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View Full Version : Tassa governativa sui conti correnti - lo sapevate già ?


sider
20-03-2006, 12:02
Mi scuso se esiste già una discussione, non l'ho trovata

"A partire dal 1 febbraio 2005, l'imposta di bollo trimestrale applicata per legge sul conto corrente è passata da 6,39 euro a 8,55 euro. Tale addebito è imposto dallo Stato mediante Decreto Legge del 31/01/05 ed applicato dalle Banche a tutti i conti correnti (naturalmente la cosa è passata senza che se ne sapesse nulla, o forse sarebbe più corretto dire "nella generale indifferenza", occupati come siamo a seguire partite di calcio e/o gossip, grandi fratelli, fattorie, isole, ed altri programmi intellettuali vari).

Considerando almeno 30.000.000 di conti correnti in Italia (1 per ciascun lavoratore), ogni mese lo Stato incassa con i bolli 21.600.000 euro in più, 259 milioni di euro all'anno pari a circa 500 miliardi di vecchie lire.

Questa cifra va dritta dai nostri conti alle casse statali e il nostro Silvio si ciondola in tv parlando di più soldi nelle tasche degli Italiani, "grazie finalmente al controllo delle spese dello Stato necessarie per far fronte alla riduzione delle Tasse".

Si prega di girare questa e-mail a tutti coloro che conosciamo, casomai qualcuno di loro credesse ancora a Babbo Natale..."

Franco Miroglio
Docente Università Bocconi
Docente Bocconi School of Management
Via Bocconi, 8 - Milano
tel: 02/5836.6431

joesun
20-03-2006, 12:07
cercasi berlusconini per confutare l'autorevole parere di un prof della bocconi..tanto lo so, alla fantasia non c'è limite :rolleyes:

generals
20-03-2006, 12:23
Purtroppo lo sapevo :cry:
E' il frutto della politica fiscale del Berl che ha spstato l'imposizione diretta dai più ricchi alle imposte indirette (appunto i bolli).
la cosa negativa di questo spostamento è che mentre con le imposte dirette (irpef) si può applicare il principio di progressività e cioè chi più ha più paga, con quelle indirette a cui Berl ha fatto ampio ricorso, tutti pagano le stesse somme a prescindere dal reddito e ricchezza. Il risultato è che mentre su plusvalenze di milioni di euro Ricucci non ha pagato NIENTE, noi comuni mortali sui pochi risparmi presenti sul c/c paghiamo quasi il doppio di bolli :muro: Lo stesso discorso vale sulle imposte (accise) sulla benzina, ecc.

sider
20-03-2006, 12:30
Concordo che per il momento ci guadagnao solo i più ricchi.
Il problema poi è la presa per i fondelli.
Se B. dicesse "ragazzi stringiamo la cinghia altrimenti i conti mi vanno fuori controllo" potrei accettarlo.
Ma tutte quelle balle sulla riduzione delle tasse, che siamo più ricchi ecc.ecc.
non le accetto. Offendono la mia intelligenza.

franklar
20-03-2006, 12:35
senza dimenticare altre cosucce, tipo le marche da bollo salite di un "modesto" 40% circa... :muro:

Onisem
20-03-2006, 12:36
Si sapeva, le indirette sono notevolemente aumentate in questi anni.

tdi150cv
20-03-2006, 13:07
EHMMM ... scusate se faccio il solito guastafeste ma ... voglio un link in quanto ... ehmmmm ... fosse anche vero c'è chi c'aveva gia pensato ! Amato tra il 92 e 93 ! :D :cool:

joesun
20-03-2006, 13:10
EHMMM ... scusate se faccio il solito guastafeste ma ... voglio un link in quanto ... ehmmmm ... fosse anche vero c'è chi c'aveva gia pensato ! Amato tra il 92 e 93 ! :D :cool:

di grazia, a dimostrazione di?

non penso che amato avesse fatto proclami dall'alpi alle piramidi, dal manzanarre al reno di ridurre le tasse ai meno abbienti... :nono:

sider
20-03-2006, 13:21
per esempio

http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=67&ID_articolo=46&ID_sezione=132

Onisem
20-03-2006, 13:26
EHMMM ... scusate se faccio il solito guastafeste ma ... voglio un link in quanto ... ehmmmm ... fosse anche vero c'è chi c'aveva gia pensato ! Amato tra il 92 e 93 ! :D :cool:
Tieni, qui c'è di tutto un pò: http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=2545&Ricerca=mutui

Per la precisione la Gazzetta Ufficiale num. 24 del 31 gennaio scorso ha pubblicato il Decreto Legge num. 7/2005 col quale si dà notizia dell'aumento dell' imposta di bollo sugli estratti conto e sui depositi titoli relativi alle persone fisiche.

Il nuovo importo sarà di 34,20 euro annuali, con un aumento superiore al 30% rispetto al vecchio.

indelebile
20-03-2006, 13:27
la cosa è vera vi farei vedere il mio conto corrente online

un link a caso

http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?p=7780859#post7780859

Onisem
20-03-2006, 13:33
la cosa è vera vi farei vedere il mio conto corrente online

un link a caso

http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?p=7780859#post7780859
Sul fatto che sia vero non serve discutere ulteriormente, solo uno che ha lasciato il cervello nel ventennio può sparare il contrario.

generals
20-03-2006, 13:34
EHMMM ... scusate se faccio il solito guastafeste ma ... voglio un link in quanto ... ehmmmm ... fosse anche vero c'è chi c'aveva gia pensato ! Amato tra il 92 e 93 ! :D :cool:

Svegliaaa! siamo nel 2006!!! parliamo di questo aumento non di 15 anni fa :muro:

sider
20-03-2006, 13:47
Non discuto l'aumento, ma la reiterata presa in giro.
Dicessero la verità, ogni tanto.
Dicono che Prodi parla di tasse, ma almeno in questo è realista. L'altro tizio non ne parla, e le ficca dappertutto.

gtrin
20-03-2006, 14:47
EHMMM ... scusate se faccio il solito guastafeste ma ... voglio un link in quanto ... ehmmmm ... fosse anche vero c'è chi c'aveva gia pensato ! Amato tra il 92 e 93 ! :D :cool:

AMato fece un prelievo del 6 per mille sui conti correnti, anche questo un bel salasso, non c'è che dire...
Il piccolo particolare che Berlusconi dimentica è che se lui oggi è presidente è perchè la gente ha mandato a casa quelli che avevano fatto (a torto o a ragione) quella politica fiscale.
Cioè, non può dirmi che siccome lo ha fatto Amato allora può farlo anche lui... Intendiamoci, può fare anche di peggio ma Amato and company a loro turno hanno perso le elezioni.

oedem
20-03-2006, 14:49
purtroppo verissimo :cry:
infatti puntualmente da quando ho i soldi in banca, ci ho + perso che guadagnato :mc:

un'altra cosa che non capisco è il 27% di tasse che mettono sugli interessi, + dei profitti in borsa.

ma se io ho pochi soldi, per guadagnarci un minimo di interesse non ho affatto speranze?

