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View Full Version : Intervista a Giovanni Sartori


Lorenzaccia
18-03-2006, 23:38
Vi propongo, tanto per rompere un po’ il clima lugubre della campagna elettorale, un’intervista di Giovanni Sartori di 2 anni fa; qui lo stimatissimo professore è un po’ sul faceto e poco impegnato, però è sempre lui, e 2-3 passaggi secondo me sono grandiosi. Buona lettura ;)
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Giovanni Sartori
Corsera Magazine - 8-07-2004

di Claudio Sabelli Fioretti

È uno dei più famosi e cattivi politologi italiani. Di formazione liberale, è diventato un idolo della sinistra, anche di quella più radicale. Giovanni Sartori, 80 anni, ripercorre, nell’immaginario della gente, la strada di Indro Montanelli. La sua autonomia di pensiero e la sua indipendenza di giudizio lo pongono spesso in contrasto con il mondo di Berlusconi. Tanto basta per farlo diventare un campione della libertà, perfino negli ambienti girotondini. È l’unico italiano che non è mai andato nel salotto di Bruno Vespa.

«Non è esatto. Ci sono andato una volta».

Che impressione le ha fatto?
«Vespa è uno che sa il fatto suo. Ma quelle trasmissione non mi piacciono, gong che squillano, ballerine che entrano».

Di che cosa avete parlato?
«Di guerra, di ciecopacismo».

Ciecopacismo?
«La cecità dei pacifisti. Che non vedono nulla, non capiscono nulla e non sanno nulla di nulla. Strada, Agnoletto, Di Pietro, Occhetto».

Anche lei era contrario alla guerra.
«Sapevo che sarebbe stato un boomerang che avrebbe prodotto un’ulteriore esplosione del fondamentalismo. Ma se adesso tutti scappano nell’Iraq, nasce uno Stato terrorista».

Chi c’era a Porta a Porta?
«C’era anche il delizioso Pecoraro Scanio. Una volta di più mi sono convinto che io il mio voto non glielo darò mai».

Dramma del maggioritario.
«Sistema che ho sempre combattuto».

Berlusconi vuole tornare al proporzionale.
«Un giorno sì e uno no. L’uomo è incostante. Però quando lo propose, io mi precipitai dai capi della sinistra: “Accettate subito! Vi salva”».

Loro ci hanno pensato due mesi e Berlusconi ha cambiato idea. Le costa essere nella lista nera della Rai?
«Sopravvivo. Ogni tanto vado su Rai Tre. L’Uno e il Due dal 2001 non li ho più visti. Ma non mi sono ammalato per questo».

Ha mai preso qualche premio?
«Premi di un qualche rilievo mai».

Si dà una spiegazione?
«Chi non fa branco non piglia premi».

Qualcuno voleva farla senatore a vita.
«In fondo dopo Bobbio chi c’è? Ma io, non ho claque di sostegno. Sono soltanto un battitore libero».

Le piacerebbe diventare senatore?
«Nel nuovo Senato non ci vorrei proprio andare. Guardi questo volume. Sessanta costituzionalisti, di destra, di sinistra, di centro, dicono tutti che questa proposta di riforma costituzionale è una schifezza».

È vero che lei se ne andò negli Stati Uniti per paura dei comunisti?
«Chi lo dice?».

Lo hanno scritto in tanti. Gianni Pennacchi, sul Giornale.
«Capirà, bella fonte».

Pierluigi Battista.
«È già persona più assennata. Ma è caduto in errore».

Fisichella, un suo allievo.
«Una cattiveria che gli è scappata una volta che era molto arrabbiato con me. Ritengo che se ne sia pentito».

Lei era anticomunista?
«Sono sempre stato anticomunista. Morto il comunismo, non lo sono più».

Per chi ha votato?
«Mai Pci, Dc, Msi. Sono sempre stato un liberale moderato».

Le fa impressione essere diventato un campione della sinistra?
«Io non mi sono mai mosso. È la sinistra che si è mossa. E meno male».

Lei ha inseminato cultura politica a destra e a sinistra. È il maestro di
Fisichella, di Pasquino, di Urbani. Si parte da lei e si arriva dovunque.
«Sono uno studioso che ha allevato studiosi».

Le hanno mai chiesto di entrare in politica?
«Tutti. Anche Berlusconi quando andava a caccia di intellettuali. Ma più osservo i politici e meno mi incantano».

Dicono che lei è altezzoso.
«Certi personaggi sono dei pigmei. È inevitabile guardarli dall’alto in basso».

Ricorda qualche bella rissa?
«Uno dei miei bersagli preferiti è stato Marco Pannella. Un grande esibizionista, con l’Ego sempre in erezione. Avrebbe fatto bene al circo. Con quei finti scioperi della sete».

In che senso finti?
«Nel senso che beve».

Altri bersagli?
«Bertinotti, l’assassino della sinistra».

Si può vincere solo con Bertinotti, si può governare solo senza Bertinotti. L’ha detto lei.
«Ma la sinistra continua a non capirlo e continua a corteggiarlo».

Che cosa potrebbe fare?
«Eliminarlo».

Soluzione un po’ drastica.
«Il doppio turno elettorale lo avrebbe eliminato».

