PDA

View Full Version : Addio ad Angelo "Condor" D'Arrigo


GioFX
26-03-2006, 15:26
http://www.icaro2000.com/News/Adventures/Sahara/Sahara1_100kb.jpg

alex10
26-03-2006, 15:30
:( :(

majin mixxi
26-03-2006, 18:48
scusate l'ignoranza ma chi sarebbe? :confused:

Lucio Virzì
26-03-2006, 19:03
Me lo ricordo, sorvolò l'Everest in deltaplano, qualche tempo fa.
Un temerario, un altro grande che se ne va, come De Gayardon, come Lafaille, gli auguro solo di essere morto nel modo che più avrebbe sperato, pur volendolo rinviare il più possibile :(

http://www.angelodarrigo.com/immagini/foto/Everest/aaction%20Record_02.jpg

LuVi

zena
26-03-2006, 19:18
Me lo ricordo, sorvolò l'Everest in deltaplano, qualche tempo fa.
Un temerario, un altro grande che se ne va, come De Gayardon, come Lafaille, gli auguro solo di essere morto nel modo che più avrebbe sperato, pur volendolo rinviare il più possibile :(

http://www.angelodarrigo.com/immagini/foto/Everest/aaction%20Record_02.jpg

LuVi
http://www.salento.com/cgi-bin/index.cgi?action=viewnews&id=1500

è morto in volo, il modo in cui immagino avrebbe sperato di andarsene!

Ora continuerà a volare senza mai toccar terra, come un vero Angelo! :)

Onisem
26-03-2006, 19:47
Devo ammettere che non lo conoscevo, sembra essere stato una persona davvero lodevole.

SkunkWorks 68
26-03-2006, 19:58
R.I.P. :(

franklar
26-03-2006, 20:32
una notizia davvero triste, ho visto più di un documentario su di lui, era veramente incredibile...

ciao Condor ! :)

Sinclair63
26-03-2006, 20:40
R.I.P. :(

GioFX
26-03-2006, 22:06
L'uomo che volava sopra il mondo

ROMA - E' precipitato con un velivolo a motore, che non guidava, lui che era il re del volo libero. Angelo D' Arrigo, nato 44 anni fa a Catania, dove viveva con moglie e tre figli sulle pendici dell'Etna, proprio il 31 dicembre scorso con il suo deltaplano aveva sorvolato la massima cima della Cordigliera delle Ande, toccando i 9.100 metri di altitudine. L'atleta siciliano era stato così ribattezzato "Condor dell'Aconcagua" e aveva subito dichiarato di puntare a nuovi record e imprese.

D' Arrigo, morto oggi a Comiso in un incidente con un ultraleggero, è stato anche il primo uomo a sorvolare l'Everest con un deltaplano, nel 2004, ed era famoso in tutto il mondo per avere attraversato in volo libero il Sahara nel 2001 e la Siberia nel 2002. In Sicilia d'Arrigo aveva compiuto una delle sue imprese più ardite: in occasione di un reportage per una rete nazionale francese aveva sorvolato per la prima volta il vulcano piu alto d'Europa in piena eruzione, l'Etna. E lì, alle pendici del vulcano, aveva creato una scuola di volo libero, l'Etna fly, poi trasformatasi in un centro turistico basato sulla pratica di sport estremi, il No Limits Etna Center.

Istruttore di volo, maestro di sci e guida alpina, nel corso della sua carriera agonistica ai vertici internazionali del volo sportivo, Angelo d'Arrigo ha avuto modo di volare in giro per il mondo. Laureato all'Universita dello Sport di Parigi, ma innamorato della montagna, ha progettato e realizzato imprese assolute sulle Alpi nelle sue tre specialita: sci estremo, volo libero e alpinismo. Con i documentari amatoriali sulle sue iniziative, che ha divulgato nelle scuole e nei centri culturali della capitale francese, ha contribuito allo sviluppo e alla diffusione degli sport estremi.

Dopo anni di agonismo in volo libero e due titoli mondiali con il deltaplano a motore, d'Arrigo si era poi allontanato dal circuito delle competizioni, per potersi dedicare ai voli record, ma soprattutto all'emulazione del volo dei rapaci per la ricerca del volo istintivo, avviando un progetto intitolato "Metamorphosis", uno studio analitico delle tecniche di volo dei piu grandi rapaci dei cinque continenti. L'anno scorso D'Arrigo aveva raccolto le sue esperienze in un libro, "In volo sopra il mondo", che definiva "la sua impresa più impegnativa".

