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majin mixxi
09-04-2006, 19:27
Francesco Merlo per La Repubblica


Silvio Berlusconi non teme piazzale Loreto, ma al contrario un futuro da "pirla". Chiuso nella sua Sardegna, tra gli amatissimi cactus, con le mani dei fedeli massaggiatori che gli impastano sul corpo rimproveri impertinenti e prediche umilianti, non ha paura della soluzione tragica ma di un´uscita di scena da "pistola", del ruzzolone da comica finale. Se, dunque, con lazzi e allegri sarcasmi, ha messo tutto sottosopra, anche se stesso, non lo ha fatto tanto per vincere le elezioni, quanto per guadagnarsi davvero, con la probabile sconfitta, il suo Piazzale Loreto o, meglio ancora, la sua Sant´Elena. Insomma, non è vero che Berlusconi ha terrore delle vendette e dei plotoni d´esecuzione, dell´esilio e della galera, come ha sostenuto Fedele Confalonieri.



Paventa, al contrario, un futuro da omiciattolo. Non un destino a tinte fosche, come capitò a Napoleone, a Mussolini, allo stesso Craxi o a Saddam, ma un pietoso finalissimo, il silenzio dopo una salva di pernacchie: «Se devo perdere, che almeno perda bene» aveva deciso un anno fa, proprio qui in Sardegna, quando gli suggerirono di passare la mano a Gianni Letta.

Perciò ora, a tormentarlo nell´ultima domenica, non sono i sondaggisti che prevedono corda e ghigliottina a partire da domani sera, quando probabilmente dovrà lasciare tutto e pagare per tutti, come vuole quella legge italiana che nessun Cirami e nessun Cirielli riusciranno mai a cancellare: «Quando si perde, perdono in tanti, ma il conto si presenta solo a uno». La verità è che Berlusconi non vuole percorrere al contrario quella metamorfosi di Kafka che, da imprenditore - scarafaggio, lo ha portato a presidente degli italiani. Ecco perché, prima ancora che si consumi il tradimento, si sente già tradito da tutti, tranne che da Emilio Fede.

La villa dove si è rinchiuso, in attesa di andare domani a Macherio, non è come il bunker di Hitler, ma somiglia di più alla casa di Diabolik: c´è sempre lo champagne al fresco, uno scafo che parte o che rientra, tanti bikini al sole. Il cavaliere non è prenotato per una saga nibelungica; e anche questa sua vigilia di uomo solo, sfinito dal carnevale elettorale e dalla sbornia di parole, è comunque piena di maggiordomi e cicisbei, di signore e signorine, e persino di quelle chat line alle quali - come ha raccontato - chiede di se stesso, perché il cav. si rilassa solo quando può parlare di se stesso.




Socievole e ottimista, per un momento ieri si è eccitato quando gli hanno raccontato che Raffaele Selvatico, il piu noto dei playboy italiani da casinò, lo dà vincente 53 a 47.
Berlusconi ci crede e non ci crede. Dice che le coccarde «santo subito» non gli sembrano all´altezza delle bandane con su scritto «non sono un coglione». Ma si sa che non è un realista, meno che mai quando rimane a rimuginare, a ripensare, specie adesso che è in cura cortisonica, che la voce gli si sta affievolendo e ogni tanto gli viene anche la febbre. Davvero somiglia al Mazzarò di Giovanni Verga, che distruggeva la sua roba quando stava per essere destituito dalla vita, non voleva lasciare nulla a chi non lo meritava.

