Lucio Virzì
07-03-2006, 08:27
Non potrete votarli direttamente, ed ora neppure indirettamente.
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/politica/versoelezioni33/taormcirami/taormcirami.html
Chiuse, tra mille difficoltà le liste del centrodestra. Poche speranze
per il recordman delle presenze Baiamonte. L'accusa: premiati gli amici degli amici
Nella Cdl saltano nomi importanti
Taormina e Cirami, fuori gli anti-pm :ciapet:
Il partito di Fini candida Stefio, uno dei bodyguard sequestrati in Iraq. Salta il patto tra Fi e radicali di centrodestra
di CARMELO LOPAPA
ROMA - Cinque anni al servizio della causa. A presidiare l'aula, alzare la mano e votare sempre e comunque sì. A mettere il proprio nome in testa alle leggi più discutibili. E alla fine, ecco il benservito: depennati, proprio sul traguardo. Nomi illustri e illustri sconosciuti ma fedelissimi e infaticabili: è il popolo dei sommersi, di quelli che non ce l'hanno fatta o che quasi sicuramente non ce la faranno. Lasciati a sorpresa fuori dalla porta di Montecitorio e Palazzo Madama, da Taormina a Cirami, o abbandonati nel limbo di un posto a rischio, da Saponara alla Carlucci fino al recordman delle presenze in aula, Baiamonte.
Per garantire il "ricambio" dentro la Cdl, certo, ma anche per fare posto a comici e soubrette. Largo a Pippo Franco e a Mara Carfagna. "Fare le liste con questo sistema ha richiesto uno sforzo in piu" ha confessato Fini. Ma le giustificazioni non sono bastate a chi perderà il titolo di onorevole.
E il malpancismo è esploso subito. Soprattutto dentro Forza Italia. Col senatore piacentino Agogliati, settimo in lista, insorto contro "questa legge elettorale che premia il criterio dell'amico dell'amico" o col vicecapogruppo al Senato Falcier, che ha denunciato la "premeditata pulizia etnica". Ad essere salvato comunque dalla "pulizia" è stato il drappello di inquisiti e processati illustri.
C'è sempre un posto assicurato in Parlamento per Marcello Dell'Utri (sesto al Senato in Lombardia) e per Cesare Previti (quinto alla Camera nel Lazio). Ma anche un ritorno da garantire a Calogero Mannino (secondo con l'Udc al Senato in Sicilia), ex ministro Dc in attesa di sentenza, che ora può esultare: "Rieccomi qui". Di certo c'è che Berlusconi, Fini, Casini e Bossi (suo il ricambio parlamentare più consistente, col 50 per cento, ma ha schierato anche la sorella Angela e il nipote Matteo Brivio) hanno badato a blindare i loro colonnelli, ministri e dirigenti, candidandoli in più regioni.
Gli esclusi. La voglia di rinnovamento dentro l'Udc che si prepara a cambiare il 40 per cento della squadra è costata il seggio al paladino anti Cuffaro Massimo Grillo (che ha rinunciato piuttosto che andare dietro Cuffaro), ma ha fatto anche un'altra vittima illustre. Si tratta del senatore Merchiorre Cirami, proprio lui che ha firmato la contestatissima legge sul legittimo sospetto, pedina forse di un certo ingombro che ora il partito di Casini ha preferito mettere a riposo.
Ma d'altronde la mannaia non ha salvato nemmeno alcuni uomini del governo. Il sottosegretario agli Interni Michele Saponara, avvocato di Previti, non è riuscito a strappare che il diciassettesimo posto con Forza Italia alla Camera in Lombardia 1. Il sottosegretario agli Affari regionali Alberto Gagliardi è stato cancellato del tutto dalla lista forzista della Liguria. Ma tra i volti noti che rischiano di lasciarci le penne, il 9 aprile, c'è anche Gabriella Carlucci, solo tredicesima in Puglia.
Non sarà conosciuto come l'ex presentatrice, ma il suo contributo il forzista Giacomo Baiamonte credeva di averlo dato in questa sua terza legislatura: è stato recordman delle presenze in aula col 99,91 per cento che gli era valso il grazie di Berlusconi. Ma non la rielezione: "Mi hanno collocato al nono posto in Sicilia occidentale, candidatura ad alto rischio, non commento ma meritavo ben altro trattamento".
