View Full Version : Ecco perchè i farmaci costano
Lucio Virzì
28-01-2006, 16:40
E noi paghiamo.
http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/cronaca/truffamedici/truffamedici/truffamedici.html
Coinvolti informatori scientifici, medici di base e farmacisti
Un 'affare' costato oltre 20 milioni di euro al servizio sanitario nazionale
Maxitruffa al sistema sanitario chiesta interdizione per 8 big dei farmaci
Nel mirino dei giudici Glaxo, Novartis, Bracco, Recordati e altre
I sanitari a "libro paga" ricevevano soldi, orologi, telefonini, viaggi
BARI - Un "affare" ben architettato, costato oltre 20 milioni di euro al sistema sanitario nazionale. Questa la truffa, compiuta fra il 202 e il 2004 e scoperta dalla procura di Bari, per la quale è stata richiesta l'interdizione dall'attività (o, in subordine alla chiusura, la nomina di un commissario giudiziale per salvaguardare i livelli occupazionali) per otto società produttrici di farmaci, fra le quali anche alcune multinazionali. Fra i documenti sequestrati durante le indagini, un "libro paga" con i compensi percepiti dai medici che si prestavano all'imbroglio. La richiesta del pm riguarda solo le filiali italiane delle società.
Secondo il pubblico ministero del tribunale di Bari, Ciro Angelillis, le 126 persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio avevano costituito e preso parte a diversi sodalizi criminali, che agivano fra le province di Bari, Lecce, Brindisi, Foggia e Milano e facevano in modo che le case farmaceutiche lucrassero sulle iper-prescrizioni di farmaci fatte da medici di base.
Le società coinvolte. Importanti le aziende coinvolte: si tratta di Glaxo, Biofutura, Bracco, Novartis, AstraZeneca, Lusofarmaco, Recordati e Bristol. In quanto alla Pfizer, comparsa fra le società incriminate, il magistrato non ha chiesto la misura cautelare poiché la multinazionale ha prodotto documenti attraverso i quali sostiene di aver modificato, rispetto all'epoca della truffa, i propri moduli organizzativi, e di aver allontanato le persone coinvolte.
L'accusa. Il pm Ciro Angelillis contesta alle società di aver omesso, in alcuni casi, il controllo sull'attività dei propri dirigenti e dei loro subordinati; in altri casi, una fattispecie dolosa di concorso nel reato attribuito a dirigenti, capiarea e informatori scientifici di case farmaceutiche accusati (in concorso con farmacisti e medici di famiglia compiacenti) di aver truffato servizio sanitario nazionale.
Il meccanismo. I medici di base venivano corrotti dagli informatori scientifici anche su istigazione delle case farmaceutiche, e consegnavano le ricette (intestate a pazienti ignari) alle farmacie "amiche". I farmacisti - secondo l'accusa - toglievano le fustelle dai farmaci prescritti, le apponevano sulle ricette per ottenere il rimborso dal servizio sanitario nazionale e poi gettavano nella spazzatura i farmaci, alcuni dei quali salvavita, che potevano costare fino a 700 euro a confezione.
Il guadagno. Ai medici corrotti - secondo il pm - andavano compensi in danaro (percentuali tra il 10 e il 18 per cento del prezzo dei medicinali prescritti), oppure orologi, telefoni cellulari, materiale informatico, viaggi di piacere e partecipazioni a congressi. In più di un caso - ritengono i carabinieri del Nas di Bari - tra medici e informatori scientifici c'è stata anche una trattativa sul tipo di compenso: ad esempio, 5.000 euro al mese al posto di vacanze con la famiglia in luoghi esotici o in capitali europee.
L'inchiesta. Nel corso dell'inchiesta è stato sequestrato un libro paga sul quale erano registrati i compensi percepiti dai medici e, accanto, la valutazione dell'informatore scientifico: "scarso", "sufficiente", "buono", "da tornare". Dopo il sequestro del libro-paga (il 15 aprile 2005) il pm ottenne dal gip l'arresto di sessanta persone (18 medici, 16 farmacisti, 6 dirigenti e 20 informatori scientifici di case farmaceutiche nazionali ed estere) che si aggiunsero alle 44 persone arrestate tra il 7 e il 25 luglio del 2003.
Le intercettazioni. Dalle intercettazioni telefoniche
compiute sulle utenze di due capiarea di case farmaceutiche, emergono anche ammissioni di tangenti versate ai medici. Dice un capoarea: "Io capisco se un mio informatore lavora quando mi chiede ossigeno", ossia denaro. Ma c'è anche un'altra ammissione, che viene dagli stessi informatori scientifici, che commentano il fatto che un loro collega abbia gettato nella spazzatura una busta con una trentina di farmaci defustellati da una farmacia. Uno dice all'altro: "Siamo tutti una razza, il migliore di noi vuole essere ammazzato".
