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View Full Version : Istat occupazione in crescita


giannola
22-03-2006, 11:06
Periodo di riferimento: IV trimestre 2005
Diffuso il: 21 marzo 2006
Prossimo comunicato: 20 giugno 2006

--------------------------------------------------------------------------------

L’Istituto nazionale di statistica ha condotto, con riferimento al periodo che va dal 3 ottobre al 1 gennaio 2006, la nuova rilevazione continua sulle forze di lavoro.
Nel quarto trimestre 2005 l’offerta di lavoro ha registrato, rispetto allo stesso periodo del 2004, un lieve incremento pari allo 0,1 per cento (+17.000 unità).
Rispetto al terzo trimestre 2005, al netto dei fattori stagionali, l’offerta è aumentata dello 0,3 per cento.
Nel quarto trimestre 2005 il numero di occupati è risultato pari a 22.685.000 unità con una crescita su base annua dello 0,2 per cento (+56.000 unità). Il risultato risente ancora, seppure in misura inferiore rispetto al recente passato, degli effetti della regolarizzazione dei cittadini stranieri. In termini destagionalizzati e in confronto al terzo trimestre 2005, l’occupazione nell’insieme del territorio nazionale ha registrato un aumento pari allo 0,2 per cento. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è diminuito di un decimo di punto rispetto al quarto trimestre 2004, portandosi al 57,8 per cento.
Nel quarto trimestre 2005 il numero delle persone in cerca di occupazione è risultato pari a 1.980.000 unità, in contenuto calo rispetto allo stesso periodo del 2004 (-1,9 per cento, pari a -39.000 unità). Il tasso di disoccupazione si è posizionato all’8,0 per cento, due decimi di punto in meno in confronto al quarto trimestre 2004. Al netto dei fattori stagionali, e rispetto al terzo trimestre 2005, il tasso di disoccupazione è aumentato di un decimo di punto.
Nel quarto trimestre 2005 il numero degli inattivi (15-64 anni) registra ancora un aumento tendenziale (+ 125.000 unità) dovuto alla forte crescita che ha caratterizzato il Mezzogiorno.

lascio a voi ogni commento

*andr3a*
22-03-2006, 11:09
tanto sappiamo già che i nostri amici di sx ad ogni dato negativo danno la colpa al governo. se ci sono invece dati positivi o parzialmente positivi allora o sono sballati, o sono da interpretare in chiave negativa, o non è merito del governo.
prodi ti aspetto. aspetto te e il paradiso che ci porterai

<Straker>
22-03-2006, 11:16
lascio a voi ogni commento

Link: http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=25&ID_articolo=697&tp=C

22 marzo 2006
LAVORO, I NUOVI DATI ISTAT
Flessibile ma non per sempre
di Tito Boeri

I problemi del nostro mercato del lavoro sono rimasti ai margini del primo confronto televisivo fra i due candidati premier. Ma alla luce dei dati sulle forze lavoro resi pubblici ieri dall’Istat e delle notizie che giungono dalla Francia, è presumibile che di occupazione, disoccupazione e precariato si parlerà nel prossimo confronto e nei dibattiti che lo precederanno. Bene perché c’è bisogno di cambiare rotta agendo in anticipo, per evitare che gli stessi tensioni si manifestino anche da noi.

