Ewigen
08-04-2006, 11:21
7 Aprile 2006
GIAPPONE
“Moriamo insieme?” In Giappone aumentano i suicidi “decisi” su internet
In molti siti internet gli utenti raccontano che vogliono morire e come farlo. In aumento i giovani che, poi, si uccidono insieme.
Tokyo (AsiaNews/Scmp) – “Moriamo insieme?” Se lo scrivi in giapponese su internet, usciranno molti siti dove parlare del desiderio di morire e del modo migliore per farla finita. Sempre più giovani giapponesi si conoscono così su internet e decidono di suicidarsi insieme.
Alla fine di marzo sono stati trovati sei corpi –cinque ragazzi e una donna tra 20 e 30 anni – in un’auto in una zona boscosa 80 km. a nordovest di Tokyo. Si sono uccisi con il gas di una stufa, vengono da sei differenti prefetture e la polizia pensa che si siano conosciuti su internet.
Dalla fine degli anni ’90 in parecchie Nazioni ci sono suicidi concordati su internet, ma il Giappone ha il triste record. Sono stati 91 nel 2005, in 34 casi. Più dei 54 suicidi in 19 casi del 2004, secondo i dati della polizia. Solo lo scorso marzo 18 persone sono morte in gruppo in cinque casi che la polizia ritiene suicidi organizzati tramite internet. Le vittime, in genere, hanno tra 20 e 30 anni e si soffocano in auto con il gas di stufe, magari dopo avere sigillato i finestrini.
“Su internet – spiega Mafumi Usui, psicologo e professore all’università Niigata Seiryo – i giovani possono parlare delle questioni più intime con perfetti sconosciuti. Molti non parlano seriamente [di uccidersi]. Ma talvolta un interlocutore suggerisce come farlo. Allora può dirsi che internet incoraggi il suicidio”.
La polizia è preoccupata, ritiene che questi siti vadano disciplinati o chiusi. Ad ottobre la polizia ha effettuato un’operazione, con la collaborazione del gestori dei siti, individuando i possibili suicidi e intervenendo per impedirli. Così – ha detto la polizia a febbraio – sono stati impediti almeno 14 suicidi. Ma gli esperti ritengono che simili interventi porteranno solo gli aspiranti suicidi a usare siti meno noti ed esteri, sui quali la polizia nipponica non può intervenire.
C’è persino chi ritiene che questi siti, permettendo alle persone di sfogare i propri problemi, aiutino a prevenire più suicidi di quanti ne facilitino.
Comunque il fenomeno è mondiale. Nella Corea del Sud, ad esempio, nel dicembre 2000 è stato arrestato un uomo di 26 anni per non avere impedito il suicidio di due persone conosciute in un sito web. L’uomo è stato con gli altri due, prima che si avvelenassero in un motel nell’orientale città di Kangnung. (PB)
GIAPPONE
“Moriamo insieme?” In Giappone aumentano i suicidi “decisi” su internet
In molti siti internet gli utenti raccontano che vogliono morire e come farlo. In aumento i giovani che, poi, si uccidono insieme.
Tokyo (AsiaNews/Scmp) – “Moriamo insieme?” Se lo scrivi in giapponese su internet, usciranno molti siti dove parlare del desiderio di morire e del modo migliore per farla finita. Sempre più giovani giapponesi si conoscono così su internet e decidono di suicidarsi insieme.
Alla fine di marzo sono stati trovati sei corpi –cinque ragazzi e una donna tra 20 e 30 anni – in un’auto in una zona boscosa 80 km. a nordovest di Tokyo. Si sono uccisi con il gas di una stufa, vengono da sei differenti prefetture e la polizia pensa che si siano conosciuti su internet.
Dalla fine degli anni ’90 in parecchie Nazioni ci sono suicidi concordati su internet, ma il Giappone ha il triste record. Sono stati 91 nel 2005, in 34 casi. Più dei 54 suicidi in 19 casi del 2004, secondo i dati della polizia. Solo lo scorso marzo 18 persone sono morte in gruppo in cinque casi che la polizia ritiene suicidi organizzati tramite internet. Le vittime, in genere, hanno tra 20 e 30 anni e si soffocano in auto con il gas di stufe, magari dopo avere sigillato i finestrini.
“Su internet – spiega Mafumi Usui, psicologo e professore all’università Niigata Seiryo – i giovani possono parlare delle questioni più intime con perfetti sconosciuti. Molti non parlano seriamente [di uccidersi]. Ma talvolta un interlocutore suggerisce come farlo. Allora può dirsi che internet incoraggi il suicidio”.
La polizia è preoccupata, ritiene che questi siti vadano disciplinati o chiusi. Ad ottobre la polizia ha effettuato un’operazione, con la collaborazione del gestori dei siti, individuando i possibili suicidi e intervenendo per impedirli. Così – ha detto la polizia a febbraio – sono stati impediti almeno 14 suicidi. Ma gli esperti ritengono che simili interventi porteranno solo gli aspiranti suicidi a usare siti meno noti ed esteri, sui quali la polizia nipponica non può intervenire.
C’è persino chi ritiene che questi siti, permettendo alle persone di sfogare i propri problemi, aiutino a prevenire più suicidi di quanti ne facilitino.
Comunque il fenomeno è mondiale. Nella Corea del Sud, ad esempio, nel dicembre 2000 è stato arrestato un uomo di 26 anni per non avere impedito il suicidio di due persone conosciute in un sito web. L’uomo è stato con gli altri due, prima che si avvelenassero in un motel nell’orientale città di Kangnung. (PB)