Durante il ’68 il suo bersaglio preferito erano i contestatori.
«Hanno aiutato a distruggere l’università come strumento di trasmissione del sapere. Loro sapevano già tutto. Si consideravano l’inizio della storia. Ridicolo. Ho avuto scontri durissimi quando ero preside di Scienze Politiche a Firenze. Andavo alle assemblee e combattevo».

E la lasciavano parlare?
«Mi hanno sempre rispettato. Avevo avvertito: “Se uno di voi dice che sono un fascista gli tiro il più grande ceffone della mia vita”. Quando Capanna disse: “Formidabili quegli anni”, io commentai: “Formidabili sicuramente per lui”».

Non salva nessuno?
«I sessantottini falliti sono diventati radicali e verdi. Quelli in gamba sono diventati direttori di giornali, grandi scrittori».

Lei nasce bene, da una famiglia alto borghese.
«Mio padre era direttore di un lanificio».

La mamma era bella.
«Bellissima. Ero figlio unico. Appena laureato ho cominciato a insegnare. I vecchi baroni erano accusati di fascismo e all’università non c’era nessuno».

Lei organizzava le famose domeniche a casa Spadolini.

«Gli amici della domenica. Gli inviti erano molto ambiti. E selezionati. Io sono un elitista. C’erano sempre Silvano Tosi, Franco Borsi, Dino Frescobaldi, Alberto Predieri, Michele Castelnuovo. Verso le dieci andavamo a mangiare da Sabatini».

Dicono di lei: è un rompiballe, crede di essere l’ombelico del mondo, è un politologo che non sa niente di politica.
«Chi lo dice?».

Nell’ordine: Berlusconi, Pera e Baget Bozzo.
«L’importante è non essere confuso con Baget Bozzo. Lui non è un politologo, è un sacerdote travestito».

Non si può essere sacerdoti politologi?
«Che libri ha scritto? Dove ha insegnato?».

Lei è l’ombelico del mondo, dice Pera.
«Il mondo è fortunato ad avere un bell’ombelico come me. Io conosco Pera da quando era assistente di Francesco Barone a Pisa. Pera non era molto bravo. Ha avuto perfino difficoltà a vincere i concorsi quando tutti li vincevano facilmente. Non ha mai avuto molto prestigio. La sua materia dovrebbe essere peralogia. Lui era cultore dell’anarchia del metodo. Ma se c’è metodo non ci può essere anarchia, anche un professore di peralogia dovrebbe arrivarci».

È presidente del Senato.
«Di forza propria non ne ha. Deve vivere di buoni servizi resi a chi lo ha nominato».

E Berlusconi che dice che lei è un rompipalle?
«Lo criticavo spesso. E lui, incauto, mi rispondeva. Io ci andavo a nozze perché me lo mangiavo facilmente, senza eccesso di orgoglio o intenzione di offesa».

Lei ha scritto: quelli che hanno votato la legge Gasparri dovrebbero vergognarsi.
«Non sono stato leggero nemmeno con Ciampi. Secondo me ha fatto la manfrina».

Ma ha rinviato la legge al Parlamento.
«Gasparri era e Gasparri è rimasta. Un po’ di cosmetica e basta. E lui l’ha firmata dopo un’ora. Poteva almeno aspettare un mese. Avrebbe dovuto destruzzizzarsi».

Destruzzizzarsi?
«Smettere di fare lo struzzo».

Lei è terzista?
«Chi è il terzista? Quello che difende il portiere?».

Quello è il terzino. Terzista è l’uomo che dichiara la sua parte ma è disposto ad accettare i suoi torti e le ragioni della parte avversa.
«Tutte le persone serie accolgono gli argomenti della controparte. Terzismo è un vocabolo di invenzione giornalistica».

Secondo lei c’è regime oggi in Italia?
«Se si intende per regime un sistema democratico reso anomalo da una personalizzazione eccessiva del potere allora il nostro è un regime. È curioso che chi mi ha contraddetto più di altri, su questo tema, è stato D’Alema. Che cosa gliene importa? A cosa gli serve dire che non è un regime quello di Berlusconi?».

Dicono tutti che è tanto intelligente.
«In un dibattito fa la sua figura. Ma politicamente sbaglia spesso. Ha perfino sostenuto che il conflitto di interessi se lo doveva regolare Berlusconi da solo. Come dire a un carcerato di disegnare la sua prigione».

Le ultimme elezioni danno il segnale dell’inizio del declino di Berlusconi?
«Si direbbe di sì. Il Cavaliere sa vincere ma non sa perdere. A meno che non abbia mille vite, come i gatti».

Chi è che non le piace a sinistra?
«Oltre Bertinotti e Pannella? I verdi alla Pecoraro Scanio. Non piangerei se scomparissero. E l’assurda coppia Occhetto-Di Pietro».

Era più assurdo il duo Occhetto-Di Pietro o il duo Sgarbi-La Malfa?
«I secondi erano una cosa per far divertire, una sgarbata».

E Scognamiglio-Segni?
«Una cosa patetica».

Lei è uno dei pochi intellettuali che ha difeso Oriana Fallaci nella polemica sull’islamismo.
«Io non ho detto che la Fallaci aveva ragione. Ho detto: “Se queste sono le critiche - e mi referivo a quelle demagogiche di Tiziano Terzani e di Dacia Maraini - allora la Fallaci ha ragione”. Cioè ritenevo la Fallaci migliore dei suoi critici».