GioFX
26-03-2006, 22:09
Lasciate un saluto a quest'uomo fantastico, qui:

http://www.angelodarrigo.com/Guestbook/ardguest.php

GioFX
27-03-2006, 11:24
Da Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/darrrigo/crodarri/crodarri.html):

Ritratto di Angelo D'Arrigo, morto ieri per la caduta dell'aereo
su cui era a bordo. Insegnava a volare ad aquilotti e gru
Ritratto di Angelo D'Arrigo, morto ieri per la caduta dell'aereo
di MAURIZIO CROSETTI

"SPESSO mi chiedono chi me lo faccia fare, e la risposta è facile: io. Allora la gente mi domanda perché, e io dico che volando mi riempio di un grande sogno. Mi emoziona vedere cosa c'è dall'altra parte dell'orizzonte. Certo sarebbe bello avere le ali, averle veramente. Io mi accontento di guardare da vicino il mio sogno". Maggio 2004. La voce di Angelo D'Arrigo era un soffio, dentro le intermittenze del telefono satellitare. Andava, veniva, volava. Proprio come lui. Ma non cadeva. Nel vento delle sue parole che precipitavano dall'Himalaya e rimbalzavano nelle nostre vite normali, senza grandi voli, c'era il tumulto della vera passione.

Angelo aveva un modo di parlare bellissimo, con quell'accento mezzo francese e mezzo siculo gli uscivano frasi da poeta e visionario. "Oggi ho dato da mangiare agli aquilotti, mi sono messo il becco finto e loro mi hanno preso per la loro mamma". Perché lui faceva nascere questi rapaci in cattività e poi gli insegnava a volare. "Faccio schiudere le uova sotto l'ala del mio deltaplano, dopo aver fatto ascoltare la mia voce a quelle uova per dieci minuti al giorno, nell'incubatrice. Insieme alla mia voce, ho registrato il sibilo del cavo del deltaplano, così gli uccelli appena nati mi possono riconoscere".

E i cuccioli spelacchiati poi lo seguivano. Gru siberiane si mettevano a veleggiare accanto alla loro mamma Angelo, e dal circolo polare artico se ne andavano a spasso fino in Iran. Invece l'aquila Gea lo tallonò in Himalaya, nella valle del Khumbu. "Poi venne il momento di separarci, lei doveva andare a farsi il nido, cercandosi un compagno. E i genitori sanno quand'è il momento di lasciar volare i figli da soli".

Anche Angelo lo sapeva, lui che di figli veri ne aveva tre, non solo le gru siberiane o l'avvoltoio australiano, tre bambini in carne e ossa: Gioela, Gabriele, Ivan. Il più piccolo ha solo due anni. Nella dedica all'inizio del suo libro "In volo sopra il mondo", Angelo ha scritto: "A mia moglie Laura, sempre al mio fianco, e ai miei figli che in certi momenti hanno patito l'assenza del papà, ma che saranno la mia proiezione nel futuro".

Un fantasioso, un sognatore consapevole, uno che cercava la linea dell'orizzonte per spostarla più in là. "Un po' di pazzia è in tutti noi, e va contenuta e strutturata perché non ci rovini". Ma Angelo sapeva che la vita può andare in stallo in un momento. È morto su un aeroplanino cadendo da duecento metri d'altezza, facendo il passeggero, lui che volava su a novemila senza motore, ed era stato il primo al mondo a sorvolare l'Everest in volo libero (2004), il primo ad attraversare la Siberia per 5.300 chilometri, il primo a solcare il Mediterraneo (facendosi pure un mese di carcere il Libia, dopo essere stato intercettato e catturato), il primo ad attraversare il Sahara.

Maestro di sci, alpinista, pilota con 30 mila ore di volo, aveva quasi rinunciato a record e cronometri per la pura natura, per aiutare gli uccelli in via di estinzione, per insegnare e imparare insieme a loro. Un Konrad Lorenz con le ali. C'era, in ogni sua impresa, almeno una triplice possibile lettura: quella sportiva, quella naturalistica e quella metafisica.

