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View Full Version : Pubblica Amministrazione italiana, sistema informatico a rischio pandemia


Adric
18-01-2006, 16:32
Il sistema informatico della PA italiana è a rischio pandemia
Mercoledì, 18 gennaio
Appunti
Che vi siano ancora posizioni di retroguardia sulla materia 'sicurezza ICT' lo dimostrano, secondo Claudio Manganelli, presidente del Comitato tencnico nazionale per la sicurezza informatica, "i continui rinvii delle misure 'minime' di sicurezza per le pubbliche amministrazioni, previste dal Codice in materia di protezione dei dati personali". Insomma, ha aggiunto Manganelli, "poche amministrazioni hanno fatto molto, ma molte hanno fatto molto poco. Pochi hanno capito che quando saranno milioni i cittadini e le imprese che accederanno ai servizi pubblici on line, la semplicità e rapidità di accesso-risposta e il livello di sicurezza saranno gli unici parametri del livello di qualità e di efficienza della P.a. E se non saranno soddisfacenti, si rischia di dover tornare a fare le fila agli sportelli.

Non solo - ha precisato - ma visto che gli attacchi ai sistemi informativi dal 2000 sono cresciuti al ritmo di oltre il 50% l'anno (52 mila nel 2001; 82 mila l'anno dopo, 140 mila nel 2003), non si può nascondere il fondato timore di una sorta di 'pandemia' per i sistemi informatici della PA. È stato calcolato - ha riferito - che un attacco al sistema informatico di un Comune di 50 mila abitanti comporta un danno economico di circa 30 mila euro al giorno".

Manganelli ha reso noto inoltre che il Comitato da lui presieduto ha redatto il Piano nazionale e il modello organizzativo per la Sicurezza ICT nella P.A.. e ha sollecitato la prossima legislatura ad "operare in modo di ricondurre all'unità le numerose iniziative sulla materia per una più efficace azione di tutela delle infrastrutture dell'informazione e la predisposizione di un adeguato pacchetto normativo che imponga adeguate difese e contrasti l'inerzia nella loro adozione".

Infine, Claudio Manganelli ha auspicato che "nella PA e nelle leggi finanziarie si instauri l'abitudine ad esporre previsioni di spesa congrue per tutelare l'efficienza e l'efficacia degli investimenti strumentali in tecnologia. "Non può essere sufficiente - ha sottolineato - che la spesa in sicurezza ICT sia dell'1,5% di quella complessiva, ma dovrebbe spingersi sino al 3%".
(canisciolti.info)

the_joe
18-01-2006, 16:58
Il sistema informatico della PA italiana è a rischio pandemia
Mercoledì, 18 gennaio
Appunti
Che vi siano ancora posizioni di retroguardia sulla materia 'sicurezza ICT' lo dimostrano, secondo Claudio Manganelli, presidente del Comitato tencnico nazionale per la sicurezza informatica, "i continui rinvii delle misure 'minime' di sicurezza per le pubbliche amministrazioni, previste dal Codice in materia di protezione dei dati personali". Insomma, ha aggiunto Manganelli, "poche amministrazioni hanno fatto molto, ma molte hanno fatto molto poco. Pochi hanno capito che quando saranno milioni i cittadini e le imprese che accederanno ai servizi pubblici on line, la semplicità e rapidità di accesso-risposta e il livello di sicurezza saranno gli unici parametri del livello di qualità e di efficienza della P.a. E se non saranno soddisfacenti, si rischia di dover tornare a fare le fila agli sportelli.

Non solo - ha precisato - ma visto che gli attacchi ai sistemi informativi dal 2000 sono cresciuti al ritmo di oltre il 50% l'anno (52 mila nel 2001; 82 mila l'anno dopo, 140 mila nel 2003), non si può nascondere il fondato timore di una sorta di 'pandemia' per i sistemi informatici della PA. È stato calcolato - ha riferito - che un attacco al sistema informatico di un Comune di 50 mila abitanti comporta un danno economico di circa 30 mila euro al giorno".

Manganelli ha reso noto inoltre che il Comitato da lui presieduto ha redatto il Piano nazionale e il modello organizzativo per la Sicurezza ICT nella P.A.. e ha sollecitato la prossima legislatura ad "operare in modo di ricondurre all'unità le numerose iniziative sulla materia per una più efficace azione di tutela delle infrastrutture dell'informazione e la predisposizione di un adeguato pacchetto normativo che imponga adeguate difese e contrasti l'inerzia nella loro adozione".

Infine, Claudio Manganelli ha auspicato che "nella PA e nelle leggi finanziarie si instauri l'abitudine ad esporre previsioni di spesa congrue per tutelare l'efficienza e l'efficacia degli investimenti strumentali in tecnologia. "Non può essere sufficiente - ha sottolineato - che la spesa in sicurezza ICT sia dell'1,5% di quella complessiva, ma dovrebbe spingersi sino al 3%".
(canisciolti.info)

Mi fanno spavento quando sparano le cifre così tanto per fare, chi assicura che con una spesa del 3% ci sarà più sicurezza oppure sarà come al solito un modo per spendere di più per avere le stesse cose (scarse) che si hanno già?

Al comune del paese in cui abito, sono mesi che la ditta incaricata di sostituire il sistema informatico sta lavorando per mettere in rete una ventina di pc e qualche stampante senza peraltro avere risultati di rilievo, ora mi chiedo, se c'ero andato io avanzatempo avrei già finito da un pezzo, è mai possibile che una ditta certificata non ci riesca? Oppure come al solito hanno trovato la gallina dalle uova d'oro e la stanno spennando lentamente?