Anche Dacia Maraini era demagogica?
«Dacia Maraini scrive romanzi gradevolissimi, ma a ognuno il suo mestiere: lei entrava in questioni di antropologia culturale di cui non sa niente».

Lei guarda la televisione?
«In Italia il meno possibile. La Rai non serve gli interessi pubblici. È vergognoso. C’è solo rumore. Del tutto inesistenti i problemi del mondo. Se scoppia una bomba si fanno vedere le mamme che piangono e non si spiegano le ragioni per cui scoppiano le bombe».

Gioco della torre. Gasparri o La Russa?
«Gasparri in un dibattito non è irritante come La Russa che si traveste da Mefistofele. È implacabile anche lui, ma ha un certo garbo».

Cofferati o Bertinotti?
«Butto Bertinotti. Ma non riuscirò mai a capire perché Cofferati si sia fermato mentre era in corsa come leader di una sinistra che metteva in difficoltà anche Bertinotti».

Dicono per un patto di ferro D’Alema-Bertinotti.
«Poteva andare avanti lo stesso. Quando ha lasciato la Cgil era fortissimo».

Previti o Dell’Utri?
«Strabutto Previti. Dell’Utri ha seguito gli interessi del suo padrone forse in modo non corretto, ma è scandaloso il modo in cui Previti cercava di sottrarsi al giudizio del tribunale. Una volta si era dato malatissimo e io l’ho incontrato all’Argentario in un ristorante mentre mangiava felice e contento. C’è un limite all’arroganza».

Socci o Battista?
«Socci è insalvabile. Si rilegga i suoi scritti sul Giornale».

Mimun o Mentana?
«Nei limiti che si impone, Mentana ha intelligenza e autonomia. Mimun è completamente appiattito».

Fa più ascolti.
«Se facesse fare lo spogliarello alle sue annunciatrici andrebbe ancora meglio».

Giorgino o Marzullo?
«Ho un debole per Marzullo. Riesce a tirar fuori sangue dalle rape».

Baget Bozzo, Bondi o Schifani?
«Baget Bozzo è il peggiore. Bondi è soave, ha un sorriso angelico».

Vespa o Costanzo?
«Preferisco Costanzo perché ogni tanto dice male del Cavaliere. Per esempio ha detto che è un mentitore nato. Vespa non l’ha mai detto».

Sofri. Bisogna farlo uscire?
«Secondo me la sua forza è stare in prigione».

Cosa?
«Se esce ha meno tempo di scrivere».

Bisogna tenerlo dentro per motivi professionali?
«Non vuole chiedere la grazia. In prigione fa quello che vuole, è trattato con guanti bianchi, scrive quanto vuole quello che vuole, guadagna un sacco di soldi e vive gratis. Mi pare una situazione accettabile».

lowenz
19-03-2006, 00:07
Quest'uomo è un mito :D, veramente sagace.

FastFreddy
19-03-2006, 00:45
Giovanni Sartori
Corsera Magazine - 8-07-2004

di Claudio Sabelli Fioretti

È uno dei più famosi e cattivi politologi italiani. Di formazione liberale, è diventato un idolo della sinistra, anche di quella più radicale. Giovanni Sartori, 80 anni, ripercorre, nell’immaginario della gente, la strada di Indro Montanelli. La sua autonomia di pensiero e la sua indipendenza di giudizio lo pongono spesso in contrasto con il mondo di Berlusconi. Tanto basta per farlo diventare un campione della libertà, perfino negli ambienti girotondini. È l’unico italiano che non è mai andato nel salotto di Bruno Vespa.

«Non è esatto. Ci sono andato una volta».

Che impressione le ha fatto?
«Vespa è uno che sa il fatto suo. Ma quelle trasmissione non mi piacciono, gong che squillano, ballerine che entrano».

Di che cosa avete parlato?
«Di guerra, di ciecopacismo».

Ciecopacismo?
«La cecità dei pacifisti. Che non vedono nulla, non capiscono nulla e non sanno nulla di nulla. Strada, Agnoletto, Di Pietro, Occhetto».

Anche lei era contrario alla guerra.
«Sapevo che sarebbe stato un boomerang che avrebbe prodotto un’ulteriore esplosione del fondamentalismo. Ma se adesso tutti scappano nell’Iraq, nasce uno Stato terrorista».

Chi c’era a Porta a Porta?
«C’era anche il delizioso Pecoraro Scanio. Una volta di più mi sono convinto che io il mio voto non glielo darò mai».

Dramma del maggioritario.
«Sistema che ho sempre combattuto».

Berlusconi vuole tornare al proporzionale.
«Un giorno sì e uno no. L’uomo è incostante. Però quando lo propose, io mi precipitai dai capi della sinistra: “Accettate subito! Vi salva”».

Loro ci hanno pensato due mesi e Berlusconi ha cambiato idea. Le costa essere nella lista nera della Rai?
«Sopravvivo. Ogni tanto vado su Rai Tre. L’Uno e il Due dal 2001 non li ho più visti. Ma non mi sono ammalato per questo».

Ha mai preso qualche premio?
«Premi di un qualche rilievo mai».

Si dà una spiegazione?
«Chi non fa branco non piglia premi».

