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View Full Version : Travagli interiori..


elect
17-03-2006, 09:12
Grazie a M. per l'articolo dell'immarcescibile Travaglio, giornalista inviso tanto alla destra quanto - prossimamente se non già ora - alla sinistra, ma il commento che Cristina - giovane amica con un dottorato fresco fresco e ricercatrice presso l'università di Torino, correggimi se sbaglio - ci spedisce da Zurigo la dice lunga sulle figure che ci tocca fare nel mondo a causa del piazzista di Arcore. Hai ragione tu C.: così come molti anni fa Indro Montanelli aveva sostenuto in occasione di elezioni altrettanto importanti anche il 9 e 10 aprile ci toccherà tapparci il naso e scegliere il male minore

Buona giornata, M.

P.S.: non ho visto il dibattito, ho preferito godermi un bell'episodio della vecchia serie televisiva 'Ai confini della realtà'; a pensarci bene non è stato poi troppo diverso, già a partire dal titolo ....


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Un articolo del buon Travaglio.

Buona giornata
M.






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di Marco Travaglio

Signor Primo Ministro, lei ha le mani sporche di sangue? Ha intenzione di dimettersi?». Così, il 19 luglio 2003, un giornalista inglese si rivolse a Tony Blair durante la conferenza stampa congiunta col premier giapponese Koizumi. Il giornalista si riferiva alla morte misteriosa del dottor Kelly, che aveva denunciato le manovre del governo inglese per appesantire il rapporto dei servizi segreti sulle armi di distruzione di massa di Saddam. Non risulta che il giornalista abbia ricevuto critiche, insulti o richieste di ritrattare come invece è capitato a Oliviero Diliberto per l'ovvia constatazione che Bush ha le mani «grondanti di sangue» iracheno, avendo mandato i suoi uomini a sterminare, anche con bombe al fosforo, migliaia di civili. «Signor presidente, lei è un cocainomane?», domandò nel 2001 David Letterman a George W. Bush durante il suo seguitissimo show televisivo. Bush non si sognò neppure di recarsi in Bulgaria per chiedere la cacciata di Letterman dalla televisione, e comunque anche se l'avesse fatto non avrebbe trovato nessuno pronto a obbedirgli. Figurarsi che accadrebbe in Italia se qualcuno, giornalista o comico, osasse tanto.
Bisogna partire di qui, dal «mondo a parte» che è il dibattito politico-giornalistico in Italia, per capire come mai da noi «certe cose non si possono dire», soprattutto in televisione. E dunque come mai certe cose la gente non le sa e non le potrà mai sapere. Infatti le proteste del centrodestra per quanto è avvenuto domenica a Rai3 non si appuntano sull'inutile provocazione di Lucia Annunziata che ha dato il pretesto a Bellachioma di andarsene anzitempo («Lei non può dire che si alza e se ne va», ripetuto una decina di volte in due minuti). Ma sul fatto che prima dell'incidente la giornalista ponesse domande e pretendesse risposte, mentre il premier tentava di suggerirle le domande e di non dare le risposte.
Ogni tanto è utile immaginare come sarebbe l'Italia se, per incanto, si potesse realizzare un cambio merci fra la Rai e la Bbc. I politici fuggirebbero dalle tv, invece di accorrervi a ogni ora del giorno e della notte. E anche il teleconfronto di stasera, se si svolgesse negli studi di una tv inglese o americana, ma anche francese o tedesca, sarebbe tutt'altra musica, anche perché di Vespa e di Mimun, in quei paesi, non ce ne sono. O, se ce ne sono, non dirigono tg nè programmi d'informazione. Prendiamo il caso dei teppisti e picchiatori di sabato a Milano. Ma in quale paese il governo potrebbe iscriverli d'ufficio all'opposizione («sono alleati di Prodi»), avendo nelle proprie file due condannati per resistenza a pubblico ufficiale? Ben due ministri, Roberto Maroni e Roberto Calderoli, l'uno in via definitiva l'altro in appello, sono stati condannati per aver alzato le mani sulla polizia che perquisiva la sede milanese della Lega Nord di via Bellerio. Cioè per aver fatto esattamente ciò di cui sono accusati i facinorosi di corso Buenos Aires, contro i quali il governo dei Maroni e dei Calderoli (alle memoria) invoca «pene esemplari». La Lega è la stessa che ha sostenuto (addirittura con una colletta per pagare loro gli avvocati) i tre fanatici «serenissimi» che qualche anno fa si armarono di tutto punto e sequestrarono un traghetto a Venezia (con passeggeri incorporarti) concludendo il loro blitz eversivo sul campanile di San Marco. Chi lo ricorda più? In un lungo elenco di candidati impresentabili, l'Espresso fa il nome di Marcello De Angelis, in lista con An: negli anni di piombo faceva parte di «Terza posizione», fu a lungo latitante e venne poi condannato per associazione sovversiva; ora dirige la rivista «Area» del ministro Alemanno. Poi c'è un candidato milanese di Alternativa sociale dell'ottima Mussolini, Pasquale Guaglianone, ha una condanna per i suoi rapporti con i Nar, i nuclei armati rivoluzionari che seminarono terrore e morte in Italia negli anni 70 e 80. Chi l'ha mai fatto notare a quanti, accendendo ogni giorno la tv, si fanno l'idea che Prodi sia alleato con i terroristi e debba «prenderne le distanze»? Chi ricorda mai in tv che le ultime stragi in Italia le perpetrò un'organizzazione denominata Cosa Nostra, a cui - secondo il Tribunale di Palermo - era organico Marcello Dell'Utri, l'uomo che ha selezionato le liste di Forza Italia ed è candidato a Milano? Ci vorrebbe l'informazione. Magari, prima o poi, arriverà anche da noi.