Così Berlusconi, passando all´opposizione, mena colpi per sfasciare tutto. Quello ammazzava gli animali, e questo abolisce le tasse. Le entrate dello Stato sono come la roba di Mazzarò, un Mazzarò in versione vip, un Mazzarò con l´estetica da piano bar: «Quando gli dissero che era tempo di lasciare la roba, per pensare all´anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anatre e i suoi tacchini, e strillava: roba mia, vienitene con me».
Agli amici ha confidato che Bush è pronto a piazzarlo all´Onu, come segretario al posto di Kofi Annan. Ma, più che un serio progetto alternativo, Berlusconi di nuovo rivela la paura di finire nel dimenticatoio, di rifare a ritroso quel cammino kafkiano e di ritrovarsi insetto. E non solo perché capisce bene, anche per averlo frequentato e non sempre indegnamente, che l´Onu, per quanto mal ridotto, non è una Asl di provincia.



In realtà sa di non essere adeguato perché è troppo controverso, un uomo che divide, un leader di parte. Nessuno come Berlusconi capisce che mai cariche ecumeniche saranno offerte a Berlusconi.
Perciò, alla fine ha sfidato il mondo intero, e anche la logica. Davvero preferirebbe che dei forsennati lo trascinassero per strada e gli infliggessero qualche atroce supplizio, sogna le mitragliate moralistiche e le invettive biliose di quella sinistra che in questi anni gli ha dato la carica ed è cresciuta grazie a lui. Patire, da sconfitto, una violenza, è il modo più sicuro per purificarsi, per farsi subito rimpiangere, per far credere agli italiani che era meglio tenersela cara quella loro abitudine, quel difetto nazionale, quel Cristo che andava protetto dagli squilibrati comunisti.

Ma state attenti a pensare davvero di liberarvi di Berlusconi con una risata o con una legge sul conflitto di interessi o con una sentenza. State attenti a deridere questo suo animo da resistente, a prenderlo in giro per questo suo atteggiarsi a Ferruccio Parri della gente comune, a Padre Pio in sintonia con il popolo. Intanto non è vero che Berlusconi ha soltanto pensato a difendere i suoi interessi, e che ha fatto politica soltanto per impedire alla giustizia di entrare nei suoi sporchi affari. Se così fosse, non sarebbe diventato, dopo Mussolini, l´italiano del quale si è più scritto, quello che più ha ispirato saggi, tesi di laurea, romanzi, film d´autore, commedie, poesie.
E´ invece vero che all´estero lo trovano buffo, ma solo perché lo trovano molto italiano, una specie di nuovo Alberto Sordi.



Berlusconi esprime infatti benissimo l´anima di un Paese che non si può prendere sul serio, la solita Italia delle trovate, delle corna e delle barzellette come versione brianzola degli antichi protocolli d´intesa e dei balli a corte. «Nelle occasioni formali bisogna creare amicizia, cordialità e simpatia» è la prima regola del berlusconismo e certo ci vorrebbe Freud o qualche altro professore dei dettagli per spiegare le fughe nella scanzonatura e nell´irresponsabilità, tutti gesti di ‘politica estera´ che, messi insieme, sono una patologia, ma anche una verità italiana.

Pensate: sir John Le Carré ha dichiarato che se fosse in Italia voterebbe Berlusconi: «E´ un prodigio italiano». Perché all´estero, dove nessuno ha mai dato peso al broncio e all´aggrottar di ciglia italiani, Berlusconi sembra addirittura una felice invenzione della cultura italiana dell´antitaliano. E´ l´uomo che ha definitivamente strappato la politica italiana dalle mani di Cavour e l´ha restituita a Pulcinella.
Ecco perché è diventato uno degli uomini più conosciuti al mondo. A parte Fidel Castro e Saddam Hussein, è il più fotografato, il più popolare, il più discusso. Certamente non è amato, ma ispira familiarità perché la gente lo trova divertente e lui non cerca l´intelligenza delle persone ma il loro sorriso. Berlusconi non è un aforisma ma una gag; non un compendio politico, ma una sequela di battute al limite della licenza e qualche volta della decenza. Esordì con le barzellette ed esce di scena con il copione impazzito, con il turpiloquio e con i nostri telefonini che alla vigilia del voto sono pieni di messaggini-barzellette su Berlusconi, come quella sui "coglioni" che vinceranno perché sono il doppio delle "teste di cazzo". Per trovare nella storia d´Italia un altro Principe che raccontava e ispirava tante facezie bisogna forse risalire a Ferdinando di Borbone, re di crapule e di taverne.



