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View Full Version : Pera:"Il Corano in classe? Sarebbe inaccettabile"


jumpermax
10-03-2006, 23:19
come al solito invito a leggere tutto con attenzione prima di prendere posizione :D

http://www.marcellopera.it/2006/03/10/rassegna-20060310/#more-48
Il Corano in classe? Sarebbe inaccettabile
10 Marzo 2006 | Redazione

«Davvero si pensa di integrare meglio i cittadini musulmani creando una comunità autonoma dentro la nostra società? E quale Islam si insegnerebbe? Da parte di chi? Di qualche imam?».

Pubblichiamo il testo dell’intervista a Marcello Pera di Ugo Magri per il quotidiano “La Stampa”.

Presidente Pera, le pesa l’etichetta di «neo-con»?

«E’ una semplificazione di voi giornalisti. Io mi sento liberal-conservatore».

Cosa vuol dire?

«Aderisco alla dottrina dei liberali che fanno salva la tradizione».

Tradizione con la maiuscola?

«Se preferisce. L’importante è che la tradizione non venga toccata. O venga aggiornata con prudenza e cautela, perché è il sigillo dell’identità di un popolo. Evita lo sradicamento».

In quali circostanze?

«Quando ci si trova attaccati, come sta avvenendo oggi. I terroristi fondamentalisti ci accusano di essere giudei e crociati. Cioè di essere proprio quello che siamo secondo la nostra tradizione».

E’ per questo che lei ha lanciato l’Appello in difesa dell’Occidente?

«Sì. In difesa della tradizione occidentale».

Davvero la vede così in pericolo?

«Attraversa una crisi grave. In Europa vanno diffondendosi sempre più il relativismo, il multi-culturalismo, il pacifismo (nella versione italiana si chiama buonismo e finisce sempre con un concerto rock al Circo Massimo), il pensiero debole: altrettanti modi di negare la tradizione».

L’Europa sull’orlo della resa culturale…

«Di più. Poiché la crisi identitaria determina la crisi politica, e questa a sua volta provoca la crisi dell’economia».

Parliamo dell’Italia?

«Anche noi ne soffriamo. Con una differenza».

Quale?

«I sentimenti cattolici, ancorché poco praticati, hanno ancora un radicamento. L’abbiamo visto nel referendum sulla fecondazione assistita. E lo vediamo tutti i giorni con la straordinaria partecipazione alle udienze del Papa».

Rispetto ad altri ci salviamo grazie alla Chiesa?

«In sostanza, sì».

Come mai i leader del centro-destra non hanno sottoscritto il suo appello?

«Berlusconi ha aderito subito, Fini e Casini non ancora. Però mi guardo bene dal negare, anche sul versante del centro-destra, un eccesso di timidezza».

Nei confronti dell’Islam?

«Mi riferisco alla perenne preoccupazione di non urtare la suscettibilità di quel mondo. Come se rivendicare la propria identità sia di per sé un’offesa alle identità altrui».

Le «vignette sataniche» sono state una rivendicazione di libertà o un’offesa?

«Dal punto di vista occidentale sono banalità quotidiane. A me fa più scandalo che vignette contro il cristianesimo, o scritte sui muri contro “Papa Natzinger”, o i petardi lanciati nella chiesa del Carmine a Torino, non facciano la metà dello scandalo causato dalle vignette».

E la maglietta di Calderoli?

«Una goliardata. Sconveniente soprattutto da parte di un ministro».

Però…

«Però ho trovato nelle critiche che gli sono state rivolte un eccesso di zelo, derivato dal timore».

La Consulta per dialogare con l’Islam, fortemente voluta da Beppe Pisanu, le pare un cedimento?

«No, uno strumento utile. Ma domando: questa Consulta è davvero rappresentativa? E di quale mondo islamico?».

Nutre dubbi?

«Perché la parte notoriamente vicina ai Fratelli musulmani, l’Ucoii, si è separata dalle altre componenti. E ciò costituisce un serio problema».

Da quale punto di vista?

«Noi avremmo bisogno di interlocutori autorevoli. Se invece una parte importante non prende chiaramente le distanze dal fondamentalismo, allora pure una buona idea come la Consulta rischia di naufragare. Anzi: mi sarei aspettato dal ministro dell’Interno una condanna esplicita delle posizioni integraliste assunte dall’Ucoii».

