View Full Version : Giornata Mondiale per promozione azioni contro mine:resta molto da fare
4/4/2006
GIORNATA MONDIALE PER PROMOZIONE AZIONI CONTRO MINE: RESTA MOLTO DA FARE
[PIME]Ancora 84 Paesi disseminati di mine su una superficie di circa 200.00 chilometri quadrati, 13 nazioni continuano a produrre ordigni anti-uomo o si riservano il diritto – tra cui Usa, Russia, India, Pakistan, Cina, Vietnam – e in altrettanti luoghi del mondo gruppi armati ribelli ne hanno fatto uso: è questa la situazione internazionale, comunque in leggero miglioramento rispetto al passato, mentre si celebra oggi la prima giornata mondiale per la promozione delle azioni contro le mine indetta dall’Onu. L’obiettivo è di richiamare l’attenzione sul difficile lavoro di bonifica che oggi viene svolto in 37 paesi, dove nel 2004 sono stati sminati complessivamente 135 chilometri quadrati (gli interventi più ampi in Afghanistan e Cambogia), per permettere a chi vive in contesti post-bellici di tornare a una vita normale. In Bosnia, Ciad, Niger e Tailandia la bonifica completa è prevista entro il 2009, ma sembra un traguardo difficile da raggiungere. Il costo umano è elevatissimo: secondo la Campagna italiana contro le mine, ogni anno rimangono vittime di incidenti dovuti a ordigni inesplosi tra 15.000 e 20.000 civili, mentre è in costante crescita il numero di persone che, a causa di questi incidenti, sono costrette poi a vivere con gravi menomazioni. “La significativa ricorrenza odierna – scrive il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in un messaggio alla Campagna - sottolinea che, nonostante gli importanti risultati raggiunti nell’ultimo decennio, le mine antipersona continuano a provocare ogni anno numerosissime vittime e costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo economico e sociale delle popolazioni in numerose regioni del mondo”. Ad oggi, la Convenzione di Ottawa per la proibizione di uso, produzione, stoccaggio e trasferimenti di mine e per la loro distruzione conta l’adesione di 150 Stati; altri quattro l’hanno firmata ma non ancora ratificata. Mancano ancora all’appello 40 Stati, tra cui Cina, Russia, Stati Uniti, India, Pakistan, Egitto, Israele e Finlandia.
GUINEA-BISSAU 4/4/2006 12.51
GIORNATA MONDIALE PER PROMOZIONE AZIONI CONTRO MINE - 2
“Il mondo civilizzato ha già respinto l’uso delle mine anti-persona. Qualsiasi uso indiscriminato di quest’arma barbara da parte chi chiunque, sia che si tratti di governi che di forze ribelli, è inaccettabile e rappresenta una violazione del diritto internazionale”. Così Sylvie Brigot, direttore della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine (Icbl), nella prima giornata mondiale per la promozione delle azioni contro le mine indetta dall’Onu, ha espresso la condanna da parte dell’organizzazione, premiata con il Premio Nobel per la pace, per l’uso degli ordigni anti-persona negli scontri tra militari dell’esercito della Guinea Bissau e i ribelli senegalesi del Movimento delle forze democratiche della Casamance (Mfdc) che, dallo scorso 14 marzo stanno combattendo contro l’esercito guineano lungo il confine con il Senegal. Secondo le testimonianze raccolte dalla MISNA, decine di soldati governativi sono rimasti vittime delle mine durante l’attacco, ancora in corso, al campo dei ribelli senegalesi. I guerriglieri del Mfdc, inoltre, hanno minato la strada che collega la località di confine di São Domingos, a pochi chilometri dalla frontiera con il Senegal, con Suzana, provocando la morte di almeno 11 civili e tre militari nei primi giorni del conflitto. Non è chiaro se anche l’esercito stia piazzando simili ordigni per delimitare il raggio d’azione dei ribelli, in una zona in cui, dal 1982, anno d’inizio della guerra civile nella Casamance, sono già state disseminate centinaia di mine anti-persona. Almeno 6.000 civili nelle ultime due settimane hanno dovuto abbandonare la zona dei combattimenti che rischia di estendersi nei prossimi giorni fino a Suzana, da dove almeno 1.000 persone sono fuggite alla ricerca di una protezione.
