View Full Version : Bielorussia: E' stata un campagna elettorale molto dura...
IpseDixit
20-03-2006, 16:21
Ma la vecchia volpe l'ha spuntata. Alexander Lukashenko rieletto presidente con il 82,6 % delle preferenze :)
Tutto questo (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/03_Marzo/20/bielo.shtml) nella civile Europa. :) (http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/esteri/bielorussia/minskdopo/minskdopo.html)
Ma la vecchia volpe l'ha spuntata. Alexander Lukashenko rieletto presidente con il 82,6 % delle preferenze :)
Tutto questo (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/03_Marzo/20/bielo.shtml) nella civile Europa. :) (http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/esteri/bielorussia/minskdopo/minskdopo.html)
Bello schifo. Ed ovviamente il "campione di democrazia" nonchè compagno (di merende) del nostro si è subito affrettato a legittimare il tutto.
anonimizzato
20-03-2006, 20:18
Percentuali Bulgare, anzi Bielorusse.
Non crtitico a priori ma di sicuro un risultato così largo è alquanto dubbio per usare un eufemismo.
VegetaSSJ5
20-03-2006, 22:06
ragazzi scusate...
ma questo qui non è stato eletto con oltre l'80% dei consensi? se si il rimanente 20% della gente perchè sta in piazza a protestare?
IpseDixit
20-03-2006, 22:15
ragazzi scusate...
ma questo qui non è stato eletto con oltre l'80% dei consensi? se si il rimanente 20% della gente perchè sta in piazza a protestare?
Non ti viene il dubbio che si sia trattato di elezioni non regolari ?
VegetaSSJ5
20-03-2006, 22:19
Non ti viene il dubbio che si sia trattato di elezioni non regolari ?
io non riesco a capire cosa significhi il termine "elezioni non regolari". cioè vuoi dire che in realtà è stato il contrario (ovvero l'80% dei voti è andato all'opposizione) però loro sostengono che abbia vinto il presidente attuale? in tal caso le nazioni unite non potrebbero fare un controllo sulle schede elettorali? oppure in tal caso truccheranno anche queste?
io non riesco a capire cosa significhi il termine "elezioni non regolari". cioè vuoi dire che in realtà è stato il contrario (ovvero l'80% dei voti è andato all'opposizione) però loro sostengono che abbia vinto il presidente attuale? in tal caso le nazioni unite non potrebbero fare un controllo sulle schede elettorali? oppure in tal caso truccheranno anche queste?
Non vorrei sembrarti maleducato, ma perchè ti inserisci se non hai la più pallida idea di cosa si tratti?
HenryTheFirst
20-03-2006, 23:23
Non vorrei sembrarti maleducato, ma perchè ti inserisci se non hai la più pallida idea di cosa si tratti?
Forse per farsi quell'idea almeno pallida no? ;)
Forse per farsi quell'idea almeno pallida no? ;)
Può darsi, anche se come richiesta di approfondimento sembrava strana.
Lucio Virzì
24-03-2006, 11:12
Ed ecco, puntuale, la repressione :(
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/esteri/bielorussia/dimodispersi/dimodispersi.html
La notte scorsa le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel
'villaggio dell'opposizione', rimuovendo le tende con i bulldozer
Bielorussia, dopo 5 giorni di proteste
la polizia disperde i dimostranti
Arrestate centinaia di persone, tra loro il figliastro del leader
sconfitto Milinkevich. La Ue "sta considerando sanzioni", gli Usa "turbati"
MINSK - La notte scorsa la polizia ha disperso i dimostranti che da cinque giorni occupavano la Piazza di Ottobre a Minsk, in Bielorussia, per protestare contro la rielezione del presidente Alexander Lukashenko, viziata, anche a parere degli osservatori internazionali, da brogli e irregolarità. La polizia ha dissolto l'accampamento, centinaia di persone sono state arrestate e tra di essi anche il figliastro del leader dell'opposizione, Alexander Milinkevich.
