easyand
29-03-2006, 19:39
Zacarias Moussaoui (Ansa)
WASHINGTON - Nei piani di Al Qaida un quinto aereo doveva essere dirottato l'11 settembre 2001 negli Usa, per lanciarlo contro la Casa Bianca. Parola di Zacarias Moussaoui, che doveva essere ai comandi di quel volo per coronare un suo «sogno» raccontato anche a Osama Bin Laden: distruggere il simbolo del potere dell'America. Al fianco di Moussaoui, se tutto fosse andato secondo i piani, doveva trovarsi Richard Reid, il britannico che fu arrestato con le scarpe imbottite di esplosivo mentre volava verso gli Usa. Rispondendo a tratti in modo sibillino o contraddittorio, Moussaoui ha completato la «jihad giudiziaria» che porta avanti dal 2001, quando lanciò i primi segnali di essere orientato a farsi condannare a morte dagli Usa per potersi trasformare in una sorta di martire dell'Islam.
«Visto che mi definivano il ventesimo dirottatore - ha detto, apparentemente divertito - ho cominciato a firmare gli atti giudiziari con quel soprannome, perché sembrava buffo». Ma Moussaoui subito dopo - rispondendo prima ai suoi difensori frustrati e poi ai pm - si è lanciato in rivelazioni esplosive. Conosceva almeno 12 dei 19 protagonisti delle stragi, ha detto, per averli incontrati in campi d'addestramento in Afghanistan.
28 marzo 2006
WASHINGTON - Nei piani di Al Qaida un quinto aereo doveva essere dirottato l'11 settembre 2001 negli Usa, per lanciarlo contro la Casa Bianca. Parola di Zacarias Moussaoui, che doveva essere ai comandi di quel volo per coronare un suo «sogno» raccontato anche a Osama Bin Laden: distruggere il simbolo del potere dell'America. Al fianco di Moussaoui, se tutto fosse andato secondo i piani, doveva trovarsi Richard Reid, il britannico che fu arrestato con le scarpe imbottite di esplosivo mentre volava verso gli Usa. Rispondendo a tratti in modo sibillino o contraddittorio, Moussaoui ha completato la «jihad giudiziaria» che porta avanti dal 2001, quando lanciò i primi segnali di essere orientato a farsi condannare a morte dagli Usa per potersi trasformare in una sorta di martire dell'Islam.
«Visto che mi definivano il ventesimo dirottatore - ha detto, apparentemente divertito - ho cominciato a firmare gli atti giudiziari con quel soprannome, perché sembrava buffo». Ma Moussaoui subito dopo - rispondendo prima ai suoi difensori frustrati e poi ai pm - si è lanciato in rivelazioni esplosive. Conosceva almeno 12 dei 19 protagonisti delle stragi, ha detto, per averli incontrati in campi d'addestramento in Afghanistan.
28 marzo 2006