Ma bisogna ammettere che l´humour di Berlusconi, nell´ammirare e nel servire se stesso, finisce con il farsi beffe di se stesso. Nessuno, prima di lui, aveva usato la comicità come arma del potere: per piegare l´opposizione, per smontare la domanda di un giornalista malizioso, per disarmare il sindacato, per sdrammatizzare gli appelli alle masse, per spuntare Karl Marx e Adam Smith. Nel paese di Bertoldo e di Giufà, il potere, da sempre irriso, è diventato irridente.

Sono stati affrontati i decreti legge come fossero atti comici; i ministri si sono comportati come gli ospiti e gli spettatori di Zelig, arrivando a chiamare porcate le loro stesse leggi. Con questa sorta di follia che si porta appresso, il cav. sembra un personaggio di John Fante, uno di quelli esagerati meridionali affetti da gigantismo americano, un Angelo Musco con la struttura di John Wayne che invece di sparare fa le corna, o invece di mettere mano alla fondina mette mano alla bottiglia, personaggi così eccessivi da fare simpatia, italiani che hanno messo a soqquadro e hanno cambiato l´America come Berlusconi ha messo a soqquadro e ha cambiato per sempre quella politica italiana che gli deve comunque l´onore delle armi. Ma se vincesse, concederebbe egli l´onore della armi?

Scoperchiatore
09-04-2006, 20:06
Basta cò sti articoli di destra :O

:sofico:

sander4
09-04-2006, 20:11
bellissimo articolo :)

Lucio Virzì
09-04-2006, 21:48
Ho letto solo le prime righe, ho sonno, sono tornato ora dal seggio, domani sveglia alle 5.30, però spero per lui in un "futuro da pirla" :D

LuVi

gtrin
09-04-2006, 22:00
spero per lui in un "futuro da pirla" :D

LuVi

:D

juninho85
09-04-2006, 23:27
Chiuso nella sua Sardegna,
stocazzo :tie:
la sardegna è mia :O

teuz84
09-04-2006, 23:34
Tralasciando gli orientamenti e gli ideali politici, articolo da Dieci!!!!scritto benissimo con educazione ma con la punta della penna tagliente come rasoi e poi quelle battuttine al vetriolo condite con similitudini, talvolta pesantuccie ;) , rendono sto pezzo favoloso.
Complimenti a Francesco Merlo (non a caso io compro sempre Repubblica ;) )

sempreio
10-04-2006, 07:11
invece per me ha paura che la mafia lo ammazzi, ci sono precedenti ;) , sul filmato che ho posato più in basso si capisce bene ;)

Feric Jaggar
10-04-2006, 10:28
Trovo che anche questi articoli siano molto "italiani", forse più "italioti" dello stesso cavaliere; una volta li trovavo intelligenti, adesso li trovo stancamente ripetitivi.

Fanno parte della cultura italiana dell'abluzione purificatrice, secondo la quale mettendo alla berlina in belle parole un vizio nazionale lo si esorcizza, magari cucendolo addosso come una pelle al capro espiatorio di turno.

Mi vengono in mente le belle battute di un film brillante di serie B, tale "Scipione detto anche l'Africano", interpretato da Marcello Mastroianni (Scipione detto L'Africano) e suo fratello Ruggero, montatore prestato alla recitazione (Scipione L'Asiatico).

La storia in breve: viene ritrovato un coccio, la ricevuta di una tangente pagata, con la quietanza di "Scipione A."; chi mai sarà il corrotto, Scipione L'Africano o Scipione L'Asiatico? Tutto il film ruota intorno a questo dilemma; Scipione L'Africano è l'indiziato n.1, tutti puntano l'indice contro di lui. Perchè? Semplicemente perchè lui è il pesce più grosso, il bersaglio ideale, il parafulmine per eccellenza, quello su cui si ferma per forza lo scaricabarile. Mentre il fratello Asiatico non è sostanzialmente nessuno, è una mezza tacca.

