View Full Version : Il costo di 5 anni di Berlusconismo per l'Italia
Lucio Virzì
24-02-2006, 14:51
Eccolo.
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?idCategory=4821&idContent=1311765&m2s=null
di Stefano Livadiotti
GRAFICI ANIMATI
L'Italia prima e dopo Berlusconi
Dal Pil all'occupazione
L'Italia ha fatto un salto enorme..., ha scolpito giovedì 9 febbraio nel salotto televisivo di 'Matrix'. "Abbiamo mantenuto tutte le promesse, ma la gente non se n'è accorta", aveva garantito tutto serio due giorni prima dai microfoni di 'Radio anch'io'. "I giornali tacciono su quel che questo governo ha realizzato", s'era lagnato all'inizio dell'anno in una comparsata a 'Otto e mezzo'.
È il Silvio Berlusconi di sempre. Quello che nella primavera del 2001 s'era presentato festoso alle assise di Parma della Confindustria di Antonio D'Amato, sottolineando la perfetta coincidenza del suo programma di governo con le richieste degli imprenditori. Lo stesso che l'8 maggio sempre del 2001, officiante Bruno Vespa, seduto davanti a una scrivania di ciliegio, aveva letto in diretta tv il 'Contratto con gli italiani', dove si era solennemente impegnato a ridurre tasse e reati, aumentare pensioni e posti di lavoro e far decollare le grandi opere pubbliche.
Sono passati cinque anni. Berlusconi ha continuato ad approfittare di ogni palco e qualunque gazzetta per spargere ottimismo a piene mani. Malcelando la propria irritazione davanti ai moniti del Quirinale come dell'Europa o della Corte dei Conti. Nel frattempo sono caduti 12 dei suoi ministri (il primo fu il titolare del Commercio con l'Estero Renato Ruggiero e Gianni Agnelli parlò di "paese dei fichi d'India"). È stato rispedito al paesello natìo di Alvito l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che gli aveva offerto una sponda parlando di miracolo economico a portata di mano. Giulio Tremonti, "il nostro genio", il superministro dell'Economia che nel 2001 si era presentato agli italiani con un 'Documento di programmazione economica e finanziaria' da pieno boom, è tornato al suo posto dopo essere stato licenziato con l'accusa (pubblico ministero Gianfranco Fini) di aver truccato i conti.
Indeciso a tutto, strattonato da una maggioranza variopinta e rissosa, Berlusconi ha tirato a campare. Rinvia oggi e rimanda domani, le sue promesse hanno cominciato a perdere credibilità. "I parametri della competitività del nostro sistema industriale sono i più negativi dal dopoguerra a oggi", ha scandito il 17 dicembre del 2005 il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. E quando, il 19 dicembre gennaio scorso, il premier s'è ripresentato negli studi tv di Vespa, tentando di leggere il solito elenco delle cose fatte, Diego Della Valle è sbottato: "Non abbiamo bisogno di qualcuno che gira con dei foglietti e pensa che gli italiani siano tutti analfabeti".
Lui è preoccupato, se è vero che nei giorni scorsi ha chiamato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, per chiedergli consiglio sulla strategia elettorale (sentendosi rispondere: "La Casa delle libertà potrebbe anche vincere: servirebbe un grande attentato internazionale di cui lei rimanesse vittima..."). Così, s'è intestardito ancora di più sulla sua strada ("Tutti, nessuno escluso, dicono che le cose vanno bene", ha proclamato di nuovo il 20 febbraio). Anche perché non ha scelta. Il 'Contratto con gli italiani' si concludeva con una clausola: se non fosse riuscito a mantenere almeno quattro promesse su cinque, nel 2006 Berlusconi avrebbe rinunciato a ricandidarsi alla guida del paese. Nella maratona mediatica delle scorse settimane s'è dunque presentato vestendo di volta in volta i panni di Napoleone e Gesù Cristo. Nessuno s'è preso la briga di contestare le sue sparate. Eppure, dargli del Pinocchio non sarebbe stato difficile. Gli indicatori socio-economici elaborati in questi anni dai più autorevoli centri di ricerca nazionali e internazionali dipingono un quadro ben diverso. 'L'espresso' ne ha utilizzati 34 (vedi tabella in basso), ottenuti consultando 23 fonti diverse, per ricavare le fotografie del paese prima e dopo la cura Berlusconi. Il confronto è devastante. Ecco, cifra per cifra, come si è arrivati al declino.
Crescita zero Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.
La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento.
Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004. Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti).
Promesse da marinaio L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni. Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni. E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso. Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005.
Competitività bye bye In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia.
Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta).
Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95. E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila.
Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino).
Il piatto piange Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.
Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto. Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).
Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.
Il declino Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno.
Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.
Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia.
"I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi.
Ecco i grafici (Attenzione, la differenza viene esaltata tramite lo spostamento dell'origine dell'asse delle ascisse per una maggior comprensione)
Pil
(variazione percentuale)
http://img63.imageshack.us/img63/6564/pil1fu.jpg
Rapporto Deficit/Pil
http://img65.imageshack.us/img65/224/deficitpil5pm.jpg
Gli altri guardateveli voi qui: http://www.kataweb.it/utility/pop_up/espresso_grafici2/frameset.html
Il premier dice di aver onorato il Contratto con gli italiani. E di aver fatto miracoli. Ma le fonti e gli indici più autorevoli lo smentiscono. Ecco la fotografia del flop del governo di centro-destra:
PIL 2001 1,7%
PIL 2005 0,2%
fonte 2001 Eurostat
" 2005 Consenus forecast
===========================
RAPPORTO DEFICIT PIL
2001 3,2%
2005 4,3%
fonte: ministero Economia
==========================
DEBITO PUBBLICO
(in miliardi di euro)
2001 1348
2005 1542
(fonte Bankitalia)
==========================
AVANZO PRIMARIO
2001 3,4%
2005 0.6%
(fonte ministero Economia)
==========================
IMPOSTE DIRETTE E INDIRETTE
in milioni di euro
2001 359182
2005 399000
(fonte 2001 La Voce.info
" 2005 Dpef)
============================
OCCUPAZIONE
2001 +2%
2004 +0,9%
(fonte Eurostat)
=======================
OCCUPAZIONE SUD
2001 +2,3%
2004 -0,3%
(fonte Istat)
=====================
POSIZIONE ITALIA NELLE CLASSIFICHE
COMPETITIVITA'
2001 Wef 24
2001 Imd 32
2005 Wef 47
2005 Imd 53
(fonte Imd, Wef)
=========================
SALDO BILANCIA COMMERCIALE
in milioni di euro
2001 +9233
2005 -10368
(fonte Istat)
=======================
EXPORT NAZIONALE SU TOTALE MONDIALE
2001 4%
2005 2,9%
(fonte IMF)
======================
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni di euro
2001 17787
2004 13542
(fonte Censis)
======================
STANZIAMENTI NEL BILANCIO PER INFRASTRUTTURE
in milioni di euro
2001 22250
2005 18188
(fonte rapporto Ance)
===========================
SPESE PER RICERCA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
2001 +5,8%
2005 +1,6%
(fonte Censis)
=================================
FALLIMENTI DI IMPRESE
2001 -8%
2005 +6%
(fonte Euler Hermes)
===========================
PRESTITI DELLE BANCHE ALLE FAMIGLIE
in milioni di euro
2001 251964
2005 384867
(fonte ABI)
===========================
DELITTI DENUNCIATI
2001 2163826
2005 2415023
(fonte Ministero Interno)
==========================
POSIZIONE NELLA CLASSIFICA PAESI MENO CORROTTI
2001 29
2005 40
(fonte Transparency corruption index)
============================
POSIZIONE NELLA CLASSIFICA LIBERTA' ECONOMICA
2001 13
2005 27
(fonte Heritage foundation)
===========================
link articolo
http://gianniguelfi.ilcannocchiale.it/
LuVi
pomatone
24-02-2006, 15:11
si li stavo giustappunto guardando quei grafici: sono impressionanti :eek:
oh ce ne fosse uno positivo :muro:
pomatone
24-02-2006, 15:14
Lucio se ti va di aggiungerle nel primo post ecco tutte le cifre del disastro :(
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Il premier dice di aver onorato il Contratto con gli italiani. E di aver fatto miracoli. Ma le fonti e gli indici più autorevoli lo smentiscono. Ecco la fotografia del flop del governo di centro-destra:
PIL 2001 1,7%
PIL 2005 0,2%
fonte 2001 Eurostat
" 2005 Consenus forecast
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RAPPORTO DEFICIT PIL
2001 3,2%
2005 4,3%
fonte: ministero Economia
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DEBITO PUBBLICO
(in miliardi di euro)
2001 1348
2005 1542
(fonte Bankitalia)
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AVANZO PRIMARIO
2001 3,4%
2005 0.6%
(fonte ministero Economia)
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IMPOSTE DIRETTE E INDIRETTE
in milioni di euro
2001 359182
2005 399000
(fonte 2001 La Voce.info
" 2005 Dpef)
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OCCUPAZIONE
2001 +2%
2004 +0,9%
(fonte Eurostat)
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OCCUPAZIONE SUD
2001 +2,3%
2004 -0,3%
(fonte Istat)
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POSIZIONE ITALIA NELLE CLASSIFICHE
COMPETITIVITA'
2001 Wef 24
2001 Imd 32
2005 Wef 47
2005 Imd 53
(fonte Imd, Wef)
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SALDO BILANCIA COMMERCIALE
in milioni di euro
2001 +9233
2005 -10368
(fonte Istat)
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EXPORT NAZIONALE SU TOTALE MONDIALE
2001 4%
2005 2,9%
(fonte IMF)
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INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni di euro
2001 17787
2004 13542
(fonte Censis)
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STANZIAMENTI NEL BILANCIO PER INFRASTRUTTURE
in milioni di euro
2001 22250
2005 18188
(fonte rapporto Ance)
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SPESE PER RICERCA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
2001 +5,8%
2005 +1,6%
(fonte Censis)
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FALLIMENTI DI IMPRESE
2001 -8%
2005 +6%
(fonte Euler Hermes)
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PRESTITI DELLE BANCHE ALLE FAMIGLIE
in milioni di euro
2001 251964
2005 384867
(fonte ABI)
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DELITTI DENUNCIATI
2001 2163826
2005 2415023
(fonte Ministero Interno)
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POSIZIONE NELLA CLASSIFICA PAESI MENO CORROTTI
2001 29
2005 40
(fonte Transparency corruption index)
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POSIZIONE NELLA CLASSIFICA LIBERTA' ECONOMICA
2001 13
2005 27
(fonte Heritage foundation)
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link articolo
http://gianniguelfi.ilcannocchiale.it/
...tutte fandonie architettate dal complotto plutodemogiudaicomassonicorosso antico... :D
La cosa triste è che noi Italiani con tutti questi dati continueremo a pulirci allegramente il deretano.
Sperando che non risulti carta vetrata :D
Se proprio uno ha dei dubbi, ecco un buon motivo per non votarlo.
ma perchè i nostri politici-fantoccio di sinistra non portano questi grafici da Vespa e Mentana e li fanno vedere durante i confronti, con l'aggiunta di qualche sentenza di tribunale ?? :muro:
ironmanu
24-02-2006, 15:19
Eccolo.
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?idCategory=4821&idContent=1311765&m2s=null
di Stefano Livadiotti
GRAFICI ANIMATI
L'Italia prima e dopo Berlusconi
Dal Pil all'occupazione
L'Italia ha fatto un salto enorme..., ha scolpito giovedì 9 febbraio nel salotto televisivo di 'Matrix'. "Abbiamo mantenuto tutte le promesse, ma la gente non se n'è accorta", aveva garantito tutto serio due giorni prima dai microfoni di 'Radio anch'io'. "I giornali tacciono su quel che questo governo ha realizzato", s'era lagnato all'inizio dell'anno in una comparsata a 'Otto e mezzo'.