Gli agenti hanno cancellato ogni traccia del 'villaggio dell'opposizione'. Bulldozer e trattori con lame spazzaneve hanno rimosso le tende in cui i manifestanti erano accampati, nel gelo della fine dell'inverno bielorusso, e tutto il resto. I netturbini hanno raccolto le immondizie e gli oggetti abbandonati - sciarpe, guanti, zaini, coperte, i resti di cinque giorni di bivacco - e li hanno lanciati su un camion. Un poliziotto ha strappato, con un gesto dalla valenza simbolica, una bandiera bielorussa attaccata a una colonna della Casa dei sindacati.
Da Washington, il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che il governo Usa è molto "turbato" dall'interruzione della dimostrazione e dagli arresti.
Mentre l'Unione Europea potrebbe varare sanzioni contro la Bielorussia. "Stiamo considerando sanzioni", ha detto infatti il ministro austriaco agli Affari esteri Ursula Plassnik, presidente di turno dell'Ue, confermando che l'argomento sarà discusso oggi nel vertice europeo.
"Quanto sta avvenendo in Bielorussia - ha aggiunto Plassnik al suo arrivo al vertice - conferma il nostro giudizio critico sulle elezioni. Chiediamo alle autorità bielorusse di rispettare la libertà e di rilasciare i prigionieri". Già otto Stati membri avrebbero espresso il loro sostegno ad un piano per imporre sanzioni contro il regime di Alexandre Lukashenko.
Uscito sconfitto nelle elezioni appena concluse, che non si sono svolte però, secondo gli osservatori internazionali, con le garanzie democratiche necessarie (secondo i dati ufficiali, Milinkevich ha avuto il 6 per cento, contro il plebiscito, l'83 per cento dei voti, di Lukashenko) il leader dell'opposizione ha intanto preannunciato che si farà comunque la mega-manifestazione organizzata per sabato a Minsk.
"Questo potere sa parlare solo una lingua, quella della repressione: lo hanno dimostrato una volta di più, da giorni mi aspettavo quel che è accaduto stanotte. Ma andiamo avanti come previsto per il 25 marzo", ha concluso Milinkevich.
(24 marzo 2006)
LittleLux
24-03-2006, 11:31
io non riesco a capire cosa significhi il termine "elezioni non regolari". cioè vuoi dire che in realtà è stato il contrario (ovvero l'80% dei voti è andato all'opposizione) però loro sostengono che abbia vinto il presidente attuale? in tal caso le nazioni unite non potrebbero fare un controllo sulle schede elettorali? oppure in tal caso truccheranno anche queste?
In poche parole Lukashenko è un dittatore, perdipiù assai violento. Le elezioni sono solo una farsa. Potrebbe abolirle che sarebbe lo stesso, ma non lo fa perchè non gli sarebbe utile. Pensa che anche l'associazione "aiutiamoli a vivere" ( http://www.aiutiamoliavivere.it/pag/index.htm ), tanto per fare un esempio, sta riscontrando grosse difficoltà con sto signore. Tanto per delineare meglio il suo profilo, un bambino bielorusso che viene in Italia grazie all'associazione di cui sopra, mi ha detto che la è vietato possedere una bicicletta sino all'età di 16 anni, cosa confermata dai volotari stessi. E' pazzesco ma è così.
HenryTheFirst
24-03-2006, 11:36
Bello schifo. Ed ovviamente il "campione di democrazia" nonchè compagno (di merende) del nostro si è subito affrettato a legittimare il tutto.
Ti dimentichi di dire che invece l'amico Bush non è per niente soddisfatto.