A quattr'occhi - mi pare di ricordare - Asiatico confessa: si, sono stato io, sono troppo vigliacco per prendermi le mie responsabilità.

Africano va in Senato, per un processo che lo vede colpevole già in partenza, e sapete che fa? Di fronte ai Padri della Patria non si difende, anzi urla:

"SI, E' VERO, SONO STATO IO A PRENDERE LA MAZZETTA! E AVESSI FATTO SOLO QUELLO! PERCHE' MI SONO FATTO LE VILLE IN SPAGNA, MI SONO ABBUFFATO, HO FATTO LE ORGE, FINO A SPEZZARMI LE RENI A FORZA DI DARCI!"

Insomma, un po' come la confessione di Remigio da Varagine...

E sapete cosa fa il portavoce del Senato?

"Fratelli dilettissimi, abbiamo di fonte a noi un Romano, di che vogliamo incolparlo, di essere stato Romano tra Romani?"

"ASSOLTO! ASSOLTO! ASSOLTO!"

Ecco, non c'entra niente Scipione con Mister B., ma la storia in fondo è sempre la stessa; non so ancora come andranno a finire le elezioni (sui forum ho letto tutto e il contrario di tutto, evviva la disinformazione), comunque so già che forse cambieranno le facce, l'Italia resterà la stessa. Cioè, noi, con i nostri vizi, con i nostri difetti, che periodicamente mettiamo alla berlina, grazie a Repubblica, a Beppe Grillo, ogni volta facciamo i nostri riti purificatori, pubblici o privati, ma sempre senza andare al di là delle liturgìe e magari imbarcarci in qualche vero ed indesiderabile cambiamento. Compresi noi, qui, che stiamo a cazzeggiare a spese delle nostre aziende, o delle nostre famiglie, o dello studio (mi ci metto in prima fila, non sono sicuramente migliore di voi, per carità!), invece che impegnarci, fare politica VERA, cambiare un po' le cose.

Mi sento male, sto molto male; perchè adesso ho la chiara, chiarissima percezione che, chiunque vinca, comunque perderà l'Italia. Perchè purtroppo al governo ci siamo NOI, cioè gli Italiani, e chi sta a Montecitorio è solo qualcuno in cui ci possiamo specchiare, mandandogli ovviamente tutte le maledizioni del mondo perchè è fatto a nostra immagine e somiglianza, e questa immagine (giustamente) non ci piace.

Signori, voglio dare il mio piccolo contributo: mi congedo definitivamente. perchè adesso ho incominciato un lavoro gratificante, e francamente mi dispiace sottrargli del tempo. Spero che un giorno possiate avere anche voi la stessa fortuna.

Bye! :D

Cfranco
10-04-2006, 10:42
SE VINCE BERLUSCONI...

La tv pubblica americana Pbs lo ha definito “il miglior giornalista investigativo” del nostro Paese. A qualcun altro, in particolare agli esponenti del Centrodestra, il suo modo di fare giornalismo non piace granché, perché accade che investigando ci si imbatta anche in faccende non molto pulite. Marco Travaglio, a dire la verità, neppure a sinistra è apprezzato da tutti, anche se scrive per l’Unità, Repubblica e MicroMega, che a quell’universo politico fanno riferimento. Anni fa, per raccontarne una, con un articolo fece arrabbiare Massimo D’Alema, che si adoperò perché fosse bandito dalle feste dell’Unità. “Non sono né di destra né di sinistra - tiene a precisare lui - sono solo un giornalista che fa il proprio mestiere”.