Altri hanno sbattuto la porta e sono andati già via prima di attendere il responso. Il deputato di Forza Italia Antonio Russo, il più votato in Campania nel 2001, collocato all'undicesimo posto alla Camera, ha inviato un telegramma al premier per notificare l'addio: "Mi dovrà spiegare, intanto la mia dignità vale più di un posto in Parlamento". Stessa storia in Sardegna, dove hanno rinunciato alla corsa, pur di non accettare una soluzione di ripiego, il deputato uscente Sergio Milio e il sindaco di Lula Maddalena Calia.
Ma correrà la sua buona dose di rischio anche Italo Bocchino, candidato della Cdl alle ultime elezioni regionali contro Antonio Bassolino, e ora finito al quinto posto della squadra di An nel collegio Campania 2.
Tagliati fuori dalle fila di Forza Italia i Riformatori liberali Marco Taradash e Peppino Calderisi. Quest'ultimo ha ottenuto un inutile undicesimo posto in Piemonte, l'ex radicale non è stato nemmeno candidato. E dire che l'accordo concluso dalla piccola formazione col partito del Cavaliere prevedeva proprio tre posti sicuri come "diritto di tribuna". E invece il posto è arrivato solo per Benedetto Della Vedova, quinto per la Camera in Piemonte 1.
Il siluramento già nell'aria ha spinto alcuni aspiranti candidati a trasmigrare verso altri lidi. Così, la psicologa e scrittrice Vera Slepoj ha abbandonato An per approdare a un sicuro terzo posto con l'Udc nel Veneto. Stesso approdo per il deputato ormai ex forzista Paolo Ricciotti. Ma c'è anche chi è stato costretto al forfait per più nobili ragioni di famiglia: Grazia Sestini, senatrice di Forza Italia e sottosegretario al Lavoro, si è fatta da parte per curare la madre.
Le new entry. Dal Bagaglino a Palazzo Madama il passo può essere breve se ci si chiama Pippo Franco. È stato il colpo dell'ultimora della lista Dc-Psi. Rotondi e De Michelis faranno guidare al comico la lista del Senato nel Lazio. Forza Italia ha risposto con un seggio quasi garantito in Campania alla trentenne soubrette televisiva Mara Carfagna, una lunga serie di comparsate su Rai e Mediaset alle spalle ma soprattutto un presente da militante berlusconiana con tanto di carica di responsabile regionale di "Azzurro Donna". Alla Di Centa in corsa per Forza Italia il partito di Fini ha risposto con Marisa Masullo, ex primatista della velocità schierata in Lombardia al Senato. E se An ha candidato Salvatore Stefio, sequestrato in Iraq nel 2004, i forzisti hanno invece inserito nella lista toscana guidata da Bonaiuti e Bondi, ma in ventiduesima posizione, Antonella Agliana sorella di un altro body guard.
Le riserve indiane. Fidarsi del proprio partitino è bene, ma meglio non rischiare e approfittare dell'ospitalità di Berlusconi per un "posto sicuro". Così hanno pensato in tanti, tra i piccoli leader della Cdl. Il repubblicano Giorgio La Malfa finisce secondo alle spalle del premier nelle Marche, Gianfranco Rotondi della nuova Dc quarto al Senato in Lombardia, Stefania Craxi quinta in Lombardia 1 e Chiara Moroni quarta alla Camera in Lombardia 3. Stessa soluzione per alcuni uomini di Raffaele Lombardo dell'Mpa piazzati qua e là in giro per l'Italia. Sono il prezzo delle tante intese coi cespugli.
I governatori. Non hanno resistito al richiamo delle urne, tutti i quattro presidenti di Regione della Cdl. L'incognita è legata ora al destino delle loro poltrone. I forzisti Roberto Formigoni (Lombardia) e Giancarlo Galan (Veneto) hanno rinviato la scelta, mentre Michele Iorio tornerà a candidarsi per la Presidenza del Molise. L'unico Udc del gruppo, Salvatore Cuffaro, ha già annunciato che si dimetterà da senatore per tentare la rielezione in Sicilia contro Rita Borsellino. Il seggio sicuro al Senato (terzo posto) dell'ex presidente della Provincia di Milano Ombretta Colli dovrebbe convincerla a rinunciare a sfidare Letizia Moratti al Comune.