Perchè bisogna sempre tirare in ballo Berlusconi, anche quando c'entra come i cavoli a merenda?
franklar
24-03-2006, 11:40
io non riesco a capire cosa significhi il termine "elezioni non regolari". cioè vuoi dire che in realtà è stato il contrario (ovvero l'80% dei voti è andato all'opposizione) però loro sostengono che abbia vinto il presidente attuale? in tal caso le nazioni unite non potrebbero fare un controllo sulle schede elettorali? oppure in tal caso truccheranno anche queste?
le elezioni si sono svolte in un clima di repressione e intimidazione nei confronti dell'opposizione, insomma i due contendenti decisamente non si sono confrontati ad armi pari. Qualcosa di simile a quello che è successo in Russia, dove Putin ha monopolizzato tutti i mezzi di informazione mettendo completamente in ombra i rivali, ma Lukashenko per di più ha usato le maniere forti. :(
franklar
24-03-2006, 11:45
Ti dimentichi di dire che invece l'amico Bush non è per niente soddisfatto.
Perchè bisogna sempre tirare in ballo Berlusconi, anche quando c'entra come i cavoli a merenda?
Gli americani oltre alle strette di mano e alle gite nel ranch, sono sempre stati diffidenti nei confronti dei russi e di Putin in particolare; io sostengo che la guerra fredda non sia mai finita, ma stia attraversando da anni una nuova fase di bassa intensità.
Il Nostro invece c'entra, visto che ha a più riprese affibbiato a Vladimiro la patente di Perfetto Democratico, non avendo la minima cognizione di chi o cosa stesse parlando :mbe: :stordita:
Pensa che anche l'associazione "aiutiamoli a vivere" ( http://www.aiutiamoliavivere.it/pag/index.htm ), tanto per fare un esempio, sta riscontrando grosse difficoltà con sto signore. Tanto per delineare meglio il suo profilo, un bambino bielorusso che viene in Italia grazie all'associazione di cui sopra, mi ha detto che la è vietato possedere una bicicletta sino all'età di 16 anni, cosa confermata dai volotari stessi. E' pazzesco ma è così.
Confermo, ci sono difficoltà e rogne anche per chi vuole soltanto entrare nel Paese per andare a fare visita e portare qualche aiuti ai piccoli orfani del posto (molti soggiornano in Italia, presso famiglie, per qualche mese ogni anno).
Mi sembra ci siano grossi vincoli anche per chi voglia emigrare all'estero. :(
Mi sembra ci siano grossi vincoli anche per chi voglia emigrare all'estero. :(
:muro: :muro: :muro:
3/2/2005 - Bielorussia: divieto di espratrio per le donne belle
Multe e pedinamenti per evitare che rimangano solo quelle più brutte...
MOSCA - Dopo anni da mattatrici, le donne bielorusse non faranno più sognare nei concorsi di bellezza, dalle copertine delle riviste e sulle passerelle di tutto il mondo. Il loro fascino, frutto della secolare fusione tra popolazioni slave e baltiche, non sarà più esportabile. Lo ha deciso il presidente Aleksander Lukashenko, bat'ka (padre, ndr) dell'ultima dittatura sopravvissuta in Europa. Con tanto di decreto, ha giuridicamente definito quale "risorsa strategica nazionale" la bellezza delle sue concittadine.
Come tale, sarà sottoposta a "tutela commerciale particolare". Tasse, dazi, autorizzazioni impossibili per le agenzie straniere, permessi scritti del governo per le giovani signore che intendono espatriare. In breve: vietato lasciar fuggire all'estero le donne belle.
Lukascenko, ultimo baluardo continentale del comunismo stalinista, è in buona compagnia.
Anche le donne del Turkmenistan, regime dell'Asia centrale affacciato sul mar Caspio, sono protette dagli stranieri. Saparmurat Niazov, detto Turkmenbashì (padre dei turkmeni ndr) ha fissato un'imposta da 50mila dollari per chi, non residente, voglia sposare una bellezza locale. A Lukascenko l'idea di dichiarare guerra all'esportazione della bellezza dell'Est è venuta guardando i manifesti pubblicitari affissi per le vie di Minsk.
Quasi tutte le ragazze-immagine, secondo il racconto imbarazzato del suo seguito, da mesi sono straniere. "E le nostre belle ragazze - è sbottato qualche settimana fa il presidente - dove sono"? Un consigliere, gongolando d'orgoglio, s'è lasciato sfuggire che le bielorusse più avvenenti emigrano ormai tutte all'estero, essendo tra le più richieste dalle agenzie internazionali di top model. Sono brune con occhi leggermente a mandorla, o bionde con zigomi alti da scandinave, tutte oltre il metro e ottanta, dotate di fisici perfetti. Gli agenti se le contendono a suon di contratti milionari.