Marco Travaglio
Che Italia si aspetta di trovare, se Berlusconi e il Centrodestra vinceranno nuovamente le elezioni?
“Sicuramente un’Italia ancora peggiore di questa. Con una situazione finanziaria allo sfascio. Andremo verso una situazione simile a quella dell’Argentina di qualche anno fa, con un crollo totale. Ci troveremo di fronte a una nuova forma di peronismo e Berlusconi cercherà di estendere il proprio potere dove non è riuscito a estenderlo fino a oggi”.

Cioè dove?
“Sulla magistratura. Visto che Berlusconi ha fatto tutte le leggi possibili per mettersi al riparo dai processi, ma non è riuscito a evitarli tutti, cercherà di impadronirsi anche della magistratura, così che sia il governo a decidere quali processi vanno fatti e quali no”.

E se vincesse il Centrosinistra crede che le cose andrebbero in maniera diversa?
“Penso proprio di sì. Prodi lo abbiamo già visto al governo. Abbiamo visto come è riuscito, con Ciampi all’Economia, a farci entrare nell’euro. Forse qualcuno è spaventato dal fatto che si mettano in ordine i conti del Paese. Io penso che sia decisamente auspicabile”.

Mettiamo che Berlusconi perda le elezioni. Che cosa succederà secondo lei?
“Credo che cercherà in tutti i modi di non uscire da Palazzo Chigi, che si chiuderà lì dentro cercando tutte le maniere per restarci”.

Sta scherzando?
“No, sono serio. Penso che qualora perda le elezioni, evento molto probabile, Berlusconi farà in modo di ritardare il più possibile il cambio di governo. Griderà ai brogli elettorali. Lo abbiamo già visto in questi giorni agitare preventivamente lo spettro dei brogli. Uno che è convinto di vincere non parla di brogli. Penso che si farà polemica sugli scrutatori, che oggi non sono più scelti per sorteggio, ma dai partiti. Che si andrà a cercare ogni appiglio possibile per dilatare i tempi, facendo ricontare le schede regione per regione. Uno scenario simile a quello della battaglia Bush-Kerry”.

Anche se le società che gestiscono il voto elettronico, sul quale eventualmente si potrebbe avanzare qualche dubbio, si dice che siano vicine al Centrodestra.
“Non si dice. Una è quella che ha già avuto problemi negli Stati Uniti. In un’altra, secondo Il Diario, è interessato il figlio del ministro dell’Interno. Non è certo una mia scoperta. Perché mai in quattro regioni c’è lo scrutinio elettronico e nelle altre no? Che cos’è questa stranezza? Meglio vigilare, c’è qualcosa che puzza”.

Cfranco
10-04-2006, 10:43
SE VINCE PRODI...

Massimo Fini è uno dei più conosciuti giornalisti italiani. Scrive sul Quotidiano Nazionale, su La Padania, su Linea e altri. Ma si distingue soprattutto per i libri: tanti e di successo. Da anni è una delle “voci fuori dal coro” dell’universo della destra italiana. All'epoca della cosiddetta Prima Repubblica, fu un critico piuttosto duro della Democrazia Cristiana. Ma ora, pur non potendo certo essere identificato come un "comunista", è decisamente critico nei confronti di Silvio Berlusconi.

Massimo Fini
Che Italia pensa che avremo se vincerà il Centrosinistra?
"Dal punto di vista sostanziale non mi aspetto nulla di diverso dall’Italia di prima, nel senso che sul piano economico molti fattori, in un sistema globalizzato, sfuggono al controllo del governo nazionale. Mi aspetto, questo sì, una maggiore decenza direi quasi estetica nella guida del Paese. Berlusconi da questo punto di vista è stato devastante".

In che senso?
"Sia sul piano della rottura di ogni regola formale sia a livello più sostanziale, per esempio con la delegittimazione costante e continua della magistratura. Che prosegue ancora oggi. Con una rottura di tutto il sistema istituzionale".