Proprio l’Ucoii ha proposto l’ora di Corano nelle scuole d’Italia. Condivide?

«No. Sarebbe inaccettabile. Noi stiamo malamente insegnando la religione cristiana nelle nostre scuole, proprio in omaggio al relativismo che ha trasformato l’ora di catechismo in un’ora di generica cultura religiosa. Vogliamo pure introdurne un’altra? Davvero si pensa di integrare meglio i cittadini musulmani creando una comunità autonoma dentro la nostra società? E quale Islam si insegnerebbe? Da parte di chi? Di qualche imam?».

Però da noi il cattolicesimo viene insegnato. Come mai Gesù sì e Maometto no?

«Io non metto sullo stesso piano, in Italia, religione cattolica e Islam. Perché il cattolicesimo fa parte della mia identità di italiano, perfino se non sono un credente».

Eppure il cardinale Raffaele Renato Martino s’è dichiarato favorevole all’ora di Corano…

«Sono stupito dall’argomento del cardinale, quando dice che non possiamo metterci sullo stesso piano loro. Così nega il principio del dialogo e della reciprocità, richiamato anche da Benedetto XVI».

Anche qui: eccesso di timidezza?

«Il fenomeno investe purtroppo anche una parte della Chiesa cattolica».

Non sarebbe meglio vietare, come in Francia, tutti i simboli religiosi nelle scuole pubbliche?

«No. Equivarrebbe a passare dallo Stato laico allo Stato laicista, che impone una religione sua propria. Si finisce per reprimere le fedi».

Esistono, secondo lei, i Paesi arabi moderati?

«Certo. E sono il primo bersaglio dei terroristi».

Un movimento come Hamas è democratizzabile?

«Me lo auguro. Ma il primo passo da ottenere è che metta al bando la violenza e riconosca Israele. Altrimenti quale dialogo può esserci?».

Che linea le sembra più efficace verso regimi fondamentalisti come l’Iran: bastone Usa o carota Ue?

«Una volta si sarebbe detto: la linea della fermezza».

Fermezza in che senso?

«Non cedere».

Passando alle armi?

«Parlo in primo luogo di difese culturali e politiche. Non vergognarci di noi stessi. Non assumere atteggiamenti di genuflessione…».

Lei sarebbe andato, come ha fatto il premier Berlusconi, su Al Jazeera per scusarsi di Calderoli?

«Non mi pare si sia scusato».

Ha mai ricevuto minacce?

«No. Ma attorno alla mia persona si è cercato di far nascere un caso».

Da parte di chi?

«Di alcuni esponenti arabi e non solo».

Addirittura.

«Sì, anche europei. Hanno tentato un’operazione non da poco. Contando sul fatto che, per chi non mi conosce e non mi legge, è facile presentarmi come un fautore della guerra di civiltà».

A proposito di liste di proscrizione. E’ vero che ne ha presentata una al Papa, quando è stato ricevuto la settimana scorsa? Ci sarebbero i nomi di laici come Eugenio Scalfari.

«Ho solo consegnato al Pontefice una pubblicazione di quanto da mesi è disponibile sul sito internet di Magna Carta, in cui ho risposto alle polemiche seguite al nostro convegno tenutosi nell’ottobre scorso a Norcia. Quello che verteva sulla difesa dell’identità cristiana, e che ebbe l’onore di aprirsi con un messaggio autografo del Papa».

Ottenne molte critiche…

«Anche offese. Qualcuno mi dette del rinnegato, altri del razzista. Ma ci fu anche chi, come Scalfari, rivolse obiezioni più argomentate. E io l’ho indicato come serio interlocutore con cui confrontarmi».

Scalfari però ha parlato di «Fatwa cristiana»…

«Accusa sciocca e linguaggio sgradevole».

Il Papa è stato accusato di ingerirsi nella vita italiana.

«Falso. La verità è che, a partire già da Papa Wojtyla, l’equazione cattolicesimo politico uguale cattolicesimo di sinistra, sul modello Dossetti, non vale più».

Papa Ratzinger è di destra?

«Sono gli intellettuali pigri a considerarlo di destra. Benedetto XVI parla con tutti: con me, con Oriana Fallaci, con Hans Küng… Non vuole che il messaggio cristiano sia ridotto a moralismo politico, a una delle tante teologie della liberazione».

