CYRANO
07-04-2006, 19:36
Si sono presentati alla Digos dopo l’esternazione ingiuriosa
Diffamazione, due artigiani
denunciano Silvio BERLUSCONI
di Diego Neri
Si sono presentati in questura ed hanno chiesto di sporgere una denuncia. «Per cosa?» Hanno chiesto al corpo di guardia. «Diffamazione», hanno risposto.
Soltanto che non si trattava di una normale querela. Alla Digos hanno precisato che intendevano denunciare il premier Silvio BERLUSCONI, colpendoli di averli diffamati con la frase «Non penso che ci siano tanti coglioni che votino contro il loro interesse». L’affermazione, pronunciata martedì all’ora di pranzo dal candidato primo ministro alle elezioni politiche di domenica e lunedì durante un incontro a Roma con i vertici della Confcommercio, è rimbalzata rapidamente nelle case degli italiani attraverso tutti i telegiornali. E anche nelle abitazioni di due artigiani vicentini, che non hanno perso tempo. Ai poliziotti del vicequestore Eduardo Cuozzo hanno riferito che quell’espressione li aveva profondamente offesi. Probabilmente hanno scelto di votare per il centrosinistra, e di essere presi per «coglioni» non l’hanno proprio digerita.
È accaduto ieri mattina negli uffici di viale Mazzini, non senza un certo imbarazzo. La Digos non ha fatto altro che ricevere la denuncia dei due artigiani che hanno riferito di essere estranei a qualunque forma di militanza politica; nei prossimi giorni sarà inviata in procura come qualsiasi altra querela, ed è probabile che BERLUSCONI venga iscritto sul registro degli indagati. Come prevede l’articolo che norma la diffamazione a mezzo televisivo, il reato sarebbe stato commesso a Vicenza in quanto in città il servizio con la frase incriminata è stato trasmesso. Per questo a procedere, eventualmente, saranno i magistrati di S. Corona.
Ma quelle formalizzate a Vicenza non sono le uniche querele analoghe. A Verona, il noto avvocato Guariente Guarienti, che da tempo promuove iniziative contro il premier, rileva nella querela presentata ieri che nella frase di BERLUSCONI è «chiaro il riferimento a chi, come me, il 9 aprile voterà per il centrosinistra». «Ora - scrive il legale - se potevo sorvolare sull’espressione “masochista”, la cui offensività è modesta, non intendo farlo con l’accusa di essere un “coglione” ovvero, come afferma il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli, parlando “di accentuata volgarità di linguaggio”, un “balordo, stupido, minchione”». Analoga denuncia è stata formalizzata anche a Milano e in altre città.
Giornale di vicenza 05/04/2006
Apperò!
:D
Ciaozzz
Diffamazione, due artigiani
denunciano Silvio BERLUSCONI
di Diego Neri
Si sono presentati in questura ed hanno chiesto di sporgere una denuncia. «Per cosa?» Hanno chiesto al corpo di guardia. «Diffamazione», hanno risposto.
Soltanto che non si trattava di una normale querela. Alla Digos hanno precisato che intendevano denunciare il premier Silvio BERLUSCONI, colpendoli di averli diffamati con la frase «Non penso che ci siano tanti coglioni che votino contro il loro interesse». L’affermazione, pronunciata martedì all’ora di pranzo dal candidato primo ministro alle elezioni politiche di domenica e lunedì durante un incontro a Roma con i vertici della Confcommercio, è rimbalzata rapidamente nelle case degli italiani attraverso tutti i telegiornali. E anche nelle abitazioni di due artigiani vicentini, che non hanno perso tempo. Ai poliziotti del vicequestore Eduardo Cuozzo hanno riferito che quell’espressione li aveva profondamente offesi. Probabilmente hanno scelto di votare per il centrosinistra, e di essere presi per «coglioni» non l’hanno proprio digerita.
È accaduto ieri mattina negli uffici di viale Mazzini, non senza un certo imbarazzo. La Digos non ha fatto altro che ricevere la denuncia dei due artigiani che hanno riferito di essere estranei a qualunque forma di militanza politica; nei prossimi giorni sarà inviata in procura come qualsiasi altra querela, ed è probabile che BERLUSCONI venga iscritto sul registro degli indagati. Come prevede l’articolo che norma la diffamazione a mezzo televisivo, il reato sarebbe stato commesso a Vicenza in quanto in città il servizio con la frase incriminata è stato trasmesso. Per questo a procedere, eventualmente, saranno i magistrati di S. Corona.
Ma quelle formalizzate a Vicenza non sono le uniche querele analoghe. A Verona, il noto avvocato Guariente Guarienti, che da tempo promuove iniziative contro il premier, rileva nella querela presentata ieri che nella frase di BERLUSCONI è «chiaro il riferimento a chi, come me, il 9 aprile voterà per il centrosinistra». «Ora - scrive il legale - se potevo sorvolare sull’espressione “masochista”, la cui offensività è modesta, non intendo farlo con l’accusa di essere un “coglione” ovvero, come afferma il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli, parlando “di accentuata volgarità di linguaggio”, un “balordo, stupido, minchione”». Analoga denuncia è stata formalizzata anche a Milano e in altre città.
Giornale di vicenza 05/04/2006
Apperò!
:D
Ciaozzz