Angelo D'Arrigo sapeva tuffarsi in picchiata a 240 all'ora, a 40 gradi sotto zero, tra venti fortissimi e con l'ossigeno che se ne andava dal cervello ("In quei momenti si rischia il panico fobico, bisogna essere pronti e calmi altrimenti si muore"), e nello stesso tempo accudire un aquilotto con infinita pazienza e lentezza.

Assemblava il suo trabiccolo sotto lo sguardo dei monaci tibetani, non aveva smarrito neppure un atomo delle esperienze e degli incontri con tuareg e sciamani, aveva sorvolato deserti e vulcani, catene montuose e mari in tempesta, ora sognava di veleggiare sul ghiaccio dell'Antartide superando il Monte Wilson: contava di farlo tra un anno, dopo i soliti allenamenti tremendi perché Angelo non era un matto coraggioso e improvvisatore, era uno scienziato, un formidabile atleta e un umanista.

Laureato all'Università dello sport di Parigi non aveva mai abbandonato la Sicilia, dove viveva in un rifugio alle pendici dell'Etna: il campo base della sua vita in decollo perenne, dove il coraggio delle partenze s'incrociava con la malinconia di un ciao che ogni volta poteva essere un addio.

Nella pagina principale del suo sito Internet, in cui Angelo D'Arrigo vola più vivo che mai, c'è scritto: "Spingendo quotidianamente i nostri limiti riusciamo, a piccoli passi, a superare le paure che ci vietano il possesso della nostra esistenza". Una paura da vincere dunque a piccoli passi, non con i grandi voli sopra la punta dell'Everest. Quello semmai viene dopo.

Lo chiamavano "il Condor dell'Aconcagua" perché a gennaio aveva superato il suo record mondiale di salto in alto, arrivando a 9.100 metri sulle Ande argentine. Ma i numeri in colonna non erano un'ossessione, semmai un gioco sportivo, la scommessa del limite estremo per collaudare la tenuta delle tute sigillate, del suo deltaplano, e di quell'altro meraviglioso materiale che si chiama uomo.

Il possesso della nostra esistenza, già. Appeso al fragile scheletro di bacchette e tessuto, con il vento come unico motore, Angelo D'Arrigo cercava un senso e il modo per raggiungerlo. Quando il 24 maggio 2004 sorvolò l'Everest, disse che per l'emozione aveva pianto. Ma a quaranta gradi sotto zero anche le lacrime ghiacciano. "Non devo chiudere gli occhi proprio adesso, pensai. Non li chiuderò".

Kingmida
27-03-2006, 11:34
che tristezza, era un simbolo di libertà che da oggi rimarrà solo nei nostri cuori.

GioFX
28-03-2006, 13:07
Folla commossa e un'aquila in volo
per l'ultimo saluto a d'Arrigo

CATANIA - Un lunghissimo applauso e un'aquila bendata ad aprire il corteo funebre. Così una folla commossa di parenti, amici, conoscenti, estimatori ha salutato la salma di Angelo d'Arrigo, il recordman del deltaplano morto domenica scorsa in un incidente aereo a Comiso in cui ha perso la vita anche il generale dell'aeronautica in pensione Giulio De Marchis.

"Era un uomo semplice, buono e libero", ha ricordato nel suo messaggio la moglie di d'Arrigo, Laura Mancuso. Durante la cerimonia funebre, davanti a un Duomo stracolmo di persone, ha ringraziato tutti "per i messaggi che sono arrivati da ogni parte del mondo per Angelo".

Anche padre Alfio Carciola, che ha celebrato i funerali, ha voluto ricordare il sorriso e la gioia di vivere di d'Arrigo, "un esempio e uno stimolo per tutti noi". "Quando si è sopra le cose della nostra Terra si ha una visione diversa della vita, e Angelo aveva questa grande capacità".

Nel Duomo è stata portata anche un'aquila bendata, un omaggio alla passione di d'Arrigo per il volo e al desiderio "di avere un corpo simile a quello di un uccello". Posata sulla bara del deltaplanista, l'aquila ha poi preso il volo aprendo simbolicamente il corteo funebre. All'uscita dalla chiesa, un lungo applauso ha accompagnato la salma, che ora si trova nel Municipio di Catania per il ricordo ufficiale. Nel suo passaggio in piazza Duomo due aerei da turismo hanno sorvolato la zona per salutare Angelo.