Chi disturba?

«Gli ex privilegiati. Quelli di sinistra che prima si sentivano investiti dell’appoggio della Chiesa, e oggi si trovano a doverlo rincorrere».

Onisem
10-03-2006, 23:24
Liberal - conservatore. :rotfl: E a quanto pare anche laico - integralista - cristiano - cattolico. :rotfl: Ma che facce di politici ci sono in Italia!?

bluelake
10-03-2006, 23:30
come al solito invito a leggere tutto con attenzione prima di prendere posizione :D
vedrai, anche senza legge', da uno che bacia le pile per tiracci fòri i quadrini che t'aspetti, discorzi seri? :D

jumpermax
10-03-2006, 23:30
Non poteva mancare l'ottimo jim momo Notate le parole di Messori, credente, autore di spicco dell'area cattolica.



http://jimmomo.blogspot.com/2006/03/la-laicit-non-la-tradizione-per-dire.html
La laicità, non la tradizione, per dire no all'Ucoii

Pera (il teocon) dice no all'ora di religione islamica nelle scuole, ma non perché contraria alla laicità dello stato, bensì per difendere la nostra identità cattolica. Messori invece (il credente) è contrario anche all'ora di religione cattolica, in difesa della vera libertà religiosa

E' uno degli scrittori cattolici che furono più vicini a Papa Giovanni Paolo II. Insomma, non proprio un laicista. Vittorio Messori, su La Stampa di ieri, ci sorprende esprimendosi contro l'ora di religione islamica chiesta dall'Ucoii e accolta con favore dal cardinale Martino. Non solo, fa di questa richiesta un'occasione per mettere in discussione anche l'ora di religione cattolica: «L'ora di Islam è un'assurdità. Nelle scuole vanno impedite le lezioni di qualunque fede».

«Altro che insegnare anche l'Islam - dice senza troppi giri di parole - fosse per me cancellerei pure un vecchio relitto concordatario come l'attuale ora di religione. In una prospettiva cattolica la formazione religiosa può solo essere una catechesi e nelle scuole statali, che sono pagate da tutti, non si può e non si deve insegnare il catechismo. Lo facciano le parrocchie a spese dei fedeli».

Parole laiche, che molti non esiterebbero a definire laiciste. E poi la proposta: «Ritiriamo i professori di religione dalle scuole pubbliche e assumiamoli nelle parrocchie tassandoci noi credenti». Invece di «infilare altre fedi nelle classi, facciamo il contrario. Togliamole tutte, a cominciare dal cattolicesimo. Come negli Stati Uniti, dove lo Stato non ostacola né favorisce nessuna religione e lascia la libertà a qualsiasi confessione di organizzarsi in proprio». La chiarezza del modello americano attrae il cattolico liberale, non solo i radicali laicisti.

Si riconosca, aggiunge Messori - e da laici e liberali dovremmo concordare anche su questo - che ogni scuola privata, di qualunque confessione o atea, «consente di risparmiare denaro pubblico» e di conseguenza lo Stato conceda degli «sgravi fiscali». Ma non come finanziamento pubblico alle scuole private, bensì solo come «mero riconoscimento di un alleggerimento della spesa statale per l'istruzione. Niente di più». Proprio «noi cattolici», conclude Messori, dovremmo «togliere i crocifissi dai luoghi pubblici e il finto insegnamento della nostra dottrina nelle scuole».

Il vero credente è laico. Di confessione in confessione, identico l'approccio di Mario Scialoja, rappresentante in Italia della Lega Musulmana mondiale: «L'Italia è uno stato laico, la scuola è laica, e nei programmi scolastici dovrebbe essere prevista un'ora di storia delle religioni. Non possiamo cominciare a chiedere un'ora di religione islamica, i buddisti farebbero lo stesso, gli induisti lo stesso, e così via... Diventerebbe un caos. Penso che l'insegnamento della religione islamica per gli studenti musulmani, spetti alle famiglie ed eventualmente a scuole private islamiche riconosciute e parificate».