COLOMBIA 4/4/2006 14.51
GIORNATA MONDIALE PER PROMOZIONE AZIONI CONTRO MINE – 3
“Il modo più efficace per affrontare questa costante minaccia che colpisce le popolazioni più povere e vulnerabili è esprimere il nostro netto rifiuto all’uso di questi ordigni, secondo i principi della Convenzione di Ottawa”: lo affermano, in una nota congiunta, la ‘Campagna colombiana contro le mine antipersona’, l’Unicef e l’Osservatorio anti-mine della vice-presidenza, in occasione della prima giornata mondiale per la promozione delle azioni contro le mine indetta dall’Onu. “Oggi siamo coinvolti tutti, non solo in Colombia, ma nel mondo intero. In qualsiasi paese del globo in cui le mine sono in agguato, governo, società civile, comunità internazionale e organismi multilaterali devono serrare le file e agire insieme” prosegue il documento. Con 1.060 vittime, tra morti e feriti, nel 2005, la Colombia “occupa oggi il triste primato” per incidenti causati dalle mine, seguita da Cambogia e Afghanistan. Secondo statistiche ufficiali, il primo episodio documentato risale al 1990: “Da allora – spiegano gli organismi – circa 660 comuni del paese, che rappresentano la metà del totale, sono stati colpiti in diversi modi da queste armi non convenzionali”. Negli ultimi 16 anni sono stati registrati mediamente tre morti al giorno in Colombia, per un totale di 4.804 persone coinvolte, di cui 479 bambini. Sebbene sul mercato interno circolino ordigni di produzione industriale, sono soprattutto le mine artigianali, più difficili da individuare, ad essere utilizzate dai gruppi armati. Il numero di mine ancora sepolte in territorio colombiano oscilla tra le 70.000 e le 100.000: per acquistarne una il prezzo varia tra 1 e 100 dollari, per eliminarla sono necessari tra i 400 e i 1.000 dollari.
Mancano ancora all’appello 40 Stati, tra cui Cina, Russia, Stati Uniti, India, Pakistan, Egitto, Israele e Finlandia.
Quasi tutte le potenze nucleari.... strano che anche la Finlandia... :confused:
ONU 5/4/2006 9.34
ANNAN: ”POCHI ANNI PER RIPULIRE IL MONDO DALLE MINE”
“L’obiettivo di un mondo senza mine anti-persona può essere raggiunto in pochi anni, non in decenni, come siamo soliti credere”: lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan durante un discorso tenuto a New York, al Palazzo di Vetro, in occasione della prima giornata mondiale per la promozione delle azioni contro le mine, indetta dall’Onu. “Per raggiungere questo traguardo ciascuno di noi - donatori, opinione pubblica e paesi afflitti dal problema delle mine – deve mettere a fuoco le sue energie e la sua fantasia per la causa dello sminamento” ha precisato Annan, ricordando che ogni anno tra le 15.000 e le 20.000 persone in tutto il pianeta perdono la vita per essere saltate sulle mine anti-persona. Una cifra enorme, ha detto il segretario generale dell’Onu, ma nettamente inferiore ai 26.000 morti l’anno della fine degli anni Novanta, a dimostrazione che si sta lavorando bene, sebbene ancora il territorio di 84 paesi oggi risulti minato
skywalker77
05-04-2006, 22:01
ONU 5/4/2006 9.34
ANNAN: ”POCHI ANNI PER RIPULIRE IL MONDO DALLE MINE”
“L’obiettivo di un mondo senza mine anti-persona può essere raggiunto in pochi anni, non in decenni, come siamo soliti credere”: lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan durante un discorso tenuto a New York, al Palazzo di Vetro, in occasione della prima giornata mondiale per la promozione delle azioni contro le mine, indetta dall’Onu. “Per raggiungere questo traguardo ciascuno di noi - donatori, opinione pubblica e paesi afflitti dal problema delle mine – deve mettere a fuoco le sue energie e la sua fantasia per la causa dello sminamento” ha precisato Annan, ricordando che ogni anno tra le 15.000 e le 20.000 persone in tutto il pianeta perdono la vita per essere saltate sulle mine anti-persona. Una cifra enorme, ha detto il segretario generale dell’Onu, ma nettamente inferiore ai 26.000 morti l’anno della fine degli anni Novanta, a dimostrazione che si sta lavorando bene, sebbene ancora il territorio di 84 paesi oggi risulti minato
Molto interessante teniamolo in evidenza!
