Ewigen
12-04-2006, 22:55
FILIPPINE 12/4/2006 15.10
DECINE DI RIBELLI SI CONSEGNANO A ESERCITO DOPO SETTIMANE DI ASSEDIO
Decine di sedicenti ribelli comunisti si sono arresi dopo due settimane di scontri nell’isola meridionale di Mindanao, facendo segnare al governo di Manila un nuovo punto a favore nella lotta a uno dei pochi gruppi guerriglieri tuttora effettivamente attivi nel paese: lo ha riferito l’esercito, spiegando che i 67 consegnatisi alle autorità nella provincia di Saranggani erano in realtà contadini reclutati dall’Npa (Nuovo esercito del popolo), movimento composto da circa 8.000 uomini e braccio armato del Partito comunista delle Filippine (Cpp), attualmente fuorilegge. Il portavoce del Cpp, Gregorio Rosal, ha confermato solo in parte la notizia, sostenendo che il numero di coloro che si sono arresi “non è così grande”. È dalla fine degli anni Sessanta che i sedicenti comunisti conducono una sporadica ma incessante guerriglia costata la vita a oltre 40.000 persone. I colloqui tra governo e ribelli, con la mediazione della Norvegia, sono entrati in fase di stallo nell’agosto 2004, quando Manila rifiutò la loro richiesta di convincere Usa e altri paesi europei a rimuoverli dalle liste dei gruppi terroristi. Nel febbraio scorso la presidente filippina, Gloria Macapagal Arroyo, accusò i guerriglieri comunisti, insieme a militari disertori e oppositori politici, di aver tentato di attuare un colpo di Stato, motivo per cui dichiarò per alcuni giorni lo stato di emergenza.[PIME]
DECINE DI RIBELLI SI CONSEGNANO A ESERCITO DOPO SETTIMANE DI ASSEDIO
Decine di sedicenti ribelli comunisti si sono arresi dopo due settimane di scontri nell’isola meridionale di Mindanao, facendo segnare al governo di Manila un nuovo punto a favore nella lotta a uno dei pochi gruppi guerriglieri tuttora effettivamente attivi nel paese: lo ha riferito l’esercito, spiegando che i 67 consegnatisi alle autorità nella provincia di Saranggani erano in realtà contadini reclutati dall’Npa (Nuovo esercito del popolo), movimento composto da circa 8.000 uomini e braccio armato del Partito comunista delle Filippine (Cpp), attualmente fuorilegge. Il portavoce del Cpp, Gregorio Rosal, ha confermato solo in parte la notizia, sostenendo che il numero di coloro che si sono arresi “non è così grande”. È dalla fine degli anni Sessanta che i sedicenti comunisti conducono una sporadica ma incessante guerriglia costata la vita a oltre 40.000 persone. I colloqui tra governo e ribelli, con la mediazione della Norvegia, sono entrati in fase di stallo nell’agosto 2004, quando Manila rifiutò la loro richiesta di convincere Usa e altri paesi europei a rimuoverli dalle liste dei gruppi terroristi. Nel febbraio scorso la presidente filippina, Gloria Macapagal Arroyo, accusò i guerriglieri comunisti, insieme a militari disertori e oppositori politici, di aver tentato di attuare un colpo di Stato, motivo per cui dichiarò per alcuni giorni lo stato di emergenza.[PIME]