(7 marzo 2006)
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/politica/versoelezioni33/taormcirami/taormcirami.html
Chiuse, tra mille difficoltà le liste del centrodestra. Poche speranze
per il recordman delle presenze Baiamonte. L'accusa: premiati gli amici degli amici
Nella Cdl saltano nomi importanti
Taormina e Cirami, fuori gli anti-pm :ciapet:
Il partito di Fini candida Stefio, uno dei bodyguard sequestrati in Iraq. Salta il patto tra Fi e radicali di centrodestra
di CARMELO LOPAPA
ROMA - Cinque anni al servizio della causa. A presidiare l'aula, alzare la mano e votare sempre e comunque sì. A mettere il proprio nome in testa alle leggi più discutibili. E alla fine, ecco il benservito: depennati, proprio sul traguardo. Nomi illustri e illustri sconosciuti ma fedelissimi e infaticabili: è il popolo dei sommersi, di quelli che non ce l'hanno fatta o che quasi sicuramente non ce la faranno. Lasciati a sorpresa fuori dalla porta di Montecitorio e Palazzo Madama, da Taormina a Cirami, o abbandonati nel limbo di un posto a rischio, da Saponara alla Carlucci fino al recordman delle presenze in aula, Baiamonte.
Per garantire il "ricambio" dentro la Cdl, certo, ma anche per fare posto a comici e soubrette. Largo a Pippo Franco e a Mara Carfagna. "Fare le liste con questo sistema ha richiesto uno sforzo in piu" ha confessato Fini. Ma le giustificazioni non sono bastate a chi perderà il titolo di onorevole.
E il malpancismo è esploso subito. Soprattutto dentro Forza Italia. Col senatore piacentino Agogliati, settimo in lista, insorto contro "questa legge elettorale che premia il criterio dell'amico dell'amico" o col vicecapogruppo al Senato Falcier, che ha denunciato la "premeditata pulizia etnica". Ad essere salvato comunque dalla "pulizia" è stato il drappello di inquisiti e processati illustri.
C'è sempre un posto assicurato in Parlamento per Marcello Dell'Utri (sesto al Senato in Lombardia) e per Cesare Previti (quinto alla Camera nel Lazio). Ma anche un ritorno da garantire a Calogero Mannino (secondo con l'Udc al Senato in Sicilia), ex ministro Dc in attesa di sentenza, che ora può esultare: "Rieccomi qui". Di certo c'è che Berlusconi, Fini, Casini e Bossi (suo il ricambio parlamentare più consistente, col 50 per cento, ma ha schierato anche la sorella Angela e il nipote Matteo Brivio) hanno badato a blindare i loro colonnelli, ministri e dirigenti, candidandoli in più regioni.
Gli esclusi. La voglia di rinnovamento dentro l'Udc che si prepara a cambiare il 40 per cento della squadra è costata il seggio al paladino anti Cuffaro Massimo Grillo (che ha rinunciato piuttosto che andare dietro Cuffaro), ma ha fatto anche un'altra vittima illustre. Si tratta del senatore Merchiorre Cirami, proprio lui che ha firmato la contestatissima legge sul legittimo sospetto, pedina forse di un certo ingombro che ora il partito di Casini ha preferito mettere a riposo.
Ma d'altronde la mannaia non ha salvato nemmeno alcuni uomini del governo. Il sottosegretario agli Interni Michele Saponara, avvocato di Previti, non è riuscito a strappare che il diciassettesimo posto con Forza Italia alla Camera in Lombardia 1. Il sottosegretario agli Affari regionali Alberto Gagliardi è stato cancellato del tutto dalla lista forzista della Liguria. Ma tra i volti noti che rischiano di lasciarci le penne, il 9 aprile, c'è anche Gabriella Carlucci, solo tredicesima in Puglia.
Non sarà conosciuto come l'ex presentatrice, ma il suo contributo il forzista Giacomo Baiamonte credeva di averlo dato in questa sua terza legislatura: è stato recordman delle presenze in aula col 99,91 per cento che gli era valso il grazie di Berlusconi. Ma non la rielezione: "Mi hanno collocato al nono posto in Sicilia occidentale, candidatura ad alto rischio, non commento ma meritavo ben altro trattamento".