L’ultima indagine sulle forze lavoro ci affida tre messaggi importanti. Primo, la spinta alla crescita dell’occupazione proveniente dalla cosiddetta flessibilità al margine (la possibilità per le imprese di assumere nuovi lavoratori su contratti che garantiscono all’impresa molta più flessibilità nella gestione del personale) sembra essersi esaurita. La «luna di miele» in cui le imprese hanno voluto costruirsi, indipendentemente dall'andamento del fatturato, uno stock di posti di lavoro flessibili di cui disporre in caso di variazioni della domanda, è finita. Se l’occupazione non è calata nel 2005 è solo per l’effetto della regolarizzazione degli immigrati, un mero fatto statistico. Questi lavoratori erano già da noi, ma non venivano rilevati dalle indagini sulle forze lavoro. Senza l’effetto della regolarizzazione i posti di lavoro sarebbero diminuiti, coerentemente coi dati diffusi qualche settimana fa sempre dall’Istat sulle ore lavorate. Non a caso, dopo molti anni il tasso di occupazione è tornato a diminuire e la disoccupazione a salire. Secondo messaggio, il Mezzogiorno rimane sempre più al palo. Diminuiscono sia gli occupati che le forze lavoro e non di poco (- 1,5 per cento), il che significa probabilmente più scoraggiamento e più emigrazione dal Sud al Nord. In ogni caso, il divario Nord-Sud nelle condizioni del mercato del lavoro si accentua ulteriormente.

Terzo messaggio, continua la crescita della quota dei contratti a tempo determinato sul totale dei lavoratori dipendenti, ormai vicina al 13 per cento rispetto al 12 per cento di un anno fa, più che in Francia e in Germania. Insomma ai vecchi dualismi del nostro mercato del lavoro (il divario Nord-Sud) si affianca sempre più il nuovo dualismo delle asimmetrie fra contratti «rigidi» e contratti «flessibili».

La protesta di questi giorni in Francia ha un forte connotato ideologico. Ma sarebbe sbagliato ignorare le ragioni di una ribellione contro le asimmetrie di trattamento che vengono riservate in Francia, come in Italia, a chi entra oggi nel mercato del lavoro (a tutte le età) rispetto a chi è già occupato con un contratto standard. I giovani nelle piazze di Parigi vestivano con sacchi di immondizia a significare «lavoratori di serie B». Questa richiesta di parità di trattamento non può essere ignorata. Vero che da noi le asimmetrie sono meno stridenti che in Francia (dove recentemente si sono ulteriormente rafforzate le tutele dell’impiego dei lavoratori con contratti regolari e chi viene assunto coi nuovi contratti vive per due anni al di fuori dello Statuto dei Lavori), ma anche vero che ne abbiamo di più di contratti «precari».

Preoccupa, da questo punto di vista, la pochezza delle proposte della Casa della Libertà, che sembra orientata solo a continuare nella strategia della creazione di nuovi contratti flessibili. Bene che presti attenzione al fatto che, prima o poi, si potrebbe raggiungere un livello di saturazione. Non c’è gradualismo in questi processi. La Francia aveva introdotto tre mesi fa un contratto flessibile, senza suscitare alcuna protesta. Poi di colpo è scoccata la scintilla.

Le proposte dell'Unione sono più articolate. Prevedono di ridurre le asimmetrie fra parasubordinato e contratti regolari armonizzando le aliquote previdenziali. Giusto perché oggi un lavoratore che entra dalla porta dei «contratti a progetto» e non riesce a passare al segmento regolare rischia di arrivare a 65 anni, con 40 anni di lavoro, ad una pensione di meno di 5000 euro. La proposta dell’Ulivo riguarda, peraltro, i soli co.pro.co dato che i lavoratori con contratti a tempo determinato pagano già gli stessi contributi previdenziali di quelli a tempo indeterminato. Ma c'è un problema anche di livelli retributivi e di passaggio dai contratti flessibili ai contratti regolari. Bisognerebbe istituire in Italia un salario minimo per affrontare il primo problema, dato che questi lavori sfuggono completamente alle maglie della contrattazione collettiva. Quanto al secondo problema, bisogna concepire un percorso di ingresso, una specie di «cursus honorum» che porti in tempi non biblici il lavoratore flessibile ad avere un lavoro senza, a priori, limiti di durata. E' il modo migliore per incentivare il lavoratore e l'impresa a investire in capitale umano, che rappresenta la migliore tutela contro il rischio di disoccupazione. Ma perché la flessibilità sia inquadrata in un percorso di ingresso nel lavoro regolare, anziché come un binario separato, bisogna rendere più graduale l'acquisizione di tutele. Altrimenti le imprese saranno fortemente scoraggiate dal trasformare contratti flessibili in contratti rigidi. Come temono i precari francesi, bisogna evitare che le imprese dopo due anni trascorsi senza tutele, quando stai per passare a un contratto permanente, ti dicano «grazie e arrivederci».