(28 gennaio 2006)
oscuroviandante
28-01-2006, 17:08
azz... hai scoperto l'acqua calda :D
E' noto ai molti che tanti medici percepiscono un bel "sottobanco" dalle multinazionali farmaceutiche ;)
si, ma comunque anche se vecchia è una storia che vien recitata regolarmente e regolarmente fa girare i OO ...
bluelake
28-01-2006, 20:54
In tema di farmaci, io oggi ho firmato per questa proposta di legge di iniziativa popolare:
da http://www.coopfirenze.it/info/art_3123.htm
È una battaglia contro un mercato chiuso e protetto, per la tutela del potere d’acquisto dei cittadini. E tutti avranno la possibilità di dare la propria adesione firmando, a partire dalla seconda metà di gennaio, la petizione relativa al Progetto di legge di iniziativa popolare per la liberalizzazione della vendita dei farmaci. Ad oggi, come si sa, questi prodotti possono essere venduti solo nel circuito delle farmacie e la legislazione ostacola la libera concorrenza. A farne le spese sono i cittadini italiani che pagano prezzi alti, spesso molto superiori agli altri paesi europei.
Qualche cifra su quanto paghiamo per la nostra salute: quindici anni fa una famiglia spendeva in media 690 euro all’anno, nel 2004 (a prezzi costanti) l’esborso medio è praticamente raddoppiato, attestandosi a 1.102. E in questo budget la spesa per i prodotti medicinali e farmaceutici è lievitata più di ogni altra.
La vendita dei medicinali da automedicazione e da banco (detti Otc e Sop) privi di prescrizione medica anche al di fuori del circuito delle farmacie consentirebbe una riduzione di prezzo dal 25% al 50%. Secondo uno studio dell’Ote (Osservatorio della terza età) l’apertura in Italia di solo 1000 farmacie nella grande distribuzione garantirebbe un risparmio da 100 a 150 milioni di euro ai cittadini che comprano le medicine di tasca propria.
Una petizione popolare per liberalizzare il mercato dei farmaci. La raccolta di firme partirà a metà gennaio
Come sono classificati i farmaci?
In Italia i farmaci si dividono in due grandi categorie: la classe “a”, quella cioè che comprende tutti i farmaci essenziali e per malattie croniche, i cui costi sono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, e la classe “c” in cui rientrano tutti i farmaci integralmente a carico del cittadino. All’interno di questa fascia si distingue poi tra farmaci che hanno bisogno della prescrizione medica e quelli che invece possono essere venduti senza ricetta: i farmaci da banco o da automedicazione (i cosiddetti Otc e Sop).
Come sono regolati i prezzi?
Il prezzo dei farmaci a prescrizione medica è amministrato e sorvegliato dallo Stato. Per i medicinali di classe “a” su ciascun euro pagato dallo Stato per l’acquisto di un farmaco 66,65 centesimi vanno all’azienda produttrice, 6,65 al grossista e 26,70 centesimi al farmacista. Per i medicinali di classe “c”, con prescrizione medica, è stato bloccato il prezzo massimo fino a gennaio 2007, con revisione biennale. Il prezzo sulle specialità Otc-Sop invece è libero purché unico su tutto il territorio nazionale. È stata recentemente riconosciuta alle farmacie la facoltà (non è un obbligo) di praticare sconti fino al 20% sul prezzo di vendita al pubblico di questi medicinali.
Quanto spendono gli italiani per le medicine?
Nel 2004 la spesa complessiva per l’acquisto di farmaci da parte del Servizio sanitario nazionale (Stato e Regioni) e da parte dei privati cittadini ha superato i 19.000 milioni di euro. Poco meno di un terzo, circa 5.700 milioni di euro, è stato speso direttamente dai cittadini per l’acquisto di farmaci di classe “c”.
Quanto è aumentato il costo dei farmaci?
Nel 2003 ben il 40% dei farmaci di classe “c” ha subito aumenti di prezzo, talvolta quasi stratosferici. Alcuni di questi, spesso i più richiesti, sono cresciuti del 195%, mentre altri hanno avuto rincari superiori al 10% (Fonte: ministero della Salute – Federfarma). Il motivo è che negli ultimi due anni lo Stato è intervenuto più volte per cercare di contenere la spesa farmaceutica a suo carico. L’effetto è stato che in alcuni casi le aziende hanno trasferito sui farmaci di classe “c” i mancati introiti per gli sconti imposti dal Governo su quelli di classe “a”. Il risultato? Tra il 2000 e il 2004 gli italiani hanno comprato a proprie spese meno confezioni di medicine (il 12,8% in meno), ma hanno speso sensibilmente di più. Ciò significa che i prezzi delle singole confezioni sono aumentati a un punto tale da neutralizzare il calo della domanda.