Altri hanno sbattuto la porta e sono andati già via prima di attendere il responso. Il deputato di Forza Italia Antonio Russo, il più votato in Campania nel 2001, collocato all'undicesimo posto alla Camera, ha inviato un telegramma al premier per notificare l'addio: "Mi dovrà spiegare, intanto la mia dignità vale più di un posto in Parlamento". Stessa storia in Sardegna, dove hanno rinunciato alla corsa, pur di non accettare una soluzione di ripiego, il deputato uscente Sergio Milio e il sindaco di Lula Maddalena Calia.
Ma correrà la sua buona dose di rischio anche Italo Bocchino, candidato della Cdl alle ultime elezioni regionali contro Antonio Bassolino, e ora finito al quinto posto della squadra di An nel collegio Campania 2.
Tagliati fuori dalle fila di Forza Italia i Riformatori liberali Marco Taradash e Peppino Calderisi. Quest'ultimo ha ottenuto un inutile undicesimo posto in Piemonte, l'ex radicale non è stato nemmeno candidato. E dire che l'accordo concluso dalla piccola formazione col partito del Cavaliere prevedeva proprio tre posti sicuri come "diritto di tribuna". E invece il posto è arrivato solo per Benedetto Della Vedova, quinto per la Camera in Piemonte 1.
Il siluramento già nell'aria ha spinto alcuni aspiranti candidati a trasmigrare verso altri lidi. Così, la psicologa e scrittrice Vera Slepoj ha abbandonato An per approdare a un sicuro terzo posto con l'Udc nel Veneto. Stesso approdo per il deputato ormai ex forzista Paolo Ricciotti. Ma c'è anche chi è stato costretto al forfait per più nobili ragioni di famiglia: Grazia Sestini, senatrice di Forza Italia e sottosegretario al Lavoro, si è fatta da parte per curare la madre.
Le new entry. Dal Bagaglino a Palazzo Madama il passo può essere breve se ci si chiama Pippo Franco. È stato il colpo dell'ultimora della lista Dc-Psi. Rotondi e De Michelis faranno guidare al comico la lista del Senato nel Lazio. Forza Italia ha risposto con un seggio quasi garantito in Campania alla trentenne soubrette televisiva Mara Carfagna, una lunga serie di comparsate su Rai e Mediaset alle spalle ma soprattutto un presente da militante berlusconiana con tanto di carica di responsabile regionale di "Azzurro Donna". Alla Di Centa in corsa per Forza Italia il partito di Fini ha risposto con Marisa Masullo, ex primatista della velocità schierata in Lombardia al Senato. E se An ha candidato Salvatore Stefio, sequestrato in Iraq nel 2004, i forzisti hanno invece inserito nella lista toscana guidata da Bonaiuti e Bondi, ma in ventiduesima posizione, Antonella Agliana sorella di un altro body guard.
Le riserve indiane. Fidarsi del proprio partitino è bene, ma meglio non rischiare e approfittare dell'ospitalità di Berlusconi per un "posto sicuro". Così hanno pensato in tanti, tra i piccoli leader della Cdl. Il repubblicano Giorgio La Malfa finisce secondo alle spalle del premier nelle Marche, Gianfranco Rotondi della nuova Dc quarto al Senato in Lombardia, Stefania Craxi quinta in Lombardia 1 e Chiara Moroni quarta alla Camera in Lombardia 3. Stessa soluzione per alcuni uomini di Raffaele Lombardo dell'Mpa piazzati qua e là in giro per l'Italia. Sono il prezzo delle tante intese coi cespugli.
I governatori. Non hanno resistito al richiamo delle urne, tutti i quattro presidenti di Regione della Cdl. L'incognita è legata ora al destino delle loro poltrone. I forzisti Roberto Formigoni (Lombardia) e Giancarlo Galan (Veneto) hanno rinviato la scelta, mentre Michele Iorio tornerà a candidarsi per la Presidenza del Molise. L'unico Udc del gruppo, Salvatore Cuffaro, ha già annunciato che si dimetterà da senatore per tentare la rielezione in Sicilia contro Rita Borsellino. Il seggio sicuro al Senato (terzo posto) dell'ex presidente della Provincia di Milano Ombretta Colli dovrebbe convincerla a rinunciare a sfidare Letizia Moratti al Comune.
(7 marzo 2006)