Da Maria Didarova (Supermodel of the World pochi giorni fa a New York) a Olga Dudinskaya (vice Miss Mondo 2004), da Natalia Bindasova (Miss Eurasia 2004) a Marina Prudnikova (Miss Metropolitan), da Maria Malashenkova (Miss Tourism World 2003) a Irina Demianova (Miss Internet 2004), da tempo rubano cuore e portafogli agli uomini più ricchi del pianeta, Emirati arabi in testa.
Ma sono centinaia le modelle bielorusse che ogni giorno sfilano per gli stilisti più ammirati, o che approdano al cinema e in tv. "Perché ce le lasciamo scappare tutte - ha tuonato bat'ka facendo strappare un cartellone - se poi in patria dobbiamo accontentarci di vedere solo francesine consumate e a fine carriera"?
Non era solo una battuta di cattivo gusto. Lukascenko ha dato ordine di prendere "sotto il controllo diretto e totale dello Stato" le bielorusse belle: e ha inaugurato una inedita campagna choc contro "il commercio e lo sfruttamento del fascino nazionale". Nulla a che vedere con la lotta ai mercanti di prostitute delle disastrate ex repubbliche sovietiche, drammaticamente ignorati se non protetti.
Il presidente ha accusato ministri e burocrati di non fare nulla per evitare che "l'esodo in Occidente delle donne migliori impoverisca il Paese e indebolisca la razza bielorussa". La polizia, secondo giornali e agenzie indipendenti, si è scatenata. Interrogatori, perquisizioni, verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche, multe per irregolarità normative, sigilli: terra bruciata attorno a modelle, scuole e agenzie. Nelle ultime due settimane sono state pedinate e interrogate oltre 500 ragazze, sottoposte anche all'esame della "macchina della verità".
Chiuso a Minsk l'istituto di modelling di Natalia Makei, conosciuto a livello internazionale, arrestata e condannata a due anni e mezzo di carcere per "contrabbando" la titolare dell'agenzia "Zara", la più importante del Paese. "Senza la nostra tutela - dice Elena Ermolaeva, direttrice della più famosa agenzia russa - le ragazze non hanno garanzie di lavori seri e stipendio. La concorrenza mondiale, nella moda, non si affronta da sole: oppure ci si espone ai rischi di una professione spesso contigua ad un'altra più antica. Proprio ciò che la Bielorussia sembra voler favorire".
Lukascenko però, a cui i Paesi occidentali non concedono il visto d'ingresso, non desiste.
Due giorni fa è tornato sul tema durante una riunione del governo-fantoccio, inasprendo le sanzioni "contro chi opera con l'estero nel business delle nostre donne". Quali "esempi scandalosi" ha portato quelli della top model russa Natalia Vodianova, moglie di un lord inglese e fino a tre anni fa venditrice di arance nel mercato di Nizhnij Novgorod, di Oksana Fiodorova, Miss Universo 2002, e dell'ucraina Julia Majarchuk, scovata da Tinto Brass in una pizzeria di Napoli e lanciata nel film Trasgredire.
E al divieto d'esportazione della bellezza ha aggiunto una stretta ai soggiorni all'estero per lavoratori, studenti e turisti. Richieste e offerte dovranno essere autorizzate personalmente da ministro dell'Interno e capo della polizia. I bielorussi temono così che la "guerra del fascino" celi in realtà il risorgere della cortina di ferro e anticipi una chiusura delle frontiere. Lukascenko, appena finito sul libro nero Usa degli "avamposti della tirannia", teme l'effetto Ucraina e la forza dirompente della voglia di libertà. Per reprimerla in tempo, inizia dal sorriso delle ragazze.
