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View Full Version : Gheddafi: "I dimostranti di Bengasi volevano uccidere console italiano"


dantes76
02-03-2006, 21:39
Rivelazione del leader libico, che avanza le sue richieste
"Se Roma non ci risarcisce, potrebbero esserci ulteriori attacchi"
Gheddafi: "I dimostranti di Bengasi
volevano uccidere console italiano"

<B>Gheddafi: "I dimostranti di Bengasi<br>volevano uccidere console italiano"</B>
Il leader libico Gheddafi

TRIPOLI - I manifestanti libici tentarono di uccidere il console italiano e i suoi familiari quando, due settimane fa, diedero l'assalto al consolato italiano a Bengasi. Lo ha detto stasera Muahhar Gheddafi. Ma non basta: il leader libico ha aggiunto che non sono da escludere ulteriori attacchi se il governo italiano si rifiuterà di risarcire Tripoli quello che il nostro Paese fece durante il periodo coloniale, quando - ha dichiarato - furono uccisi migliaia di suoi concittadini.

Il riferimento del capo di Stato libico è ai tumulti del 17 febbraio scorso, nel corso dei quali sono rimaste uccise 14 persone. Una protesta con tentato assalto al consolato italiano a Bengasi: legata sia all'ondata di manifestazioni contro la pubblicazione delle vignette di Maometto in alcuni paesi europei, sia alla "mossa" dell'allora ministro leghista Roberto Calderoli. Che, nel corso della trasmissione condotta da Clemente Mimun, mostrò una t-shirt con quelle stesse vignette.

Risultato: a Bengasi, quel 17 febbraio, centinaia di dimostranti sono arrivati davanti al consolato, hanno rotto il cordone di polizia che lo proteggeva, hanno dato fuoco a quattro automobili. Hanno poi spaccato i vetri di molte stanze del piano terra, tentando di gettarvi dentro latte di benzina; hanno anche tentato di forzare la porta d'ingresso senza riuscirci. La polizia libica ha messo in salvo in un albergo il console e tutto il personale che si trovava all'interno. E poi ha fatto fuoco sui contestatori: quattordici i morti, numerosi i feriti.

E adesso, a due settimane di distanza, sono arrivate le parole, un po' minacciose, di Gheddafi. Nel giorno in cui le autorità di Tripoli hanno ordinato il rilascio di 130 prigionieri politici detenuti in una prigione della capitale, 85 dei quali appartenenti al partito fuorilegge della Fratellanza musulmana. E cioè il movimento che, secondo la maggioranza degli osservatori, sarebbe dietro le violenze contro il consolato italiano di Bengasi.

La Bbc riferisce che la decisione di rilasciare i prigionieri politiche è il frutto delle pressioni della Fondazione Gheddafi, diretta dal figlio del leader libico Seif el-Islam Gheddafi.

(2 marzo 2006)

http://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/esteri/vignette2/parlaghe/parlaghe.html

Enel
02-03-2006, 21:46
-

Spike
02-03-2006, 21:51
Il dittatore: «La folla a Bengasi voleva uccidere il console italiano»
Gheddafi: non escludo altri attacchi a Italia
In un discorso il leader libico minaccia il nostro Paese: se Roma si rifiuterà di indennizzare Tripoli ci saranno altre aggressioni


TRIPOLI (LIBIA) - Era l'uccisione del console italiano Franco Maria Pirrello lo scopo dei libici che il mese scorso presero d'assalto il consolato d'Italia a Bengasi: così afferma il capo del regime libico Moammar Gheddafi, il quale ammonisce gli italiani che non si possono escludere altre aggressioni in futuro, se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico per quanto commesso dal regime coloniale italiano in Libia, un regime sotto il quale - ha detto Gheddafi - migliaia di libici furono uccisi.
ODIO - «I libici odiano l'Italia, non la Danimarca. I libici cercano qualsiasi occasione per sfogare la loro rabbia contro l'Italia dal 1911, quando l'Italia occupò la Libia», ha aggiunto il leader libico. «La ragione di ciò è che l'Italia ha mancato di risarcire i libici per le loro sofferenze», ha spiegato. La polizia anti-sommossa libica ha ucciso almeno 11 persone e ne ha ferite oltre 60 per impedire ai dimostranti di dare l'assalto alla sede diplomatica italiana, il 17 febbraio scorso. È la prima volta che la Libia mette in relazione la manifestazione di Bengasi con il dominio coloniale italiano in Libia. La polizia antisommossa libica ha ucciso almeno 11 persone e ne ha ferite oltre 60 per fermare la protesta diretta a occupare la sede del consolato italiano il 17 febbraio scorso. Secondo le autorità libiche, la manifestazione sarebbe stata scatenata dall'irritazione dei libici per le vignette su Maometto. Pubblicate inizialmente su un giornale danese erano state poi rilanciate in Italia dall'ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli, che aveva cercato di mostrarle in tv su una maglietta, prima di essere costretto a dimettersi. E' la prima volta che Tripoli attribuisce la protesta di Bengasi al dominio coloniale italiano in Libia.
RELAZIONI CON L'ITALIA - Nel suo discorso, trasmesso in diretta dalla televisione di Stato libica, Gheddafi ha altresì sottolineato che, nonostante che la Libia abbia buone relazioni con il governo italiano e con leader dell'opposizione in Italia, Roma deve indennizzare Tripoli. «Vogliamo trarre profitto dai buoni legami che abbiamo ora con l'Italia per vedere che l'Italia paghi risarcimenti. La ragione è impedire un ripetersi della colonizzazione in futuro, perchè nessuno sa come l'Italia potra essere nei prossimi 50 o 100 anni», ha aggiunto il leader libico.
02 marzo 2006


www.corriere.it


E' pazzesco :nono:

easyand
02-03-2006, 21:53
grande gheddafi, ancora non ha capito dopo tutto ciò che è successo negli anni '80...
cmq, mia opinione personale: can che abbaia non morde

FastFreddy
02-03-2006, 21:57
Più che un vero attacco all'Italia mi sembra solo un discorso volto a tener buoni i libici, per non farsi vedere come un mollaccione.

