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View Full Version : Fabio Capello e l'elogio di Franco


majin mixxi
09-02-2006, 20:52
Mara Gergolet per il Corriere della Sera


Sarà l’ordine, sarà il rispetto. Sarà che a forza di pretenderli, il duro del pallone, l’allenatore dal pugno di ferro più vincente del calcio italiano, ne apprezza i risultati. Ma Mr. Capello s’è già pentito dell’elogio fatto all’ammirato dittatore Franco? Di sicuro, Capello è riuscito nell’impresa che, a memoria, mai ha compiuto un allenatore di calcio italiano: di irritare - per motivi politici - molti cittadini-tifosi spagnoli, di far protestare i partiti dello stesso Paese, di smuovere l’Europarlamento e di finire dentro un’interpellanza a Strasburgo, con tanto di richiesta di condanna, quale «apologeta del fascismo». Non male, per un’uscita a gioco fermo e palla lontana.

Ricapitoliamo. Capello dà un’intervista a Repubblica. Domenica è big match (ormai quasi inutile), Juve-Inter, vale una stagione. E infatti, abilissimo, Capello schiva tutti le pastoie e i tranelli, Mancini e diritti tv, gli arbitri e Moggi. Spedito, diplomatico, scaltro. Poi, però, si parla della Spagna, la stagione trascorsa al Real, lo scudetto alla Liga . Lui si lascia andare. Rimpianti? «Sì, mi sono pentito di aver lasciato il Real Madrid». Più il Real o più Madrid? «Più Madrid». Spagna mon amour.

Infatti, la Madrid di Capello era quella «dove si respirava un’aria effervescente, l’aria del Paese che faceva, in Europa, i passi più grandi». Tanto che l’Italia, quando c’è tornato, gli sembrava un «Paese che dorme». E il merito di tutto questo di chi è? Del «calore e della creatività latina, regolati da un ordine rigoroso. L’ordine che viene da Franco».

Franco il dittatore? Capello non si fa intimorire, e anzi argomenta. «Sì, Franco ha lasciato in eredità l’ordine». Tutto in Spagna funziona e funziona bene. E via a elencare: e le scuole e l’educazione, e la poca burocrazia e la pulizia e il rispetto. Apriti cielo. Tempo un giorno, i giornali spagnoli fanno rimbalzare le sue parole sul Caudillo: «Capello ha nostalgia di Madrid. Curiosamente, ciò che gli manca, non sono le tapas e i divertimenti, ma l’ordine che deriva da Franco» (El País).


E Capello, il tecnico che ha allenato il Real una sola stagione (1996-97) lasciando dietro di sé una scia di nostalgie, proprio lui che nuove voci - non smentite dall’interessato - vorrebbero sulla panchina dei galacticos a «imporre l’ordine» a Roberto Carlos e Ronaldo, a Beckham e al pupillo Cassano («un genio, fa cose che gli altri nemmeno immaginano», detta appunto l’altro ieri), diventa un caso ben più che calcistico.

Protesta la sinistra, a Madrid e in Catalogna. E la guerra civile, e i 36 anni di dittatura? La prendono come un’offesa i verdi. «Capello è una persona che ha lavorato nello Stato spagnolo - dice Raul Romeva, ecologista catalano -. Dovrebbe avere una conoscenza approfondita di quello che hanno significato la repressione e la limitazione delle libertà durante la dittatura di Franco».

Non contento, è lo stesso Romeva a portare il caso all’Europarlamento. Vuole «un parere alla Commissione» sulle dichiarazioni dell’allenatore italiano, che prefigurano «una riprovevole apologia del fascismo». Chiede: «Che cosa sarebbe successo se al posto del regime franchista, Capello avesse fatto l’elogio di Adolf Hitler o di Benito Mussolini?».



Dalla Spagna all’Italia, da Barcellona a Roma. S’offendono tifosi juventini, di sinistra, seduti a Montecitorio. «Sono indignato», dice Marco Lion, deputato Verde. «L’allenatore bianconero ha di fatto inneggiato all’ordine fascista realizzato da Franco, che negava ogni spazio di libertà e democrazia». E giù a ricordare, il deputato, che la Juventus è una grande squadra, ha tifosi in tutto il mondo, che non merita di essere identificata con quelle parole. L’appello: «Capello, faccia ammenda».

E dire che Capello in quell’intervista di tutto aveva voglia, fuorché di litigare. «Sono stanco, sto invecchiando». Diceva di voler girare il mondo, Patagonia, l’Iran, perfino l’Iraq, una volta abbandonato lo stress degli stadi. S’è accorto in fretta, però, che la politica va maneggiata con ancora più cura del pallone. E ieri sera s’è corretto. «Mi hanno frainteso. Nessun franchismo da parte mia. Ma solo la constatazione che in Spagna non c’è la burocrazia italiana. E questo è il retaggio di un altro periodo storico».

matteo1
09-02-2006, 21:08
leggendo il virgolettato,si capisce che Capello intendeva riferirsi alla gestione della burocrazia in Spagna;un pò come si potrebbe dire bene delle opere di bonifica di Mussolini.Da qui a farne un "mito" ne passa.
Certo politicamente il riferimento era molto delicato,ma Capello non essendo un politico non pensava che si sarebbe arrivati a tanto.

recoil
09-02-2006, 22:37
Capello dovrebbe sapere benissimo che i virgolettati sono una fregatura. non è un politico, ma è uno che va in televisione e suoi giornali da anni per via del suo lavoro di allenatore. doveva fare attenzione, tagliare il riferimento a Franco e fermarsi al discorso sull'ordine e sulla poca burocrazia senza specificare a chi è dovuta

chi presenta interrogazioni parlamentari... va beh non commentiamo, sprecare tempo per un virgolettato al posto di pensare a cose concrete indica che non hanno poi tanto da fare

Jok3r
10-02-2006, 01:14
cmq capello oggi ha detto che ha avuto il padre deportato in germania dai nazisti quindi se l ha detto penso sia vero e quindi traetene le conseguenze

cmq

FORZA VIOLA FORTE E DURO :D