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View Full Version : Obbligazioni Viatel: Condannata Banca P. di Marostica


naitsirhC
16-04-2006, 11:26
-Marostica-

Il primo round del match Viatel - un crac da 5 milioni di euro - va a 115 dei 160 investitori che hanno fatto causa alla Banca Popolare di Marostica. L'11 marzo erano scaduti i termini entro i quali le parti potevano presentare memorie al giudice. Dopo 30 giorni esatti, l'altroieri, il dott. Marco Cecchi del Tribunale civile di Bassano ha emesso il suo verdetto. Il giudice ha decretato l'annullamento di buona parte dei contratti aventi ad oggetto l'acquisto di obbligazioni Viatel effettuati con BpM "per sussistenza di errore rilevante". Di conseguenza l'istituto di credito sarà tenuto, eventualmente con sentenza passata in giudicato dopo i vari gradi di giudizio, qualora soccombente, a restituire ai ricorrenti l'importo pagato per l'acquisto: si tratta di 2,6 milioni di euro, oltre agli interessi legali, circa la metà del "buco" totale.
Potranno sperare, i 115, di rivedere presto i soldi investiti e spariti? Andiamoci piano. La Popolare di Marostica è intenzionata ad affrontare tutti i gradi di giudizio, la vertenza potrebbe andare composta addirittura nel 2011! Forse i 115 faranno meglio a cercare soluzioni alternative. La decisione del magistrato è comunque eclatante, senza precedenti nel nostro territorio.
Ieri il direttore generale Gianfranco Gasparotto ha commentato: «La sentenza, pur condannando la Banca, esclude che ci sia stato un comportamento doloso o in conflitto di interessi con i clienti. La Banca, pur esprimendo piena fiducia nella giustizia, ritiene di avere comunque operato in maniera corretta e pertanto interporrà appello. Comunque vada a finire la vicenda, gli accantonamenti a suo tempo effettuati - proprio a fronte di potenziali rischi legati a cause civili ed a seguito del clima creatosi nel comparto dei prodotti finanziari - permetteranno all'azienda di non avere impatti economici o patrimoniali negativi».
La causa era stata aperta nel giugno del 2002 per "inosservanza degli obblighi derivanti dal regolamento Consob del 1998 e dal Testo unico in materia di intermediazione finanziaria Dlgs n.51 del 24 febbraio 1998".

http://gazzettino.quinordest.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=2878724&Luogo=Vicenza&Data=2006-4-13&Pagina=1

naitsirhC
16-04-2006, 11:52
I bond argentini, la Parmalat, Cirio e ora le obbligazioni Viatel. Con il verdetto del giudice dott. Cecchi il Bassanese entra nel gotha delle vertenze finanziarie del nostro Paese degli ultimi anni. Certo, un traguardo che nessuno avrebbe desiderato. La decisione del magistrato è senza precedenti nel nostro territorio, e - per numero di ricorrenti e ammontare della somma in questione - con pochi precedenti in Italia. Ieri, dopo che il nostro giornale (primo ad occuparsi della vicenda) ha riportato la notizia, negli ambienti economici della città e della provincia non si parlava d'altro. Esultano i 116 investitori che hanno fatto causa alla Banca Popolare di Marostica, chiedendo la restituzione di 2,6 milioni di euro, ma non devono pensare che rivedranno i propri denari automaticamente e in breve tempo. La compagnia di via Mazzini, che ritiene di avere sempre operato in maniera corretta, ha già annunciato ricorso. Si andrà dunque in Appello, a Venezia, e poi eventualmente in Cassazione, a Roma; potrebbero volerci 5-6 anni.

Intanto un dato è sicuro. Il giudice del Tribunale civile ha decretato l'annullamento dei contratti aventi ad oggetto l'acquisto di obbligazioni Viatel effettuati con BpM "per sussistenza di errore rilevante". Di conseguenza l'istituto di credito sarà tenuto, dopo i vari gradi di giudizio, qualora soccombente, a restituire ai ricorrenti l'importo pagato per l'acquisto, i famosi 2,6 milioni, che diventerebbero, quasi 3 con gli interessi. Il giudice ha altresì escluso azioni dolose o in conflitto di interessi con i clienti.

«Nessuno dubitava che vi fosse stato del dolo - ha commentato ieri l'avv. Stefano Pillitu , patrono dei 116 - il punto è che la banca non ha informato i clienti sul rischio dell'operazione e sull'andamento del titolo. Di più, anche negli ultimi mesi, quando l'azienda americana stava affondando, ha continuato a dare rassicurazioni. Questi sono comportamenti gravi e francamente giudico superficiali le prime dichiarazioni del direttore generale».