up
[Avvenire] La pace e la solidarietà sono stati i temi al centro dell'attività di ieri di Carlo Azeglio Ciampi. Ad Annalisa Formiconi, presidente della "Campagna italiana contro le mine", il presidente della Repubblica ha inviato un messaggio in occasione della "Prima giornata mondiale per l'azione contro le mine" indetta dalle Nazioni Unite. Ciampi, mettendo in evidenza come l'iniziativa segnali con forza «che, nonostante gli importanti risultati raggiunti nell'ultimo decennio, le mine anti persona continuano a provocare ogni anno numerosissime vittime e costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo economico e sociale delle popolazioni in numerose regioni del mondo» e ha ricordato che l'Italia e la Ue «sono impegnate ad ottenere, sul piano internazionale, la cessazione della produzione, dei trasferimenti e dell'uso delle mine anti persona».
SIERRA LEONE 8/4/2006 1.11
UN AVVOCATO D’UFFICIO PER L’EX-PRESIDENTE TAYLOR
Economia e Politica, Brief
La Corte speciale per i crimini in Sierra leone ha assegnato un avvocato d’ufficio all’ex-presidente liberiano Charles Taylor, incriminato per crimini di guerra e contro l’umanità. Lo ha fatto sapere la stessa Corte, precisando che Karim Asad Ahmad Khan è stato scelto per difendere gratuitamente, almeno per i prossimi 3 mesi, il principale imputato della Corte di Freetown, giunto di fronte ai magistrati dopo 3 anni di intense trattative politiche e diplomatiche tra la comunità internazionale e i governi dei paesi africani che nel 2003 garantirono a Taylor l’esilio per mettere fine alla guerra civile liberiana in quel tempo al culmine della violenza. Nei giorni scorsi la stampa locale e internazionale aveva dato ampio risalto alla ricerca, da parte dell’ex-capo di Stato, di un team di legali di alto livello che sarebbero accorsi a Freetown da tutto il mondo. Intanto a una settimana dal suo arresto, Taylor ha ricevuto nelle ultime ore le prime visite dei suoi familiari. Nella prima udienza del procedimento, l’ex-presidente liberiano si è dichiarato “non colpevole” respingendo tutti gli 11 capi di imputazione contestatigli dal tribunale e relativi al presunto sostegno che avrebbe dato ai ribelli del Fronte unito rivoluzionario (Ruf) della Sierra Leone e alle gravi violazioni dei diritti umani di cui sarebbe responsabile. Tra questi il reclutamento di bambini-soldato e lo sfruttamento della popolazione civile nei giacimenti di diamanti.
SUDAMERICA 20/4/2006 3.11
PERÚ ED ECUADOR SMINANO CONFINE COMUNE
Unità di esperti di sminamento inviati dai governi di Lima e Quito hanno iniziato a lavorare in questi giorni sulla cordigliera del Condor, e vi rimarranno fino a tutto il prossimo 30 maggio, per ripulire dalla presenza di ordigni anti-persona un ampio tratto di territorio di frontiera. Lo hanno reso noto i ministeri della Difesa dei due Paesi, precisando che le mine oggetto dell’operazione congiunta sono quelle disseminate dagli eserciti dei due Paesi nel 1995, allorché fu combattuta la cosiddetta ‘Guerra del Cenepa’. Il conflitto tra i due Paesi fu formalmente concluso con la pace sottoscritta a Brasilia nell’ottobre 1998, che prevedeva anche lo sminamento della zona, in effetti cominciato poco dopo. Finora gli specialisti di Perú ed Ecuador hanno individuato e fatto brillare, in questi anni di lavoro, decine di migliaia di ordigni anti-persona. Il lavoro, che dovrebbe terminare, secondo una vecchia stima, tra il 2008 e il 2010, è complicato dall’altitudine e dal fatto che nessuno dei due governi sa quante mine siano state in effetti disseminate né esistono mappe con l’ubicazione degli ordigni. Questa nuova tornata di lavori è cominciata su un terreno nei pressi del fiume Chira, nella provincia ecuadoriana della Loja, e si estenderà successivamente anche in territorio peruviano.
