Adric
20-01-2006, 06:11
Materiali acrilici e siliconi per contraffare una fibra sempre più rara
Cashmere cinese, la grande truffa
L’allarme l’ha lanciato il The Wall Street Journal recentemente. Attenzione, gran parte del cashmere che viene dalla Cina è contraffatto. Vista la domanda crescente di prodotto e la scarsità del materiale, molti produttori ricorrono sempre più spesso a dei trucchi mescolando pura lana cashmere a fibre meno pregiate, quali lana di pecora, pelo di cammello, angora di coniglio, ricoprendo questi materiali con particolari siliconi e altri prodotti ammorbidenti per poi smerciare il tutto come cashmere purissimo. E i conti sono presto fatti. Per produrre un pullover di cashmere serve la lana di sei capre femmine o di due maschi.
In tutto il mondo si contano circa 40 milioni di capre cashmere, dalla cui lana possono essere prodotti circa 6,6 milioni di pullover, mentre sui mercati l’offerta è nettamente superiore, il che da la misura della frode. Secondo la Laogai Research Foundation, che ha più volte chiesto l’apertura di un’inchiesta internazionale, il cashmere contraffatto verrebbe prodotto nei campi di concentramento Laogai, dove si realizzerebbero anche i capi con questi tessuti contraffatti. In passato, sempre secondo il The Wall Street Journal, avevano denunciato più volte gli alti livelli di contraffazione anche varie associazioni di categoria come ad esempio la Cashmere and Camel Hair Manifacturers Institute con sedi a Boston e a Milano.
Il primo produttore mondiale di cashmere grezzo è la Cina, seguita da altri paesi come Mongolia, India, Pakistan, Iran, Afganistan. Da qualche anno viene allevato anche in Australia, Stati Uniti, Scozia e Francia. È però l’Italia il primo paese trasformatore, nei suoi centri tessili lanieri. Purtroppo spesso, come già detto, intere partite sono contraffatte con materiale acrilico e mescole di lane non pregiate.
[Data pubblicazione: 19/01/2006]
(La Padania)
Cashmere cinese, la grande truffa
L’allarme l’ha lanciato il The Wall Street Journal recentemente. Attenzione, gran parte del cashmere che viene dalla Cina è contraffatto. Vista la domanda crescente di prodotto e la scarsità del materiale, molti produttori ricorrono sempre più spesso a dei trucchi mescolando pura lana cashmere a fibre meno pregiate, quali lana di pecora, pelo di cammello, angora di coniglio, ricoprendo questi materiali con particolari siliconi e altri prodotti ammorbidenti per poi smerciare il tutto come cashmere purissimo. E i conti sono presto fatti. Per produrre un pullover di cashmere serve la lana di sei capre femmine o di due maschi.
In tutto il mondo si contano circa 40 milioni di capre cashmere, dalla cui lana possono essere prodotti circa 6,6 milioni di pullover, mentre sui mercati l’offerta è nettamente superiore, il che da la misura della frode. Secondo la Laogai Research Foundation, che ha più volte chiesto l’apertura di un’inchiesta internazionale, il cashmere contraffatto verrebbe prodotto nei campi di concentramento Laogai, dove si realizzerebbero anche i capi con questi tessuti contraffatti. In passato, sempre secondo il The Wall Street Journal, avevano denunciato più volte gli alti livelli di contraffazione anche varie associazioni di categoria come ad esempio la Cashmere and Camel Hair Manifacturers Institute con sedi a Boston e a Milano.
Il primo produttore mondiale di cashmere grezzo è la Cina, seguita da altri paesi come Mongolia, India, Pakistan, Iran, Afganistan. Da qualche anno viene allevato anche in Australia, Stati Uniti, Scozia e Francia. È però l’Italia il primo paese trasformatore, nei suoi centri tessili lanieri. Purtroppo spesso, come già detto, intere partite sono contraffatte con materiale acrilico e mescole di lane non pregiate.
[Data pubblicazione: 19/01/2006]
(La Padania)