cervelli all'estero.

Cmq parlando di lui, ha il merito di aver reinventato e valorizzato il "Wellness" made in Italy,sano esercizio fisico,buona cucina(italiana),stile di vita sereno.
Secondo me il nuovo governo dovrebbe chiedere a uomini come lui preziosi consigli su come risollevare l'economia,ed essendo un esponente di spicco di confindustria potrebbe fare da traino per cambiare mentalità agli altri imprenditori.

Una chicca sulla flessibilità del lavoro : per lui non serve,se l'azienda investe in ricerca e formazione non serve una legge per dare più flessibilità sul lavoro.

Che dire...UN GRANDE!


Cosa ne pensate in merito al titolo del thread? :)

Ok, sembra tutto bello e preciso...ma a me sembra che uno dei problemi di fondo rimanga: tutti quelli privi di un titolo di studio e che hanno passato gli enta (se non gli anta) che se ne fanno di ricerca e formazione se poi le aziende delocalizzano? Una azienda non è formata solo da gente che "pensa" (anzi, direi che quelli siano proprio la minima parte). Che facciamo? Pensiamo di occupare milioni di italiani solo ove richiesta unicamente attività cerebrale?

fabio80
22-04-2006, 13:35
Ok, sembra tutto bello e preciso...ma a me sembra che uno dei problemi di fondo rimanga: tutti quelli privi di un titolo di studio e che hanno passato gli enta (se non gli anta) che se ne fanno di ricerca e formazione se poi le aziende delocalizzano? Una azienda non è formata solo da gente che "pensa" (anzi, direi che quelli siano proprio la minima parte). Che facciamo? Pensiamo di occupare milioni di italiani solo ove richiesta unicamente attività cerebrale?



non è uno, è IL problema di fondo ;)

pensare di tirare avanti solo con aziende brain intensive è folle

Pεrveяsivo
22-04-2006, 13:39
non è uno, è IL problema di fondo ;)

pensare di tirare avanti solo con aziende brain intensive è folle

Vabbè :D . Comunque si, a parole è stato bravo...almeno fino a quando non ha detto: "ben vengano le aziende che delocalizzano..."...li mi sono cadute le palle....

fabio80
22-04-2006, 13:42
Vabbè :D . Comunque si, a parole è stato bravo...almeno fino a quando non ha detto: "ben vengano le aziende che delocalizzano..."...li mi sono cadute le palle....



io avrei un'altra critica da muovere, ossia sta benedetta palla dell'innovazione e della qualità. è un punto debole della nostra economia e ne convengo, ma sperare di farne l'unico cavallo di battaglia...ma suvvia i cinesi non producono solo paccottiglia. stanno iniziando a fare breccia anche in produzioni high tech.

riduttivo pensare di batterli solo sulla qualità, percho hanno i mezzi per starci al passo e il vantaggio di una struttura dei costi che noi non potremmo permetterci a meno di reintrodurre la tratta degli schiavi

mauriz83
22-04-2006, 14:07
Ok, sembra tutto bello e preciso...ma a me sembra che uno dei problemi di fondo rimanga: tutti quelli privi di un titolo di studio e che hanno passato gli enta (se non gli anta) che se ne fanno di ricerca e formazione se poi le aziende delocalizzano? Una azienda non è formata solo da gente che "pensa" (anzi, direi che quelli siano proprio la minima parte). Che facciamo? Pensiamo di occupare milioni di italiani solo ove richiesta unicamente attività cerebrale?
hai perfettamente ragione è l'unico punto oscuro,per questo viene incontro la formazione professionale,oppure creare le possibilità per cui chiunque con un progetto valido abbia accesso facile al credito(infatti criticava il sistema bancario italiano)...ha accennato anche al fatto che si potrebbero migliorare i servizi nei distretti industriali(zone in cui per svariati fattori ci sono maggiori ,seppur di poco,investimenti in ricerca che altrove)e migliorare la coesione e collaborazione tra le diverse aziende del distretto.
Insomma secondo lui ci sono tante piccole cose che si possono fare per far crescere l'economia.

mauriz83
22-04-2006, 14:14
io avrei un'altra critica da muovere, ossia sta benedetta palla dell'innovazione e della qualità. è un punto debole della nostra economia e ne convengo, ma sperare di farne l'unico cavallo di battaglia...ma suvvia i cinesi non producono solo paccottiglia. stanno iniziando a fare breccia anche in produzioni high tech.