Qualcuno voleva farla senatore a vita.
«In fondo dopo Bobbio chi c’è? Ma io, non ho claque di sostegno. Sono soltanto un battitore libero».

Le piacerebbe diventare senatore?
«Nel nuovo Senato non ci vorrei proprio andare. Guardi questo volume. Sessanta costituzionalisti, di destra, di sinistra, di centro, dicono tutti che questa proposta di riforma costituzionale è una schifezza».

È vero che lei se ne andò negli Stati Uniti per paura dei comunisti?
«Chi lo dice?».

Lo hanno scritto in tanti. Gianni Pennacchi, sul Giornale.
«Capirà, bella fonte».

Pierluigi Battista.
«È già persona più assennata. Ma è caduto in errore».

Fisichella, un suo allievo.
«Una cattiveria che gli è scappata una volta che era molto arrabbiato con me. Ritengo che se ne sia pentito».

Lei era anticomunista?
«Sono sempre stato anticomunista. Morto il comunismo, non lo sono più».

Per chi ha votato?
«Mai Pci, Dc, Msi. Sono sempre stato un liberale moderato».

Le fa impressione essere diventato un campione della sinistra?
«Io non mi sono mai mosso. È la sinistra che si è mossa. E meno male».

Lei ha inseminato cultura politica a destra e a sinistra. È il maestro di
Fisichella, di Pasquino, di Urbani. Si parte da lei e si arriva dovunque.
«Sono uno studioso che ha allevato studiosi».

Le hanno mai chiesto di entrare in politica?
«Tutti. Anche Berlusconi quando andava a caccia di intellettuali. Ma più osservo i politici e meno mi incantano».

Dicono che lei è altezzoso.
«Certi personaggi sono dei pigmei. È inevitabile guardarli dall’alto in basso».

Ricorda qualche bella rissa?
«Uno dei miei bersagli preferiti è stato Marco Pannella. Un grande esibizionista, con l’Ego sempre in erezione. Avrebbe fatto bene al circo. Con quei finti scioperi della sete». :asd:

In che senso finti?
«Nel senso che beve».

Altri bersagli?
«Bertinotti, l’assassino della sinistra».

Si può vincere solo con Bertinotti, si può governare solo senza Bertinotti. L’ha detto lei.
«Ma la sinistra continua a non capirlo e continua a corteggiarlo».

Che cosa potrebbe fare?
«Eliminarlo». :asd: :asd: :asd:

Soluzione un po’ drastica.
«Il doppio turno elettorale lo avrebbe eliminato».

Durante il ’68 il suo bersaglio preferito erano i contestatori.
«Hanno aiutato a distruggere l’università come strumento di trasmissione del sapere. Loro sapevano già tutto. Si consideravano l’inizio della storia. Ridicolo. Ho avuto scontri durissimi quando ero preside di Scienze Politiche a Firenze. Andavo alle assemblee e combattevo».

E la lasciavano parlare?
«Mi hanno sempre rispettato. Avevo avvertito: “Se uno di voi dice che sono un fascista gli tiro il più grande ceffone della mia vita”. Quando Capanna disse: “Formidabili quegli anni”, io commentai: “Formidabili sicuramente per lui”».

Non salva nessuno?
«I sessantottini falliti sono diventati radicali e verdi. Quelli in gamba sono diventati direttori di giornali, grandi scrittori». :sbonk:

Lei nasce bene, da una famiglia alto borghese.
«Mio padre era direttore di un lanificio».

La mamma era bella.
«Bellissima. Ero figlio unico. Appena laureato ho cominciato a insegnare. I vecchi baroni erano accusati di fascismo e all’università non c’era nessuno».

Lei organizzava le famose domeniche a casa Spadolini.

«Gli amici della domenica. Gli inviti erano molto ambiti. E selezionati. Io sono un elitista. C’erano sempre Silvano Tosi, Franco Borsi, Dino Frescobaldi, Alberto Predieri, Michele Castelnuovo. Verso le dieci andavamo a mangiare da Sabatini».

Dicono di lei: è un rompiballe, crede di essere l’ombelico del mondo, è un politologo che non sa niente di politica.
«Chi lo dice?».

Nell’ordine: Berlusconi, Pera e Baget Bozzo.
«L’importante è non essere confuso con Baget Bozzo. Lui non è un politologo, è un sacerdote travestito».

Non si può essere sacerdoti politologi?
«Che libri ha scritto? Dove ha insegnato?».

Lei è l’ombelico del mondo, dice Pera.
«Il mondo è fortunato ad avere un bell’ombelico come me. Io conosco Pera da quando era assistente di Francesco Barone a Pisa. Pera non era molto bravo. Ha avuto perfino difficoltà a vincere i concorsi quando tutti li vincevano facilmente. Non ha mai avuto molto prestigio. La sua materia dovrebbe essere peralogia. Lui era cultore dell’anarchia del metodo. Ma se c’è metodo non ci può essere anarchia, anche un professore di peralogia dovrebbe arrivarci».

È presidente del Senato.
«Di forza propria non ne ha. Deve vivere di buoni servizi resi a chi lo ha nominato».

E Berlusconi che dice che lei è un rompipalle?
«Lo criticavo spesso. E lui, incauto, mi rispondeva. Io ci andavo a nozze perché me lo mangiavo facilmente, senza eccesso di orgoglio o intenzione di offesa».