:ncomment:

parax
20-03-2006, 15:23
Mi scuso se esiste già una discussione, non l'ho trovata

"A partire dal 1 febbraio 2005, l'imposta di bollo trimestrale applicata per legge sul conto corrente è passata da 6,39 euro a 8,55 euro. Tale addebito è imposto dallo Stato mediante Decreto Legge del 31/01/05 ed applicato dalle Banche a tutti i conti correnti (naturalmente la cosa è passata senza che se ne sapesse nulla, o forse sarebbe più corretto dire "nella generale indifferenza", occupati come siamo a seguire partite di calcio e/o gossip, grandi fratelli, fattorie, isole, ed altri programmi intellettuali vari).

Considerando almeno 30.000.000 di conti correnti in Italia (1 per ciascun lavoratore), ogni mese lo Stato incassa con i bolli 21.600.000 euro in più, 259 milioni di euro all'anno pari a circa 500 miliardi di vecchie lire.

Questa cifra va dritta dai nostri conti alle casse statali e il nostro Silvio si ciondola in tv parlando di più soldi nelle tasche degli Italiani, "grazie finalmente al controllo delle spese dello Stato necessarie per far fronte alla riduzione delle Tasse".

Si prega di girare questa e-mail a tutti coloro che conosciamo, casomai qualcuno di loro credesse ancora a Babbo Natale..."

Franco Miroglio
Docente Università Bocconi
Docente Bocconi School of Management
Via Bocconi, 8 - Milano
tel: 02/5836.6431


Io lo sapevo già, fa parte dell'imbroglio del Belruska che vuole farci credere di aver abbassato le tasse anche se di poco, mentre se facciamo 2 rapidi conti le tasse sono aumentate e di parecchio.

parax
20-03-2006, 15:26
purtroppo verissimo :cry:
infatti puntualmente da quando ho i soldi in banca, ci ho + perso che guadagnato :mc:

un'altra cosa che non capisco è il 27% di tasse che mettono sugli interessi, + dei profitti in borsa.

ma se io ho pochi soldi, per guadagnarci un minimo di interesse non ho affatto speranze?

:ncomment:

No nessuna, al limite puoi farti conto arancio che non ti costa nulla di nulla.

oedem
20-03-2006, 17:17
No nessuna, al limite puoi farti conto arancio che non ti costa nulla di nulla.
infatti già ho provveduto ;)

però è scandaloso cmq perché per fare conto arancio devi appoggiarti ad un cc bancario su cui spendi soldi per mantenerlo

generals
20-03-2006, 17:19
infatti già ho provveduto ;)

però è scandaloso cmq perché per fare conto arancio devi appoggiarti ad un cc bancario su cui spendi soldi per mantenerlo

si ma poi paghi cmq il 27% sugli interessi e questo fa sì che oggi conto arancio non sia più tanto competitivo se consideri il tasso netto (esclusa la promozione per i nuovi iscritti).

parax
20-03-2006, 17:47
si ma poi paghi cmq il 27% sugli interessi e questo fa sì che oggi conto arancio non sia più tanto competitivo se consideri il tasso netto (esclusa la promozione per i nuovi iscritti).


il 27% lo paghi su tutti gli interessi, per me viste le modalità con cui ci si può accedere, resta mooolto competitivo.

generals
20-03-2006, 18:09
il 27% lo paghi su tutti gli interessi, per me viste le modalità con cui ci si può accedere, resta mooolto competitivo.

Per esempio se lo confronti con cct o ctz e sei soggetto al vecchio tasso lordo del 2,5% ti accorgerai che per via della diversa tassazione (12,5%) il tasso di rendimento netto dei ctz o cct, anche per scadenze molto brevi, è superiore. Comunque tra le proposte del csx c'è proprio quella di aumentare dal 12.5% al 20% ma di ridurre quella sui c/c da 27% al 20%.

parax
21-03-2006, 10:17
Per esempio se lo confronti con cct o ctz e sei soggetto al vecchio tasso lordo del 2,5% ti accorgerai che per via della diversa tassazione (12,5%) il tasso di rendimento netto dei ctz o cct, anche per scadenze molto brevi, è superiore. Comunque tra le proposte del csx c'è proprio quella di aumentare dal 12.5% al 20% ma di ridurre quella sui c/c da 27% al 20%.


si ma di pochissimo, e conto arancio è mooolto più comodo dei cct, per esempio se domani mi servissero 1000 euro in 3 giorni ce li ho sul c/c. ;)

evelon
21-03-2006, 10:21
Per esempio se lo confronti con cct o ctz e sei soggetto al vecchio tasso lordo del 2,5% ti accorgerai che per via della diversa tassazione (12,5%) il tasso di rendimento netto dei ctz o cct, anche per scadenze molto brevi, è superiore. Comunque tra le proposte del csx c'è proprio quella di aumentare dal 12.5% al 20% ma di ridurre quella sui c/c da 27% al 20%.

E queste sono le proposte del csx ?

Se vincono la prima cosa che farò con i miei sudati risparmi sarà di trasferirli fuori Italia.

generals
21-03-2006, 10:51
E queste sono le proposte del csx ?

Se vincono la prima cosa che farò con i miei sudati risparmi sarà di trasferirli fuori Italia.


fai bene, tanto in Italia la pratica dell'evasione fiscale è molto diffusa come ben sai ;)

evelon
21-03-2006, 11:10
fai bene, tanto in Italia la pratica dell'evasione fiscale è molto diffusa come ben sai ;)

?
Aprire un conto in uno stato estero è evasione ?