riduttivo pensare di batterli solo sulla qualità, percho hanno i mezzi per starci al passo e il vantaggio di una struttura dei costi che noi non potremmo permetterci a meno di reintrodurre la tratta degli schiavi
si parlava anche di tecnologia,di laureati o studenti di materie scientifiche ed economiche,in Italia sono solo l'8%(se non ricordo male)del totale al contrario dell'estero che arriva anche al 25%,ma anche della bassa preparazione degli istituti tecnici...Purtroppo in italia è usanza andare all'università per prendersi "il pezzo di carta",quindi c'è un surplus di ragazzi preparati in materie non scientifiche-tecniche.


è un discorso troppo ampio,spero che qualcuno riesca a spiegarlo meglio,magari qualcuno che ha studiato economia.

fabio80
22-04-2006, 14:17
si parlava anche di tecnologia,di laureati o studenti di materie scientifiche ed economiche,in Italia sono solo l'8%(se non ricordo male)del totale al contrario dell'estero che arriva anche al 25%,ma anche della bassa preparazione degli istituti tecnici...Purtroppo in italia è usanza andare all'università per prendersi "il pezzo di carta",quindi c'è un surplus di ragazzi preparati in materie non scientifiche-tecniche.


è un discorso troppo ampio,spero che qualcuno riesca a spiegarlo meglio,magari qualcuno che ha studiato economia.



non ne dubito, visto come vengono trattati a calci in culo gli ingegneri e i tecnici, chi vuoi che si prenda la briga di impegolarsi in quegli ambiti.

sempreio
22-04-2006, 14:22
ricerca è una parola un pò troppa grossa per industrie cosi piccole, eppoi pur avendo menti di ottima qualità e avendone fatta tanto in passato, alla fine ce la fregano gli stranieri per 4 soldi e casi del genere ce ne sono un' infinità.
il punto semmai è diventare forti e indipendenti militarmente per fare quel cavolo che vogliamo a csa nostra :rolleyes:

pavel86
22-04-2006, 15:24
Su Repubblica ieri c'era un'intervista ad un imprenditore del NE che sosteneva che in azienda a lui non serve gente che sappia la divina commedia, ma gente che si rimbocchi le maniche e lavori...

Questa è la visione del nostro piccolo industriale: è una specie di contadino del settore a bassa tecnologia, non ha nel 90% dei casi neppure gli strumenti culturali e di flessibilità mentale (la vera flessibilità che servirebbe).

In quel "uno che recita la divina commedia" si cela il disprezzo per chiunque abbia più della 3° media, perchè per lui (e, appunto, per tanti altri) il lavoro è alzarsi alle 6 e comincire a sgobbare come i nostri nonni: semplicemente, non può e non vuole capire che il mondo è un po' più complesso e che la fabbrichetta dovrebbe adeguarsi ai tempi.

Detto ciò, condivido quello che dice fabio80, i cienesi mica producono solo paccottiglia, in una certa isola che non è cinese, ma è abiatata da cinesi (Taiwan) è stato fatto il 90% del pc da cui scrivete, se non di più

inoltre si parla sempre dei cinesi, ma lo sapete che un magnate indiano sta per diventare il re mondiale dell'acciaio? E che in India sfornano 300mila matematici e 200mila ingegneri l'anno?

Io la vedo comunque mooolto dura, poi ditemi voi...

tommylee1
22-04-2006, 15:39
Il problema da noi non è la ricerca, ma i soldi, se lo stato togliesse qualche ministero di troppo o diminuisca i fondi di molto, e aumentasse tra il 5% e 8% del PIL solo alla ricerca allora si che l'economia tirerebbe ancora.

pavel86
22-04-2006, 16:51
edita quel "dasse" e ne riparliamo :) :stordita:

wolf64
22-04-2006, 16:59
Il problema di "come" fare concorrenza ai cinesi (e non solo) è molto complesso, sono d'accordo con chi dice che la loro produzione non è solo paccottaglia e sono anche convinto che più andiamo avanti e più loro livello qualitativo aumenterà, perciò la lotta è decisamente dura, ma se si vuole sopravvivere questa lotta bisogna farla, e ritengo che per quanto possano avere tante menti valide anche loro, noi non saremmo da meno!