(3 febbraio 2005)
http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/bielorusse/bielorusse/bielorusse.html
:doh:
"Preservare la razza"
Chicco#32
24-03-2006, 14:15
Ma la vecchia volpe l'ha spuntata. Alexander Lukashenko rieletto presidente con il 82,6 % delle preferenze :)
Tutto questo (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/03_Marzo/20/bielo.shtml) nella civile Europa. :) (http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/esteri/bielorussia/minskdopo/minskdopo.html)
è accaduto nella "patria della democrazia", perchè vi scandalizzate se accade in europa?
vi scordate forse che bush alle prime elezioni è andato al potere con taroccamenti vari?
Northern Antarctica
24-03-2006, 14:28
sono anni purtoppo che in Bielorussia la situazione peggiora: la situazione non è tanto dissimile da quando c'era il socialismo reale.
Puoi vivere solo nella città scritta nel tuo passaporto, quindi se stai a Lida e vuoi andare ad abitare a Minsk non puoi; gli alberghi hanno la tripla tariffa (bielorussi/russi, altri Paesi ex CIS ed altri), a Minsk nessun nome di strada è stato cambiato a parte uno o due relativi all'URSS, le procedure per l'ottenimento del visto sono tremende...
La situazione credo sia anche peggiorata adesso che la Polonia e la Lituania sono entrate nell'UE ed i bielorussi che facevano quotidianamente la spola tra città di frontiera come Brest e la Polonia non possono più farlo perché ora ci vuole il visto...
Ti dimentichi di dire che invece l'amico Bush non è per niente soddisfatto.
Perchè bisogna sempre tirare in ballo Berlusconi, anche quando c'entra come i cavoli a merenda?
Essendo soddisfatto Putin come può esserlo Bush? Il nostro c'entra perchè è uno dei maggiori legittimatori dello "zar", il quale ha a sua volta legittimato, per non dire orchestrato, questa inaccettabile e vergognosa faccenda.
zerothehero
29-03-2006, 11:54
Bielorussia: verso la rivoluzione?
Le elezioni del 19 marzo scorso, dopo aver confermato l’annunciata vittoria del presidente uscente Alexander Lukashenko, hanno suscitato una reazione senza precedenti raccogliendo proteste e condanne, circa la regolarità delle procedure elettorali, da parte del fronte di opposizione interna e dall’intero mondo diplomatico europeo e statunitense. In particolare l’immediato sollevamento popolare e la determinazione mostrata dai movimenti di opposizione nel portare avanti la propria battaglia hanno fortemente riecheggiato quanto accaduto nelle altre repubbliche ex-sovietiche qualche anno fa. Tuttavia alcuni fattori interni, come l’arretratezza politica del Paese e, in secondo luogo, i rapporti con la Russia e l’Unione Europea rendono piuttosto improbabile l’eventualità di una nuova rivoluzione.
Le elezioni presidenziali tenutesi il 19 marzo scorso in Bielorussia hanno sancito la vittoria di Alexander Lukashenko con oltre l’80% dei voti. Si trattava, in realtà, di una vittoria annunciata considerando il forte controllo esercitato da parte del presidente uscente sulla società bielorussa e l’inesistenza di un dibattito politico all’interno del Paese. Tuttavia, nonostante le evidenti difficoltà riscontrate nel fare campagna elettorale, derivanti dall’esclusione forzata da qualsiasi fonte di accesso al pubblico, l’attivazione di contatti e gli incontri con alcuni capi della diplomazia europea da parte di Alexander Milinkevich, uno dei capi dell’opposizione, sono riusciti a portare la questione belorussa all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. In questo modo, quindi, è stato possibile organizzare nella piazza di Ottobre della città di Minsk un movimento di resistenza, che ha costituito il primo grando esempio di reazione popolare nella storia della Bielorussia al regime autoritario di Lukashenko. Alle proteste sul fronte interno si sono accompagnate, inoltre, la condanna statunitense e la decisione da parte dell’Unione europea di imporre sanzioni economiche nei confronti del Paese. Apparentemente, quindi, tutta questa serie di avvenimenti porterebbe a ritenere possibile e vicina la concretizzazione in Bielorussia di quanto accaduto in Ucraina e Georgia qualche anno fa, ossia una vera e propria “rivoluzione arancione”. Tuttavia il differente contesto politico, segnato da un’arretratezza maggiore rispetto ai due Paesi e da un movimento di opposizione scarsamente propositivo, da un lato, e la peculiarità dei rapporti con la Russia e l’Europa, dall’altro, fanno ritenere quest’ipotesi piuttosto irrealizzabile.
