View Full Version : I conti incerti della fantasia
franklar
07-04-2006, 14:44
Riporto questo articolo dell'economista Francesco Giavazzi, apparso oggi sul Corriere, anche se si tratta di giornale schierato dalla parte dei bolscevichi ;)
se se ne è già parlato scusatemi, ma non mi funziona la ricerca nel forum :O
I conti incerti della fantasia
di
Francesco Giavazzi
Martedì, dopo una lunga campagna elettorale, cominceremo a fare i conti, a calcolare quanto davvero costano le promesse fatte in queste settimane, a chiederci se ci siano i soldi per onorare gli impegni che le due coalizioni hanno preso con i cittadini.
Il programma della Casa delle Libertà costa tra i 36 e i 101 miliardi di euro l'anno, cioè tra i 2,5 e i 7,5 punti di Pil. Quello dell'Unione costa tra i 20 e i 24 miliardi, cioè tra 1,4 e 1,7 punti di Pil l'anno. Forbici tanto ampie si spiegano col fatto che i programmi sono reticenti su molti dettagli importanti: non conoscendoli è impossibile valutare con precisione i costi delle diverse misure. (I numeri che ho citato sono quelli stimati dagli economisti del sito lavoce.info). L'Unione propone coperture per circa 7 miliardi di euro, un terzo del costo del suo programma. La Casa delle Libertà non dice dove troverà i soldi.
Questi numeri devono essere valutati nel contesto di conti pubblici che vanno facendosi via via più difficili, anche perché, dopo anni di tassi di interesse straordinariamente bassi, il costo del debito ricomincia a crescere.
Il rapporto tra debito pubblico e Pil era sceso, tra il 1995 e il 2004, di 18 punti (dati Banca d'Italia); nel 2005 è tornato a crescere. I dati della Trimestrale di cassa resi noti ieri indicano per quest’anno un fabbisogno del settore statale superiore al 4,5% del Pil. Poiché la crescita è stimata all’1,3 e l’inflazione di poco superiore al 2%, il rapporto debito-Pil crescerà ancora.
D'altronde non c'è di che sorprendersi: in questa legislatura le spese delle amministrazioni pubbliche sono cresciute di due punti in proporzione al Pil. Anche se escludiamo i trasferimenti alle famiglie (pensioni e interessi) e le spese per infrastrutture, la crescita della spesa rimane di un punto e mezzo.
Anziché spiegarci come finanzierà il suo programma, Giulio Tremonti prepara un’operazione di finanza straordinaria: spostare tutte le proprietà pubbliche (immobili, spiagge, caserme, eccetera) in una grande holding, e poi venderne le azioni ai risparmiatori. E se questi non le volessero acquistare si può sempre imporre alle banche di sottoscriverne i titoli, come ha proposto ieri sul Corriere il professor Giuseppe Guarino. Progetti che tradiscono una visione protezionista, coerente con la proposta di imporre dazi sui prodotti cinesi, ma lontana mille miglia dalla realtà di un’economia che fortunatamente è ormai parte dell’Europa. Provate a imporre ad Alessandro Profumo, l’amministratore delegato di Unicredito, di acquistare a fermo quote della società Tremonti- Guarino.
Il sogno di abbattere il debito vendendo ai privati il patrimonio immobiliare dello Stato si è infranto contro un mercato che non ha gradito le operazioni di cartolarizzazione (che più volte, come nel caso di Scip2, hanno dovuto essere rifinanziate dalle banche) e un’amministrazione che si è giustamente opposta alla vendita ai privati di proprietà pubbliche, ad esempio l’isola veneziana di Poveglia che la Finanziaria 2006 aveva incluso tra le proprietà da cedere.
Intanto le privatizzazioni si sono fermate: avevano prodotto incassi per 17 miliardi di euro nel 2003, solo 4 lo scorso anno. Fra il ’96 e il 2001 erano stati di 11 miliardi l’anno. Ma in quest’ultimo quinquennio non si è trovato il tempo per vendere neppure il Poligrafico dello Stato.
07 aprile 2006
Commenti ?
Sostanzialmente l'idea della Nuova Patrimonio SPA mi trova d'accordo.