Sicuramente la strada della ricerca è giustissima, io sono da sempre un forte sostenitore di questa cosa, come sono d'accordo con l'aumentare dove purtroppo troppo frequentemente non c'è l'incentivazione anche economica a figure professionali quali ingegneri e tecnici, però il miglioramento nelle aziende dovrebbe essere a tutto campo, su tutti i livelli, perciò ok incrementare la ricerca, questo sarebbe sicuramente un fattore chiave, ma ha ragione chi ha detto che rimarrebbe il fatto che... non tutti sono ricercatori, che guardando i numeri la maggior parte dei lavoratori sono operai!

La mia idea su di una possibile soluzione deriva dalle mie esperienze lavorative proprio in ambito produttivo, troppo spesso nel luogo comune l'operaio viene visto come l'ultimo anello della catena, e in un certo senso è così, ma.. non per questo è meno importante, pensate ad una macchina, magari ad una F1, l'ultimo anello è la parte che tocca il terreno, le gomme, è la parte che... si "sporca di più" in un certo senso, ma anche questa va curata come le altre, altrimenti potrà avere tutti gli altri componenti al top e avere il miglior pilota, ma quella macchina non farà mai grandi risultati!
Spero di aver reso l'idea...

Tornando al discorso lavoro, troppo spesso l'operaio è visto come colui che è lì a fare lavori come mettere viti e assemblare pezzi, cose che, parliamoci chiaro, potrebbe essere fatta anche da una scimmia ammaestrata, ma spesso fare l'operaio richiede delle competenze che non sono così semplici, ma ancora troppo spesso questa categoria professionale viene considerata dai piani "più alti" come semplice forza lavoro senza cervello, quante volte nelle fabbriche che sono stato ho sentito gente che aveva ottime idee per migliorare il proprio lavoro, per migliorare e ottimizzare la produzione, e che quando gli ho chiesto perchè non le proponevano mi sono sentito rispondere "..qui purtroppo sei pagato per lavorare e non per pensare...", dichiarando di averci provato più volte a fare quelle proposte, proposte però puntualmente ignorate, sapete quante volte ho sentito questa frase? Tantissime, troppe!!!

Per la mentalità italiana anche un'impiegata che è lì a scrivere lettere dalla mattina alla sera è "più su" di un operaio che magari ha la responsabilità di una complessa linea produttiva, solo perchè quest'ultimo si sporca e lei no, ma se si trova il modo di valorizzare anche il lavoro dell'operaio, se si cerca di andare sempre di più verso una figura professionale che fa lavorare le macchine anzichè fare lui la parte della macchina, e questo vuol dire una riqualificazione della forza produttiva esistente e un miglioramento a livello di preparazione professionale nella scuola, se si incentiva l'iniziativa per il miglioramento del lavoro che spesso l'operaio ha con idee che sempre spesso vengono "castrate" da questa mentalità classista, sono convinto che, migliorando su tutti i fronti, si possa dare del filo da torcere ai cinesi, questa potrebbe essere una strada...

Certo che sino a che ci saranno imprenditori che pensano di contrastare i cinesi basandosi solo sulla quantità e non sulla qualità, non ne verremo più a capo!

tommylee1
22-04-2006, 17:04
Il problema di "come" fare concorrenza ai cinesi (e non solo) è molto complesso, sono d'accordo con chi dice che la loro produzione non è solo paccottaglia e sono anche convinto che più andiamo avanti e più loro livello qualitativo aumenterà, perciò la lotta è decisamente dura, ma se si vuole sopravvivere questa lotta bisogna farla, e ritengo che per quanto possano avere tante menti valide anche loro, noi non saremmo da meno!

Sicuramente la strada della ricerca è giustissima, io sono da sempre un forte sostenitore di questa cosa, come sono d'accordo con l'aumentare dove purtroppo troppo frequentemente non c'è l'incentivazione anche economica a figure professionali quali ingegneri e tecnici, però il miglioramento nelle aziende dovrebbe essere a tutto campo, su tutti i livelli, perciò ok incrementare la ricerca, questo sarebbe sicuramente un fattore chiave, ma ha ragione chi ha detto che rimarrebbe il fatto che... non tutti sono ricercatori, che guardando i numeri la maggior parte dei lavoratori sono operai!