Onisem
22-03-2006, 11:18
tanto sappiamo già che i nostri amici di sx ad ogni dato negativo danno la colpa al governo. se ci sono invece dati positivi o parzialmente positivi allora o sono sballati, o sono da interpretare in chiave negativa, o non è merito del governo.
prodi ti aspetto. aspetto te e il paradiso che ci porterai
Figurati, + 0,1% considerando immigrati ed incremento del part-time, mi infonde tali fiducia ed entusiasmo che oggi esco a comprarmi un'auto nuova e faccio ripartire i consumi.

Gogeta ss4
22-03-2006, 11:22
Ma il posto di lavoro precario si può chiamare posto di lavoro? :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

the_joe
22-03-2006, 11:26
Ma il posto di lavoro precario si può chiamare posto di lavoro? :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Questo è quello che è riuscita a fare una riforma del lavoro varata alcuni anni fa, vedremo se i contratti a tempo determinato il Sig.Prodi riuscirà a farli diventare a tempo indeterminato.

gaglioppo
22-03-2006, 11:42
quindi la regolarizzazione della posizione degli stranieri ha fatto aumentare il numero degli occupati in italia.
Infatti, mi pare che al nord ci sia stato un discreto aumento mentre al sud sarebbero rimasti i soliti problemi.

Ora però mi chiedo una cosa.

Ma questi che fanno le statistiche come fanno a capire quanto sommerso esiste? Fanno delle stime coi tarocchi? Oppure fanno delle interviste? o si basano sulle dichiarazioni dei redditi.

Qualcuno me lo spiega perchè per me si tratta di magia.

Ora io nn conosco (e vorrei trovare qualcuno che la conoscesse) la situazione del lavoro nero, ma mi pare di capire che a napoli, per esempio, il tasso di disoccupazione è alle stelle.
Ma ho l'impressione, dai vari tg, che a napoli ci sia molto lavoro nero e, come in tutta italia, tanta bella evasione....

Ora per far filare il discorso mi servirebbe quantificare le parole "alle stelle", "molto" e "tanta bella", come si riempiono coi numeri queste parole?

Sottolineo che nn ne voglio fare un discorso politico, ma solo di statistica ed economia.

Onisem
22-03-2006, 11:46
quindi la regolarizzazione della posizione degli stranieri ha fatto aumentare il numero degli occupati in italia.
Infatti, mi pare che al nord ci sia stato un discreto aumento mentre al sud sarebbero rimasti i soliti problemi.

Ora però mi chiedo una cosa.

Ma questi che fanno le statistiche come fanno a capire quanto sommerso esiste? Fanno delle stime coi tarocchi? Oppure fanno delle interviste? o si basano sulle dichiarazioni dei redditi.

Qualcuno me lo spiega perchè per me si tratta di magia.

Ora io nn conosco (e vorrei trovare qualcuno che la conoscesse) la situazione del lavoro nero, ma mi pare di capire che a napoli, per esempio, il tasso di disoccupazione è alle stelle.
Ma ho l'impressione, dai vari tg, che a napoli ci sia molto lavoro nero e, come in tutta italia, tanta bella evasione....

Ora per far filare il discorso mi servirebbe quantificare le parole "alle stelle", "molto" e "tanta bella", come si riempiono coi numeri queste parole?

Sottolineo che nn ne voglio fare un discorso politico, ma solo di statistica ed economia.