È il Silvio Berlusconi di sempre. Quello che nella primavera del 2001 s'era presentato festoso alle assise di Parma della Confindustria di Antonio D'Amato, sottolineando la perfetta coincidenza del suo programma di governo con le richieste degli imprenditori. Lo stesso che l'8 maggio sempre del 2001, officiante Bruno Vespa, seduto davanti a una scrivania di ciliegio, aveva letto in diretta tv il 'Contratto con gli italiani', dove si era solennemente impegnato a ridurre tasse e reati, aumentare pensioni e posti di lavoro e far decollare le grandi opere pubbliche.
Sono passati cinque anni. Berlusconi ha continuato ad approfittare di ogni palco e qualunque gazzetta per spargere ottimismo a piene mani. Malcelando la propria irritazione davanti ai moniti del Quirinale come dell'Europa o della Corte dei Conti. Nel frattempo sono caduti 12 dei suoi ministri (il primo fu il titolare del Commercio con l'Estero Renato Ruggiero e Gianni Agnelli parlò di "paese dei fichi d'India"). È stato rispedito al paesello natìo di Alvito l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che gli aveva offerto una sponda parlando di miracolo economico a portata di mano. Giulio Tremonti, "il nostro genio", il superministro dell'Economia che nel 2001 si era presentato agli italiani con un 'Documento di programmazione economica e finanziaria' da pieno boom, è tornato al suo posto dopo essere stato licenziato con l'accusa (pubblico ministero Gianfranco Fini) di aver truccato i conti.
Indeciso a tutto, strattonato da una maggioranza variopinta e rissosa, Berlusconi ha tirato a campare. Rinvia oggi e rimanda domani, le sue promesse hanno cominciato a perdere credibilità. "I parametri della competitività del nostro sistema industriale sono i più negativi dal dopoguerra a oggi", ha scandito il 17 dicembre del 2005 il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. E quando, il 19 dicembre gennaio scorso, il premier s'è ripresentato negli studi tv di Vespa, tentando di leggere il solito elenco delle cose fatte, Diego Della Valle è sbottato: "Non abbiamo bisogno di qualcuno che gira con dei foglietti e pensa che gli italiani siano tutti analfabeti".
Lui è preoccupato, se è vero che nei giorni scorsi ha chiamato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, per chiedergli consiglio sulla strategia elettorale (sentendosi rispondere: "La Casa delle libertà potrebbe anche vincere: servirebbe un grande attentato internazionale di cui lei rimanesse vittima..."). Così, s'è intestardito ancora di più sulla sua strada ("Tutti, nessuno escluso, dicono che le cose vanno bene", ha proclamato di nuovo il 20 febbraio). Anche perché non ha scelta. Il 'Contratto con gli italiani' si concludeva con una clausola: se non fosse riuscito a mantenere almeno quattro promesse su cinque, nel 2006 Berlusconi avrebbe rinunciato a ricandidarsi alla guida del paese. Nella maratona mediatica delle scorse settimane s'è dunque presentato vestendo di volta in volta i panni di Napoleone e Gesù Cristo. Nessuno s'è preso la briga di contestare le sue sparate. Eppure, dargli del Pinocchio non sarebbe stato difficile. Gli indicatori socio-economici elaborati in questi anni dai più autorevoli centri di ricerca nazionali e internazionali dipingono un quadro ben diverso. 'L'espresso' ne ha utilizzati 34 (vedi tabella in basso), ottenuti consultando 23 fonti diverse, per ricavare le fotografie del paese prima e dopo la cura Berlusconi. Il confronto è devastante. Ecco, cifra per cifra, come si è arrivati al declino.
Crescita zero Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.
La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento.
Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004. Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti).
Promesse da marinaio L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni. Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni. E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso. Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005.
Competitività bye bye In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia.
Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta).
Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95. E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila.
Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino).
Il piatto piange Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.
Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto. Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).
Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.
Il declino Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno.
Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.
Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia.
"I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi.
Ecco i grafici:
Pil
(variazione percentuale)
http://img63.imageshack.us/img63/6564/pil1fu.jpg
Rapporto Deficit/Pil
http://img65.imageshack.us/img65/224/deficitpil5pm.jpg
Gli altri guardateveli voi qui: http://www.kataweb.it/utility/pop_up/espresso_grafici2/frameset.html
LuVi
prendiamoli per buoni.
certo che l'origine dell'asse delle ascisse è a dir poco strumentalizzata :rolleyes:
ironmanu
24-02-2006, 15:21
Se proprio uno ha dei dubbi, ecco un buon motivo per non votarlo.
ma perchè i nostri politici-fantoccio di sinistra non portano questi grafici da Vespa e Mentana e li fanno vedere durante i confronti, con l'aggiunta di qualche sentenza di tribunale ?? :muro:
perche se l'esse delle ascisse partisse da zero srebbe tutto meno scandaloso!!!
il modo in cui sono state fatte le rappresentazioni grafiche è risibile... :rolleyes:
Perchè, non parte da zero?
Lucio Virzì
24-02-2006, 15:29
Perchè, non parte da zero?
In alcuni grafici no, ma ho messo un apposito disclaimer ed ho riportato le cifre, scevre dal contesto grafico, suggeritemi da pomatone. ;)
Chiedo indirettamente scusa ad Alex, il suo thread era stato aperto prima. ;)
LuVi
ReverendoMr.Manson
24-02-2006, 15:30
E meno male che l'11 settembre è successo in U.S.A figuriamoci come stavamo messi male oggi se fosse successo in Italia :D :D
Sono sempre più convinto che devo emigrare :rolleyes:
ironmanu
24-02-2006, 15:31
Perchè, non parte da zero?
in quelli postati da luvi si,ma in quelli al link che ha fornito la cosa è grottesca.
Strano che non ci sia il dato sulla disoccupazione :D
perche se l'esse delle ascisse partisse da zero srebbe tutto meno scandaloso!!!
il modo in cui sono state fatte le rappresentazioni grafiche è risibile... :rolleyes:
A parte il fatto dell'inconfutabilità delle cifre (molte arrivano da organi di governo), questi grafici sono creati con uno stile da sensazionalismo.... in puro stile berlusconiano!!!
Beh, a forza di farci vedere grafici che danno nettamente a suo favore ormai anche la controparte si è adeguata. Ha insegnato lui come pubblicizzare bene una cosa, gli altri hanno imparato. Adesso paga le conseguenze. ;)
ironmanu
24-02-2006, 15:37
A parte il fatto dell'inconfutabilità delle cifre (molte arrivano da organi di governo), questi grafici sono creati con uno stile da sensazionalismo.... in puro stile berlusconiano!!!
Beh, a forza di farci vedere grafici che danno nettamente a suo favore ormai anche la controparte si è adeguata. Ha insegnato lui come pubblicizzare bene una cosa, gli altri hanno imparato. Adesso paga le conseguenze. ;)
Comunque sia in questo caso l'espresso nn ci fa una bella figura in quanto ad informazione
Nockmaar
24-02-2006, 15:38
E meno male che l'11 settembre è successo in U.S.A figuriamoci come stavamo messi male oggi se fosse successo in Italia :D :D
Sono sempre più convinto che devo emigrare :rolleyes:
Quoto per un motivo molto semplice, tra l' altro tirato fuori da gtrin: gran parte degli italiani non leggera' mai quei dati. E' gia' tanto se guardera' qualche telegiornale, dove ovviamente quei dati non verranno diffusi in modo adeguato. Al massimo si fara' un bel panino infarcito di 20 dichiarazioni di parlamentari vari, senza spiegare una mazza ai telespettatori.
E la gente continuera' a votare Berlusconi perche' "si veste bene e ci fa fare bella figura all' estero"....
sid_yanar
24-02-2006, 15:40
bvutti comunistacci e pessimisti!
come dice tvemonti è colpa dei cinesi! e dell'11 settembve! e degli opevai che sciopevano e non lavovano! :O
Comunque sia in questo caso l'espresso nn ci fa una bella figura in quanto ad informazione
Chi ormai da un'informazione seria ed imparziale?
Il clima politico di questi ultimi anni ha purtroppo portato anche a questo.
E comunque, sottolineo, i dati sono incontrovertibili.
pomatone
24-02-2006, 15:43
ma quale brutta figura: i dati sono quelli e basta.....e che diamine :mad:
ironmanu
24-02-2006, 15:48
ma quale brutta figura: i dati sono quelli e basta.....e che diamine :mad:
certo,questo nn è in discussione.
Si fa semplicemente notare un uso della grafica atto a distorcere il più possibile l'entità del dato numerico reale.E questo si puo' imputare a chi ha pubblicato i grafici,o no?
pomatone
24-02-2006, 15:49
certo,questo nn è in discussione.
Si fa semplicemente notare un uso della grafica atto a distorcere il più possibile l'entità del dato numerico reale.E questo si puo' imputare a chi ha pubblicato i grafici,o no?
ok allora spiegami come, secondo te, andrebbero rappresentati in un grafico quei dati!?
ma quale brutta figura: i dati sono quelli e basta.....e che diamine :mad:
Purtroppo c'è una cosa che i grafici, gli studi, le statistiche ecc. ecc. NON CI DIRANNO MAI.....
Come sarebbero andate le cose se ci fosse stato il CSX al governo?
Si possono fare unmiliardodimiliardi di congetture, ma nessuno può dirlo.
Purtroppo c'è una cosa che i grafici, gli studi, le statistiche ecc. ecc. NON CI DIRANNO MAI.....
Come sarebbero andate le cose se ci fosse stato il CSX al governo?
Si possono fare unmiliardodimiliardi di congetture, ma nessuno può dirlo.
Verissimo, magari pure peggio.
Purtroppo però al governo c'era il cdx e è quello che dobbiamo giudicare.
Se siamo convinti che quei numeri siano il risultato di un ottimo governo lo si rivota altrimenti no.
Ciao.
P.s.: purtroppo in Italia sia a destra che a sinistra vi è uno zoccolo duro molto ampio, tutte persone che rivoterebbero la stessa parte indipendentemente da come si comportano.
LittleLux
24-02-2006, 16:10
Purtroppo c'è una cosa che i grafici, gli studi, le statistiche ecc. ecc. NON CI DIRANNO MAI.....
Come sarebbero andate le cose se ci fosse stato il CSX al governo?
Si possono fare unmiliardodimiliardi di congetture, ma nessuno può dirlo.
Come dice quel famoso adagio popolare: "con i se e con i ma, la storia non si fa". Possiamo giudicare solo i fatti, e questi ci dicono inconfutabilmente del disastro di 5 anni di governo targato CDL.
Come dice quel famoso adagio popolare: "con i se e con i ma, la storia non si fa". Possiamo giudicare solo i fatti, e questi ci dicono inconfutabilmente del disastro di 5 anni di governo targato CDL.
Giusto.
LittleLux
24-02-2006, 16:24
Dopo 5 anni di berlusca, ecco come stamo messi (almeno, una volta, le braghe di tela le avevamo :asd: ):
http://www.repubblica.it/2006/a/gallerie/olimpiadi2006/streaker/afp76634242402151009_big.jpg
FastFreddy
24-02-2006, 16:40
Strano che non ci sia il dato sulla disoccupazione :D
Shhhhhh, basta strumentalizzazioni, il capo ha detto che son veri! :O
Lo straccione
24-02-2006, 16:45
Purtroppo c'è una cosa che i grafici, gli studi, le statistiche ecc. ecc. NON CI DIRANNO MAI.....
Come sarebbero andate le cose se ci fosse stato il CSX al governo?
Si possono fare unmiliardodimiliardi di congetture, ma nessuno può dirlo.
il problema non e' tanto il giudicare l'operato del governo, il problema e' giudicare la mole di fesserie che ci racconta :O
se berlusca ci racconta che va tutto bene eppoi vengono fuori dei dati del genere abbiamo tutto il diritto di sentirci presi per il culo.
il csx probabilmente avrebbe ottenuto gli stessi risultati, ma non mi viene in mente nessun politico dotato di faccia da c@@o paragonabile a quella del berlusca, che si sarebbe azzardato a comportarsi come se fosse andato tutto per il meglio...