Lei ha scritto: quelli che hanno votato la legge Gasparri dovrebbero vergognarsi.
«Non sono stato leggero nemmeno con Ciampi. Secondo me ha fatto la manfrina».

Ma ha rinviato la legge al Parlamento.
«Gasparri era e Gasparri è rimasta. Un po’ di cosmetica e basta. E lui l’ha firmata dopo un’ora. Poteva almeno aspettare un mese. Avrebbe dovuto destruzzizzarsi».

Destruzzizzarsi?
«Smettere di fare lo struzzo».

Lei è terzista?
«Chi è il terzista? Quello che difende il portiere?».

Quello è il terzino. Terzista è l’uomo che dichiara la sua parte ma è disposto ad accettare i suoi torti e le ragioni della parte avversa.
«Tutte le persone serie accolgono gli argomenti della controparte. Terzismo è un vocabolo di invenzione giornalistica».

Secondo lei c’è regime oggi in Italia?
«Se si intende per regime un sistema democratico reso anomalo da una personalizzazione eccessiva del potere allora il nostro è un regime. È curioso che chi mi ha contraddetto più di altri, su questo tema, è stato D’Alema. Che cosa gliene importa? A cosa gli serve dire che non è un regime quello di Berlusconi?».

Dicono tutti che è tanto intelligente.
«In un dibattito fa la sua figura. Ma politicamente sbaglia spesso. Ha perfino sostenuto che il conflitto di interessi se lo doveva regolare Berlusconi da solo. Come dire a un carcerato di disegnare la sua prigione».

Le ultimme elezioni danno il segnale dell’inizio del declino di Berlusconi?
«Si direbbe di sì. Il Cavaliere sa vincere ma non sa perdere. A meno che non abbia mille vite, come i gatti».

Chi è che non le piace a sinistra?
«Oltre Bertinotti e Pannella? I verdi alla Pecoraro Scanio. Non piangerei se scomparissero. E l’assurda coppia Occhetto-Di Pietro».

Era più assurdo il duo Occhetto-Di Pietro o il duo Sgarbi-La Malfa?
«I secondi erano una cosa per far divertire, una sgarbata».

E Scognamiglio-Segni?
«Una cosa patetica».

Lei è uno dei pochi intellettuali che ha difeso Oriana Fallaci nella polemica sull’islamismo.
«Io non ho detto che la Fallaci aveva ragione. Ho detto: “Se queste sono le critiche - e mi referivo a quelle demagogiche di Tiziano Terzani e di Dacia Maraini - allora la Fallaci ha ragione”. Cioè ritenevo la Fallaci migliore dei suoi critici».

Anche Dacia Maraini era demagogica?
«Dacia Maraini scrive romanzi gradevolissimi, ma a ognuno il suo mestiere: lei entrava in questioni di antropologia culturale di cui non sa niente».

Lei guarda la televisione?
«In Italia il meno possibile. La Rai non serve gli interessi pubblici. È vergognoso. C’è solo rumore. Del tutto inesistenti i problemi del mondo. Se scoppia una bomba si fanno vedere le mamme che piangono e non si spiegano le ragioni per cui scoppiano le bombe».

Gioco della torre. Gasparri o La Russa?
«Gasparri in un dibattito non è irritante come La Russa che si traveste da Mefistofele. È implacabile anche lui, ma ha un certo garbo».

Cofferati o Bertinotti?
«Butto Bertinotti. Ma non riuscirò mai a capire perché Cofferati si sia fermato mentre era in corsa come leader di una sinistra che metteva in difficoltà anche Bertinotti».

Dicono per un patto di ferro D’Alema-Bertinotti.
«Poteva andare avanti lo stesso. Quando ha lasciato la Cgil era fortissimo».

Previti o Dell’Utri?
«Strabutto Previti. Dell’Utri ha seguito gli interessi del suo padrone forse in modo non corretto, ma è scandaloso il modo in cui Previti cercava di sottrarsi al giudizio del tribunale. Una volta si era dato malatissimo e io l’ho incontrato all’Argentario in un ristorante mentre mangiava felice e contento. C’è un limite all’arroganza».

Socci o Battista?
«Socci è insalvabile. Si rilegga i suoi scritti sul Giornale».

Mimun o Mentana?
«Nei limiti che si impone, Mentana ha intelligenza e autonomia. Mimun è completamente appiattito».

Fa più ascolti.
«Se facesse fare lo spogliarello alle sue annunciatrici andrebbe ancora meglio».

Giorgino o Marzullo?
«Ho un debole per Marzullo. Riesce a tirar fuori sangue dalle rape».

Baget Bozzo, Bondi o Schifani?
«Baget Bozzo è il peggiore. Bondi è soave, ha un sorriso angelico».

Vespa o Costanzo?
«Preferisco Costanzo perché ogni tanto dice male del Cavaliere. Per esempio ha detto che è un mentitore nato. Vespa non l’ha mai detto».

Sofri. Bisogna farlo uscire?
«Secondo me la sua forza è stare in prigione».

Cosa?
«Se esce ha meno tempo di scrivere».

Bisogna tenerlo dentro per motivi professionali?
«Non vuole chiedere la grazia. In prigione fa quello che vuole, è trattato con guanti bianchi, scrive quanto vuole quello che vuole, guadagna un sacco di soldi e vive gratis. Mi pare una situazione accettabile».