Butto due percentuali a memoria, quindi potrei sbagliarmi anche di molto: un 30% per l'evasione. Un 35% per il sommerso.

*andr3a*
22-03-2006, 11:57
non va mai bene niente. non è un bene che piuttosto che il lavoro nero ci sia un lavoro regolarizzato anche se non a tempo indeterminato? non va bene che siano stati regolarizzati molti immigrati. ovvio che si può e si deve far molto meglio ma intanto accontentiamoci.

poi non capisco quando la sinistra parla di flessibilità. per la sinistra non esiste a flessibilità, esiste solo la precarieta. a me sembra che loro vogliano tornare ad un sistema rigido che è assodato non possa più funzionare. a sinistra dicono "vogliamo flessibilità non precarietà". a parte che è un'ovvietà a me sembra invece che non esista per loro la flessibilità. ogni volta che si parla di contratto a tempo det per loro è precarietà. tutti noi vorremmo che ci fossero solo posti a tempo indet ma è impossibile al giorno d'oggi. aumetando il costo del lavoro "precario" si rischia imho di diminuire le assunzioni in generale e di tornare ad una rigidità che non ci porta da nessuna parte

gaglioppo
22-03-2006, 12:07
"a memoria"? ma quindi qualcuno i numeri li ha calcolati?

35% di sommerso a napoli?
rispetto agli abitanti?

30% di evasione pure a napoli?
parlando però di evasione bisogna sottolineare una cosa:

-esistono evasori totali che nn pagano nulla, bella vita, altro che montecarlo.
-esistono gli evasori parziali che magari hanno un negozio, una edicola, un bar o un panificio e mi vanno a dichiarare 9000 euro l'anno, e invece guadagnano 3000 euro, ma al mese, ah che distratti!

Ora nn voglio generalizzare e essere assalito dai commercianti e baristi et similia, ma io parlo coi fatti, con le parole ascoltate con le mie orecchie, con gli scontrini che i miei occhi non vedono e con i racconti degli stessi amici che pagano le tasse all'università e mi dicono quanto guadagnano veramente.

esagero, se veramente il 35% dei napoletani lavorasse a nero forse la disoccupazione sarebbe di meno, o nel tasso di disoccupazione già eliminano il 35% ?

fatemi capire che nn ho capito.


La regolarizzazione degli immigrati che lavorano, ma anche di quelli italiani, è sempre un bene, e sfido chiunque a dire il contrario.

Onisem
22-03-2006, 12:10
"a memoria"? ma quindi qualcuno i numeri li ha calcolati?

35% di sommerso a napoli?
rispetto agli abitanti?

30% di evasione pure a napoli?
parlando però di evasione bisogna sottolineare una cosa:

-esistono evasori totali che nn pagano nulla, bella vita, altro che montecarlo.
-esistono gli evasori parziali che magari hanno un negozio, una edicola, un bar o un panificio e mi vanno a dichiarare 9000 euro l'anno, e invece guadagnano 3000 euro, ma al mese, ah che distratti!

Ora nn voglio generalizzare e essere assalito dai commercianti e baristi et similia, ma io parlo coi fatti, con le parole ascoltate con le mie orecchie, con gli scontrini che i miei occhi non vedono e con i racconti degli stessi amici che pagano le tasse all'università e mi dicono quanto guadagnano veramente.

esagero, se veramente il 35% dei napoletani lavorasse a nero forse la disoccupazione sarebbe di meno, o nel tasso di disoccupazione già eliminano il 35% ?

fatemi capire che nn ho capito.


La regolarizzazione degli immigrati che lavorano, ma anche di quelli italiani, è sempre un bene, e sfido chiunque a dire il contrario.

Sono percentuali medie per l'intero paese, naturalmente.