Come già emerso in articoli precedenti di economisti sul Sole24Ore la vecchia tesi del: "non riduciamo il debito perchè non cresciamo" si è dimostrata poco esplicativa e utile. Ribaltare la proposizione e ripartire da un "non cresciamo perchè non riduciamo il debito" apre la porta a una serie di nuove considerazioni che indicano una nuova modalità di uscire dalla secche.
Una dismissione secca di parte del patrimonio dello stato (immobili, partecipazioni,..) in cambio di titoli azionari sia su mercati nazionali che esteri [usando come veicolo una società esterna alla PA] ridurrebbe il servizio del debito in modo rilevante, liberando così risorse.
Non è una cosa semplice e di sicuro richiede un propedeutico accordo con regioni ed enti locali (->introduzione di federalismo fiscale?), ma è attualmente l'unica strada realistica per avere in tempi umani un debito intorno al 60/70% del PIL.
La strada dell'avanzo primario, tentata da Prodi '96, non è IMHO percorribile in quanto troppo legata ad andamenti macro che, in un L/P come quello che richiederebbe tale strategia, attraverebbero anche fasi negative in cui l'avanzo si riduce [per non parlare del fatto che la via del precedente governo ulivo di *risparmi per costruire l'avanzo* aveva di fatto bloccato gli investimenti statali in infrastrutture].
che se questi risalgono si venderenno a poco a poco anche i nostri deretani...
l'articolo è dedicato a tutti quelli che denigrano il programma dell'unione
Lucio Virzì
07-04-2006, 15:07
che se questi risalgono si venderenno a poco a poco anche i nostri deretani...
l'articolo è dedicato a tutti quelli che denigrano il programma dell'unione
Quoto.
Non avrei mai pensato di leggere una analisi così schietta e precisa.
LuVi
franklar
07-04-2006, 16:00
Si parla sempre e solo di vendere in toto o in parte le proprietà dello stato, operazione che mi convince ben poco...
Sarà che sono ignorante in materia, ma quando una persona acquista una proprietà, è perchè intende fare un investimento che porta profitti; quando la si vende, è perchè si è ridotti tanto male da aver urgentemente bisogno di liquidi per poter andare a comprare almeno il pane e il latte la mattina... :mbe:
Oltre a questo ragionamento terra terra, la questione è che qui si parla ancora di finanza straordinaria, quando sembrava che questa politica avesse già esaurito i suoi benefici effimeri. :confused:
zerothehero
07-04-2006, 16:16
Riporto questo articolo dell'economista Francesco Giavazzi, apparso oggi sul Corriere, anche se si tratta di giornale schierato dalla parte dei bolscevichi ;)
se se ne è già parlato scusatemi, ma non mi funziona la ricerca nel forum :O
Commenti ?
Nessuno..però a mio avviso sarebbe utile confrontare le due proposte, visto che Giavazzi cita Guarino (letto ieri sul corriere)..
Un fardello che piega le gambe all'economia italiana. Quello del debito pubblico, il cui rapporto con il pil nel 2005 ha raggiunto la quota del 108,6% e si avvia verso il 110% quest'anno, resta un problema di cui la classe politica non vuole assumersi la responsabilità. In nessuno dei due programmi elettorali, infatti, se ne parla in modo dettagliato, né si avanzano soluzioni. Tra le proposte, formulate fuori dal recinto della politica, quella dell'ex ministro dell'Industria, Giuseppe Guarino, è però l'unica ad essere quantomeno interessante. "E realizzabile - come ha sottolineato Enrico Cisnetto - se solo venissero a crearsi le condizioni politiche, cioè una convergenza riformista che abbatta gli steccati fittizzi del nostro sgangherato bipolarismo".
L'8 marzo, presso la Camera di Commercio di Roma, Società Aperta ha promosso il seminario di approfondimento "Sdebitiamoci. Proposte per l'abbattimento del debito pubblico", presieduto da Cisnetto e con Guarino relatore. Un incontro a porte chiuse, al quale hanno partecipato importanti rappresentanti del mondo bancario e finanziario e di centri studi nazionali. Tutti chiamati a ragionare intorno all'analisi e alla proposta di Guarino.