Nockmaar
21-03-2006, 11:17
E queste sono le proposte del csx ?

Se vincono la prima cosa che farò con i miei sudati risparmi sarà di trasferirli fuori Italia.

Hai scelto il momento sbagliato... Ti conveniva trasferirli qualche anno fa e farli rientrare grazie allo scudo fiscale. :sofico:

generals
21-03-2006, 11:28
?
Aprire un conto in uno stato estero è evasione ?

e stai ancora a questo? certo che è evasione ed in passato era punita anche col carcere (esportazione illegale di capitale).
Credimi ti conviene fare come Berl, creati una serie di società fittizie con sede nelle isole cayman o in qualche altro paradiso fiscale, e stai tranquillo :D

evelon
21-03-2006, 11:38
e stai ancora a questo? certo che è evasione ed in passato era punita anche col carcere (esportazione illegale di capitale).
Credimi ti conviene fare come Berl, creati una serie di società fittizie con sede nelle isole cayman o in qualche altro paradiso fiscale, e stai tranquillo :D

No, niente cayman.. :D

Giusto per capire: se io prendo i contanti dal mio conto e li investo fuori dall'Italia è tutto legale.

Se prendo i contanti, li porto in Francia ed apro il conto in una banca è evasione ?

generals
21-03-2006, 11:47
No, niente cayman.. :D

Giusto per capire: se io prendo i contanti dal mio conto e li investo fuori dall'Italia è tutto legale.

Se prendo i contanti, li porto in Francia ed apro il conto in una banca è evasione ?

Esatto! l'importante e che si dichiari il movimento di capitali e non si mettano in una valigia...

evelon
21-03-2006, 11:49
Esatto!

Allora basta investirli all'estero...

Il risultato è lo stesso.

Dona*
30-03-2006, 17:22
Allora basta investirli all'estero...

Il risultato è lo stesso.

certo, solo che investire non è proprio uguale a tenere i propri sudati risparmi in un conto corrente
In ogni investimento degno di questa definizione, è insito un cosiddetto fattore di rischio che può intaccare il capitale investito... ovviamente escluse commissioni e gabelle varie :read:

parax
30-03-2006, 18:01
E queste sono le proposte del csx ?

Se vincono la prima cosa che farò con i miei sudati risparmi sarà di trasferirli fuori Italia.

Ma dimmi dove li porti, visto che in tutta europa la tassazione sui bot e cct e sui capital gain è del 20%, se hai solo un conto corrente o un conto postale o conto arancio per es. ti converrà di gran lunga lasciarli in Italia visto che la proposta di Prodi è di abbassare gli interessi sui c/c dal 27 al 20%. ;)

evelon
31-03-2006, 10:24
Ma dimmi dove li porti, visto che in tutta europa la tassazione sui bot e cct e sui capital gain è del 20%, se hai solo un conto corrente o un conto postale o conto arancio per es. ti converrà di gran lunga lasciarli in Italia visto che la proposta di Prodi è di abbassare gli interessi sui c/c dal 27 al 20%. ;)

Dove lo sò già. :D

Ti consiglio di parlare con un buon promotore finanziario. ;)

La proposta di Prodi imho servirà solo a far uscire un pò di capitali dall'Italia (capitali di cui necessitiamo come l'ossigeno).
Una bella martellata sulle balle insomma....a spese del "solito" ceto medio.

evelon
31-03-2006, 10:26
certo, solo che investire non è proprio uguale a tenere i propri sudati risparmi in un conto corrente
In ogni investimento degno di questa definizione, è insito un cosiddetto fattore di rischio che può intaccare il capitale investito... ovviamente escluse commissioni e gabelle varie :read:

Le commissioni sono enormemente più basse del 20%. :)

Il rischio, se ben distribuito, può essere del tutto accettabile ed, imho, è più accettabile di una perdita sicura.

Whelk
31-03-2006, 10:44
Dove lo sò già. :D

Ti consiglio di parlare con un buon promotore finanziario. ;)

La proposta di Prodi imho servirà solo a far uscire un pò di capitali dall'Italia (capitali di cui necessitiamo come l'ossigeno).
Una bella martellata sulle balle insomma....a spese del "solito" ceto medio.

Questa poi del bisogno di capitali in Italia è una classica panzana berlusconiana.

Gli investitori nazionali e soprattutto esteri investono poco in italia e continueranno ad investire poco in italia non certo per il fatto che la tassazione sugli utili dei buoni del tesono eventualmente possa passare dal 12.5 al 20%.
Gli investimenti di cui avremmo bisogno non sono certo di quelli in buoni dello stato, sia che questi vengano fatti da cittadini italiani, sia che questi li facciano dall'estero.

Gli investimenti che servierebbero per invertire una tendenza di declino sono nelle imprese, nella ricerca e nella pubblica amministrazione, non certo quelli (pur utili) per finanziare il debito pubblico.

Uno dei problemi dell'italia di oggi non è la mancanza di soldi da investire, ma in che cosa investirli a fini produttivi. ;)

generals
31-03-2006, 10:54
Dove lo sò già. :D

Ti consiglio di parlare con un buon promotore finanziario. ;)

La proposta di Prodi imho servirà solo a far uscire un pò di capitali dall'Italia (capitali di cui necessitiamo come l'ossigeno).
Una bella martellata sulle balle insomma....a spese del "solito" ceto medio.

Si bravo, affidati ai promotori finanziari ti troverai un bel portafoglio con minimizzazione del rischio composto da Bond argentini, Azioni Finmatica, Obbligazioni parmalat tutto ben equilibrato :asd:

E tutto questo inutilmente poichè l'aliquota più alta sui titoli di futura emissione sarà compensata da tassi lordi più alti (vediti anche le ultime emissioni di titoli di stato) altrimenti quei titoli con rendimento netto inferiore a quelli di mercato nazionali ed internazionali nessuno li comprerebbe ;)

Infine in europa la media della tassazione è al 20% :D

evelon
31-03-2006, 11:21
Si bravo, affidati ai promotori finanziari ti troverai un bel portafoglio con minimizzazione del rischio composto da Bond argentini, Azioni Finmatica, Obbligazioni parmalat tutto ben equilibrato :asd:


LOL

Mica esistono solo quelli eh ? :asd:


E tutto questo inutilmente poichè l'aliquota più alta sui titoli di futura emissione sarà compensata da tassi lordi più alti (vediti anche le ultime emissioni di titoli di stato) altrimenti quei titoli con rendimento netto inferiore a quelli di mercato nazionali ed internazionali nessuno li comprerebbe ;)


Non mi hai capito: lascio perdere i titoli di stato.