Topomoto
22-03-2006, 12:16
Ma il posto di lavoro precario si può chiamare posto di lavoro? :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Prova a chiederlo a chi non ha neppure quello, poi vediamo se rotoli ancora per le risate.....

maghettoribelle
22-03-2006, 12:39
il problema non è il lavoro a tempo indeterminato o determinato.....anche mantenedo il lavoro flessibile ci schiacceranno lo stesso, quindi figuriamoci se ci mettiamo a tornare indietro. Il "posto" come lo chiamavano i nostri genitori non esiste più e non potrà esistere più perchè non ce lo possiamo permettere vista la direzione che ha preso l'economia mondiale. Tassare il lavoro flessibile non serve a nulla, perchè tale contratto era stato potenziato dal ministro Treu proprio perchè le aziende non assumevano più!! Non si può imporre di assumere per legge, mi spiace perchè sono giovane e anche a me piacerebbe un lavoro a tempo indeterminato, a chi non piacerebbe, ma finchè non capiremo che la cosa non esiste più, che purtroppo l'italia non è isolata dal mondo e si deve adeguare.... L'unico modo è aumentare i diritti dei lavoratori flessibili e gli ammortizzatori sociali... mi rendo conto che questo renderebbe sistemico il lavoro a tempo indeterminato, ma gente come marco biagi si era resa conto che dal lavoro flessibile purtroppo non si può ormai prescindere e allora bisogno estendere i diritti.... Ragazzi le chiacchiere stanno a zero il "posto" ce lo sognamo, non può esistere, anche a me piacerebbe ma.... I politici che devono e vogliono solo intercettare il nostro voto ce lo propineranno sempre finchè noi non gli faremo capire che tanto non ci fregano più!!! Magari allora potranno cominciare a fare davvero politica economica...

Mailandre
22-03-2006, 12:46
Periodo di riferimento: IV trimestre 2005
Diffuso il: 21 marzo 2006
Prossimo comunicato: 20 giugno 2006

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L’Istituto nazionale di statistica ha condotto, con riferimento al periodo che va dal 3 ottobre al 1 gennaio 2006, la nuova rilevazione continua sulle forze di lavoro.
Nel quarto trimestre 2005 l’offerta di lavoro ha registrato, rispetto allo stesso periodo del 2004, un lieve incremento pari allo 0,1 per cento (+17.000 unità).
Rispetto al terzo trimestre 2005, al netto dei fattori stagionali, l’offerta è aumentata dello 0,3 per cento.
Nel quarto trimestre 2005 il numero di occupati è risultato pari a 22.685.000 unità con una crescita su base annua dello 0,2 per cento (+56.000 unità). Il risultato risente ancora, seppure in misura inferiore rispetto al recente passato, degli effetti della regolarizzazione dei cittadini stranieri. In termini destagionalizzati e in confronto al terzo trimestre 2005, l’occupazione nell’insieme del territorio nazionale ha registrato un aumento pari allo 0,2 per cento. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è diminuito di un decimo di punto rispetto al quarto trimestre 2004, portandosi al 57,8 per cento.
Nel quarto trimestre 2005 il numero delle persone in cerca di occupazione è risultato pari a 1.980.000 unità, in contenuto calo rispetto allo stesso periodo del 2004 (-1,9 per cento, pari a -39.000 unità). Il tasso di disoccupazione si è posizionato all’8,0 per cento, due decimi di punto in meno in confronto al quarto trimestre 2004. Al netto dei fattori stagionali, e rispetto al terzo trimestre 2005, il tasso di disoccupazione è aumentato di un decimo di punto.
Nel quarto trimestre 2005 il numero degli inattivi (15-64 anni) registra ancora un aumento tendenziale (+ 125.000 unità) dovuto alla forte crescita che ha caratterizzato il Mezzogiorno.