È dal Trattato di Maastricht, che aveva fissato al 60% il rapporto deficit-pil, che Guarino parte per la sua disamina. Allora, a fine 1991, l'Italia superava di parecchio questo livello ed era a quota 100,8%. Mentre nel 1994 aveva toccato addirittura il picco di 124,8%. "Quando la politica esprime ottimismo e si vanta di aver ridotto il debito, lo fa perché prende come riferimento il 1994. Tenuto conto, però, che il 1991 segna la nascita di Eurolandia, è quel momento che bisogna usare come parametro iniziale. E se con l'euro come vincolo portare il debito entro i "limiti fisiologici" è obbligatorio e conveniente, ecco che, nell'arco di questi quindici anni, si ha a che fare con un debito alto, poi altissimo e infine ancora alto. "Certo, minore del 1994, ma comunque ancora superiore al 1991. E soprattutto di gran lunga oltre i parametri Ue. Abbiamo speso 889 miliardi per ottenere il risultato di ritrovarci con un aumento del rapporto con il debito del 7,8%! E' quasi un'assurdità, ma è proprio così".
Un peso che ha portato al declino l'economia italiana, che attualmente ne impedisce la crescita e che rischia di farci scadere in una vera e propria recessione. A questo punto, se non si interviene immediatamente, entro la fine del 2006, il rapporto raggiungerà quota 110%, con il pil che rischia di conservare quello zero spaccato mostrato in questo primo trimestre 2006.
Guarino, allora, ha definito un'iniziativa, capace di abbattere in un colpo solo il debito di alcune decine di punti e ridurlo al 75% del pil, quindici punti in più a quel tetto del 60%, ma comunque vicino al livello attuale degli altri grandi paesi Ue. Un'operazione straordinaria pari a 430 miliardi. Il meccanismo consisterebbe nella creazione di una Spa, di cui il Tesoro avrebbe il 100% per poi gradualmente scendere grazie alla quotazione nelle maggiori Borse, nella quale si farebbero confluire partecipazioni (Eni, Enel, ecc.) e beni immobili (abolendo il vincolo dell'inalienabilità) appunto per tale ammontare. Insomma, una public company per abbattere il debito e, in un secondo ma molto prossimo momento, rilanciare l'economia. "Un anno fa - ha aggiunto Guarino - sarebbero bastati 100 miliardi per far scendere il debito al 70% del pil, oggi per raggiungere lo stesso target ne servono almeno 535". La "Debito Spa" potrebbe, in un secondo momento, vendere le proprie azioni a investitori istituzionali e piccoli risparmiatori e con il ricavato liberarsi di gran parte della spesa per interessi.
"Tuttavia, per la realizzazione del piano - ha aggiunto Cisnetto - serve un'operazione politica che accantoni le promesse elettorali e si ponga come obiettivo la rinascita economica del Paese in una logica di grandi decisioni condivise". Con queste parole, il presidente di Società Aperta ha voluto sottolineare che da un punto di vista tecnico il "progetto Guarino" è assolutamente possibile. È necessario, però, preparare il terreno politico adatto. "La si chiami grande coalizione, o governo di salute pubblica - ha detto - ma secondo Società Aperta, l'iniziativa deve avere un deciso sostegno da parte dell'intero sistema politico, a prescindere da qualsiasi risultato elettorale si raggiunga il 9 aprile".
E se Guarino ha aggiunto che la sola alternativa sarebbe l'introduzione di un'imposta patrimoniale si è comunque trovato in sintonia con Cisnetto nella tempistica dell'intervento e della sua inderogabile necessità. "Perché questo debito drena risorse che dovrebbero essere indirizzate a combattere il declino del Paese. A rilanciarlo sul mercato mondiale e, soprattutto, a farlo tornare protagonista in Europa". L'abbattimento del debito pubblico, in conclusione, potrebbe essere il passo propedeutico a rivitalizzare il Paese, in tutte le sue articolazioni. Società Aperta ha avuto il coraggio di affrontare il tema senza paura dei tabù, dopo le elezioni vedremo se ci saranno interlocutori altrettanto coraggiosi. Con Guarino e con tutti coloro che capiscono l'urgenza di un intervento finanziario straordinario e di una politica economica che combatta il declino senza timori e lontano dlla retorica, l'appuntamento è per dopo il 9 aprile.
dantes76
07-04-2006, 16:25
Il programma della Casa delle libertà costa tra 36 e i 101 miliardi di euro all’anno, dunque tra due punti e mezzo e sette punti e mezzo di Pil. Quello dell’Unione costa tra i 20 e i 24 miliardi, tra 1,4 e 1,7 punti di Pil. La forbice tra valori minimi e massimi si spiega col fatto che i programmi sono reticenti su molti dettagli importanti, fondamentali per valutare i costi delle diverse misure. In questi casi abbiamo voluto stimare i costi delle ipotesi più estreme (meno o più costose per l’erario).