CIAD 26/4/2006 18.21
ATTIVISTI DIRITTI UMANI DENUNCIANO PRESENZA MINE IN PERIFERIA N’DJAMENA
"I quartieri periferici di N'Djamena sono stati trasformati in campi minati" dalle forze del governo per contrastare un'eventuale incursione dei ribelli: lo denuncia la Lega del Ciad per i diritti umani (Ltdh) in un documento pubblicato oggi, di cui la MISNA ha ricevuto una copia. Nei quartieri di Ndjari, Kawas, Boutalbagara e Gaoui - vi si legge - sono state disseminate mine antipersona: "non fanno che ferire vittime innocenti tra la popolazione civile", come è già accaduto il 19 aprile quando tre bambini sono morti per l’esplosione di uno di questi ordigni. Dopo aver raccolto diverse testimonianze sull'assalto alla capitale dei ribelli del Fronte unito per il cambiamento (Fuc) avvenuto il 13 aprile, respinto dalle forze governative, la Lega indica un bilancio non ancora certo delle vittime: una dozzina i morti tra civili e soldati governativi e 80 feriti, tra cui un numero elevato di amputati; in diversi quartieri – secondo testimonianze raccolte dagli attivisti locali - abitazioni civili sono state danneggiate o distrutte da lanci di granate. L'inchiesta della Lega non è però riuscita a stimare il numero di ribelli – o presunti tali – uccisi dopo il loro attacco alla capitale, ma riporta che numerosi cadaveri sono stati “rimossi in massa grazie a pale meccaniche e sotterrati in fosse comuni non lontano dalla città”; altri cadaveri sarebbero stati sepolti dagli stessi abitanti. Almeno 92 ribelli sono stati feriti e più di 200, tra cui un centrafricano, sono stati condotti nella prigione della questura nazionale, come ha constato la Croce rossa. All’indomani del fallito golpe per rovesciare il presidente Idrissi Deby, il ministro dell'Amministrazione del territorio Mahamat Ali Abdallah aveva parlato di “centinaia” di ribelli uccisi, dei quali però mancano ancora riscontri indipendenti. La Lega per i diritti umani denuncia inoltre che, dopo il 13 aprile, una decina di civili appartenenti a etnie vicine ai ribelli (Tama, Mimi, Arabe), quattro ufficiali dell'esercito nazionale e un suo attivista, Fidel Mounodji, sono stati arrestati. Secondo il rapporto, uno di loro - un imam - sarebbe detenuto nella stessa presidenza della Repubblica, con l'accusa di avere ospitato alcuni ribelli.
Kabul, giocano con mina inesplosa: sei bimbi feriti
È solo una delle tante notizie tutte uguali nei loro elementi di base: territori ex teatro di guerre, mine lasciate sul terreno, bambini che le scambiano per giocattoli. Fino a che, boom! E sono vite spezzate o, quando va bene, arti mutilati. Ma la segnaliamo lo stesso, perché non è bene rassegnarsi a eventi come questo. E se in giro ci sono "angeli" come Alberto Cairo, che proprio in Afghanistan dal 1990 ha restituito speranza a centinaia e centinaia di mutilati delle mine, costruendo con ogni mezzo possibile le protesi necessarie, forse sarebbe il caso anche di prevenire. Sì, è vero, lo sminamento costa. Ma la vita umana non ha prezzo. [Avvenire]
INDIA
[PIME]-Dodici civili sono morti oggi nella zona centrale del paese dopo che il veicolo sul quale viaggiavano è esploso su una mina. Lo ha detto la polizia indiana, precisando che l’esplosione è avvenuta nel distretto di Gadhchiroli, nello stato del Maharashtra, a pochi chilometri dal confine con il Chhattisgarh, la regione considerata una delle roccaforti degli estremisti maoisti. Dall’inizio dell’anno, almeno 140 persone sono morte nella zona di Chhattisgarh per gli attacchi o le mine piazzate dai comunisti.