lascio a voi ogni commento


Guarda Giannola,...giusto ieri ascoltavo sintonizzato su Radio 24 "Focus Economia" del "buon" Sebastiano Barisoni,..ed a proposito si andava ad analizzare proprio questi dati mettendo in evidenza il dato contrastante che una settimana fa BankItalia esponeva ( - 4% ).
Generalizzando ,è vero ,il dato numerico esposto da entrambi le parti (Istat / Bankitalia) , ma ai fini "Reali" per la nostra economia , il valore di Bankitalia, ha il vero peso sul nostro Pil , questo perchè il MONTE ORE TOTALE DEGLI OCCUPATI è sceso del -4% , anche a fronte di un dato positivo sul numero degli occupati.
In modo semplificato, ci sono più lavoratori ,ma con un monte ore lavoro ridotto ,...quindi le ore lavorate sono in flessione dando segno meno.
Pensa ,.. anche un lavoratore in CIGS (Cassa integrazione ) risulta occupato,...ma come saprai il dato monte ore usato per questo istituto è in aumento, e quindi ai fini del Pil non conta nulla se non come capitolo spesa.
L'analisi di questi dati , hanno in se anche la percentuale di lavoro nero sommerso.
Comunque se hai voglia di leggere ti posto qualcosa a riguardo:

http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Economia&loid=1.0.351085524

http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=22.0.1182797583&chId=32&artType=Articolo&DocRulesView=Libero

E se hai voglia di ascoltarti la puntata di ieri su questo tema la puoi sentire qui :(molto interessante e semplice da capire)

http://www.radio24.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&chId=40&sezId=9715


Ciao

giannola
22-03-2006, 13:24
Guarda Giannola,...

grazie per l'intervento, come detto sopra stavolta intendo osservare come evolvono le discussioni in merito ad una notizia, invece di prendere una posizione.
cmq in pratica par di capire che quel che si guadagna da una parte lo si perde dall'altra (+ o -).
Non sarebbe forse il caso di rielaborare certi modelli statistici da parte dell'Istat per avere un quadro generale più nitido. ?

Mailandre
22-03-2006, 13:37
grazie per l'intervento, come detto sopra stavolta intendo osservare come evolvono le discussioni in merito ad una notizia, invece di prendere una posizione.
cmq in pratica par di capire che quel che si guadagna da una parte lo si perde dall'altra (+ o -).
Non sarebbe forse il caso di rielaborare certi modelli statistici da parte dell'Istat per avere un quadro generale più nitido. ?


No,..guarda che il dato mumerico è oggettivo in entrambi le analisi statistiche.
Il punto è del come si strumentaliizzano tali numeri,...e quì sta a noi non "chiudere gli occhi"..!! :)
Avrai quindi capito che il PIL (prodotto interno lordo) non se ne avvantaggia del dato "occupazione" ,...!!
Estermizzando il Paese va nella direzione" tesi Bertinotti":
LAVORARE MENO ,LAVORARE TUTTI !! :D
Ma in Francia pare abbia fallito la linea della riduzione d'orario ....
ciao

Cfranco
22-03-2006, 13:45
Ho appena finito di leggere il blog di Grillo , copio e incollo :


L’iniziativa “Gli schiavi moderni” continua con questa lettera di Mauro Gallegati della Facolta' di Economia Giorgio Fua' dell’Universita' Politecnica delle Marche, che si è preso la briga di dimostrare con numeri e tabelle quello che è sotto gli occhi di tutti: che i posti di lavoro diminuiscono e che il precariato aumenta insieme ai nuovi poveri, quelli che in Francia sono stati chiamati “generazione low cost”.
Scrivete le vostre storie, le più interessanti saranno raccolte in un libro on line scaricabile gratis da questo blog.


“ Caro Grillo,
aiutami. Passo il giorno a spulciare e produrre statistiche sull’economia, e sotto campagna elettorale non so se spararmi a un piede o chiedere a lui di sparare a me. So che non è facile fidarsi di uno che per mestiere dà i numeri, ma vorrei solo dare due chiarimenti su cosa è successo a lavoratori e disoccupati negli ultimi 10 anni, da quando è andato al governo Prodi, a quando ci è andato Berlusconi, a oggi.