Al di là dei proclami sul recupero dell’evasione fiscale o sugli effetti della crescita, la Casa delle libertà non ha voluto fornire alcun dettaglio sulle presunte coperture. Il ministro Tremonti si è limitato a sostenere che le misure potranno essere coperte da un piano di massicce dismissioni di beni pubblici. L’alienazione di attività possedute dalla pubblica amministrazione può sì portare a un abbattimento del debito pubblico e conseguente riduzione della spesa per interessi, ma provoca allo stesso tempo una perdita di entrate da dividendi per l’erario e un aumento delle spese per riaffittare gli immobili eventualmente ceduti. In valore presente scontato, sotto ipotesi del tutto ragionevoli, il beneficio netto per i conti pubblici è negativo. Quindi si tratta di coperture inesistenti, se non negative. Anche se i tagli venissero messi in pratica, si trasformerebbero in tasse aggiuntive di altra natura, o in minori spese, per lo stesso importo.
L’Unione ha proposto coperture per circa 7 miliardi di euro, fra aumento della tassazione delle rendite finanziarie, aumento dei contributi previdenziali degli autonomi e ripristino dell’imposta di successione sui patrimoni più alti. Dunque circa un terzo degli impegni dell’Unione è in qualche modo credibile.
http://img345.imageshack.us/img345/8826/tab36si.jpg
Note: in allegato dettagli sull’elenco degli impegni (secondari) non inclusi in queste stime.
Un accorgimento utile da seguire nel leggere i programmi è guardare le omissioni, i temi non toccati. Segnalano riforme che non verranno fatte del tutto perché non sono una priorità per la coalizione. Per questo le omissioni significano molto di più di tante promesse.
Ciò che non potremo scegliere
Speriamo che queste informazioni vi possano essere utili per scegliere. Ma ci sono anche cose che, purtroppo, non potremo scegliere. Questa volta non potremo decidere le persone al di là dei partiti. È doppiamente un problema. Primo, perché le persone contano spesso molto più dei partiti. Secondo, perché sarà forte la tentazione da parte dei nuovi eletti a usare la delega che viene loro concessa a proprio esclusivo vantaggio personale. Già ora i deputati eletti con il sistema proporzionale, soprattutto i liberi professionisti, ottengono forti incrementi di reddito da "attività esterne" al loro compito di parlamentare e hanno un rapporto molto labile col collegio che li ha eletti. Se gli elettori continueranno a non poter scegliere i deputati, la situazione non potrà che peggiorare. Per questo ci auguriamo che il Governo che si insedierà dopo il voto metta mano subito alla legge elettorale, ripristinando il sistema maggioritario. O almeno il diritto di esprimere preferenze su chi deve rappresentarci alla Camera e al Senato.
(1) Fonte Isae Analisi del trattamento fiscale delle famiglie in Italia e prospettive di riforma, ottobre 2004. Altri lavori (Tutino, Indagine conoscitiva sul trattamento fiscale del reddito familiare e sulle relative politiche di sostegno, Audizione alla Commissione finanze e tesoro del Senato, 15 febbraio 2005; Rapallini, Quoziente familiare: valutazione di un’ipotesi di riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, WP Siep, n. 475, gennaio 2006) forniscono stime intermedie.
(2) Il termine di paragone preso è stato il costo della Tremonti-bis che è stato pari a 2,2 miliardi di euro nei sei mesi in cui è stata in vigore nel 2001 ed è stato stimato (Isae, ottobre 2001) attorno a 5 miliardi di euro nel 2002. Il costo annuo ipotizzato di 5 miliardi è comunque sottostimato, in quanto dal programma sembra che la detassazione riguardi tutti gli investimenti e non solo i loro incrementi o parte di essi (come era il caso della Tremonti-bis). Se così fosse il costo sarebbe ben più alto.