E quando, il 19 dicembre gennaio scorso, il premier s'è ripresentato negli studi tv di Vespa, tentando di leggere il solito elenco delle cose fatte, Diego Della Valle è sbottato: "Non abbiamo bisogno di qualcuno che gira con dei foglietti e pensa che gli italiani siano tutti analfabeti".
Madonna mia quanto straquoto, nn riesco proprio a sopportarlo quando se ne esce in televisione con quei fogli ed incomincia a leggere tutto quello che han fatto
Se proprio uno ha dei dubbi, ecco un buon motivo per non votarlo.
ma perchè i nostri politici-fantoccio di sinistra non portano questi grafici da Vespa e Mentana e li fanno vedere durante i confronti, con l'aggiunta di qualche sentenza di tribunale ?? :muro:
Purtroppo, io sono sempre più convinto che bene o male siano un pò tutti d'accordo tra loro.
Infatti basterebbe in un dibattito serio tirare fuori questi dati per scatenare un pandemonio, ma guarda caso nessuno in TV mostra mai la realtà fino in fondo, nè da una parte, nè dall'altra.
Sulle cose peggiori sembra quasi ci sia un accordo per tacerle.
Ad esempio, nessuno parla mai dei finanziamenti pubblici a scuole e sanità private, della faccenda banche si è parlato un pò e poi basta, sulla vicenda Telecinco nessuno dice niente........
Mi viene la nausea :Puke:
tdi150cv
24-02-2006, 17:52
Sarebbe curioso vedere gli stessi grafici applicati ad Eurolandia...
... la quale 'eurolandia gestita da incapaci' e' una delle principali cause ...
ma questo OVVIAMENTE lo si omette ... :D
... la quale 'eurolandia gestita da incapaci' e' una delle principali cause ...
ma questo OVVIAMENTE lo si omette ... :D
Non ho capito quello che intendi.
cercaleo è ovviamente curioso di vedere l'andamento degli stessi indici nei paesi di eurolandia
ironmanu
24-02-2006, 18:55
io reputerei + interessanti gli stessi dati anno per anno dal 2001 al 2005.
Cosi' si vedrebbe se c'è o meno stata discontinuità durante il primo anno di governo con i precedenti ed emergerebbe la tendenza attuale.
i dati postati all'inizio 2001-2005 mostrano un saldo negativo ma nn spiegano il perchè,così bene o male ognuno ci legge cio' che + gli aggrada cosi' risultano facilmente strumentalizzabili!
Lucio Virzì
26-02-2006, 19:10
Hopp per questo schifo.
LuVi
io reputerei + interessanti gli stessi dati anno per anno dal 2001 al 2005.
Cosi' si vedrebbe se c'è o meno stata discontinuità durante il primo anno di governo con i precedenti ed emergerebbe la tendenza attuale.
i dati postati all'inizio 2001-2005 mostrano un saldo negativo ma nn spiegano il perchè,così bene o male ognuno ci legge cio' che + gli aggrada cosi' risultano facilmente strumentalizzabili!
in effetti mi piacerebbe vedere quei grafici nello storico...
magari con qualche raffronto ad altri paesi europei
[A+R]MaVro
26-02-2006, 22:05
Ho letto l'articolo stamattina su l'Espresso. Sulle cifre c'è poco da contestare ma su come vengano interpretati alcuni parametri ho più di un dobbio.
<Megacut>
IMPOSTE DIRETTE E INDIRETTE
in milioni di euro
2001 359182
2005 399000
(fonte 2001 La Voce.info
" 2005 Dpef)
============================
Primo punto. Non si dice quanto è l'incidenza percentuale delle imposte dul PIL ma si dà solo la misura numerica che presa singolarmente vuol dire poco. Solo considerando l'inflazione al 2% su 5 anni partendo da 359.182 si arriva su 5 anni a 396.000 e rotti. Questo dato così non è indicativo del fatto se le imposte siano o meno aumentate, sopratutto in virtù del fatto che è cambiato il mix tra imposte dirette ed indirette come scritto nell'articolo.
OCCUPAZIONE
2001 +2%
2004 +0,9%
(fonte Eurostat)
=======================
OCCUPAZIONE SUD
2001 +2,3%
2004 -0,3%
(fonte Istat)
=====================
Questa è la crescita dell'occupazione. Finchè è positiva vuol dire che sto creando posti di lavoro, ad un ritmo minore indubbiamente, ma con trend positivo anche considerando il fatto che oltre certi livelli di occupazione non si può certo pretendere cifre altissime. Il dato pessimo invece è quello sul sud che fa registrare un segno negativo
SALDO BILANCIA COMMERCIALE
in milioni di euro
2001 +9233
2005 -10368
(fonte Istat)
=======================
Qui per fare una analisi obiettiva bisogna scorporare per lo meno l'import di petrolio che è passato da 20 a 60 dollari al barile in questi 5 anni; dubito che si invertana il segno del 2005 ma il risultato verrebbe di certo ridimensionato.
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni di euro
2001 17787
2004 13542
(fonte Censis)
======================
Questo (IMHO) è un parametro troppo altalenante e largamente indipendente dall'azione di governo per essere assunto come base di giudizio.
PRESTITI DELLE BANCHE ALLE FAMIGLIE
in milioni di euro
2001 251964
2005 384867
(fonte ABI)
===========================
Non è necessariamente un parametro negativo nè indice di impoverimento, l'aumento dei prestiti alle famiglie e del credito al consumo.
DELITTI DENUNCIATI
2001 2163826
2005 2415023
(fonte Ministero Interno)
==========================
Sono aumentati i reati o sono aumentate le denunce degli stessi? Non dimentichiamoci che una buona percentuale dei crimini minori, tipo i furti, non viene deninciato. Senza una adeguata spiegazione queste cifre non vogliono dire nulla.
mai visti grafici più ridicoli. :rolleyes:
mettono a confronto il 2001 e il 2005, senza mostrare lo storico di cosa è successo tra 2001 e 2005 e cosa è successo tra 1996 e 2001
a parte il fatto che nel 2001 il csx aveva fatto i regali preelettorali... tra e l'altro nel 2001, per 7 mesi aveva governato il cdx.
E infine, bè l'origine dell'asse delle ascisse, tipico esempio di disinformazione dei giornalisti rossi :rolleyes:
e poi vabbè qualcuno si è preso la briga di guardare come sono andati gli indici azionari in questi anni e come sono andati i prezzi dell'euro nei confronti del dollaro... bah. RIDICOLI!
Eccolo.
======================
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni di euro
2001 17787
2004 13542
(fonte Censis)
======================
che caso..
5 luglio 2001: l'euro in caduta tocca il nuovo minimo dell'anno a quota 83,71 cents
29 dicembre 2004: massimo storico della moneta unica 1,3647 dollari.
rifacciamo un po' i conti in dollari...
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni dollari
2001 17787*0,83 = 14763
2004 13542*1,36 = 18417
quasi 4 miliardi di dollari in più di investimenti stranieri in italia :ahahah:
che caso..
5 luglio 2001: l'euro in caduta tocca il nuovo minimo dell'anno a quota 83,71 cents
29 dicembre 2004: massimo storico della moneta unica 1,3647 dollari.
rifacciamo un po' i conti in dollari...
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni dollari
2001 17787*0,83 = 14763
2004 13542*1,36 = 18417
quasi 4 miliardi di dollari in più di investimenti stranieri in italia :ahahah:
Lascia perdere, non sprecare fiato e nervi.....è peggio che andar di notte...
MaVro']Ho letto l'articolo stamattina su l'Espresso. Sulle cifre c'è poco da contestare ma su come vengano interpretati alcuni parametri ho più di un dobbio.
....
Sono d'accordo con te.
I dati sono dati, alcuni sono senza dubbio negativi, altri vanno contestualizzati altrimenti si possono piegare ad ogni interpretazione.
Ciao
Federico
mai visti grafici più ridicoli. :rolleyes:
Penso che ci sia da discutere sui DATI piuttosto che sulla loro rappresentazione......
a parte il fatto che nel 2001 il csx aveva fatto i regali preelettorali...
Quanto i 500 milioni di € della "legge mancia" agganciata all'ultima finanziaria...
E infine, bè l'origine dell'asse delle ascisse, tipico esempio di disinformazione dei giornalisti rossi :rolleyes:
In verità è normale, quando le differenze fra più valori sono minime in valore assoluto, presentare grafici con l'origine degli assi che non parte da zero.
Di esempi ve ne sono innumerevoli....anche in articoli nell'ambito informatico, senza per questo richiamare la ridicola giustificazione della "disinformazione comunista".
:mc:
Ciao
Ciao
Federico
Nevermind
27-02-2006, 09:26
Su dai ragazzi teniamo duro ancora per poco poi con la sinistra al governo questa landa di lacrime diverrà un paradiso.
Su dai ragazzi teniamo duro ancora per poco poi con la sinistra al governo questa landa di lacrime diverrà un paradiso.
Mi basterebbe che ci assestassimo sulla media dei paesi europei, non stare agli ultimi posti.
che caso..
5 luglio 2001: l'euro in caduta tocca il nuovo minimo dell'anno a quota 83,71 cents
29 dicembre 2004: massimo storico della moneta unica 1,3647 dollari.
rifacciamo un po' i conti in dollari...
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni dollari
2001 17787*0,83 = 14763
2004 13542*1,36 = 18417
quasi 4 miliardi di dollari in più di investimenti stranieri in italia :ahahah:
:muro:
Avvertenza: se il discorso risultasse troppo lungo, saltate direttamente allo slogan finale
Scusa un attimo:
questi investimenti sono fatti in ITALIA e quindi PAGATI IN ITALIA in €.
Questo è quello che conta per il sistema Italia, non certo quanto costi allo straniero nella propria moneta fare le stesse cose che poteva fare prima.
Perchè ripeto, in Italia i conti si fanno con gli € arrivati effettivamente, non con i dollari prima del cambio.
Infine non si faccia l'errore di dimenticare che MOLTE MONETE hanno rafforzato in questi anni la loro valutazione rispetto all'€ (e di conseguenza anche e a maggior ragione rispetto al dollaro) e che gli USA, unico paese con moneta nativa il dollaro statunitense, NON SONO IL PRIMO INVESTITORE STRANIERO NEL NOSTRO PAESE.
Tutto questo senza tener di conto dell'inflazione che comporterebbe una necessaria rivalutazione delle cifre.
Ciao
Ciao
Federico
Slogan finale: l'osservazione fatta non sta in piedi.
:eek:
ironmanu
27-02-2006, 09:44
Penso che ci sia da discutere sui DATI piuttosto che sulla loro rappresentazione......
Quanto i 500 milioni di € della "legge mancia" agganciata all'ultima finanziaria...
In verità è normale, quando le differenze fra più valori sono minime in valore assoluto, presentare grafici con l'origine degli assi che non parte da zero.
Di esempi ve ne sono innumerevoli....anche in articoli nell'ambito informatico, senza per questo richiamare la ridicola giustificazione della "disinformazione comunista".
:mc:
Ciao
Ciao
Federico
Scusa ma nn sono assolutamente d'accordo per quanto riguarda la rappresentazione grafica.Qualsiasi esperto di statistica e relazioni in genere ti saprà spiegare che se dài una relazione in mano ad una persona nn entra mica nei meandri dello scritto ma si sofferma subito sui digrammi che dovrebbero essere un riassunto dei dati/risultati del lavoro.
se la differenza è di 3000 su 114000 e parto con le ascisse a 110000 la visione che do' (o che voglio dare) è per forza distorta visto che in automatico l'osservatore/lettore farà un rapporto tra le dimensioni.