Direi che le stoccate più forti le ha segnate a sx, altrochè... :D

lowenz
19-03-2006, 01:19
Insomma :D (Gino Strada cmq poteva lasciarlo fuori.....)

Dicono di lei: è un rompiballe, crede di essere l’ombelico del mondo, è un politologo che non sa niente di politica.
«Chi lo dice?».

Nell’ordine: Berlusconi, Pera e Baget Bozzo.
«L’importante è non essere confuso con Baget Bozzo. Lui non è un politologo, è un sacerdote travestito».

Non si può essere sacerdoti politologi?
«Che libri ha scritto? Dove ha insegnato?».

Lei è l’ombelico del mondo, dice Pera.
«Il mondo è fortunato ad avere un bell’ombelico come me. Io conosco Pera da quando era assistente di Francesco Barone a Pisa. Pera non era molto bravo. Ha avuto perfino difficoltà a vincere i concorsi quando tutti li vincevano facilmente. Non ha mai avuto molto prestigio. La sua materia dovrebbe essere peralogia. Lui era cultore dell’anarchia del metodo. Ma se c’è metodo non ci può essere anarchia, anche un professore di peralogia dovrebbe arrivarci». :asd:

È presidente del Senato.
«Di forza propria non ne ha. Deve vivere di buoni servizi resi a chi lo ha nominato». :asd: :asd:

E Berlusconi che dice che lei è un rompipalle?
«Lo criticavo spesso. E lui, incauto, mi rispondeva. Io ci andavo a nozze perché me lo mangiavo facilmente, senza eccesso di orgoglio o intenzione di offesa». :asd: :asd: :asd:

Lorekon
19-03-2006, 02:03
Ricorda qualche bella rissa?
«Uno dei miei bersagli preferiti è stato Marco Pannella. Un grande esibizionista, con l’Ego sempre in erezione. Avrebbe fatto bene al circo. Con quei finti scioperi della sete».

In che senso finti?
«Nel senso che beve».


questa potrebbe far incazzare Jumper :asd:

scritta così cmq fa sbellicare :D :D

gourmet
19-03-2006, 11:04
E' un mito :sofico:

zerothehero
19-03-2006, 13:54
E' un mito :sofico:

quoto.
E' IL politologo per eccellenza, anche se ha alcune teorie che farebbero storcere il naso a molte persone.
Ah..quando c'è da studiare le sue teorie sui partiti e i sistemi elettorali è meno divertente :asd:

jumpermax
19-03-2006, 15:13
Insomma :D (Gino Strada cmq poteva lasciarlo fuori.....)
quella su Sofri se la poteva risparmiare. Ci vada lui al suo posto in galera poi vediamo quanta voglia gli rimane di fare lo spiritoso...

icoborg
19-03-2006, 16:06
Direi che le stoccate più forti le ha segnate a sx, altrochè... :D

si ma dette da uno ke votava msi la cosa dovrebbe far riflettere...nn è mica una partita di calcio.

discepolo
19-03-2006, 16:46
a me fa tenerezza, sembra che viva in un altra realtà! :sofico:

contento lui!! :doh:

lowenz
19-03-2006, 18:46
quella su Sofri se la poteva risparmiare. Ci vada lui al suo posto in galera poi vediamo quanta voglia gli rimane di fare lo spiritoso...
:confused:
E' ironico?

jumpermax
19-03-2006, 18:49
:confused:
E' ironico?

beh ovvio che l'ho interpretato come ironico perchè una frase del genere


Sofri. Bisogna farlo uscire?
«Secondo me la sua forza è stare in prigione».

Cosa?
«Se esce ha meno tempo di scrivere».

Bisogna tenerlo dentro per motivi professionali?
«Non vuole chiedere la grazia. In prigione fa quello che vuole, è trattato con guanti bianchi, scrive quanto vuole quello che vuole, guadagna un sacco di soldi e vive gratis. Mi pare una situazione accettabile».


non la puoi prendere seriamente. Ironia di dubbio gusto cmq. Se poi era serio...inqualificabile.

qualcuno infatti non ha gradito la chiusura

http://www.wittgenstein.it/post/20040728_42614.html

http://marianne.blog.tiscali.it/ev1538776/

Lorenzaccia
19-03-2006, 18:55
a me fa tenerezza, sembra che viva in un altra realtà! :sofico:

contento lui!! :doh:

Quando leggo interventi come questi mi trovo a rimpiangere la censura di regime. Io sono dell’idea che la libertà di parola e di pensiero sia un diritto da spendere nel migliore dei modi, non un dovere da esercitare quando non si ha di meglio da fare.

Giovanni Sartori, nato a Firenze il 13 maggio 1924, è Albert Schweitzer Professor Emeritus in the Humanities, Columbia University, New York (dal 1994), nonché professore emerito dell’Università di Firenze.