(3) Il gettito Irap attribuibile al settore privato è attorno a 25 miliardi di euro. Di questo circa la metà è imputabile alla parte dell'imposta che grava sul costo del lavoro. Ipotizzando una riduzione della base imponibile pari al 20% del costo del lavoro (ipotesi avanzata nel 2001 come primo modulo della riforma fiscale, che prevedeva l'abolizione dell'IRAP e che non è mai stata attuata) il costo è circa 2,5 miliardi.
(4) Il calcolo è effettuato a partire dal gettito Istat delle "ritenute sugli interessi e sui redditi di capitale" (pari a 8802 milioni di euro nel 2004) e ipotizzando che per il 40% (3521) questo gettito sia imputabile a interessi assoggettabili all'aliquota del 27%. Portare questa aliquota al 12,5 significherebbe perdere 1891 milioni, mentre portarla al 20% limiterebbe il minor gettito a 913 milioni.
ALLEGATO:
(1) Impegni non considerati nel programma della Casa delle libertà
- detassazione integrale degli straordinari
- sviluppo ulteriore della nuova legge sui distretti industriali
- basic tax del 5 per cento per microiniziative di giovani o anziani
- raddoppio della detassazione degli utili reinvestiti per investimenti in ricerca e innovazione tecnologica
- abolizione della tassa sulle piccole insegne commerciali
- obbligo di versamento Iva solo dopo l'incasso della fattura
- riduzione Iva sul turismo
- incentivi fiscali per l'attrazione in Italia di residenti esteri
- detassazione degli investimenti in riscaldamento e/o difesa termica
- detassazione per la costruzione di posti auto sotterranei
- incentivi a nuove fonti di energia
- abolizione del canone Tv per gli ultra settantenni
- introduzione di un nuovo 5 per mille a sostengo delle famiglie con disabili
- misure di fiscalità di sviluppo (compensativa) a favore delle aree svantaggiate
- detassazione degli asili aziendali e sociali
A questi incentivi fiscali si aggiungono i bonus:
- bonus bebè
- bonus locazioni
- accesso gratuito a teatri, cinema, stadi, trasporti ferroviari, etc. per gli ultrasettantenni
(2) Impegni non considerati nel programma dell’Unione
- credito di imposta automatico sulle spese di ricerca e riconoscimento di agevolazioni automatiche per le assunzioni di ricercatori.
- crediti di imposta pari al 50 per cento delle commesse dalle imprese alle università o agli istituti pubblici di ricerca.
- garantire coperture previdenziali ed assistenziali ai titolari di contratti post-dottorato o di forme diverse di contratti a tempo determinato presso università ed enti di ricerca
- forme di deducibilità fiscale delle spese di ricerca (con garanzia di affidabili meccanismi di verifica), incentivando la nascita di nuove imprese attraverso strumenti fiscali, logistici e finanziari.
dantes76
07-04-2006, 16:39
commenti su quale sara' la copertura del taglio Ici, Irap? a si gia so la risposta Prodi dove trovera quelli del Cuneo fiscale, risposta il cuneo fiscale da solo vale 10mld di € irap e ici fanno circa 28mld di € e l'irap porta il 63% delle entrate alle regioni, vero ci sta pure la tassa sulla spazzatura(da togliere)
Nessuno..però a mio avviso sarebbe utile confrontare le due proposte, visto che Giavazzi cita Guarino (letto ieri sul corriere)..
Proposta interessante, se la Debito SpA venisse gestita come si deve.
@ dantes76:
In quell'analisi manca qualche cifra... e i 200 € al mese per ogni bebè dove li metti? (già fatto il calcolo, 3.7 mld di € ora, 30-35 € quando arriverà alla fine)
La copertura di 7 mld di € mi sembra un po' alta, credo che 6 mld con tutte le politiche elencate siano già abbastanza... :rolleyes:
Per quanto riguarda il programma di dx manca la storia della tassa rifiuti: non so quanto possa costare. Comunque la riduzione della casa delle libertà del cuneo fiscale è di 1 punto all'anno, dunque annualmente la cosa costa solo 2 mld di €: se i 5 punti dell'Unione valgono 10 mld, il calcolo è presto fatto. Inoltre l'IRAP verrebbe ridotta gradualmente, quindi il primo anno la cosa costerebbe sui 2.5 mld di €.
Chiarito questo, concludo dicendo che nell'articolo del primo post io vedo solo la sostanziale riprova di quanto vado dicendo da tempo: dicono balle entrambi.