Lorenzaccia
28-03-2006, 13:26
davvero un grandissimo uomo, ha tutta la mia stima.

StarBlazers
28-03-2006, 13:47
Cio' che ha reso l'uomo grande nel corso della storia e' il "sogno" , la capacita' di continuare a sognare da ad ogni uomo la speranza di un miglioramento per la stessa umanita', cio ci fa progredire, ed e grazie a questi uomini coraggiosi che il "percorso" della vita di ogni singolo individuo puo cambiare.
Ci vuole molto coraggio per simili imprese, mettere in conto di non poter esser un domani accanto ai tuoi figli,tuttavia, l'umanita ha sempre piu bisogno di esempi simili, il coraggio ed il sogno, sono elementi alla base dello sviluppo dell'intera civilta' umana.
Un Grande.

:ave: :ave: :ave: :ave: :ave:

inzimino
28-03-2006, 15:23
Veramente una perdita grandissima, condoglianze alla famiglia.

Lorenzaccia
28-03-2006, 22:48
Cio' che ha reso l'uomo grande nel corso della storia e' il "sogno" , la capacita' di continuare a sognare da ad ogni uomo la speranza di un miglioramento per la stessa umanita', cio ci fa progredire, ed e grazie a questi uomini coraggiosi che il "percorso" della vita di ogni singolo individuo puo cambiare.
Ci vuole molto coraggio per simili imprese, mettere in conto di non poter esser un domani accanto ai tuoi figli,tuttavia, l'umanita ha sempre piu bisogno di esempi simili, il coraggio ed il sogno, sono elementi alla base dello sviluppo dell'intera civilta' umana.
Un Grande.

:ave: :ave: :ave: :ave: :ave:

per me la grandezza di questo moderno Ulisse sta nell'aver voluto andare oltre i limiti della propria condizione umana, nel tentativo di superarsi, superarsi sempre. Qui è d'obbligo una citazione famosa: "fatti non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute a conoscenza". Volendo, si potrebbe aprire una lunga digressione sull'aspetto filosofico del volo in D'Arrigo e dell'impresa epica di una vita, poi fare un paragone con altre epiche imprese, questa volta solo mitologiche, e vedere infine che il paragone ci sta per intero...

GioFX
28-03-2006, 23:04
per me la sua grandezza va ben oltre quello che ha fatto da atleta, ma è legata a quello che ha fatto come come amante della natura e in particolare del celo e della sua straordinaria fauna... la sua encombiabile e incessante dedizione alla causa dei rapaci e della vita selvaggia delle ultime aree ancora incontaminate del pianeta ha lasciato un segno: molti suoi amici di avventura hanno imparato a volare nelle rotte migratorie, grazie a lui.

Un grandissimo atleta e uomo che, con l'aiuto di molte altre persone fantastiche (in particolare di sua moglie Laura) ma soprattutto della sua enorme forza di volontà, è riuscito ad essere LIBERO.

Addio Angelo!

Lorenzaccia
28-03-2006, 23:52
per me la sua grandezza va ben oltre quello che ha fatto da atleta, ma è legata a quello che ha fatto come come amante della natura e in particolare del celo e della sua straordinaria fauna... la sua encombiabile e incessante dedizione alla causa dei rapaci e della vita selvaggia delle ultime aree ancora incontaminate del pianeta ha lasciato un segno: molti suoi amici di avventura hanno imparato a volare nelle rotte migratorie, grazie a lui.

Addio Angelo!

in effetti anche questo aspetto di D'Arrigo è davvero notevole e mi aveva colpito molto per il fatto che, pur non essendo un'esperta in geografia, anzi sono molto ignorante in realtà, sono amante della natura e degli animali, e guardo con attenzione ad uno sviluppo sostenibile che consenta di salvaguardare il più possibile l'ambiente e la sua fauna.

GioFX
28-03-2006, 23:56
per te e per chiunque voglia appronfondire meglio la vita di Angelo, vi rimando al suo sito:

www.angelodarrigo.it