Titoli di Studio:
· Dottore in Scienze Politiche e Sociali, Università di Firenze ,1946.
· Libera Docenza in Storia della Filosofia Moderna, 1954.
· Libera Docenza in Dottrina dello Stato, 1955.
Carriera Accademica:
· Professore Incaricato di Storia della Filosofia Moderna, Università di Firenze, 1950-56.
· Professore Incaricato di Scienza Politica, Università di Firenze, 1956-63.
· Professore Straordinario di Sociologia, Università di Firenze, 1963-66.
· Professore Ordinario di Scienza Politica, Università di Firenze, 1966-76.
· Professore, Istituto Universitario Europeo, 1974-76.
· Professore di Scienza Politica, Stanford University, 1976-79.
· Albert Schweitzer Professor in the Humanities, Columbia University, 1979-1994.
· Professore di Scienza Politica, Università di Firenze, 1992-94.
Altri Titoli Accademici:
· Visiting Professor of Government, Harvard University, autunno, 1964-65.
· Visiting Professor of Political Science and Fellow al Concilium on International and Area Studies, Yale University, 1966-67.
· Visiting Professor of Political Science, Yale University, autunno, 1968-69.
· Fellow, Center of Advanced Studies in the Behavioral Sciences, Stanford, 1971-72.
· Senior Fellow by courtesy, Hoover Institution, Stanford, 1976-
· Guggenheim Fellow, 1978-79.
· Ford Foundation Fellow, 1979.
· Visiting Scholar, American Enterprise Institute, Washington D.C., autunno, 1982.
· Visiting Fellow, Russel Sage Foundation, New York, N.Y., 1988-89.
Premi e Riconoscimenti:
· Medaglia d’Oro per meriti culturali ed educativi del Presidente della Repubblica Italiana, 1971.
· American Academy of Arts and Sciences, 1975.
· Accademia dei Lincei, 1992.
· Dottore honoris causa dell’Università di Genova, 1992; Georgetown University, Washington D.C., 1994; Università di Guadalajara, 1997, Università di Buenos Aires, 1998; Università Complutense di Madrid, 2001; Università di Bucarest, 2001.
· Premio del Presidente del Consiglio italiano per le Scienze Sociali, 1994.
· “Outstanding Book Award” della Associazione Americana di Scienza Politica (APSA) per Parties and Party Systems: A Framework for Analysis, 1998.
· Comendador, Ordem de Cruzeiro do Sul, Repubblica del Brasile, 1999.
Nomine Accademiche e Cariche:
· Direttore dell’Istituto di Scienza Politica, Università di Firenze, 1966-76.
· Comitato Direttivo e Comitato per il Programma, IPSA (International Political Science Association), 1967-76.
· Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Università di Firenze, 1969-71.
· Presidente del Comitato per l’Analisi Concettuale e Terminologica (COCTA) dell’IPSA, dell’ISA (International Sociological Association) e dell’ISSC (International Social Science Council), 1970-79.
· Comitato Direttivo dell’ ECPR (European Consortium for Political Research), 1973-76.
· Direttore del Center of Italian Studies della Casa Italiana, Columbia University, 1980-85.
· Fondatore e Direttore della Rivista Italiana di Scienza Politica 1971-2003.

Questi i titoli di Giovanni Sartori, colui che si trova citato praticamente in tutti i manuali di scienza politica di ogni nazione da almeno 30 anni; colui che inaugurò la scienza politica facendone una scienza autonoma e distaccata dalla filosofia politica; colui che diede un contributo attivo alla scienza politica definendo il sistema multipartitico in base ai partiti “che contano”, ossia quelli rilevanti, che possiedono un potenziale di coalizione e/o di ricatto, anziché in base al numero degli stessi presenti nel sistema, e grazie al quale un sistema politico come quello inglese, pur essendo costituito da più partiti - laburisti; conservatori, liberali; social-democratici e altri minori - è invece considerato il principale esempio di bipartitismo europeo.

Ma si vede che tutto questo è ancora niente se un anonimo utente della rete non si fa problemi a dire con senso di malcelata superiorità che Sartori “fa tenerezza” (?!), che “è fuori dalla realtà” (?!?!), ma basta ne sia "contento lui“ (?!?!?!!!!!!).


Scusate, ma qui la faccina :doh: la metto io.

jumpermax
19-03-2006, 19:37
Quando leggo interventi come questi mi trovo a rimpiangere la censura di regime. Io sono dell’idea che la libertà di parola e di pensiero sia un diritto da spendere nel migliore dei modi, non un dovere da esercitare quando non si ha di meglio da fare.

-segue poderoso curriculum-

Ma si vede che tutto questo è ancora niente se un anonimo utente della rete non si fa problemi a dire con senso di malcelata superiorità che Sartori “fa tenerezza” (?!), che “è fuori dalla realtà” (?!?!), ma basta ne sia "contento lui“ (?!?!?!!!!!!).


Scusate, ma qui la faccina :doh: la metto io.
Fammi capire la tua capacità di analisi di un articolo si riduce ad andare a leggere il curriculum di chi l'ha scritto? Dovremmo essere impressionati e prendere per oro colato quanto dice Sartori, solo perchè è Sartori? le idee e le opinioni non hanno valore se sono espresse in modo anonimo? Ragionare per ipse dixit, è mortificare la ragione. Non mi sembrava un intervento particolarmente difficile da controbattere, ma se questa è la migliore obiezione che hai trovato riesci nella difficile impresa di farlo passare per buono...

Ah per la competenza di Sartori nella sua materia è fuori discussione, peccato che spesso tenda a esprimere giudizi assoluti anche su cose di cui non sa molto, vedi ad esempio la sua stroncatura a Lomborg http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/08_Agosto/17/sartori.shtml
piena di inesattezze e strafalcioni.

lowenz
19-03-2006, 19:55
Sofri. Bisogna farlo uscire?
«Secondo me la sua forza è stare in prigione».