Mi ricorda Chavez, che in pubblico attacca gli americani per far star buono il popolo e poi in privato prende accordi commerciali con gli stessi.

sempreio
02-03-2006, 22:00
ricordiamoci che i libici sono veramente poco

dantes76
02-03-2006, 22:10
grande gheddafi, ancora non ha capito dopo tutto ciò che è successo negli anni '80...
cmq, mia opinione personale: can che abbaia non morde
in parte debbo darti ragione, gheddafi deve tenersi buona la parte piu estremista, che sta propio in quella zona di confine,

jumpermax
02-03-2006, 23:18
Più che un vero attacco all'Italia mi sembra solo un discorso volto a tener buoni i libici, per non farsi vedere come un mollaccione.

Mi ricorda Chavez, che in pubblico attacca gli americani per far star buono il popolo e poi in privato prende accordi commerciali con gli stessi.
mmmh per me la questione è diversa, a giudicare da questa frase...


non si possono escludere altre aggressioni in futuro, se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico per quanto commesso dal regime coloniale italiano in Libia, un regime sotto il quale - ha detto Gheddafi - migliaia di libici furono uccisi.

sempreio
03-03-2006, 00:25
mmmh per me la questione è diversa, a giudicare da questa frase...


non si possono escludere altre aggressioni in futuro, se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico per quanto commesso dal regime coloniale italiano in Libia, un regime sotto il quale - ha detto Gheddafi - migliaia di libici furono uccisi.


mi pare ne abbiano ammazzato più di 100000 e hitler si sarebbe ispirato a quel episodio per fare ciò che ha fatto :rolleyes:

beppegrillo
03-03-2006, 03:33
mmmh per me la questione è diversa, a giudicare da questa frase...


non si possono escludere altre aggressioni in futuro, se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico per quanto commesso dal regime coloniale italiano in Libia, un regime sotto il quale - ha detto Gheddafi - migliaia di libici furono uccisi.
un bel ricatto, forza gheddafi spremiti di più, puoi far di meglio :)

carloppio
03-03-2006, 08:08
Lo sapevo.... l'europa e l'occidente hanno mostrato, con la vicenda della vignette, di essere un branco di mollaccioni privi di spina dorsale... ed ecco la conseguenza! Ora si fanno avanti tutti, con minacce di attentati terroristici e assalti, per cercare di spremere qualche dollaro ai "paesi ricchi". :mad:
Bene, bene, continuiamo così... :rolleyes:

Spero comunque che mi stia sbagliando...

Onisem
03-03-2006, 08:41
E bravo il colonnello... l'amico dell'Occidente, l'amico dell'Italietta (tanto che ci siamo amorevolmente presi il figlio a passeggiare in serie A). Poi continuiamo pure a confendere terroristi con "partner" e "campioni di democrazia".

cyber
03-03-2006, 09:01
ai voglia a caccià soldi:

http://img236.imageshack.us/img236/4080/imperomax5ma.th.jpg (http://img236.imageshack.us/my.php?image=imperomax5ma.jpg)

:asd:

GreG
03-03-2006, 10:09
Giusto!...e noi invece xchè non chiediamo i danni agli "alleati" che c'hanno bombardato?!?!...e xchè non richiedere indietro i quadri ai francesi rubateci da napoleone?!!?....e, soprattutto, come la mettiamo col sacco di Roma!?!?....
Ma questo si rende conto che quel poco di urbanizzazione che c'è in libia lo fecero gli italiani all'epoca e col suo regime non ha portato nulla di nuovo!?!?
CARTAGO DELENDA EST! :D:D:D

Facciamo così: mandiamogli giù il Berlusca con la promessa di mezzo miliardo di posti di lavoro e con il progetto di Tripoli 2!.....mo te pare che non ce credono?!?! :D:D:D

cmq c'è poco da scherzarci su.....questi no mezzi matti.....hai visto mai..... :(

saluti,
GreG

Freeride
03-03-2006, 12:33
Ma non era stata la t-shirt a scatenare la polemica? :stordita: :rolleyes:
No, era per i pantaloncini di jeans che indossava a Pontida! :D

ironmanu
03-03-2006, 12:39
Ma non era stata la t-shirt a scatenare la polemica? :stordita: :rolleyes:
Ma come ancora insisti????C'è scritto anche nella bibbia che è stata la maglietta di calderoli!!!!!
Evvai con la strumentalizzazioneaspadatratta!!!!!!! :D

ironmanu
03-03-2006, 12:42
Giusto!...e noi invece xchè non chiediamo i danni agli "alleati" che c'hanno bombardato?!?!...e xchè non richiedere indietro i quadri ai francesi rubateci da napoleone?!!?....e, soprattutto, come la mettiamo col sacco di Roma!?!?....
Ma questo si rende conto che quel poco di urbanizzazione che c'è in libia lo fecero gli italiani all'epoca e col suo regime non ha portato nulla di nuovo!?!?
CARTAGO DELENDA EST! :D:D:D

Facciamo così: mandiamogli giù il Berlusca con la promessa di mezzo miliardo di posti di lavoro e con il progetto di Tripoli 2!.....mo te pare che non ce credono?!?! :D:D:D

cmq c'è poco da scherzarci su.....questi no mezzi matti.....hai visto mai..... :(

saluti,
GreG
In effetti quel poco di opere pubbliche che ci sono in libia sono dovute gran parte all'italia.
ma tanto che problema c'è????le braghe già le abbiamo giu',calarsi anche le mutande ormai è un attimo....

carloppio
03-03-2006, 12:48
ma tanto che problema c'è????le braghe già le abbiamo giu',calarsi anche le mutande ormai è un attimo....