Che fine fa il farmacista?
Con la liberalizzazione del mercato non spariranno né farmacisti né farmacie. Queste ultime resterebbero comunque gli unici luoghi deputati alla vendita dei farmaci di fascia “a” e di fascia “c” che prevedono l’obbligo della prescrizione medica, vale a dire del 90% del totale dei farmaci venduti in Italia.
Il farmacista resta il principale protagonista della vendita dei farmaci anche nei punti vendita esterni al circuito tradizionale, perché il loro acquisto richiede un’assistenza qualificata. Coop infatti propone di organizzare all’interno della propria rete di vendita specifici spazi che riuniscano tutti i prodotti farmaceutici e parafarmaceutici collegati al mondo della salute e del benessere.
La figura del farmacista dipendente assumerebbe un ruolo fondamentale: un utile punto di riferimento per educare al consumo consapevole dei prodotti farmaceutici e parafarmaceutici, per prevenire eccessi o abusi nei consumi, e per suggerire – quando è il caso – l’uso di farmaci equivalenti e meno costosi. Questo nuovo circuito permetterebbe anche l’assunzione di molti farmacisti laureati che non trovano sbocco sul mercato del lavoro, viste le restrizioni imposte per legge all’apertura di nuove farmacie: in Italia ci sono oltre 60 mila farmacisti e solo 17.352 farmacie.
Come è regolato il mercato dei farmaci in Europa?
Accanto a paesi come l’Italia e la Francia in cui la vendita è consentita solo all’interno delle farmacie, ne esistono altri con regole più permissive. Nei paesi anglosassoni (dove vige la stessa situazione che in Canada, Stati Uniti e Nuova Zelanda) e in quelli scandinavi la vendita si effettua anche al di fuori delle farmacie; è ammessa anche quella via internet e per posta. La legislazione della Spagna prevede che in alcuni supermercati esistano i reparti farmacia. In Germania, infine, c’è una distinzione tra prodotti da banco come l’aspirina, che si può vendere solo in farmacia, e altri medicinali, come gli antisettici, i calmanti della tosse, le vitamine a basso dosaggio, che si possono dispensare anche negli oltre 27 mila drugstores. Anche il Portogallo la scorsa primavera ha deciso di prendere la strada della liberalizzazione del commercio dei farmaci Otc.
In Gran Bretagna la legge permette ai supermarket, ai grocery stores e ad altri negozi simili di vendere i cosiddetti Gsl, General Sale List. Si tratta di medicinali da banco, tra cui anche medicinali a basso dosaggio, che rientrano nella categoria degli analgesici e rimedi sintomatici. Dopo quattro anni di liberalizzazione parziale del mercato si è ottenuta una riduzione media dei prezzi dei farmaci che si aggira intorno al 30%.
La vendita dei farmaci da banco in Olanda è permessa nei supermarket solo se sono dispensati da farmacisti. La quota di mercato raggiunta dai supermarket, dal 2001 ad oggi, è arrivata al 42%.
http://www.coopfirenze.it/evidenza.gif
Prezzi a confronto
Costo effervescente
Per lo stesso prodotto in Italia si spende fra il 20 e il 100% in più rispetto agli altri paesi europei. Alcuni esempi: Aspirina - In Italia sciogliere in un bicchiere d’acqua una compressa di aspirina effervescente costa 0,20 euro. In Olanda, invece, se compriamo la confezione in un drugstore spendiamo 0,16 euro e se la compriamo nei supermercati il prezzo scende a 0,13 euro. Nei supermercati inglesi il prezzo di una compressa è 0,14 centesimi.
Voltaren emulgel - Questa pomata antinfiammatoria per unità di dose in Italia si paga 0,16 euro, mentre nella grande distribuzione inglese 0,11. Se ci spostiamo in Spagna costa solo 0,08 centesimi e in Germania 0,072. In Francia (paese dove per altro la liberalizzazione dei farmaci non c’è) lo troviamo a 0,11 euro e in Olanda il costo sale a 0,12 (drugstore).
Dati tratti da un’inchiesta giornalistica realizzata dall’agenzia di stampa Ansa in collaborazione con il Movimento dei consumatori.