INTERNAZIONALE 17/5/2006 4.44
UN PASSO AVANTI CONTRO RESIDUI BELLICI INESPLOSI
“Anni dopo la fine dei conflitti, materiali bellici inesplosi e abbandonati continuano a uccidere o a mutilare”: lo ha detto Doru Romulus Costea, ambasciatore della Romania presso l’Onu a Ginevra e attuale presidente della Conferenza sul disarmo (Cd), annunciando l’entrata in vigore il prossimo novembre del protocollo che obbliga le nazioni belligeranti a rimuovere residui bellici come proiettili d’artiglieria, granate, munizioni, bombe a grappolo e mortai. Il protocollo sui residui bellici, annesso alla ‘Convenzione sulla proibizione o restrizione dell’uso di certe armi convenzionali’ adottato il 28 novembre 2003, diventerà effettivo il prossimo 12 novembre, dopo essere stato ratificato da 20 paesi. Il documento prevede che le aeree contaminate da materiali bellici siano contrassegnate o recintate e che ai civili vengano segnalati i rischi. Il Comitato internazionale della Croce rossa (Icrc) ha accolto con favore la notizia e si è unito al presidente della conferenza sul disarmo esortando tutti i paesi a ratificare il protocollo al più presto: sono infatti circa 91 le nazioni che finora hanno firmato la convenzione e adottato il protocollo, ma solo i 20 che lo hanno ratificato sono vincolati dai termini dell’accordo. “Non è più possibile per le parti distanziarsi dalle conseguenze post-conflitto delle munizioni che hanno usato” ha aggiunto Jacques Forster, vicepresidente dell’Icrc, ricordando che molti civili in Laos, Cambogia, Afghanistan e Iraq sono in pericolo, così come in molti paesi dell’Africa subsahariana. Liberia e Sierra Leone sono stati tra i primi a ratificare il protocollo.
VIETNAM 1/6/2006 10.57
BAMBINI UCCISI DA ESPLOSIONE VECCHIO PROIETTILE DI GUERRA CON USA
Almeno tre bambini di 6, 9 e 11 anni sono morti e un numero imprecisato di altri sono rimasti feriti a causa dell’esplosione di un vecchio proiettile di mortaio risalente alla guerra del Vietnam. L’episodio si è verificato nella provincia di Gia Lai, nel centro del Paese. Secondo una ricostruzione delle autorità, “i bambini hanno scoperto il proiettile nel giardino vicino alla loro casa e l’artefatto è esploso quando lo hanno lanciato come una pietra”, ha spiegato Vu Tuan Tinh, un funzionario del governo incaricato delle indagini. In Vietnam, a trent’anni dalla fine del conflitto combattuto contro gli Stati Uniti, continuano a essere sepolti centinaia di migliaia di mine anti-persona e di ordigni bellici inesplosi. Secondo il ministero della Difesa locale, la sicurezza dei cittadini vietnamiti è messa in pericolo dalla presenza di almeno 850.000 tonnellate di esplosivo disseminato in tutto il Paese. Negli ultimi tre decenni i residuati bellici hanno ucciso circa 40.000 persone e ne hanno ferite – spesso provocando amputazioni – più di altre 100.000. la guerra del Vietnam, esplosa nella metà degli anni Cinquanta per il controllo del Vietnam del Sud, terminò solo nel 1975.
Quasi tutte le potenze nucleari.... strano che anche la Finlandia... :confused:
No,non è strano per la Finlandia.Ha vissuto per decenni accanto alla Russia e le mine erano l' unico mezzo a basso costo ed alta efficacia per rallentare un' eventuale avanzata Russa.
Ora la Russia è ferita,ma posso capire se i Finlandesi vogliono mantere il diritto di poter ricominciare la produzione di mine in un futuro.
SRI LANKA 7/6/2006 16.43
CIVILI UCCISI DA MINA ANTICARRO, RIBELLI ACCUSANO SOLDATI
Nove civili tamil sarebbero morti e 13 feriti per l’esplosione di una mina anticarro in un territorio controllato dai ribelli tamil, nei pressi di Batticaloa, nell’est del paese. Il bilancio è stato reso noto dalle ‘Tigri per la liberazione della patria tamil’ (Ltte) che hanno accusato l’esercito di aver piantato l’ordigno, saltato al passaggio di un trattore diretto al mercato del villaggio di Vadamunai. I soldati respingono le accuse, affermando di non agire all’interno delle zone occupate dai ribelli. L’incidente avviene alla vigilia dell’atteso incontro a Oslo tra una rappresentanza del Ltte e i negoziatori norvegesi, per discutere della sicurezza dei membri della missione di monitoraggio della fragile tregua in vigore dal 2002 e più volte violata negli ultimi mesi. I capi ribelli hanno sottolineato che l’incontro non rientra nei colloqui di pace con il governo cingalese, ripresi dopo quasi tre anni di stallo nel gennaio scorso e interrotti un mese dopo. Ieri una mina è stata fatta saltare sulla strada che conduce da Colombo all’aeroporto colpendo un autobus civile e ferendo l’autista e il bigliettaio, le uniche due persone a bordo. Si ipotizza che il vero bersaglio dell’attentato fosse un bus carico di militari.
leggevo su rainews che esistono delle nuove armi, dette ad ENERGIA DIRETTA, che in un loro impiego "pacifico" e non letale possono essere usate per eliminare le mine... ovviamente il costo e l'impiego sarebbero diversi da un "giustificato" uso in uno scenario di guerra
http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/guerre_stellari_iraq.asp
da cui:
"Dispositivi laser montati su Humvee sono già stati sperimentati in Afghanistan ed Iraq, ufficialmente per fare brillare mine ed ordigni occultati Nell'inchiesta si descrive, in particolare, anche un'arma considerata "non letale": ...