Infine in europa la media della tassazione è al 20% :D

Lo sò.
Ma se una cosa la fà l'europa mica è detto che è giusta a prescindere eh ? :confused:

evelon
31-03-2006, 11:30
Questa poi del bisogno di capitali in Italia è una classica panzana berlusconiana.

Gli investitori nazionali e soprattutto esteri investono poco in italia e continueranno ad investire poco in italia non certo per il fatto che la tassazione sugli utili dei buoni del tesono eventualmente possa passare dal 12.5 al 20%.
Gli investimenti di cui avremmo bisogno non sono certo di quelli in buoni dello stato, sia che questi vengano fatti da cittadini italiani, sia che questi li facciano dall'estero.

Gli investimenti che servierebbero per invertire una tendenza di declino sono nelle imprese, nella ricerca e nella pubblica amministrazione, non certo quelli (pur utili) per finanziare il debito pubblico.

Uno dei problemi dell'italia di oggi non è la mancanza di soldi da investire, ma in che cosa investirli a fini produttivi. ;)

dunque:

1) di Berlusconi non me ne frega nulla
2) di Prodi non me ne frega nulla.
3) la cosa che mi interessa è la conseguenza delle azioni dei suddetti (in particolar modo del vincitore) nella mia vita.

Detto questo (giusto per evitare di prendermi del berlusconiano o del prodiano) non sono d'accordo con la tua analisi.

La pubblica amministrazione non ha bisogno di fondi, anzi ha bisogno di tagli
Tanti tagli.
Dolorosi tagli.
Alla sua voce di spesa più grande: il personale.
Il primo che se ne esce con la balla spaziale del "se tagliano il personale e le spese non potranno erogare i servizi attuali" lo sbrano. :D

La ricerca NON si fà in 5 anni.
Finanziare massicciamente la ricerca ora significa vedere qualcosa tra molti anni (forse).
Giustissimo finanziare la ricerca ma aspettarsi miglioramenti finanziari da questo in tempi medio brevi è piuttosto utopico (geni a parte).

Le imprese non hanno bisogno di finanziamenti, anzi sono propenso a credere che una delle cause della nostra struttura economica ridicola siano proprio gli aiuti pubblici (finanziamenti, svalutazioni competitive della lira, protezionismo etc..) fatte in passato.
L'Italia si regge ancora sul modello della PMI che non ha nessuna speranza di competitività con le imprese estere da quando si sono aperti i mercati.
E' assurdo chiedere di finanziare le imprese italiane (in maggioranza PMI) per produzioni a basso contenuto tecnologico.
Se poi vogliamo rinnovare la produzione....occorre taaaaanto tempo.... :D

parax
31-03-2006, 11:51
Dove lo sò già. :D

Ti consiglio di parlare con un buon promotore finanziario. ;)

La proposta di Prodi imho servirà solo a far uscire un pò di capitali dall'Italia (capitali di cui necessitiamo come l'ossigeno).
Una bella martellata sulle balle insomma....a spese del "solito" ceto medio.


Si così mi fa investire in bond argentini. :D
Ma di che martellata parli, guarda che solo in Italia c'è l'assurdità del 12% sugli interessi e del 27 sui c/c.
Ripeto a me che mi considero in un ceto medio-basso mi fanno un favore mica da ridere abbassandolo al 20%, poi i solito mafiosi ed evasori si organizzino come meglio credono, tanto per loro anche l'1% è troppo, li trovi già tutti a montecarlo o alle cayman.

evelon
31-03-2006, 11:57
Si così mi fa investire in bond argentini. :D
Ma di che martellata parli, guarda che solo in Italia c'è l'assurdità del 12% sugli interessi e del 27 sui c/c.

:asd:
Stà' storia dei bond argentini stà facendo venire alla luce chi investe fidandosi ciecamente di ciò che gli viene detto.

Io non sono un grande economista ma il mio promotore si può anche sbattere per terra ma se una cosa non mi convince (e ci ragiono sù informandomi e tirando le mie conclusioni) non la faccio, non ci stan cazzi.

La martellata mi pare evidente, se poi si considera assurdità l'investire i propri soldi e non si considera assurdità il tenere (imho piuttosto scioccamente) i soldi a marcire su un CC che ci posso fare ? :D

Whelk
31-03-2006, 12:17
dunque:

1) di Berlusconi non me ne frega nulla
2) di Prodi non me ne frega nulla.
3) la cosa che mi interessa è la conseguenza delle azioni dei suddetti (in particolar modo del vincitore) nella mia vita.

Detto questo (giusto per evitare di prendermi del berlusconiano o del prodiano) non sono d'accordo con la tua analisi.

La pubblica amministrazione non ha bisogno di fondi, anzi ha bisogno di tagli
Tanti tagli.
Dolorosi tagli.
Alla sua voce di spesa più grande: il personale.
Il primo che se ne esce con la balla spaziale del "se tagliano il personale e le spese non potranno erogare i servizi attuali" lo sbrano. :D

La ricerca NON si fà in 5 anni.
Finanziare massicciamente la ricerca ora significa vedere qualcosa tra molti anni (forse).
Giustissimo finanziare la ricerca ma aspettarsi miglioramenti finanziari da questo in tempi medio brevi è piuttosto utopico (geni a parte).

Le imprese non hanno bisogno di finanziamenti, anzi sono propenso a credere che una delle cause della nostra struttura economica ridicola siano proprio gli aiuti pubblici (finanziamenti, svalutazioni competitive della lira, protezionismo etc..) fatte in passato.
L'Italia si regge ancora sul modello della PMI che non ha nessuna speranza di competitività con le imprese estere da quando si sono aperti i mercati.
E' assurdo chiedere di finanziare le imprese italiane (in maggioranza PMI) per produzioni a basso contenuto tecnologico.
Se poi vogliamo rinnovare la produzione....occorre taaaaanto tempo.... :D


Rispondo a :

1) Benissimo, la mia affermazione era generica non ho scritto che eri pro berlusconi.
2) Benissimo bis, il fatto di essere pro o contro Berlusconi non significa viceversa di essere rispettivamente contro e pro Prodi, su questo condivido al 200%
3) Condivido

La tua opinione sulla P.A. è un punto di vista, lo condivido parzialmente ma è cmq una interpretazione.