A sto punto faccio partire le ascisse da dove voglio a seconda di quanto voglio distorcere e allora tanto vale che manco faccio i grafici visto che possono assumere qualsiasi connotato rappresentativo.
Insomma per mè è sbagliato,poi...
ironmanu
27-02-2006, 09:53
:muro:
Avvertenza: se il discorso risultasse troppo lungo, saltate direttamente allo slogan finale
Scusa un attimo:
questi investimenti sono fatti in ITALIA e quindi PAGATI IN ITALIA in €.
Questo è quello che conta per il sistema Italia, non certo quanto costi allo straniero nella propria moneta fare le stesse cose che poteva fare prima.
Perchè ripeto, in Italia i conti si fanno con gli € arrivati effettivamente, non con i dollari prima del cambio.
Infine non si faccia l'errore di dimenticare che MOLTE MONETE hanno rafforzato in questi anni la loro valutazione rispetto all'€ (e di conseguenza anche e a maggior ragione rispetto al dollaro) e che gli USA, unico paese con moneta nativa il dollaro statunitense, NON SONO IL PRIMO INVESTITORE STRANIERO NEL NOSTRO PAESE.
Tutto questo senza tener di conto dell'inflazione che comporterebbe una necessaria rivalutazione delle cifre.
Ciao
Ciao
Federico
Slogan finale: l'osservazione fatta non sta in piedi.
:eek:
beh per me invece sta in piedi.
Visto il rafforzamento percentuale sostanziale dell'euro dal 2001 ad oggi mi pare ovvio che ci si debba aspettare una contrazione degli investimenti da parte dei paesi extra area euro.o no?
Poi il già citato RADDOPPIO del prezzo del petrolio nel lustro,che pensando alla nostra situazione energetica ci penalizza + di tutti gli altri in europa.
Pensiamo inoltre che nel 2001 c'era ancora la lira.I governi italiani hanno sempre "creato" competitività dal nulla SVALUTANDO pesantemente la moneta,ora nn è più possibile.
Insomma scommetto chel'espresso se ne guarderà bene dal fare questi commenti in calce ai dati e questo dice tutto.
la sinistra sbaglia a sbandierare in modo sterile questi dati senza contare(volutamente) il cambio di condizioni(moneta unica,costo energia) che è avvenuto in questi anni,perchè illude semplicemente il suo elettorato.
Scusa ma nn sono assolutamente d'accordo per quanto riguarda la rappresentazione grafica....
Non ti ho detto che a me piace, ti ho detto solo che è normale trovarla.
se la differenza è di 3000 su 114000 e parto con le ascisse a 110000 la visione che do' (o che voglio dare) è per forza distorta visto che in automatico l'osservatore/lettore farà un rapporto tra le dimensioni.
In realtà, se tu metti la scala negli assi NON compi alcuna distorsione.
Questa pratica è molto diffusa, ripeto, ogni volta che si devono evidenziare delle differenze importanti in valore assoluto ma MINIME in valore relativo.
E questa è una situazione molto comune, perchè una moltitudine di grandezze (non solo economiche) variano con contiunità a passi brevi
Ciao
Federico
Lucio Virzì
27-02-2006, 09:58
LOL!!! :asd:
Significativo, si fanno le pulci ai grafici, che, come ho riportato FIN DAL PRIMO POST, sono realizzati in maniera tale da ESALTARE le differenze fra i dati riportati che, comunque, sono visibili ed analizzabili a chiunque, con qualsivoglia modalità, e niente si dice sulle FREGNACCE di """"dati"""" che PUNTUALMENTE il pdc spara al pubblico :asd: :asd: :rolleyes:
LuVi
ironmanu
27-02-2006, 09:58
Non ti ho detto che a me piace, ti ho detto solo che è normale trovarla.
In realtà, se tu metti la scala negli assi NON compi alcuna distorsione.
Questa pratica è molto diffusa, ripeto, ogni volta che si devono evidenziare delle differenze importanti in valore assoluto ma MINIME in valore relativo.
E questa è una situazione molto comune, perchè una moltitudine di grandezze (non solo economiche) variano con contiunità a passi brevi
Ciao
Federico
Si ma questo si puo' fare comunque.Riporto i dati su base zero e ci facci i grafico.Poi passo a valutarli numericamente e sottolineo quello che dici.
L'occho umano è un ottimo interpolatore,dagli in pasto grafici imho alla cazzo e ne esce un pasticcio.
Ripeto,capisco quello che dici ma secondo me è sbagliato,anche se sottolinei accada di frequente.
beh per me invece sta in piedi.
NO, non sta in piedi.
I maggiori investitori stranieri nel nostro paese NON hanno come moneta di partenza il dollaro statunitense MA l'€.
E comunque ripeto, quello che conta è l'ammontare di € investiti (in parole poverissime: perchè poi gli operai che assumi in Italia li paghi in €).
Pensiamo inoltre che nel 2001 c'era ancora la lira.I governi italiani hanno sempre "creato" competitività dal nulla SVALUTANDO pesantemente la moneta,ora nn è più possibile.
Stai dimenticando che da quando eravamo rientrati nel serpente monetario (seconda metà anni 90) NON ERA PIU' POSSIBILE - E NON VI E' STATA - ALCUN TIPO DI SVALUTAZIONE COMPETITIVA UNILATERALE.
Insomma scommetto chel'espresso se ne guarderà bene dal fare questi commenti in calce ai dati e questo dice tutto.
Io l'avevo già detto nel commento #40 che alcuni dati, se decontestualizzati, si prestano ad ogni genere di interpretazione.
Ciò nonostamte sono dati, a cui va dato un peso relativo.
Ciao
Federico
ironmanu
27-02-2006, 10:05
LOL!!! :asd:
Significativo, si fanno le pulci ai grafici, che, come ho riportato FIN DAL PRIMO POST, sono realizzati in maniera tale da ESALTARE le differenze fra i dati riportati che, comunque, sono visibili ed analizzabili a chiunque, con qualsivoglia modalità, e niente si dice sulle FREGNACCE di """"dati"""" che PUNTUALMENTE il pdc spara al pubblico :asd: :asd: :rolleyes:
LuVi
nn facciamo confusione e parliamo del 3d.per le fregnacce di b mi pare ce ne sia uno apposito.
I dati riportati,che ripeto nn metto in dubbio,sono ammaestrabili in qualsiasi modo.
Poi nn facciamo finta di nulla.Chi ha pubblicato vuole che il lettore dica "oooooooo" vedendo colonne molto diverse,magari sperando che nn legga i numeri rendendosi conto che la variazione % puo' essere in alcuni casi fisiologica visti e considerati fatti che l'espresso ha OPPORTUNAMENTE sorvolato.
Berlusca è un clown ormai lo si sa ma nn crede che questa sia informazione per piacere.
Ripeto,capisco quello che dici ma secondo me è sbagliato,anche se sottolinei accada di frequente.
Per darti una idea immediata:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/?fr=tcol
la pagina iniziale di Affari & finanza del CdS, guarda il grafico in tempo reale dell'andamento della borsa valori.
Se il grafico aveva l'origine che partiva da 0,0 sarebbe stato praticamente inutile, anzi avrebbe nascosto i dati significativi.
Ciao
Federico
ironmanu
27-02-2006, 10:15
Per darti una idea immediata:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/?fr=tcol
la pagina iniziale di Affari & finanza del CdS, guarda il grafico in tempo reale dell'andamento della borsa valori.
Se il grafico aveva l'origine che partiva da 0,0 sarebbe stato praticamente inutile, anzi avrebbe nascosto i dati significativi.
Ciao
Federico
Chiaro,ma "il tipo di dato" dhe interessa all'osservatore della borsa valori in tempo reale (e tra l'altro si tratta di una rappresentazione continua) mi pare un po' diverso da quelli riportati in questo 3d.
Io potrei voler mostrare che la diff % nn è poi molta.
sono d0accordo che il saldo negativo sia incontrovertibile,certo che la visione che si vuole dare è appositamente frammentata,quetso dico.
Chiaro,ma "il tipo di dato" dhe interessa all'osservatore della borsa valori in tempo reale (e tra l'altro si tratta di una rappresentazione continua) mi pare un po' diverso da quelli riportati in questo 3d.
Pensaci bene: non vi è molta differenza fra i due casi.
Io potrei voler criticare la rappresentazione dei dati della borsa perchè:
- non tengono conto di quello che è avvenuto 1 giorno, 1 mese, 1 anno o 1 lustro fa.
- l'indice azionario non parte da zero.
Mi si obietta (giustamente): ma quella è una rappresentazione in tempo reale, dove quello che conta è la variazione e la tendenza dell'indice.
E analogamente per il caso in discussione:
Tu critichi la rappresentazione dei dati, perchè:
- visualizza solo 2 campioni, e non gli stati intermedi
- i valori non partono da zero.
Ti si obietta (giustamente): questi dati, che sono REALI, sono rappresentati in un modo che non ne distrorce il significato MA che ne evidenzia certe dinamiche negative, al fine di risaltarle. D'altra parte siamo in campagna elettorale ;)
Secondo me in questo periodo è già importante NON INVENTARLI I DATI, poi mi sta bene che si faccia di tutto per metterli in risalto.
Ciao
Federico
Lucio Virzì
28-02-2006, 09:41
Up
mt_iceman
28-02-2006, 10:36
io credo che il vero costo di 5 anni del governo di cdx ce lo abbia fatto pagare luvi qui sul forum :asd:
;)
Lucio Virzì
02-03-2006, 06:52
Up, per i soliti """"smemorati"""" :rolleyes:
Lucio Virzì
07-03-2006, 07:07
Up
Lucio Virzì
09-03-2006, 22:51
Up
Lucio Virzì
14-03-2006, 14:29
Up
Lucio Virzì
21-03-2006, 15:42
Up
Come al solito si cita solo quel che fa comodo: perchè tra le varie classifiche di business environment citate non c'è quella dell'EIU (Economist Intelligence Unit)?
In quella al 15° posto su 17 in Europa eravamo nel periodo 1997-2001, e 15° siamo rimasti... E comunque il nostro punteggio globale in quella ricerca è passato dai 6.89 del 1997-2001 ai 7.31 (seppure questo sia un punteggio + basso rispetto ai forecast del 2002, che ci davano accreditati di un probabile punteggio di 7.68 nel quinquennio successivo).
http://viewswire.com/index.asp?layout=VWcountryVW3®ion_id=450000445&country_id=1390000139
Lucio Virzì
21-03-2006, 16:21
Come al solito si cita solo quel che fa comodo: perchè tra le varie classifiche di business environment citate non c'è quella dell'EIU (Economist Intelligence Unit)?
In quella al 15° posto su 17 in Europa eravamo nel periodo 1997-2001, e 15° siamo rimasti... E comunque il nostro punteggio globale in quella ricerca è passato dai 6.89 del 1997-2001 ai 7.31 (seppure questo sia un punteggio + basso rispetto ai forecast del 2002, che ci davano accreditati di un probabile punteggio di 7.68 nel quinquennio successivo).
http://viewswire.com/index.asp?layout=VWcountryVW3®ion_id=450000445&country_id=1390000139
Link interessante, ma che, di certo, non smentisce gli incontrovertibili dati di apertura thread.
Fra l'altro ti ringrazio, perchè mi dai modo di postare questa interessante analisi, del tutto negativa sugli ultimi cinque anni, che spiega anche perchè Prodi sia in netto vantaggio nella competizione elettorale:
http://viewswire.com/index.asp?layout=VWArticleVW3&article_id=1670129152
March 15th 2006
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COUNTRY BRIEFING
FROM THE ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT
The leader of Italy's centre-left opposition, Romano Prodi, remains in pole position ahead of the general election on April 9th-10th. At least, that was the verdict of most commentators following a head-to-head debate on March 14th between Mr Prodi and the Italian prime minister, Silvio Berlusconi. The debate, which was the first of two, provided the opportunity for the coalition leaders to try to woo the large number of undecided voters and Mr Prodi was widely regarded to have come out on top. Opinion polls taken before the event suggest that Mr Prodi's Unione coalition is on course for a narrow victory, but with the centre-left enjoying only a slender lead Mr Berlusconi is still in with a chance.