Quindi spera che vinca il Centrosinistra?
"Io non andrò a votare perché non credo più al sistema della democrazia rappresentativa che secondo me è un sistema di aristocrazie mascherate e oligarchie politiche che opprimo il cittadino singolo e libero, cioè quello che non si infeuda in uno dei due schieramenti. Che sarebbe il cittadino ideale della democrazia e diventa una vittima designata. Mi auguro ugualmente, per motivi evidenti, una caduta di Berlusconi per l’anomalia che presenta in tutti i sensi".

Cioè?
"Il conflitto di interessi, il fatto che possegga metà del sistema televisivo italiano…"

Però lei apprezza la Lega.
"Io apprezzavo la Lega quando è comparsa perché rompeva un’altra situazione anomala di stallo. Quello che si chiamò consociativismo. Perché mancava in Italia un’opposizione e senza un’opposizione il sistema democratico non è tale. Poi, quello che mi interessava della Lega era l’istanza di recupero di un’identità che era un’esigenza profonda e lo è tanto più quanto il mondo si globalizza e si omogeneizza. Queste idee interessanti della Lega degli inizi sono completamente scomparsi quando la Lega si è alleata con Berlusconi che è un iper globalizzante e un iper americanizzante".

Che c’entra l’America?
"L’America è il Paese leader di questo sistema e quindi tutti quei motivi sono scomparsi".

Per cui, in sostanza, pensa che le cose non cambieranno molto, anzi se mai ci sarà un miglioramento della considerazione dell’Italia all’estero.
"Sì. Credo che da un punto di vista internazionale ci sarà un miglioramento. Soprattutto per quello che ha fatto questo governo, che è riuscito a mettersi in contrasto addirittura con la Finlandia e con l’Olanda… Poi ha condotto una guerra in Iraq a cui l’Europa non ha partecipato. E ha fatto una politica contro l’unità europea. Penso che il Centrosinistra farà una politica diversa. Sul piano della politica estera ci saranno dei cambiamenti. Con la strategia di allontanamento dall’Europa, anche se siamo stati fra i paesi fondatori, siamo stati sorpassati dalla Spagna e da altri. Ora contiamo molto poco".


Nel caso Berlusconi perda, probabilmente non sarà più lui a guidare la CdL. Chi vede bene come successore?
"Bisogna affidarsi, secondo me, a coloro che io ho sempre combattuto. Cioè quelli di cultura democristiana, che hanno un minimo di senso dello Stato. Che Berlusconi non ha. In quanto a Fini, riterrei ingiusto che venisse premiato uno che si è totalmente appiattito sulle posizioni berlusconiane senza alcuna identità, accontentandosi di stare lì e di essere nel salotto buono".

Quindi Casini…
"Sì, e lo dico come diceva Montanelli…"

Turandosi il naso…
"Esatto… La Dc aveva i vizi delle sue virtù e le virtù dei suoi vizi. Sottobanco ne faceva di tutti i colori, ma rispettava almeno le forme democratiche".

Il tutto da qui :
http://canali.libero.it/affaritaliani/coffeebreak/finitravaglio.html

jumpermax
10-04-2006, 10:53
Trovo che anche questi articoli siano molto "italiani", forse più "italioti" dello stesso cavaliere; una volta li trovavo intelligenti, adesso li trovo stancamente ripetitivi.

Fanno parte della cultura italiana dell'abluzione purificatrice, secondo la quale mettendo alla berlina in belle parole un vizio nazionale lo si esorcizza, magari cucendolo addosso come una pelle al capro espiatorio di turno.

Mi vengono in mente le belle battute di un film brillante di serie B, tale "Scipione detto anche l'Africano", interpretato da Marcello Mastroianni (Scipione detto L'Africano) e suo fratello Ruggero, montatore prestato alla recitazione (Scipione L'Asiatico).