Sulla ricerca sono in pieno accordo con te, io infatti non ho mai parlato di risultati in breve termine, la ricerca serve su un periodo più lungo, però prima o poi bisogna iniziare ad investirci sennò se non lo si fa perché si dice che nei 5 anni di 1 governo non porta risultati utili non si va mai da nessuna parte.

Sul discorso dei finanziamenti hai espresso in modo più dettagliato UNO degli aspetti che avevo detto io sul fatto che in italia il problema non è la mancanza di capitali ma trovare il modo di investirli in maniera intelligente e lungimirante.

Quindi proprio in virtù di quanto hai appena scritto mi spieghi adesso il perché di questa affermazione???

La proposta di Prodi imho servirà solo a far uscire un pò di capitali dall'Italia (capitali di cui necessitiamo come l'ossigeno).

A cosa ci servono questi capitali? :confused:
Le due cose che hai scritto tu, salvo che io abbia compreso male, sono in palese contraddizione, salvo che tu abbia idee intelligenti in cui investiresti dei soldi.

Ciao! :)

evelon
31-03-2006, 12:38
Sul discorso dei finanziamenti hai espresso in modo più dettagliato UNO degli aspetti che avevo detto io sul fatto che in italia il problema non è la mancanza di capitali ma trovare il modo di investirli in maniera intelligente e lungimirante.

Quindi proprio in virtù di quanto hai appena scritto mi spieghi adesso il perché di questa affermazione???



A cosa ci servono questi capitali? :confused:
Le due cose che hai scritto tu, salvo che io abbia compreso male, sono in palese contraddizione, salvo che tu abbia idee intelligenti in cui investiresti dei soldi.

Ciao! :)

Ho tolto le parti in cui siamo d'accordo :D

Forse sono stato poco chiaro, provo a ripetere:

Distinguiamo inizialmente i capitali (ipoteticamente) destinati al privato (imprese) da quelli destinati al pubblico (riduzione debito pubblico o comunque a disposizione del paese).

Come detto credo che il settore privato non debba avere finanziamenti da parte pubblica.
Non sono ideologicamente contrario a questo; guardiamo la Francia che non esita a fregarsene dell'Europa per aiutare le sue imprese migliori (i "campioni" nazionali).

Però in Italia di "campioni" (imprese, magari multinazionali, leader dei propri settori che portano grandi ricchezze al paese) ce ne sono pochi.

La stragrande maggioranza del tessuto economico italiano è fatto dalle PMI, troppo piccole per poter competere con i colossi esteri e troppo deboli economicamente per poter investire in ricerca e tecnologie (l'acquisto di una nuova linea di produzione NON è investimento in ricerca e nuove tecnologie).

Oltretutto questa inefficente e debole struttura è sostanzialmente specializzata in produzioni di basso contenuto tecnologico che le rende vulnerabili alla concorrenza senza quartiere delle imprese dei paesi emergenti (Cina, paesi dell'est).

Altri paesi europei non sono in questa situazione.
Perchè ?
Imho questa struttura (nata nel dopoguerra ed evolutasi successivamente nel boom) è sopravvissuta grazie alle disastrose politiche di assistenzialismo dello stato italiano ed alle assurde politiche monetarie (tipicamente le svalutazioni competitive).

Questa struttura (sempre imho) deve essere spazzata via per lasciare il posto ad imprese in grado di competere seriamente.
Ma la cosa non è nè rapida, nè facile, nè indolore (soprattutto).

Per quanto riguarda i capitali che dovrebbero arrivare dai titoli di stato dovrebbero rappresentare un margine di manovra (ridotto comunque) per il governo per cercare di ridurre uno dei principali (o il principale) problemi dell'economica italiana: l'enorme debito pubblico.

E' assurdo coprire il "buco" con i titoli di stato ma, appunto, essi potrebbero rappresentare un capitale per poter studiare altre misure.

Ovviamente tutto questo presuppone una classe politica responsabile e competente....e quì la mia teoria mostra tutti i suoi limiti :sofico:

indelebile
31-03-2006, 13:05
Tutto (o quasi) quello che vorreste sapere sulla tassazione delle attività finanziarie
Silvia Giannini
Maria Cecilia Guerra


In questi giorni vi sono state roventi polemiche sul futuro della tassazione delle attività finanziarie, ma spesso l’informazione è stata parziale o fuorviante. Proviamo a rispondere alle domande più frequenti e sfatare alcuni luoghi comuni.



I redditi di capitale sono tassati oggi in Italia? Come?



I redditi di capitale e diversi (interessi, dividendi e plusvalenze) percepiti da un normale risparmiatore (una persona fisica che non esercita attività di impresa) sono già oggi tassati nel nostro paese, ma con aliquote diverse. Sui depositi e conti correnti bancari e postali e sulle obbligazioni private con scadenza inferiore a diciotto mesi vi è una imposta sostitutiva dell’Irpef, prelevata alla fonte con l’aliquota del 27 per cento. Sugli interessi sui titoli del debito pubblico, sui buoni postali e sulle obbligazioni con scadenza superiore a diciotto mesi, l’aliquota è invece il 12,5 per cento. La stessa aliquota è applicata anche ai dividendi e a tutte le plusvalenze, purché, nel caso di dividendi e plusvalenze azionarie, l’azionista non detenga partecipazioni qualificate (in caso contrario una quota, pari al 40 per cento del loro valore è tassata in Irpef). L’aliquota del 12,5 per cento è applicata al risultato netto di gestione dei fondi comuni e delle gestioni patrimoniali.



Vi sono buoni motivi per cambiare la tassazione delle attività finanziarie?



La presenza di due aliquote non ha alcuna giustificazione razionale, né sotto il profilo dell’equità (perché chi ha interessi da depositi bancari o postali dovrebbe pagare di più di chi detiene obbligazioni?), né dal punto di vista dell’efficiente funzionamento del mercato (la tassazione non dovrebbe interferire sulle scelte finanziarie degli individui, che dovrebbero essere guidate solo dalla convenienza economica).