The last time Italian voters went to the ballot boxes in large numbers—for the April 2005 regional and local elections—the ruling centre-right Casa delle Liberta coalition suffered heavy defeats. Since late last year, however, the Casa has begun to close the gap on the Unione coalition, which is headed by Mr Prodi (the former prime minister and former president of the European Commission). Opinion polls since the beginning of 2006 have put Mr Berlusconi's alliance around 3-4 percentage points behind the centre-left, compared with almost 10 percentage points last October. With the polls also suggesting that as much as one-quarter of the electorate remains undecided, the election result promises to be close.
Slow growth, falling competitiveness
The main reason the centre-left should still win is because economic performance has simply not lived up to the expectations generated by Mr Berlusconi ahead of the 2001 election. After expanding by just 0.4% in 2003 and by 1% in 2004, GDP growth was flat last year and would have contracted if it had not been for strong growth in government spending and a build-up of stocks. Partly as a result, Italy's public finances have deteriorated steadily, with the budget deficit hitting 4.1% of GDP in 2005. Although some recent indicators suggest a cyclical upswing is now underway, it won't be strong enough to mask the serious structural problems in the Italian economy, which include low employment rates (particularly among women and the young), low productivity growth and falling competitiveness.
Added to the poor performance of the economy is a widespread perception among Italian voters that Mr Berlusconi has expended most of his energy during the last five years on trying to resolve internal divisions or protect his own interests (whether relating to his vast media holdings or his numerous battles with the judiciary). Despite its large parliamentary majority, the Casa government has introduced few major economic reforms. This was partly because of strong opposition from trade unions and other interest groups that have successfully resisted the opening of markets for products and services. But it is also a result of the deep policy divisions within the Casa itself, which led to reforms being either blocked or watered down as Mr Berlusconi fought to keep his coalition from disintegrating.
That said, although Mr Prodi is free of the conflicts of interest and legal problems that have dogged his opponent, his coalition is no less unwieldy. To win, the centre-left must rely on the support of the unreformed communist party, the Partito della Rifondazione Comunista (PRC), led by Fausto Bertinotti, whose decision to withdraw his party's external support from Mr Prodi's last government brought about its collapse in late 1998. Mr Bertinotti and the majority of his party have sounded more responsible during recent campaigning and his party will this time be a formal member of the government if the centre-left wins. Nonetheless, the diversity of views among the parties of the centre-left has left Mr Prodi open to taunts from Mr Berlusconi that he is the front-man for an extreme left-wing coalition.
Down, but not out
With both coalitions keen to paper over their internal differences, the election campaign has so far been largely devoid of any serious discussion of Italy's economic problems or their remedies. That's not to say it has been uneventful: in recent weeks two cabinet ministers have resigned, prosecutors in Milan have demanded that Mr Berlusconi be brought to trial over bribery allegations, and Mr Berlusconi himself stormed out of television interview complaining of media bias (ironic, given his ownership of three national television channels and indirect control over the state broadcaster, RAI). So far, this doesn't appear to have damaged the prime minister, who has an extraordinary ability to weather such storms. In fact, to a certain extent the focus on personalities during the campaign plays to the strengths of Mr Berlusconi, who is widely regarded to be a more effective campaigner and skilful communicator than Mr Prodi. This is just one reason why it is too early to write off the Casa's chances.
A second major uncertainty over the result stems from a reform of the electoral laws that the government managed to push through at the end of last year. The changes abolish the predominantly first-past-the-post system in place since 1994 and return Italy to a system of proportional representation. According to most projections, the new system is unlikely to give the Casa victory, but it will probably ensure that if the Unione wins, it is likely to have only a slim majority. There is also a risk that different mechanisms for the allocation of bonus seats in the Chamber of Deputies and the Senate (the two houses of parliament) might produce different majorities in the two houses, which would be likely to lead to fresh elections being held.
Regardless of which coalition wins, the next government faces several major policy challenges. The most important will be to improve the public finances without stifling economic activity. This is likely to prove difficult, even in the medium term, given the continued sluggishness of economic growth, the political difficulty of cutting spending as well as the weakness of expenditure controls. If, as seems probable, a centre-left government emerges after the next election, the divisions within the Unione and its dependence on the PRC suggest that much-needed reforms, particularly of the labour market, will also be difficult to initiate, let alone pass through parliament. Moreover, the left-wing parties of the Unione have already called for the Casa's reforms of the labour market, pension system and schools to be repealed. As a result, it seems unlikely that the centre-left will be able to provide a much more stable or effective alternative to the current coalition government.
Source: ViewsWire Europe
LuVi
3mentina
21-03-2006, 16:23
Lasciate perdere i numeri.
Pensate al vostro stato personale.
State davvero così male?
State peggio che nel 2001?
Io no.
-kurgan-
21-03-2006, 16:26
Lasciate perdere i numeri.
Pensate al vostro stato personale.
State davvero così male?
State peggio che nel 2001?
Io no.
io sono single, ho una casa mia, ho un solo stipendio come dipendente e sto peggio rispetto al 2001.
Lucio Virzì
21-03-2006, 16:29
io sono single, ho una casa mia, ho un solo stipendio come dipendente e sto peggio rispetto al 2001.
LOL! Trementina vorrebbe farti contare i cellulari, moltiplicarli per i plasma e ricavarne il tuo indice di benessere :rolleyes:
Che dire, l'allergia ai numeri VERI si eredita dal pdc.
LuVi
Link interessante, ma che, di certo, non smentisce gli incontrovertibili dati di apertura thread.
Fra l'altro ti ringrazio, perchè mi dai modo di postare questa interessante analisi, del tutto negativa sugli ultimi cinque anni, che spiega anche perchè Prodi sia in netto vantaggio nella competizione elettorale:
Viewswire è un sito dell'Economist, che da qualche tempo ha imbracciato la causa di Prodi (così come The Guardian, del resto). Io, però, cercherei di separare gli studi economici di questa testata, che considero validissimi (e + professori universitari me lo hanno confermato), dalla loro impostazione editoriale. A mio parere all'Economist di politica non capiscono un cavolo, sono dei noti cerchiobottisti, quindi le loro considerazioni non le leggo neanche.
A conferma della tesi del cerchiobottismo, negli ultimi anni hanno sostenuto:
- Clinton nel 1992, salvo poi preferirgli Bob Dole nel 96 (nonostante credo che Clinton sia stato il più grande presidente democratico americano dopo Kennedy);
- John Major in GB contro Blair, salvo cambiare idea in seguito;
- Bush vs. Gore (!!!), nel 2000, salvo poi etichettarlo come "L'incompetente" alle elezioni successive;
- Arnold Schwarzenegger.
Soprattutto gli ultimi 2 punti dovrebbero avvalorare la mia tesi, non credi?
Zortan69
21-03-2006, 16:48
STANZIAMENTI NEL BILANCIO PER INFRASTRUTTURE
in milioni di euro
2001 22250
2005 18188
(fonte rapporto Ance)
questa mi sembra una bufala atomicamente colossale.
Lo sanno anche i tombini che questo governo ha speso (e sta spendendo tuttora) una barca di soldi in più per le infrastrutture. E' una delle cose che sta facendo bene il berlusca (salvo poi trascurare la manutenzione sulle opere già esistenti e non completare quelle iniziate prima di berlusconi... ma questa è un altra favola)
Zortan69
21-03-2006, 16:49
io sono single, ho una casa mia, ho un solo stipendio come dipendente e sto peggio rispetto al 2001.
idem come te, ma da 2 anni a questa parte ho iniziato a mettere via qualcosa.
Mi sono fatto furbo quando vado a fare la spesa e ho smesso di uscire a spendere 50 euro tutti i sabati sera.
STANZIAMENTI NEL BILANCIO PER INFRASTRUTTURE
in milioni di euro
2001 22250
2005 18188
(fonte rapporto Ance)
questa mi sembra una bufala atomicamente colossale.
Lo sanno anche i tombini che questo governo ha speso (e sta spendendo tuttora) una barca di soldi in più per le infrastrutture. E' una delle cose che sta facendo bene il berlusca (salvo poi trascurare la manutenzione sulle opere già esistenti e non completare quelle iniziate prima di berlusconi... ma questa è un altra favola)
Mi spiace smentirti ma l'attuale governo ha sì dato il via a molte opere ma lo stanziamento dei soldi è quello scritto sopra, anche perché di più non ne poteva mettere.
Le cifre che dice berlusconi sono le cifre totali delle opere una volta concluse, ma i soldi non sono stati stanziati se non al 20% circa (es mose e passante di mestre).
dantes76
21-03-2006, 16:58
Eccolo.
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?idCategory=4821&idContent=1311765&m2s=null
di Stefano Livadiotti
GRAFICI ANIMATI
L'Italia prima e dopo Berlusconi
Dal Pil all'occupazione
L'Italia ha fatto un salto enorme..., ha scolpito giovedì 9 febbraio nel salotto televisivo di 'Matrix'. "Abbiamo mantenuto tutte le promesse, ma la gente non se n'è accorta", aveva garantito tutto serio due giorni prima dai microfoni di 'Radio anch'io'. "I giornali tacciono su quel che questo governo ha realizzato", s'era lagnato all'inizio dell'anno in una comparsata a 'Otto e mezzo'.
È il Silvio Berlusconi di sempre. Quello che nella primavera del 2001 s'era presentato festoso alle assise di Parma della Confindustria di Antonio D'Amato, sottolineando la perfetta coincidenza del suo programma di governo con le richieste degli imprenditori. Lo stesso che l'8 maggio sempre del 2001, officiante Bruno Vespa, seduto davanti a una scrivania di ciliegio, aveva letto in diretta tv il 'Contratto con gli italiani', dove si era solennemente impegnato a ridurre tasse e reati, aumentare pensioni e posti di lavoro e far decollare le grandi opere pubbliche.
Sono passati cinque anni. Berlusconi ha continuato ad approfittare di ogni palco e qualunque gazzetta per spargere ottimismo a piene mani. Malcelando la propria irritazione davanti ai moniti del Quirinale come dell'Europa o della Corte dei Conti. Nel frattempo sono caduti 12 dei suoi ministri (il primo fu il titolare del Commercio con l'Estero Renato Ruggiero e Gianni Agnelli parlò di "paese dei fichi d'India"). È stato rispedito al paesello natìo di Alvito l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che gli aveva offerto una sponda parlando di miracolo economico a portata di mano. Giulio Tremonti, "il nostro genio", il superministro dell'Economia che nel 2001 si era presentato agli italiani con un 'Documento di programmazione economica e finanziaria' da pieno boom, è tornato al suo posto dopo essere stato licenziato con l'accusa (pubblico ministero Gianfranco Fini) di aver truccato i conti.
Indeciso a tutto, strattonato da una maggioranza variopinta e rissosa, Berlusconi ha tirato a campare. Rinvia oggi e rimanda domani, le sue promesse hanno cominciato a perdere credibilità. "I parametri della competitività del nostro sistema industriale sono i più negativi dal dopoguerra a oggi", ha scandito il 17 dicembre del 2005 il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. E quando, il 19 dicembre gennaio scorso, il premier s'è ripresentato negli studi tv di Vespa, tentando di leggere il solito elenco delle cose fatte, Diego Della Valle è sbottato: "Non abbiamo bisogno di qualcuno che gira con dei foglietti e pensa che gli italiani siano tutti analfabeti".