IL PROGETTO DI LEGGE
Solo quattro articoli
Ecco, sintetizzato, il testo del Progetto di legge di iniziativa popolare promosso da Coop. Il Progetto di legge verrà presentato al Parlamento accompagnato da 50.000 firme di cittadini. Una petizione viene proposta alla firma dei consumatori nei punti vendita Coop per chiedere al Parlamento un rapido esame del Progetto di legge ed il suo effettivo recepimento.
Art. 1 - La presente legge promuove la concorrenza, tutela gli interessi economici dei consumatori, migliora la distribuzione dei farmaci non soggetti a ricetta medica.
Art. 2 - Gli esercizi commerciali hanno titolo a porre in vendita i farmaci previsti dalla presente legge.
Art. 3 - La vendita, consentita durante l’orario di apertura dell’esercizio commerciale, è effettuata in una parte della sua superficie ben definita e distinta dagli altri reparti, con l’assistenza di un farmacista abilitato all’esercizio della professione ed iscritto al relativo ordine.
Art. 4 - Lo sconto sul prezzo indicato nella confezione è liberamente determinato dal distributore al dettaglio per singolo farmaco, è esposto in modo leggibile e chiaro e praticato a tutti gli acquirenti. Sono vietati i concorsi e le operazioni a premio, le vendite straordinarie e quelle sottocosto.
su http://www.coopfirenze.it/info/news/idx_news.asp c'è anche l'elenco dei punti di raccolta firme :stordita:
<Straker>
28-01-2006, 22:17
In tema di farmaci, io oggi ho firmato per questa proposta di legge di iniziativa popolare:
da http://www.coopfirenze.it/info/art_3123.htm
:fagiano:
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1103425
lucasnapy
28-01-2006, 22:20
azz... hai scoperto l'acqua calda :D
E' noto ai molti che tanti medici percepiscono un bel "sottobanco" dalle multinazionali farmaceutiche ;)
Guarda, da quanto ne so era una strategia molto in voga negli anni passati. Poi le case farmaceutiche hanno cambiato strategia: invece di corrompere il medico provano a "ingannarlo" o a convincerlo della bontà dei propri prodotti. Non so se avete presente ma qualche anno fa mostrarono in tv le diapositive ad uso interno di un corso per informatori farmaceutici in cui il medico di famiglia appariva come il pollo da spennare.
Per non parlare del problema degli studi "pilotati". Trovare delle fonti di informazione medica pulite può non essere facile.
Cmq, beninteso, io dico questo come facente parte (o quasi) di una campana, quella medica.
E ora vi saluto, vado a farmi un giro sulla nuova Mercedes che mi ha regalato la Bayer... :D :D :sofico:
Per non parlare del problema degli studi "pilotati". Trovare delle fonti di informazione medica pulite può non essere facile.
Cmq, beninteso, io dico questo come facente parte (o quasi) di una campana, quella medica.
Mi fa piacere che anche (alcuni) medici riconoscano che spesso la ricerca medica è pilotata dagli interessi dei committenti.
Non confondete le storture del mercato con addirittura ricerche pilotate.
Ci sono vari problemi nel mercato di farmaci,e certo concorrono anche delle deviazioni del mercato,ma generalizzare non ha senso.Anche perchè alla fine non serve a nulla.Guardate il caso Poggiolini ad esempio.
Comunque la politica dei prezzi è una cosa oscura;per dirne una quattoruote ogni 6 mesi mette le tabelle delle stesse vetture che in italia costano 10 e in grecia 7,in germania 9 e via dicendo;in quel caso come lo si spiega?
Non ho affermato che tutte le ricerche siano pilotate, alcune, come affermato anche da lucasnapy, che e' "addetto ai lavori", sono però pilotate a promuovere un certo farmaco.
Per le differenze di prezzo delle auto... siamo italiani, pollastri per definizione. Se una certa auto "tira" in Italia più che in Germania, aumentano il prezzo in Italia.
Non so oggi, 20 anni fa esisteva un mercato parallelo di Fiat che andavano in Germania, dove venivano vendute (ma non immatricolate) ad operatori italiani che le rivendevano in Italia. Nonostante il viaggio Italia-Germania-Italia, losconto rispetto al listino Fiat era sempre sostanzioso.
<Straker>
29-01-2006, 12:52
Comunque la politica dei prezzi è una cosa oscura;per dirne una quattoruote ogni 6 mesi mette le tabelle delle stesse vetture che in italia costano 10 e in grecia 7,in germania 9 e via dicendo;in quel caso come lo si spiega?
