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27-01-2006, 07:31
Il 2005 č per General Motors un vero e proprio "annus horribilis":il colosso di Detroit paga pesantemente lo scotto della crisi della sua divisione nordamericana a cui si aggiungono importanti oneri di ristrutturazione messi a bilancio.
Insomma un anno da dimenticare per il numero uno Rick Wagoner che appena pochi giorni fā aveva ribadito come il gruppo punta a tagliare 30.000 posti di lavoro nei prossimi 24 mesi.
Ma ad impressionare magggiormente gli analisti sono le crude cifre del bilancio 2005 che si chiude si' con 9.2 milioni di auto vendute e con un fatturato di 160 miliardi di euro ma anche con una perdita di 7,2 miliardi di euro, la prima da 13 anni a questa parte, un vero e proprio dramma per la compagnia se si pensa che nel 2004 aveva chiuso i conti con un profitto di quasi 2 miliardi di euro.
Il dato sulle perdite č la sintesi del pessimo andamento delle vendite negli Stati Uniti.
Non sono bastati al colosso di Detroit gli incentivi alle vendite,le promozioni e gli sconti che ne hanno dissanguato le casse.
La mitica GM sconta la progressiva disaffezione degli automobilisti statunitensi stanchi dei modelli americani,privi dello stile e della tecnologia delle auto europee e soprattutto asiatiche, e si rivolgono altrove verso quella Toyota ormai proiettata al vertice della classifica mondiale dei costruttori.
Un primo posto che fino ad oggi era appannaggio della General Motors
Euronews
Insomma un anno da dimenticare per il numero uno Rick Wagoner che appena pochi giorni fā aveva ribadito come il gruppo punta a tagliare 30.000 posti di lavoro nei prossimi 24 mesi.
Ma ad impressionare magggiormente gli analisti sono le crude cifre del bilancio 2005 che si chiude si' con 9.2 milioni di auto vendute e con un fatturato di 160 miliardi di euro ma anche con una perdita di 7,2 miliardi di euro, la prima da 13 anni a questa parte, un vero e proprio dramma per la compagnia se si pensa che nel 2004 aveva chiuso i conti con un profitto di quasi 2 miliardi di euro.
Il dato sulle perdite č la sintesi del pessimo andamento delle vendite negli Stati Uniti.
Non sono bastati al colosso di Detroit gli incentivi alle vendite,le promozioni e gli sconti che ne hanno dissanguato le casse.
La mitica GM sconta la progressiva disaffezione degli automobilisti statunitensi stanchi dei modelli americani,privi dello stile e della tecnologia delle auto europee e soprattutto asiatiche, e si rivolgono altrove verso quella Toyota ormai proiettata al vertice della classifica mondiale dei costruttori.
Un primo posto che fino ad oggi era appannaggio della General Motors
Euronews