SleepTeck
06-04-2006, 23:01
Da un mesetto sto lavorando presso una società, dove ho fatto un corso di preparazione assieme ad altre persone.
Hanno poi deciso di creare dei gruppi di lavoro, ognuno composto da 3.
Da una settimana mi hanno "promosso", e messo su un progetto più impegnativo.
Sta di fatto che, con i due colleghi, percepisco una sorta di pseudo-attrito"
Nel senso che, fino ad oggi ho cercato di pranzare con gli excolleghi, declinando educatamente gli inviti del nuovo gruppo (che va a pranzo in un'altra zona).
Quando poi vado a trovarli nel loro ufficio (ci troviamo nello stesso edificio, ma in piani differenti), li trovo sempre annoiati (stanno seguendo un progetto-morto) e non perdono occasione per domandarmi (con insistenza) su cosa stia lavorando, e possibilmente i dettagli. E puntualmente cerco di dileguare la discussione su altri temi.
Come dicevo sopra, oggi abbiamo avuto molto lavoro, e quindi 3 di noi (me compreso) hanno dovuto posticipare la pausa pranzo e prendere qualcosa al volo al bar. Succede poi che mentre eravamo fuori per andare a pranzo, sento vibrare diverse volte il telefonino, confondendolo per un messaggio, lascio perdere. Poi tornato in ufficio vedo la chiamata.
Dopo un pò sento bussare la porta, si affaccia il collega che simpaticamente (anche se io ho percepito un pò di fastidio nel modo in cui l'ha detto) gli avevo dato buca.
Sono un tipo a cui in genere non piace la compagnia forzata, specie poi quando scorgo alcuni aspetti che non mi convincono molto (figuriamoci che i primi tempi, uno di loro mi chiamava la mattina dicendomi di incontrarci 10 minuti prima nell'atrio dell'edificio per salire assieme...).
Non vorrei però che i due confondessero il mio atteggiamento come un'opera di lecchinaggio nei confronti del nuovo gruppo, o che voglia staccarmi da loro solo "perchè mi sento migliore", perchè non è affatto così.
Certe volte mi piacerebbe che la gente comprendesse ed accettasse con intelligenza i cambiamenti, senza gelosie o quant'altro.
Forse la colpa è anche mia, che son troppo sensibile, e mi faccio le pippe mentali su problemi che dovrei bypassare fanculizzando semplicemente il problema.
Hanno poi deciso di creare dei gruppi di lavoro, ognuno composto da 3.
Da una settimana mi hanno "promosso", e messo su un progetto più impegnativo.
Sta di fatto che, con i due colleghi, percepisco una sorta di pseudo-attrito"
Nel senso che, fino ad oggi ho cercato di pranzare con gli excolleghi, declinando educatamente gli inviti del nuovo gruppo (che va a pranzo in un'altra zona).
Quando poi vado a trovarli nel loro ufficio (ci troviamo nello stesso edificio, ma in piani differenti), li trovo sempre annoiati (stanno seguendo un progetto-morto) e non perdono occasione per domandarmi (con insistenza) su cosa stia lavorando, e possibilmente i dettagli. E puntualmente cerco di dileguare la discussione su altri temi.
Come dicevo sopra, oggi abbiamo avuto molto lavoro, e quindi 3 di noi (me compreso) hanno dovuto posticipare la pausa pranzo e prendere qualcosa al volo al bar. Succede poi che mentre eravamo fuori per andare a pranzo, sento vibrare diverse volte il telefonino, confondendolo per un messaggio, lascio perdere. Poi tornato in ufficio vedo la chiamata.
Dopo un pò sento bussare la porta, si affaccia il collega che simpaticamente (anche se io ho percepito un pò di fastidio nel modo in cui l'ha detto) gli avevo dato buca.
Sono un tipo a cui in genere non piace la compagnia forzata, specie poi quando scorgo alcuni aspetti che non mi convincono molto (figuriamoci che i primi tempi, uno di loro mi chiamava la mattina dicendomi di incontrarci 10 minuti prima nell'atrio dell'edificio per salire assieme...).
Non vorrei però che i due confondessero il mio atteggiamento come un'opera di lecchinaggio nei confronti del nuovo gruppo, o che voglia staccarmi da loro solo "perchè mi sento migliore", perchè non è affatto così.
Certe volte mi piacerebbe che la gente comprendesse ed accettasse con intelligenza i cambiamenti, senza gelosie o quant'altro.
Forse la colpa è anche mia, che son troppo sensibile, e mi faccio le pippe mentali su problemi che dovrei bypassare fanculizzando semplicemente il problema.