Aleres
13-03-2006, 00:40
Tratto da My movies.it
di Luisa Ceretto
Tra le note di regia pubblicate sul pressbook che accompagna il suo nuovo film, leggiamo: "Vorrei che Il mio miglior nemico potesse essere considerato tra i migliori film di Carlo Verdone: sette stesure, praticamente un anno e tre mesi dedicati interamente al lavoro di scrittura, un copione di 130 scene. Non mi perdonerei di sbagliare un film costato così tanta fatica: ma non lo sbaglierò".
In effetti dobbiamo concordare nel giudizio con il regista, che con questo film firma un road-movie dai toni tragi-comici, la cui struttura poggia sullo scontro/incontro tra due personaggi: Achille, un padre di famiglia che ha perso nel tempo il contatto coi propri cari, e Orfeo, un ragazzo che, convinto di aver subito un torto dal primo, decide di vendicarsi, rovinandogli l'esistenza. Se i loro nomi rimandano a gesta eroiche e ad amori intensi e disperati, le loro azioni sono invece sanguigne e pragmatiche.
Quello di Carlo Verdone è un percorso artistico consolidato e contrassegnato da una vis comica, tesa a cogliere vizi e debolezze della società italiana. Una ricerca che, attraverso una filmografia ricca di successi e di qualche insuccesso, di cadute e repentine risalite, ha saputo confermare le insidie della temibile prova del tempo. Dei personaggi da lui inventati e interpretati, alcuni fanno ormai parte del patrimonio di una memoria collettiva e certe loro battute sono annoverate nei frasari della storia del cinema comico italiano.
Le sue macchiette hanno lasciato gradatamente il posto a personaggi che hanno acquistato maggiore spessore: è questo senz'altro anche il caso dei protagonisti di quest'ultimo film, in cui Verdone divide oneri e onori con il giovane Silvio Muccino. Il ritmo è scorrevole, le sequenze fluiscono alternando una comicità mai volgare a momenti maggiormente riflessivi – forse soltanto con qualche indugio eccessivo verso la parte finale del film - e la trama, anche se non originale, funziona piuttosto bene. Con l'unica eccezione di una condivisione non sempre ben bilanciata sul piano recitativo, con picchi verso l'alto quando nelle scene è presente Verdone e con qualche vuoto di presenza – scusate il gioco di parole - in sua assenza.
L'unica pecca... forse un uso eccessivo delle sponsorizzazioni.... soprattutto la scena inutile della videochiamata se la potevano evitare..... Capisco che sono introiti che fanno bene al cinema perche' consentono un budget elevato, pero' c'e' un limite....
Per il resto e' un film molto carino...
di Luisa Ceretto
Tra le note di regia pubblicate sul pressbook che accompagna il suo nuovo film, leggiamo: "Vorrei che Il mio miglior nemico potesse essere considerato tra i migliori film di Carlo Verdone: sette stesure, praticamente un anno e tre mesi dedicati interamente al lavoro di scrittura, un copione di 130 scene. Non mi perdonerei di sbagliare un film costato così tanta fatica: ma non lo sbaglierò".
In effetti dobbiamo concordare nel giudizio con il regista, che con questo film firma un road-movie dai toni tragi-comici, la cui struttura poggia sullo scontro/incontro tra due personaggi: Achille, un padre di famiglia che ha perso nel tempo il contatto coi propri cari, e Orfeo, un ragazzo che, convinto di aver subito un torto dal primo, decide di vendicarsi, rovinandogli l'esistenza. Se i loro nomi rimandano a gesta eroiche e ad amori intensi e disperati, le loro azioni sono invece sanguigne e pragmatiche.
Quello di Carlo Verdone è un percorso artistico consolidato e contrassegnato da una vis comica, tesa a cogliere vizi e debolezze della società italiana. Una ricerca che, attraverso una filmografia ricca di successi e di qualche insuccesso, di cadute e repentine risalite, ha saputo confermare le insidie della temibile prova del tempo. Dei personaggi da lui inventati e interpretati, alcuni fanno ormai parte del patrimonio di una memoria collettiva e certe loro battute sono annoverate nei frasari della storia del cinema comico italiano.
Le sue macchiette hanno lasciato gradatamente il posto a personaggi che hanno acquistato maggiore spessore: è questo senz'altro anche il caso dei protagonisti di quest'ultimo film, in cui Verdone divide oneri e onori con il giovane Silvio Muccino. Il ritmo è scorrevole, le sequenze fluiscono alternando una comicità mai volgare a momenti maggiormente riflessivi – forse soltanto con qualche indugio eccessivo verso la parte finale del film - e la trama, anche se non originale, funziona piuttosto bene. Con l'unica eccezione di una condivisione non sempre ben bilanciata sul piano recitativo, con picchi verso l'alto quando nelle scene è presente Verdone e con qualche vuoto di presenza – scusate il gioco di parole - in sua assenza.
L'unica pecca... forse un uso eccessivo delle sponsorizzazioni.... soprattutto la scena inutile della videochiamata se la potevano evitare..... Capisco che sono introiti che fanno bene al cinema perche' consentono un budget elevato, pero' c'e' un limite....
Per il resto e' un film molto carino...