I 116 sono distribuiti in larga parte fra Marostica, Bassano e l'Altopiano, ma vi sono anche residenti dell'Altovicentino e dell'Altopadovana. I più esposti sono alcuni investitori scaligeri: ciascuno comprò Viatel per 500 milioni di lire, in questo momento ridotti a zero.

Ed ora che farete?

«Faremo una riunione per valutare la situazione - ha riferito l'avv. Pillitu - tocca alla banca di muoversi».

Ma la banca ha già espresso l'intenzione di portare avanti la causa: non vi converrebbe, forse, cercare una composizione?

«La banca sappia che anche noi andremo fino in fondo».

Questo "noi" potrebbe andare ben oltre gli attuali 116. L'avv. Pillitu da qualche tempo ha avviato un'altra causa sostenendo contro la BpM altre 50 persone per un investimento globale di un altro milione di euro. Davanti al giudice dott.ssa Menegazzi è in corso un altro contenzioso mosso da 3 cittadini di Romano per circa 250.000 €. E dopo questo primo round a favore degli investitori quanti altri "suonati" dalla Viatel saliranno sul ring?

di Bruno Cera

naitsirhC
16-04-2006, 11:54
Un risparmiatore "sano di mente" non avrebbe mai comprato quei bond. A tre giorni dell'esplosione della notizia della condanna a carico della Banca popolare di Marostica di restituire a 116 investitori 2,6 milioni di euro in obbligazioni Viatel diventate carta straccia, non si attenua il rumore negli ambienti finanziari e anche nell'opinione pubblica di tutto il comprensorio. E spuntano commenti e documenti assai significativi.

Martedì, ripetiamo, il giudice del Tribunale civile di Bassano dott. Marco Cecchi ha decretato l'annullamento dei contratti aventi ad oggetto l'acquisto di obbligazioni Viatel effettuati con la BpM "per sussistenza di errore rilevante". Di conseguenza l'istituto di credito sarà tenuto, dopo i vari gradi di giudizio, qualora soccombente, a restituire ai ricorrenti l'importo pagato per l'acquisto, cioè i citati 2,6 milioni, che diventerebbero quasi 3 con gli interessi. Il giudice ha escluso azioni dolose o in conflitto di interessi con i clienti. La compagnia di via Mazzini, che ritiene di avere sempre operato in maniera corretta, ha già annunciato ricorso.

Nell'ambito dell'istruttoria (il contenzioso era stato avviato nella primavera del 2002), il dott. Cecchi chiese alle parti se intendevano produrre delle memorie. Il patrono dei 116, avv. Pillitu , si rivolse al dott. Paolo Parolin; la BpM al prof. Pietro Manzonetto. Il magistrato nominò suo consulente il prof. Giangaetano Bellavia di Milano, che esaminò le relazioni dei due colleghi e ne presentò poi una sua.
Le conclusioni del professionista milanese sono state tutt'altro che tenere nei confronti della Popolare di Marostica. Scrive il prof. Bellavia: "È evidente che solo investitori istituzionali, fortemente propensi al rischio, avrebbero potuto fare trading con detti titoli (quelli della Viatel, ndr.), nel breve periodo e con fini speculativi.
Non si riesce invece ad intravvedere alcun motivo che potesse indurre un normale risparmiatore, sano di mente e a conoscenza dei prospetti informativi, all'acquisito di questi titoli".

E ancora: "L'esame dei prospetti informativi trasmessi dalla stessa banca allo scrivente, congiuntamente ai comunicati in merito alla società emittente, reperibili nei normali canali di informazione telematica, mostrano come le obbligazioni in esame avessero, già alla loro emissione, un altissimo profilo di rischio. Peraltro le condizioni economico-patrimoniali della società (...) avrebbero fatto dubitare chiunque delle capacità della Viatel di poter, non solo pagare gli interessi sulle obbligazioni, ma anche rimborsare il capitale alla scadenza". Cosa che puntualmente avvenne.

«Non ho mai dubitato dell'esito della causa - ci ha riferito ieri S., di Marostica, che nel portafogli ha un "buco" di 40 milioni di lire - le mancanze della banca erano evidenti. Voglio sottolineare che l'istituto continua a comportarsi male verso i suoi clienti: in questi 4 anni ha sempre rifiutato di darci documenti e non ha mai voluto sentir parlare di composizione e ora ha già annunciato appello. L'ombra dei ricorsi e della dilatazione dei tempi non mi fa paura, andrò fino in fondo, tanto più adesso che la prima sentenza ci ha dato ragione».

Col senno di poi cosa consiglierebbe a una persona che - come lei 6 anni fa - desiderasse investire un gruzzoletto?

«Consiglierei di stare molto attento, di informarsi a dovere, di non puntare tutto il denaro su un solo titolo. E di rivolgersi a una banca realmente preparata».

di Bruno Cera