I motivi per unificare il tutto in un’unica aliquota non sono tanto quelli di recuperare gettito, quanto quelli di rendere più coerente e razionale il sistema di imposizione diretta dei redditi.



Quale sarebbe il livello ottimale per un’aliquota unica sui redditi finanziari?



Non vi è un livello ottimale. La scelta va fatta tenendo conto del tipo di sistema impositivo che si vuole adottare. Se si volesse adottare, ad esempio, un’imposizione non sul reddito ma sul consumo (“imposta sul reddito spesa”), tema spesso dibattuto nella letteratura economica, i redditi di capitale dovrebbero essere esentati. Nessun paese si è mosso però finora in questa direzione.

I redditi di capitale sono spesso tassati con regimi proporzionali, fuori dal regime progressivo che grava sui redditi di lavoro. Mediamente quindi sono meno tassati rispetto ai redditi di lavoro.

La scelta di una aliquota intermedia, fra le due attualmente esistenti (12,5% e 27%) è motivata dalla volontà di ridurre la distanza fra il prelievo sui redditi finanziari, da un lato, e quello sui redditi di lavoro (tassati con le aliquote Irpef dal 23 al 43 per cento) e delle società di capitali (tassati con l’Ires al 33 per cento e l’Irap al 4,25 per cento), dall’altro.



Come è la tassazione negli altri paesi europei?



Per quanto riguarda gli interessi il modello di tassazione prevalente nella Unione Europea non è più l’imposizione ordinaria (imposta personale e progressiva sul reddito), ma un insieme variegato di regimi sostitutivi e separati. Nell’Europa a 25, gli interessi rimangono assoggettati al regime ordinario di tassazione solo nel Regno Unito e Slovenia e, per opzione del contribuente, in Belgio, Francia e, in parte, in Germania.

I regimi di tassazione separata o sostitutiva prevedono generalmente una sola aliquota di tassazione (anche se in molti paesi, soprattutto fra i nuovi entranti, sono previste esenzioni per varie tipologie di interessi) il cui livello varia fra il 10 e il 35 per cento, ma è generalmente non inferiore al 15-20 per cento (ad esempio, 27 per cento in Francia, 31,65 per cento in Germania al di sopra di una soglia esente, dal 20 al 40 per cento nel Regno Unito, 28 per cento in Finlandia).

Nei paesi nordici, che applicano sistemi cosiddetti di dual income tax, l’aliquota sui redditi di capitale coincide con l’aliquota base dell’imposta personale progressiva sul reddito.



Fissare una aliquota superiore al 12,5 per cento può provocare una fuga di capitali?


L’enfasi posta su questa eventualità va sicuramente ridimensionata.
In primo luogo, perché l’aggravio medio per il contribuente sarebbe limitato, in quanto l’aliquota sui depositi bancari e postali si riduce corrispondentemente.
In secondo luogo, perché anche se si investe all’estero, occorre pagare le imposte in Italia, con le stesse aliquote applicate ai redditi di capitale interni. Se non lo si fa, è perché si evade. Ma vi sono strumenti crescenti di controllo e contrasto di questo tipo di evasione. Vi è un sistema di monitoraggio interno sui movimenti di capitale da e per l’estero. Dal luglio 2005 è poi in vigore una direttiva europea che prevede lo scambio di informazioni automatico fra paesi sul pagamento di interessi a contribuenti europei. I paesi che non vi hanno aderito, applicano una ritenuta alla fonte del 15 per cento, che aumenterà progressivamente fino al 35 per cento, con retrocessione del 75 per cento del gettito al paese di residenza del percettore. Anche importanti paesi, non appartenenti alla Unione, hanno aderito all’accordo e operano una ritenuta alla fonte ai livelli indicati (per esempio, Svizzera e Liechtenstein), o concorrono allo scambio di informazioni (come Monaco e San Marino). Certo, sfuggendo al monitoraggio e cioè utilizzando canali illegali, si può sempre andare alle Cayman o altro paradiso fiscale in cui la direttiva non si applica ma ci si va già adesso e, semmai, non solo per risparmiare il 12,5 per cento di imposta.


Se si aumentasse l’aliquota sugli interessi dei titoli pubblici non si correrebbe il rischio di un aumento dei rendimenti lordi che lo Stato deve garantire ai sottoscrittori, con il risultato che il Governo pagherebbe con la mano sinistra quello che ha raccolto con la mano destra?



I titoli del debito pubblico sono per lo più detenuti da soggetti esteri (55 per cento) e per il 20 per cento da banche e imprese. Per questi soggetti l’aumento dell’aliquota del 12,5 per cento non avrebbe alcun effetto. I risparmiatori (persone fisiche residenti) per i quali l’aumento dell’aliquota del 12,5 per cento ha effetto detengono meno del 16 per cento dei titoli pubblici (il restante 9 per cento è nelle mani dei fondi comuni). Difficilmente la loro domanda sarà in grado di influenzare le condizioni di offerta, e ciò a maggior ragione a seguito del progressivo allineamento dei tassi di interesse lordi fra paesi, reso possibile dall’adesione del nostro paese all’Unione monetaria europea. Non si creerebbe una convenienza a modificare la composizione del portafoglio, perché la nuova aliquota sarebbe applicata ai redditi di tutti i tipi di attività finanziaria.



È possibile che un’eventuale riforma delle aliquote si applichi in modo retroattivo?



No. Eventuali nuove aliquote si applicherebbero solo ai nuovi redditi di capitale. Dunque, l’imposta non sarebbe retroattiva. Anche per quanto riguarda le plusvalenze, come si è fatto in passato, per evitare la tassazione retroattiva si calcolano le plusvalenze maturate fino al momento dell’introduzione della nuova aliquota in modo da assoggettare al nuovo regime solo quelle maturate dopo tale data.



Che differenza c’è fra tassare anche i redditi futuri di titoli già oggi in circolazione o limitare la tassazione solo ai redditi derivanti da titoli emessi dopo una eventuale riforma?