l contesto politico e la pressione rivoluzionaria dei Paesi vicini
Fra le ragioni che fanno ritenere l’eventualità di una rivoluzione arancione bielorussa scarsamente ipotizzabile vi sono questioni riguardanti essenzialmente il contesto politico del Paese e la peculiarità delle organizzazioni e dei movimenti che si oppongono al regime di Lukashenko. Una delle caratteristiche principali del sistema politico bielorusso risulta essere, infatti, l’assenza di una vera e propria arena all’interno della quale dar luogo ad un confronto fra le varie formazioni. I partiti di opposizione non dispongono di una rappresentanza parlamentare e, quindi, cosa più importante, non è data ai candidati la possibilità di gareggiare partendo da una situazione di equità. Si tratta di un sistema caratterizzato da una certa arretratezza che, quindi, al di là degli eventuali brogli elettorali che vi possono essere a favore del presidente Lukashenko, necessita di una riforma radicale, in grado di giungere alle radici del problema. Tuttavia una riforma del genere può essere implementata solo nel lungo periodo necessitando di uno sforzo nettamente superiore a quello mostrato nelle “rivoluzioni arancioni” da parte delle altre repubbliche ex sovietiche. Inoltre anche la peculiarità dei movimenti di opposizione presenti all’interno del Paese costituisce un elemento di debolezza del sistema. Si tratta per lo più di organizzazioni giovanili, come Zubr e Charter ’97, che possiedono inoltre vari collegamenti con movimenti come Pora e Kmara, organizzazioni queste ultime presenti in Ucraina e Georgia ed anch’esse coinvolte nelle proteste che hanno interessato i rispettivi Paesi qualche anno fa. In realtà valutando l’entità del movimento di protesta organizzato in Bielorussia in questi giorni, il primo della storia da quando Lukashenko è al governo, è possibile ritenere che siano stati fatti grossi passi avanti rispetto al passato. Quanto realizzato da questi movimenti è, quindi, di fatto encomiabile perché costituisce un qualcosa che fino a poco tempo fa risultava impensabile e irrealizzabile. Tuttavia si tratta pur sempre di organizzazioni che per la prima volta si trovano a dover interagire e collaborare assieme e che, inoltre, presentano come caratteristica fondamentale quella di essere semplici movimenti di reazione e di protesta. In altre parole queste organizzazioni mancano di quella capacità propositiva che deve caratterizzare un’opposizione solida e che sia in grado di proporsi come forza alternativa del Paese. Per questa ragione, di fronte ad un’eventuale fine dello scontro o della contrapposizione, un movimento di tale natura è destinato inevitabilmente ad esaurire le proprie forze e a soccombere uscendo, quindi, sconfitto nel lungo periodo. È questo, infatti, ciò che sta accadendo ed è accaduto in Ucraina in questi ultimi mesi. La spinta rivoluzionaria che aveva portato al ribaltamento del risultato elettorale e al crollo di Yanukovych nel 2004, secondo i sondaggi, sembrerebbe aver subito una battuta d’arresto con relative conseguenze sul fronte interno e all’estero. Proprio a tal proposito, infatti, non è da escludere l’influenza che la crisi dei movimenti rivoluzionari potrebbe avere sugli sviluppi dell’attuale protesta in Bielorussia. Un contesto regionale caratterizzato da un ritorno delle forze anti-rivoluzionarie non farebbe che scoraggiare la resistenza del fronte di opposizione interna del Paese facendone ritenere, invece, più plausibile il progressivo sgretolamento.