:asd: :asd: :asd:

Assolutamente da quotare!

wolf64
03-03-2006, 13:19
ai voglia a caccià soldi:

http://img236.imageshack.us/img236/4080/imperomax5ma.th.jpg (http://img236.imageshack.us/my.php?image=imperomax5ma.jpg)

:asd:

ROTFL!!!!!! :rotfl: :rotfl: :rotfl:

easyand
03-03-2006, 13:28
gheddafi voleva che gli finanziassimo l'autostrada tunisia-libia-egitto come riparazione dei danni del periodo coloniale, un "operetta" da 3 miliardi di dollari, noi abbiamo detto fattela te l'autostrada! e s'è incacchiato!
Inoltre deve riguadagnare un po di consenso dopo la dura repressione (11 morti) della manifestazione anti italiana a bengasi

zerothehero
03-03-2006, 13:31
gheddafi voleva che gli finanziassimo l'autostrada tunisia-libia-egitto come riparazione dei danni del periodo coloniale, un "operetta" da 3 miliardi di dollari, noi abbiamo detto fattela te l'autostrada! e s'è incacchiato!
Inoltre deve riguadagnare un po di consenso dopo la dura repressione (11 morti) della manifestazione anti italiana a bengasi

Però si rifiuta di risarcire gli italiani espropriati dei beni...così è troppo comodo..

Korn
03-03-2006, 13:45
Ma non era stata la t-shirt a scatenare la polemica? :stordita: :rolleyes:
rifacciamolo ministro era così bravo :asd:

Ileana
03-03-2006, 13:46
ma interrompere qualsiasi contatto diplomatico con la Libia?

Korn
03-03-2006, 14:02
Azz, come a San Pietroburgo: NON UN PASSO INDIETRO, eh!!!

:asd:
de che? il fatto che calderoli abbia fatto una bestialità è fuori discussione ovviamente per voi non sarà così e allora vai 1, 100 mille calderolia al governo :asd:

von Clausewitz
03-03-2006, 14:16
mmmh per me la questione è diversa, a giudicare da questa frase...


non si possono escludere altre aggressioni in futuro, se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico per quanto commesso dal regime coloniale italiano in Libia, un regime sotto il quale - ha detto Gheddafi - migliaia di libici furono uccisi.

:muro:
a queste pagliacciate di gheddafi siamo abituati, e se non avessero ogni tanto risvolti tragici come quelli del consolato farebbero anche ridere (però nel 1991 in occasione della giornata della vendetta durante i consueti disordini antitaliani ci scappò un morto italiano e sai quale fu la serafica risposta dello scoppiettante "atlantista" nonchè attuale consigliere in politica estera, de michelis, allora ministro degli esteri? la libia se la prende con noi perchè noi eravamo la loro ex potenz acoloniale se invece era l'olanda se la prendevano con l'olanda, non una parola se quell'atteggiamento fosse non dico giustificato, ma financo concepibile)
l'allora presidente del consiglio andreotti cercò come al solito di rabbonirlo ricordandogli che gli avevamo costruito un paio d'ospedali e similari (se ricordo bene qualcuno insinuò maliziosamente che dietro gli aiuti "sanitari", a gheddafi fu anche fornito un po' d'armamento sottobanco, genere d'"articoli" che sicuramente allora al colonnello erano più di suo gusto
dopo 30 anni di leccaculismo moroteo-andreottiano, proseguito pure con l'ulivo e ancor di più con berlusconi, siamo sempre a questo punto, anzi peggio
quindi mi pare evidente che il problema non è quello che dice il colonnello che furbescamente strumentalizza il malcontento interno cercando di riversarlo come al solito sull'italia facendo del populismo antitaliano, cosa che beninteso ha sempre fatto, a maggior ragione ora, ma le risposte che gli danno le mezze cartucce di roma, che lo incoraggiano a dire quello che dice e purtroppo a fare quello che fa
cmq dal tenore delle risposte, se quella di un fassino e da mezza cartuccia, quella di un fini è da cartuccia a salve
si evince quindi che anche sotto questo aspetto l'attuale governo di cdx sia peggio di un futuro governo di csx, al contrario di quello che pensi tu
ricordiamo anche le ultime parole famose di berlusconi qualche giorno or sono:

http://ilgiorno.quotidiano.net/art/2006/02/22/5404472

"Ho parlato a lungo con il leader libico Gheddafi e mi ha assicurato la difesa dell'incolumità dei nostri connazionali, del personale del nostro consolato. Quindi tra i nostri due Paesi non si è verificato e non c'è, ancora oggi, nessun problema".

ironmanu
03-03-2006, 16:41
de che? il fatto che calderoli abbia fatto una bestialità è fuori discussione ovviamente per voi non sarà così e allora vai 1, 100 mille calderolia al governo :asd:
veramente in questo 3d si è solo sottolineata la STRUMENTALIZZAZIONE della vicenda fatta dal csx "i morti sulla coscienza di calderoli...",queste erano le cazzate che giravano sul forum e sulle bocche della sinistra. :rolleyes:
eh,certo,l'han detto i capi... :ciapet:
ma si sà,soooooo ragaaaaaaazzi...

darkreom
03-03-2006, 17:33
facile parlare male di chi tratta col colonnello...ricordate che se il colonnello volesse ci lascierebbe tutti al freddo e senza una goccia di petrolio...avete mai saputo chi da il petrolio e il gas all'eni?all'agip? :read:

Korn
03-03-2006, 17:33
veramente in questo 3d si è solo sottolineata la STRUMENTALIZZAZIONE della vicenda fatta dal csx "i morti sulla coscienza di calderoli...",queste erano le cazzate che giravano sul forum e sulle bocche della sinistra. :rolleyes:
eh,certo,l'han detto i capi... :ciapet:
ma si sà,soooooo ragaaaaaaazzi...
e han fatto bene a dirlo e io ancopra sono d'accordo, vi scordate tropo spesso cosa vuol dire esser ministro

easyand
03-03-2006, 18:44
facile parlare male di chi tratta col colonnello...ricordate che se il colonnello volesse ci lascierebbe tutti al freddo e senza una goccia di petrolio...avete mai saputo chi da il petrolio e il gas all'eni?all'agip? :read:

noi rimaniamo senza gas, lui rimane senza soldi...

ironmanu
03-03-2006, 19:36
e han fatto bene a dirlo e io ancopra sono d'accordo, vi scordate tropo spesso cosa vuol dire esser ministro

:mc:,veramente gheddafi li ha smentiti,poi uno se vuole puo' anche credere che la terra è piatta...

Korn
03-03-2006, 20:41
hai ragione "
Il riferimento del capo di Stato libico è ai tumulti del 17 febbraio scorso, nel corso dei quali sono rimaste uccise 14 persone. Una protesta con tentato assalto al consolato italiano a Bengasi: legata sia all'ondata di manifestazioni contro la pubblicazione delle vignette di Maometto in alcuni paesi europei, sia alla "mossa" dell'allora ministro leghista Roberto Calderoli. Che, nel corso della trasmissione condotta da Clemente Mimun, mostrò una t-shirt con quelle stesse vignette. "

NeSs1dorma
03-03-2006, 23:40
Finalmente smentiti tutti coloro che collegavano le magliette di Calderoli con i tumulti di questi mentecatti con l'asciugamano in testa.

dantes76
04-03-2006, 00:54
La terra e' pota pota, e io leggo altre notizie?

Il riferimento del capo di Stato libico è ai tumulti del 17 febbraio scorso, nel corso dei quali sono rimaste uccise 14 persone. Una protesta con tentato assalto al consolato italiano a Bengasi: legata sia all'ondata di manifestazioni contro la pubblicazione delle vignette di Maometto in alcuni paesi europei, sia alla "mossa" dell'allora ministro leghista Roberto Calderoli. Che, nel corso della trasmissione condotta da Clemente Mimun, mostrò una t-shirt con quelle stesse vignette.


Secondo le autorità libiche, la manifestazione sarebbe stata scatenata dall'irritazione dei libici per le vignette su Maometto. Pubblicate inizialmente su un giornale danese erano state poi rilanciate in Italia dall'ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli, che aveva cercato di mostrarle in tv su una maglietta, prima di essere costretto a dimettersi. E' la prima volta che Tripoli attribuisce la protesta di Bengasi al dominio coloniale italiano in Libia.

telespalla
04-03-2006, 08:51
DIETRO LA SOMMOSSA DI TRIPOLI
(La Velina Azzurra) – Le dimissioni imposte stasera a Roberto Calderoli sono un doppio cedimento del governo: cedimento alle richieste dell’opposizione interna del centro-sinistra e cedimento all’opposizione internazionale, cioè ai registi del fanatismo islamico. Un errore che da un lato indebolirà subito la campagna elettorale di Berlusconi e dall’altro attirerà sull’Italia l’attenzione dell’intero mondo arabo-islamico, mettendo in evidenza la sua fragilità politica. La sgangherata macchina di autodifesa del nostro “sistema” politico ha reagito con riflessi pavloviani alle violenze di Bengasi, scaricandole sulla maglietta del ministro leghista, drammatizzando i toni e provocando un inevitabile caso internazionale attraverso la stampa araba.

Nella grande sceneggiata mondiale che si è accesa sulle vignette danesi, pochi si sarebbero accorti della biancheria intima del ministro leghista se il titolare degli esteri Gianfranco Fini avesse parlato a bassa voce, evitando di suggerire per primo di dimissioni del collega. Ma non basta: subito dopo i disordini di Bengasi lo stesso Fini, assieme al gran concerto dell’opposizione e della stampa, non ha atteso un istante ad attribuirli a Calderoli e in pratica a rivendicarne la responsabilità al nostro Paese, che adesso si trova sotto i riflettori, esposto a tutte le possibili vendette del mondo islamico. Bel capolavoro di “responsabilità”.

Sarebbe bastato riflettere qualche minuto, attendere le versioni del nostro ambasciatore a Tripoli Francesco Trupiano e della stessa tv araba Al Jazira per apprendere tre cose: 1) che la sommossa di Tripoli era scoppiata dopo la preghiera del venerdì nel quadro delle generali proteste contro le “vignette blasfeme” che, almeno inizialmente, nessuno dei dimostranti sapeva niente della maglietta di Calderoli; 2) il consolato italiano che è stato preso d’assalto era l’unica sede occidentale a Bengasi e quindi i dimostranti non avevano altri obiettivi a portata di mano contro cui accanirsi; 3) la folla era stata arringata da un mullah e guidata da elementi ben individuati contro la polizia della Giamairia e sarebbe bastato chiedere ai nostri diplomatici per apprendere che il fattore religioso non c’entrava molto in una città che è considerata da 30 anni teatro di complotti e manovre contro il regime del colonnello.