La mia idea su di una possibile soluzione deriva dalle mie esperienze lavorative proprio in ambito produttivo, troppo spesso nel luogo comune l'operaio viene visto come l'ultimo anello della catena, e in un certo senso è così, ma.. non per questo è meno importante, pensate ad una macchina, magari ad una F1, l'ultimo anello è la parte che tocca il terreno, le gomme, è la parte che... si "sporca di più" in un certo senso, ma anche questa va curata come le altre, altrimenti potrà avere tutti gli altri componenti al top e avere il miglior pilota, ma quella macchina non farà mai grandi risultati!
Spero di aver reso l'idea...

Tornando al discorso lavoro, troppo spesso l'operaio è visto come colui che è lì a fare lavori come mettere viti e assemblare pezzi, cose che, parliamoci chiaro, potrebbe essere fatta anche da una scimmia ammaestrata, ma spesso fare l'operaio richiede delle competenze che non sono così semplici, ma ancora troppo spesso questa categoria professionale viene considerata dai piani "più alti" come semplice forza lavoro senza cervello, quante volte nelle fabbriche che sono stato ho sentito gente che aveva ottime idee per migliorare il proprio lavoro, per migliorare e ottimizzare la produzione, e che quando gli ho chiesto perchè non le proponevano mi sono sentito rispondere "..qui purtroppo sei pagato per lavorare e non per pensare...", dichiarando di averci provato più volte a fare quelle proposte, proposte però puntualmente ignorate, sapete quante volte ho sentito questa frase? Tantissime, troppe!!!

Per la mentalità italiana anche un'impiegata che è lì a scrivere lettere dalla mattina alla sera è "più su" di un operaio che magari ha la responsabilità di una complessa linea produttiva, solo perchè quest'ultimo si sporca e lei no, ma se si trova il modo di valorizzare anche il lavoro dell'operaio, se si cerca di andare sempre di più verso una figura professionale che fa lavorare le macchine anzichè fare lui la parte della macchina, e questo vuol dire una riqualificazione della forza produttiva esistente e un miglioramento a livello di preparazione professionale nella scuola, se si incentiva l'iniziativa per il miglioramento del lavoro che spesso l'operaio ha con idee che sempre spesso vengono "castrate" da questa mentalità classista, sono convinto che, migliorando su tutti i fronti, si possa dare del filo da torcere ai cinesi, questa potrebbe essere una strada...

Certo che sino a che ci saranno imprenditori che pensano di contrastare i cinesi basandosi solo sulla quantità e non sulla qualità, non ne verremo più a capo!
QUOTO STRAQUOTO RIQUOTO
Il problema da noi non è la ricerca, ma i soldi, se lo stato togliesse qualche ministero di troppo o diminuisca i fondi di molto, e aumentasse tra il 5% e 8% del PIL solo alla ricerca allora si che l'economia tirerebbe ancora.

Onisem
23-04-2006, 10:37
Su Repubblica ieri c'era un'intervista ad un imprenditore del NE che sosteneva che in azienda a lui non serve gente che sappia la divina commedia, ma gente che si rimbocchi le maniche e lavori...

Questa è la visione del nostro piccolo industriale: è una specie di contadino del settore a bassa tecnologia, non ha nel 90% dei casi neppure gli strumenti culturali e di flessibilità mentale (la vera flessibilità che servirebbe).

In quel "uno che recita la divina commedia" si cela il disprezzo per chiunque abbia più della 3° media, perchè per lui (e, appunto, per tanti altri) il lavoro è alzarsi alle 6 e comincire a sgobbare come i nostri nonni: semplicemente, non può e non vuole capire che il mondo è un po' più complesso e che la fabbrichetta dovrebbe adeguarsi ai tempi.

Detto ciò, condivido quello che dice fabio80, i cienesi mica producono solo paccottiglia, in una certa isola che non è cinese, ma è abiatata da cinesi (Taiwan) è stato fatto il 90% del pc da cui scrivete, se non di più

inoltre si parla sempre dei cinesi, ma lo sapete che un magnate indiano sta per diventare il re mondiale dell'acciaio? E che in India sfornano 300mila matematici e 200mila ingegneri l'anno?