Due persone entrano in un negozio e pagano entrambe con un assegno scoperto: che differenza c'è se uno dei due ha un po' + di soldi in banca rispetto all'altro (quindi è un po' meno scoperto dell'altro)? Ve lo dico io... nessuna.
Se poi per voi la sx è meno peggio, beh, su questo potrei anche darvi ragione. Ma da qui a dire che l'economia risorgerà grazie al Professore mi sa che ce ne passa... o no?
dantes76
07-04-2006, 17:24
Proposta interessante, se la Debito SpA venisse gestita come si deve.
@ dantes76:
In quell'analisi manca qualche cifra... e i 200 € al mese per ogni bebè dove li metti? (già fatto il calcolo, 3.7 mld di € ora, 30-35 € quando arriverà alla fine)
La copertura di 7 mld di € mi sembra un po' alta, credo che 6 mld con tutte le politiche elencate siano già abbastanza... :rolleyes:
Per quanto riguarda il programma di dx manca la storia della tassa rifiuti: non so quanto possa costare. Comunque la riduzione della casa delle libertà del cuneo fiscale è di 1 punto all'anno, dunque annualmente la cosa costa solo 2 mld di €: se i 5 punti dell'Unione valgono 10 mld, il calcolo è presto fatto. Inoltre l'IRAP verrebbe ridotta gradualmente, quindi il primo anno la cosa costerebbe sui 2.5 mld di €.
Chiarito questo, concludo dicendo che nell'articolo del primo post io vedo solo la sostanziale riprova di quanto vado dicendo da tempo: dicono balle entrambi.
Due persone entrano in un negozio e pagano entrambe con un assegno scoperto: che differenza c'è se uno dei due ha un po' + di soldi in banca rispetto all'altro (quindi è un po' meno scoperto dell'altro)? Ve lo dico io... nessuna.
Se poi per voi la sx è meno peggio, beh, su questo potrei anche darvi ragione. Ma da qui a dire che l'economia risorgerà grazie al Professore mi sa che ce ne passa... o no?
tu non hai risposto e continui a non rispondere, taglio ici+irap, fanno 28 mld di €(il governo attuale ha proposto la totale abolizione dell Irap)) che sono tasse, come corpira il taglio di queste tasse, non parliamo degli incentivi, altrimenti ti avrei detti quello delle pensioni a 800€,(quanto sono li 30mld?) lui taglia le entrate, da dove arriva la copertura?(e non metto l'irpef 10mld)
tu non hai risposto e continui a non rispondere, taglio ici+irap, fanno 28 mld di €(il governo attuale ha proposto la totale abolizione dell Irap)) che sono tasse, come corpira il taglio di queste tasse, non parliamo degli incentivi, altrimenti ti avrei detti quello delle pensioni a 800€,(quanto sono li 30mld?) lui taglia le entrate, da dove arriva la copertura?(e non metto l'irpef 10mld)
Invece ti ho risposto. Non copriranno nulla, sono balle in buona parte (qualcosa faranno, non so cosa, però).
Idem per il csx, però: hanno furbescamente fatto meno promesse, mantenendosi volutamente vaghi. Comunque per certe politiche non troveranno mai i fondi, se non aumentando le tasse o robe così.
Non ti preoccupare, comunque: tra 3 giorni il csx vincerà e così tra qualche tempo si inizieranno a tirare le somme anche per loro.
dantes76
07-04-2006, 17:33
Invece ti ho risposto. Non copriranno nulla, sono balle in buona parte (qualcosa faranno, non so cosa, però).
Idem per il csx, però: hanno furbescamente fatto meno promesse, mantenendosi volutamente vaghi. Comunque per certe politiche non troveranno mai i fondi, se non aumentando le tasse o robe così.