Se si limitasse la nuova aliquota ai soli titoli emessi dopo l’entrata in vigore della riforma si creerebbero differenze di trattamento tra titoli di vecchia e di nuova emissione, facendo un bel regalo in conto capitale (e cioè nella valutazione dei titoli) a chi ha titoli più vecchi, come è puntualmente avvenuto nel 1986, al momento dell’introduzione della tassazione sui titoli pubblici. Alla differenza attuale per durata del titolo, se ne sostituirebbe un’altra per data di emissione. Inoltre questo periodo di transizione si protrarrebbe per circa un trentennio, creando segmentazioni sui mercati secondari. Diventerebbe più complessa anche la tassazione dei fondi comuni, tassati sul risultato di gestione. Per motivi di equità e di efficiente funzionamento dei mercati è dunque decisamente preferibile estendere la riforma anche ai titoli già in circolazione.



Aumentare la tassazione sui titoli pubblici significherebbe colpire i piccoli risparmiatori?



I titoli pubblici sono una componente minoritaria del risparmio delle famiglie; rappresentano secondo l’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia solo il 5,6 per cento delle attività finanziarie detenute dalle famiglie. Per affrontare il problema dell’equità della riforma proposta occorre considerare l’insieme di queste attività.



Quali sono allora gli effetti redistributivi della riforma?



Per rispondere a questa domanda occorre tener presente che la ricchezza finanziaria è nel nostro paese molto concentrata. Sulla base dei dati ricavabili dall’ultima inchiesta della Banca d’Italia sui redditi e la ricchezza delle famiglie italiane, corretti per tener conto delle note sottostime che emergono in questo tipo di rilevazioni campionarie, si evince che il 10 per cento delle famiglie più ricche possiede, da solo, il 40 per cento dello stock di attività finanziarie (con l’esclusione di riserve assicurative e fondi pensione) dell’insieme delle famiglie, contro il solo 1,2 per cento posseduto dal 10 per cento delle famiglie più povere. Uniformare le aliquote a un livello intermedio (ad esempio, il 19-20 per cento) avrebbe quindi sicuramente effetti redistributivi positivi.



Si può fissare una esenzione per i piccoli risparmi?



Generalmente l’esenzione ai piccoli risparmiatori viene concessa nell’ambito di una tassazione personale, non di una tassazione sostitutiva, come la nostra, perché richiede di conoscere i redditi finanziari complessivamente ricevuti dal singolo risparmiatore. È comunque possibile studiare forme di esenzione, attraverso meccanismi di opzione per la tassazione ordinaria o di certificazione dell’imposta pagata da parte degli intermediari.



Quanto sarebbe il gettito che si potrebbe ottenere da una riforma di questo tipo?



Le stime del gettito atteso vanno prese con molta cautela, in quanto in larga parte dipendono dalle ipotesi che si fanno circa la rilevanza delle plusvalenze, che sono però una componente con un andamento molto erratico. Vi è poi difficoltà a stimare la tassazione dei fondi comuni, i quali stanno ancora sfruttando, in compensazione, ingenti crediti di imposta maturati in passato, a seguito delle minusvalenze conseguite sui mercati azionari.

Si parla comunque di una cifra compresa fra i 2,5 e i 4,2 miliardi. Di questi, meno di 400 milioni arriverebbero dalla tassazione dei titoli pubblici.



Ma se la nuova aliquota fosse applicata in modo uniforme a tutti i redditi di capitale e diversi, inclusi dividendi e plusvalenze azionarie, non si avrebbe un fenomeno di doppia imposizione, posto che dividendi e plusvalenze azionarie possono avere già subito un primo livello di tassazione in capo alla società?


Già oggi vi è doppia imposizione, ma questa aumenterebbe se ci si limitasse ad aumentare l’aliquota del 12,5 per cento anche sui dividendi e sulle plusvalenze azionarie. Una volta il problema non si poneva, perché c’erano delle compensazioni, che riducevano la tassazione complessiva (societaria e personale) sugli utili di impresa: la dual income tax in capo alla società e il credito di imposta ai dividendi, in capo al socio. Oggi questi correttivi non ci sono più. Se si vuole evitare di penalizzare le società che si finanziano con capitale proprio sul mercato dei capitali, occorrerà una riforma più organica che coinvolga anche la tassazione del reddito delle società. E’ questo un aspetto spesso trascurato nel dibattito, che meriterebbe maggiore attenzione .


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TASSE AL 20% SUI NUOVI BOT

Meno tasse, dal 27% al 20%, sui conti correnti, che interessano il 64% della famiglie, e più tasse, dal 12,5% al 20%, sui Bot (ma solo le nuove emissioni), oggi in mano solo al 7% delle famiglie. Lo precisa Prodi, mettendo fine alle polemiche.


Nessun aumento di imposta per i titoli di Stato che costituiscono l'attuale stock di debito pubblico, mentre i titoli di nuova emissione saranno tassati al 19-20% rispetto al 12,5% attuale. Il chiarimento definitivo viene in una conferenza stampa che Romano Prodi ha convocato per rispondere alle continue critiche della destra in materie di fisco.

Prodi ha ribadito che il suo programma prevede "un allineamento della tassazione di tutti i redditi da capitale intorno al 20%".

L'allineamento della tassazione delle rendite, ha ribadito il leader dell'Unione, prevede "di abbassare dal 27% al 20% il prelievo sui conti correnti bancari e postali e sui libretti postali, e questo intervento riguarda il 64% dei risparmiatori".

Il rialzo della tassazione dei capital gain e delle plusvalenze, "ci sembra giusta - ha detto Prodi - non vogliamo si ripetano più le indecenze della scorsa estate dei furbetti del quartierino". Dall'armonizzazione delle tassazioni sulle rendite, Prodi ha detto di attendersi circa 2,5 miliardi di euro di gettito.

Ricordiamo che in base alle ultime stime diffuse da Bankitalia, risultava che a fine 2005 solo il 7% delle famiglie italiane dispone di titoli di Stato in portafoglio. La maggior parte del debito pubblico italiano è nelle mani di investitori istituazionali. Anche nell'ultima asta di Bot e Ctz, dove i rendimenti sono volati in alto ai massimi dal 2002, il pubblico dei piccoli risparmiatori si è tenuto alla larga.

Whelk
31-03-2006, 13:57
...
Per quanto riguarda i capitali che dovrebbero arrivare dai titoli di stato dovrebbero rappresentare un margine di manovra (ridotto comunque) per il governo per cercare di ridurre uno dei principali (o il principale) problemi dell'economica italiana: l'enorme debito pubblico.