Gli integralisti e i dissidenti libici non conoscono Calderoli ma lavorano da tempo contro la dittatura di Gheddafi. Ma Roma ha cercato per l’ennesima volta la benevolenza di Tripoli, partecipando a un doppio passaggio di repressione interna: una repressione tutta italiana con la quale sotto l’assedio della propria opposizione di centro-sinistra il governo di centro-destra ha rimosso un ministro leghista, sponsor ufficiale della riforma della Costituzione e simbolo della combattività del partito di Umberto Bossi. E una parallela repressione a Tripoli dove il colonnello ha defenestrato il suo ministro della sicurezza. Se causa di improvvisi disordini fosse stata la maglietta di salute di Calderoli, il ministro di polizia libico non avrebbe avuto alcuna colpa. La sua rimozione invece significa che non è stato capace di sventare disordini preordinati da agenti provocatori.

Nessun organo di stampa italiano ha saputo collegare la guerriglia di Bengasi con la decomposizione interna del regime libico di cui l’eterna crisi tra Roma e Tripoli è conseguenza. Nessuno ha riferito che i rapporti bilaterali tra il regime dell’”amico Moammar” e il governo dell“amico Silvio” sono al momento interrotti da un paio d’anni. L’unica autorità italiana in contatto d’emergenza con la Giamairia è il ministro dell’interno Beppe Pisanu, impegnato ad arginare il flusso dei clandestini nel canale di Sicilia. In un recente incontro, i libici gli hanno espresso il loro risentimento verso Berlusconi, accusato di false promesse, perché dopo aver detto sì alla delirante richiesta di regalargli un’autostrada costiera da 2 o 3 miliardi di euro, non era stato in grado di mantenere la promessa fatta a Gheddafi e quindi quest’ultimo ha revocato anche lui le proprie, bloccando la riconciliazione con quegli sventurati a vita degli ex italiani di Libia.

E quindi i rapporti diplomatici tra i due Paesi sono congelati, anche se nessuno lo dice. La sede dell’ambasciata libica a Roma è vacante da un anno e mezzo. Palazzo Chigi ha staccato la spina con la tenda di Gheddafi. L’ambasciatore a Tripoli Francesco Trupiano è costretto a vivere chiuso nella nostra rappresentanza, limitandosi alle piccole incombenze formali, come se fosse un semplice incaricato d’affari. L’unico risultato di tre anni di una missione piena di speranze è la non facile conquista di un corso di lingua italiana. Le nostre esportazioni in Libia si sono contratte del 25 %. Le grandi commesse sono state affidate a Francia, Germania e Gran Bretagna. Dal processo di riconciliazione della Libia con la comunità internazionale l’Italia è l’unico Paese rimasto fuori

Ma il clan Gheddafi mantiene una rete finanziaria in Italia (Capitalia, Fiat, varie società di calcio, etc), nell’ambito del rapporto ambiguo e diciamo pure losco che dura da 35 anni, grazie alle coperture fornite da tutti i governi del nostro Paese, dall’Eni e dai servizi segreti. Secondo cattive lingue, il leader libico, puntando su un futuro governo di centro-sinistra a Roma, avrebbe offerto un contributo economico alla campagna elettorale di Romano Prodi, andato a fargli visita per un paio di volte promettendo che la strada si farà. Questi rapporti ambivalenti del colonnello con l’Italia, con gli intrighi, la corruzione e gli eccessi consumistici dei suoi figli non sfuggono certo agli oppositori interni del regime e costituiscono –altro che le magliette di Calderoli- la nostra vera finestra di vulnerabilità nell’ex colonia.



Dagospia 19 Febbraio 2006

wolfnyght
04-03-2006, 09:40
lui ci taglia petrolio e gas?
noi gli sequestriamo tutto quello che ha in italia!
la bella stagione stà iniziando(meno consumo di gas)
6 mesi senza la grassa tetta italiana a nutrir la libia e poi vediamo cosa fanni i libici...............


basta basta basta

siamo gli unici che nel periodo coloniale ci abbiamo rimesso dei soldi!
gli altri hanno spolpato le colonie!noi invece abbiamo fatto opere importani per quei paesi!

rimettendoci anche le chiappet!

e poi vorrei dire una cosa:

ma caxxo certa l'italia con la libia?
manco esisteva la libia libera!
non vorrei ricordare che noi la guerra alla fine l'abbiamo fatta contro i Turchi!
che comandavano la libia!
se non c'era l'italia a "prendersi sta grana" ora la libia sarebbe turchia.......
se mai i turchi dovrebbero avercela con noi!
:muro: :muro: :muro:
Ma gheddaffi solo contro l'italia ce l'hà!non contro i turchi........
logico i turchi se ghedaffi gli chiedesse moneta sonante minimo gli ridn in faccia!
mentre noi italiani ci prostiamo a 90 gradi ci caliamo le braghe e le mutande!
e sotto al primo.............
mi vergogno mi vergogno di veder un'italia mollacciona così!
mi vergogno di veder un'europa mollacciona così!

che schifo!

spero di non aver usato toni troppo accesi!
ma per me questa è la dura realtà!

carloppio
04-03-2006, 12:06
facile parlare male di chi tratta col colonnello...ricordate che se il colonnello volesse ci lascierebbe tutti al freddo e senza una goccia di petrolio...avete mai saputo chi da il petrolio e il gas all'eni?all'agip? :read:

Mah... l'Eni ha giacimenti in molte parti del mondo tra cui il mare del nord, l'Africa occidentale, Mar caspio. Se la Libia non ci da più il petrolio, lo prendiamo da un'altra parte! Idem per il gas: qualche rigassificatore e i tubi che vengono dalla Libia li possiamo anche riempire di smarties...

zerothehero
04-03-2006, 12:10
ai voglia a caccià soldi:

http://img236.imageshack.us/img236/4080/imperomax5ma.th.jpg (http://img236.imageshack.us/my.php?image=imperomax5ma.jpg)

:asd:

Fortuna che lo stato italiano in base al diritto di successione dei trattati non ha responsabilità per gli atti dell'impero romano :D

maxsona
04-03-2006, 14:17
Subito in mare la Garibaldi :O obbedisco :O

giannola
04-03-2006, 17:29
ma interrompere qualsiasi contatto diplomatico con la Libia?
ma non diciamo eresie :muro:
L'Italia e la Libia hanno ottimi rapporti economici, senza contare il gasdotto che arriva in sicilia.