I rapporti con la Russia e l’Europa
La peculiarità della Bielorussia, nel contesto delle repubbliche ex sovietiche, riguarda non solo elementi di natura politica, come accennato prima, ma, soprattutto, fattori di carattere economico. La bilancia commerciale del Paese, infatti, ossia la quasi totalità delle importazioni e delle esportazioni è rivolta esclusivamente verso la Russia. Si tratta quindi di una vera e propria condizione di dipendenza economica che costituisce, inoltre, un’ulteriore ragione per cui le pressioni internazionali per un eventuale rovesciamento di Lukashenko risulterebbero del tutto inutili. Le sanzioni che l’Unione europea ha, infatti, deciso di imporre verso il Paese non avrebbero alcun effetto reale sull’economia bielorussa. Per questa ragione il provvedimento europeo, pur costituendo un forte richiamo sul piano internazionale, si presta a cadere nel vuoto non fornendo alcun tipo di contributo reale al fronte di opposizione interna. Il Paese, inoltre, proprio in forza di questo stretto rapporto di cooperazione economica con la Russia può beneficiare, a differenza di Paesi come Ucraina e Georgia, di una vantaggiosa politica di prezzi in settori come quello del gas e del petrolio. Infine gli aiuti economici da parte dello Stato russo hanno consentito al presidente di attuare, in questi anni, una politica sociale generosa aumentando le pensioni e i salari. Tutto ciò naturalmente non può che giovare al regime di Lukashenko che, in questa maniera, non fa che accrescere il proprio consenso all’interno del Paese. Un altro elemento, inoltre, porta a ritenere piuttosto improbabile l’eventualità di una nuova “rivoluzione arancione”. La questione, in particolare, riguarda gli interessi che la Russia ha nel Paese e il sostegno che questo Stato offre ed ha sempre offerto al regime di Lukashenko. Il governo e il tipo di politica impostata da quest’ultimo in questi anni ha consentito, infatti, al Cremino di continuare ad esercitare un forte controllo sul Paese. Di conseguenza, quindi, la Russia non ha alcun interesse affinché l’attuale regime venga rovesciato. La vittoria di nuove forze, ed in particolare il trionfo di una nuova rivoluzione arancione significherebbe, infatti, un allontanamento dall’orbita russa ed un avanzamento verso quella occidentale ed europea.
Conclusioni
I risultati delle elezioni, tenutesi in Bielorussia, il 19 marzo scorso hanno determinato l’insorgere di una sonora protesta popolare e la condanna da parte dell’intera diplomazia occidentale. La riconferma del presidente uscente Alexander Lukashenko ha, infatti, posto all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale il problema della corruzione e della scarsa libertà politica all’interno del Paese. In particolare le proteste organizzate nella città di Minsk da parte del fronte di opposizione interna hanno rappresentato la prima dura reazione nella storia del Paese al regime di Lukashenko costituendo, quindi, un evento senza precedenti. Tuttavia, nonostante gli avvenimenti degli ultimi giorni abbiano rappresentato un enorme progresso rispetto al passato, una serie di fattori inerenti al sistema politico del Paese ed, in particolare, la peculiarità dei rapporti economici con la Russia fanno ritenere l’eventualità di una nuova “rivoluzione arancione”piuttosto improbabile. La debolezza del quadro politico, caratterizzato dall’assenza di un dibattito interno e da movimenti di protesta scarsamente propositivi, unita inoltre ad un generale esaurimento della spinta riformista nei Paesi vicini, potrebbe portare, infatti, nel lungo periodo ad un progressivo sgretolamento del fronte di opposizione interna. A conferma di questa ipotesi si aggiungono inoltre l’interesse della Russia al mantenimento dello status quo, per ragioni di natura politica, e la dipendenza economica del Paese nei confronti del proprio vicino che costituiscono, quindi, un ulteriore grande ostacolo al rovesciamento politico di Lukashenko.
Cristina Columpsi
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