Ewigen
03-04-2006, 20:44
AFRICA 3/4/2006 11.55
UNA COMMISSIONE GESTIRÀ ACQUE DEL BACINO DEL NILO
I nove paesi africani del cosiddetto bacino del Nilo si sono accordati per la creazione di una commissione permanente incaricata di coordinare l’utilizzo delle risorse idriche del bacino del fiume Nilo. Lo hanno annunciato nel fine settimana i ministri delle risorse idriche di Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Egitto, Etiopia, Kenya, Rwanda, Sudan e Tanzania, che, al termine di un intenso dibattito che segue anni di intense trattative, hanno sottoscritto l’accordo del “Bacino del Nilo” come è stata ribattezzata l’intesa. La Commissione, un vero e proprio organismo esecutivo in rappresentanza degli Stati membri, avrà sede a Kampala, in Uganda. Rientrata negli ultimi anni nell’agenda politica africana, la questione dell’utilizzo delle acque del Nilo è regolata da un trattato del 1929, rivisto nel 1959. Questo trattato assegna il diritto a utilizzare circa l’80 per cento delle acque del fiume (il più lungo del pianeta, con i suoi 6.671 chilometri) all’autorità del governo egiziano, escludendo qualsiasi intervento che possa modificare la portata del corso da parte degli altri Stati. È proprio questo l’aspetto che ha maggiormente irritato gli altri Paesi bagnati dal Nilo o dai suoi molti affluenti. Un primo passo in avanti verso una revisione degli accordi del 1929 era stato fatto lo scorso anno da Egitto, Etiopia e Sudan, che avevano proposto la creazione di un Parlamento congiunto dei dieci Paesi del bacino del Nilo.[PIME]
UNA COMMISSIONE GESTIRÀ ACQUE DEL BACINO DEL NILO
I nove paesi africani del cosiddetto bacino del Nilo si sono accordati per la creazione di una commissione permanente incaricata di coordinare l’utilizzo delle risorse idriche del bacino del fiume Nilo. Lo hanno annunciato nel fine settimana i ministri delle risorse idriche di Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Egitto, Etiopia, Kenya, Rwanda, Sudan e Tanzania, che, al termine di un intenso dibattito che segue anni di intense trattative, hanno sottoscritto l’accordo del “Bacino del Nilo” come è stata ribattezzata l’intesa. La Commissione, un vero e proprio organismo esecutivo in rappresentanza degli Stati membri, avrà sede a Kampala, in Uganda. Rientrata negli ultimi anni nell’agenda politica africana, la questione dell’utilizzo delle acque del Nilo è regolata da un trattato del 1929, rivisto nel 1959. Questo trattato assegna il diritto a utilizzare circa l’80 per cento delle acque del fiume (il più lungo del pianeta, con i suoi 6.671 chilometri) all’autorità del governo egiziano, escludendo qualsiasi intervento che possa modificare la portata del corso da parte degli altri Stati. È proprio questo l’aspetto che ha maggiormente irritato gli altri Paesi bagnati dal Nilo o dai suoi molti affluenti. Un primo passo in avanti verso una revisione degli accordi del 1929 era stato fatto lo scorso anno da Egitto, Etiopia e Sudan, che avevano proposto la creazione di un Parlamento congiunto dei dieci Paesi del bacino del Nilo.[PIME]