Se su deficit e debito pubblico, Pil, competitività internazionale e indebitamento delle famiglie siamo tutti unanimi nel dire che le dinamiche sono state tra il bruttino e il disastroso, quelle sull’occupazione sono statistiche che il centro destra porta con sicurezza a vanto del proprio operato. Almeno sinora. Poi qualche giorno fa l’Istat ha detto che l’anno scorso l’occupazione è calata – e Tremonti ha ribattuto che non è vero, e che per lui “conta solo l’Eurostat” (dimenticandosi che all’Eurostat i dati li dà l’Istat). Bankitalia ha detto che il problema è che i posti di lavoro durano poco, e un giovane su quattro è precario – e Maroni ha ribattuto che i posti a termine “sono astrazioni statistiche”. Mi prude, ti dicevo, qualche numero di chiarimento.

L’occupazione si misura in due modi: contando quante sono le persone che stanno lavorando, e quante sono le “unità di lavoro equivalenti”, che tengono conto di quante ore lavora ognuno. Se ci sono due idraulici che lavorano 60 ore alla settimana, gli occupati sono due, ma visto che entrambi fan l’equivalente di un tempo pieno e mezzo le unità di lavoro sono tre. Se poi il lavoro va male, ed entrambi lavorano solo 20 ore, i lavoratori sono sempre due, ma le unità di lavoro sono solo più una. In pratica, in un caso si contano “le teste”, nel secondo quanto lavoro c’è.
Nel grafico allegato si vede cosa è successo a lavoro e lavoratori nel decennio che si apre con Prodi e si chiude con Berlusconi. La prima cosa da dire è che l’occupazione è cresciuta durante il centro destra. Ma la crescita era già in atto con il centro sinistra. La “piccola” differenza, è che durante il centro sinistra l’occupazione parte fiacca e poi cresce, durante il centro destra parte crescendo, e rallenta bruscamente negli ultimi due anni. Guardando alle unità di lavoro poi il rallentamento è ancora più drastico, e diventa un calo nell’ultimo anno (quello che sottolineano sia Istat che Bankitalia). Da notare che per la prima volta nella storia repubblicana sono più i lavoratori che le unità di lavoro: c’è più gente che lavora, sì, ma di lavoro ce n’è poco.

http://www.beppegrillo.it/immagini/occupati_ula.gif

Nel secondo grafico che allego si vede che anche la disoccupazione è calata negli ultimi cinque anni. Di nuovo, non è un dono del centro destra, il calo è in corso (fortunatamente) da circa un decennio. Il numero dei disoccupati non è una statistica da guardare da sola. Ci sono casi in cui le cose vanno bene, ma la disoccupazione aumenta: quel che capita è che molti sono presi da un turbine di ottimismo e si mettono a cercar lavoro, e finché non lo trovano il numero di disoccupati aumenta. E ci sono casi in cui il mercato è talmente depresso che molti alzano bandiera bianca, smettono di cercar lavoro, e il numero di disoccupati diminuisce. Nel grafico ho riportato il numero dei cosiddetti “scoraggiati”, cioè persone senza lavoro che a domanda dell’Istat “Perché non sta cercando lavoro?” barrano la X su “Ritiene di non riuscire a trovarlo”. Il numero di scoraggiati – 600 mila fin verso il 2003 – nel 2004 ha una prima impennata che li porta al milione, per poi salire ancora a circa 1.250.000. Basta convincere un altro mezzo milione di persone che è inutile stare a cercarsi un lavoro e porteremo la disoccupazione ad un confortante 5.5%.