Quello che ha fatto Gheddafi serve più che altro a indebolire gli oppositori che ora sono sempre più numerosi.
I terroristi potrebbero fomentare ulteriormente e questo significherebbe la caduta del regime e l'instaurazione di uno stato di diritto islamico proprio di fronte le nostre coste.

Non escludo che a causa di ciò possano venir fatti accordi e l'Italia paghi un a cifra diciamo forfettaria.

giannola
04-03-2006, 17:31
noi rimaniamo senza gas, lui rimane senza soldi...
:rotfl:
come se non ci fossero già i cinesi pronti all'affare.

ironmanu
04-03-2006, 18:02
hai ragione "
Il riferimento del capo di Stato libico è ai tumulti del 17 febbraio scorso, nel corso dei quali sono rimaste uccise 14 persone. Una protesta con tentato assalto al consolato italiano a Bengasi: legata sia all'ondata di manifestazioni contro la pubblicazione delle vignette di Maometto in alcuni paesi europei, sia alla "mossa" dell'allora ministro leghista Roberto Calderoli. Che, nel corso della trasmissione condotta da Clemente Mimun, mostrò una t-shirt con quelle stesse vignette. "
edit

FastFreddy
04-03-2006, 18:05
Io continuo a pensare che il discorso di Gheddafi sia solo una boutade per tenersi buoni gli integralisti, i rapporti tra Italia e Libia non sono mai stati così buoni come negli ultimi 10-11 anni... ;)

^TiGeRShArK^
04-03-2006, 23:33
Finalmente smentiti tutti coloro che collegavano le magliette di Calderoli con i tumulti di questi mentecatti con l'asciugamano in testa.

hai ragione "
Il riferimento del capo di Stato libico è ai tumulti del 17 febbraio scorso, nel corso dei quali sono rimaste uccise 14 persone. Una protesta con tentato assalto al consolato italiano a Bengasi: legata sia all'ondata di manifestazioni contro la pubblicazione delle vignette di Maometto in alcuni paesi europei, sia alla "mossa" dell'allora ministro leghista Roberto Calderoli. Che, nel corso della trasmissione condotta da Clemente Mimun, mostrò una t-shirt con quelle stesse vignette. "

:rotfl:
ma almeno leggere il post sopra il tuo in cui venivano riportate per l'ennesima volta le dichiarazioni del leader libico costava troppa fatica??? :rotfl:

dantes76
04-03-2006, 23:45
:rotfl:
ma almeno leggere il post sopra il tuo in cui venivano riportate per l'ennesima volta le dichiarazioni del leader libico costava troppa fatica??? :rotfl:
be basterebbe un discreta ricerca su google:



IL GENOCIDIO IN LIBIA VISTO DA ERIC SALERNO 20/6/05

Contro la rimozione di un passato somodo, torna nelle librerie il testo che fece conoscere la vergogna del colonialismo italiano

Salerno Eric

Genocidio in Libia

Le atrocità nascoste dell'avventura coloniale italiana

2005 pp.160

14,00 €

Paola Caridi

Lunedi' 20 Giugno 2005

El Aghelia, a noi italiani, dice poco. Nulla, diciamolo. È un nome dall’aura esotica. Arabo, vero? Eppure El Aghelia dovrebbe dire molto. Comparire nei manuali di storia contemporanea in uso nelle scuole. Visto che El Aghelia era un campo di concentramento, gestito dagli italiani che tentarono di colonizzare la Libia. Un buco nero nel quale è stata risucchiata la vita e la morte di migliaia di libici, raggruppati dai fascisti italiani e costretti a condizioni di vita inumane.

Di questo campo di punizione non si è saputo molto, almeno a Roma. Sino a che, un quarto di secolo fa, un giornalista del Messaggero, Eric Salerno, non scoperchiò il tappo. Su El Aghelia così come sui bombardamenti all’iprite della nostra aviazione sui libici, spesso inermi. Pubblicando un dossier che, allora, fece scandalo, più che scalpore. E che ora viene ripubblicato con l’introduzione delle scoperte storiografiche prodotte nel frattempo e con una riflessione sul nostro, persistente processo di rimozione collettiva, in Genocidio in Libia. Le atrocità nascoste dell’avventura coloniale italiana (1911-1931) (ManifestoLibri editore 14 euro).

Ad aiutare allora Salerno, per ricostruire la storia dei gas proibiti dalle convenzioni internazionali, ci furono i documenti d’archivio. Ad aiutarlo, invece, sui campi di concentramento furono gli stessi protagonisti: le vittime.
Le loro testimonianze, raccolte da Salerno in un caso esemplare di storia orale, dicono quello che le fonti istituzionali hanno taciuto. Raccontano del dolore, della sofferenza, della morte, dell’ingiustizia. “Cosa ricordo di particolare?”, racconta per esempio Mohammed Bechir Seium, uno dei sopravvissuti incontrati da Salerno tra Sirte ed el Agheila. “Ricordo i morti. Ricordo la miseria e le botte. E per mangiare ricordo solo un pezzo di pane duro del peso di 150 o al massimo 200 grammi che doveva bastare per tutto il giorno”.

Le microstorie dei sopravissuti a El Agheila raccontano agli italiani, senza fronzoli e senza retorica, la sistematica violazione di tutti i diritti da parte dei fascisti italiani verso i civili libici. Lì, a El Agheila soprattutto. Ma anche negli altri campi di concentramento dove, secondo le stime più attendibili, furono rinchiuse circa 80mila persone. E ne uscirono, probabilmente, un quarto di meno. “Un calo di ventimila unità – spiega Salerno – dovuto presumibilmente a malattie, fame e qualche seduta di Tribunale militare speciale”. Il quale, quasi sempre, decretava la pena capitale per gli imputati.