Il vero credente è laico. Proprio i credenti infatti dimostrano di opporre all'ora di religione, islamica o cattolica, l'argomento della laicità. Invece, contro la richiesta dell'Ucoii l'ateo devoto utilizza ben altro argomento: la Tradizione. La richiesta di un'ora di religione islamica nelle scuole non va accolta, ma non perché contraria alla laicità dello stato e persino alla libertà religiosa, bensì per difendere la nostra identità cattolica. «Io non metto sullo stesso piano, in Italia, religione cattolica e Islam. Perché il cattolicesimo fa parte della mia identità di italiano, perfino se non sono un credente», ha risposto oggi Marcello Pera a La Stampa. «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», recita l'art. 8 della Costituzione. Cosicché, a voler essere rispettosi della costituzione, o si concede a tutti i culti una propria ora o a nessuno di essi. Che i nostri teocon all'amatriciana, a differenza che in America, non siano credenti, è senz'altro un problema.

Singolare poi l'idea che ha Pera dell'ora di religione: «No. Sarebbe inaccettabile. Noi stiamo malamente insegnando la religione cristiana nelle nostre scuole, proprio in omaggio al relativismo che ha trasformato l'ora di catechismo in un'ora di generica cultura religiosa. Vogliamo pure introdurne un'altra? Davvero si pensa di integrare meglio i cittadini musulmani creando una comunità autonoma dentro la nostra società?» Ora di catechismo nelle scuole? Ho sempre saputo che si tratta proprio di un'ora di cultura religiosa.

Come previsto anche Magdi Allam risponde al cardinale Martino: «Ciò che manca in Italia non è la libertà religiosa bensì l'integrazione». E, sul Corriere, Ernesto Galli Della Loggia, che mi pare faccia un solo errore. Di vedere nella parole del cardinale Martino «una posizione nettamente antitetica a quella ormai più volte delineata, e con forza, da Benedetto XVI», il rispetto della reciprocità. Addirittura un «manifesto antiratzingeriano». Per il suo irenismo, per le sue posizioni "pacifiste" e aperte senza riserve al dialogo interreligioso, Martino si becca del "sinistro", del "disobbediente", rispetto ai "conservatori" Ratzinger e Ruini, ma sono i termini corretti per interpretare ciò che si muove oltretevere?

Da una parte infatti c'è il politically correct di Martino nel mostrarsi tollerante e avverso allo scontro di civiltà, non direi «antitetico», ma certo con toni ben diversi da quelli ratzingeriani, dall'altra però includere altri membri nel club dei privilegiati rafforza il proprio privilegio. In altre parole, Martino e Ratzinger sembrano accomunati nel tentativo, seppur declinato in modi diversi, di trovare un punto di incontro, ovviamente a spese della cultura laica e liberale, tra islamismo radicale e cattolicesimo. Scendendo a compromessi che guarda caso sacrificano sempre i principi laici, pur di rinsaldare i propri privilegi. La Chiesa, benché molti la ritengano una valida alleata, pensa più a difendere se stessa dalla modernità che l'Occidente dall'integralismo islamico.

Ratzinger non ne fa mistero, da molto prima di diventare Papa: «La vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi non è quella tra diverse culture religiose, ma quella tra la radicale emancipazione dell'uomo da Dio, dalle radici della vita, da una parte, e le grandi culture religiose dall'altra. Se si arriverà ad uno scontro delle culture, non sarà per lo scontro delle grandi religioni – da sempre in lotta le une contro le altre ma che, alla fine, hanno anche sempre saputo vivere le une con le altre –, ma sarà per lo scontro tra questa radicale emancipazione dell'uomo e le grandi culture storiche»

Ma l'editoriale più puntuale di oggi è quello di Emanuele Ottolenghi su il Riformista, di cui avevamo già riportato ieri questo passaggio: «Si può capire la posizione vaticana: per difendere il proprio privilegio - conquistato nel ventennio e gelosamente custodito fino ad oggi - la Chiesa deve estenderne parte anche ad altri, ora che i musulmani sono troppo visibili per essere ignorati».

Ottolenghi ci pone davanti alla domanda corretta: «Possiamo dunque continuare a privilegiare la Chiesa cattolica, in virtù della storia patria e dell'inerzia costituzionale che ci vincola ancora al Concordato e ai privilegi che ne discendono, o bisogna estendere alcuni di quei privilegi - magari non subito, magari non tutti - anche a quella che si appresta a diventare la seconda religione del paese, e così facendo salvaguardare quelli di cui gode la Chiesa? La risposta è né l'uno né l'altro. Occorre invece aprire un dibattito su come promuovere una separazione finale e definitiva tra stato e confessioni religiose. La religione è una cosa troppo seria per permettere che lo stato s'immischi. E la libertà che uno stato laico, liberale e democratico garantisce ai cittadini è troppo preziosa per rischiare che sia condizionata dalla religione.