http://www.beppegrillo.it/immagini/disoccupati_scoraggiati.gif

Infine, i precari. Dai dati Eurostat, risulta che Berlusconi prende il testimone del precariato, nel secondo trimestre del 2001, a circa il 9.5%: questa era la percentuale dei lavoratori con contratto temporaneo sul totale dei dipendenti. Nel secondo trimestre del 2005 eravamo già al 12.5% (e non stiamo contando i co.co.co.). Un Maroni potrebbe sostenere però che il fatto che un contratto a termine non cambia un granchè, che sapere che il tuo posto di lavoro è solido salvo contrordine, o che è a termine salvo contrordine, non cambia nulla. Questa è una tale eresia che ho sacrificato il sabato sera, ed ho calcolato da dati di fonte Inps una semplice statistica: la correlazione che si osserva tra il tipo di contratto che ha una lavoratrice, e il fatto che questa decida o meno di fare un figlio. Bene, avere un lavoro precario riduce di dieci volte la probabilità che una lavoratrice faccia un figlio.
Grazie per l’ospitalità”.

Mauro Gallegati

giannola
22-03-2006, 13:47
No,..guarda che il dato mumerico è oggettivo in entrambi le analisi statistiche.
Il punto è del come si strumentaliizzano tali numeri,...e quì sta a noi non "chiudere gli occhi"..!! :)
Avrai quindi capito che il PIL (prodotto interno lordo) non se ne avvantaggia del dato "occupazione" ,...!!
Estermizzando il Paese va nella direzione" tesi Bertinotti":
LAVORARE MENO ,LAVORARE TUTTI !! :D
Ma in Francia pare abbia fallito la linea della riduzione d'orario ....
ciao

Fu, se non ricordo male, durante il governo Prodi che entrarono in vigore le 35 ore per i metalmeccanici.
Sulla falsariga dei contratti approvati in germania, solo che adesso i tedeschi rimpiangono i loro vecchi orari.

<Straker>
22-03-2006, 13:48
Estermizzando il Paese va nella direzione" tesi Bertinotti":
LAVORARE MENO ,LAVORARE TUTTI !! :D
Ma in Francia pare abbia fallito la linea della riduzione d'orario ....
ciao

Secondo me stiamo andando nella direzione "tesi berlusconi":
LAVORARE PRECARI, LAVORARE TUTTI :asd:

:rolleyes:

Mailandre
22-03-2006, 13:57
Secondo me stiamo andando nella direzione "tesi berlusconi":
LAVORARE PRECARI, LAVORARE TUTTI :asd:

:rolleyes:

:D :D sorrido , ma ci sarebbe da piangere......
Le responsabilità sono bipartisan,....vedremo quindi le eventuali modifiche alla legge 30 del prossimo Governo (spero di CSX),...chi vivrà ,vedrà!!
ciao

Mailandre
22-03-2006, 14:01
Fu, se non ricordo male, durante il governo Prodi che entrarono in vigore le 35 ore per i metalmeccanici.
Sulla falsariga dei contratti approvati in germania, solo che adesso i tedeschi rimpiangono i loro vecchi orari.

Un accordo (quello delle 35 ore) che rimase nei cassetti e per questo inattuato ....
In Germania l'accordo WW ha fatto storia,....solo che il metalmeccanico Tedesco percepisce uno stipendio doppio al nostro....ora i problemi di WW sono altri.
ciao

Gogeta ss4
22-03-2006, 15:20
Prova a chiederlo a chi non ha neppure quello, poi vediamo se rotoli ancora per le risate.....

Non prendertela con me, ma con il premier che fa il favore degli imprenditori ;)

Fratello Cadfael
22-03-2006, 16:04
Ho sentito anch'io la puntata di Focus Economia dove si commentavano questi dati.
Più o meno è vero che siamo andati verso il "lavorare meno, lavorare tutti" ma nel lavorare meno si è esagerato (insomma secondo questi dati non si fanno distinzioni fra un orario pieno e un part-time a 4 ore settimanali).
Per quanto riguarda le 35 ore non capisco cosa ci sia da scandalizzarsi quando già oggi ci sono milioni di lavoratori con 36 ore settimanali di contratto...