Non ti preoccupare, comunque: tra 3 giorni il csx vincerà e così tra qualche tempo si inizieranno a tirare le somme anche per loro.
gli unici vaghi sono quelli che non danno spiegazioni a oltre 30mld di taglio di tasse, cioe 30mld di e in meno di entrate di tasse, non si sta parlando di mettere incentivi( pure quelli vorrei vedere), e tu l'unica cosa che dici che euna furbizia promettere meno, si certo...meglio dire tolgo l'ici e l'irap e lìirpef, cosi tanto per dire..e dopo i furbi sono quelli che promettono meno, si certo...
jumpermax
07-04-2006, 17:55
scusate ma già i bot sono un sistema per finanziare il debito. Questo mi sembra più che altro un artificio contabile, per non dire che si continua ad aumentare il debito pubblico...
gli unici vaghi sono quelli che non danno spiegazioni a oltre 30mld di taglio di tasse, cioe 30mld di e in meno di entrate di tasse, non si sta parlando di mettere incentivi( pure quelli vorrei vedere), e tu l'unica cosa che dici che euna furbizia promettere meno, si certo...meglio dire tolgo l'ici e l'irap e lìirpef, cosi tanto per dire..e dopo i furbi sono quelli che promettono meno, si certo...
Io ho risposto, dicendo che il cdx dice balle.
Perchè invece tu ora non mi dici dove il csx troverà il denaro necessario per le sue proposte (quello mancante)?
Ah, il fantomatico recupero di denaro dall'evasione non vale.
jumpermax
07-04-2006, 18:43
visto che Giavazzi piace... ecco un altro bell'articolo...
Corriere della Sera, (13 marzo 2006)
L’irrealtà di questa campagna elettorale
SE ALL’ECONOMIA MANCA L’OSSIGENO
di Francesco Giavazzi
Basta trascorrere una giornata con alcuni investitori internazionali - quelli che
possiedono metà del nostro debito pubblico - per capire quanto sia irreale questa
campagna elettorale. Sette anni fa, quando entrammo nell’euro, i conti pubblici, al
netto degli interessi sul debito, erano in attivo per una cifra pari al 6% del Pil. Con un
tale avanzo, anche senza crescita e con tassi di interesse reali al 5%, il debito
pubblico sarebbe rimasto stabile. Questo è il vero motivo per cui fummo ammessi
nell’Unione monetaria. Oggi quell’avanzo di bilancio è scomparso. I mercati prevedono
che nel giro di qualche mese la Banca centrale europea porterà i tassi al 3,5%. Per noi
questo significa un aumento dei tassi reali ancor più elevato che nel resto d'Europa:
per recuperare i 15 punti di competitività che abbiamo perduto nei confronti della
Germania, prezzi e salari dovranno infatti crescere meno che altrove, quindi i nostri
tassi reali saranno più elevati. Solo il Portogallo ha di fronte a sé anni altrettanto
difficili, ma con un debito che è la metà del nostro.
Qualche settimana fa Otmar Issing, membro anziano del Consiglio direttivo della Bce,
ha invitato gli investitori a riconoscere che i titoli in euro non sono tutti uguali: non è
razionale che un titolo finlandese - il Paese con i conti pubblici più sani d'Europa -
renda poco più di un titolo italiano. Un’osservazione cui i mercati hanno prestato
grande attenzione.
E' evidente che ai nostri conti pubblici serve una terapia d'urto. Berlusconi ha sprecato
un’opportunità unica: con la nuova legge elettorale nessun primo ministro avrà più
una maggioranza altrettanto ampia in Parlamento. E invece, per non dispiacere a
nessuno, per mantenere il consenso, ha lasciato che la spesa pubblica corresse.
Cinque anni fa di ogni 100 euro prodotti dagli italiani, lo Stato (senza contare spesa
sociale, investimenti e interessi) ne sottraeva 19; oggi sono 20,5. Le amministrazioni
pubbliche cioè, al netto dei trasferimenti alle famiglie e delle spese per infrastrutture,
spendono un punto e mezzo di Pil più che cinque anni fa.
Come mai? Costano di più i dipendenti pubblici: dal 10,5 all'11% del Pil, cioè 7 miliardi
di euro in più. Sono aumentati gli amministrativi delle Asl, non i medici e gli infermieri.
Anziché gli stipendi dei giovani ricercatori si sono lasciati correre quelli dei professori
anziani (a 60 anni un docente italiano guadagna più che nell'80% delle università Usa,
Roberto Perotti, la voce.info ).
E non si è fatto nulla per togliere le briglie all'economia. Si sono privatizzati i tabacchi
di Stato, ma si è consentito che attorno alle aziende locali di luce e gas nascesse un
nuovo capitalismo pubblico. Si sono difesi a spada tratta gli Ordini professionali («Io
penso che il sistema degli Ordini regolati per legge sia molto meglio delle libere
associazioni di professionisti del mondo anglosassone», Berlusconi, maggio 2004).