LittleLux
10-03-2006, 23:36
Insomma, jumper, confrontando Pera con Messori, stai facendo un gioco al massacro. Quello di Pera, ovviamente. Avresti dovuto trovare qualcuno di pari livello da accostargli. Sei davvero ingiusto.:D

jumpermax
10-03-2006, 23:45
Insomma, jumper, confrontando Pera con Messori, stai facendo un gioco al massacro. Quello di Pera, ovviamente. Avresti dovuto trovare qualcuno di pari livello da accostargli. Sei davvero ingiusto.:D
il massacro l'ha fatto jimmomo, io mi sono limitato a riportarlo :D. Certo è che esempio più lampante di differenza tra ateo clericale e cattolico laico non si poteva trovare.

LittleLux
10-03-2006, 23:54
il massacro l'ha fatto jimmomo, io mi sono limitato a riportarlo :D. Certo è che esempio più lampante di differenza tra ateo clericale e cattolico laico non si poteva trovare.

Io direi più che altro tra persona dotata di cervello e sale in zucca e persona non altrettanto dotata, quest'ultima votata solo alla peggior demagogia.

x-ics
11-03-2006, 01:10
mi auguro che il destino riservi a Pera la medesima sorte di Scognamiglio: l' oblio

Vale76
11-03-2006, 01:17
Scusate.
A parte le opinabili dichiarazioni di Pera.
Non capisco :mbe:
che ci sarebbe di scandaloso, prima di criticare le culture altrui (vale ovviamente sia per noi verso loro, che per loro verso di noi) senza conoscerle, se un islamico ci insegnasse i significati delle sue usanze, e se noi insegnassimo, a nostra volta, i significati delle nostre?
Sarebbe così scandaloso????

Dreadnought
11-03-2006, 01:37
E' una intervista seria e chiaramente ha espresso molti contetti condivisibili da molti. D'altro canto con le fette di salame sugli occhi non si puo' nè commentare nè giudicare correttamente il suo pensiero.

Soprattutto in questi passi:

«No. Equivarrebbe a passare dallo Stato laico allo Stato laicista, che impone una religione sua propria. Si finisce per reprimere le fedi».
La cina vi ricorda qualcosa?

«Gli ex privilegiati. Quelli di sinistra che prima si sentivano investiti dell’appoggio della Chiesa, e oggi si trovano a doverlo rincorrere».
Vedi ad esempio Romano Prodi, che nel 1992 si faceva ritrarre sulla copertina di famiglia cristiana e quando si parlava di referendum sulla fecondazione assistita si è definito cristiano adulto... adulto di che?

Questo poi è il centro di tutto il discorso secondo me:

«Mi riferisco alla perenne preoccupazione di non urtare la suscettibilità di quel mondo. Come se rivendicare la propria identità sia di per sé un’offesa alle identità altrui».
Infatti ultimamente è proprio così.

Banus
11-03-2006, 12:12
«No. Equivarrebbe a passare dallo Stato laico allo Stato laicista, che impone una religione sua propria. Si finisce per reprimere le fedi».
La cina vi ricorda qualcosa?
In realtà il confronto con la Cina è uno di quelli più distanti che si possono fare, perchè di liberale non ha nulla. Certo, in Cina c'è una dottrina, quella comunista*, ma non è certo il caso degli stati liberali. Ed è proprio questo aggettivo (liberale) a fare un'enorme differenza.

* in realtà quella del partito. Ormai di comunista ha ben poco :D

«Mi riferisco alla perenne preoccupazione di non urtare la suscettibilità di quel mondo. Come se rivendicare la propria identità sia di per sé un’offesa alle identità altrui».
Infatti ultimamente è proprio così.
E se noti proprio la Chiesa a cui Pera fa riferimento non ha esitato a condannare le famose vignette perchè offensive verso un'altra religione, a differenza di molti laici liberali che hanno messo la libertà di espressione al primo posto.
Si dovrebbe riflettere su cosa definisce la nostra "identità", che non si riduce per nulla alle sole "radici cristiane" ;)

Onisem
11-03-2006, 14:04
E' una intervista seria e chiaramente ha espresso molti contetti condivisibili da molti. D'altro canto con le fette di salame sugli occhi non si puo' nè commentare nè giudicare correttamente il suo pensiero.