La storia in breve: viene ritrovato un coccio, la ricevuta di una tangente pagata, con la quietanza di "Scipione A."; chi mai sarà il corrotto, Scipione L'Africano o Scipione L'Asiatico? Tutto il film ruota intorno a questo dilemma; Scipione L'Africano è l'indiziato n.1, tutti puntano l'indice contro di lui. Perchè? Semplicemente perchè lui è il pesce più grosso, il bersaglio ideale, il parafulmine per eccellenza, quello su cui si ferma per forza lo scaricabarile. Mentre il fratello Asiatico non è sostanzialmente nessuno, è una mezza tacca.

A quattr'occhi - mi pare di ricordare - Asiatico confessa: si, sono stato io, sono troppo vigliacco per prendermi le mie responsabilità.

Africano va in Senato, per un processo che lo vede colpevole già in partenza, e sapete che fa? Di fronte ai Padri della Patria non si difende, anzi urla:

"SI, E' VERO, SONO STATO IO A PRENDERE LA MAZZETTA! E AVESSI FATTO SOLO QUELLO! PERCHE' MI SONO FATTO LE VILLE IN SPAGNA, MI SONO ABBUFFATO, HO FATTO LE ORGE, FINO A SPEZZARMI LE RENI A FORZA DI DARCI!"

Insomma, un po' come la confessione di Remigio da Varagine...

E sapete cosa fa il portavoce del Senato?

"Fratelli dilettissimi, abbiamo di fonte a noi un Romano, di che vogliamo incolparlo, di essere stato Romano tra Romani?"

"ASSOLTO! ASSOLTO! ASSOLTO!"

Ecco, non c'entra niente Scipione con Mister B., ma la storia in fondo è sempre la stessa; non so ancora come andranno a finire le elezioni (sui forum ho letto tutto e il contrario di tutto, evviva la disinformazione), comunque so già che forse cambieranno le facce, l'Italia resterà la stessa. Cioè, noi, con i nostri vizi, con i nostri difetti, che periodicamente mettiamo alla berlina, grazie a Repubblica, a Beppe Grillo, ogni volta facciamo i nostri riti purificatori, pubblici o privati, ma sempre senza andare al di là delle liturgìe e magari imbarcarci in qualche vero ed indesiderabile cambiamento. Compresi noi, qui, che stiamo a cazzeggiare a spese delle nostre aziende, o delle nostre famiglie, o dello studio (mi ci metto in prima fila, non sono sicuramente migliore di voi, per carità!), invece che impegnarci, fare politica VERA, cambiare un po' le cose.

Mi sento male, sto molto male; perchè adesso ho la chiara, chiarissima percezione che, chiunque vinca, comunque perderà l'Italia. Perchè purtroppo al governo ci siamo NOI, cioè gli Italiani, e chi sta a Montecitorio è solo qualcuno in cui ci possiamo specchiare, mandandogli ovviamente tutte le maledizioni del mondo perchè è fatto a nostra immagine e somiglianza, e questa immagine (giustamente) non ci piace.

Signori, voglio dare il mio piccolo contributo: mi congedo definitivamente. perchè adesso ho incominciato un lavoro gratificante, e francamente mi dispiace sottrargli del tempo. Spero che un giorno possiate avere anche voi la stessa fortuna.

Bye! :D

quadro migliore della situazione non lo potevi fare...

evelon
10-04-2006, 11:21
Trovo che anche questi articoli siano molto "italiani", forse più "italioti" dello stesso cavaliere; una volta li trovavo intelligenti, adesso li trovo stancamente ripetitivi.

Fanno parte della cultura italiana dell'abluzione purificatrice, secondo la quale mettendo alla berlina in belle parole un vizio nazionale lo si esorcizza, magari cucendolo addosso come una pelle al capro espiatorio di turno.

Mi vengono in mente le belle battute di un film brillante di serie B, tale "Scipione detto anche l'Africano", interpretato da Marcello Mastroianni (Scipione detto L'Africano) e suo fratello Ruggero, montatore prestato alla recitazione (Scipione L'Asiatico).