Tassazioni differenti, politiche commerciali differenti, logiche di mercato differenti. Non ultima la concorrenza, che in italia, per i farmaci, allo stato attuale manca.
Tassazioni differenti, politiche commerciali differenti, logiche di mercato differenti. Non ultima la concorrenza, che in italia, per i farmaci, allo stato attuale manca.
l'iva è al 20% in tutta europa,inoltre le vetture volkswagen in italia costano meno;e di casi ce ne sono tanti altri.
bluelake
29-01-2006, 15:23
l'iva è al 20% in tutta europa
:mbe:
http://europa.eu.int/abc/travel/shop/index_it.htm
Paese Aliquota IVA ridotta Aliquota IVA normale
Austria 10 20
Belgio 6 21
Cipro 5 15
Repubblica ceca 5 19
Germania 7 16
Danimarca - 25
Spagna 7 16
Estonia 5 18
Francia 5.5 19.6
Finlandia 8/17 22
Regno Unito 5 17.5
Grecia 8 18
Ungheria 5/15 25
Italia 10 20
Irlanda 13.5 21
Luxemburgo 6 15
Lituania 5/9 18
Lettonia 5 18
Malta 5 18
Paesi Bassi 6 19
Portogallo 5/12 19
Polonia 7 22
Svezia 6/12 25
Slovacchia - 19
Slovenia 8.5 20
quella normale è + o - al 20% in tutti i paesi;inoltre se fosse per l'iva non cambierebbe in italia il costo,inoltre non si spiega perchè in italia le volkswagen costano meno che in germania.Altro esempio il pane che a Milano costa 5€ e al sud 1-1.5€
Spectrum7glr
29-01-2006, 19:42
quella normale è + o - al 20% in tutti i paesi;inoltre se fosse per l'iva non cambierebbe in italia il costo,inoltre non si spiega perchè in italia le volkswagen costano meno che in germania.Altro esempio il pane che a Milano costa 5€ e al sud 1-1.5€
facciamo import export di pagnotte tra Napoli e Milano...dai che si diventa ricchi :D (copyright sull'idea © :asd: )
BountyKiller
23-08-2006, 12:01
paghiamo tutto tanto perchè c'è molta gente che ci mangia sopra.
si, ma comunque anche se vecchia è una storia che vien recitata regolarmente e regolarmente fa girare i OO ...
Beh, ma tanto con i governi di cartapesta che si alternano in Italia questi fanno quello che vogliono. Mai sentito poi che un dirigente di multinazionale farmaceutica venisse condannato in Italia.
quella normale è + o - al 20% in tutti i paesi;inoltre se fosse per l'iva non cambierebbe in italia il costo,inoltre non si spiega perchè in italia le volkswagen costano meno che in germania.Altro esempio il pane che a Milano costa 5€ e al sud 1-1.5€
:confused: Anche se è OT.
:confused: Anche se è OT.
Questione di mercato. Mio cugino lavora alla Procter & Gamble a Ginevra nel reparto acquisti. Dice che ci sono prodotti della P&G che in Italia non si vendono, perchè per il costo di fabbricazione che hanno, dovrebbero essere venduti ad un prezzo per cui il numero di persone che se lo comprerebbero non renderebbe l'affare conveniente. E' così per tutto. Il prezzo lo fa il mercato. E la azienda venderà quel prodotto SOLO se a quel prezzo può guadagnarci 8anche alla lunga, vedi consolle)
Questione di mercato. Mio cugino lavora alla Procter & Gamble a Ginevra nel reparto acquisti. Dice che ci sono prodotti della P&G che in Italia non si vendono, perchè per il costo di fabbricazione che hanno, dovrebbero essere venduti ad un prezzo per cui il numero di persone che se lo comprerebbero non renderebbe l'affare conveniente. E' così per tutto. Il prezzo lo fa il mercato. E la azienda venderà quel prodotto SOLO se a quel prezzo può guadagnarci 8anche alla lunga, vedi consolle)
No, intendevo dire che basta andare sul configuratore Volkswagen on-line: costano meno che in Italia. In parte è dovuto al fatto che sono leggermente meno accessoriate che da noi, ma nel complesso mi pare che i prezzi siano livellati. Poi ci sarebbe da rapportare il tutto a stipendi/potere acquisto. Insomma non mi pare che in Italia le VW costino meno che in Germania. :what: Anche perchè sarebbe la prima cosa che costa meno qui che altrove. :D
anonimizzato
23-08-2006, 18:34
Quando vedi in casa, come per mio padre, confezioni di pastiglie da 1.800 € (NON STO' scherzando ... MILLE E OTTOCENTO euro) i dubbi ti vengono
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