Beh qui è difficile dargli torto, ormai Soffri nell'immaginario collettivo è proprio "l'intellettuale che parla dalla galera" non l'ex leader di Lotta Continua.....la forza espressiva delle sue dichiarazioni è indissolubilmente legata all'immagine ha ora.
Certo, a volte Sartori ha sfiorato l'insulto in molte risposte, però secondo me sapeva a che gioco giocava.

Ragionare per ipse dixit, è mortificare la ragione.
;)

discepolo
19-03-2006, 20:44
Scusate, ma qui la faccina :doh: la metto io.


ah secondo te la sapienza di una persona la si misura in base ai titoli di studio, ma per favore!

:mbe: :ciapet:

Lorenzaccia
19-03-2006, 21:11
Fammi capire la tua capacità di analisi di un articolo si riduce ad andare a leggere il curriculum di chi l'ha scritto? Dovremmo essere impressionati e prendere per oro colato quanto dice Sartori, solo perchè è Sartori? le idee e le opinioni non hanno valore se sono espresse in modo anonimo? Ragionare per ipse dixit, è mortificare la ragione. Non mi sembrava un intervento particolarmente difficile da controbattere, ma se questa è la migliore obiezione che hai trovato riesci nella difficile impresa di farlo passare per buono...

Ah per la competenza di Sartori nella sua materia è fuori discussione, peccato che spesso tenda a esprimere giudizi assoluti anche su cose di cui non sa molto, vedi ad esempio la sua stroncatura a Lomborg http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/08_Agosto/17/sartori.shtml
piena di inesattezze e strafalcioni.


No guarda, io non desidero di sicuro vivere in un sistema totalitario, e il senso della mia critica all’utente in questione è ben diverso da come lo stai mettendo tu. Non si tratta di prendere o non prendere per oro colato quello che dice uno studioso; scontato che il dissenso è legittimo, anzi auspicabile, va da sé però che deve essere espresso con argomenti e devono ricorrerne le ragioni, cosa che fin’ora non ho visto fare. Non si è d’accordo con le opinioni di Sartori? Assolutamente legittimo. Ad esempio io la penso come te riguardo a Sofri; ma conservo ancora il pudore minimo di rendermi conto, davanti ad una singola frase che non condivido, che chi l’ha pronunciata non è un Pinco Pallino qualsiasi ma uno dei più autorevoli studiosi italiani, il cui valore non è di sicuro riducibile alla sua posizione su Sofri medesimo ma ad un’intelligenza acuta e brillante, ad un talento come pochi, ad un’indipendenza ed un’autonomia di giudizio come non se ne trovano in giro; e tutti i suoi meriti come studioso di scienza politica, contrariamente a quanto pensi tu, fanno la differenza nella valutazione, ma non per questioni di forma bensì di contenuto, altrimenti legittimiamo tutto e tutti, anche le uscite più patetiche del primo che passa in ossequio al peggiore relativismo. Questo semmai è mortificare la ragione.
Cmq in discussione non era la questione Sofri che hai sollevato, e che è sensata, infatti manco t’avevo quotato, ma piuttosto la sicumera con cui l’utente che ho citato aveva qualificato Sartori in generale, come se fosse un vecchietto all’ospizio che vive fuori dalla realtà e che non sa nemmeno quello che dice.

^TiGeRShArK^
19-03-2006, 21:23
Quando leggo interventi come questi mi trovo a rimpiangere la censura di regime. Io sono dell’idea che la libertà di parola e di pensiero sia un diritto da spendere nel migliore dei modi, non un dovere da esercitare quando non si ha di meglio da fare.

anke se un pò drastica come soluzione quoto.
Onestamente in questo forum ne ho lette troppe di risposte scritte solo per dar fiato alla bocca parlando di cose di cui non si aveva la minima idea...
non x ultimo il castello di insinuazioni visto proprio oggi ke era stato costruito su un testo di un articolo inglese di cui nessuno aveva capito il significato, ma questo non li esimeva dallo sparare a zero fornendo addirittura MOLTO dubbie interpretazioni dell'articolo in questione.
ke dire... pienamente d'accordo con te per la faccina...
:doh:

Lorenzaccia
19-03-2006, 22:55
ah secondo te la sapienza di una persona la si misura in base ai titoli di studio, ma per favore!

:mbe: :ciapet:

Nel caso specifico di discepolo che dice di Sartori “è fuori dalla realtà, ma contento lui”, la sapienza si misura senza ombra di dubbio con i titoli (titoli che sono chiaramente riconoscimenti per merito, ossia per il grande contributo dato alla scienza politica, non certo la lauretta o il masterino che vanno tanto di moda per attribuire valore alla professionalità del singolo). Ed è grottesco anche solo pensare il contrario, a meno che tu non abbia qualche asso nella manica che noi del forum di hwupgrade ignoriamo, ad esempio una nuova teoria sui sistemi elettorali, o sul sistema multipartitico stesso, e allora sarebbe il caso di farceli conoscere. :ciapet:



edit: ah scusa tanto, non avevo visto che eri già sospeso, altrimenti non avrei risposto.