La storia in breve: viene ritrovato un coccio, la ricevuta di una tangente pagata, con la quietanza di "Scipione A."; chi mai sarà il corrotto, Scipione L'Africano o Scipione L'Asiatico? Tutto il film ruota intorno a questo dilemma; Scipione L'Africano è l'indiziato n.1, tutti puntano l'indice contro di lui. Perchè? Semplicemente perchè lui è il pesce più grosso, il bersaglio ideale, il parafulmine per eccellenza, quello su cui si ferma per forza lo scaricabarile. Mentre il fratello Asiatico non è sostanzialmente nessuno, è una mezza tacca.

A quattr'occhi - mi pare di ricordare - Asiatico confessa: si, sono stato io, sono troppo vigliacco per prendermi le mie responsabilità.

Africano va in Senato, per un processo che lo vede colpevole già in partenza, e sapete che fa? Di fronte ai Padri della Patria non si difende, anzi urla:

"SI, E' VERO, SONO STATO IO A PRENDERE LA MAZZETTA! E AVESSI FATTO SOLO QUELLO! PERCHE' MI SONO FATTO LE VILLE IN SPAGNA, MI SONO ABBUFFATO, HO FATTO LE ORGE, FINO A SPEZZARMI LE RENI A FORZA DI DARCI!"

Insomma, un po' come la confessione di Remigio da Varagine...

E sapete cosa fa il portavoce del Senato?

"Fratelli dilettissimi, abbiamo di fonte a noi un Romano, di che vogliamo incolparlo, di essere stato Romano tra Romani?"

"ASSOLTO! ASSOLTO! ASSOLTO!"

Ecco, non c'entra niente Scipione con Mister B., ma la storia in fondo è sempre la stessa; non so ancora come andranno a finire le elezioni (sui forum ho letto tutto e il contrario di tutto, evviva la disinformazione), comunque so già che forse cambieranno le facce, l'Italia resterà la stessa. Cioè, noi, con i nostri vizi, con i nostri difetti, che periodicamente mettiamo alla berlina, grazie a Repubblica, a Beppe Grillo, ogni volta facciamo i nostri riti purificatori, pubblici o privati, ma sempre senza andare al di là delle liturgìe e magari imbarcarci in qualche vero ed indesiderabile cambiamento. Compresi noi, qui, che stiamo a cazzeggiare a spese delle nostre aziende, o delle nostre famiglie, o dello studio (mi ci metto in prima fila, non sono sicuramente migliore di voi, per carità!), invece che impegnarci, fare politica VERA, cambiare un po' le cose.

Mi sento male, sto molto male; perchè adesso ho la chiara, chiarissima percezione che, chiunque vinca, comunque perderà l'Italia. Perchè purtroppo al governo ci siamo NOI, cioè gli Italiani, e chi sta a Montecitorio è solo qualcuno in cui ci possiamo specchiare, mandandogli ovviamente tutte le maledizioni del mondo perchè è fatto a nostra immagine e somiglianza, e questa immagine (giustamente) non ci piace.

Signori, voglio dare il mio piccolo contributo: mi congedo definitivamente. perchè adesso ho incominciato un lavoro gratificante, e francamente mi dispiace sottrargli del tempo. Spero che un giorno possiate avere anche voi la stessa fortuna.

Bye! :D

Straquoto :mano:

A.L.M.
10-04-2006, 12:00
E' l'uomo che ha definitivamente strappato la politica italiana dalle mani di Cavour e l´ha restituita a Pulcinella.
Bella frase... Quindi Prodi è invece come Cavour? Ma non scherziamo...
Francesco Merlo l'ho sempre trovato fastidioso come giornalista, quando scriveva per il Corriere saltavo sempre a piè pari i suoi interventi. Sono contento che se ne sia andato alla Repubblica.
D'accordo invece con Massimo Fini: Casini è l'unico successore decente per la guida del centrodx, seppur ex-DC.