Lui è preoccupato, se è vero che nei giorni scorsi ha chiamato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, per chiedergli consiglio sulla strategia elettorale (sentendosi rispondere: "La Casa delle libertà potrebbe anche vincere: servirebbe un grande attentato internazionale di cui lei rimanesse vittima..."). Così, s'è intestardito ancora di più sulla sua strada ("Tutti, nessuno escluso, dicono che le cose vanno bene", ha proclamato di nuovo il 20 febbraio). Anche perché non ha scelta. Il 'Contratto con gli italiani' si concludeva con una clausola: se non fosse riuscito a mantenere almeno quattro promesse su cinque, nel 2006 Berlusconi avrebbe rinunciato a ricandidarsi alla guida del paese. Nella maratona mediatica delle scorse settimane s'è dunque presentato vestendo di volta in volta i panni di Napoleone e Gesù Cristo. Nessuno s'è preso la briga di contestare le sue sparate. Eppure, dargli del Pinocchio non sarebbe stato difficile. Gli indicatori socio-economici elaborati in questi anni dai più autorevoli centri di ricerca nazionali e internazionali dipingono un quadro ben diverso. 'L'espresso' ne ha utilizzati 34 (vedi tabella in basso), ottenuti consultando 23 fonti diverse, per ricavare le fotografie del paese prima e dopo la cura Berlusconi. Il confronto è devastante. Ecco, cifra per cifra, come si è arrivati al declino.
Crescita zero Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.
La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento.
Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004. Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti).
Promesse da marinaio L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni. Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni. E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso. Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005.
Competitività bye bye In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia.
Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta).
Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95. E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila.
Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino).
Il piatto piange Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.
Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto. Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).
Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.
Il declino Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno.
Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.
Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia.
"I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi.
Ecco i grafici (Attenzione, la differenza viene esaltata tramite lo spostamento dell'origine dell'asse delle ascisse per una maggior comprensione)
Pil
(variazione percentuale)
http://img63.imageshack.us/img63/6564/pil1fu.jpg
Rapporto Deficit/Pil
http://img65.imageshack.us/img65/224/deficitpil5pm.jpg
Gli altri guardateveli voi qui: http://www.kataweb.it/utility/pop_up/espresso_grafici2/frameset.html
Il premier dice di aver onorato il Contratto con gli italiani. E di aver fatto miracoli. Ma le fonti e gli indici più autorevoli lo smentiscono. Ecco la fotografia del flop del governo di centro-destra:
PIL 2001 1,7%
PIL 2005 0,2%
fonte 2001 Eurostat
" 2005 Consenus forecast
===========================
RAPPORTO DEFICIT PIL
2001 3,2%
2005 4,3%
fonte: ministero Economia
==========================
DEBITO PUBBLICO
(in miliardi di euro)
2001 1348
2005 1542
(fonte Bankitalia)
==========================
AVANZO PRIMARIO
2001 3,4%
2005 0.6%
(fonte ministero Economia)
==========================
IMPOSTE DIRETTE E INDIRETTE
in milioni di euro
2001 359182
2005 399000
(fonte 2001 La Voce.info
" 2005 Dpef)
============================
OCCUPAZIONE
2001 +2%
2004 +0,9%
(fonte Eurostat)
=======================
OCCUPAZIONE SUD
2001 +2,3%
2004 -0,3%
(fonte Istat)
=====================
POSIZIONE ITALIA NELLE CLASSIFICHE
COMPETITIVITA'
2001 Wef 24
2001 Imd 32
2005 Wef 47
2005 Imd 53
(fonte Imd, Wef)
=========================
SALDO BILANCIA COMMERCIALE
in milioni di euro
2001 +9233
2005 -10368
(fonte Istat)
=======================
EXPORT NAZIONALE SU TOTALE MONDIALE
2001 4%
2005 2,9%
(fonte IMF)
======================
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni di euro
2001 17787
2004 13542
(fonte Censis)
======================
STANZIAMENTI NEL BILANCIO PER INFRASTRUTTURE
in milioni di euro
2001 22250
2005 18188
(fonte rapporto Ance)
===========================
SPESE PER RICERCA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
2001 +5,8%
2005 +1,6%
(fonte Censis)
=================================
FALLIMENTI DI IMPRESE
2001 -8%
2005 +6%
(fonte Euler Hermes)
===========================
PRESTITI DELLE BANCHE ALLE FAMIGLIE
in milioni di euro
2001 251964
2005 384867
(fonte ABI)
===========================
DELITTI DENUNCIATI
2001 2163826
2005 2415023
(fonte Ministero Interno)
==========================
POSIZIONE NELLA CLASSIFICA PAESI MENO CORROTTI
2001 29
2005 40
(fonte Transparency corruption index)
============================
POSIZIONE NELLA CLASSIFICA LIBERTA' ECONOMICA
2001 13
2005 27
(fonte Heritage foundation)
===========================
link articolo
http://gianniguelfi.ilcannocchiale.it/
LuVi
l'uomo dei miracoli... :)
3mentina
21-03-2006, 18:04
LOL! Trementina vorrebbe farti contare i cellulari, moltiplicarli per i plasma e ricavarne il tuo indice di benessere :rolleyes:
Che dire, l'allergia ai numeri VERI si eredita dal pdc.
LuVi
Tipico.
Lucio Virzì
23-03-2006, 20:48
Up
Lucio Virzì
26-03-2006, 10:00
Up
Lucio Virzì
27-03-2006, 18:51
Up
dantes76
27-03-2006, 19:15
so tabbelle messe cosi... che vuoi che siano? hanno un commento, da dove riportano i dati , percio non valgono :O
Ricevo e diffondo
"Beh, ma non sta andando tutto bene ? Grazie A.
così è, se vi pare... e se non vi pare, è lo stesso
ciao
1. PIL (variazione percentuale)
2001
2005
+1,7
+0,2
(Fonte: 2001 Eurostat; 2005 Consensus Forecast)
2. Debito pubblico (in miliardi di euro)
2001
2005
1.348
1.542
(Fonte: Banca d'Italia)
Rapporto tra deficit e Pil (in percentuale)
2001
2005
3,2
4,3
(Fonte: ministero dell'Economia)
3. Export nazionale su totale mondiale (percentuale)
2001
2005
4,0
2,9
(Fonte: Fondo Monetario Internazionale)
4. Saldo bilancia commerciale (in milioni di euro)
2001
2005
+9.233
-10.368
(Fonte: Istat)
5. Posizione Italia nelle classifiche della competitività
2001
2005
24°
47°
(Fonte: World Economic Forum)
6. Percentuale del PIL investita in ricerca e innovazione
Italia
0,9
Media europea
2,0%
Obiettivo Lisbona
3,0%
7. Information technology. Tasso di crescita nel 2005
Italia
+ 0,4%
Germania
+ 1,4%
Francia
+ 2,2%
Spagna
+ 2,3%
Regno Unito
+ 3,2%
(Rapporto Assinform 2005)
8. Imposte dirette e indirette (gettito in milioni di euro)
2001
2005
359.182
399.000
(Fonte: 2001 lavoce.info; 2005 Dpef)
9. Occupazione Sud (variazione percentuale)
2001
2004
+2,3
-0,3
(Fonte: Istat)
10. Pensioni
4.100.000 italiani hanno una pensione inferiore a 500 euro al mese
11. Affitti
Dal 2001 al 2004 gli affitti hanno avuto aumenti tra il 9 e il 14 per cento all'anno.
12. Evasione
200.000.000.000 di euro sfuggono alla tassazione
13. Italiani che non hanno risparmiato (in percentuale )
2002
2005
38,0
51,4
(Fonte: Rapporto Bnl-Centro Einaudi)
14. Nel solo 2006 il fondo per le politiche sociali è stato ridotto di 482 milioni:
72.300.000 euro agli asili nido;
83.600.000 per prima casa e sostegno natalità;
33.740.000 per gli anziani disabili;
9.640.000 per abbattimento barriere architettoniche;
32.294.000 per le scuole dell'infanzia;
231.119.000 in meno alle regioni per l'assistenza a minori, anziani, disabili, tossicodipendenti e immigrati.
15. Gli investimenti nella scuola per le nuove tecnologie negli anni 2003,2004 e 2005
Zero
16. Investimenti in cultura dal 2001 al 2005
Italia
0,29%
Francia
1,00%
Germania
1,35%
17. Arrivi di turisti dall'estero
2001
2005
35.767.000
34.429.000
(Fonte: United Nations World Tourism)
18. Sicurezza Delitti denunciati
2001
2004
2.163.826
2.415.023
(Fonte: elaborazione Censis su dati Istat e ministero dell'Interno)
19. Grandi opere
Costi previsti
264 miliardi di euro
Risorse realmente disponibili
21 miliardi di euro
20. Conflitto d'interessi. Ecco 15 leggi che hanno favorito anche Berlusconi:
Legge sulle rogatorie internazionali che le rende più complesse
Abolizione della tassa sulle successioni e donazioni per i grandi patrimoni
Depenalizzazione del falso in bilancio nella disciplina dei mercati finanziari
Scudo fiscale
Condono fiscale
Legge Cirami sul legittimo sospetto
Lodo Schifani sulla sospensione dei processi alle alte cariche dello stato
Decreto spalma-debiti per le società sportive
Decreto salva Rete4
Legge Gasparri di riforma del sistema radiotelevisivo nazionale
Legge Frattini sul conflitto d'interessi
Previdenza complementare che favorisce il sistema assicurativo
Norme sul digitale terrestre che finanziano la vendita di decoder
Legge ex Cirielli che accorcia i termini di prescrizione di molti reati
Inappellabilità delle sentenze di proscioglimento
21. Indice fiducia famiglie
2001
2005
122,7
104,2
(Fonte: Isae)
Lucio Virzì
28-03-2006, 12:59
Che desolante shpudoratezza.
LuVi
Lucio Virzì
01-04-2006, 19:46
Up
Lucio Virzì
05-04-2006, 15:31
Up
so tabbelle messe cosi... che vuoi che siano? hanno un commento, da dove riportano i dati , percio non valgono :O
:mc:
Lucio Virzì
05-04-2006, 15:42
jt84 hai finito di spammare? :mad:
Oltretutto stai violando il regolamento.
LuVi
Lucio Virzì
05-04-2006, 15:44
.
Lucio Virzì
07-04-2006, 06:55
http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?idCategory=4821&idContent=1311765&m2s=null
di Stefano Livadiotti
GRAFICI ANIMATI
L'Italia prima e dopo Berlusconi
Dal Pil all'occupazione
L'Italia ha fatto un salto enorme..., ha scolpito giovedì 9 febbraio nel salotto televisivo di 'Matrix'. "Abbiamo mantenuto tutte le promesse, ma la gente non se n'è accorta", aveva garantito tutto serio due giorni prima dai microfoni di 'Radio anch'io'. "I giornali tacciono su quel che questo governo ha realizzato", s'era lagnato all'inizio dell'anno in una comparsata a 'Otto e mezzo'.
È il Silvio Berlusconi di sempre. Quello che nella primavera del 2001 s'era presentato festoso alle assise di Parma della Confindustria di Antonio D'Amato, sottolineando la perfetta coincidenza del suo programma di governo con le richieste degli imprenditori. Lo stesso che l'8 maggio sempre del 2001, officiante Bruno Vespa, seduto davanti a una scrivania di ciliegio, aveva letto in diretta tv il 'Contratto con gli italiani', dove si era solennemente impegnato a ridurre tasse e reati, aumentare pensioni e posti di lavoro e far decollare le grandi opere pubbliche.
Sono passati cinque anni. Berlusconi ha continuato ad approfittare di ogni palco e qualunque gazzetta per spargere ottimismo a piene mani. Malcelando la propria irritazione davanti ai moniti del Quirinale come dell'Europa o della Corte dei Conti. Nel frattempo sono caduti 12 dei suoi ministri (il primo fu il titolare del Commercio con l'Estero Renato Ruggiero e Gianni Agnelli parlò di "paese dei fichi d'India"). È stato rispedito al paesello natìo di Alvito l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che gli aveva offerto una sponda parlando di miracolo economico a portata di mano. Giulio Tremonti, "il nostro genio", il superministro dell'Economia che nel 2001 si era presentato agli italiani con un 'Documento di programmazione economica e finanziaria' da pieno boom, è tornato al suo posto dopo essere stato licenziato con l'accusa (pubblico ministero Gianfranco Fini) di aver truccato i conti.