Soprattutto in questi passi:

«No. Equivarrebbe a passare dallo Stato laico allo Stato laicista, che impone una religione sua propria. Si finisce per reprimere le fedi».
La cina vi ricorda qualcosa?

«Gli ex privilegiati. Quelli di sinistra che prima si sentivano investiti dell’appoggio della Chiesa, e oggi si trovano a doverlo rincorrere».
Vedi ad esempio Romano Prodi, che nel 1992 si faceva ritrarre sulla copertina di famiglia cristiana e quando si parlava di referendum sulla fecondazione assistita si è definito cristiano adulto... adulto di che?

Questo poi è il centro di tutto il discorso secondo me:

«Mi riferisco alla perenne preoccupazione di non urtare la suscettibilità di quel mondo. Come se rivendicare la propria identità sia di per sé un’offesa alle identità altrui».
Infatti ultimamente è proprio così.

Ma non mi pare proprio, piuttosto ultimamente si è andati oltre: non è sufficiente rivendicare la propria identità, cosa peraltro mai negata, ma bisogna imporla ed uniformare tutti alla medesima. Se ribellarsi a questo è laicismo, significa che uno stato per non essere tacciato di esserlo dovrebbe coincidere con una teocrazia. Naturalmente si può negare tutto questo, sempre per le sopracitate fette.

lowenz
11-03-2006, 15:07
Noi stiamo malamente insegnando la religione cristiana nelle nostre scuole, proprio in omaggio al relativismo che ha trasformato l’ora di catechismo in un’ora di generica cultura religiosa.
Allora, signor Pera, a cosa servirebbe il catechismo a livello parrocchiale extra-scolastico? A niente deduco, se tutto funzionasse come SEMBRA lei voglia che funzioni. Non per niente Messori ha detto:
In una prospettiva cattolica la formazione religiosa può solo essere una catechesi e nelle scuole statali, che sono pagate da tutti, non si può e non si deve insegnare il catechismo. Lo facciano le parrocchie a spese dei fedeli.
Il signor Pera sembra aver completamente perso la trebisonda.

lowenz
11-03-2006, 15:31
Si dovrebbe riflettere su cosa definisce la nostra "identità", che non si riduce per nulla alle sole "radici cristiane" ;)
Fa niente, intanto se lo dici passi per un terrorista-nichilista ormai.

:muro: :muro: :muro:

E il tutto in nome di una sciocca lettura del mondo a -esimi e -ismi.

nestle
11-03-2006, 17:17
"Proprio l’Ucoii ha proposto l’ora di Corano nelle scuole d’Italia. Condivide?

«No. Sarebbe inaccettabile. Noi stiamo malamente insegnando la religione cristiana nelle nostre scuole, proprio in omaggio al relativismo che ha trasformato l’ora di catechismo in un’ora di generica cultura religiosa. Vogliamo pure introdurne un’altra? Davvero si pensa di integrare meglio i cittadini musulmani creando una comunità autonoma dentro la nostra società? E quale Islam si insegnerebbe? Da parte di chi? Di qualche imam?»."


questo ha perso la ragione...

vabbè che ormai il relativismo è diventato il loro spettro... :rolleyes: poi parla di un'ora generica di cultura religiosa come una cosa sbagliata... cosa pretende il catechismo in classe!?

la cosa veramente triste è che persone come lui ci governano, ci governa chi pende dalle labbra di un capo di un altro stato, che considera l'altro stato come priorità rispetto al proprio...

si vuole combattere lo "spettro" dell'islam con un integralismo cattolico, che idea stupida...come se l'integralismo cattolico nei secoli abbia dimosrtato di essere migliore...

l'unica via è un laicismo di stato, proprio sul modello francese, tutti liberi di professare la propria religione, ma nessuna religione deve interferire con lo stato.

a scuola non si parla di religione (se non in senso filosofico o storico), chi vuole fare catechismo va in chiesa, e chi vuole studiare il corano andrà in moschea, sono concetti talmente ovvi e di buon senso che il far finta di non capirli e non volerli accettare da parte dei cattolici è indice di una volontà di affermazione senza se e ma...