Il libro di Salerno, allora e oggi, annulla di colpo – e senza sconti – lo stereotipo dell’”italiano brava gente”. Anzi, fa di più. Si chiede se non sia il caso, per definire quello che i colonizzatori italiani hanno compiuto in Libia, di usare un termine terribile quale genocidio. “Centomila libici morti, di fronte alle cifre dell’Olocausto degli ebrei – spiega l’autore -, del sistematico tentativo di eliminare un popolo intero, possono essere considerati ‘poca cosa’, ma se paragoniamo quella cifra alle dimensioni della popolazione libica di allora diventa più facile, per noi, renderci conto del peso che quei morti ebbero sulla società nordafricana”. Centomila morti su una popolazione che ammontava, forse, a 700mila, al massimo 800mila persone.

Di genocidio libico, in Italia, non si è mai parlato. Nonostante il libro di Salerno. Nonostante i libri finalmente prodotti dagli studiosi. Nonostante, soprattutto, l’azione instancabile di Angelo Del Boca, storico coraggioso, un uomo che per anni ha dovuto lottare da solo sia per avere accesso alla documentazione archivistica sia per difendere le sue tristi scoperte su tutto il nostro passato coloniale, dalla Libia al capitolo etiope.

Di riparazioni, da parte delle autorità politiche, ce ne sono state. A iniziare dall’allora premier Massimo D’Alema, sino a Silvio Berlusconi. Si può, certo, discutere sulla loro forza e sulla loro conseguenzialità. Come ha fatto Gheddafi in una intervista citata da Salerno, nella quale, parlando del ministro degli esteri Gianfranco Fini, disse: “Le informazioni che ho su di lui dicono che era un fascista. Ora è diventato antifascista, e questa è una cosa giusta. So che ha anche chiesto scusa agli ebrei, per quello che è stato fatto dai fascisti italiani agli ebrei. Se facesse la stessa cosa anche verso i libici, chiedendo scusa ai libici, in questo caso potrebbe essere elogiato”.

Quello che è totalmente mancato è stato (ed è ancora) un percorso sofferto di riflessione nazionale, sul tipo di quello affrontato dalla Francia sempre sulla propria storia coloniale in Nord Africa, non ha mai avuto luogo. Eppure, proprio da Alleanza Nazionale è arrivato, con più insistenza negli ultimi anni, l’invito a rivisitare i punti oscuri del nostro Novecento in maniera completa e – se possibile – fuori dall’alveo delle correnti storiografiche tradizionalmente preponderanti nell’accademia nostrana. Una richiesta che voleva concentrarsi sulla rivisitazione della storia italiana durante l’ultimo conflitto mondiale, e che ha trovato nella questione delle foibe il “caso”, l’evento-simbolo su cui accendere i riflettori. Della storiografia e della macchina da presa. Una richiesta che dovrebbe a buon titolo comprendere anche la Libia e l’intero passato coloniale.

Così non è e non è stato, perlomeno in maniera completa. Ed è molto probabile che il processo di quella che è una vera e propria rimozione negli strati più larghi della società italiana sia dovuto alla profonda contraddizione tra quello che è accaduto nelle colonie e lo stereotipo dell’”italiano brava gente”. Stride l’iprite lanciata dai bombardieri sulla gente inerme. Stridono i campi di punizione e di concentramento. Stridono le esecuzioni sommarie e le deportazioni con l’immagine che l’Italia si è costruita, soprattutto negli ultimi decenni del Novecento. E soprattutto attraverso l’ormai consistente esperienza nelle operazioni militari di peacekeeping in giro per il mondo

Questa recensione di Paola Caridi è stata pubblicata sulla Nuova Sardegna

http://www.lettera22.it/showart.php?id=3012&rubrica=16

Fumereo
05-03-2006, 19:51
Da buon beduino il Gheddafi vuole trattare e ottenere qualche soldo...

Io vorrei sapere quale degli ex stati colonialisti ha mai "risarcito", nei termini che intende gheddafi, le ex colonie.

Non lo so...quasi quasi chiederei i risarcimenti con gli interessi per le scorrerie di pirati nel 17-18esimo secolo...

von Clausewitz
05-03-2006, 22:20
be basterebbe un discreta ricerca su google:



IL GENOCIDIO IN LIBIA VISTO DA ERIC SALERNO 20/6/05

Contro la rimozione di un passato somodo, torna nelle librerie il testo che fece conoscere la vergogna del colonialismo italiano

Salerno Eric

Genocidio in Libia

Le atrocità nascoste dell'avventura coloniale italiana

2005 pp.160

14,00 €

Paola Caridi

Lunedi' 20 Giugno 2005

El Aghelia, a noi italiani, dice poco. Nulla, diciamolo. È un nome dall’aura esotica. Arabo, vero? Eppure El Aghelia dovrebbe dire molto. Comparire nei manuali di storia contemporanea in uso nelle scuole. Visto che El Aghelia era un campo di concentramento, gestito dagli italiani che tentarono di colonizzare la Libia. Un buco nero nel quale è stata risucchiata la vita e la morte di migliaia di libici, raggruppati dai fascisti italiani e costretti a condizioni di vita inumane.

Di questo campo di punizione non si è saputo molto, almeno a Roma. Sino a che, un quarto di secolo fa, un giornalista del Messaggero, Eric Salerno, non scoperchiò il tappo. Su El Aghelia così come sui bombardamenti all’iprite della nostra aviazione sui libici, spesso inermi. Pubblicando un dossier che, allora, fece scandalo, più che scalpore. E che ora viene ripubblicato con l’introduzione delle scoperte storiografiche prodotte nel frattempo e con una riflessione sul nostro, persistente processo di rimozione collettiva, in Genocidio in Libia. Le atrocità nascoste dell’avventura coloniale italiana (1911-1931) (ManifestoLibri editore 14 euro).