Indeciso a tutto, strattonato da una maggioranza variopinta e rissosa, Berlusconi ha tirato a campare. Rinvia oggi e rimanda domani, le sue promesse hanno cominciato a perdere credibilità. "I parametri della competitività del nostro sistema industriale sono i più negativi dal dopoguerra a oggi", ha scandito il 17 dicembre del 2005 il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. E quando, il 19 dicembre gennaio scorso, il premier s'è ripresentato negli studi tv di Vespa, tentando di leggere il solito elenco delle cose fatte, Diego Della Valle è sbottato: "Non abbiamo bisogno di qualcuno che gira con dei foglietti e pensa che gli italiani siano tutti analfabeti".
Lui è preoccupato, se è vero che nei giorni scorsi ha chiamato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, per chiedergli consiglio sulla strategia elettorale (sentendosi rispondere: "La Casa delle libertà potrebbe anche vincere: servirebbe un grande attentato internazionale di cui lei rimanesse vittima..."). Così, s'è intestardito ancora di più sulla sua strada ("Tutti, nessuno escluso, dicono che le cose vanno bene", ha proclamato di nuovo il 20 febbraio). Anche perché non ha scelta. Il 'Contratto con gli italiani' si concludeva con una clausola: se non fosse riuscito a mantenere almeno quattro promesse su cinque, nel 2006 Berlusconi avrebbe rinunciato a ricandidarsi alla guida del paese. Nella maratona mediatica delle scorse settimane s'è dunque presentato vestendo di volta in volta i panni di Napoleone e Gesù Cristo. Nessuno s'è preso la briga di contestare le sue sparate. Eppure, dargli del Pinocchio non sarebbe stato difficile. Gli indicatori socio-economici elaborati in questi anni dai più autorevoli centri di ricerca nazionali e internazionali dipingono un quadro ben diverso. 'L'espresso' ne ha utilizzati 34 (vedi tabella in basso), ottenuti consultando 23 fonti diverse, per ricavare le fotografie del paese prima e dopo la cura Berlusconi. Il confronto è devastante. Ecco, cifra per cifra, come si è arrivati al declino.
Crescita zero Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.
La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento.
Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004. Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti).
Promesse da marinaio L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni. Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni. E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso. Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005.
Competitività bye bye In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia.
Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta).
Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95. E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila.
Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino).
Il piatto piange Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.
Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto. Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).
Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.
Il declino Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno.
Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.
Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia.
"I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi.
Ecco i grafici (Attenzione, la differenza viene esaltata tramite lo spostamento dell'origine dell'asse delle ascisse per una maggior comprensione)
Pil
(variazione percentuale)
http://img63.imageshack.us/img63/6564/pil1fu.jpg
Rapporto Deficit/Pil
http://img65.imageshack.us/img65/224/deficitpil5pm.jpg
Gli altri guardateveli voi qui: http://www.kataweb.it/utility/pop_up/espresso_grafici2/frameset.html
Il premier dice di aver onorato il Contratto con gli italiani. E di aver fatto miracoli. Ma le fonti e gli indici più autorevoli lo smentiscono. Ecco la fotografia del flop del governo di centro-destra:
PIL 2001 1,7%
PIL 2005 0,2%
fonte 2001 Eurostat
" 2005 Consenus forecast
===========================
RAPPORTO DEFICIT PIL
2001 3,2%
2005 4,3%
fonte: ministero Economia
==========================
DEBITO PUBBLICO
(in miliardi di euro)
2001 1348
2005 1542
(fonte Bankitalia)
==========================
AVANZO PRIMARIO
2001 3,4%
2005 0.6%
(fonte ministero Economia)
==========================
IMPOSTE DIRETTE E INDIRETTE
in milioni di euro
2001 359182
2005 399000
(fonte 2001 La Voce.info
" 2005 Dpef)
============================
OCCUPAZIONE
2001 +2%
2004 +0,9%
(fonte Eurostat)
=======================
OCCUPAZIONE SUD
2001 +2,3%
2004 -0,3%
(fonte Istat)
=====================
POSIZIONE ITALIA NELLE CLASSIFICHE
COMPETITIVITA'
2001 Wef 24
2001 Imd 32
2005 Wef 47
2005 Imd 53
(fonte Imd, Wef)
=========================
SALDO BILANCIA COMMERCIALE
in milioni di euro
2001 +9233
2005 -10368
(fonte Istat)
=======================
EXPORT NAZIONALE SU TOTALE MONDIALE
2001 4%
2005 2,9%
(fonte IMF)
======================
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA
in milioni di euro
2001 17787
2004 13542
(fonte Censis)
======================
STANZIAMENTI NEL BILANCIO PER INFRASTRUTTURE
in milioni di euro
2001 22250
2005 18188
(fonte rapporto Ance)
===========================
SPESE PER RICERCA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
2001 +5,8%
2005 +1,6%
(fonte Censis)
=================================
FALLIMENTI DI IMPRESE
2001 -8%
2005 +6%
(fonte Euler Hermes)
===========================
PRESTITI DELLE BANCHE ALLE FAMIGLIE
in milioni di euro
2001 251964
2005 384867
(fonte ABI)
===========================
DELITTI DENUNCIATI
2001 2163826
2005 2415023
(fonte Ministero Interno)
==========================
POSIZIONE NELLA CLASSIFICA PAESI MENO CORROTTI
2001 29
2005 40
(fonte Transparency corruption index)
============================
POSIZIONE NELLA CLASSIFICA LIBERTA' ECONOMICA
2001 13
2005 27
(fonte Heritage foundation)
===========================
link articolo
http://gianniguelfi.ilcannocchiale.it/
LuVi
ricordiamoci che le casse dello stato sono ancora più peggiorate... berlusca doveva fare qualcosa...
adesso sta promettendo taglio dell'ici e sparate varie...e i soldi dove li prende? ce li mette lui? iniziasse a spiegare dove li prende tutti sti euro come ha fatto minimamente la sinistra...
finchè non ci si mette a ridurre gli sprechi dello stato qui non cambia niente...
iniziamo a diminuire i soldi che si prendono i parlamentari e in generale il costo della classe governatrice...
iniziamo a razionalizzare le risorse per le grandi opere...non si possono aprire centinaia di cantieri per poi non finirne nemmeno uno...
facciamo pagare più tasse ai super ricchi....
riduciamo le uscite dello stato dove si puo'....
e ricordiamoci che più diminuisce il peso fiscale e più l'economia vola...
Lucio Virzì
07-04-2006, 18:41
ricordiamoci che le casse dello stato sono ancora più peggiorate... berlusca doveva fare qualcosa...
adesso sta promettendo taglio dell'ici e sparate varie...e i soldi dove li prende? ce li mette lui? iniziasse a spiegare dove li prende tutti sti euro come ha fatto minimamente la sinistra...
finchè non ci si mette a ridurre gli sprechi dello stato qui non cambia niente...
iniziamo a diminuire i soldi che si prendono i parlamentari e in generale il costo della classe governatrice...
iniziamo a razionalizzare le risorse per le grandi opere...non si possono aprire centinaia di cantieri per poi non finirne nemmeno uno...
facciamo pagare più tasse ai super ricchi....
riduciamo le uscite dello stato dove si puo'....
e ricordiamoci che più diminuisce il peso fiscale e più l'economia vola...
Tristemente quoto :(
LuVi
quasi quasi me candido per le prossime elezioni :D :D
pure il caso del libretto di berlusca sul reddito e il giochetto che ha fatto...
ma gli italiano c'hanno scritto in testa coglioni??? (lui direbbe di si...)
è inutile fare pagine e pagine di programma elettorale (vedi sinistra) o 36 punti (vedi destra), io preferisco un partito che si pone come obiettivo " metto a posto i conti dello stato"....
qualcuno di voi sa che vuol dire federalismo fiscale??
praticamente berlusca e compagnia bella (vedi padania) vuole fare questo sistema: ovvero tutte le tasse messe dai cittadini di una regione rimangono alle autonomie della stessa regione... si avranno trentino, veneto, valle d'aosta ecc. con un organizzazione statale e servizi impeccabili e regioni tipo la calabria, la basilicata, il molise a livelli del vietnam....
bello vè? :doh:
naturalmente tutto ciò quelli che sostengono berlusconi nelle regioni meno ricche lo sanno... :doh: :doh: :(
Lucio Virzì
08-04-2006, 10:44
Up
premetto che non ho letto tutto, e premetto che non sto ne da una parte ne dall'altra...
i dati non possono essere presi per dati assoluti.
bisogna considerare l'economia generale, l'andamento degli anni precedenti (quindi non solo 2001 e 2005, ma il trend a partire da anni precedenti e anche tra il 2001 e il 2005) e soprattutto, i dati riguardanti gli altri paesi europei.
non ha assolutamente senso guardare dati senza fare un confronto con francia, germania, spagna, ecc... (e anche con il resto del mondo)
in economia esistono fasi, rallentamenti, recessioni, riprese, espansioni. lo stato può tentare di ridurre le oscillazioni, limitando recessioni e espansioni, ma non può fare miracoli.
quindi se il pil diminuisce non è per forza colpa del governo (non voglio giustificare nessuno) e se aumenta non è per merito del governo (anche se in questo caso se ne prenderebbe il merito :rolleyes: ).
io non so com'è andata l'economia in questi anni nel mondo, in europa, e in italia, ma se volete dare la colpa della situazione italiana a berlusconi, dovreste fornire questi dati.
sicuramente l'attacco del 2001 ha avuto ripercussioni enormi sull'economia mondiale... italia compresa...
poi.... a me non interessa, fate e pensate quello che volete :)
L'italia è ferma, gli altri avanzano.
ZNon vorrei deludere i soliti comunistic he si aggirano in questi forum pero ViewsWire Europe mi sembra che faccia parte del gruppo dell'economist un giornale contro alle idee liberali berlusconiane quindi COMUNISTA !!!!!
Poi le altri fonti sono degli organi della republica italiana quindi comunista !!!!!
Originariamente inviato da 3mentina
Lasciate perdere i numeri.
Pensate al vostro stato personale.
State davvero così male?
State peggio che nel 2001?
Io no.
Sono silvio berlusconi e io sto meglio adesso che nel 2001 !!!!!!!!
Scherzo pero veramente io sto meglio adesso che nel 2001 !!!
L'italia è ferma, gli altri avanzano.
dimostramelo con i dati e non ho problemi a crederti.
però voglio dati riguardanti il governo di dx e anche quello di sx. voglio vedere tutti gli anni con tutti i dati.
Lucio Virzì
08-04-2006, 20:20
dimostramelo con i dati e non ho problemi a crederti.
però voglio dati riguardanti il governo di dx e anche quello di sx. voglio vedere tutti gli anni con tutti i dati.