Con la Cassa depositi e prestiti si è ricreata l'Iri. Si è consentito all'Eni di mantenere il
possesso della rete di distribuzione del gas che costa alle imprese il 35% più della
media europea. Si sono firmate convenzioni indecenti con le varie società autostradali
e i pedaggi incidono sul costo di viaggio quanto l'imposta sulla benzina. Mentre in
Borsa il Mib30 saliva, ad esempio nel 2004, del 16%, concessionarie e aziende locali
quotate (Acea a Roma, Acsm a Como, etc) salivano tra il 50 e il 75%, non credo solo
perché straordinariamente efficienti (vedi Carlo Scarpa e Giorgio Ragazzi su
lavoce.info ).
Anno dopo anno si sono premiate le cellule morte di questo Paese, anziché battersi
per la concorrenza che è l'ossigeno di chi in Italia è ancora disposto a rimboccarsi le
maniche.
Lucio Virzì
07-04-2006, 18:54
Io ho risposto, dicendo che il cdx dice balle.
Perchè invece tu ora non mi dici dove il csx troverà il denaro necessario per le sue proposte (quello mancante)?
Ah, il fantomatico recupero di denaro dall'evasione non vale.
E' tutto fuorchè fantomatico, anche se capisco che ai più potrà sembrare irreale... certo, uscendo da un paese irreale così come l'ha conciato Berlusconi, che ha convinto moltissimi che non pagare le tasse è corretto e giusto.... posso capirlo....
LuVi
franklar
07-04-2006, 19:17
visto che Giavazzi piace... ecco un altro bell'articolo...
Sono aumentati gli amministrativi delle Asl, non i medici e gli infermieri.
Proprio di questo parlavo oggi a pranzo. I posti politicizzati nelle Asl si sono moltiplicati, il malcostume di una volta ha ripreso vigore, altro che lotta agli sprechi.
A livello locale purtroppo nemmeno i partiti di csx si sono sottratti alla spartizione di certi bottini, anche se per quanto vedo ( sempre parlando a livello locale, almeno della mia zona ) i veri campioni in questo sport sono quelli di Forza Italia, gente che con la politica ha poco a che fare, e usa il potere nel peggior modo possibile...
Alla faccia della lotta agli sprechi, il Cav. vuole convincerci che stanno tutti nelle regioni rosse, proprio là dove tutto funziona un po' meglio e gli sprechi sono molti di meno.
Si vede che Berlusconi il sud l'ha visto solo dall'alto di un palco, durante i suoi comizi :doh:
dantes76
07-04-2006, 19:21
visto che Giavazzi piace... ecco un altro bell'articolo...
bell'articolo, solo una curiosita', come si chiamava quell ricercatore, fatto rientrare dagli Usa, per dargli un posto come ricercatore contro i tumori, e cacciato via ..per motivi diciamo, non scientifici ma politici? era il 2004 nov/dic
jumpermax
07-04-2006, 19:25
bell'articolo, solo una curiosita', come si chiamava quell ricercatore, fatto rientrare dagli Usa, per dargli un posto come ricercatore contro i tumori, e cacciato via ..per motivi diciamo, non scientifici ma politici? era il 2004 nov/dic
scusa e devo mettermi a cercarlo io? :D
dantes76
07-04-2006, 19:26
scusa e devo mettermi a cercarlo io? :D
Lol, era na domanda :D dopo se vuoi, almeno occupi un po' di tempo :D
franklar
07-04-2006, 19:42
visto che Giavazzi piace...
visto che piace, il Giornale di Belpietro oggi stesso ( ? ) ha pubblicato un illuminante articolo :rolleyes: del sempre ineccepibile Filippo Facci :rolleyes: :rolleyes: , che scredita Giavazzi prima che qualche lettore del Giornale possa leggerlo e farsi delle cattive idee sul suo "padrone" :doh:
jumpermax
07-04-2006, 20:10
Lol, era na domanda :D dopo se vuoi, almeno occupi un po' di tempo :D
di la verità... tu non vuoi farmi laureare :D
dantes76
07-04-2006, 20:12
di la verità... tu non vuoi farmi laureare :D
esagerato :D
cmq lo domandavo in generale :O
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