majin mixxi
11-02-2006, 18:08
Da papa Woytjla al segretario dell’Onu Kofi Annan, dal premier inglese Tony Blair al premio Nobel Nelson Mandela, dal miliardario Bill Gates di Microsoft fino ai guru di tutti i no global d’Europa e d’Italia, la sua è diventata ormai un’icona. Difficile da individuare se la si abbina a Paul Hewson, ma scontata se si passa al nome d’arte di Bono, il leader del gruppo rock irlandese U2 recente vincitore di quattro premi all’ultima edizione dei Grammy, gli Oscar della musica mondiale, e autentico fenomeno mediatico del Duemila.
Da qualche anno infatti Bono è l’immagine stessa dell’impegno in aiuto al Terzo Mondo e delle star del rock che promuovono concerti per finanziare la campagna anti-Aids e incalzano i potenti della terra per raccogliere fondi da destinare alla lotta contro la povertà, la fame e la mortalità infantile.
Eppure anche Paul Hewson (Bono), come ha rivelato ieri “The New York Post” in un documentato articolo, gode di una certa popolarità. Questa notorietà ha a che fare infatti con gli ambienti che stanno agli antipodi dei popoli diseredati.
Sono infatti quelli più sofisticati dell’alta finanza internazionale, dove non passa inosservato l’attivismo di Elevation Partners, un fondo di private equity con un capitale di 1,5 miliardi di euro che investe soprattutto in società del tempo libero, il cosiddetto entertainment.
Fondata nel 2004 e battezzata con il titolo di un celebre motivo della band (colonna sonora del film Tomb Raider), la holding di Bono controlla due società di videogiochi quotate al Nasdaq di New York: Bioware/Pandemic Studios dal 2004, e Homstore dal 2005, dove ha investito rispettivamente 250 e 75 milioni.
Ma ora Bono, che vi figura per tutti gli atti formali e materiali come Hewson e ne è managing director, si è lanciato in una nuova operazione, ben più impegnativa, che ha provocato molti rumors a Wall Street.
Dal gestore di hedge fund Pequot Capital si appresta infatti a rilevare Take Two, altro produttore di consolle e videogiochi, per un impiego complessivo superiore questa volta a 800 milioni di euro. Il progetto appare senza dubbio coerente con le strategie di Elevation, che ha il suo core business nei prodotti d’alta tecnologia, ma sembra la conferma di una certa disinvoltura negli affari del cantante degli U2.
Tutto il vecchio top management di Homstore, ad esempio, è tuttora sotto inchiesta per una presunta frode (in milioni di dollari) compiuta fra le pieghe dei bilanci e l’indagine ha coinvolto lo stesso ex presidente del Nyse, il listino newyorkese, Gerald Putnam. Da parte sua Take Two, fra tutte le compagnie quotate è considerata una di quelle in assoluto a più alto rischio. Circondata dalla fama di fornire cifre di bilancio piuttosto inattendibili, ha già alle spalle un burrascoso cammino in Borsa e un’ultima performance che è costata assai cara agli azionisti che hanno creduto nel titolo: in pochi mesi la quotazione è crollata da 30 a 15,40 dollari. Tant’è che le stesse autorità di mercato l’hanno posta sotto controllo con un auditing amministrativo per il sospetto di pratiche riprorevoli, al confine cioè fra irregolarità e illegalità (gli accertamenti devono appunto chiarire se effettivamente illecite).
La figura del perfetto raider Hewson-Bono leader della solidarietà mondiale non piace proprio agli uomini che tirano le fila di Wall Street.
Da qualche anno infatti Bono è l’immagine stessa dell’impegno in aiuto al Terzo Mondo e delle star del rock che promuovono concerti per finanziare la campagna anti-Aids e incalzano i potenti della terra per raccogliere fondi da destinare alla lotta contro la povertà, la fame e la mortalità infantile.
Eppure anche Paul Hewson (Bono), come ha rivelato ieri “The New York Post” in un documentato articolo, gode di una certa popolarità. Questa notorietà ha a che fare infatti con gli ambienti che stanno agli antipodi dei popoli diseredati.
Sono infatti quelli più sofisticati dell’alta finanza internazionale, dove non passa inosservato l’attivismo di Elevation Partners, un fondo di private equity con un capitale di 1,5 miliardi di euro che investe soprattutto in società del tempo libero, il cosiddetto entertainment.
Fondata nel 2004 e battezzata con il titolo di un celebre motivo della band (colonna sonora del film Tomb Raider), la holding di Bono controlla due società di videogiochi quotate al Nasdaq di New York: Bioware/Pandemic Studios dal 2004, e Homstore dal 2005, dove ha investito rispettivamente 250 e 75 milioni.
Ma ora Bono, che vi figura per tutti gli atti formali e materiali come Hewson e ne è managing director, si è lanciato in una nuova operazione, ben più impegnativa, che ha provocato molti rumors a Wall Street.
Dal gestore di hedge fund Pequot Capital si appresta infatti a rilevare Take Two, altro produttore di consolle e videogiochi, per un impiego complessivo superiore questa volta a 800 milioni di euro. Il progetto appare senza dubbio coerente con le strategie di Elevation, che ha il suo core business nei prodotti d’alta tecnologia, ma sembra la conferma di una certa disinvoltura negli affari del cantante degli U2.
Tutto il vecchio top management di Homstore, ad esempio, è tuttora sotto inchiesta per una presunta frode (in milioni di dollari) compiuta fra le pieghe dei bilanci e l’indagine ha coinvolto lo stesso ex presidente del Nyse, il listino newyorkese, Gerald Putnam. Da parte sua Take Two, fra tutte le compagnie quotate è considerata una di quelle in assoluto a più alto rischio. Circondata dalla fama di fornire cifre di bilancio piuttosto inattendibili, ha già alle spalle un burrascoso cammino in Borsa e un’ultima performance che è costata assai cara agli azionisti che hanno creduto nel titolo: in pochi mesi la quotazione è crollata da 30 a 15,40 dollari. Tant’è che le stesse autorità di mercato l’hanno posta sotto controllo con un auditing amministrativo per il sospetto di pratiche riprorevoli, al confine cioè fra irregolarità e illegalità (gli accertamenti devono appunto chiarire se effettivamente illecite).
La figura del perfetto raider Hewson-Bono leader della solidarietà mondiale non piace proprio agli uomini che tirano le fila di Wall Street.