Cos'è? Sindrome da opposizione? Non basta una finestra di 5 anni per valutare i danni di un governo? E' necessaria una finestra di 100 anni così da edulcorarne gli effetti? :confused:
LuVi
Cos'è? Sindrome da opposizione? Non basta una finestra di 5 anni per valutare i danni di un governo? E' necessaria una finestra di 100 anni così da edulcorarne gli effetti? :confused:
LuVi
sicuramente non è sindrome da opposizione, perchè che vinca uno o l'altro, a me interessa poco.
cmq, 100 anni no, ma almeno 10 si. se mi dici che per esempio l'aumento del pil con il governo di dx è inferiore alla media europea è un po' riduttivo, devi farmi vedere anche con con la sx al potere era sopra al livello europeo o allo stesso livello. mi sembra logica la cosa.
cmq per ora nessun dato, solo parole.
dantes76
08-04-2006, 20:35
dimostramelo con i dati e non ho problemi a crederti.
però voglio dati riguardanti il governo di dx e anche quello di sx. voglio vedere tutti gli anni con tutti i dati.
mi sa che ti sei perso un centinaio di 3d....
dantes76
08-04-2006, 20:37
Cos'è? Sindrome da opposizione? Non basta una finestra di 5 anni per valutare i danni di un governo? E' necessaria una finestra di 100 anni così da edulcorarne gli effetti? :confused:
LuVi
i prob vengono tutti da lontano, la colpa e da attribuire a Nerone, con la sua smania di appiccia' sempre..
LordDragon89
08-04-2006, 20:38
tutti di sinistra qua... :sofico:
tutte balle
a proposito, Stefano Livadiotti a che fazione appartiene ?
dantes76
08-04-2006, 20:40
tutti di sinistra qua... :sofico:
La 5° regola della fisica-matematica Assiromilanese, enuncia che: ogni due coglioni ci sta..... tanta altra gente :D
mi sa che ti sei perso un centinaio di 3d....
si.
ho "scoperto" questa sezione in questi ultimi giorni, anche perchè di politica non mi interesso molto. (anzi, per niente, tranne gli ultimi giorni)
però qui a quanto pare ce l'avete tutti con berlusconi, a priori. sempre e comunque. e a me piace fare l'avvocato del diavolo :p
e voglio dire.... la dx avrà i suoi difetti e avrà fatti i suoi interessi, ma la sx non l'ha fatto quando era al potere???
chiunque vada al potere, fa principalmente i propri interessi (secondo me).
e secondo me, l'immagine della sx in questo momento non è mica un granchè!! anzi!!!
e se vincerà (cosa che succederà) dovrà solo ringraziare l'anti-berlusconiesimo dilagante, se no avrebbe miseramente perso.
dantes76
08-04-2006, 20:57
si.
ho "scoperto" questa sezione in questi ultimi giorni, anche perchè di politica non mi interesso molto. (anzi, per niente, tranne gli ultimi giorni)
però qui a quanto pare ce l'avete tutti con berlusconi, a priori. sempre e comunque. e a me piace fare l'avvocato del diavolo :p
e voglio dire.... la dx avrà i suoi difetti e avrà fatti i suoi interessi, ma la sx non l'ha fatto quando era al potere???
chiunque vada al potere, fa principalmente i propri interessi (secondo me).
e secondo me, l'immagine della sx in questo momento non è mica un granchè!! anzi!!!
e se vincerà (cosa che succederà) dovrà solo ringraziare l'anti-berlusconiesimo dilagante, se no avrebbe miseramente perso.
ok grazie, ora ho scoperto a cosa sara' dovuta un eventuale vincita del Csx..
mi sembrava che era dovuta a 5 anni di immobilismo totale, tranne che per una cirielli, una salva previti,iun taglio Irpef, un falso in bilancio, 3 condoni, un togliamo l'irap, anzi no. un decreto urbani, un taglio delle tasse, un taglio delle aliquote da 4 a 4, ora che mi hai aperto gli occhi so' il vero perche crazzie crazzie...
Lucio Virzì
08-04-2006, 20:58
sicuramente non è sindrome da opposizione, perchè che vinca uno o l'altro, a me interessa poco.
cmq, 100 anni no, ma almeno 10 si. se mi dici che per esempio l'aumento del pil con il governo di dx è inferiore alla media europea è un po' riduttivo, devi farmi vedere anche con con la sx al potere era sopra al livello europeo o allo stesso livello. mi sembra logica la cosa.
cmq per ora nessun dato, solo parole.
No, non hai capito, sindrome da opposizione nel senso che Berlusconi si lamenta come se fosse stato cinque anni all'opposizione... ;)
LuVi
ok grazie, ora ho scoperto a cosa sara' dovuta un eventuale vincita del Csx..
mi sembrava che era dovuta a 5 anni di immobilismo totale, tranne che per una cirielli, una salva previti,iun taglio Irpef, un falso in bilancio, 3 condoni, un togliamo l'irap, anzi no. un decreto urbani, un taglio delle tasse, un taglio delle aliquote da 4 a 4, ora che mi hai aperto gli occhi so' il vero perche crazzie crazzie...
perchè, credi che se vnce l'uno a l'altro si sistemano le cose ?
Ho sentito parlare solo una volta rutelli ed ha nominato i problemi di Roma. Ma se ti interessano i problemi di una città, fai il sindaco. Ssai cosa gli frega ad un lombardo a ad un veneto, toscano etc.. dei problemi di Roma, ovviamente vale il viceversa!
Ma spaccate l'Italia in 3, ed ognuno si occupi della sua parte ;)
dantes76
08-04-2006, 21:05
perchè, credi che se vnce l'uno a l'altro si sistemano le cose ?
Ho sentito parlare solo una volta rutelli ed ha nominato i problemi di Roma. Ma se ti interessano i problemi di una città, fai il sindaco. Ssai cosa gli frega ad un lombardo a ad un veneto, toscano etc.. dei problemi di Roma, ovviamente vale il viceversa!
Ma spaccate l'Italia in 3, ed ognuno si occupi della sua parte ;)
guarda che le ha fatte tutte queste cose il governo berlusconi.. :-)
LordDragon89
08-04-2006, 21:14
luvì io mi chiedo perchè ti sei iscritto su un forum di hardware.... :confused:
p.s.:ora fucilatemi :cry:
dantes76
08-04-2006, 21:17
luvì io mi chiedo perchè ti sei iscritto su un forum di hardware.... :confused:
p.s.:ora fucilatemi :cry:
:rotfl:
ok grazie, ora ho scoperto a cosa sara' dovuta un eventuale vincita del Csx..
mi sembrava che era dovuta a 5 anni di immobilismo totale, tranne che per una cirielli, una salva previti,iun taglio Irpef, un falso in bilancio, 3 condoni, un togliamo l'irap, anzi no. un decreto urbani, un taglio delle tasse, un taglio delle aliquote da 4 a 4, ora che mi hai aperto gli occhi so' il vero perche crazzie crazzie...
oh... pensala come vuoi, a me non interessa.
io ho espresso il mio punto di vista, giusto o sbagliato che sia.
secondo me, ripeto, tanti (tanti!!!) voteranno a sx per votare contro berlusconi. a prescindere da quello che ha fatto o che non ha fatto.
Lucio Virzì
08-04-2006, 21:40
luvì io mi chiedo perchè ti sei iscritto su un forum di hardware.... :confused:
p.s.:ora fucilatemi :cry:
E tu, iscritto l'altro ieri, vieni a chiederlo a me, iscritto da 5 anni? :confused:
E che casio c'entrerebbe? TU, che titolo hai per chiedere a me una cosa del genere?
Mah veramente l'infantilismo non ha limiti.
LuVi
tommylee1
09-04-2006, 14:25
Se non sbaglio, lui ha guidato il governo meglio di quanto potesse fare dopo questi eventi.
Se non sbaglio, prima non c'era la guerra in Iraq, il petrolio era rimasto stabile sotto i 28 dollari, e CINA e INDIA non erano ancora entrate nel WTO, non c'èra l'euro, per questo Prodi andava benissimo, strabene.
Quindi, petrolio adesso 50-60 dollari, soldi per i militari in Iraq(potevano come non potevano mandarli)ma cmq è una spesa che costa al mese 15-20 milioni(poco sopratutto agli USA).
In CINA e INDIA una persona costa dai 60-90 euro a mese, guadagnano meno di noi, però non fabbricati di qualità, scarsissima qualità, molte cose che non vi descrivo, tipo l'agricoltura e e polli(esempio) non sono a standard europei e internazionali, non ci sono sindacati, non c'è una protezione per l'ambiente, la polizia non è addestarata per bene, le scuole sono maleddettamente peggio che da noi, da loro se hai una malattia non te la curano come qui in Italia, con medicine gia fatte, laggiu si prendono gli ingredienti e si fa.
Le tecnologie informatiche non sono assolutamente migliori in CINA e INDIA, siamo noi sempre i + avanti.
IL loro Boom economico deriva dal fatto che la loro moneta costa poco, per fare 1 dollaro il loro cambio è 200-300 e passa soldi, solo per quello, quindi costruire una fabbrica ecc. gli costa pochissimo, ma se gli mettemmo l'euro o la sterlina la loro economia cadrebbe in pozzo senza fine e in un buio + totale, dai 2100 pil della CINA(italia 1700 pil in euro) andrebbe sotto i 900(pil) in euro in strelina andrebbero a 600 il loro pil.
Alla fine dei conti Berlusconi da lavoro sia con MEDIASET che con 100 cantieri che ha aperto lui.
Lucio Virzì
09-04-2006, 21:16
Se non sbaglio, lui ha guidato il governo meglio di quanto potesse fare dopo questi eventi.
Se non sbaglio, prima non c'era la guerra in Iraq, il petrolio era rimasto stabile sotto i 28 dollari, e CINA e INDIA non erano ancora entrate nel WTO, non c'èra l'euro, per questo Prodi andava benissimo, strabene.
Quindi, petrolio adesso 50-60 dollari, soldi per i militari in Iraq(potevano come non potevano mandarli)ma cmq è una spesa che costa al mese 15-20 milioni(poco sopratutto agli USA).
In CINA e INDIA una persona costa dai 60-90 euro a mese, guadagnano meno di noi, però non fabbricati di qualità, scarsissima qualità, molte cose che non vi descrivo, tipo l'agricoltura e e polli(esempio) non sono a standard europei e internazionali, non ci sono sindacati, non c'è una protezione per l'ambiente, la polizia non è addestarata per bene, le scuole sono maleddettamente peggio che da noi, da loro se hai una malattia non te la curano come qui in Italia, con medicine gia fatte, laggiu si prendono gli ingredienti e si fa.
Le tecnologie informatiche non sono assolutamente migliori in CINA e INDIA, siamo noi sempre i + avanti.
IL loro Boom economico deriva dal fatto che la loro moneta costa poco, per fare 1 dollaro il loro cambio è 200-300 e passa soldi, solo per quello, quindi costruire una fabbrica ecc. gli costa pochissimo, ma se gli mettemmo l'euro o la sterlina la loro economia cadrebbe in pozzo senza fine e in un buio + totale, dai 2100 pil della CINA(italia 1700 pil in euro) andrebbe sotto i 900(pil) in euro in strelina andrebbero a 600 il loro pil.
Alla fine dei conti Berlusconi da lavoro sia con MEDIASET che con 100 cantieri che ha aperto lui.
Astonishing :D:D:D
Veramente incommentabile :D
^TiGeRShArK^
09-04-2006, 21:23
Astonishing :D:D:D
Veramente incommentabile :D
vabbè... tommy è famoso x le sue "perle" :D
^TiGeRShArK^
10-04-2006, 08:58
Molti, sia di una fazione che dell'altra, lo sono ma purtroppo per voi questa volta ha centrato il bersaglio in molti argomenti e di incommentabile trovo più che altro la tua risposta ma non quanto quella dell'altro e dell'altro che ti ha preceduto.
:asd:
guarda...
commento solo questa ke è "il mio campo":
Le tecnologie informatiche non sono assolutamente migliori in CINA e INDIA, siamo noi sempre i + avanti.
dove guarda caso i programmatori indiani sono tra i + bravi al mondo......
ah... e tra l'altro i cinesi hanno prodotto un processore loro.....
ma noi siamo + avanti.... ke qua in italia se trovi un azienda ke sa solo il significato di TDD ti sembra di essere arrivato a lourdes :asd:
Tutto il resto è incommentabile xkè sono solo dati sparati lì senza minimamente considerare il contesto, e ora non ho tempo da perdere ke devo scappare all'aeroporto :Prrr:
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