E' assurdo coprire il "buco" con i titoli di stato ma, appunto, essi potrebbero rappresentare un capitale per poter studiare altre misure.
...



Ho tolto il grosso delle cose che più o meno condivido o che cmq non sono il nocciolo della questione.

Permettimi ma il punto del nostra discussione è quello qui sopra dove, secondo me, commetti un errore di analisi di fondo.

L'emissione da parte dello stato di buoni (cct, bot, o quello che vuoi) NON può per definizione essere utilizzato per ridurre il debito pubblico anzi e soprattutto a breve termine.
L'emissione serve normalmente per avere una liquidità di cassa da spendere in altre cose (progetti ecc), e soprattutto per pagare il rimborso e l'interesse su altri buoni dello stato in scadenza (emessi precedentemente).
Un paese teoricamente che non ha debito NON emeterebbe MAI dei buoni dello stato, ma farebbe fronte alle sue esigente solo con il bilancio annuale ovvero il delta fra quanto incassato e quanto speso.
Se io spendo di + e incasso di meno aumento il debito e per pagare quello che ho da pagare emetto buoni per incassare soldi subito ma che a lungo andare mi creano un "passivo" degli interessi che dovrò pagare.

La riduzione del debito per emissione di buoni dello stato poù essere indiretta e sul medio lungo periodo nella misura in cui i soldi incassati in questo modo vengano spesi per progetti di crescita economica o ristrutturazioni per taglio delle spese superiore a quanto mi è costato il loro finanziamento.

Questo non vuole essere una critica, ma una spiegazione (un po' più analitica) delle mie lontane reminescenze di economia.

Ciao! ;)

parax
31-03-2006, 16:49
:asd:
Stà' storia dei bond argentini stà facendo venire alla luce chi investe fidandosi ciecamente di ciò che gli viene detto.

Io non sono un grande economista ma il mio promotore si può anche sbattere per terra ma se una cosa non mi convince (e ci ragiono sù informandomi e tirando le mie conclusioni) non la faccio, non ci stan cazzi.

La martellata mi pare evidente, se poi si considera assurdità l'investire i propri soldi e non si considera assurdità il tenere (imho piuttosto scioccamente) i soldi a marcire su un CC che ci posso fare ? :D


Oh, io ho Conto Arancio, mica cazzi. :O :D
E la martellata la prendo adesso con le tasse sugli interessi al 27%. :O

evelon
31-03-2006, 16:56
Ho tolto il grosso delle cose che più o meno condivido o che cmq non sono il nocciolo della questione.

Permettimi ma il punto del nostra discussione è quello qui sopra dove, secondo me, commetti un errore di analisi di fondo.

L'emissione da parte dello stato di buoni (cct, bot, o quello che vuoi) NON può per definizione essere utilizzato per ridurre il debito pubblico anzi e soprattutto a breve termine.
L'emissione serve normalmente per avere una liquidità di cassa da spendere in altre cose (progetti ecc), e soprattutto per pagare il rimborso e l'interesse su altri buoni dello stato in scadenza (emessi precedentemente).
Un paese teoricamente che non ha debito NON emeterebbe MAI dei buoni dello stato, ma farebbe fronte alle sue esigente solo con il bilancio annuale ovvero il delta fra quanto incassato e quanto speso.
Se io spendo di + e incasso di meno aumento il debito e per pagare quello che ho da pagare emetto buoni per incassare soldi subito ma che a lungo andare mi creano un "passivo" degli interessi che dovrò pagare.

La riduzione del debito per emissione di buoni dello stato poù essere indiretta e sul medio lungo periodo nella misura in cui i soldi incassati in questo modo vengano spesi per progetti di crescita economica o ristrutturazioni per taglio delle spese superiore a quanto mi è costato il loro finanziamento.

Questo non vuole essere una critica, ma una spiegazione (un po' più analitica) delle mie lontane reminescenze di economia.

Ciao! ;)

:confused:

Infatti ho specificato che non si può ridurre il debito pubblico con l'emissione di titoli di stato.

I titoli di stato dovrebbero fornire il capitale che una classe politica competente e responsabile usa per riforme in grado di rilanciare l'economia.

Senza capitale non si fà nulla, il capitale si può trovare con i titoli di stato....ma se allontani i capitali dai titoli di stato resti come sei.
E l'Italia non se lo può permettere.

evelon
31-03-2006, 16:57
Oh, io ho Conto Arancio, mica cazzi. :O :D
E la martellata la prendo adesso con le tasse sugli interessi al 27%. :O

ah beh....allora :sofico:

Sul C/C io ci lascio solo i soldi "pronto uso" :D

indelebile
31-03-2006, 17:11
infatti quelli che hanno il conto arancio e Santander verranno finalmente sgravati dal 27 al 20

parax
31-03-2006, 17:20
ah beh....allora :sofico:

Sul C/C io ci lascio solo i soldi "pronto uso" :D


a chi lo dici. :sofico:

Whelk
03-04-2006, 11:19
:confused:

Infatti ho specificato che non si può ridurre il debito pubblico con l'emissione di titoli di stato.

I titoli di stato dovrebbero fornire il capitale che una classe politica competente e responsabile usa per riforme in grado di rilanciare l'economia.

Senza capitale non si fà nulla, il capitale si può trovare con i titoli di stato....ma se allontani i capitali dai titoli di stato resti come sei.
E l'Italia non se lo può permettere.

E va bene, ma il problema sta sempre li dove l'ho messo io.

Sti benedetti capitali senza qualcosa di furbo in cui spenderlo non servono a nulla. Quindi l'affermazione che ne avremmo bisogno come l'ossigeno lascia un po' il tempo che trova... :rolleyes:

evelon
03-04-2006, 12:04
E va bene, ma il problema sta sempre li dove l'ho messo io.

Sti benedetti capitali senza qualcosa di furbo in cui spenderlo non servono a nulla. Quindi l'affermazione che ne avremmo bisogno come l'ossigeno lascia un po' il tempo che trova... :rolleyes:

No, il problema è diverso (se ho capito bene cosa hai voluto dire).

L'ho detto anch'io che i capitali sono una delle due condizioni, l'altra è una classe politica responsabile e competente.

Ma una classe politica del genere (ma esiste ? :D ) non può far nulla se non ha capitali da investire