Io la vedo comunque mooolto dura, poi ditemi voi...

Vivo nel Nord Est e purtroppo il quadro è questo. Si atteggiano tutti a grandi imprenditori e gente che ha capito come va il mondo, ma come dici hanno una mentalità poco più che rurale e disprezzano le teste pensanti perchè per loro costituiscono un problema e non una risorsa. Inoltre c'è un'età media estremamente alta e dove subentra qualche giovane, è molto spesso persona il cui unico requisito è essere figlio dello stesso contadinotto imprenditore.

dupa
23-04-2006, 10:38
Il vero self made man italiano è Silvio.

fabio80
23-04-2006, 12:37
Tornando al discorso lavoro, troppo spesso l'operaio è visto come colui che è lì a fare lavori come mettere viti e assemblare pezzi, cose che, parliamoci chiaro, potrebbe essere fatta anche da una scimmia ammaestrata, ma spesso fare l'operaio richiede delle competenze che non sono così semplici, ma ancora troppo spesso questa categoria professionale viene considerata dai piani "più alti" come semplice forza lavoro senza cervello, quante volte nelle fabbriche che sono stato ho sentito gente che aveva ottime idee per migliorare il proprio lavoro, per migliorare e ottimizzare la produzione, e che quando gli ho chiesto perchè non le proponevano mi sono sentito rispondere "..qui purtroppo sei pagato per lavorare e non per pensare...", dichiarando di averci provato più volte a fare quelle proposte, proposte però puntualmente ignorate, sapete quante volte ho sentito questa frase? Tantissime, troppe!!!

hai reinventato una parte del total productive maintenance, i giappo ci sono arrivati 15 anni fa, noialtri ancora no. a livello accademico sono cose arcinote, a livello imprenditoriale... ma si sa che certe best practices ai nostri imprenditori non interessano, l'importante è abbattere i costi :read:

Per la mentalità italiana anche un'impiegata che è lì a scrivere lettere dalla mattina alla sera è "più su" di un operaio che magari ha la responsabilità di una complessa linea produttiva, solo perchè quest'ultimo si sporca e lei no, ma se si trova il modo di valorizzare anche il lavoro dell'operaio, se si cerca di andare sempre di più verso una figura professionale che fa lavorare le macchine anzichè fare lui la parte della macchina, e questo vuol dire una riqualificazione della forza produttiva esistente e un miglioramento a livello di preparazione professionale nella scuola, se si incentiva l'iniziativa per il miglioramento del lavoro che spesso l'operaio ha con idee che sempre spesso vengono "castrate" da questa mentalità classista, sono convinto che, migliorando su tutti i fronti, si possa dare del filo da torcere ai cinesi, questa potrebbe essere una strada...


è lo stesso motivo per cui in ing viene pagato poco più di un perito che mediamente viene messo a fare l'operatore di macchina o manovalanza assortita. visto che il personale tecnico è feccia, mentre quello amministrativo, sia pure una segretaria, deve essere vezzeggiato e coccolato, capirai bene le conseguenze. incentivare le risorse umane è cosa disdicevole, pagare il suv extralusso alla zoccoletta figlia del cumenda che si è laureata in marketing allo IULM e non fa un cazzo da mane a sera è doveroso.

poi piangono e dicono che i cinesi gli fanno il :ciapet: rosso, ma guarda, se non fosse che ci andrebbero di mezzo molti dipendenti che devono tirare fine mese, molte aziende meriterebbero il fallimento secco

fabio80
23-04-2006, 14:04
Vivo nel Nord Est e purtroppo il quadro è questo. Si atteggiano tutti a grandi imprenditori e gente che ha capito come va il mondo, ma come dici hanno una mentalità poco più che rurale e disprezzano le teste pensanti perchè per loro costituiscono un problema e non una risorsa. Inoltre c'è un'età media estremamente alta e dove subentra qualche giovane, è molto spesso persona il cui unico requisito è essere figlio dello stesso contadinotto imprenditore.



non è solo nel NE che va così, è un modo di gestire l'azienda tipicamente italiano e diffuso nella pmi in modo omogeneo, specialmente se l'azienda è padronale