Ad aiutare allora Salerno, per ricostruire la storia dei gas proibiti dalle convenzioni internazionali, ci furono i documenti d’archivio. Ad aiutarlo, invece, sui campi di concentramento furono gli stessi protagonisti: le vittime.
Le loro testimonianze, raccolte da Salerno in un caso esemplare di storia orale, dicono quello che le fonti istituzionali hanno taciuto. Raccontano del dolore, della sofferenza, della morte, dell’ingiustizia. “Cosa ricordo di particolare?”, racconta per esempio Mohammed Bechir Seium, uno dei sopravvissuti incontrati da Salerno tra Sirte ed el Agheila. “Ricordo i morti. Ricordo la miseria e le botte. E per mangiare ricordo solo un pezzo di pane duro del peso di 150 o al massimo 200 grammi che doveva bastare per tutto il giorno”.

Le microstorie dei sopravissuti a El Agheila raccontano agli italiani, senza fronzoli e senza retorica, la sistematica violazione di tutti i diritti da parte dei fascisti italiani verso i civili libici. Lì, a El Agheila soprattutto. Ma anche negli altri campi di concentramento dove, secondo le stime più attendibili, furono rinchiuse circa 80mila persone. E ne uscirono, probabilmente, un quarto di meno. “Un calo di ventimila unità – spiega Salerno – dovuto presumibilmente a malattie, fame e qualche seduta di Tribunale militare speciale”. Il quale, quasi sempre, decretava la pena capitale per gli imputati.

Il libro di Salerno, allora e oggi, annulla di colpo – e senza sconti – lo stereotipo dell’”italiano brava gente”. Anzi, fa di più. Si chiede se non sia il caso, per definire quello che i colonizzatori italiani hanno compiuto in Libia, di usare un termine terribile quale genocidio. “Centomila libici morti, di fronte alle cifre dell’Olocausto degli ebrei – spiega l’autore -, del sistematico tentativo di eliminare un popolo intero, possono essere considerati ‘poca cosa’, ma se paragoniamo quella cifra alle dimensioni della popolazione libica di allora diventa più facile, per noi, renderci conto del peso che quei morti ebbero sulla società nordafricana”. Centomila morti su una popolazione che ammontava, forse, a 700mila, al massimo 800mila persone.

Di genocidio libico, in Italia, non si è mai parlato. Nonostante il libro di Salerno. Nonostante i libri finalmente prodotti dagli studiosi. Nonostante, soprattutto, l’azione instancabile di Angelo Del Boca, storico coraggioso, un uomo che per anni ha dovuto lottare da solo sia per avere accesso alla documentazione archivistica sia per difendere le sue tristi scoperte su tutto il nostro passato coloniale, dalla Libia al capitolo etiope.

Di riparazioni, da parte delle autorità politiche, ce ne sono state. A iniziare dall’allora premier Massimo D’Alema, sino a Silvio Berlusconi. Si può, certo, discutere sulla loro forza e sulla loro conseguenzialità. Come ha fatto Gheddafi in una intervista citata da Salerno, nella quale, parlando del ministro degli esteri Gianfranco Fini, disse: “Le informazioni che ho su di lui dicono che era un fascista. Ora è diventato antifascista, e questa è una cosa giusta. So che ha anche chiesto scusa agli ebrei, per quello che è stato fatto dai fascisti italiani agli ebrei. Se facesse la stessa cosa anche verso i libici, chiedendo scusa ai libici, in questo caso potrebbe essere elogiato”.

Quello che è totalmente mancato è stato (ed è ancora) un percorso sofferto di riflessione nazionale, sul tipo di quello affrontato dalla Francia sempre sulla propria storia coloniale in Nord Africa, non ha mai avuto luogo. Eppure, proprio da Alleanza Nazionale è arrivato, con più insistenza negli ultimi anni, l’invito a rivisitare i punti oscuri del nostro Novecento in maniera completa e – se possibile – fuori dall’alveo delle correnti storiografiche tradizionalmente preponderanti nell’accademia nostrana. Una richiesta che voleva concentrarsi sulla rivisitazione della storia italiana durante l’ultimo conflitto mondiale, e che ha trovato nella questione delle foibe il “caso”, l’evento-simbolo su cui accendere i riflettori. Della storiografia e della macchina da presa. Una richiesta che dovrebbe a buon titolo comprendere anche la Libia e l’intero passato coloniale.

Così non è e non è stato, perlomeno in maniera completa. Ed è molto probabile che il processo di quella che è una vera e propria rimozione negli strati più larghi della società italiana sia dovuto alla profonda contraddizione tra quello che è accaduto nelle colonie e lo stereotipo dell’”italiano brava gente”. Stride l’iprite lanciata dai bombardieri sulla gente inerme. Stridono i campi di punizione e di concentramento. Stridono le esecuzioni sommarie e le deportazioni con l’immagine che l’Italia si è costruita, soprattutto negli ultimi decenni del Novecento. E soprattutto attraverso l’ormai consistente esperienza nelle operazioni militari di peacekeeping in giro per il mondo

Questa recensione di Paola Caridi è stata pubblicata sulla Nuova Sardegna

http://www.lettera22.it/showart.php?id=3012&rubrica=16

il colionialismo italiano ha avuto anche aspetti deteriori, anche noi abbiamo fatto le nostre porcherie
ma da qui a buttare lì una cifra fantasmagorica come quella dei 100.000 morti ce ne passa
ma ce ne passa molto
insomma è una emerita fregnaccia