Per il momento, escludendo le armi acustiche, le uniche tracce dell’uso di armi ad energia in uno scenario di guerra riguardano un dispositivo laser chiamato Zeus (http://www.zeus.sparta.com/)
http://www.zeus.sparta.com/mission.html
Secondo fonti ufficiali del Pentagono, mezzi militari muniti di questo dispositivo al laser sono stati impiegati in Afghanistan per fare brillare le mine. Secondo due accreditati siti di informazione militare: Defense Tech e Defence Daily, almeno tre veicoli simili sono stati utilizzati anche in Iraq, e c’è anche chi dice di averli visti. "
SRI LANKA – Un soldato è stato ucciso da un ordigno antiuomo a frammentazione nella penisola settentrionale di Jaffna, mentre un’altra mina ha colpito un automezzo della polizia, uccidendo due agenti, ferendone altri due e colpendo anche cinque civili. Un uomo armato, probabilmente un ribelle delle Tigri di liberazione della patria tamil (Ltte), ha ucciso un politico di Jaffna a capo dell’ex-gruppo ribelle tamil ‘Plote’ che, prima di diventare un movimento politico democratico negli Anni ’80, combatteva a fianco delle Ltte per l’indipendenza del nordovest del paese.
ANGOLA - In un decennio sono stati ripuliti 4000 ettari di territorio da 58.000 mine antipersona e 8.872 ordigni anticarro; sono dati della Commissione Nazionale per lo Sminamento. E’ stata anche annunciata una nuova campagna nazionale: ai 1242 i militari già impegnati in attività di bonifica del territorio si aggiungeranno 262 soldati del genio e migliori attrezzature. Si prevede almeno un altro quinquennio di attività. Nel 2004 in Angola sono morte 73 persone a causa di questi e altri ordigni e 114 sono rimaste ferite. Secondo stime governative in Angola vivono 70-80.000 persone rese invalide dalle mine, il 78% dei disabili angolani.
Guinea Bissau: Capital Declared Safe From Mines
UN Integrated Regional Information Networks
August 16, 2006
Officials in Guinea-Bissau on Wednesday declared the once embattled nation's capital mine-free and said citizens were safe to roam anywhere in the city.
"The city of Bissau without mines represents a great satisfaction for all of its inhabitants," said Bissau Mayor Duarte Vieira during a special ceremony to mark the occasion.
The ceremony was held in a former minefield in the neighbourhood of Enterramento. The mines were sewn during Guinea-Bissau's 1998-1999 civil war.
"Today peace defeated war and good defeated bad. Today we can say that the city of Bissau is finally at peace," said Cesar de Carvalho, director of the National Centre of Anti-Mine Action.
The NGOs Humanitarian Aid in Guinea-Bissau and Let's Fight Against Mines conducted the mine-clearing operation in Bissau. They said they covered 937,000 metres of ground and found 2,580 anti-personnel mines, 73 anti-tank mines and 70,755 other explosive devices.
Nhasse na Man, secretary of state of veterans, represented the federal government at Wednesday's ceremony.
"Where there are mines it is impossible to develop economic and social activities," he said. "From today on the population can resume cultivating their land."
Although Bissau is now mine-free, authorities warned that the area of Bra near the airport outside the capital was not.
Guinea Bissau's landmine problem goes back as far as the country's war of independence from colonisers Portugal, when both sides planted landmines to defend their positions. The war ended in 1974, but even this year unexploded munitions from that war of 30 years ago maimed three children, fatally injuring another. Other unexploded devices date back to the short but bloody 11-month civil war of 1998 and 1999.
Chinese, Portuguese, Russian and Spanish landmine devices have all been found in Guinea Bissau. The government signed up to the international convention banning anti-personnel mines in 1997, although the signature was only ratified in 2001. Globally, 150 countries have signed the ban, though mines continue to kill or maim an estimated 20,000 people a year - and around one fifth of all victims are children.
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